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Autore: VvFreiheit    21/11/2015    4 recensioni
Serie di One-shot incentrate su Mika e Andy, piccoli scorci di vita quotidiana di un artista e del suo bel ragazzo tratte da spunti di vita reale.
Da un capitolo: È per questo che mi ami!" Esclamò allora Mika sorridente, citando le parole del biondo.
"È per questo, e mille altre ragioni, che ti amo..." Concluse congiungendo le labbra alle sue in un intenso bacio salato, mentre il cielo blu ed il mare li osservavano in silenzio.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Londra, novembre 2015 -


“Per oggi abbiamo finito, a domani!”

Quelle parole pronunciate dal capo produzione della della BBC, fecero sorridere un po’ tutti. Anche per quel giorno i numerosi componenti dello staff avevano avuto il via libera, per poter tornare alle loro case dalle loro famiglie, dopo diverse ore di lavoro trascorse in quello studio televisivo.

“-1 giorno al week-end!” trillò vittorioso Aron, arrotolando i cavi della costosa cinepresa dietro alla quale aveva sapientemente lavorato anche quel giorno.

Andy sorrise togliendosi le cuffie e sistemandole ordinatamente sul ripiano appena sotto la sua videocamera. “Già, meno male!” rispose poi al giovane collega di qualche anno più vecchio, osservandolo nel suo lavoro.

“Fuggo che sono già in ritardo per la cena! Ci vediamo domani mattina.” lo salutò con un cenno della mano ed un sorriso entusiasta, prima di prendere la via del dietro le quinte in cerca del suo cappotto.

Andy rispose con un semplice “A domani” temporeggiando e approfittandone così per dare una minuziosa ripulita alle costose lenti della cinepresa.

Sapeva che se non si fosse sbrigato, uscire e mettersi al volante per rientrare a casa, avrebbe significato rimanere imbottigliati nel traffico per una buona mezz’ora, ma riflettendo su ciò che aveva in programma per la serata, si ritrovò a pensare che restarsene chiuso in macchina una 30ina di minuti buoni, non gli avrebbe fatto né caldo né freddo, anzi… per un attimo trovo che l’idea non gli dispiacesse più di tanto.

“Mika è ancora via, sbaglio?” chiese Anne, avvicinandosi a lui da in fondo allo studio, mentre velocemente si abbottonava la lunga giacca in finta pelliccia e si calcava in testa un morbido cappello, della stessa sfumatura di grigio.

Il greco si limitò a sorriderle. Si conoscevano ormai da alcuni anni e tra loro vi era un bel rapporto di amicizia sincera. La giovane inglese conosceva gli atteggiamenti del collega; sapeva che se quest’ultimo appena ricevuto il via libera sistemava le cose di gran fretta, lo faceva perché a casa c’era chi lo avrebbe atteso per cena.

Se al contrario come quella sera, se la prendeva con calma, ordinando anche ciò che già era perfettamente a posto, significava che nella spaziosa casa a tre piani a sud-est di Londra, non avrebbe trovato nessuno, se non 2 cagnoline affamate, nella migliore delle ipotesi.

“Sia Mika, che Melachi, che Amira!” le rispose infatti, alludendo al fatto che in quel periodo, perfino le due fedeli quadrupedi fossero appresso al cantante, in viaggio per l’Europa.

“Solo e abbandonato…” lo prese in giro bonariamente Anne, lasciandogli un buffetto sulla guancia. “Stasera ho un impegno, una delle prossime organizziamo una cena anche con gli altri dai…” propose poi, ricevendo uno sguardo di ringraziamento da Andy corredato da un “Perché no? Volentieri!”   

“A domani!” lo salutò poi la donna, prima di correre via di fretta.

Sempre lentamente, il giovane regista si recò verso il corridoio, svogliatamente staccò la giacca grigia dall’attaccapanni e raccolte le sue poche cose, si avviò verso l’uscita, salendo in macchina, maledicendo la tipica serata novembrina londinese caratterizzata da pioggia e nebbia fitta.

