Videogiochi > Minecraft
Segui la storia  |       
Autore: itachiforever    19/11/2015    1 recensioni
Dal capitolo 1
“Sono già passati mesi dal mio arrivo, ma ricordo ogni singola cosa sia successa da quel giorno come se fosse passato solo qualche minuto. Non so ancora come andrà a finire questa storia. Ho deciso di scrivere tutto dal principio, non si sa mai dovessi fare una brutta fine…magari qualcuno troverà questo libro e cercherà di portare avanti la mia causa. Mi chiamo Sasha, ho 17 anni e questa è la storia di come sono arrivata qui, a Minecraft, e di come sono diventata “Colei che porterà l’ordine”.”
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avviso pre-capitolo: maledico il formato sballato con cui mi esce il testo come prima cosa, come seconda vi annuncio che ho deciso di raccontare ciò che Sasha scrive sul libro come un flashback (perché lo è in effetti…), ovvero ciò che lei ricorda mentre scrive. Così spero di riuscire a scrivere meglio le descrizioni dei fatti e le emozioni di Sasha, dato che nel libro che sta scrivendo non le esplicita molto per scelta sua u.u. Spero di essermi spiegata bene…O-O
Buona lettura! :3




Capitolo 3
Passai fuori un’intera notte, approdando sulla spiaggia di un deserto che si estendeva a perdita d’occhio.                                                                      Ci misi due giorni e un’altra notte per riuscire a superarlo, senza incontrare anima viva, neanche qualche animale. Solo qualche cactus, che raccolsi, e i vari mob notturni che cercavano in tutti i modi di farmi fuori, chi con frecce, chi a morsi e chi con le esplosioni. Per tutto quel tempo non mi fermai mai per dormire, volevo andare via da quella distesa di sabbia il prima possibile. Mangiai un po’ di pollo e feci piccole soste per riposarmi e guardarmi in torno, solo durante il giorno ovviamente.                                                                                                                                                                   Quasi alla fine della seconda notte riuscii ad arrivare alla fine del deserto, trovando una foresta pluviale con alte mangrovie.                                     Mi fermai poco dopo essere entrata nella foresta, evitando il più possibile i contatti con i mob, e decisi che per esplorare la zona avrei aspettato l’alba. Mi arrampicai sull’albero e riuscii a vedere il mare, non troppo distante da dove mi trovavo.                                                                          Quando fu il momento e la maggior parte dei mob furono andati via, mi misi in cammino per riuscire ad arrivare al mare, di nuovo.                              Non trovai niente di interessante, oltre la legna e alcuni semi di cacao, così quando arrivai alla piccola spiaggetta ricominciai a navigare verso quella che sembrava un’altra foresta di mangrovie.                                                                                                                                                                     Arrivai sulla sponda che era appena calato il buio. Mi avvicinai ad una piccola caverna naturale, assicurandomi che non fosse già occupata da qualche entità ostile, e la illuminai per bene, chiudendola con un muro di legna e lasciando un piccolo buco per poter controllare fuori. Costruii un letto e finalmente, dopo tutto quel tempo, riuscii a farmi una bella dormita. Ricordo che prima di addormentarmi mi chiesi se tutto quello non fosse solo uno strano sogno. Magari mi sarei svegliata nel mio letto, a casa mia. Avrei pensato di aver giocato troppo, di essermi fissata eccessivamente e ci avrei fatto una risata sopra. L’idea di quello che è successo dopo non mi avrebbe mai neanche sfiorato la mente…                                                                 La mattina mi svegliai un po’ triste, constatando che ero ancora su Minecraft. Se non sbaglio era il quinto giorno.                                                   Decisi che questa volta avrei esplorato la spiaggia, per poter capire subito se mi trovavo su un’altra isola o meno.                                                    Uscii dalla piccola grotta e mi incamminai, trovando poco dopo un golfo piuttosto grande. Sulla spiaggia si apriva una grande caverna naturale, il cui ingresso creava una voragine nella sabbia.                                                                                                                                                                      