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Autore: Alex995    22/11/2015    9 recensioni
-Scusate posso aiutarvi?-
I ragazzi non si voltano neanche ma uno di loro, un ragazzo con i capelli biondi e gli occhi azzurri, mi risponde con un semplice : "No grazie."
Uno dei tre sta scrivendo qualcosa su un minuscolo fogliettino di carta.
-Non lasciare il tuo numero, non lasciare il tuo numero..- dice il ragazzo biondo con la felpa dei Toronto Blue Jays che mi ha liquidato prima.
-Non sto lasciando il mio numero , ma il tuo!- dice un secondo ragazzo rispondendogli euforico.
-Quella è la mia camera.- dico attirando la loro attenzione. Si girano verso di me e mi squadrano da capo a piedi.
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Universo alternativo dove Felicity Smoak e Oliver Queen si incontreranno tra i corridoi di Yale. Spero di avervi incuriosito.
Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Isabel....-
Mi allontano da lei non appena le sue labbra toccano le mie. Mi ha chiamato mentre ero in ufficio con mio padre, e mi ha chiesto se potevamo incontrarci nella hall della Queen Consolidated perchè voleva dirmi qualcosa. Sembrava preoccupata al telefono, quindi ho acconsentito, pensando che mi dovesse dire qualcosa sull' irruzione di ieri in azienda. 
Ma poi, quando ci siamo incontrati, non ha fatto altro che chiedermi come stavo, se le cose andavano realmente bene con Felicity, se penso davvero che lei sia giusta per me....
Poi mi ha baciato. 
E' stata una reazione volontaria allontanarla. Non pensavo si sarebbe spinta cosi oltre.
Ho sempre accettato le sue carezze, e le sue premure solo perchè è una socia di mio padre, e la donna che dopo me possiede la maggior parte delle azioni della Queen  Consolidated.
Se mio padre dovesse perdere tutto, lei diventerebbe una mia socia. E a quel punto, sarebbe meglio averla dalla mia parte se non voglio che la mia famiglia inizi a vivere per strada.
-Non puoi davvero voler stare con quella ragazza. Siete di due mondi diversi...lei è povera, tu sei ricco. Tu sei Oliver Queen. Meriti di meglio.-
Ho sempre saputo che fosse una falsa. Quando la conobbi, rimasi affascinato dalla sua bellezza e dalla sua indipendenza.
Ora mi provoca solo ribrezzo.
-Tu saresti quella giusta per me, Isabel?-
-Ricordi Mosca?- chiede maliziosa. Mi mette una mano sul braccio e inizia a tracciare con le dita forme indistinte. 
Come potrei dimenticarmene. 
Eravamo nella capitale russa quando siamo andati a letto per la prima volta. Avevo 18 anni, mio padre mi convinse ad accompagnarlo perchè doveva firmare dei contratti con degli investitori della Queen Consolidated. Isabel, figlia di un caro amico di mio padre mancato per circostanze sconosciute, ha preso il posto in società sostituendo il padre defunto. Aveva solo vent'anni, ma era pronta a lavorare. Aveva le idee ben chiare.
Successe tutto senza una spiegazione. Io ero ubriaco, e senza alcuna ragione mi ritrovai fuori alla sua camera e bussai alla porta. I ricordi sono molti confusi per via dell'alcool, ma anche se non ricordassi quella notte, ricordo bene le altre volte in cui è successo. 
-Isabel, eravamo giovani. Le cose cambiano.-
-Non parleresti cosi se non ci fosse la piccola arrampicatrice sociale.-
-Non parlarle cosi.- dico serio e con una voce autoritaria. -Sai bene che ti ho sempre dato carta bianca con me, ma non mettere in mezzo Felicity.-
-E io che pensavo che fosse solo per il sesso.- dice divertita vedendomi cosi protettivo nei confronti della mia ragazza. -Dimmi che almeno è brava.-
-Oh si. E' brava eccome. Supera di gran lunga te.- dico lanciandole una frecciatina. Lei smette di sorridere e fa la sua solita espressione di quando è furiosa.
-Beh, questo è ancora da vedere.- dice facendo qualche passo verso di me facendomi intuire le sue intenzioni.
