Il gruppo si precipitò giù
per la scala a chiocciola, con Kristen che urlava come una pazza e Aaron che
imprecava.
- Non saremo mai dovuti
venire qui! - sbottò Ellen.
- Non avresti dovuto toccare
quell'affare, piccola testa di cazzo! - sbottò la giornalista di Colfax.
- Da qual pulpito viene la
predica! - ribatté la fotoreporter.
- Basta scannarvi, l'uscita è
vicina. - disse Daniel, ansimante.
Raggiunsero il corridoio che portava all'atrio, percorrendolo di volata. Una volta giunti in cima alla scalinata, le finestre si chiusero, ed il portone intrappolò dentro il quintetto, emettendo un boato.
Raggiunsero l'ingresso, tentando di aprirlo invano.
- Perfetto, ora come cazzo
usciamo? - si disperò Daveigh.
Dong.
- È la fine! È la fine! È la
fine! - ripeteva la giornalista di Colfax.
- Rilevi nulla? - domandò
Ellen a Daniel.
- Nulla. Non è possibile. -
fece incredulo.
- Che sia rotto o manomesso?
- suppose Daveigh.
- L'ultima volta che
l'abbiamo usato funzionava. - .
- Ma da dove proviene il
suono della campana? - fece Kristen.
- ED IO CHE CAZZO NE SO! - .
- Torniamo indietro.
Probabilmente ci è sfuggito qualc... - .
DONG.
Kristen urlò nuovamente,
indicando la cima delle scale.
Una bambina scalza, vestita
con felpa e gonnellina nera, un sorriso celato dal sangue che contornava la sua
bocca, capelli biondi, di circa undici anni, stava in piedi nel punto indicato
dalla giornalista.
- Non è possibile. - sibilò
Ellen.
Chloe Morrell continuava a
fissare in silenzio il quintetto, senza accennare a muoversi.
- Che facciamo? - chiese
Kristen sottovoce.
Nessuno rispose.
Daveigh fissava la ragazzina.
Qualcosa di innaturale vi era nei suoi occhi. Un abisso di fiamme, la
dannazione eterna.
Poi, Chloe aprì bocca.
- Buh! - .
Tutti urlarono, ed Aaron e
Kristen cominciarono a dare pugni al portone, cercando di aprirlo invano.
La bambina ridacchiò.
- Quanto siete ridicoli. -
disse.
Anche la sua voce, per quanto
potesse essere in tenera età, aveva un tono diabolico.
- Ti prego, Chloe! Lasciaci
uscire, e noi non torneremo mai più! - tentò Daniel.
- Zitto, Daniel Reed. -
intimò Chloe.
- Vi avevo avvertito. Non
dovevate mettere piede qui dentro. Sareste morti. - .
Un brivido percorse la
schiena di Daveigh.
- Ma non tutti i mali vengono
per nuocere. - sorrise la bambina.
- Che cosa vuoi fare? -
domandò Aaron.
Chloe si abbassò.
Vuole mangiarvi!
- FUGGIAMO! - urlò Ellen.
La bambina avanzò, usufruendo
anche delle mani per essere più veloce, cercando di acciuffare uno dei cinque
ragazzi.
I cinque si sparsero: Daniel
e Daveigh andarono a sinistra, Aaron ed Ellen a destra.
Kristen rimase impietrita a
fissare la bambina avanzare verso di lei.
- Troppo semplice, Kristen
Rollins. - commentò Chloe.
Sorprendendo la bambina,
Kristen allungò un calcio in faccia alla bambina, che rimase stordita sul
posto; poi, iniziò a correre lungo la scala.
- Dove andiamo, Daniel? - .
Daveigh ed il ghost hunter erano
in una stanza imprecisata della villa, nell'ala est.
- Non lo so, Daveigh. È
ancora notte fonda, e solo Kristen conosce a grandi linee la planimetria della
villa. - .
- E Kristen non si sa che
fine abbia fatto. - .
- Speriamo sia in salvo con
Ellen ed Aaron. - .
Provarono ad aprire una
finestra, ma non ci riuscirono.
- Chloe deve aver chiuso
tutte le vie d'accesso alla villa. - sentenziò la giornalista.
- Siamo in trappola. Possiamo
solo tardare la nostra morte. - disse sconsolato Daniel.
Daveigh non si sentiva più lo
stomaco dal dolore e dal rimorso.
Aveva mandato quattro persone
a morire, lei compresa.
- Beh, se proprio dobbiamo
morire, moriamo dopo aver risolto questo mistero. - fece.
- Allora andiamo. Che abbiamo
da perdere? - .
E i due lasciarono la stanza.
- Ottimo tempismo, Ellen.
Siamo salvi. - disse Aaron.
- Salvi? Siamo a zonzo in una
villa abbandonata con una bimba cannibale e per te siamo salvi? - ribatté la
fotoreporter.