Mi avvicinai un po’ e vidi che poco distanti dall’ingresso c’erano del ferro e del carbone. Il ferro mi sarebbe stato utile, così andai a prenderlo senza timore, dato che il punto dove si trovava era illuminato dai raggi del sole. Sfortuna volle che uno scheletro aveva deciso di farsi una gitarella proprio lì, obbligandomi e tirare fuori la spada. Mi beccai un paio di frecce, ma riuscii ad eliminarlo. Ma per farlo avevo dovuto avvicinarmi a lui, e quindi all’interno della caverna, dove una coppia di zombie aveva pensato di potermi usare come pranzo. Eliminai a fatica anche loro, addentrandomi ancora di più e riuscendo solo ora a sentire il verso di un enderman.                                                                                                                                     Illuminai la caverna e vidi che era ben fornita di cunicoli. Mi armai di torce e piccone di pietra, raccogliendo una bella quantità di carbone e ferro. Trovai anche un canyon interno, con un fiumiciattolo e una cascata di lava.                                                                                                                      A quanto pare quella caverna piaceva molto agli scheletri. Saltavano fuori ad ogni angolo e mi riducevano ad un porcospino. Ora posso affermare per esperienza che levarsi una freccia dal sedere fa veramente male.                                                                                                                                     Non mi piace doverlo ammettere, ma ci stavo prendendo gusto a tirare fendenti a destra e a manca con la spada o il piccone, anche se mi muovevo in modo ridicolo e spesso i colpi me li beccavo io.
Non so bene il perché, ma qualcosa mi spingeva ad addentrarmi sempre di più nella caverna, ad esplorare ogni angolo più nascosto, per riuscire ad ottenere più materiale possibile. E questa strana necessità mi portò via altri due giorni, passati dentro la caverna, senza uscire o dormire, mangiando solo quando la fame si faceva insopportabile.                                                                                                                                                          Quando finalmente uscii, la mattina del sesto giorno, posizionai all’ingresso la fornace, fondendo il ferro in lingotti, coi quali riuscii a fare un’armatura complita, una spada e un piccona, dato che quelli in pietra mi avrebbero abbandonato da un momento all’altro.                                                                                                                                                                                                                             Avrei detto che le armature erano scomode, invece lasciavano abbastanza libertà di movimento e non erano neanche troppo pesanti…forse era arrivato il momento di smetterla di farmi domande del tipo “come riesco a far entrare una barca in uno zaino che porto in spalla?”.                            Mi addentrai nella foresta, trovando delle angurie e delle pecore, che questa volta, con sollievo mio e maggiormente loro, non fui costretta ad uccidere.                                                                                                                                                                                                                     Poco più lontano, ecco un altro de misteri di Minecraft: maiali sugli alberi.                                                                                                                     Ad un certo punto la foresta di mangrovie si interruppe, lasciando il posto alla pianura, dominata da un gruppetto di mucche, e dopo di quella ad una foresta di abeti, dove trovai delle zucche, con quella faccia intagliata sopra, e decisi che mi sarei creata un rifugio lì per quel momento.               Costruii una piccola casetta di blocchi di pietrisco e di terra 5x5 e di tre blocchi di altezza, con una porta di legno e senza finestre. Illuminai l’interno con una torcia e posizionai letto, banco da lavoro, fornace e chest.                                               
Uscii un attimo per controllare la situazione e fortunatamente, anche se era appena arrivata la sera, l’unico essere vicino a me era una mucca solitaria che brucava sotto un albero. Rientrai e misi tutto ciò che avevo nello zaino in chest, lasciando dentro solo una zucca, in caso avessi incontrato un enderman, le spade, i picconi, l’ascia, la legna, le torce, un po’ di carbone e gli ultimi pezzi di carne. Mangiai una fetta di anguria e poi andai a dormire.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Minecraft / Vai alla pagina dell'autore: itachiforever