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Autore: Lady Hamamelis    22/11/2015    1 recensioni
Nel tempo delle dame e dei cavalieri, un salice ridente vive in un bosco del nord, lontano dalla sua terra d'origine e i suoi simili. Pur essendo tanto solo, è sempre contento della sua vita, finché un giorno una bambina dagli occhi azzurri visita il bosco e riempirà quella solitudine. Poi succede qualcosa che cambierà a entrambi le loro vite tranquille...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era sorto come ogni mattina, bello e splendente per illuminare un altro giorno il mondo, ma sicuramente non si aspettava di trovare tutta quella disgrazia sul grande fiume blu del nord.
Chiese subito al fiume cosa fosse successo. Questo gli raccontò la battaglia avvenuta di notte e la sua tragica fine. “Adesso non potranno più chiamarmi fiume blu”, sospirò piangendo, “ è stato versato troppo sangue nelle mie acque pure”. Il sole provò a consolarlo dicendo che col tempo sarebbe ritornato come prima, e lo pregò di trasportare tutte le miserie della guerra al mare, per liberare gli uomini imprigionati nei loro corpi. Il fiume acconsentì, chiamò il vento che lo aiutasse a incresparsi e iniziò a fare una forte corrente verso il sud. Per contribuire al lavoro del fiume, il sole si nascose dietro le nuvole trasportate dal vento. Queste erano sempre state sensibili, e vedendo quello spettacolo così tetro si misero subito a piangere abbondantemente.
Pian piano i resti della notte burrascosa cominciarono a fluire via dalla vista degli alberi al margine del fiume. Il vento forte scosse energicamente le foglie di tutti gli alberi, e la pioggia purificò la terra da quello strato di fuliggine che si era formato a causa del fuoco.
Gli alberi sembrarono rincuorati da quelle premure della natura, sebbene non riuscirono a cancellare altrettanto presto la terribile esperienza che avevano vissuto. 

Il povero salice sempre ridente cercò di sollevare il morale a tutti, e con i suoi rami giocosi riuscì almeno un po’ nel suo intento. Proprio mentre stava intrattenendo il bosco, sentì vicino a lui un rumore metallico e un sospiro soffocato. Si voltò verso il fiume ma non vide nulla.
Il rumore si ripeté, questa volta più forte e vicino. Allora il salice si chinò e poté vedere un uomo  ricoperto di fango e qualcosa di lucente, aggrappato alla terra scivolosa, proprio sotto di lui. Non ci pensò due volte: protese due suoi rami vigorosi verso il cavaliere in difficoltà, che molto prontamente afferrò con forza. Il buon salice lo tirò su dall’acqua, appena in tempo che quello perdé i sensi. Lo trascinò verso la base del suo fusto, dove l’inizio delle radici formavano una conca, adagiandolo in essa. Vide che sul pezzo luccicante che l’uomo portava sulla spalla c’era il simbolo del fiore, che riconobbe come quello della battaglia di ieri.
Gli altri che avevano assistito a quella scena si preoccuparono subito delle conseguenze che avrebbe potuto provocare quell’atto di bontà del salice.
“Non dovevi salvarlo, ora ci taglierà tutti!”, protestarono gli abeti impauriti. “Perché non l’hai lasciato al fiume? Lo avrebbe certamente riportato a casa sua”, contestò la velenosa fusaggine.
Il salice, invece di ascoltare i rimproveri, si preoccupava per le numerose ferite che aveva il cavaliere. “Se solo sapessi come poter alleviare le sue sofferenze!”, pensò, credendosi impotente. Il vento continuava a soffiare forte, e l’uomo appena salvato stava tremando dal freddo ai suoi piedi. Così decise di chinare tutti i suoi lunghi rami, creando un riparo per il giovane guerriero. Questo gesto così inaspettato fece commuovere il bosco, e nessuno disse più nulla contro il cavaliere, anzi si offrirono tutti in favore del salice per un aiuto.
Passò un dì e una notte. Il cavaliere si era svegliato un paio di volte ma ricadeva sempre in un sonno agitato, preso da brividi ed incubi. 

 

La mattina dopo, la sua piccola amica decise di tornare a fare scorta dei doni del bosco, così, mentre era per la strada verso il sambuco, vide da lontano il suo caro salice con tutti i rami pendenti verso il terreno, e si spaventò. Andò subito verso di lui con il timore che stesse male e preoccupata toccò i leggermente i suoi rami; le foglie si scossero e intravide qualcosa di diverso dietro ad esse. Scansando del tutto i rami vide un uomo pieno di fango e sangue disteso accanto al salice.
Dopo il primo spavento, si inginocchiò vicino al cavaliere e gli diede dell’acqua. L’uomo si svegliò di soprassalto ma vedendo una figura femminile si tranquillizzò immediatamente.
Il cavaliere chiese subito aiuto. La voce roca inquietò la fanciulla, ma non quanto lo stemma che notò sulla sua spalla. L’uomo comprese le sue riserve e la supplicò ancora, ma lei non aveva avuto intenzione di andarsene, era solo spaventata dal nemico che aveva riconosciuto. “Ditemi solo il vostro nome” gli chiese con gentilezza. Il cavaliere rispose che era chiamato Blumer il giovane. La ragazza impallidì, ma si alzò per andare a prendere il necessario per le cure e chiedere aiuto.
“È il principe nemico!” pensò sconvolta, “e io devo salvarlo!”.

  
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