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Autore: Sylvie91    23/11/2015    4 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Piove.
Se in un primo avviso davanti alla pioggia leggera del pomeriggio i miei pensieri si sono rivolti alla poesia di D’Annunzio, cercando i versi, inventandoli quasi per dare una sonorità simile a quella poesia; ora come ora maledico il tempo e la pioggia.
Pioggia insistente e pesante, siamo proprio in mezzo ad un bel temporale con tuoni, fulmini e compagnia cantante; il sentiero è ancora più stretto rispetto a quello della partenza tanto che per camminare dobbiamo stare attaccati alla roccia della montagna.
L’unica cosa che penso è: voglio il mio peluche e voglio tornare a casa!
Odio i temporali: sono emozionanti da vedere dentro casa con in mano un thè caldo e solo in questo caso si posso godermi del gioco di flash che ci regala il cielo; ma qui fuori con il vento che mi spinge, con l’acqua che mi tartassa e con le rocce acuminate e viscide che mi tagliano le dita ho solo che paura.
-Fermi! Aspettate!- urla Thorin volgendosi verso di noi che gli stiamo dietro –Dobbiamo trovare riparo.-
-Grande scoperta, genio!- gli rispondo, un po’ seccata dato che potevamo fermarci prima su un altro piano roccioso.
-Attenzione!- grida invece Dwalin e all’improvviso si vede un enorme roccia che si schianta poco sopra di noi, il rumore dello scontro si ripercuote nelle mie orecchie e  si va a creare una frana con piccoli e grandi frammenti di roccia che scivolano giù dalla china quasi travolgendoci e distruggendo ancor di più il sentiero.
-Questo non è un temporale!- esclama Balin-…ma una battaglia fra Tuoni! Guardate!- indica il nano.
Seguo il dito dell’anziano nano e sgrano gli occhi davanti allo spettacolo terribile, ma quasi ipnotico che si presenta: un gigante di roccia dalle fattezze umane che prende in mano una roccia per poi lanciarla addosso ad un altro gigante dietro di noi.
La mia parte ironica pensa: ma tra tutti i giorni in cui possono giocare, proprio oggi fanno la partita a palla prigioniera? Domani, no eh?
Ma non ho tempo a pensare a nient’altro che ad un certo punto la montagna sembra spezzarsi, mi trovo davanti a Kili e guardando indietro vedo Fili allontanarsi pur rimanendo attaccato alla roccia; corro verso di lui disperata ma vengo presa al volo dal moro: mi stavo dirigendo senza tante esitazioni verso il crepaccio formatosi dalla rottura.
-Fili!- urliamo all’unisono io e Kili, con gli occhi sbarrati dalla paura di quanto sta succedendo e il biondo ci  allunga la mano senza risultato; solo guardando in alto ci accorgiamo di dove siamo : esattamente sulle ginocchia di un altro gigante di pietra fino a poco fa seduto.
Naturalmente la fortuna non ci assiste, il gigante su cui ci troviamo noi prende un pugno tanto forte che va a scontrarsi con la montagna su cui prima riposava; noi, cioè i compagni che si trovano sulla  mia stessa gamba, veniamo malamente strattonati ma siamo stati così fortunati da riuscire a raggiungere velocemente il sentiero sicuro lontano da quel maledetto uomo di roccia.
Fili però con gli altri nani si trova ancora sull’altra gamba e ciò mi fa stringere il cuore dalla preoccupazione, vediamo il gigante, su cui eravamo, lottare con l’altro e vincere; ma viene abbattuto da un altro gigante che gli ha tirato addosso una roccia decapitandolo.
Il gruppo di nani con Fili ci sfila davanti, sempre sulla gamba dell’uomo di roccia che si piega pericolosamente verso la montagna poco più avanti del nostro sentiero.
Lo scontro è inevitabile, vedo nettamente lo scontro tra la gamba di roccia e la montagna, sento il rumore sordo e i  rimbalzi delle rocce rotte scendere nella vallata, la voce mi si rompe in gola quando vorrei gridare la mia disperazione.
