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Autore: lToothlessl    17/11/2015    1 recensioni
Dopo un lungo viaggio, Eragon e Saphira, finalmente arrivano sulle coste di Alalea. Il futuro sembra serbare per loro molte sorprese, ma saranno piacevoli o no? Eragon dimenticherà Arya? Oppure il suo cuore continuerà a battere per la Regina degli elfi? I nostri beniamini riusciranno a scongiurare il male che si trova in agguato dietro l'angolo o soccomberanno ad esso?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eragon, Nuovo Personaggio, Saphira, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Mentre aspettava il colpo che sapeva sarebbe arrivato, Eragon, ripensò a tutti i momenti della sua vita. La sua infanzia a Carvahall con suo cugino Roran e i suoi zii Garrow e Marian, la nascita di Saphira, suo fratello Murtagh, suo padre Brom, la guerra, Arya, l'amore per lei, la morte di Galbatorix, la fine della guerra, la sua partenza. Fu proprio in questo modo che si accorse che per quanto qualcuno potesse essere potente, c'era sempre qualcuno più potente di lui che in un modo o nell'altro lo avrebbe alla fine preso. Quel qualcuno era la morte. Addirittura Galbatorix, il più grande tiranno di tutti i tempi si era arreso ad essa. Eragon sapeva che stava per morire, solo che non lo accettava, tutti quei sacrifici, tutto quel sangue versato e poi... nulla. A cosa era servito? 

A cosa serve combattere per la libertà se poi quella ti può essere strappata così facilmente in un battito di ciglia? Era ingiusto, dopo tutto quello che aveva passato meritava di poter almeno vivere la sua vita, ma questo la morte non sembrava accettarlo.  

Pensò a Saphira, la sua dragonessa, erano stati così distanti negli ultimi giorni, comportandosi come degli sconosciuti che annegano nel proprio dolore. Sapeva che se sarebbe morto, molto probabilmente Saphira lo avrebbe seguito nel vuoto. Avrebbe tanto voluto salutarla, passare una mano sulle sue squame splendenti come gemme, dirle addio. Ma questo non sarebbe mai successo. 

L'uomo alzò il pugnale puntandolo al cuore di Eragon, tese i muscoli.... Un ruggito risuonò nell'aria del mattino, l'uomo si girò di scatto verso il suono. Una dragonessa color zaffiro stava scendendo in picchiata verso il villaggio. Alcuni abitanti iniziarono a gridare in prede al terrore, altre presero archi e lance e iniziarono a lanciare urla di guerra. Alcuni di essi lanciarono dei fischi acuti. Saphira atterrò nel centro del villaggio in tutto il suo magnifico e terrificante splendore. I raggi del sole si riflessero sulle sue squame creando giochi di luce multicolori. Dalle narici della dragonesse uscivano rivoletti di fumo, Saphira cominciò ad avanzare verso il suo Cavaliere ringhiando contro il suo carceriere, l'uomo fece un passo indietro puntando la lancia contro la dragonessa.  

Improvvisamente si sentirono dei fischi nell'aria come di qualcosa che cadeva ad alta velocità, Eragon alzò lo sguardo e si stupì nel vedere delle creature molto simili a draghi che sorvolavano il villaggio. Era poco più grandi di un cavallo, più snelle di un drago, non possedevano le loro dure squame ma erano ricoperte da una pelle simile a quella di un serpente. Avevano un solo paio di zampe posteriori, le ali venivano utilizzate come zampe anteriori. I colori andavano dal rosso ruggine al giallo oro, dal color terra al verde chiaro. Non sembravano sputare fuoco ma come i draghi erano magnifici e pur avendo delle dimensioni ridotte sapevano come intimorire qualcuno.  

Alcune di quelle creature atterrarono in varie parti del villaggio ed Eragon poté notare che possedevano della selle di cuoio, alcuni abitanti gli saltarono in groppa con grande agilità per poi prendere il volo. 

Eragon riconoscendo il pericolo che potevano rappresentare per lui e Saphira, si spinse in avanti e usò questa spinta per dare forza alla gomitata che diete al capo tribù. L'uomo per la forza del colpo finì a terra, approfittando di questo, Eragon, con le mani ancora avvolte nei due anelli, corse da Saphira. La dragonessa vedendolo arrivare si abbassò quel tanto che bastava per farlo salire in groppa. Con non poche difficoltà, il Cavaliere, riuscì ad issarsi in sella e Saphira senza perdere altro tempo, con un balzo poderoso e potente e spinta delle sue potenti ali si innalzò verso il cielo. Fin da subito furono circondati dalle creature e i loro fantini, Saphira iniziò a ruggire infastidita. 

"Dobbiano scappare!" Gridò Eragon non potendole ancora parlare con la mente per via dei bracciali. "Sono troppi, non possiamo combatterli tutti" 

La dragonessa gli mandò uno sguardo di assenso, con un potente ruggito iniziò a sputare fuoco contro gli avversari, questi sia per il calore di quell'inferno blu, sia per la forte luce si dispersero, Saphira usando questo diversivo cercò di allontanarsi il più velocemente possibile. Eragon si piegò sul dorso della dragonessa per permetterle di andare più veloce. Non sapeva dove si stessero dirigendo, ma qualunque posto era meglio di quello e poi si fidava della sua compagna di mente e cuore.  

Non passò molto tempo che Eragon riuscì ad avvistare nuovamente la spiaggia dove lui e i suoi compagni di viaggio avevano passato la notte. Sembrava deserta. Dove erano finiti tutti? Il Cavaliere si guardò indietro e vide che le creature stavano guadagnando pian piano strada, entro pochi minuti gli sarebbero stati addosso.  

Eragon si guardò attorno, la foresta si estendeva per miglia e miglia a perdita d'occhio verso est, ad ovest invece si interrompeva in una vallata tagliata in due da un ampio fiume che sfociava nel mare, nel mezzo di quell'immensa valle si trovava una montagna dalle cime innevate ed alcune cascate che si lasciavano cadere nel vuoto creando nuvole di vapore che, attraversate dai raggi del sole, davano vita a variopinti arcobaleni.  

"Dirigiti verso quella montagna" Urlò il Cavaliere cercando di contrastare il rumore del vento. Se dovevano combattere era meglio farlo dove ci fosse più spazio di manovra. La dragonessa senza replicare virò a sinistra dirigendosi verso la fine dei boschi per poi arrivare alla vallata.  

La montagna era immensa e ricordava ad Eragon i monti Beor e il suo tempo passato con i nani. Le creature dietro di loro iniziarono a rallentare fino a fermarsi ai margine della valle. Il perché Eragon non lo conosceva ma era come se avessero paura di qualcosa. Forse hanno solo paura degli spazi aperti, si disse. 

Saphira rallentò il suo volo permettendosi di riprendere fiato ma senza fermarsi per paura che le creature riprendessero coraggio. Ma così non fu, infatti alcune di esse lanciando dei ruggiti delusi si addentrarono nella foresta, scomparendo alla vista senza lasciare traccia del loro passaggio. 

Lo sguardo di Eragon si concentrò sulle manette di pelle. Provò ad usare la sua forza elfica ma fu tutto inutile, forse avendo una lama, le avrebbe potute tagliare. Fu in quel momento che notò la mancanza di Brisingr. Fu come ricevere un colpo in pieno volto. Non si ricordò se quando era stato catturato la aveva con se oppure l'avesse rimasta al campo, per quanto ne sapeva poteva averla benissimo persa durante la fuga.  

 Rhunön lo avrebbe strozzato con le sue stesse mani. 

 

   
 
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