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Autore: ehitsfrannie    22/11/2015    1 recensioni
Esistono Tre Pietre: la pietra dell'equilibrio, quella della saggezza e dell'amore. Tre Pietre essenziali per far tornare la magia a Storybrooke. Il compito di trovarle viene affidato ad Alice, una ragazza tormentata dal suo passato turbolento che sarà costretta a lottare contro i Cattivi più malvagi delle fiabe. Per fortuna (o sfortuna) ci sarà il Cappellaio Matto ad affiancarla in questo viaggio insieme ad un'altra ragazza temeraria tanto quanto il fratello.
Tre Pietre. Tre personaggi. Una sfida per ognuno di loro.
Riuscirà Alice a portare a termine la sua missione? Qual è il vero obbiettivo di Jefferson? Cosa centra Tremotino in tutto ciò? E se Capitano Uncino avesse una sorella?
[le parti di Rumbelle mi sono state gentilmente concesse dall'autrice padme83 alla quale vanno i crediti per le one shot della sua raccolta "In the morning you always come back" di sua totale creazione e stesura.]
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio, Matto, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Signor, Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIV

 

Quella stessa sera, avvolti dalla fitta nebbia, la Jolly Roger calò una scialuppa sul mare immobile. Tutto era silenzioso ma prima di ciò, Alice poté percepire una sorta di attrazione pericolosa verso quell'isola che li attendeva a pochi metri.
Jefferson stava al suo fianco, taciturno. La ragazza spostò lo sguardo verso di lui e gli strinse un braccio con la mano. «Sembra terrificante, laggiù.»
«Lo è.» confermò il Cappellaio con voce ferma. «Attenderemo l'alba per metterci in cammino verso il suo accampamento.»
Alice sbadigliò senza discrezione, facendolo ridacchiare. «Va bene, basta che stai di turno tu.»
Alle loro spalle una voce risuonò, cogliendoli di sorpresa. «E' stato un piacere ospitarvi nel mio vascello.» affermò Uncino con ironia mentre giocherellava con il cilindro di Jefferson, nascosto dal buio della notte. Vicino a lui c'era la sorella Kendra che subito si lanciò su Alice, quasi soffocandola in un abbraccio. «Rifletterò su quello che mi hai detto, Amalia. Grazie, e buona fortuna per tutto!»
Alice rimase per qualche secondo immobile, troppo sconcertata per reagire. Lei, cresciuta senza un abbraccio. Mai tenuta stretta da una madre o un padre, non in quel modo, cuore contro cuore pulsante. Sorrise tra le lacrime, mentre il profumo di mare e di fatica si univa alle ossa che si liquefacevano nel desiderio di restare sempre così, protetta dalle braccia di una sorella maggiore.
Kendra si allontanò e gli occhi della ragazza incrociarono lo sguardo magnetico del Capitano che, sorridendo maliziosamente, le fece l'occhiolino.
«Andiamo.» disse Jefferson salendo sulla scialuppa. Alice lo seguì e dando un'ultima occhiata ai fratelli Jones si sedette, mentre la barca scendeva a pelo d'acqua.

 

**

 

Il Cappellaio buttò distrattamente i remi all'interno della scialuppa e sbuffando scese lentamente. Alice osservava la vegetazione circostante.
«Di cosa avete parlato tu e il pirata?»
La ragazza si girò verso di lui, accennandogli il sentiero che si diramava tra gli alberi.
Si addentrarono nella giungla lussureggiante, illuminata solo dalla luna piena alta sopra di loro.
«Non è stato facile.» ammise lei sospirando. «Non volevo raccontarle fandonie, infondo lei è stata così gentile con me...ho
dovuto comunque farlo.»

Jefferson sorrise, notando la sua espressione crucciata. «Non devi sentirti in colpa, Alice. Hai fatto la cosa giusta.»
Questa annuì poco convinta e in silenzio continuarono a camminare, osservando attentamente dove metteva i piedi. Si
udivano risuonare i versi dei rapaci e gli alberi maestosi che allungavano i rami e le radici sul terreno sembravano trattenere
il respiro, in costante ascolto.

Alice rabbrividì. Non si rendeva conto che quel luogo fosse pieno di magia nera, ma dentro di lei sentiva che di certo qualcosa di oscuro ospitava Neverland.
Quando il sentiero si aprì davanti un'oasi senza piante ma rivestita di sola umida erba, il Cappellaio si fermò. «Ci fermiamo qui per la notte. Tu dormi, ti sveglierò poi per darci il cambio.»
Alice non replicò e si distese dove il suolo era più morbido. Jefferson stava seduto a pochi centimetri da lei, la schiena appoggiata contro il tronco di un albero caduto.
La osservò a lungo mentre chiudeva gli occhi e si lasciava avvolgere da un sonno profondo. Si concentrò su ogni minimo particolare: la bocca dischiusa, i capelli ricci ora profumati di salsedine sparsi ovunque attorno al suo viso, la pelle chiarissima che sembrava splendere sotto la luce lunare.
Poteva permettersi di pensare a lei in quel modo?
Distolse lo sguardo, rimproverandosi.
Ahi ahi, ti sei lasciato stregare dalla luminosità dei suoi occhi velati i coraggio e curiosità, dalla testardaggine e sensibilità che ha di certo ereditato dalla madre? Ma ti piacerebbe lo stesso senza la sua sfacciataggine e talvolta freddezza acquistata dal padre? Se non fosse stata speciale, avrebbe fatto comunque scattare quella scintilla che era rimasta spenta dopo la morte di Adele?
Scacciando quei pensieri sbadigliò e, involontariamente, cadde nel sonno più profondo.

