Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: SaWi    01/03/2009    2 recensioni
Questa fanfiction riguarda i due vampiri di Tsubasa, apparsi durante i capitoli di Acid Tokyo: Kamui e Subaru. Tutta la vicenda si svolge in un futuro prossimo alla morte di Seishiro in X, e dopo l'avventura dei due vampiri ad Acid Tokyo.
È stremato, ha il fiatone. Delle gocce di sudore imperlano la sua fronte. Ogni muscolo duole. Vorrebbe fermarsi, sedersi a terra e riposare, riprendere fiato. Ma non può: deve continuare a cercarlo, sa che è lì, da qualche parte nel buio e ha bisogno di lui.
Ma chi?
Chi ha bisogno del suo aiuto? In quel momento sembra lui il bisognoso di soccorso...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Fuuma, Kamui, Seishiro
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Wow che bello, 4 commenti *salta felice per la stanza* non pensavo che qualcuno la avesse letta XDD
Comunque, grazie mille per aver commentato *si inchina* mi rendono molto felici i commenti, sia critiche, che consigli o semplici commenti di apprezzamento *w*

Ora, rispondiamo a ciò che avete scritto XD


@Ayla: Wow sono contenta ti sia piaciuta ^^ mi fa molto piacere vedere che quello che scrivo non fa poi così tanto schifo come pensavo *w*

@Moe: Sono felice che ti abbia incuriosito (quello era lo scopo... wow allora funziona!)... comunque, sì, sapevo che sarebbero stati un po’ OOC... ma non posso farci nulla u_ù ogni santissima volta che penso a Kamui mi viene in mente lui di X, sempre terribilmente indifeso, debole, magrolino e succube di Fuuma... insomma uke >_> Tenterò di rimediare, anche se, non prometto nulla, perché non capisco molto bene il Kamui di Tsubasa, e nemmeno Fuuma!

@kristin: Contenta che piaccia anche a te! Per quanto riguarda l’inizio, si capirà solamente al prologo (o così credo XDD) ma comunque non ci sei troppo lontana *coffcoff*.
Mentre sì, Fuuma ha incontrato il Fuuma di X *w*
E ci sarà un pezzo in cui mostrerò il loro incontro *sguardo maligno*

@li_l: Sì T_T Subaru, è vero, lo trascurano tutti ._. ma non preoccuparti, non lo lascio mica lì a marcire e_e e poi certo che Seishiro-san lo ama (se non lo amasse lo uccido)! Sono convintissima del fatto che lo ami, tanto da essermi fatta tante di quelle ipotesi sulle sue ultime parole da aver sclerato... e poi, ogni volta che si parla di Subaru e Seishiro-san il mio cuore va in pezzi. Ci saranno varie parti dedicate a loro due (tra cui una sottospecie di parte nel capitolo seguente), stanne certa *w*




Bene, e ora il capitolo.
Premetto che è uno totalmente in conclusivo *fugge in un angioletto*.
Ci saranno dei chiarimenti da Fuuma... beh, leggete *w*
PS: se vedete incongruenze, vi prego di farmelo sapere!
Mi serve un beta-reader *si dispera*






