Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Lizhp    23/11/2015    6 recensioni
SEQUEL DI YOU MADE ME.
-Perché ridi?- gli chiese il riccio, sorridendo leggermente.
-Perché tu sei completamente pazzo!- e così dicendo il biondo si alzò dalla sedia per controllare il cibo sui fornelli.
Mika osservò ancora per un attimo quella lettera, riflettendo di nuovo sulla proposta; Andy però, inconsapevolmente, gli aveva appena dato un ottimo motivo per accettare.
-Dici che è una cosa pazza, eh?- chiese quindi al biondo.
-Assolutamente sì- confermò il ragazzo, tornando a sedersi accanto a lui.
Mika alzò gli occhi alla ricerca delle iridi color del cielo del compagno e quando le incontrò sorrise.
-Allora se è una cosa pazza, la faccio!- dichiarò, prendendo infine la sua decisione con un’alzata di spalle.
Andy lo guardò, sbarrando gli occhi.
-Mika, ma davvero lo farai?-
-Sì!- confermò convinto il cantante, annuendo freneticamente con la testa –Perché non dovrei? Ho detto no a troppe cose in quest’ultimo periodo-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Per i tuoi trent’anni saremo in Italia, cosa ti va di fare?- chiese Andy, mentre iniziava ad inserire i vestiti nel bagaglio in modo del tutto casuale, completamente all’opposto della precisione quasi maniacale con cui Mika stava incastrando i calzini a lato delle magliette.
-Non lo so- rispose il cantante –Magari chiedo alla mia famiglia se vuole raggiungerci e facciamo qualche giorno insieme. Poi io e te ripartiamo per la Grecia-
Andy annuì, per poi portare gli occhi su Melachi, che ora sonnecchiava sulla porta.
-Portiamo anche lei?- chiese poi, immaginando che la cagnolina si sarebbe divertita a sguazzare un po’ nell’acqua.
-Perché no?- annuì Mika, avvicinandosi poi nuovamente a Mel e sedendosi a terra accanto a lei, iniziando a far passare le mani sul suo pelo.




Quando finirono di fare le valigie, Mika prese in mano il telefono e fece, nell’ordine, i numeri di sua madre, Yasmine, Zuleika, Fortuné e Paloma.
Poi, quando ebbe la conferma da parte di tutti, richiamò sua madre, chiedendole di avvisare anche la nonna. E l’infermiera per la nonna, ovviamente.
Il risultato finale, una volta atterrati in Italia, fu una carovana di macchine.
In pole position Andy alla guida (per quanto Mika amasse guidare, avevano tutti convenuto che fosse meglio arrivare a destinazione senza distruggere nulla) e Mika stravaccato accanto a lui, con lo schienale del sedile completamente tirato indietro. Nel posto dietro al cantante, Fortuné cercava di stringere il suo metro e novantacinque di altezza, dando voce ad una serie infinita di insulti verso il fratello maggiore che, con un sorriso maligno, comunicava silenziosamente al fratello che non si sarebbe azzardato ad alzare nuovamente lo schienale del sedile per fargli spazio. Nel posto centrale, Zuleika se ne stava con gli occhi puntati fuori dal finestrino ad osservare il paesaggio, alzando di tanto in tanto gli occhi al cielo, divertita dal teatrino che i due ragazzi dai capelli ricci stavano mettendo in scena.
E poi Melachi completava il piacevole quadretto, con il volto appoggiato alle gambe dell’unica donna nella vettura.
-MICHAEL!- ruggì Fortuné, sperando che l’uso del suo nome completo e non dell’abbreviativo donasse maggiore risolutezza alle sue parole -Se non alzi questo schienale, appena scendiamo dalla macchina ti riempio di sberle-
-Ho quasi trent’anni, Fort. Sono vecchio, ho bisogno di comodità- replicò in tutta tranquillità il cantante, chiudendo gli occhi e sorridendo rilassato. Due colpi secchi raggiunsero il sedile di Mika, seguiti dall’ennesimo insulto poco carino.
-No, no, non ho bisogno anche di un massaggio, ma grazie mille-
-MIKA!- urlò questa volta il fratello minore.
-La volete finire?- intervenne Zuleika, stanca delle lamentele dei fratelli che spezzavano il clima sereno del viaggio da ormai troppo tempo.
-Dillo a lui, sta occupando tutto lo spazio!-
-Dovresti essere gentile, è quasi il mio compleanno…-
-Ma proprio non mi interessa, tu adesso alzi questo sedile, altrimenti…-
-Alla prossima lite vi scarico in mezzo all’autostrada a fare autostop e al mare ci porto solo Zuleika e Mel!- intervenne quindi Andy, con tono perentorio, evitando così al più piccolo dei Penniman di dar voce ad un’altra minaccia -Fortunè, smettila di urlare, la macchina è piccola. Mika, ne hai quasi trenta o tre di anni? Alza questo maledetto sedile!- e così dicendo, con un pizzicotto fece sobbalzare il compagno che allontanò per un attimo la schiena dallo schienale, iniziando a ridere, e il biondo poi spinse la manovella per far alzare lo schienale, che finì dritto contro lo schiena di Mika.
-Ahi- si lamentò il libanese, mentre dietro di lui Fortuné emetteva un sospiro di sollievo -Vai a fidarti del tuo ragazzo- uno sguardo di fuoco raggiunse gli occhi castani di Mika, che però rispose con un sorriso luminoso. Andy scosse la testa e, malgrado tutto, sorrise a sua volta.
 
