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Autore: world_magic    22/11/2015    1 recensioni
Un anno dopo l'iniziazione di Quattro ed Eric, una piccola ragazza Pacifica, Elizabeth, compie una scelta inaspettata: decide di unirsi agli Intrepidi. Lasciando tutti a bocca aperta, Elizabeth si impegna al massimo per diventare una vera Intrepida conservando tuttavia la dolcezza dei Pacifici. Ma cosa succederà quando gli occhi verdi e caldi di Elizabeth incroceranno gli occhi grigi e freddi come il ghiaccio del più giovane Capofazione degli Intrepidi?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 21
I really hope you agree with me
 
(LIZ p.o.v.)
Non posso restare a guardare senza fare niente: devo avvisare Diego del pericolo che sta correndo. Deve sapere che anche il suo nome è su quella lista, deve fare qualcosa per non farsi scoprire. Aspetto che tutti i miei amici si siano addormentati prima di avvicinarmi al letto di Diego e di scuoterlo leggermente per svegliarlo.
Quando mi mette a fuoco, lo vedo aprire la bocca per parlare, ma gli faccio subito cenno di stare zitto e di seguirmi fuori dal dormitorio. Non dovremmo uscire dalla camerata di notte, ma Eric mi ha mostrato un punto nascosto dalle telecamere e abbastanza lontano dal dormitorio, dove possiamo parlare indisturbati.
-Che succede? – mi chiede quando ci fermiamo.
-Parla piano. – lo avviso. – Ti devo dire una cosa, ma deve restare tra noi due. Nessuno deve saperlo, neanche Bree, Jason o Joshua. Chiaro? –
-Certo. Ora dimmi, mi stai facendo preoccupare. –
-Stasera, mentre ero allo Strapiombo, ho sentito degli uomini parlare e mi sono avvicinata. Erano dei Capofazione: hanno discusso per un po’, anche se non ho capito molto bene su cosa, ma li ho sentiti nominare gli Eruditi. Ho visto un foglio cadere dalla tasca del giubbotto di uno dei due, così quando se ne sono andati l’ho raccolto per vedere cosa fosse. – ovviamente non posso dire che ho trovato la lista nel bagno di Eric, quindi mi devo inventare una scusa. Mi rendo conto che non è proprio credibile, ma spero che Diego sia abbastanza intontito dal sonno da non accorgersene. – Era una lista di nomi, e alla fine della pagina c’era scritto “sospetti divergenti”. Ho letto tutta la lista e l’ho memorizzata bene prima di rimetterla dove l’avevo trovata, e sono sicura al cento percento che il nome di Chris fosse lì sopra. –
Diego sembra riscuotersi dal torpore del sonno e lo vedo elaborare tutto quello che gli avevo detto.
-Quindi pensi che quello che è successo stasera in mensa a Chris sia collegato a quella lista? –
-Non credo nelle coincidenze. Poi, Jason ha detto che c’erano anche degli Eruditi quando hanno portato via Chris, no? E guarda caso quelle persone stavano parlando di qualcosa in cui c’entrano gli Eruditi. Non può essere un caso. –
-E perché gli altri non possono saperlo? Perché lo stai dicendo solo a me? –
Mi sento male al pensiero di come reagirà quando gli dirò che anche lui sta correndo lo stesso pericolo.
-Ecco … c’è anche il tuo nome su quella lista. È uno dei primi. –
Lo vedo immobilizzarsi sul posto: ha capito che anche lui è un bersaglio.
-Diego, qual è stato il risultato al tuo test attitudinale? –
Lo vedo esitare prima di mimare con le labbra “inconcludente”.
Cioè Divergente.
-D’accordo. Non lo dire a nessun altro, troveremo un modo per tirarti fuori da questo pasticcio. Posso provare a parlare con Eric ... –
Mi congelo sul posto. Mannaggia alla mia lingua lunga.
-Perché dovresti parlarne con Eric? – mi chiede, con sguardo indagatore.
Abbasso gli occhi, a questo punto non posso più inventarmi scuse. Mi sono tradita.
-State insieme, vero? –
Io posso solo annuire, non riesco a trovare la voce per la paura e anche per l’imbarazzo.
Mentre ho ancora lo sguardo basso, Diego mi prende la mano e si avvicina.
-Tranquilla, non dirò niente. Avevo già capito che c’era qualcosa tra voi due, tu me l’hai solo confermato. E poi, chi sono io per giudicare? Magari quel troglodita con te si comporta in maniera più civile di come si comporta con noi agli allenamenti. –
Non riesco a trattenere una risata. È bello sapere che Diego è dalla mia parte, che non andrà a denunciare la cosa.
-Però – continua – non sono sicuro che parlare con Eric sia la cosa giusta. In fin dei conti, lui è un Capofazione. Ha dei doveri e degli obblighi cui non può mancare. Come ha denunciato la tua situazione con Axel perché era obbligato, potrebbe dover fare lo stesso con me. –
Non ci avevo pensato: Diego ha ragione. E se Eric non avesse scelta? Se fosse costretto a consegnarlo agli Eruditi, o peggio, a ucciderlo, se sapesse che è veramente un Divergente?
-Allora con chi possiamo parlare? – chiedo, non sapendo che fare. –Non possiamo restarcene con le mani in mano. –
-Forse con Quattro. Sembra averti preso in simpatia, magari se gli spiegassimo la situazione, potrebbe aiutarci. –
-Potrei aiutarvi a fare cosa? –
La voce di Quattro arriva da dietro l’angolo, è molto vicino. Da quanto tempo ci sta ascoltando?
-Quattro, scusaci, possiamo spiegare … - inizia Diego.
-Non servono spiegazioni. Farò finta di non avervi visto, per me non avete mai lasciato il dormitorio. Ma voglio la verità:perché dovrei aiutarvi? –
Diego ed io ci guardiamo un secondo negli occhi: deve decidere lui se dire tutta la verità a Quattro o no, il segreto e suo.
-C’è una lista di sospetti Divergenti che gira per la Fazione, e il mio nome è lì sopra. Vorrei sapere se c’è un modo per farlo sparire. – Diego sceglie la verità.
-Chi di voi ha trovato la lista? –
-Io. – sono costretta ad ammettere. Sa che Eric ed io stiamo insieme, quindi capirà senza tante spiegazioni come l’abbia trovata.
-Vi aiuterò, a una condizione – dice Quattro dopo qualche secondo di silenzio.
-Cioè? – chiede Diego preoccupato.
-Liz, devi dirmi se c’era un nome in particolare su quella lista. –
-D’accordo. – se tutto quello che vuole Quattro in cambio del suo aiuto è sapere se c’è un nome sulla lista, non posso che accontentarlo.
-Tobias Eaton. Era sulla lista? –
Passo in rassegna la lista nella mente, ma quel nome non mi dice niente, non era tra quelli scritti su quel foglio mortale.
-No, no, non c’era. – dico sicura.
-Bene. Ci vediamo domani mattina nella stanza delle simulazioni, e venite da soli. – e, così dicendo, se ne va nel buio da cui era sbucato.
 
