My Gravity –
Jared and Kim
Immeritata Adorazione
Dannazione.
Stava
arrivando ed io ero ancora in condizioni pietose: i capelli umidi,
banalmente lisci e disordinati, mi bagnavano la schiena mentre
indossavo frettolosamente la maglia a maniche corte del mio pigiama e
afferravo i pantaloni coordinati, cercando di infilarli il
più velocemente possibile. Naturalmente l’unico
risultato che ottenni fu quello di ruzzolare a terra portando con me il
centrino del comò e tutto quello che vi stava
sopra: una scatoletta di legno intagliato, suo regalo, mi
cadde sulla fronte mentre cercano goffamente di liberarmi dalla presa
invincibile dei pantaloni. Dopo qualche secondo riuscii finalmente a
rimettermi in piedi e ad infilare i pantaloni, stavolta con
più calma, girandomi lentamente verso lo specchio.
Perché
dovevo essere così maledettamente banale? Nulla in me era
affascinante, né i capelli neri che cadevano mollemente
sulle spalle magre, né la maglietta del pigiama giallo
canarino che scendeva morbida sulle mie forme perfettamente
inesistenti: seno e fianchi erano appena accennati e l’unico
spessore era sottolineato da quel filo di pancia che cercavo di
eliminare da sempre. Non ero bella e non lo sarei mai stata grazie al
mio viso tondo, agli occhi troppo piccoli, agli zigomi troppo
pronunciati: non meritavo per nulla tutta la fortuna che avevo. Non
meritavo lui, così come non meritavo il suo affetto, e nep-
Driiing
Oddio. Era arrivato.
Mi precipitai fuori dalla camera impazzita, dimenticando qualsiasi
preoccupazione, qualsiasi paranoia: Jared era qui.
Aprii la porta con forza, senza curarmi di essere in disordine,
e finalmente lo vidi: era bellissimo
come sempre, con i capelli adorabilmente arruffati, il petto nudo che
emanava calore ed il suo sguardo adorante tutto per me. Mi guardava
come se fossi un angelo, ma sapevo che per lui io ero proprio quello.
“Kim.” sospirò il mio nome sollevato.
Sapevo che non gli piaceva stare troppo a lungo lontano da me: mi aveva
detto che quando non c'ero, oltre a essere estremamente preoccupato, si
sentiva come se gli avessero tolto la gravità, come se
fluttuasse nello spazio senza una meta precisa né un punto
di riferimento.
Improvvisamente intimidita dal suo sguardo amorevole, abbassai gli
occhi arrossendo furiosamente e gli abbracciai la vita con le braccia
fredde, rabbrividendo per il gelo invernale. Jared, premuroso come
sempre, mi prese gentilmente da sotto le spalle e senza lasciarmi il
tempo di protestare mi sollevò entrando in casa e
chiudendosi la porta alle spalle. Mi ripose con cura a terra e mi
sorrise adorante dall'alto, accarezzandomi le braccia.
“Amore...” sospirò ancora cingendomi i
fianchi con le braccia. Subito mi allungai su di lui
baciandolo dolcemente sul petto e godendomi il suo gemito roco. Spostai
le labbra un po’ più su, allungandomi il
più possibile mentre cercavo di raggiungerlo e
Jared si avvicinò immediatamente tendendo le
labbra. Io però schivai la sua bocca e gli morsi la
mascella, sorridendo: Jared sorrise di rimando, per poi bloccarmi il
viso tra le sue mani e costringere le sue labbra sulle mie.
Baciare Jared era la mia vera ed unica, ragione di vita: niente
equivaleva alle sue labbra sulle mie, al suo corpo bollente che mi
sovrastava, alle sue braccia attorno ai miei fianchi. Mi spinsi contro
di lui sollevandomi sulle mezze punte e gli avvolsi le braccia attorno
al collo. Jared, che per baciarmi si era dovuto quasi piegare a
metà, tale era la differenza di altezza tra noi, si
tirò su lentamente, portandomi con me senza sforzo e di
colpo i miei piedi si trovarono ad essere a circa venticinque
centimetri dal pavimento, mentre le sue braccia mi tenevano stretta a
lei. Era caldo, piacevolmente caldo, ed il contrasto tra la sua
temperatura corporea ed il freddo dei miei capelli bagnati mi fece
rabbrividire. Mi baciò con più forza,
schiudendomi le labbra ed io non potei fare a meno di ricambiare
felice, mentre accarezzavo i suoi capelli morbidi.
Dopo un lasso di tempo che mi parve troppo breve
mi rimise a terra e si allontanò da me, inchiodando i miei
occhi nei suoi. Ricambiai rapita, mentre sentivo le sue mani calde
accarezzarmi dolcemente la pancia e i fianchi da sotto la maglietta.