-Pausa, direi- decretò più tardi Andy, osservando con occhi già famelici la piccola stazione di servizio con tanto di bar annesso: sicuramente avrebbe potuto prendersi un panino e, finalmente, riposare un po’. Svoltò a destra, seguito da altre sette macchine che fecero esattamente lo stesso percorso.
Appena aprirono la portiera, un gran vociare inglese, francese e arabo riempì il parcheggio, facendo sì che non poche teste curiose si voltassero per vedere ciò che stava succedendo.
Mika osservò la piccola carovana che aveva messo insieme per quel viaggio in Italia: diciotto membri della sua famiglia, la nonna, la badante, qualche amico, Melachi, la cuccia di Melachi e un frullatore, sempre per Mel.
Otto macchine, quarantotto valigie e confusione, tanta confusione.
L’intera famiglia stava per assalire il piccolo bar e i componenti della macchina guidata dal biondino li seguirono per ultimi.
Il bar aveva dimensioni troppo modeste per contenere tutti loro, oltre i clienti che già erano presenti per bere il loro caffè in tranquillità. Di fronte al gran vociare della sua famiglia, Mika decise di prendere in mano la situazione.
-Quanti caffè?- urlò quasi, per cercare di zittire tutti quanti e attirare l’attenzione su di sé. Mika contò frettolosamente il numero di mani alzate.
-Diciannove- borbottò poi a Andy, accanto lui, sperando che il biondino l’aiutasse a ricordare i numeri.
-Qualcos’altro?- chiese poi, pentendosene immediatamente. Di nuovo, tutto quello che riuscì a capire furono dei borbottii incomprensibili.
Si voltò disperato verso Andy, il quale l’unica cosa che vedeva nella sua mente in quel momento era un bel panino ripieno.
-Diciannove caffè andranno più che bene- decretò infine, cercando di trascinare il compagno dentro il bar.
Ma il ricciolino non aveva calcolato una bassa signora che si stava avvicinando proprio in quel momento, con passo lento e scandito dal rumore del bastone da passeggio che entrava in contatto con l’asfalto.
Lei era la vera barbara all’interno di tutto quel gruppo, e in quel momento stava battibeccando con la donna che le stava accanto, la quale aveva appena alzato gli occhi al cielo, presa dalla disperazione.
-Nonna, caffè?- chiese quindi il libanese, cercando di ignorare il solito sorrisetto che l’anziana signora si portava sempre appresso.
-Lungo- annunciò solamente lei, seguita come un’ombra da una badante abbastanza robusta, scelta appositamente perché potesse seguire la donna e aiutarla per qualsiasi cosa avesse bisogno.
Mika si limitò ad annuire, entrando finalmente nel bar e schiarendosi la voce.
-Venti caffè- annunciò in Italiano, indicando poi con il pollice il gruppo di persone riunito fuori, per evitare che il cameriere lo considerasse completamente pazzo.
-E…- osservò Andy, interrogativo, che nel frattempo aveva indicato al di là del vetro il panino più strabordante che riuscisse a vedere.  
-Caldo il panino?- chiese quindi il ragazzo, rivolgendosi direttamente al biondino che lo fissò confuso.
-Lo vuoi caldo?- tradusse Mika per lui, sorridendogli.
-Oh, no, grazie, va bene così- rispose il biondo per poi riportarsi vicino a Mika e osservarlo estrarre dal portafoglio gli euro che avevano fatto precedentemente cambiare.
Quando il panino fu finalmente tra le mani del greco, venne addentato immediatamente con la voracità di un leone dal ricciolino, che si era sporto improvvisamente verso di lui.
-Allontanati subito dalla mia unica fonte di cibo- lo minacciò Andy, allontanando poi il panino mentre Mika ridacchiava -Devo pur trovare un modo per sopportarvi tutti- continuò il biondo, indicando con gli occhi l’intera famiglia Penniman.
Mika si rese conto che al di là dello scherzo, il biondino avesse ragione: doveva decisamente essere un santo per aver accettato di seguirlo anche in quella vacanza in cui mancavano solamente i mobili di casa da portarsi dietro: una vacanza all’italiana, insomma.
 