Avviata la macchina e fatti un paio di chilometri, si ritrovò come previsto imbottigliato in una lunga coda, resa ancora più lenta dal maltempo.

La radio stava annunciando altri 3 giorni di brutto tempo e mentre l’ennesimo semaforo diventava rosso appena di fronte a lui, la trasmissione radiofonica venne interrotta da una chiamata in arrivo che venne immediatamente amplificata dall’impianto audio della vettura.

Non sapeva nemmeno dove fosse il cellulare e dal momento che l’apparecchio da cui il suono fuoriusciva era abbastanza datato e non mostrava il nome della persona in rubrica, non aveva idea di chi avrebbe risposto al suo “pronto?”.

“Andy ciao! Sono Julian.” la voce che arrivò alle sue orecchie gli fece roteare gli occhi e lo fece sbuffare, silenziosamente, come minimo il suo amico di vecchia data lo avrebbe invitato a qualche festa noiosa che da anni organizzava e alla quale aveva partecipato solo una volta, dopo aver perso una scommessa con Mika.

“Ciao!” rispose telegrafico “Dimmi.” chiese sperando di non udire esattamente ciò che invece dalle casse fuoriuscì. “Sabato do una festa da me… Ti va di partecipare??” il tono entusiasta di Julian gli dava quasi sui nervi.

“Senti Julian, io…” iniziò a comporre la scusa “dai Andy non dirmi di no un’altra volta” lo implorò quasi il coetaneo “oh… scusa ho una chiamata importante in attesa. Ti richiamo io tra un secondo ok??” disse interrompendosi. Il biondo non fece in tempo a dirgli di non perdere tempo a richiamarlo perché non aveva nessuna intenzione di partecipare, che il ragazzo aveva già riattaccato.

La radio tornò a farsi sentire, trasmettendo una canzone dei Muse che adorava. Alzò il volume per contrastare il rumore della pioggia battente sul tetto ed iniziò a canticchiarla.

Proprio quando il ritornello stava per cominciare, ci fu un’altra interruzione.

Sbuffando stavolta sonoramente e producendosi in un “eccheppalle!” accettò la chiamata, pronto a chiudere la faccenda con Julian il più celermente possibile.

“Senti Julian, sabato ho da fare, ho un appuntamento importante di lavoro e finirò tardi, poi credo sarò troppo stanco per raggiungervi, quindi ti ringrazio ma declino l’invito.” spiegò velocemente senza dare all’interlocutore spazio per una qualsivoglia replica stando poi in attesa della solita noiosa ramanzina dell’amico.   

“Buona a sapersi…” rispose la voce dall’altro capo del telefono.

Invece di una smorfia seccata però, sul viso del trentenne si aprì un bellissimo sorriso, mentre una mano finiva sulla fronte, in un rimprovero autoinflitto.

“Hey sweetheart!” rispose poi velocemente, decisamente contento di udire quella voce calda e vellutata.

“Come hai potuto dare buca a Julian per l’ennesima volta? Lo sai che non si fa!” lo ammonì scherzosamente Mika, ridacchiando alla faccia che sapeva Andy avrebbe assunto.

“Per favore… Piuttosto vado frate!” asserì quasi seriamente Andy, ripartendo al verde del semaforo.

“No no no, alt! Mi servi ancora per qualche tempo.” alzò appena la voce e mise subito le mani avanti il ricciolino, facendo ridere il compagno.

“Tu sei un approfittatore! Vuoi solo quello da me!” lo riprese Andy, provocandolo con una chiara allusione, che venne colta immediatamente.

“Beh sì anche…” ammise infatti la voce ora più bassa e birichina. “Com’è andata la giornata? Stai tornando? Sento i clacson…” continuò poi indagando.