“Ciao, amore.” disse lui, sorridendo malizioso: io
arrossii, ma ero incapace di staccare i miei occhi dai suoi,
così come lui era incapace di staccarsi da me.
“Jared.” sospirai, stringendomi a lui e appoggiando
la mia testa sul suo petto caldo.
“Sei stupenda, questa
sera.”, disse sincero osservandomi dalla testa ai piede. Non
che il suo complimento valesse qualcosa: per lui ero sempre bellissima
anche alla mattina senza un filo di trucco e con i capelli tutti
scompigliati.
“Anche tu.” dissi sorridendo contro la sua
pelle.
“Come è andata la tua giornata?”
“Male” mi lamentai, stringendomi di più
a lui.
Lo sentii sobbalzare “Cosa è successo? Ti hanno
fatto male?” mi chiese con urgenza, guardandomi preoccupato.
Feci segno di no con la testa “Mi sei mancato.”
ammisi, arrossendo.
“Anche tu. Tantissimo.” disse, staccandomi
gentilmente da se e prendendomi la mano. Mi feci trascinare fino al
divano, su cui si buttò di peso trascinandomi con se e
facendomi sedere sulle sue ginocchia. Gli avvolsi i fianchi con le
gambe ed il collo con le braccia: finalmente alla stessa altezza lo
baciai di nuovo sulle labbra senza fretta, facendomi beare del
suo calore calore meraviglioso. Mi strinse di più a se
premendo le sue mani sulla mia schiena e scese a baciarmi la clavicola
dolcemente, per poi appoggiare la fronte sul mio petto, sbadigliando
sonoramente.
“Sei stanco?” gli chiesi, accarezzandoli i capelli.
“Mmm...” mugugnò, affondando il viso
sulla mia pelle.
“Se vuoi puoi andare. Non preoccuparti.” mentii.
Sapeva meglio di me che avevo paura di stare sola a casa quando mia
madre aveva il turno serale all’ospedale e sentii subito le
sue braccia stringermi di più a se.
“Assolutamente no. Posso resistere, non
preoccuparti!” esclamò senza spostare la testa e
con la voce impastata dal sonno.
Continuai ad accarezzargli i capelli, ma
sapevo già che entro poco si sarebbe addormentato. Non
dovetti aspettare molto: dopo pochi minuti cominciò a
russare ed un filo di saliva gli scese dalla bocca; gliela asciugai con
la mano, intenerita, scendendo dalle sue gambe e distendendomi sul
divano, trascinandolo con me. Lo occupava quasi tutto da solo ed io
sarei quasi sicuramente caduta se le sue braccia inconsciamente non mi
avessero stretta a lui anche nel sonno. Gli baciai una tempia e rimasi
ad adorarlo per un’infinità di minuti.
“Kim.” borbottò, nel sonno: mi resi
conto, emozionata, che mi stava sognando. “Kim”
ripeté nuovamente, ed io mi strinsi di
più a lui sorridendo con le lacrime agli occhi, emotiva come
sempre.
“Ti amo, Kim..” bofonchiò ancora,
abbracciandomi più stretta. “Anche io
Jared.” risposi chiudendo gli occhi e abbandonando tutte le
mie preoccupazioni: tra le sue braccia tutto perdeva importanza ed io
non potevo che bearmi della sua totale ed assolutamente
immeritata adorazione.
***
Salve a tutti.
Questa è la mia prima fan fiction su Twilight ed è sulla mia coppia preferita. Lo so, è corta e non particolarmente impegnativa, ma penso che loro siano così: dolci, innamorati e non complessati come Bella ed Edward. So che di Jared e Kim la Meyer non parla molto, ma io non posso fare a meno di adorarli: sono semplicemente adorabili! Penso che ne farò una raccolta, perché ho tanta voglia di scrivere qualcosa su di loro, dato che in questo sito non se ne parla molto. D’altronde, faccio parte di quel 5% che preferisce di gran lunga i lupi di La Push ai Cullen, e mi devo adeguare.
Non so come sia Kim, ma me la immagino così: dolce, adorabile, innamorata. Un po’ Mary-Sue, probabilmente! È ambientata più o meno dopo un anno o due dall’imprinting: la fase iniziale di incredulità è superata e lei ormai si è resa conto della totale adorazione di lui, ma non può fare a meno di imbarazzarsi ogni volta che lui la sfiora. E come tutte le adolescenti ha i suoi complessi e non si sente alla sua altezza, ma lo ama da morire
Il prossimo capitolo probabilmente sarà dal punto di vista di Jared. Una bacio a tutti, e grazie a colore che recensiranno.
Giuka