-C'è solo un problema.- dico facendole pensare che mi abbia convinto. E' cosi facile prendersi gioco delle donne: in passato mi bastava sorridere e sussurrare qualcosa sotto voce e il gioco era fatto. 
Non pensavo di avere questo stesso dono con Isabel. Pensavo fosse più intelligente.
Si sporge verso di me, e si avvicina al mio orecchio per mordermi il lobo.
Se una donna in passato avesse fatto qualcosa del genere, mi sarei subito eccitato, e l'avrei presa sulla prima superficie piana disponibile.
Ora voglio solo creare quanta più distanza è possibile. Eppure, mi sembra doveroso farle capire ulteriormente come stanno le cose.
-Amo Felicity.-
Non appena pronuncio questa frase, Isabel si ferma di colpo e si allontana da me.
-Non potrei mai tradirla, soprattutto perchè dovrei tradirla con te. E' devo dire che i miei gusti con gli anni sono molto cambiati: non mi piacciono più le stronze.-
Sento il mio cellulare suonare , perciò ho un ottima scusa per allontanarmi da lei.
-Se non ti dispiace.-
Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e esco dalla hall della Queen Consolidated. Fuori fa freddo, è scesa già la notte nonostante siano solo le 6.
-Hey Speedy.- dico rispondendo alla chiamata.
-Ollie, potresti chiedere a Felicity cosa desidera per cena? Mamma vuole saperlo.-
Cosa? Perchè mi chiama se Felicity è li con lei?
-Perchè non glielo chiedi tu visto che è li con te? Pensavo che ormai foste entrate in confidenza.- dico divertito.
Ma Thea dall'altra parte resta in silenzio. 
-Thea che succede?- chiedo confuso. -Felicity è li con te, vero?-
-Ollie, ha lasciato villa Queen circa mezz'ora fa. Ha scoperto l'identità del terzo uomo ed è venuta a dirtelo. Sembrava preoccupata.-
-Thea, cosa cazzo stai dicendo?- chiedo alterandomi.
Possibile che sia venuta e mi abbia visto con Isabel? Dio, non è possibile.
Non può essere.
-Ha preso la mia macchina Ollie.- dice Thea.
Mi guardo intorno notando la decappotabile che i miei genitori hanno regalato a mia sorella per il suo diciottesimo compleanno. E' alla fine del viale che porta all'ingresso  dell'azienda.
Corro sperando che Felicity sia li, pronto a darle delle spiegazioni, ma la macchina è vuota.
-La macchina  l'ho trovata.- dico cercando di aprire le portiere. Non appena lo faccio, vedo la borsa della mia ragazza sul sedile del passeggero. 
-E Felicity?-
Non c'è. Dannazione non c'è.
Non può essersi allontanata senza documenti. Non può essere andata da nessuna parte senza soldi.
C'è qualcosa che non va.


-Rispondi rispondi.-
Ho attaccato con mia sorella Thea, quasi subito, chiedendole di chiamare la polizia. 
Non so dove sia Felicity, l'ho cercata per non so quanto tempo, nei dintorni della Queen Consolidated, sperando che si sia mossa a piedi per schiarirsi le idee.
Ma di lei non c'è traccia.
Ho subito chiesto agli uomini della sicurezza di aiutarmi, ho cercato nella borsa il suo cellulare ma non l'ho trovato.
L'utente da lei chiamato non è raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi.
-Dannazione!- urlo dando un calcio all'aria. Lascio più di un messaggio in segreteria, pregandola di richiamarmi. 
-Figliolo che succede?- chiede mio padre correndo verso di me. La polizia è appena arrivata, seguita da mia madre e Thea. 
-Papà, l'hanno presa.- dico preoccupato. -Hanno preso Felicity.-
-Cosa?- chiede mio padre inorridito.
Thea mi si avvicina e mi abbraccia stringendomi forte. Mi sussurra all'orecchio che andrà tutto bene, ma io non le credo.
Volevo proteggerla e guarda che fine ha fatto.
-Prova a richiamarla, Oliver.- dice il detective Lance. Faccio come mi dice ma il telefono è sempre spento.
-Cazzo, cazzo!- urlo attirando l'attenzione di tutti su di me. 