“Lunga ma è finita. Si, c’è un casino pazzesco, piove da due giorni e pioverà ancora almeno per altri tre. Uff” sbuffò il greco, rimpiangendo il novembre dell’anno precedente, trascorso per lavoro in Grecia, dove poteva passeggiare quasi in maniche corte in certe giornate come quella, d’autunno inoltrato.

 “Qui nuvoloso ma non male come temperatura.” spiegò Mika, osservando fuori dalla finestra le luci calde di Milano. “Cosa prevede la serata?” chiese successivamente, curioso.

“Hmm…divano e tv suppongo” confessò con una punta di nostalgia nella voce, svoltando a destra a poche centinaia di metri da casa. “Tu?” chiese dopo.

“Idem credo… Ho finito di lavorare anche io per oggi, non mi sembra vero di avere la serata libera. Se solo non ci fossero mille km tra me e te…!”. Mika esternò la sua nostalgia in maniera palese e quasi tagliente.

Andy si morse un labbro, cercando di non pensare a quella situazione non sempre facile e poi arrivato davanti casa, spense il motore, restando in ascolto.

“Sei arrivato?” chiese la voce dall’altra parte, avendo sentito il costante rumore del motore cessare all’improvviso.

“Sì” rispose solamente il ragazzo, togliendo le chiavi dal quadro. “Ti lascio andare a cena allora.” gli disse Mika con un filo di malinconia.

“Si…. Penso opterò per panino e quello che mi è rimasto in frigo” rispose Andy, che di cucinare quella sera aveva tutto fuorché voglia, ricordandosi tra l’altro di essersi dimenticato di passare al supermercato.

Ci fu una pausa dall’altro capo della linea e poi un “Ci sentiamo più tardi.” fu ciò che udì.

Si salutarono e poi il greco, aprendo l’ombrello tempestato di farfalle, certamente di Mika, uscì sotto la pioggia battente e velocemente entrò dal portoncino.

Messo piede nella grande casa vuota, si chiuse la porta alle spalle con un calcio, abbandonando l’ombrello gocciolante appena oltre la soglia.

Il cellulare squillò di nuovo proprio in quel momento, lo recuperò dalla tasca della borsa e leggendo il nome di Julian sul display lo lasciò suonare a vuoto. Gli avrebbe mandato un messaggio più tardi.

Stanco dalla giornata e senza alcuna voglia di far nulla, si cambiò e preso uno yogurt dal frigorifero si distese poco compostamente sul divano, accendendo distrattamente la tv.

Non passarono nemmeno 10 minuti, che qualcuno suonò alla porta.

“Uff” sbuffò il ragazzo, costretto controvoglia ad alzarsi dal comodo divano.

Sperava solo che non fosse Julian, venuto di persona a pregarlo di partecipare alla sua dannata festa.

Quando aprì la porta però, si trovò di fronte un grondante signore delle consegne, di verde e bianco vestito che sotto un ombrello malconcio gli annunciava di avere una consegna per lui, mostrandogli due borse della spesa penzolanti dalla sua mano libera.

Andy lo osservò un attimo “Scusi?” chiese interdetto osservando lo strano signore.
“Signor Dermanis giusto?” chiese l’omino a conferma, dando un secondo sguardo al numero civico della casa.

“Sì, sono io ma… ” chiese venendo interrotto dal ragazzo “Ok, allora questo è per lei. Già pagato. Buona serata.” si congedò, lasciando le borse in mano al ragazzo e fuggendo via velocemente, cercando di evitare di infradiciarsi ulteriormente.

Andy ancora stranito, entrò in casa con le borse e andò in cucina, posandole sul tavolo e sbirciandovi dentro. Mentre stava analizzando il contenuto, il cellulare squillò di nuovo. Andò in salotto a recuperarlo e rispose alla chiamata Facetime del suo fidanzato.

“Heylaa! Arrivato niente??” chiese Mika con voce squillante non appena rispose, strillando dall’altro lato del telefono e sorridendogli fin troppo eccitatamente tramite la piccola videocamera interna dello smartphone.

