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Autore: AlessiaOUAT96    25/11/2015    1 recensioni
E se gli Avengers si trovassero nel mondo di Divergent?
La fan fiction si basa sulla precedente raccolta "Scelte"
Genere: Azione, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Un altro centro seguito da delle leggere pacche sulla spalla da parte dei suoi compagni, lo fece sentire attivo.
Quelle giornate di allenamento erano state dure anche per lui, ma infondo era un Intrepido, doveva essere pronto ad ogni caso e un semplice allenamento poteva considerarsi nullo di fronte agli imprevisti che potevano capitare. A volte l’orgoglio era la causa di parecchie risse e, se i suoi compagni non lo avessero fermato prima, probabilmente Thor avrebbe ucciso qualcuno con la forza che aveva sviluppato e che stava potenziando.

-Sai per caso quando giocheremo a ruba bandiera?- gli disse Fandral, poggiando per terra alcuni attrezzi.
-No, Lauren non ha detto nulla ma non dovrebbe tardare, essendo una tradizione dovrà essere celebrata a breve dato che tra non molto finisce il primo modulo- rispose Thor asciugandosi con un panno il sudore che gocciolava dalla sua fronte.
-Io so che i trasfazione verranno accompagnati alla recinzione per vedere dei futuri lavori che potranno svolgere dopo l’iniziazione- disse Volstagg entrando nella conversazione.
-Questo SE supereranno tutti i moduli- continuò Sif lanciando un coltello contro un bersaglio ovviamente centrato in pieno.
-Dai Sif, dagli almeno delle possibilità- si intromise anche l’ultimo del gruppo, Hogun.

Sebbene non parlasse quasi mai, le sue parole non sfioravano mai il ridicolo o il crudele, era sempre realista e uno dei più ottimisti
-Il livello di quest’anno mi sembra scarso, tutto qui- rispose la donna dai capelli corvini andando a prendere l’arma.
-O forse sono semplicemente cambiate le modalità dell’iniziazione. Gli anni scorsi non erano così selettivi- rispose di nuovo Hogun.
-Cambiamo argomento. Ehi, Thor prova a lanciare questo!- lo sfidò Volstagg indicando un martello che però non riuscì a sollevare dalla pesantezza. Sembrava come incollato al pavimento e nessuno di loro si era accorto della presenza di quell’oggetto prima.

-Non riesci neanche a sollevarlo..- lo punzecchiò Fandral –E dire che sei di corporatura massiccia..-
-Sfido anche te a sollevarlo, poi vediamo- si guardarono negli occhi, sfidandosi silenziosamente. Se neanche Volstagg ci era riuscito, cosa poteva fare quel mingherlino di Fandral?
Volstagg si beò tra i suoi pensieri mentre guardava l’amico in difficoltà che però non dava segni di cedimento anche se era visibile a distanza che non riusciva a sollevare quel martello sbucato dal nulla.
Thor aveva accettato la sfida e, dopo l’ennesimo sbuffo del biondo amico si alzò dal seggiolo dove era seduto e si diresse verso il punto dove i due si stavano sfidando a occhiatacce.
Fece schioccare le dita e disse sorridente –Bene, adesso tocca a me!-

***

Si svegliarono solo grazie ai rumori di piedi che si muovevano di fretta come se dovessero prepararsi per una maratona.
-Che ora è?- chiese ancora addormentato Clint.
-Non so.. so solo che è presto- gli rispose Steve più o meno nella condizione dell’amico. Si era addormentato facilmente ma aveva avuto più di un incubo. Aveva sognato di essere appeso di nuovo alle ringhiera, stavolta per i pollici o per i piedi. Nel sogno non aveva paura, sentiva dentro di sé che lo stava facendo per una buona causa ma qualcosa lo spaventava, e non era la morte o la sconfitta.
-Perché c’è tutto questo rumore?- continuò Tony sbadigliando.
-E che ne so, sei tu il genio- rispose Wanda coprendosi le orecchie con il cuscino. A differenza di Steve, lei era tranquilla ma restava comunque assonnata.

