COSI’
MORI’ IL SETTIMO HOKAGE...
Il sole era tramontato e, in cima al
monte degli Hokage, un
anziano signore, con indosso un kimono bianco e un haori rosso,
osservava il
suo villaggio. Nonostante avesse i capelli bianchi e la pelle rugosa, i
suoi
limpidi occhi color del mare ed il suo sorriso sincero dimostravano
quanto
questi fosse un uomo allegro e simpatico. Ma quello non era un anziano
qualsiasi. A Konoha tutti avevano imparato a conoscerlo per le sue
grandi gesta
e per la sua immensa bontà…
…
e pensare che,
quando era ancora un ragazzino, ne combinava davvero di tutte i colori!
Erano passati più di
sessant'anni da quando si era conclusa
quella guerra tanto cruenta, dove erano morti centinaia di migliaia di
ninja a
causa di una sete di potere e vendetta che per poco non aveva
condannato a morte
non solo il mondo degli shinobi, ma anche l'intero pianeta. Da quel
momento,
nonostante fosse stato acclamato come un eroe, Naruto aveva messo
sempre più
impegno in tutto quello che faceva. Divenne prima Chunin, poi Jonin e
maestro
del team Konohamaru, che divenne famoso al pari del trio Ino-Shika-Cho.
Alle dimissioni del sesto Hokage, infine, il suo
sogno si era
realizzato... era diventato Hokage!
E non solo. Si era sposato con Hinata
ed aveva avuto due
figli meravigliosi come Boruto e Himawari, che erano diventati subito
ninja di
grandissimo livello.
Gli ultimi anni, purtroppo, erano
stati abbastanza difficili
per lui. Man mano i suoi figli erano cresciuti e si erano allontanati
progressivamente, ed adesso avevano una famiglia tutta loro.
Continuavano a
volergli bene, ma il non essere potuto rimanere molto vicino a loro,
durante la
loro infanzia, era uno dei rimpianti più grandi della sua
vita.
Lui, sentendo che la sua forza era
diminuita, aveva
saggiamente deciso di dimettersi e lasciare il ruolo di hokage al suo
allievo
Konohamaru, che aveva accettato con gioia l'incarico. Questo gli aveva
permesso
di ritrovare la gioia della sua famiglia, soprattutto con i suoi
nipotini a cui
tanto piaceva passare il tempo con lui…
…
il dolore peggiore,
però l’aveva provato quando l'amore della sua vita
venne a mancare...
Si era ammalata nel giro di poco
tempo. Una malattia del
cuore, che nessun medico era stato in grado di curare. Tanti ninja
sopravvissuti alla guerra erano morti di quel virus che aveva attaccato
i loro
cuori già spossati e deboli. Naruto vedeva sua moglie
soffrire sempre di più, e
nel giro di un mese la donna venne ricoverata d'urgenza all'ospedale di
Konoha
a causa di un attacco cardiaco.
Aveva atteso
per
ore... aveva pregato assieme ai suoi figli... ma non era servito a
niente.
Quello era stato lo shock
più grande della sua vita...
…
vedere uscire Sakura
e Ino in lacrime dalla sala operatoria...
…
sentire che Hinata
non era sopravvissuta all'intervento…
… che Hinata era morta!
Era passato un anno, da allora, e
Naruto, in cuor suo, sentiva
che era giunta la sua ora. Anche il suo cuore aveva cominciato a fare
pazzie.
La prima volta era capitato durante uno dei tanti combattimenti
"amichevoli" contro Sasuke, il suo migliore amico. In
quell’occasione,
era stato l’Uchiha a salvarlo in tempo. Altre volte aveva
rischiato di andare
all'altro mondo, ma l'intervento dei suoi figli e dei suoi amici lo
avevano
allontanato dalle braccia della morte.
Il figlio di Minato
ripensò con molta nostalgia alla sua
gioventù. Ripensò a quando "seguiva" le lezioni
del maestro Iruka,
alla prima prova del maestro Kakashi (qui il vecchio ninja si
toccò il didietro
ricordando quanto accaduto), alla sua prima missione contro Zabuza dei
sette
spadaccini della Nebbia, gli esami Chunin, la lotta contro Orochimaru e
Kabuto
a fianco dell'eremita dei rospi e la vecchia Tsunade, i combattimenti
contro
l'Akatsuki, la Quarta Grande Guerra Ninja, Sasuke...
…
e poi il suo primo
bacio con Hinata, il suo matrimonio, la nascita di Boruto e Himawari,
quella
dei suoi nipotini Shinichi e Ai, e tante altre esperienze che lo
avevano
segnato, facendolo diventare l'uomo che era.
Quella sera, per la prima volta, dopo
un anno, Naruto aveva
sorriso. Forse era la consapevolezza che, di lì a poco,
avrebbe rivisto sua
moglie Hinata, i suoi genitori, il maestro Jiraya e Tsunade, il maestro
Kakashi
e Obito, suo suocero Neji e tanti altri...
…
sentiva di non
appartenere più a quel mondo, ed era vero.
Il mondo ninja non aveva
più bisogno di lui, Naruto aveva
dato tutto quello che poteva dare, anima e corpo, e adesso non
aspettava altro
che venisse la morte a portarselo via...