È come se una spada mi trapassasse a questa scena, le mie lacrime scendono senza controllo e si confondono con le gocce di pioggia che già mi  bagnano il viso, crollo in ginocchio sul sentiero con il volto chino e il cappuccio tirato ancor più su per non far vedere il mio volto devastato.
Fili, Nori, Bofur, Dwalin…
Kili mi riprende per le spalle, per farmi rialzare; ha ragione non posso fermarmi qui, dopotutto lui sarà ancora più disperato dal aver visto suo fratello schiantarsi, sento le sue mani tremare nella presa.
Quando mi alzo cerco di guardarlo negli occhi, ma lui mi sfugge andando avanti raggiungendo anche gli altri nani che si muovono verso lo scontro.
-No, Fili!- sento urlare lontano Thorin.
Raggiungiamo il posto dove è avvenuto lo scontro, con il cuore in gola e non so neanche se riuscirò a guardarli.
Ma poi sento Kili sospirare di sollievo, ed apro gli occhi: sono vivi, tutti!
Sono riusciti a saltare in tempo, asciugo la mie lacrime e superando la massa di nani distesa vado verso Fili, gli prendo tra le mani il viso come per assicurarmi che sia tutto a posto e guardo se ci sono ferite visibili sorridendogli come un ebete, per poi abbracciarlo stretto fregandomene della discussione della scorsa sera e contenta nel sentire che lui ricambia teneramente l’abbraccio.
E nuovamente mi sento come a Gran Burrone: sicura pur in mezzo ad una tempesta con uomini di roccia che cercavano di farci la festa, e sento un calore buono e genuino mentre accarezza la mia schiena nell’abbraccio.
Mentre rimaniamo in questa bolla, Bilbo scivola dal sentiero e si aggrappa strenuamente al bordo con le mani, io e Fili ci aggiungiamo agli altri nani che cercano di allungarsi verso di lui senza risultato; finchè non interviene Thorin che scende su una roccia per poi issarlo.
Purtroppo la sporgenza  su cui aveva trovato appoggio il nano cede e si ritrova nella situazione in cui vi era prima lo hobbit; fortunatamente Dwalin e Bofur intervengono subito per aiutarlo e anche lui è salvo, per mio sollievo.
-Credevo l’avessimo perso.- sospira a un certo punto Dwalin rivolgendosi a Thorin, ovviamente però facendo un chiaro riferimento a Bilbo.
-Lui si è perso fin da quando ha lasciato casa sua, non sarebbe mai dovuto venire: non c’è posto per lui tra noi.- ribatte Thorin velenosamente, parole volute per ferire ed io non ci vedo più, Bilbo ha lasciato le sue sicurezza per loro.
-Thorin stai esagerando!- intervengo sicura e inasprita cercando di scontrarmi con lo sguardo azzurro di Thorin.
-Lui ci ha solo rallentati.- sibila innervosito.
-Lui ci ha salvato dai troll, grazie alla sua arguzia.- faccio notare con un pizzico di ironia –A quest’ora saremo stati pari a dei salami, se non ci fosse stato lui!-
-E poi cosa ha fatto?- domanda presuntuosamente Thorin, avvicinandosi a me e attirando l’attenzione di tutti i nani presenti.
-E poi tu cosa hai fatto? Oltre riempirlo di parole immeritevoli!- rispondo a tono.
-Lui vuole solo andare a casa.- ringhia, sono sicura che se continuo così rischio la testa per mano di Thorin; ma proprio non ho intenzione di stare zitta -E tu che cosa stai cercando di così diverso?-
Ci guardiamo in cagnesco: i miei occhi verdi contro quelli azzurri e penetranti di Thorin, aspettando chi sarà il primo ad abbassare lo sguardo; ma Fili si mette tra noi e noto che è tornato il suo sguardo astioso nei miei confronti, quello che ha tenuto da Gran Burrone in poi ed interviene–Anaïs, smettila!-
-Di fare cosa?- domando con il mio solito mezzo sorrisino.
