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Autore: Hikari_F    22/11/2015    2 recensioni
Sono ormai tre anni che Kotaru ha accantonato la speranza di trovare qualcuno che gli stia accanto senza prendersi gioco di lui o picchiarlo, pagando cara la scelta infelice di essersi dichiarato gay pubblicamente il primo anno di liceo. Sembra impossibile che, un giorno, qualcuno possa guardare oltre il pregiudizio ed imparare ad amare il piccolo ed imbranato ragazzino per ciò che è davvero. Eppure un giorno, quasi come fosse un disegno divino, Kotaru si ritrova a fare la conoscenza di Ryota, suo affascinante e taciturno senpai. E se il filo rosso del destino volesse condurlo proprio da lui?
Un racconto introspettivo, a tratti malinconico, scritto in prima persona dallo stesso Kotaru.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Vengo risvegliato in piena notte dalla vibrazione del cellulare. In realtà ero in stato di dormiveglia, il bacio della buonanotte di Ryota (seppur un innocente ed amichevole bacio sul naso) ha innescato una bomba nucleare nel mio stomaco. Altro che battiti di ali di farfalla! Un po' infastidito dalla luce che emana il display, clicco sull'icona per visualizzare l'sms ricevuto.

 

Ciao, Kota. Avevamo un appuntamento,

ma ho saputo che sei stato in ospedale.

Ho cercato di non essere invadente, ma

mi auguro di poter rimediare quanto prima.

Lunedì ci rivediamo a scuola?

 

Non rispondo. Mi ero quasi dimenticato di quel Masashi, il tizio che ci aveva provato con me prima che avessi quella serie di collassi. Magari il suo incontro mi ha portato sfiga...o forse il contrario, visto che gli avvenimenti sfortunati che si sono susseguiti mi hanno portato a convivere con l'uomo che amo. Comunque, non ho intenzione di dar corda a Masashi, anche se i miei sentimenti per Ryo non saranno mai ricambiati.

Non faccio in tempo a chiudere occhio che mi arriva un altro sms.

 

Non ho fatto che pensare a te.

Sei bellissimo.

 

Cazzo, quanto miele! Ma perché diamine gli ho dato il mio numero, ero talmente disperato? Be'...sì. Lo ero.

 

Non rispondi...starai sicuramente

dormendo, povero cucciolo.
Aspetto con ansia un tuo messaggio!

Buon riposo...

 

Sono le due di notte! Questo qui è fuori di testa. Sarà meglio tentare di dormire...

Le poche ore di sonno che si susseguono sono agitate, costellate da incubi di ogni sorta che non riesco a ricordare. Le prime luci del sole arrivano come un sollievo, sorprendendomi madido di sudore e sconvolto dalla pessima nottata appena trascorsa. Scendo dal letto e vado in cucina, come faccio ogni mattina da quando vivo qui; mi preparo qualcosa da mangiare, abbondando di proposito in modo che anche Ryota trovi la colazione pronta, poi decido di fare un bagno rilassante per riprendermi. Il senpai è molto irritabile quando dorme e certamente non mi va di disturbarlo, quindi cammino a passi leggeri e cerco di fare meno rumore possibile mentre riempio la vasca e mi ci calo dentro, socchiudendo le palpebre e lasciandomi coccolare dall'acqua calda e la schiuma profumata. Sento che potrei anche riprendere sonno.

Il mio relax viene improvvisamente disturbato dal suono della porta che si apre...cazzo, devo essermi addormentato, ho la bocca impastata e faccio fatica ad aprire gli occhi. Prima che possa dire una sola parola, noto la tenda della vasca che viene scostata e, in un battito di ciglia, Ryota si sta immergendo nella vasca.

Cazzo.

Oh, cazzo.

Sono ancora indeciso se considerarlo un sogno oppure realtà, ma il senpai Ryota è nella vasca da bagno insieme a me. Entrambi mezzi addormentati, dubito anche che si sia reso conto che ci sono anche io; mentre forzo il mio corpo a non reagire alla vista di quello dell'uomo a lungo desiderato e amato, tento di dare segni della mia presenza senza spaventare o far incazzare Ryo.