Arrivarono all’hotel di sera, distrutti.
Gli scherzi, le risate e gli insulti amichevoli erano finiti da un po’ nella macchina guidata da Andy e Mika si era addirittura addormentato. Appena spense il motore fece un sospiro di sollievo: guidare fin lì era stato stancante.
Zuleika e Fortuné scesero immediatamente dalla macchina, desiderosi di raggiungere il prima possibile un letto. Quando chiusero le portiere, Andy si sporse verso Mika, lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra.
-Ehi, siamo arrivati- sussurrò, vicino al suo orecchio, ottenendo un borbottio sommesso come risposta.
-Dai, dobbiamo portare su le valigie, poi ci buttiamo a letto-
Un altro grugnito.
Andy perse qualsiasi speranza di farlo alzare da quel sedile in modo dolce, così lo scosse per le spalle.
-Hai ancora un quarto d’ora da ventinovenne, sei ancora giovane. Muoviti e dammi una mano, prima che la vecchiaia si impossessi completamente di te- e così dicendo scese dalla macchina, sbattendo appositamente la portiera per fare più rumore possibile. Notò che, nonostante tutti quanti stessero entrando in hotel, il chiacchiericcio di quel pomeriggio al bar era sparito: la stanchezza era riuscita a zittire l’intera compagnia.
Qualche secondo dopo Mika lo raggiunse strascicando i piedi, dandosi da fare per portare tutti i bagagli fino alla loro stanza, seguiti da Melachi.
Appena chiusero la porta della camera, Andy mise un cuscino a terra, che la cagnolina raggiunse subito, procedendo la bella dormita che aveva iniziato in macchina.
Mika si lavò velocemente i denti, si tolse i jeans corti che indossava e la maglietta a righe colorate e si gettò sul materasso senza troppi complimenti. Anche Andy si lavò, per poi raggiungere Mika sotto il leggero lenzuolo che li avrebbe coperti in quella calda notte.
La sveglia accanto al biondino segnava mezzanotte e sei minuti.
Era il diciotto agosto.
Si voltò verso Mika, ma lo vide già con gli occhi chiusi.
-Mika?- sussurrò, per vedere se dal ragazzo provenisse qualche reazione.
Tutto tacque, si era già riaddormentato.
Andy lo osservò per un attimo, sorridendo e passandogli una mano tra i capelli, in una leggera carezza.
-Buon compleanno- sussurrò solamente al suo orecchio, anche se il ragazzo non poteva sentirlo.
Poi si appoggiò al cuscino e si addormentò a sua volta.
 