"Hai già cambiato idea?"
Il vecchio sghignazzò
divertito. Aveva fatto aspettare
abbastanza il suo demone!
"Quanto sei impaziente, Kurama! Non sono
immortale come te, voglio godermi questi ultimi momenti di vita!"
"Stai cambiando idea..."
"NO AFFATTO!"
"Allora annulla il mio sigillo e fammi
uscire!" esclamò con
insistenza il demone "Non
ce la faccio più a stare dentro il tuo stomaco!"
Il vecchio, con uno sguardo
imbronciato, molto simile a
quelli che faceva in giovane età, rilasciò il
sigillo che imprigionava la volpe
dentro di lui. Una nuvola di fumo apparve accanto al vecchio hokage,
rivelando
una forma ridotta della volpe a nove code. Era in grado di far uscire
il demone
quando e come voleva senza rischiare, come capitava ai precedenti
Jiinjurichi,
di morire. Questo grazie alla profonda fiducia che ormai aveva in
Kurama.
"Ti ho accontentato!"
esclamò
stizzito Naruto, voltandosi dall'altra parte facendo il finto offeso "Come
ti ho promesso alla fine della guerra, quando sarei morto ti avrei
liberato!"
"Ed era pure ora!"
rispose Kurama, arrabbiato "Ci
hai messo ben settantasei anni per
crepare... MOCCIOSO!"
"MI SONO VOLUTO FARE UNA VITA, SACCO DI
PULCI!"
I due si
guardarono
negli occhi, digrignando i denti furibondi...
… poi scoppiarono a ridere
divertiti.
Nonostante la presenza del demone
dentro di se gli avesse
fatto passare un'infanzia d'inferno, Kurama era diventato una parte
essenziale
di lui…
…
e la volpe, anche se
nella sua vita era stata sempre orgogliosa, non poteva in quel momento
non
mostrare gli occhi lucidi.
In fondo, il figlio di Minato
Namikaze era l'unica persona
con la quale il demone aveva legato in tutta la sua vita.
Per questo, Naruto fece qualcosa che
prese alla sprovvista
Kurama. Quando capì che ormai era prossimo alla morte, il
vecchio hokage si
inginocchiò davanti al demone, poggiò la fronte
sulla sua e gli disse.
"Grazie
di tutto, Kurama... la mia vita ha avuto un
senso anche perchè c'eri tu assieme a me…"
L'orgoglio del demone, stavolta,
venne totalmente meno...
… per la seconda volta nella sua lunga
vita, dall'occhio di Kurama
scese una lacrima di tristezza.
Passò ancora qualche
secondo...
Poi la volpe sentì la
testa dell'ex jiinjurichi scivolargli
via, ed il corpo senza vita del vecchio ninja gli si
accasciò accanto, con
naturalezza.
Così
morì
Naruto Uzumaki, colui che aveva portato la pace nel mondo degli
shinobi, figlio
del quarto Hokage e della jiinjurichi Kushina Uzumaki, allievo dei
ninja
leggendari Jiraya e Kakashi, compagno di squadra di Sakura Haruno e
Sasuke
Uchiha, marito di Hinata Hyuga, padre di Boruto e Himawari e nonno di
Shinichi
e Ai...
…
così morì Naruto Uzumaki, il jiinjurichi della
Volpe a Nove Code, che
aveva il sogno di diventare Hokage e di essere accettato dal suo
villaggio...
…
così morì
il settimo Hokage, con il sorriso sul volto di chi era riuscito a
realizzare il
suo desiderio!
THE END
Quello che state
per leggere adesso è un aggiornamento del 7/11/2018.
Questa
è la mia prima pubblicazione su questo sito. Ho deciso di
farla su
Naruto perché è l’Anime/Manga che mi ha
insegnato più valori tra tutti quelli
che ho visto e/o letto.
La crescita di
Naruto, a mio parere, è quella che più di tutte
mi ha
spronato, lo ammetto, a dare sempre il meglio di me in tutto
ciò che faccio, e
dopo tantissimo tempo questo personaggio continua ad essere un grande
esempio
per me.
Spero che questo
mio personale finale di Naruto sia di vostro gradimento,
e di essere riuscito a trasmettere il mio messaggio… anche
davanti a tante
difficoltà, che siano familiari o esterne alla tua persona,
l’importante è non
mollare mai, ed alla fine i risultati si otterranno sempre.
Anche dopo
più di tre anni che ritorno su questa storia per delle
correzioni grammaticali o di forma, io continuo ad amare la storia di
Naruto
Uzumaki, perché se sto diventando l’uomo che ho
sempre voluto… se sono riuscito
ad andare avanti con le pubblicazioni, è anche merito suo.
Ringrazio con
tutto il cuore coloro che mi hanno recensito (invitando,
chi lo desidera, a scriverne una con le sensazioni che avete provato,
belle o
brutte che siano) ed anche coloro che hanno già letto queste
poche righe di
testo.
Vi lascio con queste righe
di Papa Giovanni XXIII, e vi auguro di
raggiungere i vostri sogni, esattamente come è riuscito
Naruto!
“Non consultarti
con le tue
paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre
frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi
per ciò
che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è
ancora possibile fare”