-Oliver calmati.- dice mia madre avvicinandosi per accarezzarmi il braccio. -Possibile che si sia allontanata volontariamente?- 
-Non l'avrebbe mai fatto, le avevo detto che era pericoloso. E poi non ha i documenti, ne i soldi. Le è successo qualcosa, ne sono sicuro.- dico trattenendo le lacrime. Non posso ancora crederci.
-Allora, diramiamo un avviso di scomparsa per Felicity Smoak. Passate a setaccio tutta la città anche con delle unità cinofile.- ordina il detective Lance ai colleghi che subito si mettono al lavoro. 


-Cerchiamo di ricostruire i suoi ultimi spostamenti.-
La macchina di Thea è stata setacciata a fondo dalla scientifica per cercare tracce di sangue o prove che ci possano ricondurre alla persona che l'ha rapita.
Siamo a casa con il detective Lance, che ci sta facendo delle domande sulla giornata che ha trascorso Felicity prima di essere.....
Non riesco ancora a dirlo, neanche a voce bassa. Non posso crederci che qualcuno le abbia fatto del male.
-E' stata tutto il giorno con me. Abbiamo pranzato, lei ha lavorato sperando di riuscire a rintracciare il terzo computer che ha hackerato la Queen Consolidated.- dice  Thea asciugandosi le lacrime.
All'inizio Thea, come mia madre, pensava che Felicity si fosse allontanata da sola, ma dopo un pò ha capito che c'era qualcosa che non andava. 
-Stava indagando sugli aggressori?- chiede Quentin perplesso. -Robert, che diavolo ti è passato per la testa?-
Mio padre resta in silenzio, sentendosi colpevole di aver chiesto tanto a Felicity. 
-Quando la ricerca è terminata, mi ha chiesto la macchina per raggiungere Oliver ed informarlo. Sembrava sconvolta, preoccupata. Mi ha dato l'impressione di conoscere l'uomo che aveva rintracciato ma quando ho fatto domande lei mi ha detto che non era niente. Se solo non l'avessi lasciata andare da sola, non le sarebbe successo niente.- dice Thea balbettando per poi iniziare a piangere di nuovo.
Mia madre si siede accanto a lei sul divano e la culla tra le braccia per farla calmare.
Il cellulare di Felicity è ancora irraggiungibile. La mia mente sta iniziando a giocarmi brutti scherzi, immaginando le cose peggiori che le possano succedere: violenza sessuale, una  rapinao, un omicidio.
Per me è qualcosa di impensabile. Non posso perderla.
-Se Felicity è riuscita a risalire all'hacker, e l'ha riconosciuto, nulla esclude che il suo rapitore sia lo stesso che ha organizzato l'irruzione alla Queen Consolidated. A questo punto, devo per forza pensare che sia anche questo quinto uomo, una persona che frequenta Yale. Quindi, Oliver, te lo richiedo: ci sono stati problemi negli ultimi tempi, discussioni o risse tanto gravi da provocare un rapimento?- chiede Lance.
Io non lo so. Dannazione non lo so.
Ho la mente annebbiata. Mi sento cosi perso, cosi arrabbiato, cosi....vuoto. 
Il mio cellulare, che ho tra le mani, inizia a suonare avvisandomi dell'arrivo di una telefonata. Il mio cuore ricomincia a battere sperando che sia Felicity, ma quando leggo il nome di Sara ritorno ad incupirmi.
-E' tua figlia.- dico rivolgendomi a Quentin.
Avevo pensato di nascondere la verità a tutti, ma .... non me la sento. Non posso mentire a tutti. E se succedesse qualcosa di grave a Felicity?
Non posso pensarci ora.
-Sara.- dico alzandomi dal divano per avvicinarmi ad una finestra. Tutti gli occhi sono puntati su di me.
-Ollie, ciao! Come vanno le cose? Senti ho provato a chiamare Felicity ma il suo cellulare non è raggiungibile. Potresti passarmela?-
Chiudo gli occhi per un secondo, trattenendo le lacrime agli occhi.
E ora come glielo dico?
-Ollie, ci sei?- chiede non sentendomi rispondere.
-Sara...- cerco di parlare ma le parole mi si bloccano in gola.
