Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: MauraLCohen    17/11/2015    2 recensioni
Due facce della stessa medaglia...
[ATTENZIONE: NON si tratta di Bipolarismo.]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dato in pasto a se stesso

 

Image and video hosting by TinyPic


Decidi cosa vuoi fare, da che parte stare, perché la confusione distrugge, la confusione logora...
Due animi distinti non possono vivere in una sola persona, piangere sangue per una guerra che ti vede come campo di battaglia, a lungo andare, non fa altro che uccidere per davvero.
Sei in trappola, sei in trappola davvero... E non puoi permettertelo.
Che persona sei, se scappi da te stesso? Come pensi di andare avanti, come pensi di vincere?
Guardati intorno, c'è un modo per scappare, un modo per scegliere?”

Adam accartocciò istintivamente quel pezzo di carta; poche righe, concise e taglienti quanto una lametta, inviate da qualcuno che, evidentemente, lo conosceva fin troppo bene.
Non era la prima volta che gli capitava di ricevere di quei messaggi, come se qualcuno volesse davvero provare a capire ciò che gli passava per la testa.

<< Bel tentativo >> sogghignò il ragazzo, gettando quella cartaccia nelle acque del fiume che scorreva sotto il ponte. Gli occhi di Adam scesero sulle lancette del suo orologio: 23.30. Forse era ora di andare: si era fatto tardi.

Un ultimo sguardo alle acque che scorrevano rapide sotto di lui nella ricerca del foglietto che era già sparito, e si incamminò verso casa.

Forse era giunto il momento di porre fine a quel giro di cartacce che lo facevano sentire osservato, controllato, insicuro. In fondo, aveva venticinque anni, poteva ancora temere che qualcuno gli mettesse davanti agli occhi la verità? Poteva davvero temere ciò che era?

Sì, poteva... Ed era quello che stava accadendo; perché quei messaggi, quelle parole, erano più vere di quanto Adam non volesse ammettere.

Cosa ne aveva fatto della sua vita? Dov'era arrivato davvero? Non aveva fatto niente di ciò che voleva fare, aveva inseguito i sogni altrui, lasciando da parte i suoi; era pronto a fare tutto, sapeva ciò che doveva sapere, ma era infelice, freddo, spaventato. C'era qualcosa che lo tratteneva, come se delle catene gli impedissero di emergere dal buio. Chi stava diventando? Chi era diventato? Per chi soprattutto?

Aveva rinunciato a se stesso per chi?
Chi lo controllava? Chi aveva così tanto potere?

Il tempo di inserire le chiavi nella serratura e tutte quelle domande erano sparite.

<< Casa... >> Un altro, lento sospiro e la porta si richiuse alle sue spalle, lasciando spazio al buio più totale.

Che pace, che silenzio...

Lasciò cadere la borsa che si portava dietro sul pavimento poco lontano dalla soglia della porta; cadendo sul pavimento, la tasca superiore lasciò scivolare alcuni fogli di carta in bianco, strappati e alcuni addirittura bruciacchiati... Adam sorrise, sedendosi anche lui accanto alla borsa e, tenendo la penna ben salda sulla mano sinistra, aveva dato sfogo nuovamente alle sue domande.

Erano scivolate leggere sulla carta, liberandolo da quel tormento che si portava dietro da tutta una vita; era sufficiente dire addio ad Adam e diventare qualcun altro, un qualcuno in grado di auto-giudicarsi, di odiarsi a tal punto da dirsi di essere sbagliato; e avrebbe continuato così fino al giorno dopo, finché la luce lunare, entrando dalla finestra, lo avrebbe accompagnato... Poi si sarebbe nuovamente lasciato andare, avrebbe chiuso gli occhi e la mattina seguente, come se fosse accaduto ad un'altra persona, Adam si sarebbe svegliato dimenticandosi anche di essersele poste, quelle domande... E quei foglietti, quel dolore represso avrebbero significato solo altra follia.

Perché nessuno può essere così forte da sopravvivere contro se stesso, se non ci si è accettati.

 


Note dell'autrice:

Bentornati a tutti,
dopo tanto tempo di totale silenzio (sia come lettrice che come autrice), torno con qualcosa di davvero... “nuovo”, almeno per quanto mi riguarda.
E' stato un periodo molto molto vivo e intenso, con seri cambiamenti e troppe interrogazioni, ma grazie ad una persona adorabile, oggi ho riletto un mio vecchio scritto, un qualcosa che scrissi di getto, guidata dal peggior male: il rancore.
E rileggendola mi sono ricordata una cosa: io scrivo per me, scrivo perché devo dire qualcosa.
Sinceramente, in questo periodo ho perso questa idea... Scrivevo più perché ormai avevo ripreso il ritmo e non perché lo sentivo veramente.
Ma eccomi di nuovo, con una storia folle, incomprensibile...
Qualcosa di davvero difficile da interpretare.
Ma ha un senso, tutto ha un senso.
Il senso che ognuno di noi vuole dare alle cose.
Perché volenti o nolenti, noi abbiamo bisogno di dare un senso a tutto... E cerchiamo, ipotizziamo, ma dobbiamo far sì che tutto ciò che ci circonda abbia un senso.
Quindi via, ho scritto di getto e gli ho dato un senso...
Grazie davvero alla mia bimba (Jessichina <3), che oggi mi ha ricordato quanto mi piace dire ciò che penso e metterlo per iscritto!
Quindi, ovviamente, la dedica a lei è più che doverosa.
Grazie tesoro!
Bacione!


 

 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: MauraLCohen