Insomma,
ho venticinque anni.
Mica
posso fare la timida.
Guardo
ancora una volta il bicchiere che tengo tra le mani poi mi decido a posarlo su
un vassoio lì accanto.
Liscio
la gonna del vestito ed emetto un sospirone.
“Dai
Gemma, ce la puoi fare!”
Mi
avvio verso il salone affollato e, passando davanti ad uno specchio, mi lancio
un’occhiata.
Non
sono così male.
Però…chissà
se gli elfi avevano i capelli rossi.
Ok,
ora mi spiego.
Sono
Gemma Bray.
Venticinque
anni, londinese.
Amica
d’infanzia di Liv Tyler.
È
stata lei ad invitarmi a questo ballo in maschera.
E
mi ha prestato gentilmente le orecchie a punta e l’abito che aveva “rubato” sul
set del Signore degli Anelli.
Così
ora sono qui con addosso una meravigliosa veste di seta verde chiaro e le
orecchie a punta che sbucano dai miei capelli rossi.
Percorro
i pochi metri che dal corridoio portano al salone e, non appena varco la
soglia, mi sento a disagio.
È
pieno di gente!
“Eccoti!
Menomale che sei qui! Tra poco iniziano le danze e siccome è la prima ogni
cavaliere sceglierà la dama con cui ballare” mi dice Liv.
Sospiro.
Odio
sentirmi al mercato.
Non
sono mica una mela.
O
una modella qualunque.
Io
ho una mia indipendenza.
Il
che è anche vero, ma c’è da dire che sono timidissima.
E
quindi?
E
quindi ho paura di non essere scelta.
Nonostante
tutto vado a mettermi tra una coniglietta – mamma mia che costume originale! –
e un’aliena.
Dai
peggio dell’aliena non potrò essere!
Perlomeno
non ho cerone verde dappertutto, sopracciglia comprese!
“Signori
e signore! Benvenuti al ballo in maschera più speciale dell’anno! Da
tradizione, per il primo ballo sarà il cavaliere a scegliere colei con cui
vuole danzare. E quindi, senza indugi, si aprano le danze!” esclama il dj.
Gli
uomini, posizionati dalla parte opposta della sala, iniziano ad avanzare verso
di noi.
Li
guardo brevemente, ma senza mai incontrare i loro occhi.
Un
indiano, un orco, un cowboy, Zorro…
C’è
anche un elfo.
Vestito
con una casacca argento e calzamaglia verde scuri, ha lunghi capelli biondi.
Assomiglia
moltissimo al Legolas del film.
Però
dai fori della maschera argentata che porta sul viso posso vedere che non ha
gli occhi azzurri.
Oddio,
l’ho guardato negli occhi!
E
adesso perché viene verso di me?
Ma
quanto sono stupida da uno a dieci?
No,
non rispondete per favore.
L’elfo
è ormai davanti a me.
Mi
tende la mano e con voce soave domanda: “O dolce dama elfica, il mio sguardo si
è posato su di voi come fa l’alba sul fiore più bello del mattino. Mi fareste l’onore
di concedermi questo ballo?”
Ora
sono davvero stupita.
Questo
parla come un elfo vero.
“Si
mio signore”
O
cielo!
Ora
faccio anche la donna sottomessa.
“Hanon
le” dice prendendo la mia mano tra le sue.
Sussulto
appena al tocco delle sue mani calde.
Con
passo sicuro mi porta al centro della pista da ballo, si inchina leggermente e
mi sorride.
Faccio
un tentativo di riverenza, ma vista la mia goffaggine potrebbe sembrare anche
che io stia cercando di capire se ho una macchia sulla gonna, e accetto la mano
che mi porge.
Pochi
attimi dopo e il mio elfo mi sta facendo volteggiare per la sala.
No,
mi correggo.
Non
è un elfo.
È
Fred Astaire travestito da elfo!
Peccato
che a me facciano già male i piedi.
Una
smorfia di dolore attraversa il mio viso ed il mio cavaliere se ne accorge
immediatamente.
“Vi
ho forse pestato i piedi?” chiede.
“No,
tranquillo!”.
Sorride
malizioso.
“Menomale!
Se no avrebbe voluto dire che avete i piedi più duri del marmo di questa
sala!”.
