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Autore: SynysterIsTheWay    19/11/2015    5 recensioni
Dal prologo:
-Non lo voglio.- Sbottò improvvisamente Brian, facendo crollare tutte le speranze della sedicenne che sbarrò
gli occhi di colpo.
-Perché dovrei accettare questi stupidi cioccolatini? Preparati da una sfigata come te, per di più.
Ti aspettavi davvero che accettassi un gesto del genere?- Borbottò il ragazzo con acidità e freddezza,
distruggendo il cuore di Aria che aveva già smesso di battere da un po'.
Aria stava cercando di trattenere le lacrime il più che poteva dinanzi a quegli occhi così gelidi quasi
quanto lo era stato il suo tono di voce.
-Che perdita di tempo.- Sbottò ancora il ragazzo, prendendo il pacchetto dalle mani della ragazza
per poi frantumarlo contro il pavimento.
Lo aveva gettato a terra e la giovane stava rischiando quasi un collasso nell'osservare quel gesto
di rifiuto da parte del ragazzo che tanto le piaceva.
Tutti gli studenti erano scoppiati improvvisamente a ridere di lei e a prenderla in giro
mentre Brian si limitò a sorriderle con cattiveria.
Un sorriso di sfida che le fece gelare il sangue nelle vene.
-Se devi piangere, sii almeno abbastanza rispettosa da farlo per conto tuo. Grazie.-
Con quelle ultime parole, Aria scappò via dalla mensa in lacrime
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Preciso che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente
a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa ff".

7° Deliver me into my fate, if I'm alone I cannot hate.












 
"Se devo avere poco è meglio niente.
Non mi piacciono gli assaggi. Aprono lo stomaco come un cratere. Lasciano fame d’amore".
(Massimo Bisotti)

 








Aria quel sabato mattina si svegliò con un gran mal di testa.
Si era alzata dal letto con lentezza, aveva spalancato le porte della sua finestra
ed aveva respirato il più che poteva.
Non faceva altro che svegliarsi con gli occhi gonfi e rossi come se avesse fumato
qualche spinello che in realtà non avrebbe mai toccato.
Chiunque l'avesse vista in quel preciso istante, l'avrebbe quasi etichettata come una tossica
senza aver pensato a quanto lei avesse buttato il sangue per tutta la notte con quelle lacrime
che non si decidevano più a fermarsi.
La giovane si guardò allo specchio per alcuni minuti e quasi dovette fermare i conati
di vomito che le premevano in gola nel vedersi ridotta in quello stato per colpa di un amore
non corrisposto.
Stava soffrendo.
Glielo si poteva leggere in faccia che la stavano distruggendo.
Uscì dalla camera e si diresse verso il bagno per sciacquarsi la faccia e ripulirsi
da tutto quel dolore soffocante che si era sparso sul suo viso quasi denutrito.
Una volta asciugato il viso, si chiuse la porta del bagno alle spalle e si diresse verso
il salotto di casa in cui sua madre stava leggendo delle carte con gli occhi lucidi
di chi avrebbe preferito quasi essere buttato sotto da una macchina.
Aria osservò a lungo sua madre mentre leggeva quei documenti trattenendo ogni suo singolo
respiro.
-Mamma?- Aria richiamò l'attenzione della madre, vedendola poi sussultare e rivolgerle
uno sguardo abbastanza scosso.
-Oh...Aria, pensavo stessi ancora dormendo.- Disse la donna, asciugandosi una lacrima dal viso
con velocità e mettendo via quelle carte.
-Che succede, mamma?- Domandò la mora, osservando la donna fissare il vuoto come se stesse cercando
di tenersi tutto dentro.
-N-niente tesoro. Affari di famiglia.- Rispose la donna, tirando su col naso.
-Mamma, non mentirmi, ti prego.- La supplicò quasi Aria, guardandola sofferente.
-S-siamo in banca rotta.- Balbettò la donna, mettendosi una mano sulla fronte in segno
di disperazione.
La ragazza si avvicinò a sua madre, accarezzandole una spalla con compresione.
Aria sapeva che prima o poi avrebbero dovuto avere a che fare con una situazione del genere.
-Quella miseria di stipendio che mi danno alla scuola materna non è sufficiente per portare avanti
questa casa e procurarci qualcosa da mangiare. Non riusciamo ad arrivare neanche a fine mese per pagare
le bollette...- Mormorò la donna, continuando a disperarsi mentre la giovane, al contrario, stava cercando
di darle quel po' di forza che le era rimasta per affrontare la giornata.
-Non ti preoccupare mamma, vedrai che tutto si sistemerà per il meglio...- Le sussurrò, non sapendo
cosa fare per cercare di tirarle su il morale.
La situazione era precipitata.
-Nel frattempo che continuerò a lavorare alla scuola, cercherò un nuovo lavoro ben pagato. 
Dobbiamo farcela.-
-Ce la faremo mamma, vedrai che supereremo anche questa. Insieme.- Aria abbracciò sua madre,
dandole tutta la forza che aveva promesso restando, di conseguenza, senza più energie.
La madre la strinse e si lasciò stringere prendendo tutta la forza di cui aveva bisogno e riuscendo
a non disperarsi più di tanto.
-Bene...adesso sarà meglio che vada a scuola. Abbiamo dei corridoi da rimettere a nuovo per lunedì.- 
Continuò la donna, alzandosi dal tavolo ed infilandosi la giacca per poter uscire.
Aria annuì e salutò sua madre, iniziando poi ad occuparsi di tutta la casa, pulendola da cima a fondo.
Quando sua madre era a lavoro, ovviamente, era Aria ad occuparsi del resto della casa.
Una volta finite le faccende domestiche, ella si lanciò sul divano con il cellulare tra le mani.
Aveva bisogno di En in quel momento più che mai.
Velocemente compose il numero del suo migliore amico nella speranza di poter trascorrere
del tempo con lui.
Ma En non rispose.
Aveva la segreteria e lei aveva tanto bisogno di qualcuno con cui parlare.
Affacciandosi alla finestra del salotto, vide il signor Ridgby passeggiare con tranquillità per il quartiere
e decise di richiamare la sua attenzione come al solito.
-Ehi! Signor Ridgby!- Urlò Aria dalla finestra, salutando con un cenno di mano l'uomo che le sorrise
e ricambiò il suo saluto con allegria.
-Buongiorno piccina!- 
-Signor Ridgby, En è in casa?- 
-No, En è uscito presto questa mattina. Mi ha detto di avere un incontro con la squadra
di football della scuola, probabilmente ha scelto di unirsi a loro!-
Aria aveva annuito.
Si era appena ricordata dell'amore di En nei confronti di quello sport e della voglia che aveva sempre
avuto di diventare un membro della squadra di football della scuola.
Quel sabato mattina si erano aperte le iscrizioni e probabilmente En sarebbe stato trattenuto
lì fino a tardi.
-La ringrazio per l'informazione signore, buona giornata!-
-Buona giornata anche a te, piccola Aria!-
Aria rientrò in casa chiudendo la finestra e ritornando al divano.
Non sapeva cosa fare.
Non riusciva a sostenere ciò che le stava accadendo per il semplice fatto che stava sopportando anche troppo.
Poi, qualcosa la fece sentire peggio del solito.
Si diresse verso la cucina e aprì il frigorifero bevendo qualche sorso d'acqua fresca.
Il suo sguardo si posò sul calendario e non poté fare a meno di sospirare.
"E' passato davvero tanto tempo, papà".
