-Ehi.- Sussurro, quasi sperando che non mi senta -Potresti...ehm...c'ero prima io.- Sussurro, anche se il mio inconscio mi maledice e mi grida di star zitto e fallo restare lì il più a lungo possibile.

-Mh?- Gli occhi verdi del senpai si aprono pian piano, puntando poi verso di me. Che imbarazzo, devo essere sicuramente più rosso sulle guance che di capelli! Per fortuna non sembra essersi spaventato!

-Cos...aaaaAAAAAAAAAAAAAAAAH!!-

Ok, come non detto.

-Scusa, scusa, scusa!- Farfuglio, spiaccicandomi contro una parete della vasca. Si è tirato in piedi. Ed è nudo. E ho tutto quel ben di dio davanti -Scusami, davvero, i-io...ma quello era un urletto stridulo?- Dico, buttandola sul comico. E poi il suo grido era stridulo sul serio.

-ESCI SUBITO DI QUI.- Sbraita, sprofondando in acqua fino al naso.

-Va bene, va bene!- Non riesco a trattenere una risata mentre sguscio fuori dalla vasca ma, non appena fuori dal bagno, l'immagine di Ryota nudo mi inonda la mente e non riesco più a mandarla via. Non credo mi dispiaccia poi tanto.

 

Masashi ha continuato a scrivermi sms, sempre più poetici, sempre più insistenti. Ci sono quasi i presupposti per una denuncia per stalking! Sbuffo e lancio il cellulare sul tavolo, ripensando a come sono andati questi ultimi giorni di “arresto domiciliare”. Ho finito di recuperare tutte le materie, ho vissuto fantastici e imbarazzanti momenti di convivenza, ho affinato la mia abilità in cucina. Oh, e dall'inizio della settimana prossima avrò anche un lavoro. Aiutante lavapiatti, ma è comunque qualcosa, con i primi soldi comprerò qualche rivista erotica...Ryota non ha il computer e devo pur arrangiarmi in qualche modo. Naturalmente le dovrò nascondere.

-Sei pronto per domani?- Chiede il senpai dall'altra parte della casa.

-E tu sei pronto per imparare ad abbassare la tavoletta del water?- Sbraito, sedendomi sulla tazza senza guardare e ghiacciandomi il fondoschiena.

-Che storie! Falla in piedi.-

-Lo faccio già!- Urlo, arrossendo -Ma certe cose si fanno per forza seduti!- Ho davvero detto una cosa così imbarazzante? Be', il vantaggio del vivere sotto lo stesso tetto con qualcuno è che si entra in confidenza e si diventa intimi senza nemmeno rendersene conto.

-Vedi di farla in fretta, però. Ho invitato Tsubaki a cenare con noi e sarà qui a momenti. Non voglio farle trovare il bagno impestato.- Ride.

Arrossisco di nuovo. Mi piace avere un legame così stretto con Ryota...mi sento quasi il suo compagno.

Domani ricomincerò la scuola! In un certo senso non vedo l'ora. Io e il senpai faremo la strada insieme, sia all'andata che al ritorno; la sola idea mi fa battere il cuore all'impazzata e le farfalle nello stomaco svolazzano come impazzite.

L'arrivo di Tsubaki è sempre piacevole; le voglio davvero bene e riesce sempre a farmi ridere ma, soprattutto, riesce a far ridere Ryota. Ha portato un dolce e indossa un completo molto particolare, con inclusi dei guanti di lana che coprono fino a metà dita. Mi sembra strano che non se li sfili nemmeno per mangiare, ma Ryo sembra non notarlo, che sia una cosa abituale? Dopotutto la conosce da molto più tempo di me, però...ricordo i segni che ho intravisto sulle sue braccia in ospedale. Ho il sospetto che Tsubaki stia nascondendo qualcosa, e quei guanti alimentano ancora di più i miei dubbi.

