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Autore: heykurt    17/11/2015    0 recensioni
Quando Blaine si rifiuta di tornare assieme a lui, Kurt si sente crollare il mondo addosso. Blaine, sentendosi in colpa, chiede dunque al suo migliore amico Sebastian di stare vicino a Kurt ed assicurarsi che stia bene. A malincuore, Sebastian accetta, ma non può immaginare che quel conforto permetterà ad entrambi di conoscersi meglio e rivalutarsi in modi che non avrebbero mai creduto possibili.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel, Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2


 




 


SOUNDTRACK
"So What?" - P!nk ( 
https://www.youtube.com/watch?v=FJfFZqTlWrQ )
 

 




 

Quel lunedì Kurt si sveglia con dei forti cerchi alla testa. Ha fatto un sogno decisamente strano su Sebastian in cui stavano più o meno assieme e dovevano presentarsi alle rispettive famiglie. Okay, forse era più classificabile come incubo, tenendo conto che non erano mancati baci e carezze che gli facevano venire il voltastomaco solo a ripensarci. Kurt inizia seriamente a preoccuparsi che Sebastian popoli anche i suoi sogni, soprattutto se sono quel tipo di sogni e si chiede se la conversazione avuta la sera precedente lo abbia potuto influenzare.

Quando scende dal letto e si guarda allo specchio può definire il suo aspetto con un solo aggettivo: orribile. È più pallido del solito e i suoi occhi sono ancora arrossati e circondati da profonde occhiaie violacee; i suoi capelli sono arruffati e gli ricadono scomposti sulla fronte come se avesse combattuto una battaglia col cuscino e per la prima volta in vita sua si rende conto di quanto quel pigiama di flanella gli sia decisamente enorme. D'altronde è dimagrito di parecchi chili da quando Blaine lo ha lasciato.

Sono le sette e trenta quando finisce di prepararsi (indossa un paio di jeans scuri e un maglioncino a righe che gli ha regalato suo padre qualche mese prima) e scende al primo piano per fare colazione. Burt Hummel ha già sistemato i piatti a tavola e quello al posto di Kurt è colmo di pancake con lo sciroppo al cioccolato e accanto una tazza di latte fumante.

Kurt si siede a tavola facendogli un sorriso, ma il suo stomaco si rifiuta di collaborare. No, decisamente non ha appetito. La sola vista del cibo gli dà alla nausea e non appena rompe un piccolo pezzo di pancake con la forchetta suo padre capisce che quella sarà l'unica cosa che mangerà.

“Cattivo umore?” gli chiede apprensivo “Ieri sera non ti ho sentito rientrare. E' andato tutto bene alla festa? Ti sei chiarito con Blaine?”

“Possiamo non parlarne per favore?” scatta sull'attenti Kurt, brandendo la forchetta dinnanzi a sé.

“Okay, stai calmo. Volevo solo sapere perché hai quella faccia da funerale.” mugugna consumando lentamente la sua colazione “Hai dormito almeno?”

Kurt sospira, scocciato “No papà, non ho dormito. Recupererò il prossimo week-end. Va tutto bene, sul serio, non preoccuparti per me.” lo tranquillizza, ma sa che suo padre ha capito che sta mentendo.

“Mh, okay. Stavo solo cercando di fare conversazione. Non hai nulla da raccontarmi?”

Kurt alza le spalle “A dire il vero no. La mia vita è piatta, noiosa e fa dannatamente schifo.”

A Burt va di traverso un pezzettino di pancake e deve colpirsi più volte sul petto per tornare a respirare “Però! Sei davvero di buon umore!” esclama ironico “Perché non vuoi parlarne con me? Sono pur sempre il tuo vecchio o no?”

“Papà, non voglio essere scortese. So che posso dirti qualsiasi cosa e che tu ci sei sempre per me, ma al momento non saprei neanche cosa dirti. È stata una giornata infernale ieri e prima la dimentico meglio è. Non voglio riversare su di te il mio malumore, quindi evitiamo e basta, okay?”

Burt lo guarda dispiaciuto, allungando la mano per poggiarla su quella del figlio “Okay. Sappi comunque che se per caso avessi bisogno di sfogarti, o mandare al diavolo quel palle mosce” Kurt si fa sfuggire una risata “io sono qui. Non mi piace vederti così, ci sto male.”

“Mi dispiace papà, non voglio farti stare in ansia. È solo che non è andata come volevo con Blaine. Credo che sia arrivato il momento di mettermi l'anima in pace. Non mi sento ancora pronto a parlarne con te, ma so che posso contare sul tuo aiuto quando ne avrò bisogno. Ora mi fa troppo male, scusami.” gli spiega trattenendo a stento le lacrime.