***


















Aria si era addormentata sul divano con una foto di suo padre tra le mani.
Si era ricordata che quello era il giorno in cui scomparì anni prima.
Non era proprio il massimo sapere che ci sarebbe sempre stato un giorno in particolare
a ricordarle di quando suo padre venne a mancare.
Improvvisamente, però, la ragazza si svegliò.
Il suono del suo stesso cellulare la fece sussultare mentre sbadigliava più assonnata
che mai.
Aria aprì gli occhi e prese il cellulare tra le mani, leggendovi un numero che non 
aveva registrato nella rubrica.
La giovane accettò la chiamata con curiosità per poi portarsi il cellulare all'orecchio per
poter rispondere.
-Pronto?- Domandò inarcando un sopracciglio ed osservando il cielo rabbuiarsi.
Aveva dormito fino alle sette di sera.
-Ciao Aria!-
-Ehm...ma chi sei? Come fai ad avere il mio numero?-
-Aria ma sono Valary! Ti ricordi di me? Sono Valary Dibenedetto!-
-C-come? Ma...io...cioè...come hai fatto ad avere il mio numero?-
-L'ho chiesto al tuo amico capellone stamattina al raduno della squadra di football! 
Disturbo?-
-Oh, no, cioè...non aspettavo una tua chiamata.-
-Beh adesso anche tu hai il mio numero quindi quando vorrai chiamarmi saprai cosa fare!-
-Oh...d'accordo ma...-
-Aspetta, prima che tu possa dirmi qualsiasi cosa, sono io dovertene chiedere una!-
-Va bene, parla allora.-
-Stasera Matt ha organizzato una festa a casa sua. Matt Sanders, hai presente?-
-Sbaglio o stai parlando del tuo fidanzato?-
-Proprio di lui. Ascolta...ci sarà quasi tutta la scuola ed io ci tenevo ad 
invitare anche te. Ho saputo di quello che è successo ieri a scuola e volevo cercare
di tirarti su il morale.-
-Non ho bisogno della tua pietà e neanche delle vostre feste...- 
-Okay, mi rendo conto che odi da morire quel carciofo di Brian ma questa è solo
una festa ed io avevo pensato che farti vedere a testa alta dinanzi a tutti gli altri studenti potesse
aiutare la tua situazione.-
-Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno...io sto benissimo anche così.-
-Non fare l'orgogliosa, adesso. Davvero, sto solo cercando di aiutarti.-
-E chi mi dice che questa non potrebbe essere una nuova trappola?-
-Non lo è, Aria. Se ti sto aiutando è solo perché so cosa stai provando. Ci sono passata anch'io anni
fa e so quanto faccia male tutto questo. Lo sto facendo solo perché anche io tre anni fa ero come te e tutti
non facevano altro che farmi del male. Io sono stata fortunata perché avevo Matt al mio fianco che cercò
di aiutarmi il più possibile contro tutti gli altri bulli della scuola,ma tu...tu sei fottutamente sola quando
non c'è il tuo amico lì con te.-
Aria rifletté molto sulle parole di Val, restando in silenzio senza riuscire a dire altro.
-Io ti ho invitata perché mi auguro che tu possa svagarti un po'. Tutti sanno che le feste di Matt sono particolarmente
eccessive. Chiunque, vedendoti lì, penserebbe al fatto che non sei una sfigata come pensano. Dopo questa sera
le cose potrebbero migliorare.-
La giovane non se lo fece ripetere due volte.
Era stata invitata ad una festa degli studenti dell'ultimo anno ed aveva proprio bisogno di divertirsi
un po'.
Voleva rompere le regole. Voleva sentirsi viva e non come un semplice corpo vagante senz'anima.
Voleva sentirsi.
-D'accordo...accetto la tua proposta. Tanto peggio di così non può andare, giusto?-
-Perfetto Aria, saggia decisione. Ti mando un messaggio con l'indirizzo di casa Sanders. La festa
inizia alle nove.-
-Bene. A dopo allora.-
-A dopo, pivellina!-
-Ehi!-
-Scusa, mi è scappato!-
-Val?-
-Sì? Devi chiedermi qualcosa?-
-No...ehm...volevo...-
-Avrai tempo per ringraziarmi. Vatti a vestire e ti prego, indossa qualcosa di carino!-
-Ci proverò. Ciao!-
La mora riattaccò la chiamata, pensando poi a ciò che stava per combinare.
Doveva trovare qualcosa da mettere e doveva anche avvisare sua madre.
Le avrebbe parlato di una festicciola scolastica tra alunni di seconda.
Non avrebbe mai osato parlarle degli studenti dell'ultimo anno e delle feste caotiche
di cui parlavano tutti a scuola.