Ma
come si permette?
Gli
rivolgo uno sguardo indignato e lui per tutta risposta scoppia a ridere.
Guarda
tu questo sbruffone!
“Allora
mio caro elfo! Come mai qui?”.
“Sono
stato invitato da una mia amica”.
“E
chi, di grazia?” domando.
“Perché
non mi dite chi ha invitato voi?”
“Perché
la domanda ve l’ho posta prima io!”.
Invece
di rispondere l’elfo mi fa fare una piroetta ed un casquè.
Oddio,
che male ai piedi!
Sapevo
che Liv non doveva costringermi a mettere le scarpe col tacco!
L’elfo
mi tira a sé velocemente ed io, con la mia solita grazia, vado a sbattere
contro la sua spalla.
“Ahio
che male!” esclama.
“Oddio
scusa! Mi spiace!” rispondo io.
“Ma
siete sicura di essere un elfo?” dice ridendo.
Ora
sono davvero seccata.
Non
sarò una campionessa di leggerezza ed eleganza, ma di certo nemmeno un
elefante!
“Si
ne sono sicura. Voi piuttosto! Gli elfi normalmente sono gentili e raffinati.
Avete presente Legolas? Dovreste prendere esempio da lui!”.
Scoppia
in una risata sonora.
“Voi
non sapete cosa state dicendo” mi sussurra poi.
Un
brivido mi attraversa la schiena.
Lo
guardo negli occhi e sprofondo in un oceano color cioccolato.
Rimaniamo
in silenzio per un po’ mentre lui mi fa volteggiare per la sala.
Ad
un tratto da dietro la spalla del mio cavaliere vedo Liv ballare con…no,
aspetta…quello è Viggo Mortensen!
O
mio Dio!
Non
è mascherato e non capisco perché.
Però
sto invidiando da morire Liv.
Lei,
che lo ha già avuto per sé nel Signore degli Anelli, lo sta abbracciando
stretto mentre io sono costretta a ballare con uno sconosciuto?
Eh
no!
Finalmente
Liv si accorge di essere osservata, alza gli occhi su di me e fa un saluto con
la mano.
Anche
Viggo si gira dalla nostra parte, sorride e china la testa.
Cosa
alla quale il mio cavaliere risponde immediatamente mentre un sorrisone si allarga
sul suo volto.
Cavoli
com’è bello!
No,
scusate, cos’ho appena detto?
Devo
essere impazzita.
Viggo
fa per venire verso di noi ma viene bloccato da Liv che mi sorride con aria
cospiratrice.
Chissà
perché poi.
In
quel momento la musica cambia e diventa una specie di jive.
Che,
detto tra parentesi, io non so ballare.
Ma
il mio cavaliere invece sì.
E
pertanto mi ritrovo sballottata a destra e sinistra.
“Direi
che ballare non è il tuo forte” mi dice l’elfo.
“No,
specialmente questo tipo di balli”.
Mi
sorride.
“Di
cosa ti occupi quindi?”
“Io?
Oh, sono un’arredatrice d’interni. È un lavoro che mi piace molto. Tu invece?”.
“Io
sono uno che viaggia parecchio. Ma ora cambiamo argomento: posso sapere il tuo
nome?”.
No
ma come? Non mi dice nemmeno che lavoro fa e vuole sapere come mi chiamo?
Ma
conosce la galanteria?!
“E
perché volete saperlo?”.
“Perché
voglio sapere chi sei” dice in un soffio inchiodando i suoi occhi nei miei.
Mi
ha pietrificata.
Mi
blocco sul posto ma lui sfortunatamente non è della stessa mia idea e quindi,
aspettandosi che io lo segua nella piroetta, si gira di scatto.
E
la mia caviglia si storce.
“Ah!
Che male!” esclamo perdendo l’equilibrio.
Le
braccia del mio cavaliere mi sorreggono impedendo che io caschi rovinosamente
per terra.
“Scusami!
Tutto bene?” chiede, e posso vedere un bagliore di preoccupazione attraversare
i suoi occhi.
“No…mi
sa che mi sono storta una caviglia” rispondo.
“Oh
no! È solo colpa mia…vieni, ti accompagno a sederti”.
