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Autore: lenina blu    22/11/2015    0 recensioni
Maria è una giovane studentessa dell’università. Vita normale, problemi normali. Fino a quando non viene costretta a partecipare ad un insolito concorso. Viene selezionata infatti per diventare la futura moglie del grande Capo Mafioso della famiglia Cozza, di fama internazionale e ricercato in più di 20 Paesi. Come lei, altre 4 agguerrite e senza scrupoli, sono in competizione per raggiungere il cuore dell'amato e misterioso boss. D'altronde vincerà la moglie perfetta.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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La scimmia dei balconi vs l’ochetta con i tacchi firmati

 

Eravamo sbarcati con il super yacht in un isola sperduta del mediterraneo.

Rimasi sorpresa nello scoprire poi, di essere in Sardegna, o meglio in uno dei tanti isolotti a nord della costa Smeralda, e che proprio uno di questi era di proprietà della famiglia di mafiosi che mi aveva rapito. Insomma, cose da niente, chi non possedeva un'isoletta privata al giorno d'oggi?

Erano passati tre giorni ormai, e oggi ci aspettava la prova di coraggio, o qualcosa del genere. In effetti erano passati tre giorni e non avevo ancora chiamato mia madre per chiederle come se la passava. Essere una studente fuori sede aveva i suoi vantaggi: potevo evitare di far sapere alla mia famiglia che in effetti mi avevano rapito e che non avevo potuto frequentare nessun corso.

L'unica cosa che mi confortava era il fatto che con me c'era quell'incapace di Mrs.Unghia di Fuoco. Dai avevo sul serio qualche speranza di vincere contro di lei. Mi confortava perchè con quei tacchi che aveva per camminare, faceva fatica persino a scendere dalla passerella. Sarebbe stato ancora più divertente se fosse caduta in acqua, allora si che sarebbe stata nel suo ambiente perfetto: una piccola oca starnazzante. Mi diedi il cinque mentalmente per quella battuta cattiva.

Seguimmo mr.Orso giù dallo Yacht nel piccolo porticciolo di famiglia. Ripeto nuovamente che era una cosa normale avere un porto privato. Ma nessuno a parte me sembrava sorpresa. Ne Mrs. Unghia laccata, ne Mr. Orso, ne tutti i men in black con gli occhialetti da sole neri che giravano sul ponte accessoriati di kalashnikov. Sembravano tutti la fotocopia l'uno dell'altro e potevo ammettere che facevano tranquillamente concorrenza ai maggiordomi cinesi in fatto di facce uguali.

Ero molto soddisfatta invece del fatto che mi avessero regalato dei vestiti più estivi diciamo. Me li avevano dati qualche ora prima. Ero uscita dalla doccia e magicamente avevo trovato due borse di Prada sul letto, accompagnate da una pila di vestiti. Comunque a giudicare dalle marche che indossavo, dovevo avere addosso l'equivalente in denaro dell'appartamento dei miei nonni. Sempre che questa famiglia mafiosa non si occupasse anche di contraffazione: in quel caso avevo comunque addosso un sacco di vestiti tarocchi ma gratis.

Avevo seguito Mr. Orso sulla banchina, e poi fino al maestoso giardino in stile arabo che segnava l'ingresso della grande casa. C'erano balconi e palme un po' ovunque, e un tempo magnifico. Con un po' di fantasia potevo tranquillamente credere di essere stata invitata da un mio ricco spasimante a trascorrere qualche giorno nella sua villa estiva. Una volta passate le grandi porte vetrate, entrammo nell'andito, grande ma stranamente sobrio. Era un lusso non pacchiano, come si vedeva bene dai pochi mobili, che erano però decisamente eleganti. Ma cambiai subito idea non appena Mr. Orso ci condusse nella sala degli ospiti. Sospirai e mi guardai intorno. Adesso sembrava di essere nella casa del Grande Gatsby, tanto era elegante ed opulente.

Ci lasciò lì, mentre moltissimi maggiordomi e cameriere, tutti rigorosamente cinesi, ci vorticavano attorno, ognuno indaffarato nel proprio mestiere.