***














La giovane avvertì sua madre della festicciola per poi chiudersi
la porta di casa alle spalle.
La madre non le aveva detto nulla se non le solite raccomandazioni riguardanti
alcool, ragazzi e roba varia.
Alla fine, però, la donna era felice di vedere sua figlia uscire una volta tanto.
Solitamente passava le giornate in casa a studiare ed aveva capito che aveva proprio
bisogno di distrarsi un po'.
Aria prese un respiro profondo e si incamminò verso i pressi di casa Sanders senza troppi
complimenti.
I ticchettio dei tacchi che colpivano l'asfalto la infastidivano un po' ma, aveva comunque
deciso di fare uno strappo alla regola per quella volta ed indossare anche un vestitino
né troppo lungo e né troppo corto.
Prima di uscire aveva controllato la sua e-mail ed aveva deciso di scrivere su di un foglio di carta
l'indirizzo di casa Sanders per evitare di perdersi.
Quel foglio giaceva nella tasca della sua giacca di pelle lasciandosi affondare insieme
allle sue piccole mani.
Se En avesse saputo cosa stava per fare, l'avrebbe rimproverata come un fratello maggiore nonostante
lei gli avesse spiegato tutto ciò che sentiva dentro.
La verità era che più camminava con lentezza alla ricerca di quella casa, più sentiva una morsa allo stomaco
che non le permetteva di respirare a fondo.
Un vuoto nello stomaco continuava a farle tremare le gambe e farle venir voglia di tornare
indietro.
Perché, in realtà, la vita se la stava già distruggendo abbastanza.
Le mancava suo padre, le mancava qualcosa in cui credere, le stava addirittura mancando la voglia di vivere.
Le mancava l'amore.
Tutto quello che aveva cercato di raccogliere col tempo le sembrò essersi per sempre dissolto nel nulla.
Ed aveva solo sedici anni.
A quell'età le ragazze dovevano sentirsi spensierate, pronte per credere sempre in qualcosa di nuovo.
Lei, invece, si sentiva costantemente un'anima in tormento.
Non c'era niente nella sua vita che sembrava andare per il verso giusto.
Solo l'amore di sua madre e quell'affetto che dimostrava di avere En nei suoi confronti.
Se doveva pensare invece al suo amore per la musica, preferiva odiarsi.
Preferiva così perché aveva imparato ad amare la musica nello stesso momento in cui
i suoi occhi incrociarono quelli di Brian.
Al solo ricordo, Aria rabbrividì di scatto.
Si era appena ritrovata dinanzi alla porta di casa Sanders senza neanche rendersene conto.
Aveva sospirato con l'intenzione di tornare sui suoi passi e correre ad abbracciare sua madre
perché si sentiva così svuotata dentro da far schifo.
Aveva bisogno di qualcuno che la riempisse.
Che la facesse sentire sazia.
E così, si voltò indietro e scese le scale di quella casa per ritornare alla sua.
-Ehi, Aria! Finalmente sei arrivata!- Una voce più che familiare la fece girare verso la porta di casa.
Era Valary.
La bionda indossava un vestitino rosso abbastanza aderente e stava fumando con tranquillità
la sua sigaretta.
Val scivolò dalla scalinata, di fretta, verso la ragazza prendendole una mano e convincendola ad entrare.
-Togliti quella giacca tesoro e andiamo a divertirci!- Esclamò la bionda, sorridendo alla sedicenne che si ritrovò quasi
costretta ad annuire.
Aria accettò una mano dalla ragazza ed insieme entrarono nella casa con la massima disinvoltura.
La musica alta stava rimbombando nella testa di tutti gli invitati mentre la giovane ben pensò di coprirsi
le orecchie, frastornata dalla musica a dir poco assordante.
In meno di un secondo si era ritrovata nel bel mezzo della pista da ballo in cui le persone
non facevano altro che dimenarsi contro di lei.
Tutti spingevano tutti e più che un ballo quello sembrava esser diventato un qualcosa di profondamente
proibito.
La mora arrossiva di continuo, ma, Val le prese le mani per aiutarla a lasciarsi andare con il ritmo
di "Use me" degli Hinder.
