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Autore: Mo0ny_    24/11/2015    6 recensioni
♦[(Storia Interattiva)]♦♦[iscrizioni chiuse]♦ 
Sono passati cinquant' anni dall' ultima grande Profezia e la pace sembra finalmente essersi ristabilita. Ma le Parche hanno deciso. Una nuova Grande Profezia sta per essere pronunciata e i semidei scelti non potranno tirarsi indietro.
*Premetto che è la mia prima interattiva, siate clementi!!*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Semidei Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I sei ragazzi stavano facendo colazione. Tutti avevano notato lo sguardo perso nel vuoto che avevano quest’ ultimi. Avevano anche cercato di spronarli un po’ ma… è difficile essere attivi quando sai che stai per andare incontro a qualcosa che neanche conosci!

Nathan sembrava l’ unico che era riuscito a trovare il sorriso guardando quello che aveva nel piatto. “Cialde… GNAM, GNAM!!” pensava nella sua mente. Si stava praticamente abbuffando con tutta quella roba.
- Ti verrà un’ indigestione!- gli disse Allyson, una delle sue sorella.
- Sono anni che mi abbuffo è non mi è ancora successo niente!- disse alla sorella continuando. Lei roteò gli occhi e continuò a mangiare quello che aveva nel piatto.
- Quando dovete partire?- chiese.
- Oggi pomeriggio- gli rispose.
- E come avete intenzione di andarci? A piedi?- disse Allyson e quella fu la prima volta che Nathan poggiò la cialda senza averla terminata. –non lo so- disse quasi sussurrando. Poi gli venne in mente qual cos’ altro.
- Le valigie!- esclamò correndo verso la capanna di Nemesis che era completamente vuota. Afferrò il borsone e cominciò ad inserire  gli indumenti. Mise anche qualche lente a contatto, in caso fosse successo qualcosa agli occhiali, e qualche piccolo coltellino, non si sa mai nella vita! Sulla sua scrivania c’ era inoltre il suo album da disegno. Lui amava dipingere, disegnare e giocare con i colori. Effettivamente era qualche giorno che non disegnava e allora… perché non portarsi l’ album dietro? Prima, però, lo sfogliò un po’. C’ erano: le nature morte, il suo cavallo Speedy, il ritratto delle zie e anche uno di suo padre. Nathan guardò per un po’ il ritratto per poi strapparlo. Aveva chiuso ogni rapporto con esso, non voleva più che ci fosse qualche traccia di lui. Pensando alle cose negative, gli venne in mente quello che aveva  detto James. In quel momento  gli era successo di nuovo… aveva letto i suoi sentimenti. Ne aveva avvertito rabbia e solitudine. Non doveva farlo, era una cosa in giusta, ma cosa ci colpava lui se era un figlio di Nemesis?


Felicity, dopo aver mangiato velocemente, era andata nella sua capanna. Aveva chiesto il permesso di chiamare una persona a lei molto molto cara.
- Pronto?-
-  Ciao! Sono io Fe…-
- CIAO FELI!!! ma, insomma! Mi chiami dopo un mesa d’ assenza!- disse l’ amica con un tono scherzoso.
- Scusa Abigale. Sai che non è permesso usare il telefono in questa scuola.- disse Felicity cercando di mentire all’ amica.
- Lo so lo so! Ma non lo ritengo giusto!!-
- A chi lo dici!-
- Ma dimmi… hai adocchiato qualche ragazzo?- chiese Abigale.
- No-
- Ma non ce n’ era uno… quello giapponese?-
- Nathan?!! No!! Ho semplicemente detto che mi piace batterlo con l’ arco!- disse Felicity che aveva raccontato all’ amica di Nathan.
- Praticate arco??!- chiese stupita Abigale
- SI! E tu invece? Ragazzi?-
- Si… il secchione e cocco del prof mi insegue praticamente ovunque!!- esclamò Abigale.
- Si è innamorato di te?- chiese un po’ con malizia Felicity
- SI! Non so come liberarmene!- alle parole di Abigale, la figlia di Eos rise. Amava parlare con la sua amica anche se solo quella rare volte.
- Abby io ti lascio!-
- NO! Non così presto!- disse l’ amica che non sapeva i rischi che correva Felicity con solo 2 minuti in più di conversazione.
- Mi dispiace amica! Ma rischio l’ espulsione! Ci vediamo!-
- Ciao!- disse Abigale un po’ triste.
Quella conversazione aveva fatto molto bene a Felicity. Gli mancava Abby e i suoi amici… ma più di tutti, suo padre al quale scrisse solo una lettera aggiungendo uno di quegli adesivi che collezionava da anni.


Scott stava preparando le sue valigie quando, mentre riordinava, trovò nei suoi vecchi cassetti uno dei tanti disegni della madre. Lei era una meccanica e amava inventare, scrivere e studiare. Avevano passato così tante giornate insieme…
- Ehi Scott- lo chiamò il fratello.
- Dimmi!- disse distrattamente mentre metteva a posto il disegno della mamma.
- Abbiamo un piccolo problemino con…-
- Non dirmelo!-
- Si è rotta la centrale di comando- esclamarono tutti e due in coro. –Arrivo!- disse Scott.
Mentre il fratello usciva si soffermò a guardare alcuni progetti di Scott.
- Partite con questo?- chiese indicandogli un foglietto. – Mitico!-
- Hai visto che bomba fratello! Visto che non abbiamo altri mezzi…
- Approfittatore!-
- A me piace definirmi “ Gentil’ uomo.”- disse Scott prima di uscire.