Aaron si zittì.
- Beh, comunque se non fosse
stato per te probabilmente sarei diventato il pasto di Chloe. - rise.
Ellen si irrigidì.
- Un momento. - .
A Ellen non portavano i
conti.
- Come ho fatto a
indovinare l'attacco di Chloe? - .
- Era abbastanza prevedibile,
Ellen. Cosa ti aspetti da un demone che si è mangiato non so quanti bambini e
ragazzi? - tagliò corto Aaron.
Quella voce...
- No, Aaron. Non è andata
così. - .
Il ghost hunter la guardò
interrogativo.
- Che intendi? - .
- Ho come sentito una voce,
nella mia testa. La voce di una bambina. - .
- Cazzo, non bastava Chloe? -
.
- Non penso però che sia
cattiva. Se ci ha momentaneamente salvati ci sarà un motivo. - .
- O è uno spirito buono, o è
qualcosa di più terribile. - .
- Pensiamo piuttosto a come
poter uscire di qui. - .
- Se la stronzetta ha chiuso
tutte le finestre, non possiamo squagliarcela e chiamare rinforzi. - sbuffò
Aaron.
- Intanto cerchiamo di
ricongiungerci con gli altri. Cercando contemporaneamente di non incappare in
Chloe. Successivamente penseremo ad uscire. - propose la fotoreporter.
- Ottima idea. - concordò il
ragazzo.
Mossero qualche passo verso
la parte settentrionale della villa.
- Pensi che si sia salvata? -
domandò Aaron.
- Kristen? No. Non l'avrei
mai detto, ma vorrei che fosse ancora viva. - .
La giornalista di Colfax
correva lungo i corridoi di Villa Floyd. Non era riuscita a seminare Chloe, e
sentiva, oltre che la morte, le urla animalesche della bambina.
- Vieni qui, Kristy. Vieni da
Chloe! - sghignazzò l'indemoniata.
Percorse ancora qualche
metro, finché non entrò in una stanza e riuscì ad infilarsi in un vecchio
guardaroba.
Da una fessura osservò Chloe
muoversi freneticamente, alla sua ricerca.
- Vieni fuori, Kristen
Rollins. Devi spiegarmi qualche cosettina. - sghignazzò.
- Ad esempio, a quale pro
fare quel blog? A quale pro, sapendo che saresti morta, prima o poi? - .
Non lo immagini? Pensò la giornalista.
- Comunque sia, le tue
domande stanno per avere una risposta. - .
Kristen si mise in ascolto.
- Ci sono dei motivi per cui
ho ucciso tutta quella gente. - .
La bambina passò oltre la
stanza dove si trovava Kristen.
- Ci sono dei motivi per cui
ho ucciso gente che presenta caratteristiche fisiche simili alle mie. - .
La bambina si allontanò.
- Ma non ti aspettare che ti
venga a dire il perché! - .
Il rumore dei passi della
bambina si affievolirono, fino a sparire.
Kristen sospirò.
È andata.
Improvvisamente, l'ombra di
Chloe sfilò velocissima fuori dalla sua stanza.
Qualche secondo di silenzio.
- Ti ho trovata! - sibilò la
bambina.
L'occhio di Chloe apparve
nella fessura.
La giornalista urlò.
- L'odore della tua paura è
forte. - .
Poi, la bambina aprì le ante
del guardaroba e saltò addosso a Kristen.
- NON MI UCCIDERE! TI PREGO,
CHLOE, NON MI UCCIDERE! - .
- No? E perché dovrei
risparmiarti? - .
Chloe immobilizzò le braccia
della ragazza.
- Dopotutto, tu vorresti
vedermi morta! - .
Kristen scosse la testa, con
le lacrime agli occhi.
- Ma, d'altronde, è una cosa
reciproca. - .
La giornalista non muoveva
più un muscolo.
- Sei una brava giornalista,
Kristen Rollins. Coraggiosa al punto giusto. Ingiustamente relegata a svolgere
lavori di minore importanza. - .
Kristen si stupì, ma lo
stupore si tramutò qualche momento dopo in terrore.
- Ma, talvolta, il coraggio sfocia nella spavalderia, e non si fa una bella fine. - .
La ragazza si agitò.
- Buon viaggio all'inferno,
Kristen Rollins. - .
E, come faceva
sistematicamente con le sue vittime, Chloe azzannò la gola di Kristen.
La giornalista urlò di
dolore.
Poi, la ragazzina spezzò
l'osso del collo alla ragazza, uccidendola sul colpo. Affondò la mano nel petto, e divorò il cuore.
Trasportò il cadavere in cima alla scalinata di ingresso, lo sollevò in aria, e fece un urlo
belluino.
Un fulmine cadde fuori dalla
villa, illuminando l'atrio.
E mentre l'indemoniata si
nutriva di Kristen, canticchiando la sua canzoncina, una campana rintoccò
lugubre.