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Autore: Clairy93    22/11/2015    6 recensioni
Si sa, il successo dà alla testa.
Per non lasciarsi ingannare dalla seducente e pericolosa luce della fama, il Detective Sara Carter dovrà ben ponderare le sue mosse per risolvere un caso di omicidio nel quale capire chi recita e chi no sarà indispensabile.
Sara è giovane, ma è intraprendente e sicura di sé.
Forse fin troppo.
Aggrapparsi alle proprie certezze può rivelarsi controproducente. Soprattutto quando dietro l'angolo, è appostato un affascinante attore inglese, pronto a smentirle.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cover your ass
- Parati il culo


Non ci è voluto molto perché il Capitano Harvey ordinasse a due agenti di recarsi a casa di Gabriella Wilde per condurla in agenzia.
La modella è seduta di fronte a me: la fluente chioma bionda incornicia un volto agitato e due occhiaie che nemmeno l'abbondante correttore è riuscito a nascondere.
Gabriella non ha voluto levarsi i guanti né la pelliccia sintetica rosa fluo (per nulla appariscente, sia chiaro!) e solo dopo qualche minuto ha riposto nella custodia gli occhiali da sole firmati, il tutto con una calma e una premura da farmi venir voglia di strozzarla.
In seguito, è rimasta per una decina di minuti immobile, limitandosi a lanciare qualche rapida scorsa al piccolo e spoglio locale nel quale ci troviamo, ponendo molto attenzione a non incrociare il mio sguardo.
Ad interrompere quest’atmosfera imbarazzante ci pensa Richard, il quale si accomoda alla mia destra per accompagnarmi nell’interrogatorio.
“Quando è pronta, possiamo iniziare.” annuncio alla giovane sospettata.
Lei posa esitante i suoi occhi cerulei su di me e, nonostante mi sembri un tantino disorientata, annuisce flebilmente.
Poiché non sono in grado di capire se Gabriella sia veramente provata o stia piuttosto recitando la parte della fanciulla innocente, decido di ingranare subito la quarta per conferire un po’ di pepe alla conversazione.
“Sappiamo che la notte in cui Amanda Seyfried è stata uccisa, lei si trovava al Buckingham Palace Hotel.”
Come da copione, Gabriella s’irrigidisce e serra la mascella.
“No, non è andata così. Ve l’ho detto, sono stata in un locale con delle colleghe. Vi ho anche consegnato lo scontrino. Mi auguro non l’abbiate perso!”
“Ci crede degli sprovveduti?” la incenerisco io “E’ ovvio che lo abbiamo conservato! Tuttavia non è una prova sufficiente. Per quanto ne sappiamo, avrebbe potuto chiederlo ad un’amica. E anche se fosse suo, aveva tutto il tempo necessario per recarsi l’albergo e raggiungere poco dopo le sue colleghe.”
“Non sono d’accordo!” obietta la Wilde, incrociando stizzita le braccia al suo petto procace “Dimostra che fino alle 22:30 sono stata nel pub, e solo più tardi sono passata per l’albergo. E nel momento in cui sono arrivata, mi hanno detto che Amanda…lei era già…”
“All’altro mondo. Sì, questo lo sappiamo.” taglio corto, scongiurando l’eventualità di patetiche crisi di pianto “Ma ha dimenticato di riferirci di essere andata a trovare la sua amica quella sera, verso le 22:20.”
“E’ una follia! Non sono mai salita in quella stanza!”
“Mentire non la aiuterà, signorina Wilde.” interviene Richard, nella sua consueta calma “Le telecamere dell’hotel immortalano una figura incappucciata allontanarsi dalla camera della vittima alle 22:23.”
“E secondo quale dannata logica dovrei essere io?!” domanda lei, seccata.
“I guanti, signorina Wilde. Indossava lo stesso paio la notte in cui ci siamo conosciuti, ricorda?”
“Tanti portano i guanti. Siamo in pieno inverno!”
“Ci lasci finire. Abbiamo trovato sulla guancia della Seyfried una strana macchia rosata.” le spiego “Dalle analisi svolte si è scoperto essere rossetto, un Dior n° 758 per la precisione, e
la scientifica ha rilevato proprio tracce del suo DNA. Che coincidenza, non trova anche lei?