Andy fece velocemente due più due. “Cosa…?” chiese non riuscendo a formulare una domanda precisa, aggrottando le sopracciglia. Nemmeno lui sapeva cosa chiedere esattamente. Quello strano personaggio del suo ragazzo doveva averne inventata un’altra delle sue.

“Vedere…?” chiese Mika raggiante, facendogli capire di mostrargli ciò che gli era stato recapitato.

Andy si spostò in cucina e puntò la fotocamera esterna del telefono, togliendo una per una le cose dalle borse e appoggiandole sul tavolo, analizzandole nel frattempo.

“Direi che c’è tutto!” trillò contento il ricciolino, osservando dallo schermo dell’iPhone ciò che giaceva ora sul tavolo di marmo bianco della sua casa londinese.

“Ti dispiacerebbe rendermi partecipe di questa diavoleria?” chiese il biondo tornando a mostrarsi in video al moretto in cerca di spiegazioni.

“C’è questa nuova app di un negozio online che ti permette di fare shopping, comprare qualunque cosa e spedire tutto a casa in tempo reale.” spiegò il trentaduenne sorridendo fiero della sua nuova scoperta.

Andy non poté che sorridere stupito. “Hai fatto shopping online da Milano e hai fatto recapitare le cose qui a me?” chiese verificando di aver compreso tutto, osservando intanto l’espressione compiaciuta di Mika, tipica di quando era orgoglioso di una sua creazione o una sua idea.

“Esattamente!” confermò il ragazzo con un enorme sorriso, muovendosi per le stanze dell’appartamento milanese col telefono in mano.

Andy scosse la testa contento di quella inaspettata sorpresa, poi scrutando meglio ciò che Mika gli aveva fatto recapitare a casa, la domanda venne spontanea.

“E tu ha in mente qualcosa in particolare, giusto?” chiese fissando lo schermo del cellulare improvvisamente bianco.

“Esattamente!” la risposta era identica a poco prima, ma la voce che poteva sentire era lontana e quel candore che stava osservando, velato da una luce giallognola, era quasi sicuro fosse il soffitto della cucina.

“Che fine hai fatto?” Chiese infatti, osservando di nuovo il cellulare posto di fronte al suo viso.

Una mano entrò nell’inquadratura e poi la faccia sorridente di Mika ricomparì mostrando poi ciò che aveva appena tolto dal frigorifero, appoggiato ora sul suo tavolo della cucina milanese, in modo analogo a come appariva il ripiano in marmo un migliaio di chilometri più a nord.

Andy non poté che sorridere intuendo quello che quella situazione poteva implicare.

“Pollo alle verdure! Lo cuciniamo insieme??” chiese il moro gioioso, fissandolo attraverso il piccolo schermo e riconoscendo quello sguardo di affettuosa gratitudine che ben conosceva, raffigurato sui lineamenti dolci del biondino. 

“Solo tu…” gli rispose omettendo il resto della frase che in tanti anni gli aveva detto qualche centinaio di volte se non di più. Solo lui poteva inventarsi certe cose!

La risata fanciullesca di Mika riempì gli ampi spazi vuoti di quelle quattro mura e gli scaldò il cuore nel profondo. “Ti chiamo con l’iPad che è meglio!” lo avvertì, poi prima di schioccargli un bacio per telefono e interrompere la chiamata.

Andy scosse la testa sorridendo ancora incredulo, la sua serata stava avendo una piacevolissima inversione di rotta che non si sarebbe immaginato nemmeno nei suoi sogni più fantasiosi. 

Fece mente locale sul luogo in cui aveva riposto il tablet il giorno precedente, ma prima che potesse ricordarsene, il trillo della chiamata Facetime in arrivo glielo fece localizzare senza ulteriori sforzi.