-Ehi, Tsu.- Dico, prendendola da parte mentre Ryota sparecchia -Come mai non hai tolto i guanti per cenare? Non sono scomodi?-

Inarca un sopracciglio e inizia a balbettare -N...no! Sono un regalo di mia madre. Mi piacciono tanto e non mi andava di toglierli.- Sorride, ma è un sorriso che puzza di finto. Penso che non ho diritto di impicciarmi, ma lei è mia amica adesso e se è nei guai vorrei che lo dicesse.

-Sei sicura che va tutto bene?- Insisto, cercando di non sembrare inquisitorio.

-Assolutamente. Ma adesso devo andare.- Deglutisce e si infila rapidamente il cappotto. Cazzo, l'ho fatta scappare -Ciao, Ryota!- Urla, raccattando le sue cose.

-Aspetta!- Esclama il senpai, comparendo davanti a noi in un batter d'occhio -Non vuoi restare ancora un po'? Io e Kota volevamo guardare un film insieme a te.-

-Sarebbe bello, ma devo proprio rincasare. Papà si arrabbierà.- Sorride di nuovo ed esce richiudendosi la porta alle spalle. Una vera e propria fuga.

-Pare che il film lo guarderemo da soli.- Dice, invitandomi a prendere posto davanti alla tv. Mentre iniziano i titoli, il mio cellulare vibra nuovamente.

“Che ossessione” Penso, sbuffando e facendo per afferrarlo...ma Ryota è più svelto di me.

-Stanotte ho sognato di passare una giornata con te. Mi perdevo nei tuoi occhi caldi e non desideravo altro che stringerti forte, sei stupendo. Domani finalmente potrò rivederti, Buonanotte.- Legge ad alta voce, con un'espressione indecifrabile -Hanno sbagliato numero?- Chiede, passandomi il cellulare. Normalmente mi infastidirebbe se qualcuno leggesse i miei messaggi, ma lui è Ryota. Tra noi non voglio segreti.

-No, è il tuo compagno di classe, Masashi.-

-Ah.- Si volta a guardare nuovamente lo schermo e tamburella nervosamente le dita sul divano. Non parla più fino allo stacco pubblicitario, quando mi alzo per prendere da bere.

-Portami qualcosa di forte.- Sussurra, mentre rovisto in frigo.

-Non capisco la differenza. Per me è tutto uguale.-

Sospira e si avvicina a me, pescando una manciata di lattine. Tante. Troppe.

-Tutto ok?- Chiedo, mentre si stappa una bibita e inizia a trangugiare avidamente.

Non risponde e in un paio di sorsi avrà mandato giù metà lattina.

-Sei nervoso per qualcosa?-

-Vi siete frequentati?- Chiede.

-No, mai.- Rispondo, abbastanza scazzato all'idea di dovermi giustificare.

-E gli lasci prendere simili libertà?-

-Io non gli rispondo. Più di questo...-

-Vuoi che lo metta al suo posto?-

-Non mi ha fatto niente di male.- Mormoro, facendomi coraggio e stappando una lattina anche per me, è la prima volta che bevo qualcosa di alcolico.

-Se non ti infastidisce, allora buon per te.- Bofonchia, terminando la prima bevanda e passando alla seconda. Lo imito e in breve sono fuori di me. Credo proprio di non reggere bene l'alcol.

 

Non avrei mai creduto di poter assistere ad una cosa del genere. No, non parlo del film...avvincente, certo, ma è stato ben presto soppiantato da uno spettacolo che è un misto tra grottesco ed esilarante. Kotaru, ubriaco fradicio, che è uscito completamente dal proprio solito modo di fare. Che ne è stato del timido ed innocuo ragazzino che sedeva accanto a me fino a una decina di minuti fa? Dopo nemmeno due lattine ha iniziato a ridere nervosamente e a dire cose senza senso...adesso sta strofinando la testa contro il mio braccio come un gatto che fa le fusa.

-Portami a letto.- Miagola, mordicchiandomi la manica.

-Hai già sonno?- Sospiro, scostandolo delicatamente. Il contatto fisico mi infastidisce ancora un po', anche se si tratta di Kota.

