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Autore: Clods_    25/11/2015    2 recensioni
Arianne era una ragazza, normale come lo può essere una quattordicenne qualunque. E come molte ragazze, desiderava distinguersi, voleva avere qualcosa di speciale, qualcosa in più, qualcosa come un potere fuori dal comune. E quando ha contratto una malattia, è stata accontentata. Ma non proprio come si aspettava lei...perché si sa, la fregatura c'è sempre e ovunque.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                          PROLOGO
"Arianne!"
Sento le grida raggiungermi. Sono più vicini. Corro più velocemente, al limite delle mie possibilità. Sento le gambe bruciare per lo sforzo, ma continuo a correre, schivando i rami bassi e le radici contorte che sporgono dal terreno irregolare. Da dietro di me sento provenire rumori di rami spezzati e l'abbaiare dei cani da caccia. Sono circa una dozzina di persone, uomini per lo più, e so che se mi fermassi ad affrontarli non avrebbero speranze contro il Potere.
Non posso farlo. Non di nuovo.
Non voglio provare ancora quella sensazione, quel vuoto che risucchia tutte le mie emozioni, tutte le cose belle della mia vita.

"Cacchio!"
Persa in questi pensieri, inciampo e crollo al suolo, le gambe mi cedono e non trovo più la forza di rialzarmi. I muscoli mi tremano per lo sforzo, ma non voglio arrendermi. Non posso arrendermi. Mi alzo e ricomincio da capo, correndo, saltando e schivando. Li sento, sono sempre più vicini.

"Arianne, non hai niente da temere, smettila di scappare."
Si proprio. Dicono tutti così. Soprattutto in quei film americani in cui la protagonista che sta per fare una fine orribile viene salvata da una botta di culo e dalle finte mosse di kong fu a opera del figo misterioso. Peccato che io non conosca nessun figo misterioso che possa venire in mio aiuto con qualche mossa letale.
Non riesco più a tenere questo ritmo e gradualmente il mio corpo comincia a rallentare. Cerco di combattere la stanchezza, ma ormai tutta la mia determinazione è sfumata. Mi guardo attorno freneticamente, cercando un posto in cui nascondermi, e circa a due metri da me scorgo un albero con un profondo buco tra le radici, probabile tana di una volpe. Mi fiondo all'interno della cavità, ma i miei (maledetti) capelli biondo scuro si impigliano in un ramo basso e il mio gemito di dolore rivela immediatamente la mia posizione. Subito, quattro uomini e una donna, tutti interamente vestiti di nero, come ogni cattivo che si rispetti, mi sono addosso e mi trascinano in una radura illuminata dalla luce della luna.
Si vede che sanno bene chi sono. Il Potere è oscuro e alla luce è più difficile usarlo. Non che avessi intenzione di farlo.

"Arianne, tranquilla, non vogliamo farti del male." Dice un uomo basso e tarchiato con degli occhi neri come la pece.

"Vogliamo solo aiutarti." Altro stupido clichè.

"Uccidendomi? Usandomi come cavia per i vostri stupidi esperimenti? Grazie ma sto bene così." Replico, sfoderando l'ultima, anzi, la penultima, arma che mi resta: l'ironia.

"No arianne vogliamo insegnarti a controllarlo."

"E poi sfruttarmi come arma?"

"Non ho intenzione di stare qui a discutere con te. Smettila di opporti e fidati da noi." E siamo a tre stupidi clichè. Possibile che i cattivi dicano tutti le stesse cose? Cos'è, esiste un manuale per "imparare a parlare come un vero boss" che si studia alla scuola dei cattivi?
A questa affermazione vengo trascinata verso una donna che in mano ha una siringa contenente un calmante. O un veleno. Mi dibatto con più forza ma sono in cinque a trattenermi, tutti armati di pistole e taser.
In quel momento decido. Non voglio che finisca così. Non voglio diventare un cadavere, una cavia o un'arma. Fortunatamente non sanno quanto si è evoluto il potere, quanto è diventato pericoloso. Ormai, nemmeno la luce riesce a fermarlo.
Evidentemente l'uomo tarchiato ha capito cosa sto per fare, ha visto la scintilla nera che so essere saettata nei miei occhi.

"Ferma! Non farlo!" Troppo tardi.
Il mio corpo comincia a scaldarsi e a poco a poco diventa bollente, arriva a una temperatura inumana. Gli uomini si allontanano di colpo da me, si spingono ai limiti della radura. Sono terrorizzati dal Potere, dal mio potere. Non hanno tutti i torti. Sento il vuoto crescermi dentro e lacrime nere mi scendono lungo il viso. Perdo la percezione delle grida degli uomini, dell'abbaiare dei cani che per tutto il tempo non avevano osato avvicinarsi a me, della luce della luna, della realtà che mi circonda.
Sono sola, in uno sconfinato oceano di buio e ombre. E tutto questo mi fa paura. Il vuoto cresce e divora tutto ciò di umano che ho dentro, come un parassita. sento come un laccio, un elastico, tendersi al mio interno e quando lo lascio andare  e lascio andare tutto il mio dolore, tutta la mia oscurità, tutto il Potere, provo un perverso senso di piacere e scoppio a ridere tra le lacrime.

Sento l'oscurità espandersi attorno a me e divorare le anime dei miei aguzzini. Apro lentamente gli occhi, completamente neri per il segno che il potere lascia su di me. A poco a poco, come essi tornano normali, riaquisto la vista e divento cosciente della distruzione che ho causato: l'erba, gli alberi, tutto ciò di vivo che si trova in un raggio di dieci metri da me è nero e corrotto, morto.Non c'è più traccia di quegli uomini, risucchiati dal buio, da Lui.
Lacrime nere continuano a scorrere sul mio viso, sto ancora ridendo istericamente. Non volevo farlo. Non volevo usarlo di nuovo.

"Mi dispiace..." Sussurro tra i singhiozzi.
Ma non c'è più nessuno ad ascoltarmi.





IN THE CORNER:
Salve! Come ve la passate? Così, ho cominciato una nuova storia. Lo so, lo so, sembra una di quelle storie che si trovano ovunque sulla stessa povera ragazza che scappa da un gruppo di tizi che vogliono farle la bua, ma in realtà ho qualche sorpresa per voi...;)
Piccolo avviso: la storia è in scrittura, e potrei metterci un po' (tanto) ad aggiornare. Scusatemi in anticipo:)
Detto questo vi saluto. Arrivederci a tutti :*

 

   
 
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