Aria decise di sciogliersi dopo un po' e ballò per tutto il tempo in compagnia di Val
e di alcune amiche che la circondarono con fare amichevole.
Dopo aver ballato per una mezz'oretta, Aria e le ragazze si avvicinarono al banco dei cocktail in cui Matt aveva 
ingaggiato un barman per servire le bevande più famose della zona.
-Ehi ragazzi, guardate un po' chi c'è qui...- Disse Valary, rivolgendosi a Jimmy, Zacky, Matt e Johnny che se ne stavano
seduti su di uno sgabello adiacente al bancone, con delle bottiglie di birra tra le mani.
-Che cosa ci fa lei qui?- Domandò Jimmy, inarcando un sopracciglio.
-L'ho invitata io. Perché, non potevo?- Ribatté Val, sorridendo con soddisfazione.
-La mocciosa del secondo anno è tra di noi!- Esclamò poi Johnny, beccandosi uno schiaffetto
sulla nuca da parte di Zacky.
-Non sono sicuro che a Brian farà piacere averti qui.- Borbottò poi Jimmy, sorseggiando un po' della
sua birra.
-Ed io non sono venuta qui per lui.- Sbottò Aria, disegnando dei sorrisi sui volti dei ragazzi.
-Hai la risposta pronta, complimenti.- Disse Matt, sorpreso.
-Allora, hai già scelto il tuo strumento?- Le domandò poi Zacky, cercando di sembrare un tipo amichevole.
-A dire la verità ancora no. Mi appassionano molti strumenti...- Rispose Aria, restando sulla difensiva.
-Scegli quello che reputi il migliore secondo il tuo gusto ed il tuo sesto senso. La musica è arte,
è vita. Se scegli uno strumento assicurati che sia quello giusto lasciandoti convincere da ciò che realmente
senti. Dai peso a ciò che provi quando impugni una chitarra o premi qualche tasto...- Le consigliò poi
Jimmy, parlandole per la prima volta con serietà.
Aria quasi rimase stupita dalle parole di James, a tal punto, che non poté fare a meno di sorridergli.
-Ti ringrazio per il consiglio...- Sussurrò quasi la ragazza, abbassando lo sguardo.
-Allora, ragazzina...ti va un goccio?- Le propose poi Matt, prendendo una bottiglia di birra, passandogliela
sotto agli occhi.
-Ehm no, direi di no.- Rifiutò la giovane, sapendo che non era proprio il caso di bere.
Non si fidava di quei tizi, e se avessero pensato di farla ubriacare per poi farle del male? Se avessero
versato della brodaglia tossica in quella innocente bottiglia di birra?
-E dai, Aria! Tanto poi ti faccio accompagnare a casa da qualcuno!- Esclamò Val, al suo fianco, che si stava
lasciando baciare appassionatamente il collo da Shads.
-Non credo sia il caso...- Continuò la giovane, allontanandosi il più possibile dai ragazzi.
-Una birra non ha mai fatto male a nessuno.- La rassicurò poi Zacky, sorridendole.
Aria osservò gli occhi cristallini del ragazzo che sembravano esporle fiducia.
Quel profumo di birra continuava a pulsarle nelle narici a tal punto da farla già sentire ubriaca fradicia.
Aveva bisogno di bere...un goccio non le avrebbe fatto del male e dimenticare era proprio ciò di cui aveva bisogno.
Poi, vide Brian.
Gli occhi della ragazza sprofondarono in quelle pozze color nocciola che le si erano appena rivolte contro.
Brian era con Michelle.
La stava baciando con passione, mentre, le teneva i fianchi come se stesse per portarla di corsa
al piano di sopra.
Lui baciava Michelle ma lo stava facendo con gli occhi aperti.
Occhi che osservarono Aria con decisione, a tal punto da farle mancare il pavimento sotto ai piedi.
-Dà qua!- Esclamò improvvisamente la giovane, prendendo la bottiglia di Heineken dalle mani di Vee e scolandosela
senza troppi complimenti.
-Ehi, vacci piano sedicenne!- La rimproverò quasi Johnny, strappandole la birra dalle mani e ridacchiando
con gli altri.
-Così si fa, tesoro!- La incoraggiò poi la Dibenedetto, vedendola voltarsi dall'altro lato della stanza perché non riusciva
in alcun modo a sopportare di vedere Brian baciarsi con un'altra.
Perché continuava a fargli quell'effetto?
Perché stava ancora così male per uno dal cuore di ghiaccio come lui?
Lei non voleva congelarsi.