~ Questions and Answers





Una fitta trapassò la sua testa, come un lampo.
Subaru aprì gli occhi, la fronte corrugata per il dolore improvviso.
La vista sfocata, terribilmente sfocata, come se uno spesso velo fosse calato sui suoi occhi, impedendogli di distinguere gli oggetti. Difatti non riusciva a vedere distintamente nemmeno la sua mano che si era portato davanti ai pozzi verdi, quasi a toccare il naso.
Era sdraiato, supino, su qualcosa di duro... non il suo futon.
Sgranò gli occhi, impaurito.
Ancora nebbia e foschia. Una coltre impenetrabile.
Dove era finito?
Tentò di alzarsi, facendo leva sui gomiti, ma ricadde rigorosamente indietro; la schiena sembrava non voler collaborare. Sbatté quindi la testa che prese a girargli vorticosa.
Si sentiva strano, come se avesse la febbre.
Era caldo.
Lui non era mai caldo.
Il panico si impadronì di lui.
Provò a rialzarsi. Ogni singolo movimento un’ardua impresa, quasi impossibile, che costava estrema fatica.
Cadde nuovamente al suolo.
Ritentò, con maggior impegno.
Ricadde, un ennesimo colpo alla nuca, seguito da un altro giramento di testa, più insistente, e da una forte sensazione di nausea.
Alzarsi in piedi era impossibile per le sue condizioni attuali.
Ma dove diavolo era?
Non sentiva alcun rumore, alcun suono.
Tutto taceva.
Persino il suo cuore sembrava essersi fermato, come non volesse rompere quel silenzio.
Agitato, provò a girarsi di lato. Non era sicuro di ciò che avrebbe ottenuto, al massimo ancora nausea, ma provò ugualmente.
Forse sarebbe riuscito a scorgere qualcosa attraverso quella nebbia che sembrava non voler abbandonare i suoi occhi.
Magari qualche indizio.
Con estrema fatica si voltò a destra.
Nulla.
Non riusciva a vedere nulla.
Si rese conto che anche il suo udito era fuori combattimento.
Pensava che tutto fosse silenzioso, ma in realtà erano solamente le sue orecchie che non riuscivano più a percepire alcun suono.
Lo aveva capito quando si era lasciato sfuggire un gemito di dolore.
Non lo aveva udito.
Ogni sua sensazione inoltre sembrava come intontita. La sua mente non riusciva a concentrarsi su un singolo pensiero.
Era preso dal terrore, dal panico.
Dove si trovava? Come ci era finito?
E Kamui?? Dov’era il fratello?
Sperava solamente che stesse bene... il suo adorato fratellino.
Forse era nelle sue stesse condizioni. Stordito, come da una scarica elettrica.
Impaurito, come una preda in trappola.
La sua mente era talmente sconnessa che si ritrovò a ridere di gusto pensando all’immagine del fratello nelle condizioni sopraelencate.
Kamui sarebbe sicuramente andato su tutte le furie, si sarebbe arrabbiato, si sarebbe dimenato come un pazzo, sbraitando e gridando a gran voce.
E forse non avrebbe poi fatto troppo male.
Era lui quello strano, che ora se ne stava ridendo felice su un pavimento, stordito e con i sensi del tutto atrofizzati.
Ma che importava?
Non avrebbe risolto nulla agitandosi. Meglio continuare a divertirsi, pensando al suo gemello sempre arrabbiato.
Fu così, che i pensieri del vampiro vagarono, fino a riportarlo al passato, nei momenti in cui lui e il fratello erano felici.
Nei giorni in cui c’era anche Seishiro.
Come desiderava rivederlo, anche solo per un attimo.
Gli sarebbe bastato quell’istante per sentire nuovamente il suo odore, per perdersi ancora una volta in quegli occhi. Sentirsi avvolto da quel calore speciale che solo lui riusciva a procurargli.
Seishiro...
Questo fu il suo ultimo pensiero, prima che l’incoscienza l’accogliesse nuovamente tra le sue braccia.