-Se non erro, ieri Eric o Quattro aveva dato un avviso, dobbiamo andare da qualche parte mi sa..- disse Bruce che, lentamente, si stiracchiò facendo scrocchiare le ossa della schiena.
-Oh cavolo.. Bruce ha ragione! Svegliatevi se non volete dormire assieme agli Esclusi!- scattò Pietro, ormai sveglio dopo tutto quel bisbigliare e parlare a bassa voce.
Perché sì, erano tutti mezzi addormentati ma riuscivano lo stesso a comunicare anche se lentamente o emettendo versi poco comprensibili.
-Perché?- chiesero in risposta tutti.
-Dobbiamo andare alla recinzione per vedere dei nostri futuri lavori.. ma dove eravate ieri con la testa?-
-Io ero svenuto- disse Steve ormai in piedi. Barcollava un po’ ma l’idea di perdere tutto per colpa di una dormita non lo allettava affatto.
-Io gli facevo compagnia- rispose Tony.
-Vado a prendere qualcosa per colazione, voi muovetevi- disse Pietro correndo alla sua maniera.
Mantenendo i lenti ritmi, si vestirono ed aspettarono Pietro. Quasi tutti erano coperti fino al collo perché avevano intuito il freddo che poteva esserci di mattina.

Clint, senza farsi scoprire seguì silenziosamente Pietro che nel frattempo cercava di farsi scoprire il meno possibile. A quell’ora nessuno si aggirava tra i bui corridoi degli Intrepidi, gli fu facile prendere qualcosa dalla mensa. Nessuno lo notò, era talmente veloce che fu scambiato per un venticello che si era infiltrato da qualche fessura.
Con la stessa velocità tornò indietro. Vedeva le cosa attorno a sé sfocate ma se c’era da notare qualcosa lo faceva senza problemi, e fu questa sua capacità che gli permise di notare qualche figura muoversi nell’ombra.
Le luci a neon non aiutavano a distinguere la fisionomia degli individui, quindi non riuscì a capire neanche di che sesso erano. Quando si accorse che stavano venendo verso la sua direzione, scattò alla velocità della luce.
Per sua sfortuna (o fortuna?) fu intercettato da Clint che, avendo adocchiato il pericolo si nascose in modo da passare inosservato.
Vide delle figure, non riuscendo a capirne il sesso dato l’abbigliamento simile a dei ninja, che lo sorpassarono senza notarlo. Avevano in mano una specie di telefono portatile all’antica collegato a delle cuffiette negli orecchi di quello che sembrava essere il capo.
Non appena lo superarono e distanziarono, Clint che ormai conosceva la maggio parte dei corridoi, corse per raggiungere l’amico velocista.

Per fortuna non incontrò nessuno. Vide Quicksilver che stava per svoltare verso i dormitori; si era portato il suo arco e scoccò una freccia che si conficcò nel muro proprio vicino alla testa di Pietro. Quest’ultimo girò la testa di scatto come farebbe una preda dinanzi al suo predatore, spalancò gli occhi e aprì leggermente la bocca per la sorpresa ma quando vide che era solo il suo amico Occhio di Falco, i suoi occhi chiari divennero meno tesi.
-Li hai notati anche tu, vero?- esordì Clint mettendosi sotto la luce della lampada in modo da farsi vedere del tutto.
-Sì.. mi è sembrato strano ma alla fine potevano essere chiunque- Pietro incrociò la braccia al petto e lo guardò incuriosito.
-No, li ho visti, erano vestiti in modo strano ed era evidente che stessero parlando con qualcuno che forse conosciamo. Non ho idea di chi. Dimmi Quicksilver, secondo te perché degli sconosciuti vestiti di nero dovrebbero aggirarsi nella base degli Intrepidi?-
-Non ne ho idea- disse sincero Pietro facendo spallucce e appoggiandosi al muro con fare disinvolto –Ma non posso nascondere che mi sembravano strani. Che si fa?-
-Per ora niente, aspettiamo e vediamo cosa succederà e soprattutto non diciamo nulla agli altri, per ora..- Clint staccò la freccia dal muro e la rimise nella faretra.
-Carino l’arco..- disse Pietro prima di aprire la porta.
-Tu invece sei una veloce come un fulmine..- gli battè una leggera pacca sulla spalla prima di varcare la soglia.