-No...- Sussurra, riprendendo ad accoccolarsi -Portami nel tuo letto.-

-Guardiamo il film insieme. Non sei in te.- Tento di spiegargli, anche se ormai mi sono arreso e lascio che continui a farmi le fusa -Sei ubriaco e non pensi quello che stai facendo.-

-Sì invece!- Urla, arrossendo ancora più di quanto non fosse già e sedendosi in braccio a me, a cavalcioni come un bambino. Anche se siamo uno di fronte all'altro, evita di proposito il mio sguardo. Abbassa la testa e stavolta la strofina contro il mio petto.

-Coccolami.- Ordina, mettendo il muso e assumendo improvvisamente l'aspetto di un bimbo capriccioso -Ho freddo. Scaldami.-

Mi viene da ridere e non mi trattengo -Dai, forse è il caso che vai a dormire sul serio.-

-NON VOGLIO!- Urla, scoppiando a piangere -Voglio baciarti! Voglio andare a letto con te, senpai! Io ti amo!-

Sobbalzo e arrossisco leggermente. Lo so, cazzo, lo so. Sei tu che hai dimenticato, Kota. Però...se continui a dimostrarmi i tuoi sentimenti sempre in momenti simili, come posso accoglierli e dimostrarti che, forse, anche io sto iniziando a sentire le stesse cose? Mi sento così strano da quando sei entrato nella mia vita...prima di conoscerti, prima che tu mescolassi le carte in tavola, io non ho fatto altro che provare odio verso mio padre, per tutto quello che ha fatto a me e alla mamma. L'odio per lui, per gli uomini, era la mia assoluta certezza. Eppure...è tutto così buffo. Ho passato l'intera esistenza ad odiare un uomo, per poi finire ad amarne un altro.

Mentre sono preso dalle mie considerazioni, il viso bagnato di Kotaru si schiaccia contro il mio, e le sue labbra mi baciano un angolo della bocca.

-Perdonami- Sussurra, tra i singhiozzi, per poi scostarsi e accucciarsi accanto a me. Si stende con la testa poggiata sulle mie gambe e, stremato dopo un pianto dirotto, finisce per addormentarsi placidamente.

-Mi correggo.- Sospiro -Il film me lo guarderò da solo.-

Non disturberò il suo sonno...domani mattina, ancora una volta, non ricorderà cosa mi ha detto e cosa ha fatto. Da un punto di vista è positivo, in quanto non dovrò affrontare la realtà e potrò illudermi a mia volta che non c'è stato niente, che non ho mai scoperto in me un sentimento così ardente verso un altro uomo...ma da un altro punto di vista è straziante. Ancora una volta, sarò il solo a sapere e ricordare. Ancora una volta, Kota continuerà a soffrire tenendo per sé quello che prova.

 

-Sei in ansia?- Chiede il senpai, mentre andiamo a scuola, per la prima volta insieme.

-Per il test? No, sono preparato.- Replico, stringendomi di più nel mio cappotto imbottito. Ho un freddo cane.

-Hai più ricevuto sms dal tuo ammiratore?- Chiede, con tono canzonatorio.

-Sì.- Farfuglio -Uno questa mattina.- Ed è vero, l'ennesimo messaggio mellifluo e straripante di complimenti. Sicuramente è una bell'iniezione di autostima.

-Mh.- Alza lo sguardo al cielo e si infila le mani in tasca. Chissà a cosa sta pensando.

-Senpai, ho fatto qualcosa di strano ieri sera?- Avevo comunque intenzione di chiederlo. Non ricordo molto di quello che è successo dopo cena, se non un vago sapore di alcol e il ronzio del televisore.

Esita prima di rispondere -No.- Dice -Ti sei addormentato.-

-Ma ero ubriaco?-

Ride -Ubriaco fradicio.-

-Era la prima volta che bevevo.- Arrossisco e distolgo lo sguardo. Mi sento uno stupido!

-Si notava, ma è meglio così. Non è una bella cosa.-

Mi chiedo quanto spesso il senpai ha avuto una sbornia.