Poggiato con i gomiti sul davanzale della finestra della sua camera da letto, Kamui osservava con sguardo vacuo il cielo privo di stelle, vagando nell’oblio dell’astro illuminato dalla sola luna, vedendo tutto tranne il cielo che lo sovrastava. Una fresca folata di vento mosse leggera i suoi capelli corvini, scompigliandogli la già spettinata frangia e facendogli il solletico. Il respiro lento abbassava e alzava il suo piccolo petto, mentre inspirava l’aria notturna.
Nonostante la sua tranquilla apparenza, che non lasciava intravedere alcun problema, il vampiro era tormentato da un tremendo conflitto interiore.
La presenza del cacciatore -che ora era in cucina a prepararsi un tè- lo turbava.
Molto.
Troppo.
Il fatto peggiore era che non riusciva a spiegarsi il motivo di quel turbamento. Infondo, Fuuma era un normalissimo essere umano, uno dei tanti, tantissimi umani. Esseri stupidi e insignificanti, utili solo come cibo.
Ma allora per quale motivo si comportava così?
Per non parlare del suo comportamento di qualche minuto prima. Alla vista dell’umano si era sentito tremendamente... contento, solamente la sua vista, il suo odore, quello del suo sangue, lo avevano come svegliato da un lungo sonno, da un letargo.
Aveva avuto l’istinto di affondare i suoi denti su quell’invitante pelle, così da poter saggiare la sua ninfa vitale.
Solamente a pensarci gli venne un brivido. Il cacciatore era giusto nell’altra stanza...
Insomma, prima si era sentito contento, qualche attimo dopo si era infuriato e lo aveva attaccato, e infine, come se non bastasse, si era lasciato avvolgere dalle sue braccia, come fosse stato un ragazzino impaurito.
I suoi sbalzi d’ umore stavano decisamente peggiorando se non riusciva a stare calmo e tranquillo nemmeno per qualche minuto. E Ora che avrebbe dovuto pensare solo ed esclusivamente a suo fratello, non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Fuuma.
Non riusciva a dimenticare quella sensazione calda che aveva provato... che lo aveva avvolto.
Inconsciamente si portò le braccia a stringersi il corpo.
Che stupido.
Sapeva perfettamente di che tipo di sensazione di trattava. Semplicemente non voleva ammetterlo. Non poteva permettersi di tradire a quel modo suo fratello. Il suo cuore apparteneva solamente a lui, e a nessun altro.
Mai e poi mai lo avrebbe ceduto ad altri.
Ma allora perché si sentiva così... in colpa?
Forse perché finalmente era riuscito a comprendere i sentimenti che il fratello provava nei confronti di quel cacciatore? E quindi si sentiva tremendamente stupido, sciocco, per aver costretto il fratello a scappare, a fuggire tra i mondi insieme a lui. Per aver costretto Subaru a scappare da colui che amava.
Cosa avrebbe dovuto fare ora? Avrebbe dovuto continuare a fingere, e a scappare? Tenersi tutto il dolore dentro, le sofferenze, e nascondere queste sotto la sua solita maschera?
- Ti piace il silenzio, vedo. –
Quella voce ruppe il silenzio della notte.
Quella voce s’intromise nella mente del vampiro, fermando ogni pensiero, ogni idea logica che s’affollava tortuosa sicché da impedire al giovane di pensare ad altro, se non all’uomo alle sue spalle.
Solamente a lui.
Fuuma era giunto nella stanza e ora avanzava verso il vampiro, in mano una tazza fumante di tè verde. Si fermò poco distante da lui.
- Sicuro di non volerne un po’? – domandò, riferendosi alla infuso.
Kamui saltò visibilmente, spaventato, agitato dalla presenza dell’umano e al contempo terribilmente irritato.
Odiava sentirsi così.
Ma non riusciva a smettere di sentirsi così.
E questo lo mandava su tutte le furie.
Mugugnò qualcosa in risposta all’altro, simile ad un dissenso.
L’uomo rise divertito –azione che non fece altro che irritare maggiormente il vampiro- mentre si appoggiava contro il muro, accanto a quell’oggetto dalle dubbie funzioni che tanto incuriosiva Kamui, sorseggiando il suo tè.
Tranquillo.
Era sempre dannatamente tranquillo.
Il giovane lo odiava.
Seguì un lungo periodo di silenzio.
Ed ecco che il vampiro lo ruppe, riuscendo finalmente a dire qualcosa di sensato.