-Di rispondere al Capo della spedizione.- mi risponde, mentre vedo che Thorin lascia perdere e continua il sentiero, lasciandoci a parlare.
-Oh è ritornato il bravo soldatino, quasi ne sentivo la mancanza.- affermo ironica come il male.
Si avvicina me, non abbassando lo sguardo contro il mio e noto in quelle iridi lo stesso temperamento che prima vi era in Thorin, mi trascina prendendomi per l’avambraccio –Dacci un taglio.- mi dice in disparte.
-No, finchè rimane nel torto.- ribatto decisa.
-Allora fai come vuoi, ma non sperare nel mio appoggio.- conclude dandomi le spalle – Come ti ho detto all’inizio del viaggio: io ho qualcuno da seguire.-
-E non hai nient’altro da dirmi per caso… tipo spiegarmi il tuo strano cambiamento, nel giro di dieci secondi? Che cosa ti ho fatto?- lui si ferma a queste parole e senza nemmeno voltarsi risponde –Come ti ho detto quella sera non ti devo alcuna spiegazione semmai: tu ne devi dare a me.- raggiungendo poi gli altri.
Rimango lì immobile sotto la pioggia con un unico pensiero: Che se ne vada a fare in culo, allora.
 
Poco dopo seguo gli altri all’interno della grotta evitando di guardare o incontrare sia Thorin che il nipote maggiore, mi metto in un angolo tra le rocce, un po’ isolato tanto l’unico ordine del “Capo” è cercare di riposare e l’unico modo che conosco è senza nani tra i piedi per il momento.
Kili mi si avvicina un po’ titubante con il suo mantello in mano –Posso sedermi vicino a te?- chiede, quasi ingenuamente; io gli sorrido pensando che a lui non riesco a tenergli il muso troppo a lungo e mi sposto per lasciargli spazio.
Lui tranquillamente si sistema le sue cose e si distende –Posso chiederti una cosa?- domanda all’improvviso.
-Chiedi. Dopo vedrò se risponderti.- affermo io facendo un piccolo sorriso, ho già qualche idea su chi s’incentrerà il discorso del nano.
-A te piace mio fratello?- chiede arrivando al punto, mentre io arrossisco innaturalmente –Non mi è indifferente, sarebbe stupido affermare il contrario; tuttavia ho già un uomo che mi sta aspettando.-
-E dov’è?- continua sedendosi.
-Lontano…- sussurro -… su un altro mondo.-
-Altro mondo? Cosa vuoi dire?- domanda veloce, e molto incuriosito; mentre io mi mangio le labbra non credevo di aver parlato così forte, ma ormai il latte è stato versato e non ho intenzione di piangerci sopra anzi forse è meglio dirlo e basta.
-Io non sono esattamente di questo mondo… sono caduta qui per caso, ecco e per tornare devo completare questo libro.- affermo togliendomi la sacca di iuta da sotto la camicia e passando il contenuto al nano –Che parla di questa avventura, spero che tu non vada a spifferare tutto a tuo fratello.-
Kili guarda il libro interessato, leggendo le prime pagine velocemente per poi guardare la mia penna con una ingenua curiosità, come i bambini quando cominciano a conoscere le cose circostanti gattonando e toccando dappertutto.
-Non dirò niente a Fili, dovresti dirglielo tu… insomma adesso lui fa lo scontroso perché, ormai l’hai capito, gli piaci.-
-Ha dei strani modi per dimostrarlo…- affermo prendendo dalle mani di Kili le mie cose per nasconderle di nuovo.
Kili sbuffa appoggiandosi alla parete rocciosa –Devi capirlo, questa missione è pericolosa e lui crede che tu sei colei che sta cercando da sempre… il suo Uno, è proprio preso da te e il pensiero dell’uomo di cui parli lo agita.-
-Io amo Cristopher… ne sono sicura.- dichiaro a bassa voce –Tuo fratello si sbaglia…-
-Non credo, quando s’incontra il proprio Uno, pur non essendo ricambiati, si sente una forte attrazione e si assume fin da subito la consapevolezza che è lui la persona che Mahal ha scelto.- spiega Kili fermamente convinto delle sue parole.
