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Autore: KurryKaira    23/11/2015    0 recensioni
Mai Kujaku torna a Domino dopo tanto tempo e incontra casualmente Jonouchi Katsuya! I due si fermano a chiacchierare un po' e lei rivela di non volersi trattenere a lungo. Ma improvvisamente un ladro le ruba la borsa contenente anche il deck.
Nel tentativo di riprendere la borsa Mai e Jonouchi si avvicinano sentimentalmente sempre un po' di più, finché non saranno "costretti" ad ammettere reciprocamente ciò che provano!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Mai Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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* Spero vivamente che Mai sia arrivata all'hotel!
  Maledetti schifosi bastardi! Ma perché?!
  Rovinare una giornata così!... Quanto mi è mancata!... 
  E voi l'avete fatta piangere e le avete rubato le sue amate carte!
  Ve la farò pagare!... *

Era riuscito a trovare il modo di entrare in quella cantina forzando una finestra e buttandosi giù.
Sembrava vuota adesso. Non vedeva neanche più la borsa. Dovevano averla portata via!
Ma sopratutto Jonouchi non sapeva che il ladruncolo aveva trovato la donna nel vicolo per puro caso.

- Ascoltami...- Lei cercava di tenere il controllo della situazione.
- Sentiamo bambola.-
- Puoi tenerti i soldi e tutto il resto ma ti prego solo di restituirmi il mazzo di carte- lei zoppicava ancora un po' cercando di allontanarsi piano da lui.
- Ahahahah perché?!... E poi la borsa non è più con me! Sai quanti soldi c'erano poi!...-
- Allora te ne darò molti di più. Ma ridammi le mie carte!- Lei era seria, lo fissava negli occhi.
- Piuttosto. Dov'è il ragazzo che stava con te?- Lui non aveva paura.
Mai sussultò appena lui nominò Katsuya.

* Fa' che stia bene!... Quello stupido!...* Pensava nel panico.
- Non so dove sia!... Era solo un conoscente.-
- Voleva abbordarti?- Sorrise avvicinandosi fiero.
- Non ne ho idea! Ridammi le mie carte!- Alzò leggermente la voce lui la spintonò sul muro facendole male.
Strinse nella tasca il foglietto con il numero di Honda, se solo potesse chiedergli aiuto!
- Non me ne frega niente di ridarti indietro quelle stupide carte! Non so neanche dove stiano adesso!... A me importa solo ciò che voglio io- Le stringeva le mani intorno al collo, lei non riusciva a gridare.
Lui continuò:
- E io voglio i tuoi soldi, se ne tieni altri. E te.- 
Gli occhi di lei si fecero lucidi per poi svenire in quel vicolo mal ridotto.

Riaprì gli occhi in una stanza buia, entrava solo un po' di luce da una finestrella in alto. Era una cantina?
Era uno dei luoghi dove si incontravano i malviventi?
Era sola?

* Arpie?... Dove siete? Aiutatemi.
  Dov'è Katsuya?... Perché mi ha lasciato sola?
  Perché mi avete lasciato anche voi?!...
  Ho freddo. *

Muoveva piano le mani riprendendo colore, si aggiustò la gonna e notò che in tasca aveva ancora il foglio di carta.
Non aveva un telefono con sé però, se l'erano portato via.
In ogni caso sembrava che non avessero abusato di lei mentre era svenuta. Forse volevano farlo adesso, da sveglia e in un luogo sperduto.
Le faceva male tutto, il collo, la schiena e le gambe. Riuscì a notare solo ora che non era sola nella stanza. Era talmente buio che non riusciva a guardare in fondo.
C'era un ragazzo svenuto.
Lo raggiunse quasi strisciando.