“Ho capito Kurt, quando te la senti. Non voglio metterti pressione.”

Kurt gli sorride sincero “Senti... non ho fame. E' meglio se me ne vado a scuola. Così non finisco per deprimere anche te.” dice addentando solo un'altra fetta di pancake giusto per dargli soddisfazione e si alza da tavola dirigendosi verso il soggiorno per recuperare la sua borsa a tracolla “Ci vediamo stasera!” urla prima di chiudere la porta dietro di sé.


 

È una giornata soleggiata, anche se durante la notte deve aver piovuto parecchio visto che l'erba luccica di gocce di rugiada, sotto i raggi del sole. I suoi occhi però si posano quasi automaticamente sul muretto dove aveva passato la serata a piangere il giorno precedente e si chiede se Sebastian abbia già riferito a Blaine del loro incontro. Il solo pensare a Blaine lo fa star male; non può credere di essersi umiliato tanto di fronte a lui e non può neanche accettare che Sebastian lo abbia visto così vulnerabile, privo di qualsiasi difesa. Non vuole che lo reputi una persona fragile perché sa benissimo che lui userebbe qualsiasi mezzo per ricattarlo o colpirlo nel profondo. Conosce bene il suo punto debole ora e Kurt è già pronto a dover subire qualche frase sconveniente quel giorno a scuola. Solo perché è stato (quasi) carino con lui non vuol dire che le cose non torneranno esattamente come prima.

L'idea di provare ad essere amici è la più assurda che abbia mai sentito e nella sua mente risuona così strana e sbagliata. Non hanno nulla in comune e anche se tentassero di andare d'accordo finirebbero inevitabilmente per mettersi le mani addosso. Soprattutto ora che non combattono più ad armi pari.

Non c'è mai stato un solo giorno (certo, eccetto il precedente) in cui Sebastian si sia mostrato gentile con lui o che non lo abbia fatto impazzire. Sembrava mettersi d'impegno per rendergli la vita un inferno ed ora che faceva il gioco di Blaine lo odiava forse ancora più di quanto credesse possibile.

Kurt controlla l'ora sul cellulare e si rende conto di essere largamente in anticipo. Non avendo la macchina (o meglio, non essendo in grado di guidare la macchina) è costretto a farsi tre chilometri a piedi per arrivare al liceo Parrish ogni mattina. Ha sempre trovato piacevole passeggiare per le strade di Wilmington a quell'ora: c'è pace e tranquillità, soprattutto lungo il molo che deve superare per raggiungere il centro città e la gente è sempre solare e calorosa. È un piccolo paesino e tutti si conoscono con tutti.

Sta camminando lungo il suo viale quando quell'atmosfera pacifica e rilassante viene spazzata via dal rombare di un'auto che rallenta fino quasi a fermarsi accanto a lui.

“Buongiorno.” lo saluta Sebastian abbassando il finestrino. E' alla guida di un vecchio pick-up grigio, scrostato, e a giudicare dal rumore che produce deve avere anche il motore arrugginito. Sebastian sfoggia un sorriso ammiccante e Kurt conosce quella faccia da 'sto per chiederti qualcosa e non ti piacerà'.

“Buongiorno un corno! Che vuoi? Adesso mi segui pure?” risponde Kurt inacidito. È già di cattivo umore, non ha bisogno della sua presenza per peggiorarlo. È una di quelle giornate in cui non vuole essere avvicinato da nessuno, non vuole parlare, non vuole essere toccato, né tantomeno trovarsi a meno di dieci metri di distanza da Sebastian. Ignorandolo, continua a camminare accelerando il passo.

Il ragazzo però non sembra turbato da quella risposta, anzi, sembra divertito. “Ti sei svegliato col piede sbagliato Hummel?” chiede Sebastian seguendolo. A quella velocità minima il pick-up produce un rumore ancora più snervante “Volevo solo sapere come stavi!”

Kurt alza un sopracciglio, avanzando ancora più rapidamente “Di merda, ecco come sto. Ora che hai soddisfatto la tua grandissima curiosità mi lasci in pace? O te lo devo scrivere in braille?”

