Pensavo che (avessi capito il mio dolore)
"Come ci sei riuscito?" chiede Charles. Fra le sue dita, il bicchiere di scotch prende ad oscillare.
Incapace di guardare Erik negli occhi, non dopo dieci anni di sielenzio, gira il capo verso l'oblò. Con la coda dell'occhio guarda una pedina muoversi intoccata e il profilo di Logan ricomporsi sul sedile del jet.
"Ho familiarizzato con la mia oscurità" risponde dopo un attimo Erik, "e patteggiato sul dolore una stabilità".
Charles non crede neanche per un secondo alle sue parole.
Quell'Erik, che ha trovato in un oceano e perso su una spiaggia, è tanto in frantumi quanto lo è Charles.
"Un giorno imparerai, Charles, che ciò che ti trattiene dall'affogare è anche ciò che non potrai mai mantenere saldo fra i palmi delle tue mani. Se ami qualcosa, lasciala andare"
Charles alza lo sguardo e sussurra, "È quel che ho fatto. Non vi ho mai avuto, Erik".
E i nomi sono solo un eco nell'abitacolo.