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Autore: Clara_Oswin    18/11/2015    1 recensioni
AVVISO : La storia è il seguito di Another Ending
Dopo il matrimonio Arren e Ariel sono partiti alla volta dell'oceano Indiano per incontrare la famiglia dello sposo, l’avventura li perseguita e un perfido nemico ha in mente un piano che distruggerà la loro tranquillità, nasceranno improbabili alleanze, inimicizie e infine sboccerà nuovamente l'amore. La storia è collegata alle vicende del primo racconto.
SPOILER dal CAP 4
"Da quando quelle tre parole erano entrate nella sua vita quella mattina si era sentita morire. Non si sentiva pronta a diventare madre, c’erano ancora molte cose che voleva fare, un figlio non rientrava nelle sue priorità, era ancora troppo presto… si era cacciata in una situazione più grande di lei e questa volta non c’era via di scampo.
-“aspettiamo un bambino”- proferì infine aspettando una sua reazione. "
STORIA NUOVAMENTE ATTIVA
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ariel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12: L’arrivo

 

 Ariel si forte. Il bambino sta arrivando”

Non aveva avuto il tempo di pensare, né il tempo per chiedere spiegazioni, doveva solo eseguire quel che le dicevano; si era appena svegliata da un sogno che le pareva un incubo e scopriva di dover dare alla luce suo figlio.

“deve respirare” le diceva il medico.

Accanto al suo letto c’era un carrello pieno di attrezzi medici dalle forme spaventose, bisturi, forbici, siringhe erano solo alcuni degli strumenti che conosceva, ma vi erano altri attrezzi a lei sconosciuti che le facevano piuttosto paura.

Sentì un dolore atroce alla pancia, come se fosse squartata dall’interno. Gridò forte, ma questo non attenuò il dolore.

“dobbiamo operarla, non riesce ad uscire! Presto o soffocherà!” il medico stava dando direttive ad un altro.

“Arren! No! Non voglio che muoia vi prego salvate il mio bambino!”

Si sentì iniettare qualcosa nel braccio, ebbe il tempo di farfugliare qualche altra parola confusa poi vide il medico avvicinarsi con il bisturi in mano.

“l’anestesia dovrebbe fare effetto fra qualche minuto” diceva un altro tritone lì vicino.

“non abbiamo qualche minuto! Se non agiamo in fretta moriranno entrambi” con fermezza e una risolutezza iniziò ad operarla.

L’acqua si tinse di rosso sangue.

Ariel chiuse gli occhi mentre un ultima parola le moriva fra le labbra. “Salvatelo”.

*

*

*

*

“sei stata bravissima” un bacio sulla fronte la svegliò ancora intontita.

La prima cosa che vide fu Arren seduto sul suo letto con un fagotto fra le braccia. Capì subito si trattasse di suo figlio, seppur ancora debole si mise seduta e protese le braccia per prenderlo.

“ti hanno fatto un’anestesia d’urgenza ma è andato tutto bene.” Le sorrise lui raggiante.

“non abbiamo ancora scelto il suo nome..” le disse porgendoglielo delicatamente fra le braccia avvicinandosi a sua volta.

Quando quel piccolo fagottino le fu finalmente vicino dimenticò tutti i dolori, tutte le sofferenze sofferte fino a quel momento.

Abbassò leggermente la copertina per guardare il suo viso.

“Aris sarebbe un nome perfetto” disse lei ripensando a tutti i suoi sogni che la riconducevano a quel momento. Nel momento in cui quelle parole le uscirono di bocca si rese conto che Aris non era poi così perfetto. Rise, rise di cuore mentre suo marito le diceva quello che lei notava solo in quel momento.

“Si sarebbe perfetto per un maschietto, ma è una bellissima femminuccia” le accarezzò amorevolmente la testolina.

Il suo volto rotondeggiante era roseo e paffuto. Aprì gli occhi poco prima di fare un sonoro sbadiglio “Melody” esordì lei “Melody perché è la melodia che risuona nel mio cuore”

Le venne quasi da piangere dalla gioia.

“è la cosa più bella che potessi mai darmi. Grazie” Arren la baciò a sua volta.

Tutto era finalmente perfetto.

*

*

*

*

*

La notte era calata su tutta Atlantica, la piccola Melody dalla pelle rosea e gli occhi azzurrissimi come la madre riposava nella culla allestita di rosa accanto al loro letto.