La mattina andiamo tutti in mensa come se niente fosse, ma sia io che Diego abbiamo i nervi a fior di pelle: la situazione è grave, molto, e solamente noi due lo sappiamo. Quando Quattro ci vede entrare in mensa, ci rivolge un lieve cenno di saluto che ci ricorda l’appuntamento dopo colazione.
Dopo essere tornata in dormitorio ieri sera non sono riuscita a chiudere occhio: sapere che il nostro istruttore ci avrebbe aiutato mi aveva tranquillizzato, ma era subentrato qualcos’altro a darmi il tormento. Perché Eric non aveva fatto nulla per impedire la cattura di Chris o per fermare la diffusione della lista di morte?
Forse ha protestato con Max, mi sono detta per tutta la notte, forse ha provato a fermare questa pazzia ma non ci è riuscito. Eppure non sono riuscita a smettere di pensare che il fatto che abbia tenuto la lista vuol dire che in fondo non disapprova completamente la decisione di uccidere tutti i Divergenti.
Vado a fare la fila per prendere da mangiare, stanca e ancora tormentata dai pensieri, e poco dopo Eric si affianca a me.
-Come mai quello sguardo? Qualcosa non va? – mi chiede preoccupato senza distogliere però lo sguardo dalle varie torte davanti a lui.
Non riesco a trattenermi: devo sapere se anche lui è a favore dell’eliminazione dei Divergenti o se, come me, disapprova.
-Ieri sera ho trovato la lista sul lavandino del bagno. E non fingere di non sapere di cosa sto parlando. – dico cercando di mantenere un tono neutrale.
Lo vedo con la coda dell’occhio irrigidirsi e rimanere bloccato con una fetta di torta a mezz’aria.
-Non avresti dovuto vederla. –
-Ma l’ho vista. E so anche che Chris ieri sera è stato portato via e che nessuno da allora l’ha più visto. Hai qualcosa da dire al riguardo? –
-Posso spiegarti tutto, ma non qui e non ora. Nessuno deve sapere di quella lista, a parte noi Capofazione, quindi è di vitale importanza che tu mantenga il segreto. –
Troppo tardi, penso.
-Avrei voluto dirtelo, ma non potevo. Max ha specificatamente detto … - sta parlando a macchinetta, segno che è nervoso, e questo non va bene.
-Ne riparleremo stasera, dopo le esercitazioni nello scenario. Possiamo vederci nel tuo appartamento come ieri. Dimmi solo una cosa: tu approvi questa lista o no? –
Rimane un secondo in silenzio, sembra pensare a quale risposta dare, poi dice semplicemente: - Non è compito mio discutere quello che mi viene ordinato. –
Per me è abbastanza: come può eseguire degli ordini così sbagliati? Come può davvero pensare che qualcuno un po’ diverso da noi possa essere una minaccia?
-Ne riparliamo stasera. – dico a denti stretti prima di andare verso i miei amici.
Mentre facciamo colazione, resto in silenzio e mi sforzo di non piangere: so benissimo che lui non può disubbidire agli ordini, ma è un Capofazione, ci sarà qualcosa che può fare per impedire questa pazzia, no?
Spero davvero che Eric la pensi come me, o non so che farò.
 
 
 
 
Spazio autrice
Eccomi qua! Scusate se posto solo a quest’ora, ma ho dovuto studiare a più non posso.
Come avrete capito, questo non è l’ultimo capitolo: ho deciso di arrivare a 25, e l’ultimo capitolo dovrebbe arrivare per Natale. Purtroppo dopo inizieranno gli esami, quindi non potrò più scrivere.
Ringrazio come sempre tutti quelli che leggono e recensiscono la storia.
Un bacio e a domenica prossima! 
  
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