-ABBIAMO INTENZIONE DI PASSARE TUTTA LA GIORNATA A LETTO?- un urlo seguito da due colpi secchi fecero sobbalzare Andy, che sentendo una voce a lui per nulla sconosciuta al di là della porta, scattò immediatamente in piedi, convinto di dover colpire Mika in faccia per svegliarlo. Incredibilmente però, il compagno se ne stava già seduto a terra accanto al cuscino di Melachi riempendola di attenzioni, con il volto sorridente e per nulla stanco.
-Buongiorno- lo salutò Mika, con voce entusiasta e questa volta fu il turno di Andy di grugnire. Il riccio si alzò da terra, con l’intento di aprire la porta.
-Aspetta, passami quelli- borbottò Andy, indicando i pantaloncini blu che stavano sopra la sua valigia. Mika glieli lanciò e aspettò che se li infilasse. Il biondino rifletté ancora un attimo, ricordandosi che la signora che stava battendo il suo bastone da passeggio contro la porta, probabilmente ormai scalfita, era la nonna di Mika, una strana signora inquietante, per quel che ne pensava lui.
-Anche quella- mugugnò quindi, indicando la maglietta rossa lì accanto. Mika eseguì, ridacchiando tra sé e sé di fronte al fatto che Andy si sentisse così in imbarazzo, e andò infine ad aprire la porta.
Nel frattempo, il greco era atterrato nuovamente sul cuscino, coprendosi con il lenzuolo, intenzionato a restare spalmato su quel letto comodo per altri dieci minuti, come minimo.
-Auguri, Michael- borbottò la donna, stringendo il nipote in un goffo abbraccio, che Mika ricambiò abbassandosi alla sua altezza.
Certo, il diciotto agosto, il compleanno di Mika. Andy doveva ancora mettere in moto i neuroni quella mattina.
-Grazie, nonna-
-E buongiorno anche a te- disse poi la donna, puntando i suoi occhi sull’ammasso di capelli biondi che emergeva dal cuscino, con il suo solito tono di voce che sembrava sempre seccato per qualcosa.
-Buongiorno- salutò educatamente Andy, senza aggiungere altro, aprendo gli occhi giusto per il tempo di salutare. Era meglio che fosse gentile con l’anziana signora, era la persona più famosa al mondo per la sua capacità di riservare un commento scorbutico a chiunque.
-Allora, venite o no a fare colazione?- disse poi la nonna, squadrandoli entrambi con un sopracciglio alzato.
-Noi facciamo qui, tu vai pure dagli altri- rispose il ricciolino e, a quelle parole, Andy riaprì gli occhi e notò che effettivamente la loro colazione era già posizionata sul tavolo di fronte al letto.
La signora borbottò qualcosa che il greco non riuscì a capire, scuotendo la testa, prima di raggiungere l’ascensore per unirsi al resto della famiglia.
Non appena Mika chiuse la porta, Andy diede due colpi secchi al materasso vuoto accanto a sé, invitandolo silenziosamente a raggiungerlo.
-Andy, dobbiamo far colazione, se facciamo tardi mia nonna mi uccide-
La risposta del biondo fu un altro colpo al materasso, accompagnato da un -Muoviti- quasi sibilato.