-Ollie, dov'è Felicity?- chiede preoccupata.


Sono in salotto, seduto sul divano  insieme a Thea a vedere il notiziario. 
Non fanno altro che parlare dell'attacco all'azienda, del rapimento di Felicity e degli aggressori morti durante la sparatoria di 2 giorni fa.
Tutto mi sarei aspettato, tranne questo.
Mia madre mi ha consigliato di contattare la madre di Felicity è cosi ho fatto. Le ho raccontato tutto quello che so sul rapimento della figlia. Donna, come  tutte le madri, quando ha saputo la cosa era scossa. Mi ha detto che il prima possibile avrebbe preso un aereo e ci avrebbe raggiunto. 
Tutto avrei accettato, tranne che si facesse del male alla mia famiglia , ai mie amici e soprattutto a Felicity.
Da quando siamo ritornati a casa, alcuni agenti di polizia continuano a cercare Felicity in città controllando nei posti più assurdi come strade isolate, o zone di prostituzione nel quartiere di The Glades. Altri invece, sono di ronda a casa.
Hanno posto sotto controllo i telefoni di tutti sperando in una telefonata per chiedere un riscatto. Io ormai, spero solo che Felicity sia ancora viva.
Se , qualche giorno fà, sono entrati in azienda con l'obiettivo di uccidere, cosa li ferma a fare del male alla donna che amo?
-Mi dica che è uno scherzo.- sento una voce femminile all'ingresso parlare ad alta voce.
Mi alzo sapendo già di chi si tratta e mia sorella mi segue a ruota.
Arrivo sulla soglia del salotto, e vedo i miei amici in compagnia di mia madre. Sara, Laurel, Caitlin, Iris, Barry, Ronnie , Tommy e...Palmer. 
Il migliore amico  e mio cugino non appena mi vedono, superano tutti e mi vengono incontro. Tommy mi abbraccia mentre Ronnie mi da delle pacche sulla spalla. 
-Andrà tutto bene, lei sta bene ne sono sicuro.- dice Tommy sottovoce nel mio orecchio. Quando il mio migliore amico mi lascia andare, è Sara ad avvicinarsi per chiedermi spiegazioni. 
-Cosa cazzo è successo?- chiede furiosa. Ormai tutta l'attenzione è su di me: hanno delle domande e vogliono delle risposte.
Se sapessi chi l'ha presa, giuro che lo ucciderei con le mie stesse mani.
-Vi lascio soli.- dice mia madre salendo le scale di casa. 
Guardo Caitlin che ha gli occhi gonfi, Iris che sembra essere sconvolta e Barry Allen che come me, vorrebbe esplodere come un vulcano per la rabbia.
Poi il mio sguardo si posa su Ray Palmer che è rimasto in silenzio e in disparte dietro gli altri.
Le cose tra di noi sono iniziate con il piede sbagliato, ma questo non significa che noi non potremmo mai diventare "amici".
-Era con me quando Iris mi ha avvertito di Felicity... siamo venuti sperando di poter dare una mano.- dice Barry come se volesse giustificarmi.
-Barry non mi devi spiegazioni.- dico avvicinandomi a Ray per porgergli la mano. -Grazie di essere venuto.-
Felicity mi ha sempre detto che Palmer è un genio con i computer. Forse anche più di lei.
-Cos'hai tra le mani?- chiede Ray stringendo la mia mano tesa.


-L'hanno rapita davanti alla Queen Consolidated. Ha preso la macchina di Thea per raggiungermi e dirmi l'identità del quinto uomo che probabilmente aveva partecipato all'irruzione di azienda due giorni fà.- spiego una volta che ci siamo tutti messi comodi in salotto. 
-Il suo cellulare?- chiede Ray essendo pratico di tecnologia.
-Spento. Da qualche ora.-
Lo guardo sperando che capisca la mia richiesta silenziosa. Lui mi guarda a sua volta, ma con un'aria interrogativa.
-Cosa vuoi che faccia?- chiede Ray a voce alta. Nessuno si era accorto del nostro gioco di sguardi. Infatti quando Palmer parla a voce alta, le ragazze lo guardano perplesso. Prima di parlare, mi guardo intorno sperando che non ci siano nè agenti, ne poliziotti, nè i miei genitori in giro. 