Aveva distolto lo sguardo da quello del ragazzo perché aveva paura che lui potesse congelarla
così come aveva lasciato fare al suo cuore.
Ma come poteva un ragazzo dal cuore di ghiaccio riuscire a farla sciogliere con tanta facilità?
Non ci volle molto per farglielo ricominciare ad odiare.
-Ehi, lì ci sono Brian e Michelle!- Urlò improvvisamente Matt, indicando i suoi amici.
-E' vero! Brian? 'Chelle! Venite qui, cazzo!- Li chiamò Johnny mentre Aria stava cercando un posto
perfetto per nascondersi.
Lo fece, ma, solo per poco.
Si nascose dietro la schiena di Matt che teneva ancora Val tra le sue braccia.
La bionda aveva capito che l'amica stava cercando di fuggire e, così, le prese un polso
costringendola a restare.
-Che cosa stai facendo?- Le domandò Val, curiosa.
-Scappo.- Rispose Aria con sincerità.
-Oh sì, andiamo, fai anche la fifona davanti a lui adesso!-
-Tu non sai cosa significhi vedere l'uomo che ami baciarsi con un'altra...-
-Dovrai farci l'abitudine perché Brian è quello che bacia le ragazze per poi farle piangere.
Lui è questo...non cambierà mai.-
Le parole di Val le fecero così male che non riusciva quasi più a respirare.
Le mancava il fiato e tutte quelle farfalle nello stomaco erano state indotte all'autodistruzione.
-Resta qui e affrontalo. Che cosa avevamo detto? Devi solo dimostrargli che non sei la ragazzina che crede.-
-Val...io...-
-Buonasera a tutti, figli di puttana.- La voce di Brian risuonò alle spalle di Aria,
facendole perdere il controllo.
La ragazza si voltò di scatto, mentre, tutti gli altri si stavano salutando con esuberanza.
Michelle era sparita tra la folla.
-E lei?- Domandò improvvisamente Brian ai ragazzi, indicando poi Aria
che stava rischiando di diventare un pomodoro lì, dinanzi a tutti.
-L'ho invitata io. Perché Gates, non potevo?- Lo sfidò Valary con soddisfazione.
Brian quasi esitò per poi abbozzare un sorriso colmo di malizia.
-Nessun problema. Solo, non pensavo te la facessi con le ragazzine. Cosa ci fa una sedicenne ad una festa
del genere? Non ha il coprifuoco o roba simile?-
La prese in giro Gates, mentre a Johnny scappò
un piccolo ghigno.
-Ci sono tante cose che non sai di me, Brian. La prima è che non mi limito mai alle apparenze
anche se con uno come te avrei dovuto farlo già da un po'.-
Sbottò Aria, stuzzicando Brian.
-Cazzo, ti ha messo al tappeto, eh amico?- Disse Matt, rivolgendosi a Gates che sorrise di gusto
alle parole della ragazza.
-Quante volte dovrò ripeterti di non metterti contro di me, pivella?- Brian le si avvicinò, sfidandola
con la sua altezza innata.
-Mi stai facendo sentire un sacco importante in questo momento, lo sai?- Ribatté Aria, prendendo
coraggio.
-E' un peccato che tu sia ancora vergine, altrimenti ti avrei zittito con i miei modi di fare abbastanza
galanti...-