***

In treno per l’ennesima volta dovettero ascoltare le piccole litigate e prese in giro da parte di Peter verso Tris, per fortuna intervenne Quattro altrimenti i battibecchi sarebbero durati fino alla fine del viaggio.
Ognuno aveva mangiato la sua piccola colazione che Pietro aveva distribuito prima di salire sul treno. Ora avevano finito e guardavano fuori dai finestrini della vettura. Erano stanchi ma svegli.
Quando il treno frenò, segno che erano giunti a destinazione, non persero l’equilibrio come alcuni  e scesero senza problemi.
Seguirono Quattro senza fiatare. A Bruce quel luogo sembrava familiare, ebbe una specie di dejà-vu come se ci fosse già stato. Provò a pensare ma non gli venne in mente nulla, forse era stato Hulk a portaglielo una volta ma non ne aveva memoria.

I tre ex Pacifici invece cominciarono ad avere spacchi di memoria della loro vita tra i campi. L’unico che non provava nostalgia era l’arciere, in fondo a lui non era mai piaciuta una vita così tranquilla, i gemelli invece cercavano di nascondere la nostalgia guardando e pensando ad altro anche se i loro stomaci continuavano a contorcersi.
La tranquillità gli mancava molto ma non disdegnavano la loro nuova vita. La Cerimonia della Scelta, l’Iniziazione erano fatti per mettere fine al percorso dell’infanzia ed iniziare quello da adulti anche se l’età adolescenziale di mezzo era piena di ostacoli e limiti da superare ed infrangere, la nostalgia del passato era uno di quelli.
-Ehi, cosa c’è dopo i vostri campi?- li risvegliò da quello stato di trance Tony che ne aveva approfittato per indossare i suoi amati occhiali da sole.
-Non lo sappiamo- rispose Wanda.
-Non ci era permesso oltrepassare i limiti, dicevano sempre che c’erano pericoli e che la vita non esisteva- continuò il fratello grato all’amico per averlo distratto.
-Alcuni che hanno oltrepassato i confini non hanno più fatto ritorno- continuò Clint mentre osservava gli Intrepidi lavorare alla recinzione.

Quattro cominciò a spiegare. Disse che se non venivano classificati tra i primi nove avrebbero lavorato alla recinzione. Fu interrotto solo una volta da Will.
La risposta alla domanda di Peter li lasciò senza parole. Si era classificato primo ed aveva scelto di fare da insegnante e lavorare al centro di controllo. Lo sgomento dell’ex Candido era giustificato e comprensibile. Tutti si chiesero perché e, quando Peter concretizzò quei pensieri sotto forma di domanda, la risposta fu un semplice “Non lo volevo”.
Mentre gli altri iniziati ascoltavano Quattro e gli Intrepidi spiegare, Tony si allontanò dal gruppo per osservare meglio la recinzione. Come previsto era piena di guardie armate ma la cosa che lo stranì di più fu il cancello stesso: non aveva la serratura all’interno ma all’esterno.
“Perché? Che senso avrebbe?” furono i primi pensieri di Tony. Poi scosse la testa e rise silenziosamente, comportamento che, per alcuni risultò alquanto strano.
“Dai.. è semplice.. solo che non voglio crederci! Ci vogliono tener dentro? Che assurdità, di sicuro sarà il sole e quella musica campagnola!” disse tra sé e sé.
Musica campagnola?

Tony si girò e vide che un camion con dei Pacifici se n’era appena andato e dentro la vettura, un ragazzo stava suonando un banjo. Notò che anche la ragazza di nome Tris si era allontanata e, dal suo sguardo capì che anche secondo lei qualcosa non andava.
Anche se i loro sguardi si incrociarono per poco, Tony riuscì a percepire quella piccola vena di curiosità assolutamente anormale per un’Abnegante. Non appena Quattro si avvicinò a Tris, Tony si dileguò, raggiungendo il gruppo verso i binari.