Sebastian ora sembra offeso ed inchioda bruscamente la macchina, costringendo Kurt a fermarsi a sua volta, quasi spaventato dalla sua reazione “Hey Hummel! Stavo solo cercan-”

“Ascolta Sebastian!” lo blocca Kurt prima che possa uscirsene con qualche discorso su quanto sia dispiaciuto per il suo approccio rifiutato o boiate simili, visto che sa benissimo che non è sincero “Tu non mi piaci ed io non piaccio a te, allora perché sei qui?! Devo ancora capire cosa ti sia balenato in quel cervello mono-neurone che ti ritrovi per voler stare all'interno del mio perimetro.” dice tracciando un cerchio immaginario attorno a lui “Non sapevo fossi masochista a tal punto Smythe! Guarda, ho trovato davvero carino quello che tu hai fatto per me ieri, ma la cosa si è conclusa lì. Sono di cattivo umore, sì, e non penso che mi passerà facilmente, quindi vedi di non farmi innervosire con quel sorrisetto compiaciuto sulla faccia, perché lo so che il tuo scopo è quello di farmi uscire di testa! Beh, ci stai riuscendo alla grande Sebastian! Sto per avere una crisi di nervi e non sono ancora le otto del mattino quindi sgombra per piacere e... DIO! Perché sto ancora parlando con te?!”

Sebastian inarca le sopracciglia, arricciando le labbra per trattenere una risata “Bastava che mi dicessi che sei in quel periodo del mese, signorina.”

“Vai a farti fottere.” scandisce ogni parola Kurt sfoggiando un sorriso forzato, che Sebastian senz'altro coglie.

Sebastian trova esilarante che la sua presenza lo urti a tal punto e, ignorando totalmente il discorso che gli ha appena fatto, rimette in moto la macchina continuando a stargli appresso senza smettere di fissarlo per un secondo.

Kurt riprende a camminare ed ogni tanto gli lancia degli sguardi di sottecchi, continuando imperterrito per la sua strada, con fare altezzoso. Non ha tempo da perdere con lui o rischia di arrivare tardi a lezione e non può di certo permetterselo visto che alla prima ora ha storia e la sua professoressa inspiegabilmente lo odia. Non vuole darle ulteriori motivi per mettere in dubbio la sua promozione.

“Vuoi un passaggio?”

Sebastian è più sconvolto di Kurt quando quelle parole lasciano la sua bocca. Se ne pente esattamente un millesimo di secondo dopo averlo chiesto e prega con tutto sé stesso che Kurt declini l'invito.

“Perché dovrei accettare un passaggio da te?” replica infatti con sdegno.

“Perché si fa prima in macchina?” gli risponde con ovvietà e l'espressione pensierosa di Kurt non gli fa presagire nulla di buono. Sta per congedarlo e ripartire, quando l'altro parla di nuovo.

“E va bene. Ma non rivolgermi la parola per tutto il viaggio. La tua voce, soprattutto di mattina, è peggio di un gesso sulla lavagna.” brontola Kurt aprendo lo sportello passeggeri, arrampicandosi un po' a fatica sul pick-up che cigola non appena si siede.

Sebastian sospira sconsolato, prendendo una sigaretta dal pacchetto che ha sistemato sul cruscotto. Fa giusto in tempo ad accenderla quando Kurt stira le labbra disgustato “Fuma almeno fuori dal finestrino! Detesto sentirne l'odore... E lo sai che il fumo passivo uccide?! Quindi...” schiocca le dita facendogli segno di voltarsi dalla parte opposta alla sua.

Sebastian serra forte i denti per cercare di mantenere la calma e butta la sigaretta dal finestrino, lasciandosi sfuggire un'imprecazione “Così va meglio, vostra altezza?”

“Non ti avevo detto di buttarla, solo di non fumarmi addosso. Basti tu ad infettare l'aria attorno a me di mediocrità.” sentenzia, rendendosi conto di aver esagerato.

Sebastian tuttavia non pare minimamente toccato dalla cosa, tanto che, quando Kurt si gira verso di lui, sta sorridendo. “Non pensavo che non riuscissi ad essere un minimo riconoscente, Kurt..” scandisce il suo nome nello stesso modo in cui aveva fatto lui poco prima “Visto che ieri ti ho fatto, se così vogliamo chiamarlo, un favore mi aspettavo come minimo un 'grazie'.”

“Non lo farò. Sicuro avrai ottenuto in cambio qualcosa per avermi 'consolato'. Quanto ti ha pagato Blaine?”

Sebastian ride sprezzante “Ancora nulla, ma ha promesso che ricambierà il favore. Quindi me lo conservo per qualcosa di importante.”

Kurt alza gli occhi al cielo, appoggiandosi con la spalla alla sportello “Perché sei passato a prendermi Sebastian? Non hai qualche buona azione da compiere o un altro amico da importunare?”

“Siamo amici quindi?” ridacchia soddisfatto l'altro ragazzo, tra sé e sé.

