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Autore: Bunny05    18/11/2015    2 recensioni
Smettiamo di credere nelle favole appena diventiamo grandi e iniziamo a vivere nella realtà. Tante volte non ci accorgiamo però che le favole le facciamo noi, quando amiamo, quando l'amore fa parte di noi tutto diventa come un racconto di una bellissima fiaba, il mondo ti sembra più bello, più luminoso, ogni cosa intorno a te si trasforma.
Martina Stoessel e Jorge Blanco
Martina è una ragazza che non crede nell'amore per quello che ha vissuto e per come è cresciuta, ma qualcosa cambierà in lei quando scoprirà che la musica può essere un ottimo elemento per aprire le proprie emozioni. Jorge è un ragazzo dei giorni nostri, ma dimostrerà di avere qualcosa in più, di non essere il classico ragazzo. Fin dall'inizio proverà una forte attrazzione per Martina, ma lei si lascerà andare?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Amici Perfetti.
 
Sto sistemando le mie cose all’ospedale, finalmente si torna a casa. Mi hanno tenuta in osservazione per quasi una settimana e non vedo l’ora di tornare nella mia stanza e nel mio bellissimo e comodissimo letto. E’ stata una settimana dura, i ragazzi venivano a trovarmi ogni giorno e Jorge stava troppo con me, ogni tanto gli chiedevo di andarsene perché era davvero esagerato. Lo rimproveravo come le mamme fanno con i bambini, capisco che si sente in colpa, anche se non deve, ma così esagera, dovevo obbligarlo ad andare a casa a mangiare o a dormire. Un po’ dentro di me tutto ciò mi piaceva, le persone nelle altre stanze dell’ospedale, che ormai conosco bene, o le infermiere mi domandavano sempre se Jorge era il mio ragazzo, mi dispiaceva vedere il loro volto dispiaciuto o stupito quando rispondevo di no, mi chiedevano come era possibile che lui mi stava così vicino pur non essendo il mio ragazzo e allora mi toccava spiegare tutta la situazione. La cosa più inquietante era che in ospedale erano nati dei pettegolezzi tra i pazienti che parlavano di me e Jorge, come se si trattasse di una tresca amorosa, tanti puntavano sul fatto che io ero l’amante, tanti dicevano che lui amava me ma stava con Stephie perché in realtà lei aveva il potere di tenerlo sotto controllo, cose stupide che io non sopportavo più. << Sei pronta tesoro? >> chiede mio padre che è venuto a prendermi con Clara, lei è al settimo cielo, ha pianto molto da quello che mi ha detto Lodo, è davvero triste pensare che qualcuno soffrisse per me, << Arrivo >> dico quando finalmente finisco di vestirmi, non sopportavo più il camice dell’ospedale, in realtà non sopportavo più niente di tutto questo. Esco dal bagno e chiudo il borsone. Il tragitto in macchina per tornare a casa è abbastanza silenzioso, << Non vedo l’ora di mangiare qualcosa di buono >> dico con lo stomaco che brontola, << Immagino >> mi sorride Clara, << E non vedo l’ora di tornare in accademia >> borbotto tra me e me, << Si ma devi fare ancora qualche giorno di riposo, quindi… >>, << Si lo so, allo studio ci torno Lunedì >> dico io perché anche i medici continuavano a dirmelo, mancano cinque lunghissimi giorni e non so se resisterò a vedere gl’altri che vanno allo studio mentre io sono costretta a restare a casa. Appena arriviamo fuori casa mio padre guarda Clara con uno sguardo strano, << Che avete? >> domando io scendendo dall’auto, << Nulla perché tesoro? >> e io lo guardo stranita. Loro rimangono un po’ indietro, come se lo facessero apposta per far entrare prima me, difatti