-Il computer con il quale ha lavorato è là.- dico indicandogli con un cenno del capo il tavolo di legno. -La polizia l'ha già analizzato senza capirci niente. Trova tutto  quello che puoi ma non farne parola con nessuno.- dico guardando tutti soprattutto Sara e Laurel riferendomi agli agenti che sono in giro per casa. 
-Ollie perchè non vuoi coinvolgere la polizia?- chiede mia sorella al mio fianco.
-Non possiamo vedercela noi, Ollie. E' troppo rischioso.- dice Laurel. 
-La polizia non è riuscita a fare niente in queste ultime 48 ore. Ci è riuscita una ragazza laureata a Yale con un semplice computer.- dico freddo sperando che gli
altri capiscano il mio punto di vista. -Avvertiremo la polizia nel momento in cui sapremo la posizione esatta di Felicity. Ma per ora, cerchiamo solo di capire dove sia prima che sia.....-
Non riesco a portare a termine la frase. Ray senza dire niente si alza e si mette al lavoro, cercando a fondo nel computer le ultime ricerche effettuate da Felicity.
Raisa la nostra domestica, si offre di preparare da mangiare per i nostri ospiti nonostante siano le 11 di sera. Io le chiedo solo un caffè visto che  di sicuro farò un'altra notte in bianco.
Mi avvicino a Ray, e mi siedo accanto a lui per osservarlo lavorare. Mi sembra di rivedere Felicity.
Mi domando perchè lei abbia scelto me: Ray è intelligente, lui e Felicity hanno tante cose in comune. Forse se lei fosse stata con lui, a quest'ora sarebbe nel suo letto a dormire sonni tranquilli.
-Non ti incolpare.- dice Ray riportandomi sulla terra.
-Cosa?- chiedo confuso.
-Non è colpa tua... poteva succedere a chiunque di loro.- dice indicandomi con uno sguardo il resto dei ragazzi seduti in salotto. 
-Io.... dovevo stare più attento. E se le succedesse qualcosa?- chiedo retorico.
-Troveremo il modo di fargliela pagare.- dice lui serio senza una minima ombra di paura nella voce.
Non ho il tempo di rispondergli, che il mio telefonino inizia a suonare. E' a pochi centimetri da me, ma da lontano riesco a vedere la foto che ho impostato per il suo contatto ogni qual volta che mi chiama.
Quella foto l'abbiamo scattata a Las Vegas. E' la nostra prima foto insieme.
-E' Felicity.- dico facendo saltare tutti.
-Trattienila il più possibile al telefono,cerco di rintracciarla.- dice Ray digitando qualcosa sul computer.
-Amore?- chiedo rispondendo alla chiamata.
-Oh ma che dolce.... peccato che non sono Felicity.- dice una voce maschile.
-Dov'è Felicity?- chiedo furioso. Guardo gli altri che nel frattempo si sono avvicinati e sono tutti intorno al tavolo da pranzo.
-E' ancora viva... ma non per molto.-
-Chi sei?- chiedo non avendo ancora capito con chi sto parlando.
-Non l'hai ancora capito?- chiede divertito. -Sapevo che non eri intelligente ma non fino a questo punto. Mi chiedo come abbia fatto Felicity a sceglierti.-
Mi si gela il sangue. Ora ho capito.
Ora so chi c'è dietro a tutto questo e perchè Felicity sembrava cosi spaventata quando ha riconosciuto il quinto uomo.
-Cooper?- chiedo perplesso. Sottocchio vedo Sara e Caitlin sussultare quando sentono questo nome.
-Ci sei arrivato Queen.- dice sogghignando.
In sottofondo sento dei lamenti indistinti. Sono sicuro che si tratti di Felicity.
-La tua fidanzata si è svegliata....scusa ma devo andarmi a divertire un pò con lei.- dice attaccando.
-Non ti azzardare a farle del male, bastardo!- urlo sperando che non abbia chiuso la chiamata. -Cooper? Cooper?-
Quando dall'altro lato non sento niente,  butto il cellulare per aria e sbatto i pugni sul tavolo.
  
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