- Scusa... – sussurrò talmente piano da credere di non essere udito dal cacciatore, da sperare ciò.
- E per cosa? –
Dannazione, doveva avere l’udito così sviluppato?
- Per prima... – proferì piano, sentendosi uno sciocco e abbassando lo sguardo sulle sue mani.
- Non preoccuparti. -
Un altro borbottio fu la risposta del vampiro.
Il cacciatore portando il peso del corpo in avanti si scostò del muro, camminò accanto al futon e posò piano la tazza di tè, bevuta a metà , sul comodino shibai(1) lì al lato.
Riprese a camminare, verso il più giovane, fino ad arrivargli accanto. Posò anche lui i gomiti sul davanzale della finestra e contemplò il cielo scuro. Kamui, nascondendo come meglio poteva il suo sguardo, sbirciò la figura dell’uomo senza farsi notare.
Era così alto –anzi, era lui che era troppo basso, notò con un pizzico di invidia- e ben piazzato; fisico asciutto e slanciato, dal portamento misurato. Spalle larghe e braccia muscolose, mani grandi dalle dita affusolate. Capelli castani, ribelli, che ricadevano morbidi sulla sua fronte a piccole ciocche senza che oscurassero i suoi occhi. Questi erano dorati, sottili ed indagatori, ma comunque vispi, accesi, in grado di incatenare lo sguardo degli sfortunati che cadevano vittime di quelle ambre. Labbra sottili sempre increspate in un sorriso che poteva essere dolce o beffardo e spesso anche malizioso, ma mai crudele o maligno, mai triste.
Nonostante fosse vestito semplicemente, una sola T-shirt bianca, un paio di jeans scuri e delle scarpe da ginnastica, s’intravedeva la sua bellezza. Sì, quell’umano era veramente bello.
- Sai, non è mai piaciuto questo mondo... le stelle non si vedono. – disse calmo Fuuma mentre del vento fresco scompigliava la sua chioma scura.
Parlava come se fosse stato già in quel mondo, come se avesse passato numerose sere ad osservare gli atri invisibili.
Sulle sue labbra un sorriso amaro.
Triste.
Il vampiro rimase senza fiato.
Mai avrebbe immaginato che quelle labbra potessero celare una tale tristezza.
- Non è vero... – disse Kamui fissando il cacciatore con i suoi grandi occhi viola. L’umano ricambiò lo sguardo alzando un sopracciglio incuriosito. – Le stelle ci sono. Io le vedo... – e ne ho una proprio davanti ai miei occhi.
Batté le palpebre, confuso da ciò che aveva detto e da quello che aveva solamente pensato.
Cosa diavolo...!?
Ora era persino sdolcinato!
Tremendamente imbarazzato, confuso e arrabbiato per il solo fatto di aver pensato una cosa simile, pensiero non da lui, distolse lo sguardo che lasciò vagare con malcelata disinvoltura sul cielo scuro.
Le gote rosse.
Dannazione, dannazione, dannazione!
Il cacciatore, nonostante la fioca luce della luna, non si era lasciato sfuggire quel dolce rossore e voltandosi cinse dolcemente la vita di quel gattino, tirandolo a sé.
Kamui alzò il volto, incapace di reagire in qualsiasi modo.
Arrabbiarsi?
O lasciarsi andare?
Sul volto un susseguirsi confuso di sensazioni. Le gote sempre più rosse.
- Hai ragione, le stelle ci sono. – proferì piano Fuuma. - La stringo una tra le braccia. –
Il cuore del vampiro mancò di un battito.
Il volto divenne, se possibile, ancora più rosso.
Come faceva a scombussolarlo così tanto con delle semplici parole?
Totalmente incapace di altre azioni, puntò i palmi delle mani sul petto del cacciatore, allontanandolo da sé.
Fece qualche passò indietro e si voltò, dandogli le spalle.
- Non dire idiozie. – farfugliò con lo sguardo basso. Le guance completamente in fiamme.
- Mi odi proprio eh? – rise.
Avrebbe voluto odiarlo.
Almeno così gli suggeriva la parte razionale del suo cervello. Parte che quando stava con quell’umano si riduceva a una porzione recondita e nascosta, che a volte scompariva proprio, lasciandolo in balia della confusione totale.
Non ti odio affatto...
- Perché sei qui? Come hai fatto a trovarci? – domandò, tentando di cambiare discorso.
- Ora è tardi. – il cacciatore volse lo sguardo alla luna – ti spiegherò tutto domani, quando sarà arrivato anche mio fratello Seishiro. –
A quel nome gli occhi del vampiro divennero felini e ostili, d’un ambrato lucente, mentre minaccioso, tirava fuori i suoi artigli.