*''«Come ti senti, là sotto?»
Alice, in lacrime, scalciò a più non posso contro la trave di legno.
«Stai comoda?»
Mentre quei ragazzacci sghignazzavano e battevano i piedi sul pavimento, Alice se ne stava sotto. Non era la prima volta che subiva quegli orribili scherzi da parte dei suoi compagni, ma quello era di certo il peggiore di tutti.
«Ben ti sta!»
«Chi verrà a liberarti, ora? La mammina?»
«Oh aspetta, ti ha abbandonata!»
Circondata dal buio, intrappolata e stesa supina, Alice smise di piangere e dimenarsi. Una rabbia che mai aveva provato in vita sua iniziò a montarle dentro. Chiuse gli occhi e si concentrò sulla furia che scalpitava nel suo cuore.
Ci fu il silenzio. Poi il caos.
Alice sentì il fragore dei vetri infrangersi contro il parquet della sala e le urla di quei bulli rimbombare contro le pareti. Quando le grida si furono dissolte tra i corridoi della scuola, Alice tastò cauta la trave rettangolare con la quale era stata intrappolata e notò che i chiodi erano allentati.
La spinse via con forza e perplessa si mise seduta. La luce le colpì il volto e con sollievo espirò profondamente, uscendo dalla fossa e mettendosi in piedi.
Le finestre della sala erano ridotte in frantumi. Alice si osservò intorno con la bocca spalancata.
Come diavolo era successo?”

 


«Alice...Alice.»
La ragazza si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno spaurita. Tutto era nero e i suoi occhi ci misero un po' prima di abituarsi.
Si alzò, notando la figura di Jefferson immersa in un sonno profondissimo. Chi l'aveva chiamata?
Sentì di nuovo quella voce inquietante ma nello stesso tempo infantile. Fece qualche passo incerto, trattenendosi dal parlare.
«Anche se gridi, non si sveglierà.»
Alice balzò all'indietro, girandosi verso il luogo da cui proveniva la voce. Mettendo a fuoco, vide una figura che se ne stava appoggiata ad un albero con le braccia incrociate. Era umano, ma qualcosa dentro di lei la obbligò a non abbassare la guardia in nessun caso.
Egli si fece avanti. La luce lunare gli illuminò il viso, rivelando i capelli biondicci e il viso simile a quello di un bambino. Esteticamente, dimostrava all'incirca una dozzina di anni. Era difficile dargli un'età, perché oltre il corpo da ragazzino Alice riusciva a scorgere l'animo di qualcuno che aveva vissuto più dell'immaginabile.
Deglutì, scoccando una veloce occhiata al Cappellaio beatamente addormentato.
«Chi sei?»
«Dipende cosa vuoi che io sia,» pochi passi li dividevano, «Alice.»
La ragazza s'irrigidì, cercando di non focalizzarsi sul perché quel tale conoscesse il suo nome.
«Cos'hai fatto al Cappellaio?» domandò Alice mantenendosi seria.
Costui sorrise in modo sinistro. «Ti sto dando il tempo necessario per scappare da questo luogo maledetto prima che sia
troppo tardi.»

«Senza di lui non vado da nessuna parte.»
«Credi che lui non lo farebbe?»
«Non lo conosci.»
«Neanche tu.»
Alice tacque. Spostò lo sguardo da Jefferson allo sconosciuto davanti a sé, tradita da un fremito d'incertezza.
Poi lo notò. Piccolo, quasi reso invisibile dall'oscurità della notte ma riconoscibile dalla luce che racchiudeva in sé. Era appeso al suo collo, nascosto sotto la camicia.
Alice finse di non averlo visto ma tremò al timore di essere stata scoperta quando il ragazzino si avvicinò a lei, afferrando tra le dita l'orologio che Ernest le aveva regalato.
«Questo portale può condurti in mondi diversi. Tutti, a essere preciso, anche quelli senza magia. Anche il tuo.» egli si allontanò da lei, aprendo le braccia. «Non capisci? Potresti tornare nel tuo mondo immediatamente, se non fosse per lui,» disse indicando l'addormentato, «e i suoi giochetti sporchi!»
Alice scosse la testa e per un momento le parve di vivere un'allucinazione dentro il sogno.
«Pensaci. Siete in cerca di qualcosa che vi porterà a casa quando tu hai un mezzo molto più efficace proprio sotto il tuo
naso.»

Puntò automaticamente lo sguardo sul ciondolo che portava al suo collo, così magico e misterioso, pronta a chiedere a quello strambo individuo come lui facesse a sapere di cosa erano in cerca. Ma quando alzò la testa non lo vide più: erano rimasti solo lei e Jefferson.
Sarebbe davvero potuta tornare a casa senza nessuna delle Pietre. Perché il Cappellaio l'aveva trascinata in tutti quei guai? E chi era quello sconosciuto che sapeva tutto di lei?
Ma dov'è casa?






* scena dal film "The Imitation Game". Lo consiglio vivamente, e poi c'è Keira *-*




Here I Am!

Uhuh, che capitolo. Jefferson e Alice abbandonano la nave del capitano Uncino e sua sorella in favore della giungla di Neverland. Di male in peggio, insomma :')  Si riparano per la notte, ma Alice viene svegliata da uno sconosciuto che credo abbiate già indentificato.
E così viene a galla un aspetto che si era ignorato fin dall'inizio: essendo l'orologio un portale, può portare in qualunque mondo. Anche quello di Alice. Insomma, in poche parole tutto questo viaggio si sta rivelando inutile. 
Bene, io qui ho finito! Non dirò nulla sulle nuove puntate di Once Upon A Time, altrimenti vengo segnalata per spoiler e data al rogo.
Voglio solo dire che i miei feels sono stati appallottolati e buttati via con indifferenza e niente ci vediamo la settimana prossima.
Frannie. <3

 

   
 
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