Mika ridacchiò, ma alla fine accontentò il compagno e si stese sopra il lenzuolo, dalla sua parte del letto, sostenendosi con un gomito e osservando Andy ancora con gli occhi chiusi.
-Che c’è?- chiese infine il cantante, allungando una mano per accarezzare i corti capelli biondi del greco.
Andy fu più veloce e, con uno scatto del tutto inaspettato, si portò sopra Mika, fissandolo per un lungo momento negli occhi.
-È il tuo compleanno, io avrei dovuto farti trovare la colazione in camera, se proprio- constatò il biondino, portando la mano sinistra sulla guancia di Mika, lasciandosi pizzicare da quell’accenno di barba che adorava.
-Proprio perché è il mio compleanno, volevo fare almeno la colazione lontano dal branco che ci siamo portati dietro- rispose Mika, sorridendo leggermente.
Andy non gli diede il tempo di aggiungere altro e si piegò su di lui, avvicinando il viso al suo e facendo sfiorare i loro nasi. Restarono in quella posizione per qualche secondo, in cui Mika portò una mano tra i capelli di Andy, spingendolo verso di lui e facendo finalmente incontrare le loro labbra in un bacio intenso.
-Auguri- sussurrò poi Andy, soffiando quelle parole nel suo orecchio, mentre una mano stava ancora tra i suoi capelli morbidi.
-G-grazie- balbettò Mika, scordandosi della colazione, della carovana che li aspettava al piano terra dell’hotel, dei suoi trent’anni e del luogo in cui si trovava. La sua attenzione era stata catturata dalle reazioni del suo corpo a quel contatto così ravvicinato con Andy, il quale, essendosi accorto di aver catturato l’attenzione del suo ragazzo in così poco tempo, non si fermò ma continuò a lasciare baci leggeri sul suo orecchio, scendendo lentamente fino al collo, per poi ritornare di nuovo su.
-Ti sei svegliato bene, vedo- mormorò Mika, mentre una mano di Andy era passata ad accarezzare il suo petto.
-Sì, il risveglio di tua nonna è stato uno dei migliori della mia vita, nulla da dire- rispose il biondino, imprimendo un tono fortemente sarcastico a quelle parole.
Mika stava per ribattere a tono, ma la mano di Andy era appena scesa fino ai suoi pantaloni, cosa che gli fece dimenticare anche cosa fosse una risposta.
-Non… non abbiamo…- ma fu interrotto dalle labbra di Andy che si posarono inaspettatamente sulle sue in un bacio che di casto aveva ben poco.
-… tempo- sussurrò infine, con pochissima convinzione, usando l’ultimo briciolo di fiato che la sua metà non gli aveva tolto.
-Ce l’abbiamo, eccome. Tanto con te essere in ritardo non è l’eccezione- rispose invece Andy, sbottonando i pantaloni del libanese e appropriandosi nuovamente delle labbra del suo ragazzo, prima che potesse ribattere a quella frecciatina per nulla celata.
Mika mandò al diavolo il tempo, sarebbero arrivati in ritardo, tanto Andy aveva ragione: con lui non sarebbe stata una novità.
 