***




- Mmh – borbottò Subaru girandosi di lato.
Voleva dormire un altro po’... aveva talmente tanto sonno. Però sentiva freddo, difatti era stato proprio un brivido a svegliarlo.
Doveva essere sicuramente colpa del fratello, che muovendosi lo aveva scoperto.
Già, muovendosi.
Sì perché Kamui quando dormiva non stava fermo, si agitava.
Era peggio di un tornado a volte.
Si addormentava nel suo futon, ma poi si ritrovava in quello di Subaru, il suo futon.
Una volta se lo era trovato talmente avvinghiato addosso, che per alzarsi senza svegliarlo aveva fatto il contorsionista.
Con le mani andò a cercare le coperte o comunque la presenza del fratello, ma trovò solo la sensazione di qualcosa di liscio e freddo.
Il pavimento.
Subaru si alzò di scatto e per poco non ricadde a terra a causa di un capogiro improvviso.
Già.
Non era con il fratello nell’appartamento di quel mondo.
Era in qualche luogo, sconosciuto.
Batté più volte le palpebre. Gli occhi verdi erano stanchi ma almeno ora vedevano più distante della punta del suo naso.
Si guardò intorno circospetto.
Si trovava in una stanza, a prima vista quadrata, non troppo ampia. Le pareti erano metalliche, come il pavimento e il soffitto, illuminate da una luce fredda proveniente da sopra di lui. Non osò alzare lo sguardo evitando di avere un altro capogiro.
Non c’era nessuna apertura, a parte una porta, che però non aveva la maniglia, e una piccola grata -attraverso la quale sarebbe potuto passare solo qualche topo- che probabilmente dava su un condotto di areazione.
Inoltre, sui muri erano attaccate svariate telecamere che probabilmente lo tenevano d’occhio. Ma ciò che colpì maggiormente l’attenzione vampiro furono quelli che riconobbe essere numerosi crocifissi e innumerevoli trecce d’aglio sparse per la stanza.
Subaru le guardò, alzando un sopracciglio: pensavano fosse allergico all’aglio?
Tralasciando quel buffo fatto, si costrinse ad alzarsi per andare a controllare la porta priva di maniglia, forse sarebbe riuscito a sfondarla.
Con fatica, arrancò fino alla porta.
Era blindata.
Gli sarebbe stato impossibile romperla.
Si lasciò cadere a terra sfinito. Si sentiva come se avesse quella che gli umani chiamavano ‘febbre’. Sudava freddo e poteva giurare di avere le guance rosse e gli occhi lucidi.
Forse era stato drogato.
Non aveva la minima idea di dove si trovasse.
Non sapeva cosa gli era successo e cosa sarebbe potuto accadergli e, cosa più importante, non sapeva se il fratello stesse bene.
Era solamente colpa sua.
Era sempre colpa sua.
E se avessero fatto del male al fratello?
Non poteva permetterselo...
Non se lo sarebbe mai perdonato.
Come avevano fatto a rapirlo? E chi?
Riacquistando la calma cominciò a ipotizzare diverse situazioni, ma più pensava e più credeva che fossero improbabili. Cosa doveva fare?
Tossì.
Non c’era modo di scappare e date le sue condizioni fisiche, l’impresa appariva più ardua. Però non poteva starsene certo con le mani in mano. Doveva combinare pur qualcosa.
Un altro colpo di tosse.
Ma poi, cosa volevano? Soldi? Lui di certo non ne aveva... forse era un ricatto? Ma chi avrebbero potuto ricattare? No, non era questo che volevano.
Tossì nuovamente, più volte.
C’era un odore strano... puzza... puzza di gas.
Il vampiro si voltò veloce verso la grata di areazione e riuscì a vedere un vapore biancastro uscirne fuori.
Gas.
Immediatamente si portò una manica della maglietta alla bocca e al naso, ma era troppo tardi, un tentativo inutile. Ormai quella nebbiolina tossica stava sorbendo i suoi effetti.
Subaru si sentì mancare e cadde ancora una volta a terra, privo di sensi.


***




È mattina. Dei passerotti cinguettano allegri fuori dalla finestra aperta. Un tenue raggio di luce si posa sul volto di Kamui, caldo e leggero, come una carezza. Questi borbotta infastidito e si volta, cosicché quel raggio non possa più recargli alcun fastidio.
È così bello essere nel dormi-veglia. Tutti i problemi del giorno si scordano, e si è avvolti da un piacevole tepore.
Infatti il vampiro si sente così bene, come fosse avvolto da delle calde braccia, che lo proteggono, lo carezzano.
Poi avverte qualcosa che con movimento leggero va a scostare delle ciocche corvine dalla sua fronte, dolcemente. A quel contatto il vampiro apre i grandi occhi viola per vedere la fonte di tanta dolcezza.
Il suo cuore manca di un battito.
Pietrificato.
Davanti a lui c’è Fuuma.
Il cacciatore lo sta abbracciando mentre gli rivolge un sorriso terribilmente dolce. Una mano gli cinge la vita, mentre l’altra si muove distratta tra i suoi capelli, giocherellando con le ciocche della notte.
Il più giovane, invece, è beato tra le sue braccia, in posizione fetale. La testa poggiata al petto dell’altro e una mano vicino alla bocca.
Ma non è questo ad aver shockato il povero vampiro.
Fuuma, è nudo.
Si, nudo... sotto le coperte del suo stesso futon.
E anche lui è
nudo.
Entrambi sono nudi.
Il giovane vampiro boccheggia terrorizzato, cercando qualche spiegazione per la loro situazione negli occhi dorati dell’altro, che in tutta risposta lo guarda beato.
Le labbra si muovono, ma la voce gli muore in gola.
“Co-cosa abbiamo fatto?”, si domanda. “Perché siamo nudi? Non possiamo certo aver fatto quello...”
Il cacciatore continua a gingillarsi coni suoi morbidi capelli.
Accenna un nuovo sorriso e muove le labbra dicendo:



- Buon giorno, Kamui. –
Il vampiro spalancò gli occhi, il cacciatore lo sovrastava.
- AAAAH! – sgattaiolò veloce fuori dal futon, fissando con gli occhi sgranati l’umano che alzò un sopracciglio.
- Cavoli, ti faccio quest’effetto? – rise.
Le labbra di Kamui si mossero, ma non ne uscì alcun suono.
- Cosa? Non ti sento. – disse Fuuma.
Era vestito. Erano vestiti. Un sogno, uno stramaledettissimo sogno.
- Ehi, tutto bene? –
Kamui tentò di riprendersi e annuendo mugugnò un assenso.
Diamine, stava proprio impazzendo... prima quei pensieri ora addirittura quel sogno.
Aveva una maledizione su di sé?
- Sicuro di stare bene? Non preoccuparti per tuo fratello, andrà tutto bene... –
- Mmh... senti Fuuma... –
- Avanti alzati – gli tese gentilmente una mano – è già quasi ora di pranzo. E poi non avevi un po’ di domande da pormi? –
Il vampiro afferrò titubante quella mano che lo invitava e facendosi aiutare si alzò in piedi.
Perché lo trattava ancora così dolcemente?
Dopo quello che era accaduto quella notte...
- Ti aspetto in cucina, fa con comodo. – e gli sorrise dolcemente, chiudendosi lo shoji della stanza alle spalle.
Come poteva essere cosi gentile?
Come poteva trattarlo così dopo la scenata che aveva fatto?
Appena aveva sentito il nome di quel cacciatore, Seishiro, era diventato una furia ed aveva cominciato ad urlare contro l’umano.
Lo aveva nuovamente attaccato, arrabbiato.
Non poteva sopportare il pensiero di dover collaborare con quel tipo per salvare il fratello.
L’uomo che aveva odiato, disprezzato. Quello che desiderava uccidere.
Il diavolo che aveva rubato il cuore del fratello.
Era sicuro che Subaru avrebbe sofferto moltissimo nel rivederlo.
Nel rivedere quel bastardo che amava farlo soffrire e piangere. Che amava strappargli l’anima per legarlo ulteriormente a sé.
Non poteva accettare nemmeno il fatto che lo toccasse.
Quello che lo faceva più infuriare erano i sentimenti del fratello: lui amava Seishiro.
Ma come poteva amarlo?
Come poteva amare un uomo simile... così perfido, egoista.
Quell’uomo che da anni li braccava, li cacciava come fossero degli animali.
Lo odiava, con tutta l’anima.
Eppure sapeva che questo odio morboso era tremendamente sbagliato. Specialmente ora, che aveva compreso a pieno i sentimenti del fratello, poiché anche lui li stava provando.
Era un immenso sciocco.
Ma non riusciva a smettere di disprezzare il puzzo di sangue che circondava quel cacciatore, non riusciva a dimenticare quel sorriso infame sulle labbra, quegli occhi freddi e penetrati.
Non assomigliava minimamente al fratello. Fuuma era sempre così gentile e aveva un ottimo odore... non lo aveva mai visto arrabbiato... fino a ieri sera.
Quando gli aveva urlato contro, dicendogli di non voler vedere quell’uomo, che lo odiava e che lo avrebbe ucciso, Fuuma si era seriamente arrabbiato e lo aveva afferrato per le spalle, immobilizzandolo. Lo aveva fulminato con lo sguardo e gli aveva urlato contro: “Chi sei tu per poter giudicare mio fratello!? Non sai nulla di quello che sta passando! Credi che per lui sia stato facile far allontanare Subaru? Lo ha fatto solamente per lui!Lo ha fatto esclusivamente per il suo bene, per non farlo soffrire! Tu sei quel tipo di persona che non si preoccupa veramente di conoscere gli altri... da codardo pensi di sapere tutto,. ma in realtà non sai proprio un bel niente!” poi, ancora annaspando per la rabbia aveva realizzato quel che aveva fatto, e voltandogli le spalle era uscito dalla stanza, dicendo solamente “Devi aprire il tuo cuore... non puoi rimanere per sempre chiuso nel tuo guscio.”.
Kamui, rimasto solo nella stanza, era crollato sulle sue ginocchia, imbambolato e sconvolto da quella reazione.
Non pensava che l’umano fosse capace di arrabbiarsi, di urlare.
Solo dopo qualche minuto Kamui aveva cominciato a piangere, silenzioso, con le lacrime che non smettevano di sfuggire alle sue ciglia. Tra i singhiozzi, aveva sussurrato sempre e solo una parola: “Perdonami...”.
Era passato molto tempo prima che riuscisse ad addormentarsi, e quando ci era riuscito aveva sognato, sogni che erano stati tutto fuorché tranquilli.
Perché aveva avuto paura.