-Non avrei mai perso la mia verginità con te...neanche se fossimo stati gli unici due esseri
umani esistenti sulla faccia della Terra.-
Continuò Aria, più furiosa che mai.
-Beh, vedremo allora.- 
Aria inarcò un sopracciglio alle parole di Gates.
Che cosa significava quel "vedremo?" 
La ragazza si zittì. Non riusciva più a ribattere alle parole così dure di quel pezzo
di ghiaccio che la guardava come se avesse trovato il coraggio di farle del male da un momento all'altro.
-Non vorrei disturbarvi, ma Gates...ho paura che di lì ci sia qualcuno che ha bisogno di una bella lezione.- Jimmy
indicò un punto del salotto di casa Sanders in cui dei ragazzi stavano iniziando ad esagerare.
-Sempre i soliti che infastidiscono gli invitati per convincerli ad andare alle loro feste perché
sono migliori di quelle che organizziamo noi?- Domandò Brian al suo migliore amico.
-Direi di sì. Andiamo ragazzi, qui ci sarà da divertirsi.- Disse poi Jimmy e tutti lo seguirono senza
obiettare.
-Val, ma dove stanno andando?- Domandò la mora, preoccupata.
-Cacciano fuori quei tipi. A mali estremi, estremi rimedi.- Mormorò la bionda, facendo le spallucce.
-Mi stai dicendo che...ci sarà una rissa?-
-Cose normali, sta tranquilla. Sei stata grande con Gates!-
-Tu...dici?-
-Certo! Spero che ti lascerà in pace d'ora in poi...-
-Lo spero anch'io.-
-No, tu non lo speri.-
-C-come?-
-Sei troppo innamorata per lasciarlo andare.-
-Ma se non lo faccio...lui continuerà a ferirmi, Val.-
-Bella merda l'amore...vero?-
-Uno schifo.-



