quando apro la porta di casa, sono tutti presenti, i miei amici, mia madre, Grace e ovviamente c’è anche lei Stephie. Tutti urlano di gioia ma appena mi avvicino per abbracciarli Lodo mi blocca, << Rimani ferma li >> dice e vedo Facu con in mano un telecomandino, appena schiaccia un pulsante una musica parte e loro iniziano a cantare, << On the first day that i met you, feeling out of place, so many new faces. The first friend that i looked to, when i reached out, you’d always be there for me. Friends till the end, never break never bend, friends understand, make your smile, hold your hand >>. Stanno cantando tutti, tranne ovviamente Stephie, sono così felice, loro sono la mia vita ed è grazie a loro se ho imparato a vivere in un modo più sentimentale, più vero, << Now we’re standing together, we’re never alone, and we shine a light wherever we may go. If you need me in heartbeat, just say so, you ca  count on me, count on me. I will come in a heartbeat ‘cause you know, you will always be, always be number one. The first time I sing a song, finding my feet, the right melodies to key, the first time you sung along, it was real harmony, like you were a part of me >>. Io li guardo commossa, hanno scritto una canzone per me e questo è il regalo più bello del mondo, vederli li cantare sorridenti mi fanno capire quanto siano importanti per me, quanto siano importanti per la mia vita e al ritornello canto con loro << Friends till the end, never break never bend, friends understand, make your smile, hold your hand >> li guardo mentre sorrido felice per tutto questo, mentre cantano uno in parte all’altro e mi sorridono felici del mio ritorno, Lodo mi si avvicina e mi prende a braccetto portandomi in mezzo a loro mentre ancora cantano questa stupenda canzone per me, non mi aspettavo tutto questo da loro, non mi aspettavo che potessero volermi così bene, insieme cantiamo il ritornello mentre poi uno a uno mi abbracciano contenti e io sono felice.
 
Voglio andare allo studio, oggi tutti sono usciti mentre a me tocca rimanere qua senza sapere cosa diavolo fare, vado avanti e indietro per la casa e mentre sto leggendo un giornale sul divano sento qualcuno rientrare, << Chi è tornato? >> domando dal salotto, nessuno risponde alla mia domanda ma poco dopo Stephie compare, << Ah sei tu >> dico riportando la mia attenzione sul giornale, lei mi si avvicina e mi guarda dall’alto e io sposto il mio sguardo all’in su, << Che vuoi? >> dico e lei fa quel ghigno malefico, << Ora puoi smetterla di fare la vittima della situazione, stai attirando l’attenzione di tutti >> borbotta lei, << Che diavolo dici? >> le dico io guardandola male, << Ho potuto capire Jorge che si sentiva in colpa perché ti sei messa in mezzo per salvarlo, complimenti gesto eroico ma tu ora smettila di fare la vittima e lascialo in pace >>, << La cosa che non capisci mia cara Stephie è che io non faccio proprio un bel niente, è Jorge che vuole aiutarmi, è Jorge che vuole starmi vicino perché si sente ancora in colpa, io gliel’ho detto che non deve sentirsi così ma cosa posso farci? >> le dico un po’ innervosita, << Devi allontanarlo da te perché se no sai… >>, << Cosa succede… Si lo so ma io non posso farci niente, invece di prendertela con me perché non trovi un modo per tenertelo stretto? Dovresti pensare a lui e non a me, perché io non faccio proprio niente per portartelo via >>, << Quindi ammetti che vorresti portarmelo via >>, << No non ho detto questo >> ribatto arrabbiata. Lei mi guarda per