Esattamente 4 anni fa, James era arrivato al Campo Mezzosangue e si era procurato quell’ orribile e minuscola cicatrice al sopracciglio destro per affrontare un lestrigone.  In quel momento lui si chiese “Se un lestrigone mi ha fatto a pezzi, cosa mi succederà quando combatterò con dei mostri di cui non conosco nemmeno il nome?”. No. Lui non doveva crollare. Non poteva togliere la maschera che si era costruito in ben 11 anni solo per una stupida missione. Non poteva mostrarsi debole. Non poteva. Si guardò allo specchio. Ecco riaffiorare il suo sorriso sarcastico che tutti odiavano. Tutti, ma non lui. Nessuno poteva immaginare quanti anni ci fossero voluti per creare quella maschera.  “riprenditi scemo!” si rimproverò da solo. Tirò un sospiro e andò via. Via da Fulmine.

Rosemary si trovava proprio nelle stalle. A volte anche lei aveva bisogno dei suoi spazi. Aveva bisogno di qualcuno con il quale parlare che però non la capisse. I pegasi erano perfetti, no? Aveva dato i nomi più stravaganti ad alcuni di essi; Penelope, Nimue, Coco e Macchia. Macchia era la sua preferita. Aveva un pelo di un bel color caramello con strane macchie bianche e una criniera sempre lucente.
- Come stai piccola? Ti ho portato le zollette di zucchero!- disse a Macchia. Il cavallo nitrì felice. Dall’ altro lato sentì qualcun’ altro con uno strano appetito. Uno stallone completamente nero tranne che per gli occhi. Le iridi erano blue scure.
- Ma che bello che sei! Ne vuoi un po’?- domandò e ed esso nutrì come a dire “Che lo chiedi a fare?”. Rosemary si avvicinò e le porse qualche zolla accarezzandolo.
- Hai già un nome?-
- Certo!- disse una voce che Rosemary conosceva. –si chiama fulmine!- disse il figlio di Zeus. Rosemary non disse nulla e continuò a dare qualche zolla al cavallo.
- Che ci fai qui?-
- Ho dato delle zolle a Macchia- gli rispose ancore distratta nel fissare il cavallo.
- Quell’ ammasso di pelo?- indicò Macchia mettendosi a ridere. Rosemary non gli diede retta e annuì tranquillamente.
- Mi dispiace ma le zolle sono finite. Quando torniamo te ne darò ancora.- disse Rosemary ancora intenda a parlare con Fulmine, di cui tanta bellezza, l’ avevano colpita.
- Ora posso avere il io Fulmine?- domando scocciato James.
- Gli animali non sono di nessuno! Vieni Macchia, ti ripulisco un po’ la stalla-
- La puliranno poi le arpie!-
- Macchia è mia amica e me ne occupo io!- disse fieramente Rosemary prima che James se ne andasse.


Cassandra non fece colazione e non volle incontrare nessuno! L’ unica eccezione era per suo fratello. Era l’ ultimo giorno che passava con lui. Se lo avrebbe goduto e non lo avrebbe di certo sprecato.
- Ho vinto  io!- tuonò la voce squillante di Morgan.
- Hai sicuramente imbrogliato!- gli disse la sorella un po’ umiliata dalla sconfitta.
- Come dici tu. Ma sta di fatto… CHE HO VINTO IO!!!- disse soddisfatto il fratellino. – Quando parti?- chiese in un sussurro.
- Pomeriggio- disse Cassandra mentre mischiava le carte.
- Devi proprio. Io voglio che tu resti qui con me! Non voglio che succeda come quel nostro fratello.-
Cassandra sorrise davanti a quelle parole.
- A me non succederà quello che è successo ai Di Angelo, lo prometto. Tu non mi perderai e io non perderò te!- gli promise la sorella più grande.
- Sei la migliore, Cassie!- gli disse Morgan prima di stamparle un bacio sulla guancia.


Verso le 17:00 tutti i ragazzi erano fuori dalla Casa Grande che aspettavano Chirone e Scott. Erano tutti insieme ma nessuno si guardava o si parlava, grandi amici davvero! All’ improvviso Scott arrivò da loro insieme a Chirone.
- Ragazzi abbiamo trovato il passaggio- disse indicando un Camper piccolissimo.
- E come ci entriamo tutti?- chiese Cassandra.
- Entrate dentro, semidei di poca fede!- disse Scott.
Quando vi entrarono, notarono che la stanza era praticamente più grande della capanna di Zeus e Poseidone messe assieme, due stanze, le camere da letto. C’ erano due bagni e una mini cucina. E poi una strana zona piena d’ aggeggi che solo Scott sarebbe mai riuscito a capire.
- Com’è possibile?- chiese Felicity.
- Bè… è tutta tecnologia questa qui!! Non credo ci capiresti molto.-
- Non dovevamo partire?- disse Nathan guardando torvo Scott che non se ne accorse.
- Si. Mettete i borsoni nelle vostre stanze, destra per le femmine e sinistra per i maschi, e poi.. bo, fate ciò che volete.-
- A questo punto io vi lascio semidei. Buona fortuna eroi!- disse Chirone andandosene.
- E che gli dei ce l’ ha mandino buona!- disse Scott prima di azionare i motori.




Angolo Autrice.
Ciao!!! Ha postato un po’ in anticipo perché non avevo compiti. Vi è piaciuto il capitolo? Ho cercato di farlo più lungo possibile. Ho cercato di mettere un po’ in evidenza la rivalità fra Scott e Nathan, giusto un accenno. Un po’ di rivalità ci sta, no? Vi ho anche accennato ad alcuni poteri di Nathan. Per chi l’ avesse scordato esso porta gli occhiali, l’ avevo accennato nel primo capitolo e non ne ho più parlato. Rileggendo le schede degli oc, mi sono accorta di Abigale, amica di Felicity, di cui ho voluto accennare. Che volevo dire più? Buuuu, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima,
unamoresolitario!!!

   
 
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