Purtroppo
ai lati della pista non c’è nemmeno una sedia.
Il
mio elfo mi sorregge con un braccio attorno ai fianchi, mentre io ho una mano
sulla sua spalla e mi addosso quasi del tutto a lui.
Mentre
camminiamo – si fa per dire – verso il terrazzo posso sentire i muscoli ben
delineati sotto la sua casacca.
E
devo dire che ne ha fatta di palestra il ragazzo!
Una
volta in terrazzo troviamo finalmente una panca di marmo sulla quale mi siedo.
“Ti
conviene stendere la gamba e togliere la scarpa, così vedo se è gonfiata.
Inoltre il marmo è freddo e farà qualcosa mentre io vado a cercare del
ghiaccio” dice.
Sorrido.
“Grazie”.
Tiro
su la gamba e armeggio con il cinturino dei sandali.
Ad
un tratto scoppia a ridere.
“Ci
credo che ti sei storta la caviglia! Guarda come sono alti questi trampoli!”
“Guarda
che è la prima volta che metto scarpe del genere…è stata L…la mia amica a
prestarmeli!” dico correggendomi: nonostante si sia dimostrato gentile non
voglio ancora svelargli niente su di me.
“Allora
normalmente sei anche più aggraziata” afferma alzando un sopracciglio.
Arrossisco.
“Ehm.
Veramente no!”
Scoppiamo
a ridere entrambi.
“Allora
sei proprio una frana!” mi dice guardandomi negli occhi.
Imbarazzata
porto una mano al collo e inizio a giocherellare con la collana.
Il
suo sguardo segue la mia mano e si posa sulla mia scollatura.
“Quella
dove l’hai presa?” domanda.
Sobbalzo.
Il
suo tono è freddo, quasi crudele.
Abbasso
lo sguardo sulla collana.
So
la sua storia.
Era
il primo tentativo che hanno fatto del ciondolo della Stella del Vespro che
Arwen avrebbe dovuto indossare.
Molto
bello e particolare, ma poi, non so per quale motivo, all’improvviso avevano
cambiato idea.
“Ecco…vedi…oh
e va bene! Sono un’amica d’infanzia di Liv Tyler: i vestiti, la collana e
quant’altro me li ha prestati lei!” urlo.
Lui
continua a guardarmi negli occhi.
“Ma…un
attimo! Tu come fai a sapere cos’è?” chiedo.
Con
un gesto stizzito si toglie la maschera.
Ed
io vorrei morire.
Davanti
a me ho Orlando Bloom.
Colui
che ha popolato tutti i miei sogni e le mie fantasie.
Ecco
perché mi sembrava così simile a Legolas!
Tento
di prendere fiato.
Nel
farlo distolgo lo sguardo da lui e lo alzo al cielo: è una bella notte
stellata, magica quasi.
Quando
torno a guardarlo vedo che ha abbassato il capo.
“Orl…ehm,
tutto bene?”
“Sai
chi sono. Puoi anche dirlo il mio nome, non è una maledizione. Anche se le mie
ex ragazze non la pensano così”.
Rimango
di sasso.
Senza
sapere perché porto le mani al gancio della collana e me la tolgo.
“Posso
sapere qual è la vera storia di questa?” domando porgendogliela.
Inaspettatamente,
invece di prendermela, spinge le mie mani lontano.
“Questa
collana è stata fatta basandosi su un ciondolo che apparteneva alla mia
fidanzata. Quando ha saputo che poi doveva indossarlo Liv ha fatto una scenata
di gelosia e così ci siamo lasciati. Quindi ho chiesto alla produzione di
cambiare gioiello…” dice amaramente.
“Scusami,
non potevo sapere chi eri”.
Alza
lo sguardo su di me.
Sorride.
“Non
è colpa tua. A proposito, ora che sai chi sono io, posso sapere chi sei tu?”.
Annuisco
impercettibilmente.
Lui
porta le mani al mio volto e abbassa delicatamente la mia maschera.
Non
sto respirando e, a quanto pare, neanche lui.
“Ciao”
dice dolcemente.
“Ciao”
rispondo.
Mi
tende la mano.
“Piacere,
Orlando”.
“Gemma”.