un po’ << Troverò il modo per allontanarlo da te, in qualche modo c’è la farò, ma tu continua a stargli lontano perché mantengo sempre le promesse date >> e si volta per andarsene. Non la sopporto più, non è colpa mia se Jorge mi è rimasto vicino, lui era coinvolto nella faccenda e posso capire che si sentisse in colpa in qualche modo ma lei mi ha davvero rotto, non capisce nulla, ma devo resistere come sempre, non posso far in modo che Jorge e Fran litighino, non ora, non in questo momento dove Fran è appena uscito da una fase di crisi per colpa mia. Lui non sembrava più la stessa persona quando lo vidi all’ospedale appena mi svegliai, aveva il viso scavato, sembrava uno che non dormiva da anni e non mangiava da secoli, non posso dargli anche questa bastonata, non credo lo sopporterebbe, Jorge non era messo in condizioni migliori comunque, aveva tutti i capelli disordinati, gl’occhi assenti, il sorriso spento. Tutti non erano più i soliti di prima e a ripensarci mi vengono i brividi perché stavano così per colpa mia. Ho ancora il pensiero che sia successo qualcosa mentre ero in coma, ma non riesco a ricordarmi niente, ho solo delle strane sensazione, anche di quando mi sono svegliata, perché qualcosa mi ha svegliato solo che non riesco a capire cosa. Jorge sostiene di aver cantato ma ho sentito qualcosa di più profondo in quel momento, qualcosa di così profondo che mi ha fatto svegliare. Quando ritornano tutti mi sento più tranquilla, devo passare questi giorni a casa da sola, più o meno perché ce anche Stephie, non ho mai desiderato così tanto che lei andasse con gl’altri allo studio così non c’è l’ho in giro per casa, già oggi è venuta a minacciarmi ed è solo il primo giorno. << Come stai Tini? >> mi domanda Lodo abbracciandomi, vedo Jorge fermo nell’atrio mentre aspetta la mia risposta, << Bene >> rispondo e Jorge sale le scale, anche Lodo se ne accorge, << E’ un po’ strano, dovevi vederlo in ospedale >> borbotta lei triste << Si sentiva davvero in colpa e frustrato, nessuno riusciva a toglierlo dalla tua stanza, stava sempre lì seduto a guardarti, non faceva altro, continuava a guardarti, mi rattristiva parecchio come cosa >> dice con la voce rotta, << Dovresti dirglielo >> esclama poi lei ad un certo punto, << Cosa no! >> ribatto io, non potevo andare a dire a Jorge di amarlo se poi sarebbe finita nel peggiore dei modi, << Lodo stai zitta, non dirgli nulla capito? >>, << Si ok come vuoi >> borbotta << Ma io credo che lui ti a… >>, << No non dirlo >> la blocco io << Sarebbe peggio >>, lei mi guarda con un aria triste. << Devi fare qualcosa >> dice ad un tratto, << No non devo fare assolutamente nulla, non ti preoccupare per me Lodo, io c’è la faccio >> dico cercando di mantenere la calma mentre dentro di me in realtà sto cadendo a pezzettini, << Va bene >> risponde lei un po’ titubante. Mio fratello arriva portandomi una tazza di tè, << Wow, Fran che mi porta una tazza di tè, dovevo registrarlo è una cosa mai vista >> dico ridacchiando, << Bevilo stupida >> sorride lui e si siede in parte e me, io mi appoggio alla sua spalla e lo guardo, << Grazie >> gli dico sorridendo, << Allora come stai? >> mi domanda lui, << Abbastanza bene, voglio solo tornare allo studio >> borbotto io, << Abbi pazienza, se ti serve un po’ di riposo è meglio che tu lo faccia >> mi dice lui, << Già ha ragione Fran è meglio se non ti affatichi troppo >> gli dà sostegno Lodo, << Si ma mi mancate >>, << E tu manchi a noi >> ribatte lui stringendomi ancora più forte.

