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Autore: RoxxyNeko    19/11/2015    1 recensioni
Vi era un castello, collocato in un mondo inesistente, popolato da esseri che non dovrebbero esistere, i Nessuno.
Questi esseri erano solo dei gusci vuoti, che andavano avanti guidati dal desiderio di completare Kingdom Hearts, colui che avrebbe ridonato loro un cuore. Queste figure incappucciate di nero erano tredici.[...] Purtroppo questi tredici Nessuno non erano più in grado di continuare la loro scalata, poichè il loro lavoro non era sufficiente per raggiungere Kingdom Hearts.
Xemnas decise di mandar loro in cerca di altri senza cuore, come loro, e di portarli al castello.Mandò in ricognizione i suoi sottoposti in diversi mondi ma, solo tre di loro restarono più a lungo nei mondi assegnati, forse guidati dal richiamo di altri simili.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Organizzation XVI'
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04  Why?

 

Una ragazza dalla bellezza anomala e dal grande intelletto. Una ragazza che nasconde dentro di sé un grande cuore. Avevi dei genitori amorevoli, una casa accogliente e una grande voglia di vivere. Tutto si è spezzato piano, piano.. senza che tu te ne accorgessi. Pensavi che sarebbe tornato tutto come un tempo, ma il tuo grande cuore non ha retto tutto il peso che ti portavi dietro e la tua bellezza si è sfasciata. La tua mente si è chiusa, come il tuo corpo.. chiuso in un luogo da dove non sei riuscita a scappare.

 

Linxeve era seduta su una sedia della vasta biblioteca del castello. L’aveva da poco trovata, e si era subito innamorata di quella stanza. Diversamente dal resto del castello, la biblioteca sembrava un luogo più allegro, data la vasta gamma di libri colorati che comprendeva. L’odore dei libri antichi dava un senso di rustico a quel luogo solitario. Linxeve trovava più accogliente quel luogo che la sua camera da letto. La sentiva troppo priva di calore, completamente bianca e spoglia. In un certo senso tutto in quel castello dava l’idea della solitudine.
Dei passi leggeri le fecero alzare lo sguardo dal libro che leggeva “Salve, numero XVI..” un po’ scocciata girò lo sguardo verso il suo interlocutore che, con sorpresa, notò essere il Superiore “Buongiorno..” chiuse il libro e si sistemò meglio sulla sedia “Come ben saprai i tuoi compagni hanno affrontato una missione particolare, in cui hanno ricordato il loro “qualcuno ”..” la ragazza annuì “Devo dedurre che ora tocchi a me.. se non le dispiace vorrei andare subito.” Il Superiore sorrise “Sei una che non perde tempo, e hai anche una buona mente..” aprì un varco oscuro “Entrando verrai trasportata nel tuo luogo nativo, buona fortuna, numero XVI.” Linxeve annuì di nuovo e, dopo aver ringraziato, entrò nella pozza nera.

Il Superiore sorrise tra sé e sé “Questi nuovi Nessuno mi stanno dando soddisfazioni, non avevo ancora visto tanta determinazione.” Xisir diventava più brava ogni giorno che passava, mentre Jekax pareva dare miglioramenti. Port Royal era un luogo piuttosto ostile, chissà come quel ragazzino era sopravvissuto tutto quel tempo? Gli sembrava difficile credere pure che era tornato senza un graffio dalla missione, data la gente che popolava quel mondo. Scosse la testa, Xigbar doveva essere stato molto duro con lui.. non ci si poteva aspettare altro da un uomo del genere. Era rude e non sapeva trattare coi ragazzini, in un certo senso si sentiva sollevato nel vedere Jekax ancora tutto intero.
Si voltò lentamente verso la sedia dov’era seduto il numero XVI e notò il libro che stava leggendo in precedenza. Lo prese tra le mani per leggerne il titolo “La psiche”, evidentemente ci aveva visto bene: Linxeve era davvero una ragazza intelligente, non tutti avrebbero compreso quel libro complicato. Si allontanò dalla biblioteca sperando che la missione finisse presto, così da poter cominciare a fare sul serio. Non sopportava dover aspettare troppo, soprattutto ora che Kingdom Hearts era così vicino.