Gabriella si morde le labbra rosso fuoco, mentre la sento tamburellare nervosamente il piede sulla gamba del tavolo.
“Se parla adesso possiamo trovare un accordo.” propone Ric, bleffando “Ma se continua a rimanere in silenzio, mi creda, non migliorerà la sua posizione.”
La modella sbuffa un paio di volte e, lo ammetto, adoro vedere i sospettati crollare come fragili castelli di carta.
“D’accordo. Forse ho dimenticato di accennarvi che all’in circa alle 22:20 sono andata a trovare Amanda. Ma quando sono arrivata, lei era già morta!” si affretta a precisare “L’ho vista riversa sul pavimento, c’era sangue ovunque! Però sono scappata via subito! Per questo le telecamere mi hanno ripresa. Ma, lo giuro, sono rimasta solo sulla soglia!”
“Signorina Wilde, sarebbe così gentile da togliere i guanti e mostrare al mio collega le mani?” le chiedo, sfoggiando un ghigno compiaciuto.
La bionda si sfila i guanti di pelle ed esibisce fiera il dorso delle sue belle mani candide.
“Anche i palmi, per favore.”
Ed è in questo esatto istante che la vedo sbiancare.
“Mi ha sentita?” insisto “Può girare le mani?”
Con una lentezza inaudita, Gabriella esegue il mio ordine e, per quanto ormai rimarginata, è chiaramente visibile una cicatrice sul dorso della mano destra.
“Posso sapere come si è procurata questa ferita, signorina?“
“Mi sono tagliata…”
“Questo è evidente. Può spiegarci com’è successo?”
“Ve l’ho detto, quando sono entrata devo aver toccato qualche coccio di vetro. Erano disseminanti ovunque!”
“Lei però un attimo fa ci ha rivelato di non aver neppure varcato la soglia.” le faccio notare, diabolica.
“…Ok, ho mentito!” esplode “Ho visto Amanda a terra e…non lo so, mi è venuto istintivo correre da lei! Mi sono avvicinata e quando non ho sentito il suo respiro…mi sono spaventata! Ho inciampato sulla moquette e devo essermi graffiata con un frammento di vetro.”
“E’ sicura di non essersi ferita quando ha frantumato sul cranio della sua amica la bottiglia di Dom Pérignon?” insinuo, vedendola vacillare alle mie brutali parole “Non appena se n’è accorta, ha raccolto il frammento macchiato con il suo sangue e lo ha fatto sparire. In questo modo non saremo risaliti a lei. Peccato che abbia disseminato prove ovunque!”
“Prove?! Avete trovato le mie impronte sulla bottiglia?”
“No.”
Gabriella inarca il perfetto sopracciglio, squadrandomi soddisfatta.
“E sulla base di cosa mi state accusando?”
“Se indossava i guanti, non poteva lasciare tracce.”
“D’accordo. Ma i guanti si sarebbero sporcati. E lei ha notato che li portavo tranquillamente quella sera!”
“I suoi guanti erano di pelle nera, signorina. Non solo il sangue non si sarebbe notato, ma con un po’ di acqua e sapone avrebbe facilmente cancellato le macchie. Inoltre, non vedo perché lei non abbia potuto gettarli nel primo cassonetto e indossarne un altro paio.”
La giovane intuisce dove voglio andare a parare e, se fino ad un momento prima ha conservato una parvenza di sicurezza, ora inizia ad arrancare.
“Ripeto, non avete alcuna prova valida.”
“Mi spiace deluderla, ma si sbaglia. Le avevo detto che ha disseminato prove ovunque, Gabriella.” dichiaro, sollevando le spalle con fare vanesio “Sulla scena del crimine è stato rinvenuto un capello biondo, era incastrato nel polsino dell’orologio della Seyfried. Lo abbiamo analizzato e risulta sintetico. Insomma, proviene da una parrucca. Perciò siamo risaliti alla ditta che le vende e, guarda caso, è proprio quella che fornisce le extension all’agenzia di moda dove lavora. Abbiamo domandato chi delle modelle sia solita portare quella tipologia… A quel punto non è stato difficile scoprire che appartiene proprio lei.”