Una paura matta di essere odiato.
Mai gli erano interessati i sentimenti delle altre persone, a parte quelli del fratello. Non si era mai preoccupato se qualcuno lo odiasse o avesse delle inimicizie nei suoi confronti. Semplicemente non se ne curava, non gli interessava affatto.
Che cos’aveva, allora, quel cacciatore per sconvolgerlo a quel modo...?
Mentre cercava risposte a quella domanda, si svestì meccanicamente, senza nemmeno pensare a quel che faceva.
Andò in bagno si lavò ed indossò dei vestiti puliti. Quando fu finalmente pronto, si avviò in cucina, con quella domanda che continuava a martellargli in testa.
Trovò Fuuma seduto al tavolo, i gomiti poggiati su questo e lo sguardo triste perso nel vuoto davanti a sé.
Al vampiro venne un tuffo al cuore e rimase sulla soglia della stanza a fissarlo, aspettando che si accorgesse della sua presenza.
Fatto che avvenne quasi subito.
L’espressione dell’umano sembrò illuminarsi alla vista del più giovane, lo sguardo triste divenne radioso e le labbra s’incresparono nel solito sorriso.
Con una mano lo invitò a sedersi di fronte a lui.
Kamui ubbidì e silenzioso sedette.
L’uomo guardava il vampiro, e il vampiro guardava l’uomo. Due sguardi, uno d'ametista e l’altro ambrato, incatenati insolubilmente tra loro. Uno corrucciato e preoccupato, quasi tormentato, e l’altro dolce e gentile.
Cosa mi sconvolge tanto?, si ripeté ancora il vampiro.
- Allora... - ruppe il silenzio l’umano sorridendo con una dolcezza tale che Kamui credette non esistesse in alcun mondo – sono pronto per essere sottoposto all’interrogatorio come promesso. -
Con quel sorriso lo aveva incantato.
Ogni domanda che qualche attimo prima gli affollava la testa era come svanita, persino quella che lo aveva accompagnato per tutta la notte.
Vuoto totale.
Il più grande rise divertito alla faccia imbambolata dell’altro e lo spronò dicendo.
- Ma come...? E io che pensavo che mi avresti assalito di domande! –
Riportato alla realtà da quelle parole, il vampiro provò a formulare qualche domanda, anche se, con lo sguardo dell’umano puntato addosso, ragionare era piuttosto difficile.
Persino arrabbiarsi era impossibile.
- Perché... perché sei venuto qui? Come ci hai trovato? Non è passata nemmeno una settimana da quando Subaru ed io abbiamo lasciato Acid Tokyo... E come facevi a sapere di Subaru? E tutte quelle cose... –
- Frena, frena. Una domanda alla volta. – sfoggiò un altro dei suoi sorrisi che lasciò Kamui senza fiato. – Prima di tutto sono giunto qui con l’aiuto di Yuko-san. In cambio di un pezzo raro che ero riuscito a salvare dalle rovine di Tokyo mi sono fatto dire in che mondo tu e Subaru foste finiti. È stata una sorpresa scoprire che eravate capitati proprio qui. – una pausa. - E il perché sono venuto a cercarti già te l’avevo detto ieri. – Il vampiro cercò di ricordare quando mai il cacciatore gli avesse rivelato il perché della sua visita, ma nulla gli tornò alla mente.
- Perchè saresti...? –
- “Quanto è carino”. –
Cosa?!
- Ecco cosa ho pensato quando ti vidi per la prima volta, ed ecco perchè sono qui. - disse con semplicità.
Le guance di Kamui si colorarono di una terribile tinta rossa.
- “Che carino”. – rise ancora l’altro, guardandolo diventare, se possibile, ancora più rosso e imbarazzato.
- F-finiscila... –
Lo odio, lo odio, lo odio, si ripeteva il vampiro.
Eppure non riusciva a reagire.
Quell’uomo sembrava intenzionato a continuare a stuzzicarlo.
Kamui, tentando invano di far svanire quell’imbarazzante rossore e di scampare ad ulteriori situazioni spiacevoli, pose un’altra domanda al cacciatore, sperando che almeno quella non si fosse risolta in una sottospecie di dichiarazione.
- Come sapevi del rapimento di mio fratello? E tutte quelle cose riguardo al gruppo di umani? -
Il giovane aveva creduto ciecamente alle parole dell’uomo la sera prima, ma ora ripensandoci, cominciava a sorgergli qualche dubbio.
In fondo, che prove aveva che l’umano stesse dicendo il vero? Avrebbe potuto benissimo mentirgli e porgli una trappola... magari era perfino d’accordo con suo fratello.
No. Non posso dubitare di lui. Non dopo ciò che mi ha detto ieri.
Non ora che mi ha perdonato.