Le
nostre mani si stringono delicatamente e io sento dei brividi lungo la schiena.
Mi
sorride con aria complice poi abbassa lo sguardo sulla mia caviglia.
Io
poso il ciondolo che tintinna toccando il marmo della panca.
“Posso
sollevare leggermente la gonna? Voglio esaminare la caviglia. Sai, viste le
volte in cui mi sono fatto male ormai sono un esperto!”.
Che
galante che è.
Alzo
di un po’ la gonna, lasciando che scopra i polpacci.
Orlando
mi prende gentilmente il piede tra le mani e lo fa ruotare a destra e sinistra.
Poi
lo piega avanti e indietro.
“Ahi!”
“Ti
fa male se faccio così?”domanda.
Annuisco.
“Gli
altri movimenti non ti provocano dolore?”.
“No”.
Sorride.
“Bene,
allora. Vuol dire che è solo storta”.
Bene
lo dice lui.
Adesso
che ho scoperto che è Orlando Bloom avrei ballato volentieri ancora un po'.
“Vado
a prenderti il ghiaccio” dice.
“No!”
esclamo.
Si
gira a guardarmi stupito.
Oddio,
ma cosa ho detto?
“Ecco…veramente…sto
bene così. Vorrei che restassi qui. Per favore…”
Senza
dire una parola si siede all’estremità della panca.
Una
sua mano sfiora casualmente il mio piede nudo ed io scoppio a ridere.
“Cosa
c’è?” mi chiede sorridendo.
“No,
nulla. Solo che soffro il solletico!”.
“Ah!
Anche io…”
“Forza
Orlando Bloom, parlami di te!” dico.
Mi
sembra che si incupisca ma dopo un attimo inizia a parlarmi della sua vita.
“Che
sono un attore immagino tu lo sappia…al momento sto aspettando che mi chiamino
per farmi sapere com’è andato un provino per film tipo Elizabethtown. Sono
venuto qui a Londra a trovare i miei amici per qualche giorno: rivedere Liv,
Viggo dopo tanto tempo è sempre fantastico” dice mentre gli si accende una luce
negli occhi.
Posso
capirlo: ho letto e visto così tante interviste al cast del Signore degli
Anelli che sembra anche a me di sapere a memoria cosa facevano quando non
giravano.
“Scusa
se sono indiscreta- sussurro- ma perché prima hai detto che le tue ex ragazze
considerano il tuo nome una maledizione?”
Si
passa una mano tra i capelli biondi e capisco che vorrebbe non avere la
parrucca, poi si gira a guardarmi negli occhi.
Ha
un’espressione angosciata.
“Orlando,
se non vuoi parlarne fa lo stesso” dico leggermente in preda al panico.
Alza
una mano e mi zittisco.
“No,
va bene. Sei la prima con cui ne parlo. Vedi, io sono stato quasi sempre con
persone che facevano il mio stesso lavoro e questo creava qualche problema già
mentre stavamo assieme. Ma quando le relazioni finivano… beh Kate ha iniziato a
lavorare molto di meno e una sera che era ubriaca mi ha chiamato dicendomi di
averle rovinato la vita, che era colpa mia, le avevo spezzato il cuore e
rovinato la carriera e cose del genere…” fa un sospirone, poi riprende a
parlare.
“Anche
con Miranda è successo così. Lei era una modella all’inizio, fidanzandosi con
me ha acquistato una certa popolarità così ha creduto di potersi buttare nel
mondo del cinema. Purtroppo ci siamo lasciati mentre stava girando il suo primo
film…Quando è uscito tutti hanno lodato il regista, l’altro attore…ma hanno
stroncato lei. Hanno detto che faceva meglio a fare la modella. E così ha fatto
lei, solo che dopo aver lasciato Victoria’s Secret in fretta e furia per
passare al cinema non la volevano più. E così anche lei ha accusato me…”.
Orlando
si prende la testa tra le mani, come se volesse bloccare il flusso di quei
pensieri.
“Ma
non è colpa tua!” sbotto.