“No, no!” la ragazza scuote forsennata il capo “So come sembra, ma io non ho ucciso Amanda! Non le ho fatto niente, ve lo assicuro!”
“Non le crediamo.”
Alla mia spietata risposta, gli occhi di Gabriella si riempiono di lacrime che, copiose, cominciano a rigarle le guance, tracciando nella loro discesa una lieve linea scura.
“Ora le illustro come io ritengo sia andata quella notte.” proseguo, ignorando la sua pantomima “Verso le 22:20 è salita nella suite di Amanda e l’ha salutata con un bacio sulla guancia, questo giustificherebbe la presenza della traccia di rossetto. Tuttavia non è trascorso molto tempo perché gli animi si surriscaldassero. Avete iniziato a discutere. Amanda ha alzato la voce, anche in quella circostanza doveva farla sentire inferiore, debole! All’improvviso, accecata da una rabbia irrefrenabile, ha scorto la bottiglia di Dom Pérignon. Era proprio lì, a pochi passi da lei. Bastava afferrarla, aspettare che la sua amica si voltasse… e colpirla!”
“No, no, no!” grida la bionda, scostando alcune ciocche dalla fronte imperlata di sudore.
“Mi chiedo perché, signorina Wilde.” persevero io “Invidia? Gelosia? Amanda aveva forse più pretendenti e successo di quanto lei avrebbe mai potuto desiderare?”
“Detective, la smetta! Non voglio andare in prigione! Non voglio!”
Considerando lo stato di delirio in cui Gabriella è precipitata a causa della mia ormai nota mancanza di tatto, non biasimo Richard nell’indirizzarmi un’occhiata di evidente rimprovero.
“Signorina Wilde, ne prenda uno.” il mio partner estrae dalla tasca dei jeans un pacchetto di fazzoletti.
Sono rosa. E con dei gatti riprodotti sul davanti.
Osservando quella ridicola stampa, Ric e Gabriella si scambiano un timido sorriso.
Io ruoto gli occhi al cielo, nauseata.
La giovane modella sfila timidamente un fazzoletto con due dita, rassicurata dal dolce sguardo del suo cavaliere.
Io, tanto per cambiare, faccio la parte dell’arpia.
“Devo essere un vero disastro…” mormora lei, tamponandosi gli zigomi.
“Mai quanto me il lunedì mattina, mi creda!”
Entrambi si abbandonano ad una risata, nemmeno fossimo qui a raccontarci aneddoti sulla Regina Elisabetta!
Assesto un potente calcio allo stinco di Ric; dopo un intenso momento in cui percepisco vorrebbe imprecare contro tutto e tutti, si ricompone in una parvenza di serietà.
“Gabriella, la mia collega ed io vogliamo aiutarla. Davvero! Però niente più bugie. Siamo d’accordo?”
Lei annuisce, sfoderando due occhi da cerbiatta.
“Ci racconti cosa è accaduto in quella stanza.”
“Va bene… Allora, erano circa le 22:20. Dopo qualche minuto di attesa mi hanno permesso di salire alla suite. Quando sono arrivata, ho trovato la porta socchiusa. E’ stato in quell’istante che ho intravisto Amanda per terra. Ero convinta fosse solo svenuta, dopotutto conoscevo i suoi problemi con la droga e credevo che avesse esagerato ancora una volta.” la sospettata s’interrompe, soffiandosi il naso sonoramente “Allora mi sono avvicinata. Così ho notato i cocci disseminati sulla moquette e il sangue…era dappertutto! Sono corsa da lei e le ho afferrato la testa, urlando il suo nome perché si svegliasse! Credo di averle sfiorato la guancia con le labbra e in quell’istante il capello deve essersi impigliato nell’orologio di Amanda…. Quando mi sono resa conto che non respirava, ho capito cosa sarebbe accaduto se qualcuno fosse entrato: sarei parsa come la colpevole! Avevo tanto paura, la vista mi si era annebbiata e nella fretta sono inciampata. Mi ero tagliata con una scheggia, l’ho presa e nascosta nella borsetta. Poi sono scappata, lasciando la porta come l’avevo trovata. Ho indossato i guanti per nascondere la ferita, mi sono liberata del frammento di bottiglia e sono andata al pub. Questa è la verità, io sono innocente! Ve lo giuro! Sono innoc…”
Gabriella rovescia gli occhi all’indietro e si lascia abbandonare sulla sedia, priva di sensi.