-Tony, ti sei perso la spiegazione- lo rimbeccò Steve.
Il genio sbuffò –Dai, non dirmi che eravate veramente interessati!-
-In effetti no.. anche se potrebbero essere i nostri lavori in futuro..- rispose Bruce.
-Mi dispiace per voi, ma io non mi piazzerò in quelle posizioni..- rispose pacato e con una certa ironia nella voce, Tony.
-Ah si? E dove penseresti di piazzarti?- chiese Clint interessato alla conversazione.
-Ovvio, falchetto. Primo, dove sennò?- allargò le braccia come se la cosa fosse ovvia.
-Secondo, io sarò primo- rispose Clint.
-Per favore ragazzi..- si intromise Pietro –Sapete tutti che vi batterò-
“Se lo sapesse Hulk..”

***

-Forza ragazzi! È arrivato il momento di giocare!- urlò Lauren nel dormitorio degli Intrepidi.
Natasha era già pronta, aveva sentito (o quasi origliato) Eric parlarne con Quattro, e decise che era meglio non farsi trovare impreparati, infatti fu la prima ad uscire ed a seguire Quattro ed il capofazione verso il dormitorio degli iniziati.
“Poverini” si ritrovò a pensare. Sapeva che per i trasfazione la vita da Intrepidi era dura e costava loro il doppio della fatica, quanto sarebbe stato difficile alzarsi dal letto dopo un altro giro di combattimenti?
“Chissà come starà Lui..”
-Tutti in piedi!- urlò qualcuno.

Natasha vide che si vestivano a fatica, alcune di loro erano coperte solo da una maglia semi-lunga.
E poi lo vide, fu solo un attimo perché erano loro che dovevano sbrigarsi se non volevano subire le ire di Eric o peggio, vivere da Esclusi. Clint fece finta di non vederla anche se la sua vista infallibile non sbagliò neanche questa volta, la vide eccome! Doveva solo sbrigarsi a vestirsi.
Dovettero prendere un fucile, o delle pistole a testa e dei proiettili di vernice.
Natasha notò che Clint aveva con sé il suo arco e che Eric non aveva battuto ciglio al riguardo, anzi era curioso di vedere come se la sarebbe cavata. Eric era come un gatto a cui piaceva giocare con le prede: prima vedeva le loro potenzialità e poi decideva la loro sorte.
Gli altri iniziati, trasfazione, sembravano quasi a loro agio. L’addestramento stava dando i suoi frutti, pensò Natasha mentre con agilità felina balzò sul treno con due pistole e parecchie munizioni di vernice.
Quando tutti sono entrati, Eric spiegò che ci saranno due squadre miste, ovvero tra trasfazione ed interni. Una squadra scenderà per prima e cercherà un posto in cui nascondere la bandiera. Poi toccherà alla seconda.

Essendo una tradizione della fazione, bisognava prenderla seriamente, soltanto Thor ed i suoi amici sembravano entusiasti davvero, gli altri erano felici, Natasha era normale, nessuna emozione poteva essere scorta in lei a parte un senso di sfida che saettava nei suoi occhi verdi in contrasto con i capelli rossi come le sue labbra che di tanto in tanto prendevano la piega di un sorriso che scopriva i denti bianchi e perfetti.
Qualcuno chiese cosa si vince e Quattro gli rispose alla solita maniera piuttosto vaga “Vinci che hai vinto, naturalmente”.
“Che genio!” pensò Natasha ironicamente.
I capisquadra ovviamente sarebbero stati loro due. Eric e Quattro che costrinse “l’amico” (anche se era chiaro da un miglio che quei due non si sopportavano) a cominciare con la selezione.
Purtroppo le squadre non erano pari in fattore numerico, infatti quella di Eric contava undici persone mentre quella di Quattro aveva un componente in più.

Quattro: Tris, Christina, Will, Drew, Marlene, Uriah, Tony, Steve, Scarlet, Quicksilver,Thor, Vedova Nera.

Eric: Edward, Peter, Molly, Al, Myra, Sif, Fandral, Hogun, Volstagg, Bruce, Occhio di Falco.

Erano nemici. Si guardarono giusto un attimo prima che lei saltasse giù dal treno dato che era nella prima squadra. Il loro sguardo fu di sfida misto a curiosità sulle mosse dell’altro.