“No, cos-? Mi sono espresso male. Volevo dire: visto che tu ed io non siamo neanche lontanamente amici, perché diavolo ti sei fatto trovare davanti a casa mia? Per andare a scuola tu non fai mai questa strada, stai dall'altra parte della città. So dove abiti quindi non venirmi a dire che ti trovavi nei paraggi come ieri sera perché non risulteresti credibile.”

“Te l'ho detto Hummel. Volevo accertarmi che tu stessi bene.” Suona stranamente sincero e ancora una volta è proprio Sebastian a sembrare stupito dalle sue stesse parole “Ti ci sono volute due ore ieri prima di smettere di piangere e scusa se te lo dico ma hai ancora degli occhi orribili. Non che di solito siano belli” aggiunge guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Kurt “ma almeno non sembri uscito da un episodio di American Horror Story.”

“Grazie, sono commosso per tutti questi complimenti.” ribatte.

Sebastian lo ignora ancora ed inchioda un'altra volta la macchina. Kurt non si stupisce che proceda a quella velocità e produca quei rumori, considerando come la tratta. “Ho un'idea. Perché non mariniamo la scuola oggi? Tanto non avevo intenzione di andarci comunque! Volevo accompagnarti e poi andarmela a spassare con qualcuno, ma i ragazzi non scappano posso sempre rifarmi stasera. Allora, che ne dici?”

Kurt lo sta guardando dal basso verso l'alto, perplesso. Innanzitutto non può saltare la scuola, non ora che mancano pochi mesi alla fine; secondo, perché dovrebbe anche solo pensare di trascorrere un'intera giornata in compagnia di Sebastian? E terzo, perché cavolo glielo sta chiedendo?

“Dammi un motivo valido.” gli dice dunque e nella sua testa si insulta per non avergli subito risposto con un chiaro e conciso 'no'.

Sebastian scrolla le spalle, apparentemente confuso sul da farsi. La verità è che non si tratta di una cosa programmata e non sa nemmeno lui cosa gli sia saltato in mente. “Sei depresso?” tenta quindi, ma non pare una motivazione sufficiente visto che Kurt lo guarda contrariato “No, non scherzo. Tu sei depresso, io non ho voglia di sorbirmi una lezione di scienze, è perfetto.”

“Passare del tempo con te mi renderebbe ancora più depresso a dire il vero. Non vedo come la cosa possa funzionare. Portami a scuola, dai.”

Ma Sebastian non si schioda “Kurt, seriamente. Ti farebbe bene distrarti un po' e mi è appena venuta in mente un'idea grandiosa! Scommettiamo che a fine giornata mi ringrazierai? Si tratta solo di un giorno! Puoi sempre inventarti che non ti sei sentito bene, io la uso sempre come scusa! Non faranno di certo storie per un'assenza!”

“La mia professoressa di storia si.”

“Oh, quanto sei palloso! Anche se le farà? Cambierebbe qualcosa? Non ti giochi l'anno per un giorno, idiota. Ultima offerta Hummel: puoi decidere di svoltare a destra e passare la giornata a deprimerti e a piangere da solo, oppure puoi scegliere di svoltare a sinistra e venire con me, a fare qualcosa. Allora? Piangere o fare qualcosa... assieme?” gli propone un'ultima volta con aspettativa.

Kurt è combattuto. Se una parte di lui non vuole rischiare di beccarsi un richiamo dalla Richards, l'altra più irrazionale vuole andare via con Sebastian e svagarsi. Ne ha estremamente bisogno e forse potrebbe aiutarlo a smettere di pensare a Blaine per tutto il giorno e alla magra figura che aveva fatto meno di ventiquattro ore prima. Sa benissimo che se ne pentirà e che probabilmente la giornata sarà ugualmente noiosa e deprimente, ma in quel momento scegliere la seconda opzione gli sembra la cosa più facile (ed è anche quella che desidera di più, il che è bizzarro di per sé perché non aveva mai aspirato a passare un giorno assieme al suo più acerrimo nemico).

“Fare qualcosa.” sospira infine ed ha quasi paura di guardarlo perché sa che troverebbe il solito sorriso strafottente impresso sul volto e la voglia di prenderlo a schiaffi prenderebbe il sopravvento.

“Finalmente ti sei deciso Hummel! Ottima scelta, non che temessi un tuo rifiuto... Nessuno mi dice mai di no.” si pavoneggia gonfiando il petto e Kurt può giurare di vedere il suo ego aumentare esponenzialmente.

“Posso sempre ritrattare.” lo ammonisce puntandogli contro l'indice.

Sebastian sghignazza, ma pare addolcito “Ormai hai scelto, non ci si può tirare indietro.”