Mentre Richard la afferra con agilità, evitandole una brutta caduta, io mi fiondo all’esterno.
“Presto! La Wilde si è sentita male!”
Le mie grida allertano l’intera agenzia. Due agenti accorrono, si caricano la ragazza sulle spalle e, scortati da Ric, la portano fuori.
Nella stanza, intanto, piomba il silenzio.
Restiamo io e quell’aroma dolciastro del profumo di Gabriella, che ancora aleggia nell'ambiente.
Non capisco.
Nonostante gli indizi riconducano ad una sua innegabile colpevolezza, avverto uno strano presentimento, come se dal quadro generale mancasse ancora un dettaglio...
Richard rientra, pallido quasi quanto la Wilde, e, preoccupata, lo invito a sedersi per riprendere fiato.
Nel frattempo mi aggiorna sulle condizioni della sospettata, la quale sembrerebbe rinvenuta, seppur ancora piuttosto scossa da questa folle situazione.
“Sara, io sono convinto che Gabriella non c’entri niente.” seguita lui con una sicurezza, alle mie orecchie, destabilizzante.
“Richard, no! Abbiamo le registrazioni, ci sono i risultati del laboratorio… La Wilde ha ucciso Amanda Seyfried. Non può essere altrimenti.”
Ric si sfrega la barba irsuta, inquieto.
“Gabriella non sta fingendo. Io voglio credere che sia innocente.”
Esalo un sospiro sommesso.
“Odio contraddirti, ma non stai analizzando la scena nel suo insieme. Lo capisco, è difficile pensare che una ragazza così giovane possa aver commesso una pazzia simile, ma non puoi nemmeno ignorare come tutte le prove portino a lei!”
“Non sempre attenersi alle prove è sufficiente per risolvere un omicidio.” dissente lui “Forse c’è altro che ci sfugge…”
“In effetti, qualcosa della sua deposizione mi ha turbato.”
“La porta aperta.” mi anticipa Ric.
Ci scambiamo uno sguardo eloquente.
“Esattamente. Al suo arrivo, Gabriella ha trovato la porta già aperta. Quindi, a meno che Jack Barnes non abbia dimenticato di incassarla, qualcuno deve essere entrato dopo di lui…”
“Ma comunque prima di Gabriella.” conclude Richard.
Annuisco, tuttavia il mio entusiasmo viene rapidamente soffocato da un ulteriore dubbio.
“Jack lascia la suite alle 22:13 e la Seyfried è ancora viva. Dieci minuti dopo, alle 22:23, dopo la macabra scoperta del cadavere, Gabriella fa altrettanto. Eppure i nastri delle telecamere non mostrano nessuno entrare e uscire in quell’intervallo di tempo!”
Ci guardiamo in silenzio, ignari della soluzione.
“E adesso cosa facciamo con Gabriella?” mi domanda, in fondo ben consapevole della mia risposta.
“Non ne ho la più pallida idea.”

 

Angolino dell'Autrice: Ciao miei sfornatini di riso!
Come state? Pronti per una nuova settimana?
Dunque! Cosa ne pensate della nostra Gabriella? La ritenete sincera o piuttosto sta inscenando una bella recita per destabilizzare Sara e Ric?
Non vedo l'ora di conoscere le vostre opinioni e discuterne insieme.
Siete sempre così gentili che mi sembra di non ringraziarvi mai abbastanza! Grazie per tutto l'affetto che mi infondete, siete meravigliosi!
Ve amo 'na cifra!
Vostra Clairy
Come sempre, ecco il link alla mia pagina Facebook --> https://www.facebook.com/Clairy93-EFP-400465460046874/?ref=aymt_homepage_panel
   
 
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