-Reggo bene l'alcol. Non mi sono ubriacato molto spesso, se non quando ero da solo.-

Strabuzzo gli occhi, che abbia imparato a leggeri la mente?

Chiacchierando siamo quasi arrivati al portone. Sto per salutare Ryota e attraversare il corridoio fino alla mia aula quando un forte braccio si stringe attorno alla mia spalla e una voce di cui avevo dimenticato il tono mi saluta allegramente.

-Kota! Tesoro, tutto bene?- Chiede Masashi, sorridendomi -Sono così felice di vedere finalmente che sei guarito!-

-Ciao.- Bofonchio appena, non mi va di alimentare la conversazione, soprattutto sapendo che gli piaccio.

-Ciao, Masashi.- Dice Ryota freddamente, con un'espressione indecifrabile -Andiamo in classe, non vorrai fare tardi.-

-Ryota, ciao. Cosa ci fai con Kota, vi conoscete?-

-Siamo coinquilini.- Risponde il senpai, sempre imperturbabile -E tu come mai lo conosci?-

-L'ho incontrato in biblioteca il mio primo giorno di scuola, è stato molto gentile con me.-

-Non ho fatto niente di speciale.- Mi affretto ad aggiungere -Chiunque lo avrebbe fatto.-

-Hai poi recuperato le materie? Ricordo che eri rimasto indietro per motivi di salute.-

-Sì, oggi ho il test. Vado, ok? Arrivederci.-

-Ci vediamo a pranzo, Kota.- Dice Ryo, salutandomi con una pacca sulla spalla.

Masashi si morde il labbro, sembra nervoso. Non appena metto piede in classe mi arriva un suo messaggio.

 

Speravo di poter pranzare con te.

 

Ancora una volta, non gli rispondo.

Nelle ore successive lavoro duro, rispondo alle domande, svolgo il compito di recupero, il tutto tra le lodi degli insegnanti e l'indifferenza dei compagni. Non mi tormentano più, pare. Forse il rimedio “Ryo” ha fatto effetto.

-Ben fatto, Oda.- Dice la prof, ritirando il mio foglio -Cerca di non strapazzarti più. La salute viene prima di tutto.-

-Sicuramente.- Replico, infilando la porta.

-Kota.-

Eccolo di nuovo.

-Ehi.- Sospiro, alzando gli occhi al cielo.

-Hai ricevuto il mio sms?-

-Non credi di stare esagerando...?-

Masashi mi guarda con espressione contrita -Scusa...è solo che ho organizzato una cosa per te e ci rimarrei male se non andasse a buon fine. Perdonami se ti sono sembrato inopportuno.-

-Che genere di cosa?- Chiedo, sentendomi un po' in colpa per averlo trattato male.

-Lo vedrai se vieni con me.- Risponde, prendendo la libertà di tenermi la mano mentre mi accompagna. La ritiro prontamente, sia perché non mi piacciono le effusioni in pubblico, sia perché la persona con cui voglio camminare mano nella mano è un'altra.

-Bentornato.- Sussurra, poggiandomi una mano dietro la schiena e spingendomi delicatamente in un'aula dove mi accolgono a occhio e croce una decina di persone.

-Ma cosa...- Rimango senza fiato.

-Oddio, Masashi, ma è un cucciolo!- Esclama una ragazza, probabilmente dell'ultimo anno, che mi si avventa addosso e comincia a pizzicarmi le guance -Oh, sembra un bambino delle medie! Ciao, caro, come stai?-

-Ehm...bene.- Balbetto, non sapendo cosa dire. Con la coda dell'occhio noto un assortimento di cibo e dolci da leccarsi i baffi...sembra una specie di festicciola in mio onore. Cavoli.

-Sono tutte le persone con cui ho fatto amicizia da quando mi sono iscritto, per fortuna sono abbastanza socievole. Questo è solo un pensierino per festeggiare la tua guarigione e per ringraziarti di essere stato cortese con me. Non dimentico chi mi ha aiutato nel momento del bisogno.-

Davvero troppo esagerato. Evidentemente lo ha fatto per impressionarmi, ma non cederò solo per questo.