***

Una compagna di Natasha provò a farsi dire da Quattro dove avevano nascosto la bandiera quando toccò a lui giocare e, ovviamente Quattro non rispose. Ci pensò Uriah a rispondergli e così si diressero verso il molo.
Secondo Natasha non era un’idea del tutto errata scegliere un luogo già conosciuto, ma non era neanche del tutto giusta. Se era già conosciuto ed esplorato, allora anche la squadra nemica poteva esserne a conoscenza; in sostanza erano un facile bersaglio.
Nonostante questo però, Natasha non si scoraggiò e promise a se stessa che a qualsiasi costo lei avrebbe protetto la bandiera, meglio ancora se il suo avversario fossi stato Occhio di Falco. Li potrebbe stanare subito e per entrambi sarebbe una sfida senza esclusioni di colpi e strategia.

Dovevano camminare sui ponti perché i resti del fiume, cioè fango, erano ancora presenti. Era buio ad un certo punto e, anche se non ne aveva timore, Nat mise i sensi all’erta. Marlene accese una torcia che spense subito dopo una provocazione da parte  di Uriah.
“Devono sempre fare così?”
Un conto era lo spirito di autoconservazione, un altro era l’idea di stare attenti a dove si mettono i piedi. Poco più in là, infatti, Nat poté udire la voce di Scarlet che imprecava a denti stretti. Da come parlava probabilmente era rimasta impigliata in qualcosa di non identificato.

Seguirono delle risatine. Senza accorgersene, Nat accelerò il passo, raggiungendo il gruppetto che ora era silenzioso anche se si percepiva, se molto vicini a loro, i respiri delle loro risate che diventavano nuvolette di vapore non appena uscivano dalle loro bocche.
Aveva imparato a distinguere ogni cosa. Ognuno di loro aveva un odore di alito differente. Inevitabilmente e con sua grande sorpresa si ritrovò a pensare all’odore di Clint, chiedendosi di cosa potesse sapere, o al suo alito riferendosi a cosa potesse aver mangiato.
“Che stupida! Devo concentrarmi sul gioco, non posso distrarmi!”

Costeggiarono il molo passando accanto ad una vecchia ruota panoramica. Era incredibile pensare che una volta era una giostra funzionante e che la gente pagava per farci un giro.
C’è chi si sfidò a saltare la palude. Non capivano che non c’era tempo da perdere?
-Non dovremmo nascondere la bandiera?- chiese Tony.
-Solo perché sei un genio, non vuol dire che devi sempre aver ragione. Io propongo di fare la guardia qui mentre alcuni andranno allo scoperto-
-Io dico che sei un idiota-
-Siamo entrambi ex Eruditi, se lo sono io lo sei anche tu..-
-Esistono le eccezioni, Will-
-La smettete di litigare?- intervenne Thor, uno dei pochi interessati al gioco.

Quattro non diceva nulla, si limitava ad osservare mentre tutti proponevano idee diverse, in fondo l’unica cosa che no gli sarebbe andata giù era il fatto di perdere contro la squadra di Eric, non altro.

***

Clint era piuttosto disinteressato alla strategia da adottare. Avevano scelto il parco oltre il molo. Posto discreto, ampio e circondato da alberi che dovrebbero fare da copertura. Si appollaiò su un albero con l’arco a portata di mano e le frecce-munizioni al suo fianco.
Teneva i sensi all’erta e soprattutto aguzzava la vista. Si era staccato dalla squadra perché oltre a Bruce non andava d’accordo con nessuno. A proposito, dov’era Bruce?
Girò la testa lentamente, osservando con minuziosa attenzione ogni particolare che richiamava la sua attenzione. Scorse una figura poco distante da lui che si muoveva nell’ombra, per un momento pensò a Vedova Nera, poi però vide i capelli corti e gli occhiali e si rilassò.
-Bruce, come mai qui?-
L’interessato sobbalzò –Ehm.. diciamo che non mi piace arrabbiarmi con le persone..-
A Clint venne un dubbio –Dimmi un po’, conosci quel coso verde che una volta arrivò dai Pacifici?-

