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Autore: Biboh_Biebs    22/11/2015    1 recensioni
"Jordan Jonson, Calum Hood, Luke Hemmings, Ashton Irwin e Michael Clifford sono i componenti dei Five Second of Summer, la band perfetta"
"Cazzate, questo programma dice solo cazzate" prese il telecomando e spense la tivù facendo sbuffare Jordan.
"Michael, perché lo hai fatto?" chiese la ragazza che era tra le braccia di Calum, dato che quel divano era davvero troppo piccolo per cinque persone.
"La band sarebbe perfetta se tu non ci fossi, Jordan" sputò Michael in modo acido, come sempre quando parlava con lei e di lei.
"Oh, certo Michael! Magari sei tu che con questa band non centro nulla"
-
"Saresti dovuto essere sincero con me, no odiarmi per nasconderlo. Io... non credo di voler continuare con tutto questo, ti odio troppo per avermelo nascosto. Non mi importerà se tu mi ami, mi hai sempre fatta sentire fuori luogo, ma sopratutto non accettata in questa band. Chi lo sa, magari un giorno verrò anche io da te nel pieno della notte, ti bacerò e faremo l'amore per ore, ma poi sarò io ad andarmene, e sarò io a giustificare le mie azioni con l'alcool. Ma un giorno, un giorno che non è oggi"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo




Jordan si era fermata poco prima di aprire la porta della camera di Michael a pensare cosa gli avrebbe dovuto dire precisamente. Ma la sua testa era completamente vuota, e con la mano sulla maniglia, entrò anche se impreparata. Quella volta vide subito Michael, steso sul letto ad occhi chiusi ed un paio di cuffie nella orecchie. Jordan riusciva a sentire appena cosa stesse ascoltando, ma capì subito che Michael non si era accorto della sua presenza. Dopo aver chiusa la porta camminò fino al lato sinistro del suo letto ed iniziò a guardarlo, perso nella musica e più silenzioso che mai.

Vide i denti di Michael andare a torturare quelle labbra che erano state molto spesso desiderio di Jordan, e si ritrovò ad invidiare il fatto che la sua lingua, le sue dita, i suoi denti o le labbra di Jessica potessero assaporare il suo gusto, toccare la loro morbidezza.

E si ritrovò lei a mordersi le labbra, che avrebbe tanto voluto essere lei a mordere quelle labbra piene.

Quando Michael aprì gli occhi per cambiare riproduzione sobbalzò a vedere gli occhi di Jordan. Repentivo si tolse le cuffie, spense la musica, si alzò e la guardò. Tutto velocemente.

"Cosa vuoi?" chiese scorbutico. La ragazza si era un po incantata ad ammirarlo.

Da quando Michael è così estremamente attraente? Si chiese.

"In questi ultimi due giorni sei più infastidito del solito, c'è qualcosa che non va?" gli chiese portando una mano ad afferrare la sua, con troppa voglia di avere un contatto non solo visivo. Lo sguardo di Michael non poté non guardare per un attimo la sua mano, afferrata da lei in modo del tutto inaspettato.

"Solo vorrei tu non esistessi" le disse fissando i suoi occhi, che si stavano facendo lucidi. Jordan lasciò subito la sua mano e incrociò le braccia sotto al seno. Strinse le labbra fra loro e portò lo sguardo per terra.

"Perché devi sempre e comunque offendermi?" fece un passo indietro e lo guardò dall'alto verso il basso, in un gesto fatta di proposito.

"Perché non guardi un po te? Non sei il piedistallo della band. Non sei bello come Calum, non hai la voce angelica di Luke e non sei simpatico e talentuoso come Ashton" disse acida. E, cavolo, lei pensava sul serio che Michael fosse il più bello e quello con la voce più angelica della band.

Non rispose alla provocazione di Jordan, spostò lo sguardo su tutta la camera per non guardare le sue labbra tanto appetitose.

"Và da loro, allora" Michael camminò verso l'armadio, dove estrasse una maglia. E dando le spalle a Jordan, si tolse quella che aveva in dosso, mostrando la sua bianca schiena alla ragazza, che si morse il labbro anteriore alla vista dei suoi muscoli contrarsi in quel modo.

"Sono venuta a chiederti cosa avessi, no per discutere, Clifford" si sforzò di dire.

"Oh, ora passiamo ai cognomi?" si girò completamente verso di lei con sguardo infuocato, dato che odiava essere chiamato in quel modo, e lei, come gli altri, ne erano a corrente.

"Accidenti! Quanto mi urti" esclamò Jordan.

"Allora va via" alzò la voce facendole intuire, con la mano, che stava ad indicare la porta, che doveva uscire.

"Volevo solo aiutarti" si lamentò mentre camminava verso la porta. "No Jordan, tu volevi solo fare la domanda di cortesia" la corresse.

A quel punto Jordan si girò e andò verso di lui, strinse la sua maglietta in due pugni, lo attirò verso di sé e fece quel che aveva da sempre desiderato.

Michael sentì il calore delle labbra di Jordan sulle sue e chiuse in automatico gli occhi, afferrando le sue guance spalmando ancor di più le sue labbra su di lei e avvicinandola.

Le loro labbra iniziarono ad accarezzarsi in modo estremamente violento, come a volersi far male, come a voler scaricare tutta la tensione della discussione.

Jordan gemette quando, per caso, la sua lingua andò a gustare quella di lui in un piccolo sfioramento. Continuavano, come i miglior amanti, a baciarsi in quel modo così rude ma dolce al contempo.

Michael camminò fino a che la schiena di Jordan non toccò il muro. Le mani di Michael andarono ad accarezzare la sua schiena, sfiorando le natiche per poi farsi circondare il bacino dalle sue gambe magre, mentre le piccole mani della ragazza gli andarono ad accarezzare e vagare suoi capelli di lui.

Inaspettatamente lei chiese l'accesso per la sua bocca, violandola, gustandola e vivendo come non avrebbe dovuto fare. Le loro labbra si sfioravano, assaggiavano, bramavano. Ormai senza fiato, che si erano dimenticati di respirare presi dal momento, si staccarono. Jordan mise i piedi per terra, guardò Michael prima di dirigersi verso la porta dove uscì più stordita che mai.

"Jordan" la chiamò Michael quando era a metà corridoio, lei si girò con un lieve sorriso.

"Si Michael?"

"Io... penso... dimentica tutto, non ho provato nulla. Solo, dimentica" le disse. "Sarà fatto" rispose Jordan mentendo a se stessa. Delusa dalle parole di Michael ed eccitata da quello che era successo scese le scale andando nel salone con un piccolo sorriso.

Ashton, Luke e Calum la guardarono nella sua innocenza e sorrisero.

Perché quando Calum era salito per controllare che andasse tutto bene aveva visto le loro labbra unite come non si sarebbe mai aspettato, e felice di quello che era successo era andato a dirlo immediatamente ai suoi compagni, che un po increduli guardavano Jordan fra le nuvole.

 

Michael si era sentito in dovere di dirle quella parole che neanche pensava, perché lui era il primo a non voler dimenticare quel sbagliato ma magico momento.

 

  
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