Madre e figlia erano dovute rimanere qualche giorno in ospedale sotto osservazione ma poi erano state dimesse senza problemi, Ariel si era fatta raccontare in quei giorni tutto quello che era successo dal momento dell’incidente. Ricordava gli ultimi attimi in cui era stretta ad Arren in attesa che la strega gli desse il colpo di grazia ma era arrivato prontamente re tritone, le aveva spiegato Arren, che con un colpo di tridente aveva spedito Morgana a raggiungere la sorella all’altro mondo. Sebastian era tornato indietro ad Atlantica e aveva avvisato il re dell’accaduto, aveva inoltre comunicato al sovrano le sue condizioni e lui aveva provveduto mandando subito le truppe nei mari del nord per risolvere la situazione. Ariel in preda a quelle forti emozioni si era sentita male, stava davvero rischiando di abortire ma il re con i suoi poteri aveva fermato il progredire del suo malessere facendola piombare in un sonno profondo. Arrivata ad Atlantica era stata collegata alle macchine in ospedale ma non si era più svegliata. Re tritone si era sentito profondamente colpevole, e più passavano i giorni più lui cadeva nello sconforto; Arren non glielo disse ma anche lui si era sentito morire dentro; ogni giorno l’andava a trovare in ospedale, la chiamava le parlava, e così avevano fatto tutte le sue sorelle, persino Casside e Cornelius. Casside era stata scongelata poco dopo dal re, stava bene per fortuna ma grazie al suo gesto aveva fatto perdere qualche istante alla strega che poi le fu fatale.

Era grazie ad Arren se lei si era risvegliata, l’aveva sempre sentito chiamarla, parlarle, gli fu immensamente grata per non aver gettato la spugna ed esserle stato accanto.

Ariel si rigirava nel letto, quella notte non riusciva proprio a prendere sonno. Molte domande le frullavano nella mente, aveva sognato più volte un giovane tritone che la chiamava mamma, si chiamava Aris ed era sicura di questo, ma allora com’era possibile che aveva avuto una femmina? Lei era comunque felicissima, poco le importava che fosse maschio o femmina, la piccola Melody era diventata la luce dei suoi occhi, Arren l’adorava e a palazzo tutti erano entusiasti per l’arrivo di una nuova principessina. Tritone poi era al settimo cielo, era la prima nipotina che aveva e nonostante fosse stato con lei un padre più che severo aveva già iniziato a viziare la nipote regalandole uno splendido ciondolo a forma di conchiglia con all’interno l’immagine di tutta atlantica. La piccola l’adorava e non se ne separava mai, guai a toglierglielo e incominciava a piangere come una forsennata.

Si alzò dal letto piano, non voleva svegliare Arren, quel povero ragazzo ne aveva già passate di tutti i colori in quegli ultimi tempi, non avrebbe disturbato il suo sonno.

Si affacciò a guardare la sua splendida bambina, quanta paura aveva avuto pensando all’arrivo di quella piccola creaturina, adesso avrebbe dato la vita pur di difenderla. Le rimboccò amorevolmente le copertine della culla, poi si avvicinò al balcone guardando all’esterno.

Una figura evanescente iniziò a comparirle proprio lì davanti.

Aprì silenziosamente la porta e sgattaiolò fuori.

“Aris!” lo chiamò sottovoce, ma sapeva che era lui.

“Ciao mamma” la salutò il ragazzo. La sua sagoma prese corposità, adesso ne distingueva i tratti aveva i capelli rosso scuri quasi castani, gli occhi nocciola e uno sguardo che ricordava molto il suo.

“non capisco” disse lei avvicinandosi per toccarlo, ma la nube si dissolse nell’acqua per poi ricomporsi subito dopo.

“Melody, è nata Melody” disse quasi più a se stessa che a lui.

“lo so… ed è una sirena eccezionale”

“Ma allora tu…?”

“io mi sono solo assicurato che nessuno interferisse con gli avvenimenti del passato”

“Vuoi dire che vieni dal futuro?”

“si, qualcosa del genere…” sorrise lui, in quel sorriso rivide molto di Arren.

“non posso rivelarti molto mamma, rischierei di interferire con gli ordini che mi sono stati dati”

“Ho sempre pensato che avrei avuto un solo figlio, ma a quanto pare mi sbagliavo… quando arriverai?”

“non posso dirti nemmeno questo o rischierei di compromettere la mia stessa vita,”

“ma allora perché sei qui?!” Ariel era sempre più confusa.

“Tu e papà sareste potuti morire, Zia Casside non avrebbe compiuto quel gesto per difenderti e  Melody non sarebbe mai nata ed io nemmeno. Sono intervenuto personalmente influenzando il corso degli eventi a fin di bene”

Casside, Aris parlava di lei. Se lei non fosse venuta la strega li avrebbe sicuramente uccisi, se non si fosse frapposta nello scontro finale tra di loro avrebbe davvero rischiato di morire.

“le devo la vita” disse solamente lei.

Il tritone annuì mentre lentamente scompariva.

“come hai fatto ad influenzarla?” chiese ancora lei

“le sono apparso in sogno, esattamente come sto facendo adesso con te” lasciò la frase sospesa mentre lentamente la sua figura scompariva davanti ai suoi occhi.

“ti rivedrò?” gli urlò lei

Ma la sua figura era già scomparsa, troppo tardi per poter udire una risposta…

****

Ariel si svegliò, era stato tutto un sogno, non si era mai mossa dal suo letto, si girò su un fianco notando suo marito sveglio intento ad osservarla.

