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Autore: isa chan    21/11/2015    2 recensioni
Giulia ed Elena hanno la stessa età e frequentano la stessa scuola.
Giulia è una ragazza libertina, coraggiosa e trasgressiva. Adora giocare con la play station, ascoltare musica e leggere fumetti.
Elena una ragazza sognatrice, gentile e altruista. Adora andare a scuola, leggere libri e fare nuove amicizie.
Tra banchi di scuola, compiti a casa, feste e ragazzi, due ragazze così diverse scopriranno il vero significato dell'amore.
NOTA: capitolo 13 revisionato e rating cambiato in arancione.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 7 - INNAMORAMENTO
La mattina dopo entrambe le ragazze andarono a scuola, ma non erano affatto tranquille: Giulia si vergognava di quello che aveva fatto ed Elena si sentiva confusa.
“E adesso come dovrò comportarmi con Elena?” pensava Giulia mentre si aggirava per i corridoi della scuola.
“E adesso come comportarmi con Giulia?” pensava Elena già seduta in classe ad aspettare i suoi compagni. Non riuscì a trattenersi ed uscì dall’aula per cercare la sua amica. La cercò dappertutto ma non riuscì a trovarla. Così se ne tornò in classe.
In realtà Giulia non aveva fatto altro che pedinarla di soppiatto senza farsi beccare; si vergognava troppo di quello che aveva fatto ed aveva paura di affrontare Elena.
-Giulia! Che fai lì impalata dietro quella colonna?-
-Buongiorno bellezza!- disse voltandosi verso la compagna – sto facendo un giro per la scuola, perché non si può?-
-Certo che si, ma mi sembri strana- poi la bionda afferrò le guance dell’amica e gliele strinse per bene –Hai un problema vero? Avanti, lo puoi dire alla zia Sandra!-
Giulia le afferrò le mani e gliele mise a posto. –Non ho alcun tipo di problema e vorrei soltanto essere lascata in pace- disse rimettendosi dietro la colonna. Sandra le si appostò accanto.
-Se non sbaglio quella è la classe della tua amica-
-Si esatto. Ma non farti strane idee: non la voglio spiare o cose simili-
-E allora cosa ci facciamo qui?-
-Nulla, anzi ti chiederei di tornartene in classe. Ora abbiamo quella di italiano e se non corri subito ai posti di combattimento, ti metterà il ritardo sul registro-
-Bè, vieni anche tu allora-
-Io resto ancora un po’ in giro. Ho delle cose da fare-
Sandra non insistette più di tanto e corse in classe.
Giulia rimase ad osservare Elena, che sedeva nei primi posti vicino al muro e sembrava molto carica già di prima mattina. Aveva sistemato penne e quaderno sul banco e seguiva attentamente la lezione di matematica. Stette lì a spiarla per alcuni minuti buoni, finché la sua prof di matematica chiuse la porta. In quel momento alla ragazza vennero in mente una lista di parolacce e decise di tornarsene in classe.
-Signorina Giulia! Abbiamo fatto ritardo eh?-
-Mi scusi prof, ma c’era la fila in bagno-
-Va a sederti prima che cambi idea e ti costringo a farti aspettare il cambio dell’ora!-
La ragazza se ne tornò al posto imbronciata. Sandra evitò di fare ulteriori commenti.
Le prime tre ore di lezione volarono e ci fu la ricreazione. Sapeva che Elena sarebbe andata ancora a cercarla in lungo e largo per i corridoi della scuola perciò decise di restarsene in classe. Stava bevendo un succo di frutta quando si sentì chiamare. Si voltò e si trovò di fronte ad Elena e quasi si strozzò con il succo.
-Insomma, è tutta la mattina che ti cerco. Perché mi eviti?-
-Bè… ecco… io… io…-
-Ho capito- Elena la prese per mano e la trascinò al più vicino bagno e si chiusero in uno dei WC.
-Allora?-
-Senti, ieri ho fatto un casino e mi sento in colpa. Credimi, non so cosa mi sia saltato in mente e ora me ne vergogno. Quindi lasciami in pace- disse aprendo la porta, ma Elena con uno scatto la richiuse. Poi afferrò Giulia e la bloccò al muro. Stette ferma immobile credendo che la volesse picchiare o insultare, ma invece la baciò.
-Ecco, ti ho restituito il favore!-
-Che intendi dire?- chiese Giulia ancora scossa per il bacio.