Bruce non si trattenne più, non fu solo il fatto di essere chiamato “coso”, non riusciva più a tenersi tutto dentro. Sapeva che di Clint poteva fidarsi, si era accorto quando durante il primo allenamento con i sacchi lui e Tony avevano sospettato qualcosa e quindi, dato che non avevano detto nulla, pensò che non dovevano essere cattive persone.
-Sì.. non ti chiederò come fai a saperlo, non ora almeno..-
-D’accordo, fidati se ti dico che ho una buona vista- lo guardò e gli sorrise –Se vuoi allontanarti dalla mischia, mettiti su un albero per fare da cecchino anche se non hai una mira perfetta. Almeno il coso verde non si farà vedere-
-Si chiama Hulk, non coso verde.. stai attento.. si offende facilmente..-
-Preparati.. stanno arrivando! Io vado avanti.. vedi di non chiamare Hulk..-

***

Dopo aver deciso, grazie a Tris, la strategia, si prepararono all’assalto.
Si misero a correre stando comunque attenti a non fare rumore.
-Vedova Nera! Stai attenta!- la richiamò gentilmente Steve.
-Steve ha ragione, dovremmo decidere chi va avanti e chi copre le spalle che ne dite?-
Il resto del gruppo annuì e decisero che Vedova Nera sarebbe andata avanti assieme a Thor, Steve, Tony, e il gemelli Maximoff mentre il resto della squadra sarebbe andato a cercare la bandiera.
Si divisero definitivamente e in silenzio si rimisero a correre con le dita premute sui grilletti dei fucili o delle pistole a proiettili di vernice.
Pietro cercava di non farsi notare in fatto di velocità anche se tutti in qualche modo se ne erano accorti e non dicevano nulla, in fondo la sua velocità non poteva essere che un bene per la squadra. Pietro dal canto suo si sentiva diverso, non percepiva più sguardi di disgusto o di antipatia, sentiva su di se un calore che solo con sua sorella percepiva, si sentiva accettato per quello che era.

-Chissà se questi fucili sparano davvero colori..- disse sottovoce Tony.
-Non fare ca..- Wanda non fece in tempo a finire la frase che un proiettile partì dal fucile dell’ex Erudito, andando contro un albero, sfiorando per poco Thor.
-Per poco non mi centravi la guancia, Tony-
-Complimenti, genio!- lo rimproverò sarcastico Steve mentre si sentivano chiaramente i passi di qualcuno che correva e pestava le foglie per terra.
-Vado io- disse Nat.
-Io vengo con te- si aggiunse Wanda desiderosa di aiutare una delle poche ragazze che conosceva. Non sapeva ancora dare un giudizio su Natasha, l’unico indizio che la sua esperienza le forniva era che non l’aveva rifiutata né fermata, si era limitata a fare un cenno per seguirla.

Riuscivano a sentire le urla e i rumori dei fucili che sparavano, urla di persone colpite o di persone esultanti, era una cacofonia indistinta che le due ragazze non potevano permettersi di analizzare.
Purtroppo però furono intercettate dall’arciere che aveva cambiato postazione insieme a Bruce che l’aveva seguito ed ora si trovavano faccia a faccia con Nat e Wanda in posizione di attacco.
-Ma guarda un po’- disse beffardo Clint –Hanno mandato voi come diversivo?-
Natasha in risposta, sparò un colpo che sfiorò l’orecchio di Clint che continuava a sorridere.
-Direi che è stata una pessima mossa- le disse sentendo dietro di lui Bruce che si stava trasformando. Quando Hulk fece la sua comparsa ruggendo ed impugnando il fucile come se fosse un giocattolo, le due ragazze capirono che era arrivato il momento di fare sul serio.
-Sfida accettata- disse Natasha cominciano a sparare ad Hulk che si comportava come se i proiettili non gli facessero nemmeno il solletico.
-Sono io il tuo avversario- le disse Clint puntandole una freccia.

Hulk ruggì e Wanda schivava i colpi in continuazione. Lo sapeva che i proiettili non avevano effetto contro di lei quindi si decise ad usare il suo asso nella manica: la manipolazione mentale.
Fece sì, in poco tempo, che Hulk cadesse  a terra addormentato, ritornando nei panni, ormai strappati di Bruce.
-Va avanti- la esortò Natasha mentre sfidava a colpi di karate ed altre arti marziali Occhio di Falco che, pur essendo stato un Pacifico, non aveva nulla che lo rispecchiasse in quel momento della sua ex fazione che a lei tanto mancava.
Scarlet si limitò ad un cenno e continuò a correre verso le urla maggiori. Pensava che i due ragazzi appena incrociati fossero l’unico ostacolo tra la squadra di Quattro e quella di Eric.
Ma si sbagliava.