“cosa fai?” gli chiese sorridendogli

“penso.” Si avvicinò a lei facendo poggiare il suo capo sul suo petto. Aveva rischiato davvero di perderla, adesso voleva godere di questa felicità prima che qualsiasi altra cosa la distruggesse nuovamente.

La rossa non fece domande, piaceva anche a lei accoccolarsi in quella posizione.

“credo di aver vissuto abbastanza avventure” ridacchiò lei intrecciando le loro mani, ma lui era ancora pensieroso.

“stare qui a palazzo alla fine non è poi così male…” continuò lei giocando con la sua mano.

“poi adesso siamo anche diventati genitori”, Arren non le rispose, era come assente, perso nei suoi pensieri.

Alzò il capo per osservarlo, il suo sguardo era perso nella contemplazione del soffitto.

“oh scusa, hai detto qualcosa?” si ridestò lui.

“a cosa pensi? Non è da te essere così pensieroso…”

“scusa, hai ragione” le diede un bacio in fronte, poi sospirò.

“è tutta colpa mia…” disse poi a bassa voce. “ho davvero creduto di poterti perdere per sempre, ti guardavo dormire in quel letto d’ospedale e mi sentivo impotente. Tu eri lì che lottavi fra la vita e la morte ed io…”

Una carezza interruppe il difficile discorso che tentava di portare avanti, Ariel gli aveva asciugato una lacrima che silenziosa aveva preso a scorrergli lungo zigomo, sfuggita al suo controllo e di cui nemmeno lui probabilmente si era accorto.

“scusa” le disse tentando di tenere sotto controllo le sue emozioni, era un uomo non voleva farle vedere le sue debolezze, era lui che doveva darle forza e protezione.

La sirena lo strinse fra le sue braccia in un caldo contatto rassicurante, il quel momento era lei a rassicurare lui e non il contrario.

Si amavano ed era giusto che ognuno potesse contare liberamente sull’altro,

“Arren… non devi tenerti tutto dentro, hai passato da solo molti brutti momenti, adesso sono con te” gli accarezzò i capelli con fare materno, lo sentì dapprima irrigidirsi e poi sciogliersi del tutto abbandonando quel contatto per stringersi a lei più intensamente lasciandosi scappare qualche gemito soffocato.

“non so…se…ti…permetterò…di…avere…altri figli” le sussurrò con estrema fatica, era combattuto, non voleva dirglielo ma in quel momento si sentiva davvero al sicuro.

La rossa sgranò gli occhi alle sue spalle, allora non era solo per quello che era successo con Morgana che lui si colpevolizzava in quel modo, si sentiva anche in colpa per averla messa in quella condizione di ehm…gravidanza.

Era chiaro che lui si fosse tanto spaventato nel caso lei avesse rischiato di morire a causa delle complicazioni durante il parto però da qui a dire che non avrebbe dovuto avere altri figli…

“andava tutto bene, è stato per colpa della strega che ci sono state quelle…complicazioni” continuò in tono calmo.

“tanto non succederà più… inutile porsi il problema” controbattè risoluto sciogliendo l’abbraccio.

“ma…ma” lei era sconcertata, “non ti piacerebbe avere un altro figlio? Magari un bel maschietto.”

Si abbassò su di lei e le strofinò il naso con il proprio con fare giocoso “no! Mi bastate tu e Melody”

Lei si scansò, era seccata… non era giusto arrabbiarsi con lui anzi ciò le dimostrava il suo grande amore che nutriva nei suoi confronti ma se lei non avesse insistito allora Aris non sarebbe mai potuto venire alla luce!

“ho fatto qualcosa che ti ha infastidito?” le chiese mentre lei si voltava dall’altra parte del letto dandogli le spalle.

Lei non rispose.

“ehi” si avvicinò e la cinse da dietro.

“ti farò cambiare idea…” sussurrò lei “…prima o poi”

Il ragazzo rise, sapeva che se Ariel si metteva d’impegno poteva fargli fare tutto quello che voleva, ma anche lui aveva una forte volontà quando voleva e questa volta non l’avrebbe lasciata vincere, era irremovibile.

non credo proprio… però sarà divertente vederti provare”

Anche sul volto di Ariel comparve un sorrisetto, sarebbe stato davvero divertente vedere chi alla fine avrebbe vinto, dopotutto avevano entrambi la testa piuttosto dura ma in quanto a cocciutaggine a lei non la batteva proprio nessuno.

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti Ragazzi! Questo era l'happy ending della seconda serie di Another Ending, se volete avevo intenzione di pubblicare un capitolo extra, magari parlandovi  di Core e Casside e di come è finita la storia tra loro due, nell'attesa delle vostre recensioni lascio la storia da continuare ^.^
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato anche questa seconda stagione :D
A presto!
  
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