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Autore: SofyTrancy    22/11/2015    2 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è una FF AU sul mondo di Bravely Default, raccontata alternamente dai quattro personaggi principali!
In questa storia troverete tutti i personaggi appartententi al gioco... in vesti molto diverse dalle loro!
Curiosi? Allora iniziate a leggere!
(ATTENZIONE: Possibili SPOILER per chi non ha finito COMPLETAMENTE il gioco.)
(Coppie principali: Ringabel/Edea e Tiz/Agnés)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agnés Oblige, Edea, Ringabel, Tiz, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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~ Edea ~

Il ragazzo più antipatico di sempre
 

Corsi all'interno della scuola, fiondandomi su per la scalinata centrale.
La campanella era ormai suonata da un pezzo e fuori dalle aule non c'era anima viva.
Arrivai davanti alla porta della 1°C e la spalancai.
«Scusi prof, sono in ritardo!» urlai, cercando di riprendere fiato.

Un grasso e basso uomo di mezza età si girò verso di me.

Il suo sorriso mi fece venire i brividi.

«In ritardo fin dal primo giorno eh?– disse, con una voce molto familiare –Non che mi aspettassi altro da te, Lee.»

Il sangue mi si gelò nelle vene.

Mister Qada, professore di chimica.

Come facevo io a conoscerlo?

Abitava nell'appartamento sotto al mio, un vicino di casa orribile.

Mi sarei aspettata tutto tranne che diventasse il mio di professore...

Il mio istinto di sopravvivenza mi diceva di scappare, di cambiare non solo scuola, ma regione, stato, continente, pianeta, universo.

«Si sieda velocemente» sibilò.

I miei occhi si posarono su uno dei pochi banchi liberi, ultima fila.

Feci un passo in avanti.

La fortuna era dalla mia parte...

«In prima fila.– aggiunse quel bastardo –Qui.» indicò poi il banco proprio di fronte alla cattedra.

...o forse no.

Sbuffai, sedendomi nel posto a me indicato, accanto ad una piccola e minuta ragazza dai lunghi e lisci capelli castano-scuro.

Due grandi occhiali le incorniciavano due bellissimi occhi color nocciola, puntati verso il basso.

Sembrava... delusa? Irritata?

Non lo so dire con esattezza.

Non era facile capire le sue emozioni.

«Io sono Edea Lee,– dissi sottovoce –tu?»

La ragazzina non si mosse.

Pensai che non mi avesse sentito.

Ripetei la domanda, un poco più forte.

«Lee! Smettila di distrarre la tua compagna!» l'urlo di Qada mi fece sussultare.

La voglia di ucciderlo si fece strada verso di me.

Non era colpa mia se la mia compagna di banco era una di poche, pochissime parole.

«Agnès...» sussurrò la castana.

«Hm?»

«Mi chiamo Agnès Oblige...» aggiunse con un filo di voce.

«Volete essere messe in punizione?!» il prof batté la sua grassa mano sulla cattedra.

Sarà un'ora molto, molto lunga...” pensai, sprofondando la testa tra le braccia poggiate sul banco.

 

La campanella delle 11:10 mi salvò dalla più profonda agonia che quella giornata era diventata.

Tre ore di fila con quello psicopatico... ho rischiato davvero grosso.

Mi alzai, stiracchiandomi le gambe e le braccia.

Agnès stava leggendo un libro... e non volevo disturbarla.

Afferrai il cellulare, notando che vi era una notifica dal blog di PinkCandy.

Mi si illuminarono gli occhi.

Avevo conosciuto quel blog circa quattro mesi prima.

Lo amavo, lo adoravo alla follia.

Il sito era gestito da PinkCandy, una persona anonima che postava canzoni scritte, cantate e suonate da lei stessa.

Gli strumenti che più utilizzava erano il pianoforte e il violino.

Infilai le cuffiette nelle orecchie e sentii il nuovo pezzo direttamente dal cellulare.

Era una canzone lenta, con una piccola punta di malinconia.

Una storia d'amore strappalacrime.

Chiusi gli occhi, dondolandomi a ritmo di musica...

«Stai più attenta!»

Qualcuno mi venne addosso.

Il telefono mi cadde dalle mani, cadendo a terra.

Lo guardai mentre lo schermo si frantumava.

Il mio mondo cadde a pezzi.

«Ma sei scemo?!» urlai, voltandomi.

Rimasi senza fiato, come se fossi stata colpita da un incantesimo.

Un bellissimo ragazzo si trovava davanti a me.

I capelli albini formavano uno strano, ma affascinante ciuffo.

I suoi stupendi occhi marroni incontrarono i miei, il mio cuore accelerò.

Le sue labbra si mossero, le mie guance si tinsero di un leggero rossore...

«Scema sei tu, tieni gli occhi aperti invece di dondolarti!»

...ed ecco finita la magia.

«Mi hai rotto il telefono!» risposi, la rabbia che accresceva.

«Sono fatti tuoi, non miei.» sibilò lui.

Lo afferrai per il colletto della camicia, abbassandolo di 10-15 centimetri, portandolo alla mia stessa altezza.

«Ripagamelo.» dissi, fermamente.

Lui posò le sue labbra sulle mie.

Lo allontanai di scatto, le mie guance non erano mai state tanto rosse.

«Cosa cavolo fai?!»

«Ti pago i danni a modo mio, molte ragazze vogliono essere baciate da me sai?» ridacchiò lui.

La rabbia mi pervase.

La campanella suonò.

«Ringabel sbrigati o la prof si arrabbierà!» una voce arrivò dal corridoio.

«Pare che debba tornare in classe,– aggiunse, passandosi una mano tra i capelli e ravvivandosi il ciuffo –a presto piccolo angelo.» mi fece l'occhiolino.

Avrei voluto tirargli un pugno, ma si allontanò molto prima del previsto.

Lasciandomi lì, come una deficiente.

Da allora il ragazzo chiamato Ringabel fu nella mia “lista nera come la pece”.

   
 
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