-Dove credi di andare?- una voce femminile le giunse alle orecchie e da dietro un albero sputò una ragazza dai capelli neri ed il fisico snello, accanto a lei comparvero altri tre ragazzi, ognuno con una fisionomia diversa.
-Lo sai che sei in trappola, vero?- la canzonò Sif mentre Wanda veniva accerchiata.
-Io non direi- altre voci. Questa volta a lei conosciute.
Poco dopo dietro di lei arrivarono Thor, Steve, Tony e suo fratello pronti a darle man forte.
-Sif, non ti lascerò sconfiggere Scarlet così facilmente, siete quattro contro uno, non è leale- disse Thor pronto ad attaccare in caso di una mossa falsa.
-In amore e in guerra tutto è lecito. Slealtà compresa, Thor-
-Boccoli d’oro, ti daremo una mano noi- Tony gli diede una leggera pacca su una spalla, lo stesso fece Steve e Pietro. In questo modo erano pari e, in pochi secondi quel piccolo spazio divenne teatro di colori e spari dove le persone correvano e si nascondevano elaborando una strategia vincente.

Pietro era veloce ma Fandral non era da meno.
Sebbene Thor fosse affezionato a Sif, non si risparmiò di provare a colpirla, con scarsi risultati dato che quest’ultima era veloce ed agile, cosa che ovviamente Thor si aspettava da lei, dopotutto si conoscevano sin da piccoli.

Wanda nel frattempo proseguiva da sola. I rami le graffiavano il viso e fu costretta a coprirlo con la sciarpa e, già che c’era si tirò su anche il cappuccio perché il freddo, nonostante la corsa e la conseguente scarica di adrenalina, si faceva sentire.
Per la terza volta si trovò qualcuno davanti. Non seppe identificare chi, vedeva solo che era più alto e robusto rispetto a lei e che le puntava il fucile carico.
-Nessun altro uomo passerà di qui- disse il ragazzo .
Wanda osservò meglio il paesaggio attorno a sé. Vide dopo un po’ che la bandiera nemica era appesa ad un ramo di un albero piuttosto alto, scorse anche delle figure che stavano per raggiungerla; la vittoria era vicina.

-Io non sono un uomo*!- si tolse cappuccio e sciarpa e sparò alla gamba del malcapitato che si rivelò essere Al, il quale si accasciò a terra premendosi una mano nel punto in cui era stato colpito. Non provava rimorsi particolari, era dispiaciuta e basta.

Nello stesso momento in cui Al cadde, Wanda vede Christina prendere la bandiera, seguita da urla di gioia.

***

Erano esausti, non c’era stata nessuna esclusione di colpi. Corpo a corpo, precisione ed altri elementi erano stati protagonisti di quello scontro che terminò subito dopo le grida di gioia della squadra di Natasha.
Vedova Nera sorrise mentre era seduta per terra ad osservare l’amico che si massaggiava le parti colpite.
Bruce era stato spostato dalla battaglia, in modo che Hulk non potesse farsi vivo di nuovo.

Quello scontro fu una prova reciproca della forza dell’altro e la conferma che entrambi davano del filo da torcere agli avversare e che quindi non dovevano sottovalutarsi a vicenda, in nessuna occasione.
-A quanto pare avete vinto- commentò senza emozioni Clint sdraiandosi sull’erba ormai segnata dalle impronte di scarpe e vernice.
-A quanto pare, sì- rispose Natasha sdraiandosi accanto a lui ad osservare le stelle.
 

n.d.a. rieccomi!! Stavolta il capitolo è più lungo del solito! Capitoli così lunghi non li facevo/vedevo dalle mie prime ff..! spero di non essere stata pesante, ma dividerlo in due sarebbe risultato nullo o poco piacevole.. ho cercato di inserite più o meno tutti i punti di vista ma è ovvio che la Clitasha è dominante..!

* citazione dal Signore degli Anelli. (si capiva ma è sempre meglio specificare..)

(La lunghezza del capitolo è anche dovuta al fatto dei tempi di aggiornamento)

Spero che vi sia piaciuto!

Alessia
 
 
 
 
 
 
   
 
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