Dalla mensola sopra la sua testa, in parte ai barattoli del sale e del caffè, reperì l’aggeggio tecnologico che Mika adorava usare per cucinare, essendosi affezionato ad un paio di siti di cucina da cui trovava e copiava ricette più o meno discutibili, accettò la chiamata e lo posiziono sul ripiano accanto ai fornelli, da dove si poteva vedere quasi tutta la cucina.

“Ok meglio!” esclamò il moro, sistemando allo stesso modo il suo iPad su una mensola, in modo tale che Andy potesse osservare tutto ciò che di lì a poco avrebbe incominciato a fare.

“Allora…. Padella!” esclamò con fare professionale Mika, brandendo una padella di acciaio lucente e nuova di pacca, e mostrandola all’obiettivo del tablet. “Ah non te l’ho detto! Ieri sono andato a fare shopping di padelle in centro a Milano! Ho speso un capitale ma sono una figata!” lo informò il giovane, ricordandosi di non aver aggiornato Andy su quell’importante sviluppo casalingo.

Il greco rise a quell’affermazione entusiasta. Poteva sembrare strano pensare a come una persona costantemente in giro per il mondo, trovasse eccitante andare a comprare un nuovo set di padelle per la casa e sicuramente lo era, per chi non conosceva quello strano esemplare di essere umano americano-libanese.

“Eh no eh! Non ti sei ricordato di dirmi una cosa così importante..! Sono offeso!” scherzò il trentenne, aprendo la credenza accanto al forno e recuperando una padella della grandezza del pollo.

“Scuuusa! La prossima volta le compro in videoconferenza con te!” si scusò quest’ultimo giocando con lui.

“Quella padella è troppo piccola!” Lo riprese poi notando ciò che aveva in mano. Andy guardò la padella e poi il pollo.

“Prendine una più grande ti dico!” Mika interruppe i suoi ragionamenti bacchettandolo con aria professionale, a cui il più giovane diede ascolto.

“Questa va bene chef??” chiese Andy dopo averne presa una più grande, mostrandola alla video camerina e sfottendo il compagno nel frattempo.

“Bene!” confermò con un pollice alzato e un sorriso soddisfatto, da Milano.
Mika aveva imparato una nuova ricetta, solo qualche giorno prima in Francia, e aveva deciso di provare a replicarla.

Quando solo meno di un’ora prima, aveva chiamato Andy all’ora in cui sapeva avrebbe finito di lavorare ed aveva intuito dalle sue parole più o meno esplicite, che la sua serata sarebbe stata costituita da cibo spazzatura, tv e divano in solitudine, aveva deciso su due piedi che non gli avrebbe permesso di passare una serata di quel tipo, probabilmente l’ennesima in quel periodo.

Velocemente il suo animo creativo aveva trovato una bizzarra soluzione.

Ricordandosi di aver sentito da un amico inglese di un’applicazione, neanche tanto nuova, che ti permetteva di fare la spesa online e recapitarla a domicilio, aveva deciso di testarne l’efficacia e far pervenire a casa sua a Londra, tutto l’occorrente per la cena che stava per preparare in Italia, coinvolgendo così anche Andy in quella serata libera che entrambi condividevano, anche se a parecchie miglia di distanza.    

La cosa sembrava funzionare… Grazie alla tecnologia di due tablet, potevano godersi la rispettiva presenza e compartire un momento spensierato.

Joannie ogni tanto compariva in cucina, osservando a distanza come procedeva la preparazione, ma senza mai mettere becco in ciò che suo figlio ed il suo fidanzato stavano facendo, concedendogli un po’ di intimità di coppia, anche in quel contesto così peculiare.

Mezz’oretta più tardi, il pollo stava rosolando in padella e le verdure erano state tagliuzzate, sotto l’occhio attento di Chef Penniman, in tocchetti più o meno grandi, pronti per essere aggiunti alla carne.

