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Autore: NeroNoctis    25/11/2015    1 recensioni
[Sequel di Nergal: Il Dragon Lord Dimenticato]
Atreia, il mondo dei Daeva in continua lotta tra loro e i Balaur. Ma i tempi stanno per cambiare e si respira aria di pace, almeno fin quando i Lost Masters non avranno nulla da ridire e getteranno la loro ombra e dominio sul mondo intero.
Fyeran, mondo oscuro e ignoto persino ai signori dell'Empireo e i Dragon Lord. Luogo dove sorgeva la prigione abissale, cella di uno dei Lost Master. La dimensione alternativa di Atreia nasconde un segreto capace di far collassare le due dimensioni in un unico piano.
Dove gli oscuri signori iniziano la loro manipolazione, Lord Beritra getta le basi per un oscuro piano e dimensioni alternative danneggiano la realtà, riusciranno i Daeva a credere in loro stessi o cadranno vittime delle loro scelte sbagliate?
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'War of Gods'
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Enki procedeva davanti ai due spiritmaster. Aveva ancora una mano sulla ferita, ma le sue condizioni sembravano leggermente migliori.
Noctis sapeva che quello era uno dei Lost Masters, ma non capiva il motivo di quella situazione, ma avrebbe scoperto ogni cosa per poi porre fine alla guerra e alla minaccia di Nihil. 
Si guardò intorno, osservando anche Alnair. Aveva lo sguardo deciso, ma nonostante tutto il ragazzo notò una velata preoccupazione, era normale dopotutto.
Osservò anche la zona in cui erano: una fortezza che non aveva mai visto. Stando a quanto detto dall'amica, il Katalam così come Tiamaranta e Sarpan non esistevano ormai più, quindi escluse automaticamente Bassen, Prades e Sillus.
Forse era la fortezza di Anoha? Improbabile. Conosceva la zona di Kaldor, e di certo quella era molto diversa.
– Skyclash. – disse Enki, senza voltarsi. Noctis osservò il ragazzo di fronte a se, ma non fece in tempo a formulare una risposta. – Questa è la fortezza di Skyclash. 
Sembrava quasi aver letto il pensiero del ragazzo, che comunque non si fece troppo stupire da quell'affermazione. I Lost Masters erano bravi dopotutto, anche se non era certo se fosse un potere o una semplice coincidenza, ma non avrebbe chiesto, l'avrebbe comunque scoperto.
– Non credo di averla mai sentita. – rispose Alnair, continuando con passo spedito accanto al ragazzo. Chissà cosa provava in quella situazione, non doveva essere facile per lei. Forse Noctis si sentiva un pò in colpa ad averla trascinata in quella situazione, ma averla al proprio fianco gli avrebbe permesso di tenerla meglio al sicuro, e poi ormai erano ottimi compagni di battaglia, e detto ancor più semplicemente, era felice di stare con lei, nonostante la situazione non proprio promettente, non che da quando si conoscevano ci fossero state belle situazioni.
– Normale. Qui non siamo ad Atreia, ma a Panesterra. Alcuni la chiamano Pangea, ma il senso non cambia. Terra divisa in quattro isole: Atanatos, Aspida, Belus e Disillon. Noi siamo in quest'ultima. Non è stato per niente facile per me ed Enlil conquistare tutto questo, ci siamo persino scontrati contro un comandante di Beritra, Ahserion.
– In due avete sconfitto un comandante?
– Avevamo un bel pò di gente a seguirci. Anche se adesso di loro non c'è più traccia. Hanno preferito gli obbiettivi di Enlil ai miei. Inizialmente erano gli stessi ma... – si fermò, quasi incredulo da tutto quello che era accaduto fino a quel momento, ma era la realtà. – Siamo quasi arrivati, chiariremo tutto dopo.
Enki continuò la marcia in silenzio, seguito dai due spiritmaster che non vollero interrompere quello strano silenzio.
 