“Anzi
forse si! Ti sei sempre scelto della galline come ragazze! Ma perché non te ne
trovi una normale una volta tanto? Una che ti vede solo come Orlando e non come
l’attore? Una che si svegli accanto a te ogni mattina con il solo pensiero di
prepararti la colazione, di farti sorridere, di uscire a passeggiare con Sidi
mentre tu non ci sei, una che ti aspetta con la cena in forno quando torni a
casa stanco…una che ti ami davvero!”
“Suona
un po’ come una donna schiava” dice sarcastico.
“Suona
come una donna che ama davvero qualcuno” replico.
Orlando
si alza e si appoggia alla ringhiera, fissando il giardino di sotto.
Sbuffo.
Sa
che non posso seguirlo e se mi da la schiena mi è impossibile decifrare la sua
espressione.
“E
sentiamo, chi sarebbe la donna perfetta per me?”
“Questo
io non lo so…ma arriverà, devi solo saperla riconoscere. Ho capito che tu sei
come me, quando ti innamori ti ci butti dentro a capofitto e poi ne rimani
sempre scottato. Forse dovresti, anzi dovremmo, imparare ad andarci con i piedi
di piombo…però come fai di fronte all’amore? Come fai a restare impassibile
quando senti le farfalle nello stomaco, sorridi non appena vedi colui o colei
che ami, e ogni cosa che vedi, senti, leggi ti ricorda lui? Come puoi rinnegare
un sentimento così forte?”
Si
gira a guardarmi.
Non
dice nulla.
Io
non dico nulla.
Per
la prima volta nella mia vita mi sono aperta così tanto con qualcuno.
Io
che normalmente sono timida.
Dalle
porte aperte che conducono al salone arriva la melodia di “I’ve had the time of
my life”.
“Quanto
amo questa canzone” sussurro, più a me stessa che a lui.
Ma
evidentemente mi sente perché arriva dinanzi a me e tende la mano come ha fatto
appena un’ora fa.
“Vuoi
ballare?” domanda gentilmente.
Sono
sbalordita.
È
così rintronato da essersi dimenticato della mia caviglia?
“Ma…”
dico io accennando al piede sollevato.
“Ci
penso io” dice.
Mi
prende la mano e mi tira in piedi.
Poi,
delicatamente, mi fa allacciare le mani dietro al suo collo e mi fa mettere i
piedi sopra i suoi.
Una
volta che sono totalmente affidata a lui inizia ad ondeggiare piano avanti e
indietro.
Mi
sento mancare il fiato.
Tutto
è così magico.
Così…elfico.
E
io sono qui a ballare sui piedi di Orlando Bloom.
No,
è solo Orlando.
“A
cosa pensi?” mi chiede.
“A
stasera” rispondo.
Pianta
i suoi occhi nei miei.
“Questa
sera è magica”.
“Questa
sera è nostra” replico io con un coraggio che non sapevo nemmeno di avere.
La
sua espressione cambia, un lampo gli brilla negli occhi.
Avvicina
piano il suo viso al mio.
Il
suo profumo mi stordisce.
Mi
guarda come per chiedermi un consenso.
Ma
io oramai sono pietrificata.
Chiudo
gli occhi e trattengo il respiro e un secondo dopo le sue labbra si posano
sulle mie.
Morbide
e delicate, sembrano aspettare una mia reazione.
Per
tutta risposta mi stringo di più a lui.
Approfondiamo
il bacio.
Quando
ci stacchiamo siamo entrambi senza fiato.
Ci
guardiamo negli occhi sorridendo.
Poi
Orlando mi accarezza una guancia e sussurra piano: “Mia piccola Gemma, questa
sera è nostra ma lo saranno anche tutte quelle che verranno”.
E
mi bacia di nuovo.
Salve
a tutti!
Faccio
il mio esordio in questa sezione, sperando di non aver fatto poi così schifo.
Cosa
ci volete fare?
Una
notte stellata, l’odore di primavera nell’aria e Dirty Dancing mi fanno venire
in mente storie di questo genere.
Perciò
prendetevela con loro.
Come
si fa a prendersela con una notte stellata poi.
Mah…
Dunque, meglio che passiamo alle cose serie:
Liv Tyler, Viggo Mortensen e Orlando Bloom non mi appartengono.
Questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Ma
solo per sognare.
Va
beh avete capito no?
Buona
serata.
Un
bacio,
Liz.