“Prossimo passo?” chiese Andy, finendo di tagliare l’ultima carota sul tagliere di legno e radunando quindi patate, sedano, carote e cipolle in un mucchietto ordinato sul piatto che aveva accanto a sé.

Mika fece lo stesso e poi prendendo il contenuto del piatto, fece scivolare in padella insieme al pollo tutti i cubetti ordinatamente spezzettati, mischiandoli affinché aderissero bene al piano di cottura.

“Giù insieme al pollo!” spiegò infatti mostrando al compagno, che velocemente compì la stessa azione, capendo in quel momento l’ammonizione di prima circa la padella di maggiori dimensioni. 

“Che profumino!” condivise Andy, annusando l’aria ricca di diversi odori che ora riempiva la casa vuota, mentre con un cucchiaio di legno mischiava il contenuto della padella e buttava uno sguardo al tablet, da cui poteva vedere Mika compiere la stessa identica azione.

“Ora vino bianco!” spiegò nuovamente il ragazzo, prendendo dalla bottigliera a rombi in legno, sistemata in un angolo della spaziosa cucina, il primo che gli capitò sottomano.  

Andy si voltò e raccolse dal tavolo la bottiglia che Mika gli aveva fatto recapitare a casa, notando con un pizzico di orgoglio la buona qualità di quel prodotto, e armeggiando poi con il tappo in sughero.

Quando riuscì nel suo intento, Andy notò come il suo ragazzo avesse già provveduto a versarne una generosa quantità in padella, facendo sì che le verdure venissero quasi coperte dal liquido dalle venature dorate. “Così tanto?” chiese un attimo perplesso il biondino, osservando la sua padella e quella di Mika con fare scettico.

“Sì, deve formare una specie di zuppetta.” chiarì il riccio, mischiando ed alzando di poco il fuoco. Prese di nuovo la bottiglia e ne aggiunse un altro piccolo sorso, appoggiando poi la bottiglia a poca distanza dal tablet.

Andy fece come gli era stato detto e sparse una buona dose di vino su tutte le verdure, alzando poi gli occhi verso l’iPad per conferma.

Quando i suoi occhi incontrarono la bottiglia ormai quasi vuota, finita davanti alla telecamera dell’apparecchio, da conoscitore di vini quale era, gli venne spontanea una domanda.

“Scusi una cosa Chef… Non vorrei contraddirla, ma non le sembra che quel vino fosse un filino troppo pregiato per il destino a cui lei lo ha destinato?” chiese con una punta di ironia e un vago presentimento nella voce.

Andy vide la bottiglia sparire da davanti l’obiettivo nella mano di Mika e poco dopo udì un “Porcaccialamiseria!!” fuoriuscire dai piccoli altoparlanti del tablet.

A quell’esclamazione, il greco non riuscì a trattenere una risata. Il suo presentimento era giusto. Mika non aveva idea di che vino avesse appena versato a condimento del pollo e verdure.

“Quella bottiglia costa minimo 50 euro…” infierì Andy, mischiando intanto la pietanza dall’aspetto decisamente invitante e buttando un occhio all’espressione mortificata del libanese, attraverso lo schermo.

“Non me lo potevi dire prima??!” esclamò il ragazzo, quasi incolpando il povero londinese di quella sua svista, posando la bottiglia sul ripiano.

Andy rise e poi ne sparò una delle sue. “Ti facevo più sveglio Mik!” prima di scoppiare in una grassa risata, alla vista dell’espressione corrucciata e quasi incavolata del ricciolino.

Joannie entrò in quel momento in cucina, e avendo sentito il battibecco tra i due, sostenne il genero, senza pensarci due volte: “1 a 0 per Andy!”

Mika incrociò le braccia e aggrottò le sopracciglia. “Grazie mamma! Sempre gentile!” rispose quindi in tono offeso, mentre sia lei che Andy se la ridevano beatamente.

“Il lato positivo è che la vostra zuppetta sarà molto meglio della mia…” intervenne Andy venendo colpevolmente in aiuto dello “chef”.

