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Autore: emptyhanded_    25/11/2015    1 recensioni
"Non mi sforzai di interpretare quel gesto: avevo smesso di provare a capire Fred cinque anni fa quando eravamo diventati amici; avevo deciso che preferivo sopportare le sue stranezze, anziché analizzare ogni suo comportamento alla ricerca di risposte che non avrei mai avuto."
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Pairing: Fred Weasley e Nuovo Personaggio
( A Fred Weasley Love Story) - Prigioniero di Azkaban -
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sugli spalti del campo di Quidditch
 
                                                                                                                              
 
Non so cosa mi avesse spinto a seguire gli allentamenti dei Corvonero, ma sta di fatto che mi trovavo lì; seduta sugli spalti del campo di Quidditch con le mani congiunte tra le gambe per tenerle al caldo. Guardavo distratta i ragazzi volare rapidi per il campo, mentre Roger Davies gridava incessantemente per incitare i suoi compagni a migliorare. A volte scorgevo Cho Chang avvicinarsi a mia sorella, dirle qualcosa e ridere, per poi tornare ad allenarsi ad afferrare il boccino; conoscendo Cho e Tessa, stavano sicuramente parlando male di Roger e non potevo biasimarle: il suono della sua voce stava cominciano a innervosirmi e non stava nemmeno parlando con me. Avevo sempre odiato il suo lato perfezionista e quando si trattava di Quidditch, Roger tirava fuori il peggio di sé. Essere il capitano gli aveva dato alla testa e a volte mi ritrovavo a pensare che fosse peggio di Baston, neanche lui aveva la smania di tenere tutta la squadra sotto controllo nel modo maniacale con cui lo faceva Roger. Quell'anno, poi, si era convinto che i Corvonero avrebbero vinto la Coppa delle Case e aveva triplicato il numero degli allenamenti, facendo arrabbiare tutte le quadre delle altre case. Non potevo sopportarlo anche nelle vesti di capitano e sapeva benissimo che da fiera Grifondoro, io speravo con tutta me stessa che avrebbe vinto la mia casa. Per questo motivo, continuavo a chiedermi perché fossi lì a fingere di guardarlo. Forse volevo dimostrargli che si sbagliava sul mio conto, che ci tenevo a lui e che non lo stavo usando come ripiego, ma faticavo anche io a crederci. Non mi interessava che cosa pensasse di me, ma ero stufa delle nostre liti ed ero stufa di sentirmi una stronza; quella mattina avevamo passato tutta la pausa pranzo a urlarci contro a causa della sua soffocante gelosia e della mia inevitabile indifferenza. Non riuscivo a fare a meno di ignorarlo ogni qualvolta tendeva a essere possessivo o dolce, irritandomi quando diceva di essere geloso dei miei amici. A volte avrei voluto fargli presente che per me non sarebbe mai stato importante come loro, ma avevo sempre avuto la decenza di tenermi dentro tutto per non ferirlo. Nonostante la nostra relazione mi facesse sentire in trappola e triste, non volevo lasciarlo. Preferivo illuderlo e illudermi che andasse tutto bene, piuttosto che guardare in faccia la realtà. Ero diventata talmente tanto egoista da farmi schifo.
<< Cohen! >>
Mi girai di scatto in direzione della voce che mi aveva chiamato. Un alto ragazzo dai capelli rossi si stava avvicinando a me; aveva metà viso coperto dalla sciarpa dei Grifondoro, il suo naso rosso era rosso a causa del freddo. Mi morsi l'interno della guancia per trattenere un gemito: Fred Weasley era l'ultima persona al mondo che volevo vedere in quel momento. Feci un debole sorriso per salutarlo e lui si sedette accanto a me.
<< Come stanno andando gli allentamenti del tuo Rogie? >> disse marcando l'ultima parola con disprezzo. Alzai gli occhi al cielo, incrociando le braccia sotto il seno.
<< Sei venuto qui per questo? >> chiesi. Lo guardai di sottecchi, lasciando trapelare la mia irritazione. Odiavo parare con lui di Roger. Per tutta risposta, Fred si limitò a ridere scuotendo la testa. Non mi sforzai di interpretare quel gesto: avevo smesso di provare a capirlo cinque anni fa quando eravamo diventati amici; avevo deciso che preferivo sopportare le sue stranezze, anziché analizzare ogni suo comportamento alla ricerca di risposte che non avrei mai avuto.
<< In realtà mi stavo chiedendo cosa ci facessi qua tutta sola, ma poi ho visto che la squadra del bietolone è sul campo >>
<< Non chiamare Roger così >> soffiai << E per tua informazione stanno andando alla grande >>