Linxeve apparve su una superficie cementata, che spariva poco dopo lasciando spazio ad una scalinata chiara. Si guardò un po’ intorno e poi cominciò a camminare verso quella che sembrava una piazza. Aveva una grande distesa quadrata di cemento al centro, circondata da un marciapiede su cui si affacciavano alcuni negozi.
Cominciò a camminare, stando attenta a non incrociare lo sguardo dei passanti. Si avviò verso vie più esterne, velocemente, intenta a ritrovare quei cari ricordi che le mancavano. Arrivando all’uscita delle mura le fitte aumentarono di ritmo, alcuni pezzi del suo passato riaffiorarono alla mente.

Una donna dai capelli verdi, raccolti in una coda morbida, stava appendendo fuori dal balcone i vestiti bagnati, appena usciti dalla lavatrice. Era una giornata estiva e il caldo si sentiva più del solito. La donna si fermò dal suo lavoro, guardando con occhi sorridenti le due figure che, dal cancelletto, entrarono nel giardino: una ragazza dai capelli ondulati dello stesso colore della donna teneva tra le braccia due sacchetti di carta, mentre l’uomo dietro di lei, dal viso squadrato e severo, sorrideva alla moglie, addolcendo quei tratti duri.

Si abbassò portando il petto in giù, tenendosi con una mano sui mattoni scuri delle mura “Mi scusi, signorina, si sente bene?” una voce gentile la fece sobbalzare “Va tutto bene..” disse atona, voltandosi in direzione della donna.
Questa vedendola parve essere sorpresa “Lei non è di queste parti, vero?” Linxeve negò con la testa, portandosi dietro all’orecchio il ciuffo verde che le copriva l’occhio sinistro “Eppure..” continuò la donna, pensierosa “..somiglia molto ad una ragazza che viveva qui pochi anni fa. Sa, abitava non lontano da qui, assieme ai suoi genitori..” il nessuno, interessato, continuò ad ascoltare la storia della donna “Gestivano una farmacia, se non ricordo male.. la figlia era davvero intelligente, una promessa per questa città. Le cose però si sono messe male dopo poco però, non so bene cosa sia successo ai genitori, ma la povera Evelin-“ si fermò un attimo a sospirare “Si chiamava cosi, la ragazza. È sparita nel nulla.. nessuno sa che fine abbia fatto..” Linxeve, dopo aver ascoltato quella strana storia, ringraziò la donna per le informazioni e si avviò verso la sua vecchia casa.

Le vie della città, al di fuori delle mura, offrivano uno scenario non molto diverso, che sembrava quasi in sintonia con il resto delle mura, in quanto fossero in decadenza: giardini verdi, dall’erba alta e poco curata, circondavano le case dai colori una volta vivaci, ora scrostati e logorati dal tempo. Linxeve camminò per il sentiero, sperando di ricordare ancora altro.
Le fitte aumentavano passo dopo passo, e Linxeve notò una casa in particolare, quella che aveva visto nei suoi ricordi. Sembrava disabitata, con il cancello chiuso e malandato e qualsiasi cosa dentro essa lasciata al suo destino. Vi entrò senza esitare e non fu poi così sorpresa di vedere che anche l’interno della casa era malconcio. La grande quantità di polvere sui mobili faceva capire che la casa era disabitata da molti anni. Quel quartiere sembrava completamente disabitato e Linxeve non poté fare a meno di pensare a un qualche tipo di catastrofe.
“Forse, lo ricorderò..” pensò, mentre avanzava dall’ingresso verso una sala, anch’essa lasciata al suo destino, con il divano scuro e scucito e, probabilmente, anche rosicchiato dai topi e i mobili di legno ammalorato.
Per un attimo la vista le si fece sfocata, ma questo non portò a nessuna visione, solo a farla accasciare a terra, quasi priva di forze. “Accidenti..” sussurrò a denti stretti prima di dirigersi barcollante verso un'altra stanza, dove un tempo vi era la cucina: anch'essa era coperta di polvere e lasciata a sé stessa. Inspirò a pieni polmoni quell'aria sporca, tentando di far passare i tremiti che la colpivano, assieme al dolore alla testa che non voleva saperne di attenuarsi.
Con gli occhi smeraldo guardò tutta la stanza, in cerca di qualcos'altro che le facesse ritornare i suoi ricordi, ma tutto sembrava vano. Sofferente per i dolori continuò a camminare portandosi al piano di sopra, dove una camera dai colori tenui e un tocco giovanile attirò la sua attenzione.
Vi entrò ed altri ricordi la fecero inginocchiare, tenendosi la testa: 

Una ragazzina sedeva davanti ad un computer, scrivendo su un file di testo, quando una donna dai capelli Verdi, simile ad essa, entrò nella camera "Evelin, come mai non sei uscita con le tue amiche?" Chiese un po' preoccupata " Mamma lo sai che devo studiare, uscirò quando il periodo d'esame sarà finito.." sbuffò la più piccola "Ok.." sospirò sconsolata la madre "..ma non voglio che tu rimanga ad ammuffire dietro ai libri."