“Ci puoi giurare!” confermò orgogliosamente Mika a quel punto, lanciando uno sguardo severo ad entrambi.

Il pollo a le verdure continuarono a rosolare in padella e quando fu tutto pronto, i tablet vennero spostati sulle rispettive tavole dove gioiosamente Mika, Andy e Joannie cenarono insieme, convivialmente.

Finito il pasto, i due ragazzi si salutarono e ognuno sbrigò le faccende di casa, andando a coricarsi entrambi con il sorriso sulle labbra.

 
- Qualche giorno più tardi –

Andy si recò ad aprire, curioso di vedere chi avesse suonato al suo campanello di casa. Quando aperta la porta si ritrovò davanti per l’ennesima volta l’omino di verde e bianco vestito, sospirò, ringraziandolo e lasciandogli una banconota da 5 sterline di mancia.

Portò la borsina della spesa in cucina e ne estrasse il contenuto sul tavolo: un giochino a forma di osso per Amira e Mel, -l’ennesimo!-; un cucchiaio di legno col manico a forma di paperella “ma che cos….”, continuò:
una coperta bianca con dei gufi colorati e pom pom ovunque, il sapone per i piatti, che effettivamente gli serviva e altre due cianfrusaglie che non riuscì subito a capire a cosa servissero.

Immediatamente compose il numero di Mika e fece partire la chiamata.

“Hey, arriv…” rispose dopo il secondo squillo chiedendogli per l’ennesima volta se tutto fosse arrivato a destinazione. “Mika BASTA!” lo interruppe immediatamente il biondo in tono quasi serio.

Da quando alcuni giorni prima aveva scoperto quel servizio, il libanese ora a Parigi ora a Milano, ci aveva preso gusto a mandargli a casa a tutte lo ore del giorno, robe di qualunque tipo, spesso inutili e al limite del ridicolo.

“Ma…” cercò di parlare il ragazzo che venne però nuovamente interrotto. “Un cucchiaio di legno a forma di paperella?? E poi non dirmi che la coperta coi pom pom ci serviva davvero… Cosa sono quei due cosi verdi in plastica poi??” commento a raffica il greco che non sapeva più dove mettere quelle mille cosa inutili.

“Quella specie di forchetta lunga serve per grattarsi la schiena, carina no??” gli spiegò festante come sempre. Andy si passò una mano in viso incredulo.

Quell’applicazione era diventata la sua ultima mania, la sua droga.

“Carina sì, ma adesso ti prego smettila o giuro che impilo tutte queste cose nel tuo studio!” minacciò Andy che sapeva quanto quella stanza fosse luogo sacro ed intoccabile.

“Uffiiii” si lagnò il trentaduenne, facendo sorridere Andy.

“Ok…” asserì poi con aria abbacchiata.

“Bravo bimbo, ti sei guadagnato una caramella!” lo prese in giro Andy ridacchiando.
“Stronzo!” lo bacchettò Mika, prima di salutarlo, il lavoro chiamava.

Il biondo lasciò il telefono sulla mensola e sistemò quell’ammasso di oggetti inutili, sperando poi che quel bambinone che si ritrovava per ragazzo, riuscisse a passare almeno due giorni ascoltando le sue preghiere, perché sapeva che di più non sarebbe di certo riuscito.     
     

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Buongiorno!
Rieccomi!
http://www.quotidiano.net/mika-canzoni-1.1480251
Qui c'è l'intervista dove Mika parla di questa app di shopping online, attiva in Inghilterra che lui a quanto dice, usa per spedire cose a casa sua a Londra, a Andy.
La lampadina della creatività, si è accesa nel momento esatto in cui ho letto quella frase.
Et voilà!
Auguro a tutti voi una buona giornata e ringrazio in anticipo coloro che spenderanno due parole a dirmi cosa pensano di questa storiella!
Bye! Vv
  
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