- Del rapimento di Subaru mi aveva avvertito Yuko-san, quando ero andato a chiedergli di voi. È la prima volta che mi fa un favore. Era molto preoccupata per tuo fratello, deve essergli molto affezionata. Credo le ricordi il Subaru di un altro mondo che lei conosceva fin da piccolo... Vuole che almeno tuo fratello abbia un destino differente dall’altro. Un destino più felice, anche se ci sono molte definizioni di felicità(2). – aggiunse triste e a voce bassa.
- Un altro Subaru? – domandò Kamui confuso.
- Non preoccupartene... – accennò un sorriso – Comunque, so del gruppo degli umani e delle loro credenze perché io sono di qui... questo è il mio mondo natale. Abitavo qui, prima di incontrarvi per la prima volta ad Acid Tokyo. -
Era uno scherzo, vero?
Quello non poteva essere il mondo natale di Fuuma... altrimenti come avrebbero fatto, lui e Subaru, a incontrare Seishiro nel loro mondo natale?
- Ma, Seishiro... -
- Lui già viaggiava nei mondi, ecco perché lo avete incontrato. -
Kamui tacque.
Sapere che il mondo in cui si trovava al momento era quello in cui era cresciuto il cacciatore lo sorprese. Avvertì una strana sensazione farsi spazio nel suo cuore: felicità
Era felice.
Non voleva più andarsene il prima possibile, voleva stare lì il più a lungo possibile.
Voleva conoscere ogni luogo di quel mondo, ogni luogo in cui Fuuma era cresciuto.
- Quindi, tu sei di qui? – domandò, ancora incredulo.
- Si, questo è proprio il mio appartamento. –
La bocca si schiuse per lo stupore.
Il suo appartamento?
- Stupito? – domandò l’umano, vedendo Kamui che lo guardava imbambolato. – Effettivamente, sono stato sorpreso anche io quando ho scoperto che eravate finiti proprio nel mio appartamento. –
Lui ha vissuto qui, in questo appartamento?, si chiese.
Non poteva crederci... che assurda coincidenza.
Interrompendo i sempre contorti e pasticciati pensieri del vampiro, Fuuma si alzò dal tavolo, dirigendosi verso la credenza della cucina, dove era poggiata una busta della spesa.
Il vampiro lo seguì con lo sguardo, attento.
- Mentre dormivi beato sono andato a comprare qualcosa da mangiare... ho anche preso un po’ di gelato alla stracciatella -la adoro-... non è un gran che ma... – cominciò ad estrarre il contenuto della busta sulla superficie del mobile, lasciando la frase a metà – Tra poco dovrebbe arrivare il mio nii-san. -






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Beh, oltre al fatto che l'ultima parte mi fa veramente inorridire, rimane un capitolo inconclusivo u_ù
Vi prego, se notate incongruenze, ORRORI di sintassi o quel che sia, fatemelo sapere ._. *è ancora alle prime armi*
Inolre, volevo precisare che i sogni all'interno della storia hanno un scopo preciso. Non li ho inseriti senza scopo all'interno della storia ^^

Comunque, se siete arrivati fin qui sani e salvi, e avete intenzione di continuare a leggere la mia prima pazzia, nel prossimo capitolo si vedrà Seishiro-san alle prese con un pargoletto di un altro mondo. XD
   
 
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