Fred mi lanciò un'occhiata perplessa, sapeva benissimo che stavo mentendo. Scrollò le spalle e spostò lo sguardo verso la squadra dei Corvonero. Un silenzio imbarazzante calò tra di noi, raffreddando ancora di più la temperatura. Da quando io e Fred ci eravamo lasciati, riuscivamo a stento a intavolare una conversazione; qualche volta capitava che non ci parlassimo nemmeno e George ci doveva obbligare a rivolgerci la parola. Era diventato difficile accettare la presenza di Fred dopo tutto quello che era successo; ogni volta che stavo con lui tornavo a pensare a quanto fossi stata male quando mi aveva lasciata e al fatto che la nostra amicizia stava in piedi solo grazie a suo fratello. Mi strinsi nel cappotto desiderando che Fred si alzasse e andasse via; con lui vicino, fingere di essere la fidanzata perfetta era ancora più difficile.
<< Lo vedo come stanno andando alla grande >> commentò sarcastico << Sono dei grandi scemi! Come si fa a colpire il bolide in quel modo? >>
Roteai gli occhi.
<< Non tutti sono bravi come te, Mr. Battitore dell'Anno >>
La mia voce doveva essere uscita più acida del previsto, perché Fred sbuffò tornando a prestare attenzione ai Corvonero. In altri casi mi sarei messa a prenderli in giro con lui, ma non era il momento e non era il caso. Era triste la piega che aveva preso la nostra amicizia.
Mi voltai a guardarlo. I suoi capelli gli ricadevano disordinati sulla fronte, aveva gli occhi fissi sul campo, serio. Sentii una morsa al petto; odiavo il fatto che Fred non smettesse di piacermi.
<< Se la smettessi di fissarmi te ne sarei grato, mi stai consumando >>
<< Non stavo guardando te >> mentii irritata. Sperai con tutta me stessa di non essere arrossita; non mi ero resa conto che si fosse accorto del fatto che non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
<< Certo, come no… >>
Il suo commento sarcastico rimase spezzato dal silenzio. Affranta, sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi. Era davvero possibile che fosse finito tutto così?
Non era possibile che solo due anni prima Fred mi avesse detto che gli piacevo; non era possibile che solo due anni prima mi ero sentita talmente felice da voler urlare a tutti quanto lo amassi. Invece, in quel momento volevo solo sparire nella speranza di dimenticarmi qualsiasi cosa lo riguardasse ed era così difficile.
Era successo durante il nostro terzo anno, non appena finì la partita Serpeverde - Grifondoro. Io ero rimasta in fermento sugli spalti per tutto il tempo, saltellando sulla panca di legno senza distogliere lo sguardo da Fred e George. Sapevo quanto fosse importante per loro vincere contro i Serpeverde e io non desideravo altro che vederli felici. Quando il loro Cercatore, Harry Potter, finì a terra, mi immobilizzai; le urla di gioia dei Serpeverde erano assordanti. Fred mi lanciò un’occhiata delusa e, incapace di fare qualcosa per tirargli su il morale, abbassai lo sguardo sul parapetto sbeccato. Non era giusto che fosse andata così. Un colpo di tosse mi fece tornare a prestare attenzione a Harry che, incredulo, stava guardando il Boccino d’Oro che aveva appena sputato. I Grifondoro accanto a me esplosero in un boato; ma io non feci in tempo a esultare che mi ritrovai con le braccia attorno al collo di Fred. Stava volando a mezz’aria, mentre lo stringevo il più possibile. Ridevo di gioia e di sollievo. Fred indietreggiò di qualche centimetro, i suoi occhi marroni erano fissi nei miei; senza smettere di sorridere, si issò sulla scopa e mi prese il viso tra le mani baciandomi. Per qualche secondo, tutto il rumore intorno a me svanì nel nulla; c’eravamo solo io, Fred e il mio cuore che martellava in petto. Non ero mai stata così felice.
<< Tutto okay? >>
I famigliari occhi castani di Fred mi stavano scrutando allarmati. Mi passai una mano sul viso per cancellare qualsiasi traccia di lacrime e annuii.
<< Ho solo tanto freddo >>
Lui fece un debole sorriso; si avvicinò a me e si sfilò la sciarpa con cui mi avvolse le spalle. Rimasi immobile a osservarlo, trattenni il respiro fino a quando non tornò dove era prima.
<< Grazie, Weasley >> mormorai con un sorriso. Lui mi diede una pacca sulla spalla e si alzò, dando un’ultima occhiata ai Corvonero che avevano finito di allenarsi.
<< Figurati, Cohen >> mi disse sornione. Mi salutò con un gesto della mano e si avviò verso le scale che portavano sull’erba. Non smisi di guardarlo.
<< Ah, Scarlett >> si voltò di nuovo verso di me; una mano appoggiata alla balaustra e l’altra che si stava scompigliando i capelli. << Se i Grifondoro vinceranno contro i Corvonero, mi dovrai baciare >>
Così dicendo, Fred sparì dalla mia visuale, inghiottito dal buio della sera. Interdetta, corrugai la fronte, ma quando sorrisi felice, capii che la realtà era chiara: ero ancora innamorata di lui. 
  
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