✽✽✽

Arrivarono in una sala circolare, con un enorme tavolo bianco al centro, probabilmente una sala riunioni mai usata del tutto. Enki si era fatto curare le ferite da una ragazza dai lunghi capelli bianchi e gli occhi dorati, che lui aveva chiamato Ninlil. 
Un'altra Lost Master, pensò Noctis. Li immaginava diversi, a dire il vero. Gli tornò alla mente Nergal, con quel suo aspetto così diverso, e poi davanti aveva persone normalissime.
– Perchè ci avete convocato? – chiese Noctis, incrociando le braccia. 
Enki e Ninlil fissarono i due ragazzi, che ricambiarono quello sguardo. Per la prima volta si sentirono analizzati, quasi spogliati persino della loro stessa pelle. 
Alnair si sentì leggermente a disagio, ma non distolse lo sguardo. Doveva essere forte.
Per lei, per Thabit, per Noctis e anche per Erra. Erra... a proposito, dov'era? Dopotutto la ragazza che l'aveva prelevato durante lo scontro con Noctis era proprio Ninlil, adesso che ci faceva caso.
– Neronoctis. – disse Ninlil. 
– Si, è il mio nome. – rispose lui, impaziente. Alnair osservò il ragazzo, si somigliavano davvero tanto lui ed Erra, anche nelle risposte a volte. 
– Nergal ti aveva imprigionato a Fyeran, e la tua prigionia lì dava tempo a questo mondo. Ti collegasti per sbaglio ad Erra, ereditando le sue capacità e divenendo il suo specchio. Ogni azione di Erra è stata influenzata da te.
Se fossi stato felice, lui sarebbe stato felice.
Se fossi stato triste, lui sarebbe stato triste.
Se fossi stato in collera, lui sarebbe stato in collera.
Se avessi amato... – la ragazza si fermò, voltandosi verso Alnair – lui avrebbe amato a sua volta.
– Non capisco. – sbottò Alnair. – State dicendo che l'Erra che ho conosciuto io, praticamente non ha provato niente di quello che ha fatto? Ogni sua azione non era sua? 
– Purtroppo è così. – intervenne Enki, e la spiritmaster si sentì invadere da un turbinio di emozioni. Non poteva essere vero, no? Lei aveva conosciuto Erra, non poteva essere tutto finto! Non poteva... 
Si sentì come in trappola, una trappola dalla quale non poteva fuggire. Voleva urlare a tutti che non era così, che Erra aveva delle proprie emozioni e che...
– Voglio farti una domanda, Nero. – continuò Ninlil, mentre il ragazzo le fece cenno di continuare. – Se ti dico: "Sei tu la mia casa", cosa ti viene in mente?
– Lo dissi ad Hema quando... – ma non riuscì a finire la frase. Aveva notato Alnair che abbassò improvvisamente lo sguardo, stringendo i pugni. Strinse così tanto che quasi non si feriva con i suoi stessi artigli.
– Lo disse a me... – disse Alnair, mordendosi un labbro. Era tutto vero allora, Erra non era nient'altro che la proiezione di Noctis su Atreia. – Erra lo disse a me... o forse devo dire che è stato Noct a dirlo...
– Mi dispiace... – era Ninlil a parlare, con uno sguardo e un tono che pareva sincero. – Ma non siamo qui per questo. Vedete, nel momento stesso in cui ti avresti fatto ritorno ad Atreia e fossi entrato nuovamente in contatto con Erra, lui avrebbe riottenuto tutto, ritornando ad essere quello di un tempo, ovvero il Cavaliere della Dea, il cui compito è facilitare il suo ingresso in questo mondo. Noi Lost Masters siamo sempre stati in fuga dalla Dea, è stata colei che ci ha imprigionato... è spietata e... ci darà nuovamente la caccia. Enki ed Enlil hanno provato a reclutare gente per l'imminente guerra, volevano prepararsi. Un esercito, capeggiato da Lost Masters per fermarla.
– Poi io iniziai ad interessarmi agli esseri di questo posto. E la voglia di proteggere me passò in secondo piano. Mi decisi a voler proteggere questo mondo, non facendolo diventare come l'attuale Fyeran... ma Enlil non la pensava come me. Prese gli Elisiani e Asmodiani che reclutammò e svanì, in attesa della guerra contro tutto e tutti.
Noctis parve pensarci su qualche secondo, poi finalmente intervenne. – Quindi mi state dicendo che voi due volete proteggere Atreia, mettendovi contro Enlil, Nihil ed Erra?
– Proprio così. – rispose Enki.
– Perchè dovremmo credervi? 
– E' questo il punto, non siete costretto a farlo. Il punto è: quanto siete disposti a rischiare?
Enki sorrise, seguito da Noctis che si convinse. Se c'era una cosa che avrebbe detto se fosse stato al posto del Lost Master, era proprio quella, e quando qualcuno lo colpiva così in profondo, beh, era la persona giusta.
– Come procediamo, allora?
Enki evocò una mappa eterea di Atreia, mostrando un puntino rosso su di essa, era la posizione di Erra.
– Lo farò io. – disse Alnair. – Proverò a fargli cambiare idea... se c'è solo un minimo del ragazzo che ho conosciuto, accetterà. Se non lo farà... lo fermeremo.
 
✽✽✽

Tutti si ritrovarono al centro di Kaldor, fissando davanti a loro. Erra era in piedi, circondato da circa tre macchine da guerra di Beritra. Noctis pensò a Kamar, alla morte di Thabit e si portò inconsciamente una mano sulla cicatrice, cosa che notò Alnair, che tuttavia non rispose. Doveva agire contro quel ragazzo con cui aveva condiviso tanto.
– E' arrivata la cavalleria! – scherzò Erra.
– Erra... – Alnair iniziò a camminare contro di lui, e Noctis sentiva il bisogno di correre da lei e fermarla... era troppo rischioso, aveva cercato di farle cambiare idea, ma invano.
– Alnair? – Erra sembrà stupito, e mostrò l'espressione che la spiritmaster conosceva tanto bene. C'era speranza.
– Ferma questa follia. Tu non sei così... se richiami qua Nihil, Atreia cesserà di esistere... fallo per me.
– Oh, piccola. – Erra si avvicinò, carezzando una guancia di lei, che gli sorrise dolcemente. – Piccola mia... quanto sei sciocca.
Erra materializzò una spada di cristallo e trafisse Alnair in pieno stomaco, facendola cadere a terra. Alzò la mano al cielo, e le nubi svanirono in un'esplosione, mostrando parte di Fyeran sopra le loro teste. Noctis si scagliò contro il Cavaliere della Dea, ma dopo, il buio. 
   
 
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