Sono ancora in quella fabbrica abbandonata, vedo tutto in modo strano e confuso, rivedo ancora quella scena nella mia testa, Jorge con le mani alzate, Carlos con uno sguardo pazzo che gli punta addosso una pistola. Ricordo il pensiero di correre per fare in modo che Jorge non venga colpito, vedo lo sguardo di Carlos e capisco che vuole sparare allora inizio a correre, l’urlo di Jorge, il dolore che provo, tutto si insinua di nuovo in me. Mi alzo di scatto dal letto, tutta sudata e con le lacrime agl’occhi, cosa diavolo mi sta succedendo? Scendo dal letto tremante, faccio fatica quasi anche a camminare, scendo le scale, ho bisogno di acqua, ho bisogno di respirare. Quando sono in cucina tutte le mie paure vengono a galla, tremo così tanto che faccio cadere la bottiglia d’acqua, quando mi abbasso per raccoglierla faccio fatica a respirare, mi siedo a terra stringendo le ginocchia al petto, ho paura e non ne capisco il motivo. Non riesco a muovermi, non riesco a respirare, ho gl’occhi pieni di lacrime e non riesco a vedere più nulla. Non so cosa mi stia prendendo, ho avuto paura del sogno? Ho risentito tutta la paura che ho provato vedendomi quella scena, la paura che Jorge potesse farsi del male per colpa mia, la paura che tutto sarebbe andato perduto, avevo paura e c’è l’ho ancora. Non riesco a muovermi e continuo a piangere, respiro sempre meno. Qualcuno apre la porta della cucina ma non riesco a vedere, ma quando sento che si siede in parte a me e mi tira fra le su gambe per cullarmi riconosco Jorge, << Martina calmati >> dice lui cullandomi << E’ tutto apposto, non sei in pericolo >>, io scoppio a piangere, sono esausta, ho paura e tutto questo mi fa crollare. << Martina guardami >> dice e io alzo lo guardo << Stai bene non avere paura >> dice continuando a stringermi a lui e piano ricomincio a respirare. Nascondo il viso tra il suo collo, tremo come una foglia e dentro di me mi sento completamente impaurita. Jorge non mi lascia andare e mi stringe ancora a se e poi tutto sparisce. Mi sveglio nel mio letto, apro lentamente gl’occhi, non riesco a capire se è stato tutto un sogno o se davvero mi è venuto un attacco di panico, poi noto una sedia in parte al mio letto, Jorge deve avermi messa a dormire e deve essere rimasto qua a controllarmi, il mio cuore inizia a battere velocemente, immaginarmelo qua mentre dormo e lui che mi guarda un po’ mi imbarazza e poi mi domando come possa essere sceso in cucina proprio in quel momento, destino? O mi teneva d’occhio? Sono veramente confusa, ho risognato quel giorno e ho avuto paura, quel giorno non avevo paura per me, non avevo nemmeno il tempo di pensare di avere paura perché dovevo agire, ma quando l’ho sognato devo aver tirato fuori tutta la paura che in realtà avrei dovuto avere e Jorge come sempre era lì ad aiutarmi. Deve essere ritornato nel letto prima che Stephie notasse la sua assenza, ma è rimasto qua accanto a me tutta la notte, mi sono anche addormentata come una bambina tra le sue braccia che mi davano sicurezza, sono una stupida, non dovrebbero succedere queste cose, non devo farle succedere perché se Stephie se ne accorge o ci vede sono fottuta. Mi metto una vestaglia leggera e scendo a far colazione, Jorge è già lì vestito e pronto per andare in accademia con Stephie in parte che gli sorride, quando entro in cucina lui alza lo sguardo e incrocia i miei occhi come per vedere se stessi bene. << Buongiorno tesoro >> mi borbotta mio padre, << Buongiorno >> rispondo un po’ titubante, << Oggi cosa farai? >> chiede lui, << Niente, mi annoierò come ieri >> dico alzando gl’occhi al cielo, << Non puoi andare allo studio fino a Lunedì >>, << Non manca tanto sorellina >> dice Fran facendo spallucce, << Per me è troppo >> ribatto io, << Sei una testarda, devi riposarti >> esclama Lodo, << Ah io sarei testarda senti chi parla >> le rispondo. << Devi risposarti ha ragione Lodo >>, mi volto verso Jorge e lo guardo, lui di solito non si intromette se c’è Stephie e tutti lo guardiamo un po’ così, << Bene vedo che siete tutti felicemente d’accordo >> ribatto un po’ innervosita ma non posso farci niente, vorrei tornare allo studio ma se i medici dicono che devo riposare ancora un po’ di giorni lo farò, però che palle. Salgo in camera mia mentre tutti escono, Stephie va con Fran, Lodo e Jorge in accademia, almeno non c’è l’avrò fra i piedi, e mio padre e Clara vanno a lavoro. Mi metto davanti alla tastiera e inizio a cantare un po’ di canzoni, almeno questo posso farlo. Mi ritornano in mente tanti bei momenti con Jorge, ogni tanto mi scappa un sorriso quando ricordo quando l’ho incontrato qua in casa, quando lo prendevo in giro per via di Fran, quando mi guardava in costume e mio fratello lo riprendeva sempre. Erano momenti divertenti ma ora se ci penso per me ora sono molto importanti, ricordi stupendi legati a Jorge, il nostro avvicinarsi così lentamente, i baci e le carezze di quella notte stupenda. Non posso far altro che sorridere quando ci ripenso ma ora sono anche ricordi tristi perché mi mancano, perché non è più come prima.