***

















Dopo la seconda bottiglia di birra, Aria si sentiva un po' su di giri, anche se, non era per nulla ubriaca.
Era ancora abbastanza lucida da guardare di continuo ogni singola mossa di Brian.
Era lui che la rendeva ubriaca.
Era così bello quando si lasciava guardare con quella sigaretta tra le labbra e quegli
occhi fissi mentre stava cercando di fare un discorso serio e concreto.
Stava parlando con un suo amico che si chiamava Dan e gli stava spiegando delle cose
che Aria non riusciva neanche a comprendere a causa della musica fin troppo alta.
Fino a qualche istante prima, qualche ragazzo le si era avvicinato con l'intenzione
di abbordare ma, lei non riusciva a conoscere nessuno, presa dal modo in cui continuava
ad osservare ogni movimento del chitarrista bello e dannato.
Lui era così carismatico.
Tutte le donne, quando gli passavano accanto, si giravano a guardarlo.
Qualunque persona egli conoscesse finiva sempre per stimarlo e considerarlo un Dio.
Piaceva a tutti così come piacevano i suoi migliori migliori amici.
Erano la banda perfetta.
Un mix di emozioni, vita, sensazioni, adrenalina.
Ed Aria aveva avuto le farfalle allo stomaco per tutto il tempo.
Avrebbe voluto tanto ordinare un'altra birra ma aveva capito che doveva controllarsi.
Che se En l'avesse vista in quel momento non l'avrebbe neanche riconosciuta.
En...
Improvvisamente, le balzò l'immagine del suo migliore amico dinanzi agli occhi e deglutì senza
pensarci su più di due volte.
Dove era finita? Si era davvero persa dentro?
Sì, lo aveva fatto.
Non aveva alcun luogo dove fermarsi per un attimo ed asciugarsi gli occhi.
Si sentiva rifiutata, mentre, continuava a ripetersi di esser forte.
Ma aveva capito.
Aveva capito che era rotta dentro. Che aveva perso la testa.
Stava cercando il luogo che si era costruita per non sentire gli schianti delle persone
attorno a lei.
Quel luogo costruito di soli sogni che aveva perso già da tempo. Quel luogo in cui poteva
sentire tutto l'amore che quel ragazzo aveva da offrirle, ma, mai avrebbe pensato di donarle.
Con il sudore che le gocciolava dalla fronte per aver ballato decisamente troppo, provò
ad uscire dalla folla rendendosi conto di esser ormai rimasta da sola.
Non sapeva più dov'era finita Val e non riusciva neanche a riconoscere le altre ragazze.
Aveva dei volti poco familiari dinanzi a sé e la situazione iniziò a spaventarla.
Aria alzò lo sguardo ed incontrò ancora quegli occhi color nocciola così casinisti da romperle
l'anima.
Brian rideva come un Dio mentre gesticolava e chiacchierava animatamente con tutte le persone
che aveva attorno.
Tutti sembravano ascoltare i suoi discorsi come se ci fosse davvero qualcosa di elettrico in tutto
ciò che diceva.
Alcune ragazze ed i suoi più cari amici erano lì, intenti ad ascoltarlo e ad osservare ogni sua mossa.
Stavano ridendo anche loro.
Brian parlava in un modo così coraggioso da stendere al tappeto tutte le ragazze che sembravano
pendere dalle sue labbra.
Sembrava un uomo in corsa per la carne perché sapeva che gli bastava poco per ottenere tutto ciò che voleva.
La giovane uscì finalmente dalla folla, posizionandosi una mano sulla fronte e voltandosi dall'altro
lato del salotto.
Doveva trovare Val, dirle che non ce la faceva più a vedere Brian dinanzi ai suoi occhi e che se ne sarebbe
andata quanto prima.
Così, si divincolò contro tutti gli studenti che le finivano addosso e, diede le spalle alla folla,
raggiungendo le scale dell'abitazione che portavano al piano superiore.
Aria salì le scale con difficoltà per colpa di quei tacchi alti che aveva deciso di indossare e,
trovandosi dinanzi ad un immenso corridoio, ben pensò di aprire la prima porta che le si parò
davanti agli occhi.
Aprì la porta con velocità ma la richiuse all'istante quando vide Jimmy amoreggiare
con una ragazza quasi nuda.
Aria arrossì di colpo e, togliendosi le scarpe, iniziò a correre per il corrodio alla ricerca di Val
che sembrava essere sparita.
Improvvisamente, il buio.
Tutti gli studenti iniziarono ad urlare con gioia mentre altri sembravano abbastanza seccati.
"Cazzo, la corrente!" urlò una voce alle spalle della ragazza, facendola sussultare.
In quell'istante, la giovane pensò di essere nella merda più che mai.
Era rimasta al buio insieme a persone che neanche conosceva e nel bel mezzo di un corridoio immenso.
Improvvisamente, però, qualcuno le prese un polso facendola spaventare ancor di più.
-Merda, ma chi cazzo sei?- Domandò Zacky, perplesso.
-Zacky!- Esclamò Aria, sospirando.
-Ah, sei tu, la pivellina!-
-Senti Zacky, ma si può sapere che cos'è successo?- Domandò poi Aria, stringendosi al polso del ragazzo.
-E' saltata la corrente. Vedrai che tra un po' tornerà la luce.- Spiegò il ragazzo con tranquillità.
-Ma...-
-Tutto normale, fuori c'è un temporale assurdo.-
-Dici sul serio?-
-Sì, non te ne eri accorta?-
-Ehm, a dire il vero no...-
-Beh, ora lo sai.-
-Senti un po', ma tu sai per caso dov'è finita Val?-
-Perché? La stai cercando?-
-Mi sembra ovvio! Non la trovo più e prima di andarmene vorrei salutarla.-
-Sarà di sicuro al bagno di servizio.-
-No, lì c'è Jimmy e sta...ehm...-
-Cazzo, riesce sempre a portarsi al letto le ragazze prima di me! Ho perso l'ennesima scommessa!-
-Che gran bella perdita...- Sussurrò Aria con sarcasmo.
-Non è divertente. Tuttavia, Jimmy non va mai a scoparsi le tipe nel bagno di servizio perché
è decisamente troppo piccolo per fare certe cose, non so se mi spiego...-
-Ti sei spiegato benissimo, ma quindi, adesso sai dirmi dov'è Val?!-
-Sì, ma non ti arrabbiare eh! Prova nel bagno di servizio come ti ho già detto. Il bagno dove hai trovato
Jimmy dovrebbe essere quello principale.-
-E dove si trova questo bagno di servizio?-
-Procedi lungo il corridoio. Dovrebbe essere l'ultima porta...se non ricordo male.-
-Ma non ci vedo niente! Come faccio a capire che mi sto avvicinando ad una porta?-
-Quando ci andrai a sbattere vicino! Ti saluto, pivellina!-
-No, Zacky! Aspetta!-