Più tardi, quando raggiunsero l’ingresso dell’hotel, quasi tutti i membri della compagnia che Mika aveva riunito per quel giorno si avvicinarono a lui per augurargli un sereno compleanno.
Qualche minuto più tardi, le otto macchine erano di nuovo in strada, direzione mare.
Quando Andy scese dall’auto dopo aver parcheggiato, alzò gli occhi verso il compagno, che stava trafficando nel baule dell’auto, alla ricerca di chissà cosa. Melachi invece aveva iniziato ad esplorare il territorio: ci sarebbe stato modo di divertirsi anche per la cagnolina. Il greco le lasciò una leggera carezza, prima di scoppiare a ridere di gusto; il compagno, infatti, aveva appena estratto dal baule un lungo tubo viola.
-Stai scherzando, spero!- quasi ululò Andy, ancora scosso dalle risate.
Mika alzò leggermente le sopracciglia, assumendo un’aria di superiorità.
-L’acqua è alta- decretò infine, come spiegazione.
-Ma Mika- commentò Andy, di nuovo ridendo e indicando il tubo viola -si usano quando si insegna ai bambini a nuotare!-
-Ma tengono a galla- ribatté di nuovo il libanese, sorridendo lievemente alla sonora risata che di nuovo prese vita dalla bocca di Andy. Risata alla quale se ne aggiunse un’altra, proprio alle spalle del ricciolo.
-Da qualche parte devono esserci ancora anche i tuoi braccioli di Snoopy, chiedo alla mamma se li ha portati- Mika si voltò velocemente in direzione del fratello e, con un colpo secco, usò il tubo viola per colpirlo sulla schiena, mentre il più piccolo se la svignava a gambe levate ridacchiando.
-Braccioli di Snoopy?- chiese Andy ridacchiando qualche secondo dopo, prima che Mika si avvicinasse alla scaletta che avrebbe loro permesso di entrare in acqua.
-Non fare domande- lo avvertì Mika voltandosi verso di lui e afferrandolo per un braccio, dato che il biondo stava già per seguire Fortuné e fargli più domande.
Il libanese si sedette poi sulla scaletta, chiamando a sé Melachi e infilandosi gli occhialini, per poi entrare finalmente in acqua, seguito poco dopo da Andy.
-Lei è più brava di te- lo prese in giro il greco, giungendo alle sue spalle, mentre Mika alzava inesorabilmente gli occhi al cielo -Per fortuna che sei nato sul mare- continuò il biondino, pizzicandogli leggermente un fianco.
-E tu allora saresti greco? Sei pallido come un fantasma- ribatté Mika con un mezzo sorriso, voltandosi in direzione del suo ragazzo e aprendosi in un sorriso più luminoso quando lo vide esitare un attimo.
-È l’effetto di Londra- replicò infine, facendo spallucce.
Il ricciolo, troppo preso dalla conversazione e alla ricerca di una risposta per avere l’ultima parola, non si accorse di aver prestato troppa poca attenzione al suo fedele tubo viola, che gli era appena sfuggito da sotto le braccia. Quando si rese conto di non aver nessun appiglio emise un lieve urlo, per poi gettare le braccia attorno al collo del biondo che, ovviamente, non poté fare a meno di ricominciare a ridere.
-Questo è il karma, la prossima volta impari a prendermi in giro-
Mika sbuffò.
-Senti chi parla- commentò alzando gli occhi al cielo, mentre in realtà stava pensando al fatto che Andy fosse un appiglio decisamente migliore di uno stupido tubo di gommapiuma.
-Per la Grecia altro che braccioli di Snoopy, ti procuro un salvagente enorme- sussurrò poi il greco al suo orecchio, soffiando quelle parole sulla pelle del compagno, che rabbrividì visibilmente.
-Procuraci una nave enorme tutta per noi, piuttosto che un salvagente- ribatté Mika, osservandolo dritto negli occhi azzurri.
-Ah beh, come al solito ti accontenti di poco- commentò il biondo, aggiungendo poi la sua risata a quella del compagno.
 

Buongiorno *-*

E' passato un mese dall'ultimo aggiornamento, lo so, ma le lezioni in università sono finite e quindi ye, eccomi qui di nuovo! Nonostante gli esami adesso sono a casa, quindi spero di riuscire ad aggiornare ancora con un minimo di regolarità.

Due paroline su questo capitolo:

la descrizione della vacanza la trovate in un articolo scritto da Mika, qui: http://mikaitalia.jimdo.com/mika-scrive/lasciatemi-viaggiare-con-un-clan-intero-sono-un-italiano-vero/

In più aveva raccontato qualcosa anche nell'ultima intervista a che tempo che fa!

Il tubo viola... si rifà a delle foto che girano in internet di Mika e Andy. Non so dove si trovassero e nemmeno di quando siano, ma me ne sono fregata alla grande: si vedono Mika, Andy, Fortuné, Melachi... e un tubo viola sempre tra le mani di Mika.

Penso di aver detto tutto... alla prossima :D

E grazie come sempre per tutte le recensioni, ora la smetto di non rispondervi, giuro.
   
 
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