 
Mia madre passa a trovarmi ogni giorno, rimarrà qua per un po’ per controllarmi, si è spaventata moltissimo e non posso biasimarla, per ora condivide la casa con la nonna di Jorge che la ospita siccome per ora è sola. Alla fine la nonna di Jorge ha comprato veramente quella casa e ora abita a due case di distanza da noi. Vengono sempre insieme a trovarmi, la nonna di Jorge è felice del fatto che il suo Jorge mi sia stato vicino anzi ne va fiera, sappiamo tutti il perché, lei tifa per noi e ormai ci si è messa anche mia madre. << Allora tutto bene? Jorge? >>, io la guardo stranita, << Jorge? Cosa centra Jorge? >> le domando, << Come sta? Poverino non ha passato una bella settimana neanche lui >>, io guardo mia madre con uno sguardo buffo perché capisco le sue intenzioni, << Jorge sta bene mamma, io… >> e poi mi blocco, << Hai qualcosa che non va mia cara? >> chiede Grace << Ti senti male? >>, << No, cioè non lo so >> borbotto << Stanotte sono stata male, ho avuto paura >> tralascio la parte in cui Jorge mi abbraccia, mi consola, mi porta a letto e rimane lì tutta la notte a guardarmi perché se no Grace e mia Madre si metterebbero a danzare dalla felicità. << Chiamiamo la dottoressa lei saprà dirti cosa ti succede >> mi sorride mia madre accarezzandomi. Dopo neanche venti muniti il campanello suona e la dottoressa fa capolino nel salotto, << Salve >> la saluto io, << Allora Martina spiegami cosa ti è successo >> mi sorride lei e io inizio a raccontargli del sogno e di come mi sono sentita dopo, << Hai avuto un trauma, o almeno il tuo cervello ha subito un trauma, nel momento in cui è successo tutto non hai potuto concentrarti su quello che stava succedendo, ora che sei sana e salva e non hai più preoccupazioni il tuo cervello sta elaborando quello che non ha potuto elaborare nel momento in cui tutto è successo. Quindi ora hai paura, hai attacchi di panico, è un trauma dovuto a tutto quello che è successo, devi solo stare tranquilla e prima di andare a dormire prendere qualche tranquillante che ora ti prescrivo, prima o poi non avrai più questi attacchi di panico >> mi sorride lei. Un po’ mi tranquillizzo, non ho nulla di grave, devo solo fare i conti con il mio cervello che è rimasto traumatizzato da ciò che è successo, << Andrà tutto bene >> dice mia madre, << vedrai che tornerai come nuova >> sorride Grace che mi poggia una mano sulla spalla. Rientrano tutti dallo studio, quando vedono la dottoressa in salotto corrono tutti verso di me, << Stai bene? >> chiede Jorge, << E’ successo qualcosa? >> domanda allarmato Fran, mentre Lodo non dice una parola e guarda impaurita la dottoressa, << No ragazzi è tutto ok, ha solo un piccolo trauma dovuto allo shock, è una cosa normalissima, gli provoca dei comuni attacchi di panico, voi cercate di stargli vicino e soprattutto di non lasciarla troppo sola >> risponde la dottoressa che poi si alza e saluta tutti. Jorge incontra il mio sguardo e io lo distolgo subito. Quando vado a letto mi giro e mi rigiro, ho un po’ paura ad addormentarmi quando sento qualcuno entrare in camera mia e mi alzo a sedere, << Jorge cosa fai qui? >>, << Ti faccio compagnia >> risponde lui prendendo la sedia e mettendola in parte al letto, << Sei impazzito? >>, << Non devi stare sola ricordi e io posso tenerti d’occhio di notte >>, << E Stephie? >> domando io spalancando gl’occhi, << Stephie non lo saprà, non deve per forza saperlo >> borbotta lui un po’ imbranato. Lo guardo per qualche secondo, << Sei uno stupido >>, << Parli te che ti sei messa davanti ad una pallottola per me? >> dice lui sarcastico, << Sei ancora arrabbiato per questo? >>, << Non mi va proprio di parlarne >> dice sedendosi, << Jorge non puoi stare sveglio tutta la notte per me >> gli dico io un po’ scontrosa, << Chi ti dice che sto sveglio? >>, << Quindi mi stai dicendo che dormi su una sedia? >>, << Si perché? >> fa spallucce lui, << No Jorge non ti lascerò mai dormire su una sedia per me >> borbotto e lui mi fissa, non capisco cosa stia pensando. << Bene se non vuoi che dorma sulla sedia… >> lui si alza e penso che se ne stia per andare ma poi tira indietro le coperte e si siede dentro il letto, << Meglio così hai ragione >> dice con un sorrisetto. Io mi sento imbarazzata, Jorge è nel mio letto e vuole dormire qua con me, che diavolo sta facendo? << Jorge >> lo richiamo io, << Non me ne andrò via da qua >> dice sicuro di se, << Vuoi sul serio dormire nel mio letto? >> chiedo un po’ spaesata, << Si perché? Ti do fastidio? Oppure non mi vuoi qua nel letto con te perché ti sono troppo vicino? >>, << No, non è così >> anche se in realtà averlo così vicino mi fa impazzire, cioè come posso resistere? Mi volto dall’altra parte e mi arrendo sbuffando, << Sei odioso quando fai così >>, << E tu non sai mentire >> dice lui e io senza dire una parola cerco di addormentarmi.

P.S: Eccoci qua, Martina finalmente ritorna a casa e trova un bellissima sorpresa dai suoi amici che dimostrano quanto tengano a lei e lei non può che essere contenta per tutto ciò. Stephie è risultata ancora quella che è, cioè senza cuore e subdola, non gli importa di quello che succede ma vuole solo arrivare al suo scopo, allontanare Martina da Jorge così può averlo tutto per se. Martina poi ha un attacco di Panico e Jorge come sempre è li ad aiutarla, alla fine la dottoressa gli spiega che questo attacchi di panico sono dovuti al fatto che ha avuto uno shock e non ha potuto provare paura quando è successo il tutto, non ne ha avuto il tempo e ora tutto la pura sta uscendo fuori. Jorge non si da per vinto e vuole tenere compagnia a Martina che ovviamente è contraria, abbiamo una chiaccierata curiosa tra i due e poi martina si volta dall'altra parte per non ascoltarlo più. Martina si sente confusa, vuole la vicinanza di Jorge ma non vuole che poi altre persone soffrano, Stephie è sempre in mezzo e non la lascia respirare, e Jorge è un osso duro, sembra quasi che non gli importa più di tanto di Stephie ora e vuole a tutti i costi stare vicino a Martina! Beh che dire, sono due teste dure ahahahah. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, siamo quasi vicino alla fine e chissà cosa accadrà! Vi ringrazio tutti davvero!! A Venerdì con il prossimo capitolo!! <3
   
 
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