Linxeve si riprese un poco da quel flashback, ricordandosi ancora di più della sua vita da studentessa: non era il tipo di ragazza a cui piaceva uscire e rientrare tardi la notte; a differenza delle sue coetanee era molto tranquilla. Spesso questo la faceva sentire diversa, ma la sua ambizione era davvero grande e sapeva che con quei sacrifici avrebbe raggiunto i suoi obiettivi.
Il numero XVI sorrise tra sé, osservando la sua vecchia stanza "Ero davvero ostinata..".

Eppure, pensava, tutti quei ricordi non erano tristi.. com’era diventata un Nessuno, se la sua vita sembrava essere così serena?
Osservò ancora un attimo la sua camera, ancora piena della sua vecchia identità, prima di uscire chiudendo la porta, cercando di lasciarsela alle spalle. Quella sua prima missione sembrava non voler avere una fine, eppure i suoi colleghi ci avevano messo probabilmente meno di lei.
Mentre pensava ad una soluzione si trovò di fronte ad una porta, che probabilmente conduceva ad un’altra camera da letto. Quando aprì la porta fu sopraffatta dai dolori che la affliggevano ed ebbe quasi la sensazione di svenire.

Evelin teneva stretta la mano della madre con la sua, mentre con gli occhi pieni di lacrime fissava il vuoto. Per i medici era già ignaro come la donna si fosse ammalata, ma la cosa che sembrava ancora più inspiegabile era quella malattia, che poco a poco si era portata via tutta la vitalità di quella splendida donna. Erano passati forse dieci minuti da quando la ragazza dai capelli verdi si trovava in quello stato di trance, da quando, con esattezza sua madre l’aveva salutata per l’ultima volta con un dolce sorriso, dicendole di non arrendersi mai.
 

Respirava forte ora, il Numero XVI, mentre qualcosa di bagnato le scendeva sulle guance. Non provava tristezza, quello era un semplice ricordo, ma tutti i suoi ricordi strazianti, che poco a poco le riaffioravano dalla mente, la facevano sentire debole. Tutta la depressione e l’angoscia che aveva provato quando ancora aveva un cuore, quel miscuglio di disperazione e solitudine la fecero rabbrividire.
Aspettò che il suo respiro si regolarizzasse, prima di alzarsi “Avrei dovuto essere più forte, sia per me, che per lui..” sussurrò piano al letto abbandonato, dove la madre l’aveva lasciata. Tutta la sua vita passata le era chiara, ormai, e l’unica cosa sicura per lei era che non avrebbe più voluto metter piede in quella casa.
Forse aveva fatto il passo più lungo della gamba, pensava. Era decisa a salvare la vita delle persone, dopo la malattia della madre, ma tutto il peso che aveva addosso, tutte le sue responsabilità, l’avevano fatta chiudere in sé stessa, abbandonandosi alla solitudine. Se fosse stata più forte, forse, ci sarebbe riuscita.. forse non si sarebbe arresa. Aveva avuto un’altra opportunità che non avrebbe sprecato. Tutto quello che doveva fare ora, era collaborare con l’Organizzazione e riprendersi il suo cuore.

 

 

 

 

 

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Buonsalve a tutti!
Dopo anni sono tornata con un nuovo capitolo, anche se non so se ne sia valsa l’attesa :c
Mi scuso per il ritardo, e mi scuso già perché il prossimo capitolo potrà arrivare tra mesi, ma la mia ispirazione è  molto vacillante. In più ho avuto la maturità a luglio, quindi ho passato l’anno a pensare a questo e non alla scrittura. Mi sono presa una grande pausa, ma voglio continuare a scrivere, perché è una passione che mi porto dietro da anni!
Stavo andando leggermente OT, quindi.. spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
Alla prossima, RoxxyNeko.

 

 

 

 

 

RECENSIONI:

Lizzie Sora: e io mi scuso per il ritardo del capitolo!
Jekax sarebbe felice di guidare questa lotta contro i folletti dei capelli assieme a te u.u
Nha, non conosce Jack, ma probabilmente il padre si, chi lo sa, magari si incontreranno.
Grazie per aver recensito capo *^* sono felice che apprezzi!

 

   
 
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