“Okay, okay, hai vinto. Però potrei di grazia sapere dove mi stai portando? Sappi che si ti vuoi appartare con me ho lo spray al peperoncino.” scherza Kurt, anche se teme in qualche battuta sconveniente a riguardo.

Sebastian però decide di rinunciare al sarcasmo (d'altronde li aspetta un'intera giornata assieme, avrà tempo più avanti per sfogarsi) e si gira appena verso di lui facendogli un sorriso “Andiamo al West Side.”

Kurt corruga la fronte, esitante “C'è ancora il 'West Side'?”

Il 'West Side' era il locale in riva alla baia di Wilmington che gli zii di Sebastian avevano inaugurato sei anni prima. Kurt era solito passarci le estati lì, assicurandosi sempre di evitare Sebastian ovviamente, ma era da ormai due anni che non passava per quella zona, visto che trascorreva tutto il tempo che aveva a disposizione con Blaine (il cui locale preferito si trovava in centro città, un piccolo bar con tavolini da tè).

“E' andato in rovina, purtroppo. Ora è più simile ad un vecchio capannone, lo uso come rimessa.” gli spiega sbrigativamente.

“Oh, mi dispiace..”

“Che te ne importa infondo? Non ci vieni da anni.” ribatte aspramente Sebastian “Comunque prima o poi ho intenzione di rimetterlo in piedi. L'estate si avvicina e non mi dispiacerebbe farlo tornare alla sua vecchia grandezza. Sono certo che mia sorella mi aiuterebbe più che volentieri visto che si lamenta di continuo di non riuscire a trovare lavoro.” Sua sorella aveva già lavorato lì e Kurt la ricordava bene: non aveva nulla a che vedere con suo fratello.

“Si, dovresti. Era un bel posto.” ammette Kurt e le labbra di Sebastian si incurvano ancora; deve smetterla di fare complimenti o il suo ego potrebbe soffocarli entrambi dentro la macchina.

Gli ci vogliono quasi dieci minuti per arrivare e per il resto del tragitto non conversano più di tanto se non per fare qualche commento sul paesaggio che li circonda, segno che non hanno argomenti in comune di cui parlare.

Il West Side ha proprio l'aspetto di un capannone malandato con assi di legno cigolanti che paiono sul punto di crollare da un momento all'altro. Sorge sulla riva della baia accanto ad una delle numerose aree portuali di Wilmington. L'insegna a caratteri cubitali pende da un lato ed è arrugginita, così come la porta d'ingresso. Kurt prova uno strano senso di malinconia nel vedere quel posto ridotto così.

Sebastian accosta la macchina accanto all'ex locale, ed entrambi scendono avvolgendosi nei cappotti. L'aria si è alzata appena e Kurt si maledice per non aver messo una quantità più abbondante di gel che gli facesse stare composti i capelli. Spera che Sebastian non lo stia guardando mentre tenta di tenerli fermi con patetici tentativi, ma ad un certo punto lo sente ridacchiare tra sé e sé e capisce di non essere passato inosservato.

“Dai, muoviti.” gli dice sempre con prepotenza, invitandolo a seguirlo “E' da questa parte la sorpresa.”

Ma quando Kurt svolta l'angolo e segue Sebastian fino all'estremità del porto (dove finisce anche il West Side), rimane deluso e un po' disorientato quando il ragazzo si china su una delle bitte per slegare un'imbarcazione anche quella malmessa.

“Salga a bordo marinaio!” esclama raggiante tendendogli il braccio per aiutarlo a salire sulla barca.

Kurt resiste esattamente sei secondi prima di scoppiare a ridere “Stai scherzando?! Non mi fido di te, mi faresti sicuramente cadere in acqua! E poi hai visto in che condizioni è ridotta questa carcassa? Non ci reggerà mai entrambi e voglio evitare di morire congelato. Aspiro a fare una fine più dignitosa.”

“Cristo, Hummel! Stai tranquillo è solida, ci tiene. Senti, la uso di continuo e sto facendo tutto questo per te quindi mostrami un minimo di gratitudine! Non ti farò cadere e se lo farò ti autorizzo a tirarmi un pugno sul naso. Tu non aspiri a fare una fine del genere così come io non aspiro a passare tutto il pomeriggio con te che ti lamenti perché ti ho fatto cadere in acqua. Allora, ti decidi?” gli chiede ancora porgendogli di nuovo la mano.