Seguono una marea di presentazioni (nomi e volti che ho già dimenticato) e, subito dopo, una mangiata paradisiaca come non ne facevo da tempo. Tutto sommato non mi dispiace tanto avere un ammiratore...uno solo che vale quanto tutte le ammiratrici di Ryota, almeno per quanto riguarda i regali.

-Ti ha fatto piacere?- Chiede Masashi con premura, mentre mi riaccompagna in aula.

-Sì, grazie.- Dico, cercando di mantenermi freddo sempre per non fomentare il suo interesse -Ora vado, ciao.-

-Aspetta.- Dice, tirandomi a sé in un angolo appartato -Mi sei mancato così tanto.- Sussurra e, un istante dopo, si avventa sulle mie labbra.

-No!- Esclamo, scansandolo prima che possa baciarmi -Davvero, no. Sei stato gentile, ma mi sembrava di essere stato chiaro.-

-Hai ragione, perdonami.- Dice, per niente imbarazzato dal rifiuto -Ma non mi arrenderò con te, piccino. Sarai tu a desiderarmi...vedrai.-

-Non contarci.- Borbotto, girando i tacchi ed allontanandomi di fretta.

Sono arrabbiato e confuso...ma non ce l'ho con Masashi. Dopotutto anche io, se avessi metà della sua sfacciataggine, ci avrei provato con Ryota da tantissimo tempo...sono arrabbiato con me stesso. Perché mi sono innamorato del senpai? Non sarebbe più semplice poter manipolare e gestire i propri sentimenti? Sospiro e mi rassegno a seguire la lezione, continuando a sentire una specie di campanello in testa, come se ci fosse qualcosa di importante che ho dimenticato...

...e mi ritorna in mente, nell'istante in cui aspetto Ryo all'uscita per tornare a casa.

-R...Ryota!- Esclamo, non appena lo vedo comparire. Ha la stessa espressione indecifrabile di stamattina e cammina a passi lenti, come se non avesse fretta di vedermi.

-Ciao.- Farfuglia, gettandomi un'occhiata distratta.

-Scusami per il pranzo io...-

-Lo so dove sei stato. Masashi me ne ha parlato...naturalmente, dopo che ho passato tutta la pausa ad aspettare senza avere tue notizie.-

-Non sapevo nulla di quella specie di festa!- Dico, continuando a guardarmi attorno sperando che il mio ammiratori non spunti da qualche parte. Mi sento al sicuro solo quando siamo ormai sulla strada di casa -Le cose sono successe così in fretta che ho dimenticato di avvisarti. E poi, scusa, ti ha detto cosa ha fatto dopo?!-

-Quello l'ho visto con i miei occhi.-

-Hai visto e non hai fatto niente? Stava per rubarmi il primo bacio e non avresti fatto niente?!- Sbraito, indeciso se prendermela di più per questo o perché l'uomo che amo se ne fotte altamente se un altro tenta di baciarmi.

Solleva le spalle -Che avrei dovuto fare? Magari ti faceva piacere e comunque sei abbastanza adulto da cavartela da solo.-

-No che non mi avrebbe fatto piacere.- Stringo i pugni ed evito lo sguardo di Ryota.

Un attimo dopo il senpai mi tira un debole buffetto sulla guancia.

-Questo è per avermi dato buca.- Dice, guardandomi con aria severa; poi mi deposita un sacchetto di cioccolatini in mano -E questi erano per festeggiare la tua guarigione, ma sarai talmente pieno che probabilmente ti disgusteranno. Mi dispiace se non ho i soldi e gli amici per organizzarti un party da vip.-

Nonostante abbia dimenticato il pranzo, non ce l'hai con me? Vorrei tanto stringerti, tenerti per mano e passeggiare al tuo fianco, senza vergogna.

Ti amo, senpai...ti amo e potrei gridarlo, se solo non fossi il codardo che sono. Lo urlo forte nella mente, così intensamente che forse potrebbe anche uscirmi dalla bocca. Ryo...chissà se il mio grido riuscirà mai a raggiungere anche te.

   
 
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