-E se io non lo ricambiassi?- domando.
-E’ destinato a vivere nel dolore…- risponde Kili -… ma io sono convinto che anche te prima o poi proverai qualcosa per Fili, è solo questione di tempo; prima hai detto che non ti è indifferente… spero solo che riuscirai a ricambiarlo prima di Smaug.-
-Non te lo posso promettere Kili… io mi sento parecchio confusa, non so orientarmi nei miei sentimenti.- concludo.
-Cerca di trovare la bussola allora, magari il tuo nord è mio fratello.- azzarda lui facendomi il suo sorrisino seducente e l’occhiolino.
Entro poco comincia Kili si addormenta e adesso ronfa placidamente appoggiato alla mia spalla, gli scombino i capelli teneramente, sembra davvero un cucciolo così mezzo addormentato.
Prendo il libro e comincio a leggere, non c’è scritto granché devo dire: Gran Burrone, la battagli dei giganti e la caverna in cui stiamo riposando… non controllo nemmeno se c’è una mia piccola citazione o cosa, mi deprimerei e basta.
All’improvviso vedo Bilbo alzarsi con il bastone in mano e andare verso l’uscita dove è di guardia Bofur, li sento parlare ma non capisco cosa dicono; prendo quindi il libro per leggere la conversazione, ma mi cattura maggiormente una frase che si va a formare: “sulla parete posteriore della caverna si è aperta una grossa crepa, tanto da costituire un passaggio…”.
Accidenti! Guai in vista… guardo il fondo della caverna e vedo una crepa che comincia a scendere dall’alto verso il basso, nascondo il libro e cominciò a svegliare i miei compagni – In piedi ragazzi! Armi in mano ci sono problemi!-
Thorin già sveglio mi da man forte urlando- Svegliatevi! Svegliatevi!-
Troppo tardi, la crepa si apre anche sotto di noi e solo pochi di noi riescono a portare appresso le armi mentre veniamo inghiottiti nella trappola sotterranea; uno scivolo enorme di pietra rossa ci accoglie fino ad arrivare ad una specie di gabbia.
Non riusciamo neanche ad alzarci in piedi che degli esseri tanto piccoli quanto brutti ci vengono addosso cercando di prenderci, oppongo resistenza come posso tirando diversi pugni in pieno viso; ma sono troppi e in due mi sollevano per le braccia.
Ci conducono lungo dei ponti di legno sospesi nel vuoto, dall’alto della posizione in cui mi trovo vedo che a spingerci saranno almeno un sessantina di mostri verrucosi, che sensazione di disgusto sentire le loro mani sulla mie braccia.
Arriviamo in un varco e si apre alla mia vista una cittadina sotterranea fatta di ponticelli e piccole luminarie, con delle costruzioni di legno contro tutta la roccia, alla fine del percorso che stiamo seguendo c’è una specie aculeo roccioso su cui sembra esservi costruito uno scranno.
Un rumore di percussioni acute, come piatti, assieme a un suono di corno accompagnano la nostra triste marcia, probabilmente per loro questa è musica… io vorrei strapparmi le orecchie e mangiarle piuttosto di sentire un ulteriore stonatura.
 Alla fine arriviamo allo scranno e sopra c’è seduto un tipo che dir robusto è poco: è proprio obeso, ha un sottogola che fa provincia, che canta una canzone sopra a queste note sgraziate; a momenti cade se non fosse stato per il suo poggiapiedi “umano” che gli ha riparato la caduta.
Per lo meno ho capito dalla canzone che siamo in una città degli orchi.
Alla fine di questa sinfonia il sovrano cerca di fare una nota alta girando intorno a se stesso con il suo scettro abbassato a misura di nano, tanto che siamo obbligati a chinarci per evitarlo e poi si risiede sul trono passando sopra al suo poggiapiedi naturalmente.