Kurt indugia per un po' prima di stringergliela. Le mani di Sebastian, al contrario di quelle di Blaine, sono affusolate e fredde, ma la sua presa è solida e sicura e Kurt non è più preoccupato dal fatto che possa farlo finire in acqua. Reggendosi con una mano all'estremità del molo, allunga una gamba fino a toccare il legno crocchiante della barca. Sebastian, quando si è assicurato che Kurt ha stabilito l'equilibrio, molla la sua mano scendendo a sua volta, facendo oscillare un poco l'imbarcazione. Kurt si regge ai bordi, terrorizzato e Sebastian ride della sua inesperienza.

“E' la prima volta vero? Spero solo che tu non soffra il mal di mare.”

“No, no. Mi piace stare qui. Papà mi faceva fare dei giri con la barca a vela quando ero più piccolo, quindi sono abituato. È la prima volta su un catorcio però, quindi non ti assicuro nulla.” mugugna guardandosi attorno spaventato.

Sebastian fa roteare gli occhi, innervosito, ma non fa commenti a riguardo “Bene, ora rema in quella direzione.” gli ordina indicandogli i remi, ma capisce dallo sguardo contrariato dell'altro che toccherà fare a lui “Okay, ma dopo mi dai il cambio.”

“Non dovevi farmi divertire? Beh, voglio godermi questo splendido viaggio nella baia che ho visto centinaia e centinaia di volte!” esclama ironico, con finto entusiasmo.

“Spiritoso. Vedrai che ti stupirò, perché sono certo che il posto dove voglio portarti io non lo hai mai visto. Non dovremo remare tanto... è da quella parte.” dice indicando un punto indeterminato dietro di sé “Pronto?” sogghigna staccandosi dalla riva.

“Vedi di non ribaltare tutto Noah Calhoun.” lo apostrofa ancora aggrappato fermamente ai margini della barca.

Sebastian inarca un sopracciglio, arricciando il naso nauseato “No Hummel. Non dirmi che ti piace Nicholas Sparks perché in tal caso ti faccio scendere subito.”

“Che c'è che non va con Nicholas Sparks? Lo conosci anche tu visto che hai colto il mio riferimento a 'The Notebook'.” lo provoca con soddisfazione.

“Touché.” mormora irritato “Sta di fatto che non mi piacciono quelle cose da ragazzine. Sono patetiche storie romantiche in cui si lasciano in modo struggente e poi si riprendono e stronzate varie. E mentre centinaia di bambinette illuse... e te, ovviamente... vengono abbindolate da queste cazzate megagalattiche io sono in camera mia che mi guardo un sano porno. Ah, quelli sì che sono entusiasmanti.”

“Sei un porco.” sentenzia Kurt e Sebastian pare felice ed appagato dall'essere definito così.

“Vuoi farmi credere che non ne hai mai visto uno? Oddio, avrei dovuto immaginarmelo. Sto parlando col verginello.”

Kurt allunga la gamba per dargli un calcio ma la barca traballa ed è costretto a tornare nel suo piccolo spazio “Innanzitutto non sono vergine e secondo... certo che ho visto un porno ma li trovo noiosi e scadenti.”

“In che siti sei andato? Te ne posso consigliare un paio se vuoi.” risponde prendendo seriamente quella conversazione. Sta remando con più foga ora e sono già ben distanti dal molo del West Side.

“Sei molto gentile, ma non mi interessano.” dice con finto garbo.

Attorno a loro l'acqua è calma e dipinta di mille colori, dall'azzurro al viola, dal verde al blu scuro e Kurt per la prima volta in vita sua si rende conto di quanto meraviglioso e speciale sia quel posto. Quel posto che conosce così bene ma che non è mai riuscito ad apprezzare appieno. Sebastian rema per altri dieci minuti, imboccando un piccolo passaggio tra degli alti canneti (ed effettivamente Kurt non si era mai spinto fino a lì e si stupisce di quanto sia bella -ma soprattutto intima- quella zona e si chiede perché Sebastian abbia voluto portarlo proprio lì).

Sebastian ferma la barca in un punto dove i canneti si allargano formando quasi un ovale e Kurt per un attimo teme che voglia davvero buttarlo in acqua, visto che lontani come sono non potrebbe sentirli nessuno. Si sente in colpa quando, invece, capisce di essere sempre e solo lui in malafede.

Sebastian ha incrociato le mani poggiandole sotto al mento. Sta seduto a gambe conserte e lo sta semplicemente fissando come se cercasse di leggergli nella mente “A cosa stai pensando?” gli chiede infatti qualche secondo dopo.

Kurt sussulta, colto alla sprovvista e fa spallucce “A niente.”

“Ti piace il posto? Io lo trovo molto rilassante, è per questo che ti ho portato qui. Non ho cercato un luogo appartato per mettere in atto il mio malvagio piano di buttarti in acqua se è di questo che hai paura. Se avessi voluto farlo non avrei avuto problemi a farti cadere al molo.”