- Katsuya!!- Esultò a voce bassa, era svenuto. 
Avevano preso anche lui ma era vivo e stavano insieme.
Lo strattonò nel tentativo di svegliarlo.
Lui riaprì gli occhi:- ...Mai!... Che ci fai qui?!- Si alzò di scatto.
- Che ci fai tu qui?!.. Non dovevi fare l'eroe?!-
- Sono entrato nella cantina ma qualcuno mi ha aggredito alle spalle con qualcosa!... E sono svenuto...-
Era arrabbiato e le strinse le spalle:- Ma tu?! Perché non sei in hotel?!-
- Beh perché hanno trovato anche me, mi hanno quasi strozzato e mi tengono qui per stuprarmi probabilmente.-
- Con che tranquillità dici questo.-
Lei alzò le spalle.
L'abbracciò:- Mai. Scusami- Lui scoppiò in lacrime:
- Sei tutta ferita!... E ...non ti hanno toccato in quell'altro senso vero??-
- No, non ancora. Non credo insomma. Ero svenuta. Ma non sento la "porta aperta"-
- Che cosa?...- La ignorò facendo finta di non capire in una crisi di pianto.
- Ma ti vuoi calmare?!- Lei era molto più tranquilla di lui:- Stiamo insieme adesso! E stiamo abbastanza bene! Cerchiamo di uscire da qui!-
Lui le accarezzava piano il collo cercando di "guarirla":- Ma come fai a stare così calma?! Come hanno osato?! E che vogliono farti poi?!-
Non la smetteva di lamentarsi:- E con me poi?! Credono che li lasci fare?! Io li meno!! Li faccio a pezzi!-
- Smettila!- Lei lo sgridò:- Io voglio solo andare via da qui!... Voglio stare al sicuro!-
- Mai!- Gridò riprendendole le spalle tra le mani e smettendo di piangere:- Tu sei al sicuro con me. E io ti ridarò tutto ciò che ti hanno preso.-
Quasi la convinse ma poi:
- Sto in queste condizioni proprio perché tu hai inseguito lo stronzo- cinica.
Lui pianse di nuovo.

- Ti ridarò il deck- serio di nuovo.
- Voglio solo andare via. Davvero.-
- Allora ti tirerò fuori da qui, andrai via e tornerò a prenderti il deck!-
Gli tirò un ceffone dritto in faccia.
- Non pensarci nemmeno- era serissima:
- Domani mattina voglio svegliarmi accanto a te- non scostava lo sguardo da quello di lui, ora anche i suoi occhi si fecero lucidi.
Lui non fiatò.
- E non accanto al tuo cadavere toccata da un altro- si asciugò le lacrime.
- Andiamo via prima che tornino- completò lui guardando la finestra. Ma era troppo in alto! Come facevano a uscire da lì?!
L'unica soluzione era uscire dalla porta. Ma magari i ladri erano proprio nella stanza accanto.
- Sono armati?- Chiese lei attaccandosi al suo braccio come se lui fosse il suo scudo.
- Non credo... hanno solo bastoni. Ma quelli... li posso avere anche io- staccò un pezzo di legno da una cassa trovata in terra.
Lei gli sfiorò la vita con le mani.
- Ehi ma che fai?!- Quasi arrossì.
- Controllo se hai il telefono, che vuoi che faccia?!-
- No, a quanto pare se lo sono preso. Hai ancora il numero di Honda?-
La donna annuì, peccato fosse inutile senza un telefono.

Non avevano alternativa. Jonouchi sfondò la porta.
Non c'era nessuno, solo un corridoio ancora più buio.
- Stammi vicino- sfiatò lui sfiorandole la mano.
- E chi si allontana. Tu piuttosto, stammi vicino!-
- Perdonami- pianse ancora.
- Smettila di piangere e cammina!-
- Sì... snif- avanzavano lungo il corridoio finché una luce che veniva dalla strada li fece notare un condotto d'aria abbastanza largo da poterli "ospitare".
Ci mise moltissimo a convincere la ragazza ma si rifugiarono lì dentro.

- Spero solo che non moriremo d'asfissia!- Lei.
- Sii ottimista!- Lui.
- Che splendida giornata per essere ottimista!-
- Era bella fino a poche ore fa- rispose serio lui che le faceva strada.
- Era bellissima- concluse lei.

Poi risentirono di nuovo quelle voci.
- Sono usciti!-
- Che cazzo!... Ti hanno visto in faccia?!-
- Ehm... la donna sì...-
- Dobbiamo immediatamente trovarli!-
 
Ma loro avanzavano nel condotto riuscendo a salire di piano. Forse ce l'avrebbero fatta!... Quei ladri non erano poi così svegli grazie al cielo!
  
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