-Orecchiabile vero? È una delle mie famose composizioni.- si loda il fantomatico re.
-Quella non è una canzone… è una abominazione- gli risponde a tono Balin.
-Abominazioni, deviazione è tutto quello che troverete quaggiù!- esclama, mentre gli scagnozzi disarmano sia me che i miei compagni davanti al trono del Re che continua –Chi è stato così sfrontato da entrare armato nel mio regno? Spie, ladri, assassini?-
-Io direi fate turchine, oltre ad una dieta ti consiglio un controllo alla vista.- intervengo io a gran voce e allo stesso tempo mi maledico, perché non sto mai zitta.
-Nani vostra malevolenza.- afferma subito dopo uno degli scagnozzi.
-Nani?-
-Trovati nel portico anteriore.-
-Non state così impalati perquisiteli.- ordina il sovrano e cominciano a toccarci… toccano fin troppo… tanto che a uno per sbaglio gli tiro una gomitata sul naso, poi sono così invadenti e goffi che prendono la tromba acustica di Oin e gliela rompono calpestandola.
Infine prendono la borsa di Nori e la svuotano, ed ecco i candelabri di Gran Burrone che finisco tintinnando a terra –Ecco mio signore, che saranno in combutta con gli elfi?-
-Realizzato a Gran Burrone, seconda era, da buttare non vale niente.- conclude buttando teatralmente il candelabro nelle profondità della montagna, poi ricomincia –Che cosa ci fate da queste parti?-
Oin si fa avanti, bloccando l’intervento di Thorin –Ragazzi ci penso io.- dice posizionandosi davanti a quella palla di ciccia e verruche che minaccia -Niente trucchi cose serie e non nulla.-
-Sarai costretto ad alzare la voce, i tuoi mi hanno appiattito la tromba.-
-Appiattirò ben altro che la tua tromba.- fa il mostro avvicinandosi pericolosamente, finchè non interviene Bofur –Se sono informazioni quelle che vuoi io sono quello con cui parlare.-
Il Re si ferma e con un suono basso indica di continuare e Bofur –Eravamo lungo la strada, beh neanche una strada un sentiero, in effetti neanche un sentiero ora che ci penso più un viottolo, comunque eravamo su questa strada tipo sentiero tipo viottolo e poi non c’eravamo. E questo è un problema perché dovevamo trovarci a Dunland-
-A far visita a dei lontani parenti.- interviene Dori
-Da parte di mia madre.- finisce Bofur; io non sapevo se piangere dal ridere o dalla disperazione finchè il re gridò –Zitto! Basta! Se non vorranno parlare saremo costretti a farli gridare portate qui il maciullatore, lo spezzaossa; cominciate con i più giovani.- conclude minacciando apertamente Ori che trema.
-Aspetta.- si fa avanti Thorin.
-Bene, bene. Guarda chi c’è Thorin figlio di Thrain, figlio di Thror Re sotto la montagna.- dice inchinandosi quasi sbeffeggiandolo –Oh ma mi dimenticavo non ce l’hai una montagna il che fa di te un nessuno in realtà.- i due si guardano come a studiarsi per poi interrompere il silenzio –Conosco qualcuno che pagherebbe un bel prezzo la tua testa, con  nient’altro attaccato…-.
Thorin lo guarda sottecchi senza dire alcuna parola ed il sovrano dei goblin continua –Forse tu sai di chi sto parlando il peggior nemico tuo, un orco pallido a cavallo di un bianco mannaro.-.
-Azog il profanatore è stato distrutto!- risponde il nano –Trucidato in battaglia molto tempo fa.-
-Così credi che i suoi giorni da profanatore siano finiti vero?- sorride malignamente e si rivolge ad un suo piccolo servo –Invia un messaggio all’orco pallido digli che ho trovato il suo premio.-  e quel messaggio lo vediamo partire veloce su una carrucola accompagnato da una risata malvagia.
   
 
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