Guardai Mrs. Artiglio che a sua volta si guardava intorno annoiata.

-ma tu ce l'hai un nome?- le chiesi incuriosita. Lei alzò un sopracciglio e voltò il viso dall'altra parte. Cara, se credi mi offenda per così poco, sei fuori strada.

Ad un tratto si presentò davanti a noi, quella che per le successive ore avrei considerato il diavolo venuto direttamente dall'inferno.

Altro che il diavolo veste Prada. Il diavolo sembra Lara Croft, veste un paio di shorts verde militare,una canottiera nera e tante di quelle armi da far paura ad un arsenale.

-voi siete le gatte morte che vogliono sposare quell'incosciente di mio fratello?- domandò lei guardandoci dall'alto in basso, come fossimo feccia. Non attese risposta e riprese a parlare. Non si trattava solo di arroganza: fin da subito mi diede l'idea di una tipa con gli attributi.

-io sono l'istruttore delle nuove leve, mi chiamo Rebecca e non mi interessa chi siete, e da dove provenite. Per essere degne di sposare quello spericolato del capo, dovete essere in grado di stargli dietro. Quindi per le successive tre ore verrete con me, e vi farò vedere cosa significa essere parte della nostra famiglia. Poi deciderete se vi andrà di partecipare alla prova di coraggio.- detto questo cominciammo a seguirla, io un po' incuriosita e divertita, Mrs. Artiglio visibilmente piccata per il trattamento.

La seguimmo per una serie di stanze, corridoi e scale, per i successivi dieci minuti e mi arresi a cercare di capire dove fossi finita.

-iniziamo la nostra prova così. Vi do 3 minuti per tornare nella Hall, sempre che vi ricordiate il percorso- disse lei sorridendoci. Tra i tanti armamentari che aveva addosso, tra cui una cintura con delle sferette (ehi erano bombe quelle?) , portava anche un semplice orologio militare.

-ma ci abbiamo messo almeno 10 minuti per arrivare fino a qui! E' impossibile!- cominciò a protestare Mrs. Artiglio. Purtroppo dovevo darle ragione. Era impensabile riuscire a tornare indietro in 3 minuti non sapendo la strada. Cominciai a guardarmi velocemente in giro e mi venne un'idea malsana.

-3, 2 , 1, via!- disse disse lei facendo partire il cronometro. Ci piantò addosso i suoi occhi neri e ci sorrise strafottente. Mrs. Artiglio scattò e cominciò a ripercorrere tutta la strada all'indietro. La guardai mentre si allontanava. Non ce l'avrebbe mai fatta. Mi avvicinai alla finestra e uscii sul balcone. Eravamo al terzo piano. Si poteva vedere l'ingresso della casa a circa 200 metri. Tornai dentro.

Rebecca il generale nazista mi guardava divertita, con le braccia incrociate. Nella stanza in cui mi trovavo c'era un tavolo, riccamente addobbato e decorato. Era evidente che qualcuno stava per arrivare a mangiare. Però io dovevo vincere la prova e avevo solo tre minuti. Ne andava della mia sopravvivenza. Allenata da anni di cene di famiglia, sparecchiai la tavolata da 20 persone in 20 secondi e presi la tovaglia di seta. La portai sul balcone, e feci due nodi ben stretti.

Okay, ora era il tempo di vedere se veramente noi esseri umani discendavamo dalle scimmie. Mi attorcigliai parte della stoffa attorno alla vita e cominciai a scalare in discesa la parete. Passo dopo passo, il terreno si avvicinava sempre di più, quando mi resi conto con piacere che la stoffa finiva a circa due metri da terra. Appoggiati i piedi a terra, mi sentii molto soddisfatta. Attraversai tutto il giardino fino ad arrivare alla Hall. Notai in quel momento che stava arrivando anche Mrs. Artiglio di Fuoco, ma la cosa che mi lasciò a bocca aperta fu che Rebecca era già dentro la stanza che ci stava aspettando.

-siete in ritardo di 30 secondi, fate abbastanza schifo come immaginavo. Bene passiamo alla prossima prova- disse lei ripartendo a camminare. Lei non era umana.

 

   
 
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