La voce di Zacky si era ormai allontanata ad il polso di Aria era libero.
La ragazza sospirò, iniziando ad avanzare lungo il corridoio seppur il buio continuava a persistere.
Con qualche piccola difficoltà, la mora giunse dinanzi ad una porta tenendosi ancora quei tacchi tra le mani.
Le punta delle sue dita avevano toccato una piccola maniglia e forse, se era fortunata, sarebbe entrata
nella stanza giusta.
Una volta aperta la porta, Aria vi entrò chiudendosela alle spalle, sentendosi esausta.
Aveva sentito dei passi avvicinarsi.
Zacky aveva ragione. Val era davvero nel bagno di servizio.
L'aveva sentita sospirare.
-Uh, Val, non puoi neanche immaginare quanto tempo ci ho messo per trovare questo bagno! Non so cosa tu stia facendo
ma dato che la porta non era chiusa a chiave suppongo che ti starai incipriando il naso o facendo qualcosa del genere.- Disse
Aria, sospirando senza però riuscire ad orientarsi.
-Cavoli, ci mancava solo il cattivo tempo adesso! Credo che Dio ce l'abbia con me perché odio restare al buio
e lo odio ancor di più quando non sono a casa mia ma di una persona che conosco a malapena. Comunque sia, Val, mi dispiace
ma credo che sia ora di ritornare a casa. Non riesco più a respirare la stessa aria di Brian né tantomeno a vederlo
mentre non fa altro che atteggiarsi con tutte quelle tipe che gli muoiono dietro. So che il suo cuore è leggenda
ma mi fa male osservarlo mentre si diverte ad ignorarmi. Io ci sto davvero male. Pensavo che sarei riuscita a lasciarlo
perdere, che se mi sarei messa in testa di volerlo dimenticare ci sarei riuscita ma...evidentemente mi sbagliavo. Non pensavo
che sarei mai arrivata al punto di nutrire dei sentimenti così profondi nei confronti di uno dal cuore di ghiaccio
come lui. Mai, avrei pensato che mi sarei annullata per un amore non corrisposto che sembra darmi solo spine. La verità è che
io ci ho provato a togliermelo dalla testa e cazzo, sì, avrei dovuto riuscirci ancor di più! Fargli vedere di che pasta
sono fatta e fargli ingoiare la polvere per tutto il male che mi ha fatto ma...io proprio non ci riesco. L'ho amato così tanto
che se avessi potuto sarei stata capace di strapparmi via il cuore pur di donarglielo. Ma ti prego, non voglio che si sappia
in giro che piango ancora per lui...-
Sussurrò Aria, asciugandosi una lacrima dal viso e continuando a sfogarsi
con la sua nuova amica che non emise neanche un suono.
-L'ho amato così tanto da trasformarlo in odio. L'ho amato, già...e forse, lo amo ancora.- La giovane quasi sussurrò
l'ultima parola, smettendo improvvisamente di piangere.
Nel buio, si sentì travolta da una valanga di emozioni che sembravano averla scossa così tanto
da farle sbarrare gli occhi di colpo.
Sembrava essersi improvvisamente persa in un labirinto ma, per qualche strano motivo, aveva appena
trovato la sua strada.
Le sue labbra si muovevano perché erano state toccate da altre decisamente più sottili e carnose
delle sue.
La finestra aperta lasciava passare un venticello piuttosto fresco che fece rabbrividire la sua pelle,
rendendola pelle d'oca.
L'odore della pioggia premeva nelle sue narici, mentre, stava osservando dei puntini color cioccolato
sul viso della persona decisamente alta che le si era parata di fronte.
Il suo cuore sembrò chiederle di uscire dal petto battendo come impazzito ed il bacio che stava assaporando
aveva un gusto così inconfondibile da farla sentire così in colpa per non esser stata capace di dare il suo primo
bacio all'uomo che realmente amava.
Sentiva respirare la persona che la stava baciando e quasi avrebbe voluto sprofondare tra quelle braccia
che solo a toccarle sembravano essere così grandi che, non ci avrebbero messo neanche un secondo per stritolarle
le costole.
In qualche modo, si sentì improvvisamente a casa.
Il movimento di quelle labbra esperte la stava condizionando a tal punto da farla sentire
continuamente frastornata.
Ma era bellissimo.
Dentro di sé, non riusciva a negarsi quanto fosse travolgente e passionale quel bacio che sembrò bruciarle
la pelle.
L'anima della persona che Aria aveva dinanzi a sé la stava perseguitando. Stava assaporando tutto il suo meglio
e se lo stava godendo fino alla fine.
Aria chiuse gli occhi.
Lo fece con lentezza pentendosene giusto un po'.
Aveva il cuore che batteva con sempre più prepotenza come a ribellarsi, mentre, le labbra sembravano essere
sempre più desiderose e vogliose.
Si stava sentendo anche più piccola di quanto lo era realmente dinanzi a due mani enormi che le si erano
posizionate sul viso.
Era ufficiale, stava morendo.
La morte doveva per forza somigliare a tutto ciò che stava provando, non ne aveva dubbi.
Chi la stava baciando, la stava uccidendo.
La tempesta al di fuori della finestra continuava a persistere, ma, neanche i tuoni o i lampi
riuscirono a fermare quei due che sembravano prender vita.
Aria non si era mai sentita più sazia di così.
Ed ora che era stata capace di provare un sentimento simile per qualcun altro, era pronta.
Era pronta ad uccidere i sentimenti che provava per Brian.
Era pronta a lasciarlo andare via, a disinnamorarsi.

Ah, se solo avesse saputo cosa le stava aspettando...




























NOTE DELL'AUTRICE.

Buonsalve miei carissimi lettori!
Non mi sento in vena di parlare di questo capitolo, lo trovo potenzialmente
scadente e quindi mi limiterò a dirvi che attendo come sempre le vostre considerazioni
su questa storia!
Cosa ne pensate?
Eheheheh, non posso dirvi altro o rischio di spoilerarvi tutto e non posso assolutamente!
Ringrazio tutti i lettori che sono sempre presenti e che mi rallegrano le giornate
con le loro recensioni ed i loro TWEET!
Grazie a tutti, di cuore!
Continuate a mettere la storia tra i preferiti se volete! Tanto è gratis (?)
Okay, basta.
Non faccio tragedie colme d'allegria perché vorrei limitarmi a dire una semplice cosa...
#PrayforParis
E con questo, al prossimo capitolo, lettori <3
Vi amo!







-SynysterisTheWay.
 
   
 
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