Come cavolo fa?! pensa Kurt ed ora si sente realmente vulnerabile. Sembra che Sebastian sia in grado di cogliere ogni suo minimo sguardo e cerca di essere più discreto, evitando il contatto visivo. “Non stavo pensando questo.” mente a testa bassa “Mi chiedevo solo... perché proprio qui? Insomma, ci sono mille posti rilassanti a Wilmington a mio parere. Cos'ha di speciale questo qui? Certo, è bellissimo, non fraintendermi, solo... non capisco.”

“E' il mio posto preferito, è il primo che mi è venuto in mente a dire il vero. Vengo sempre qui per riflettere, pensare alla mia vita, a tutto quello che combino e tutte le cose che vorrei cambiare. Sei la prima persona che porto, sentiti onorato Hummel.”

“Si, molto onorato.” ridacchia Kurt. C'è un attimo di silenzio (e non sarà il primo momento morto durante la giornata) e poi Kurt parla ancora “Cosa vorresti cambiare?”

“Come?”

“Lo hai detto tu. Vieni qui per pensare alla tua vita e alle cose che vorresti cambiare. Quali sono queste cose che vorresti cambiare? A me pare che tu abbia la vita perfetta. Fai quello che vuoi, quando vuoi, hai una bella casa, una famiglia che stravede per te a quanto ho sentito dire... cosa c'è da cambiare?”

Sebastian si lecca le labbra sottili e Kurt sente di aver toccato un tasto dolente perché non sta più sorridendo. Sfiora l'acqua con la punta delle dita, oscillando la mano avanti e indietro. “La vita degli altri ci appare sempre migliore della nostra, non è così? Beh, sappi che non tutto è rose e fiori solo perché non mi hai mai visto frignare come una ragazzina o perché non faccio la vittima in continuazione piangendomi addosso. La verità è che tu non sai niente di me, così come io non so niente di te. Mi basta sapere che sei un idiota, il resto è superfluo.”

“Da che pulpito!” sbotta Kurt.

“Si, sei un idiota. Hai ancora gli occhi rossi da ieri sera, Hummel. Quanto cavolo hai pianto!? E per cosa? Per un ragazzo. Sei un idiota.”

“Tu non sei mai stato male per qualcuno?”

“Perché stiamo parlando di questo? Non ti ho portato qui per far deprimere anche me. Ti ho portato qui per mandare a fanculo tutto per un giorno. Un giorno solo. Devo, cioè, voglio assicurarmi che tu stia bene.” si corregge discostando lo sguardo “Quindi... dimmi Kurt. Parlami di qualsiasi cosa- tranne Blaine ovviamente.”

“Non so. La verità è che questa è la situazione più strana in cui mi sia mai trovato. Sono sperduto in mezzo ad un canneto con te. Sembra il preludio di un film porno molto scadente.” ride Kurt ed è una risata sincera, spontanea che fa sorridere inevitabilmente anche Sebastian.

“Sapevo che ne avevi visti molti!” esclama più ammirato che stupito “Se a te sembra strano comunque a me come dovrebbe sembrare? Voglio dire, sei... Hummel. E sappi che, anche se ti ho permesso di vedere il mondo segreto di Sebastian non rientri comunque nelle mie grazie.”

“La cosa è reciproca, voglio che tu ne sia consapevole...” gli sorride arricciando il naso “Pensavo.. visto che non sappiamo nulla dell'altro... Perché non mi racconti qualcosa di te? Parlami della tua famiglia.”

“Perché ti interessa la mia famiglia? Vuoi che ti presenti ai miei genitori?” lo prende in giro.

“No.” replica serio “Sto solo cercando di fare conversazione o passeremo tutto il giorno qui in silenzio a rigirarci i pollici e francamente non è il modo migliore di farmi passare la depressione.” Sul volto di Sebastian si dipinge un sorriso sghembo “Okay Hummel.” acconsente infine distendendosi sulla barca per iniziare a conoscersi veramente.


 

Passano tutta la mattina fermi con la barca tra la vegetazione e Kurt scopre un sacco di cose sulla sua famiglia e ne rimane affascinato. Robert Smythe è sempre stato un padre presente, anche se il suo lavoro lo tiene molto impegnato. Fa lo psicologo e Kurt finalmente collega il suo nome a quello dello studio in centro accanto alla loro scuola. A giudicare da come ne parla, Robert è una persona solare e positiva, con una grinta invidiabile (e che Sebastian si lamenta di non aver ereditato). Catherine Smythe invece è una persona affabile, dolce ed amorevole e Kurt pensa che sia dannatamente incantevole anche solo per come gliel'ha descritta. E' una persona estremamente curiosa, desiderosa di scoprire qualcosa di nuovo ogni giorno e che sa apprezzare la bellezza delle piccole cose.

