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Autore: tatoo_my_heart    22/11/2015    1 recensioni
E' la prima volta che pubblico qualcosa di mio e vi sarei grata se esprimete i vostri pareri.
-Dal testo-
E sapevano entrambi che per uno di loro era vero sentimento mentre per l’altra era solo e esclusivamente un gioco.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una sfida, e la ragazza se ne accorse immediatamente. Era il suo mestiere mettere in difficoltà con parole ambigue la gente. Era nata in una società che le permetteva solo quello: mezze verità, nascondere le debolezze con finta audacia. Quando di audace nella gente come lei non c’era nulla.
La ragazza liberò il suo polso dalla stretta ferrea del ragazzo con una straordinaria eleganza e uno straordinario autocontrollo. Poggiò la sua piccola e pallida mano sul suo petto e con estrema lentezza avvicinò e labbra al suo orecchio. “Siete sempre stati così impulsivi e senza auto controllo voi altri, non sapete aspettare il momento giusto per compiere le vostre azioni e cadete subito nelle sottili trappole create apposta per voi che è diventata quasi una noia.” Quelle parole vennero appena sussurrate, per permettere solo al suo interlocutore di comprenderle, sottolineando le ultime parole con un sorriso premuto sulla sua pelle.
Il ragazzo però non era riuscito ad afferrare il significato di quelle parole, concentrato invece sul profumo leggere della ragazza, la fragranza che emanava e che, in consciamente e affrettatamente, aveva fermato in corridoio, conoscendo il rischio di quel gesto.
Non si era mosso neanche di un millimetro quando la ragazza si era avvicinata, ma si riscosse quando lei avvicinò lentamente il volto verso il suo, lasciando che le sue le labbra sfiorassero il tratto di pelle dall’orecchio fine alle labbra di lui. E mentre la sua mano scendeva sul suo petto, fermandosi con il pollice sul capezzolo di lui fiorandolo con una tenue pressione, lei continuò “E immagino che tu voglia giocare…” altri lenti movimenti della sua mano, che si spostava verso il basso, sfiorando l’ombelico e fermandosi all’inizio della cintura. “E se vuoi giocare, giochiamo.”
Scontrò le labbra con quelle di lui, senza la grazia che aveva usato poco prima, con irruenza e giocando con la sua fragilità. Sapendo quanto poco autocontrollo lui avesse quando lei era di mezzo. Fece scendere la mano fino al cavallo dei pantaloni senza però permettere al ragazzo di sfiorarla, facendo pressione sull’erezione di lui, sapendo che i pantaloni stavano diventando sempre più stretti.
Sapevano che le persone della scuola li stava guardando. Sapevano che stavano infrangendo un milione di regole morali. E sapevano entrambi che per uno di loro era vero sentimento mentre per l’altra era solo e esclusivamente un gioco.
 
  
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