-Che quel bacio mi è piaciuto. Insomma, volevo ripercorrere quel momento, ecco tutto-
-Davvero? Ma allora non è stato un errore?-
-Mia cara, i baci non si danno per errore. Li si danno e basta-
Entrambe sorrisero. Poi si guardarono e si avvicinarono e si baciarono di nuovo, stavolta con poca più passione, ma mantenendo un certo garbo. In quel momento suonò la campanella che annunciò la fine della ricreazione.
Le due uscirono dal bagno e come se niente fosse tornarono in classe.
Alle 13:00 suonò di nuovo la campanella e tutti gli alunni uscirono dalle classi per tornarsene a casa. Le due ragazze, senza un apparente motivo, avevano fatto in modo di non incontrarsi. Entrambe avevano bisogno di riflettere e di capire cosa stavano provando.
Una volta tornate alle rispettive case Giulia si chiuse in camera a giocare con la play; Elena invece si chiuse in camera e si buttò sul letto. Quel pomeriggio non dovevano incontrarsi per il recupero e perciò la ragazza pensò a dedicarsi a se stessa.
Si alzò dal letto e andò a sedersi alla sua scrivania per scrivere il suo diario. Lo aveva comprato qualche mese prima e ci annotava tutte le cose a lei importanti oppure ci faceva dei disegni quando parlava a lungo al telefono.
In quel momento il suo telefono trillò e notò che le era arrivato un SMS da parte di Giulia.
Senti, ti va di incontrarci? Dobbiamo parlare della nostra questione, almeno per avere dei chiarimenti”.
Ci pensò un po’ su e rispose con un “Ok”.
Si mise il giubbotto e uscì di casa. Prese il bus e scese alla fermata vicino alla casa di Giulia. Poi suonò il citofono che corrispondeva al suo cognome.
-Ciao Giulia. Sono Elena-
-Ciao Ele! Aspettami al portone che arrivo-
La rossa si mise ad aspettarla; pochi minuti dopo Giulia scese e raggiunse la sua amica.
-Qual è il problema?-
-Il fatto è che, come ti ho scritto in quel messaggio, vorrei risolvere tutto questo casino con te-
-Va bene, allora parliamone-
Giulia la prese sotto braccio. –Si ma non qui che c’è gente. Andiamo in un altro posto-
Le due si incamminarono fino a che non giunsero in un piccolo spazio verde e si sedettero su una panchina.
-Allora ieri ti ho baciata di mia spontanea volontà e tu lo hai fatto stamattina sempre per lo stesso motivo…- disse Giulia.
-Si, l’ho fatto perché lo volevo anche io-
-Ma tutto questo non ti fa sentire confusa?-
-No, non mi manda in confusione-
-Si ma è strano… insomma non ti piacciono i ragazzi?-
-Non lo so e a te?-
-Un tempo si, ma ora non lo so più nemmeno io-
Le due si guardarono intensamente e Giulia arrossì.
-Insomma Ele, tu mi piaci. Per me è come se mi piacesse un ragazzo, è la stessa identica cosa-
Elena rimase di stucco per quella dichiarazione e non sapeva cosa dire.
-E io ti piaccio?- chiese Giulia con sguardo languido
-Posso dire che sei una bella ragazza, però un modo per scoprire se mi piaci o no c’è-
Senza nemmeno sentire alcuna risposta, Elena afferrò il viso di Giulia e le diede un bacio.
-Si Giulia, anche tu mi piaci-
La mora si alzò dalla panchina e si mise a saltare urlando, facendo ridere la rossa. Poi entrambe si ricomposero e si baciarono con passione.  
-Cavolo Ele, non puoi capire quanto mi piace…-
Si guardarono e si baciarono di nuovo.
-Bè Giulia, mi sembra tutto chiarito: a te piacciono le ragazze e fino ad ora non te eri minimamente resa conto-
-Può essere… e a te?-
-Diciamo che il modo in cui mi baci mi fa impazzire e quindi potremo anche provarci-
-Provarci in cosa?-
-Provare a stare insieme, che ne dici?-
Giulia restò a bocca aperta sena sapere cosa dire. Poi ci riflette un po’ su.
-Si va bene, perché no? Anzi mi piace come idea, è una cosa davvero figa da provare, dai-
-D’accordo!-
   
 
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