Sebastian ha tre fratelli: Thomas, di ventisette anni, che non vive più con loro da qualche anno (da quando si è sposato con la sua compagna di lunga data, Elise), e Sebastian gli confessa che gli mancano un po' le litigate notturne con lui quando non lo copriva se usciva di nascosto di casa (sai, per andare a scopare gli dice, facendogli ruotare gli occhi). E' diventato uno stimato avvocato e Kurt percepisce un briciolo di gelosia quando Sebastian gli parla di quanto i suoi genitori siano orgogliosi di lui. Evidentemente Sebastian non ha mai dato loro motivi per esserlo e sente di vivere ancora all'ombra di suo fratello.

La seconda sorella è Jenah, di cinque anni più grande. Con lei ha sempre avuto un bellissimo rapporto anche se si punzecchiano di continuo (Kurt sospetta che tutta quell'antipatia che ha nei suoi confronti sia in realtà una simpatia che è troppo orgoglioso per definire tale). Kurt si ricorda bene di Jenah; è una ragazza alta e slanciata con capelli biondi ondulati e occhi verdi (dello stesso verde intenso di Sebastian). È sempre stata una persona disponibile e socievole, dolce e grintosa come il padre.

Infine c'è Ethan, di dieci anni, un' “autentica piaga per l'umanità”, che stando alle parole di Sebastian, ha la brutta abitudine di curiosare tra le sue cose e fare troppe domande.


 

Sono le due quando decidono di tornare. Il tempo è volato più velocemente di quanto pensassero entrambi e Kurt realizza di non aver pensato a Blaine. Non sa come prendere la cosa e una parte di lui ha davvero paura di dimenticarlo, mentre un'altra desidera farlo.

Al ritorno tocca a Kurt remare verso il molo e deve ammettere che è più difficile del previsto. L'imbarcazione è pesante e il fatto che Sebastian se ne stia bellamente a gambe spalancate coi piedi poggiati alle estremità del mezzo non lo aiuta a concentrarsi e ad andare dritto.

“Ti metti composto, per favore?” gli chiede dopo un po', sentendo le guance accaldarsi.

“Non è un peccato guardare Kurt. Mi sarei offeso se non lo avessi fatto a dire il vero.” ribatte lui sfrontato, portando la mano . Fa un gesto sconcio muovendo il polso rapidamente su e giù e Kurt gli tira un calcio sullo stinco non troppo forte da fargli male -ma neanche delicatamente- e Sebastian abbassa il piede sinistro di scatto colpendo con forza il fondo della barca con il tallone. Si spinge con l'altra gamba e si sporge in avanti verso l'altro in cerca di vendetta, ma non si rende conto di essersi spinto troppo in là.

L'imbarcazione oscilla pericolosamente e il cuore di Kurt si gela.

“Merda!” squittisce isterico. E' la sola cosa che riesce a dire prima di finire in acqua con Sebastian aggrappato a lui. L'acqua è freddissima e i vestiti che si incollano ai loro corpi gli rendono più difficile rimanere in superficie.

“Guarda cos'hai combinato!” esclama Sebastian afferrando il bordo del mezzo “Pezzo di cretino!” urla sputacchiando acqua da tutte le parti.

“Ah sarebbe colpa mia?!” protesta Kurt sconcertato, riemergendo dalla baia “Chi è che mi è saltato addosso?! Ora sono autorizzato a tirarti un pugno!”

“Hey! Chi è che mi ha calciato?!”

“Chi è che faceva il maiale?!”

Se uno sguardo potesse incenerire qualcuno in quel momento Sebastian sarebbe solo cenere. Kurt fa presa con le braccia per cercare di risalire e Sebastian gli mette le mani sul sedere per dargli una spinta.

“Togli subito le mani dal mio sedere!” grida fuori di sé.

“Sto solo cercando di aiutarti, Sandra Bullock!”

“Tu prova a toccarmi di nuovo e ti taglio le mani, te lo giuro Sebastian.” sbraita riuscendo finalmente a risalire “Sappi che ti ammazzerò.” aggiunge battendo i denti mentre sale anche lui e ricade completamente fradicio accanto a Kurt.

“Calmati, Dexter.” lo apostrofa stringendosi nelle spalle per il freddo. Kurt lo sta guardando in cagnesco e Sebastian per la prima volta in vita sua si sente intimidito da lui “Um... hai fame?”


 


 


 


 

   
 
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