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Autore: Lalla Aya    01/03/2009    1 recensioni
Due ragazzini intrappolati in un tranquillo paesino tedesco con gli occhi sempre rivolti ad un orizzonte lontano. Una ragazzina strappata dalle mille luci di Parigi che mostra la sua diversità con orgoglio e sfrontatezza. Tom, Bill e Laure vogliono le luci della ribalta, ma il cammino verso il successo sarà più duro di quanto immaginano. Insieme cercheranno la forza per seguire i propri sogni e rimanere se stessi, nonostante tutto.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il pastore bergamasco, il tinto, la ballerina
Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

Capitolo 3

-Caramellona, allora come è andato il concorso?- urlò al cellulare Bill
-Benissimo! Prima nella categoria danza classica e menzione nel contemporaneo. Te l'aveva detto che non c'era speranza!
-Cosa- urlò Tom- bastardi non ti hanno fatto vincere con la tua super coreografia rock-punk-classica?
-No, il mondo non è ancora pronto per quel tipo di danza strano.
-Uffi!- disse lamentandosi Bill- sono dei mentecatti!
-Ma chissene frega ho una super notizia!
-Vai spara ti prego!
-Riguarda anche voi! Riguarda noi tre!
-Bello dai dici, ti prego, non farci stare sulle spine!
-Ho ricevuto un invito per uno stage stupendo indovinate dove?
-No, scommetto ancora a Londra, così rivedi il tuo Vito?- disse con tono acido Tom.
-Ma sei idiota- si sentì in sottofondo la voce di Gustav- ti ha detto che riguarda anche voi?
-Già Tom sei un cretino allora non ascolti!- aggiunse Lauren scocciata- no! Voi dove siete per tutto il mese di settembre?
-Ad Amburgo!- disse con tono squillante Bill
-E che cosa c'è ad Amburgo?- fece Lauren con tono interrogatorio come se stesse giocando a fuoco, fuochino, acqua.
-La celebre compagnia di balletto di Amburgo- urlò trionfale Bill.
-Bravo hai vinto una bambolina! Scricciolo Tinto sei grande!- sentenziò Lauren- Per un mese sarò ad Amburgo!
-Figoooooo- urlarono all'unisono i ragazzi.
-Verrai a stare nel nostro appartamento non è vero?- chiese un eccitatissimo Tom.
-Ma certo tesoro, un intero mese senza biondine sexy, ma la tua tavola da surf preferita!
-Sono il ragazzo più felice di questo mondo- urlò Tom poi si guardò intorno e vide degli sguardi perplessi e un po' ironici degli amici e arrossì.
-Solo un piccolo problema.
-Cosa?- chiese Bill preoccupato.
-Il primo di settembre potrò arrivare solo in serata.
-Buh, non mi assisterai nella preparazione?- disse con tono deluso Bill.
-Testa leonina no, purtroppo! Comunque so già cosa metterai me lo hai fatto vedere l'altro giorno, no?
-Sì, ma ci tenevo tanto e poi solo tu mi puoi salvare da Tom!
-Cosa intendi dire?- chiese sospettosa Lauren
-Indovina?- disse trionfale Tom.
-Devo cominciare a tremare?- chiese una sempre più preoccupata Lauren rivolgendosi a Bill.
-Sì, salvami ti scongiuro!-fece con tono implorante il ragazzo.
-Non dire nulla al mio fiorellino, voglio sia una sorpresa-soggiunse Tom fiero.
-Ho paura- disse fermamente Lauren
-E ne hai ben donde- aggiunse laconico Gustav.
-Se me lo dici con quel tono Gustav inizio veramente a farmela nel body!
I ragazzi si misero a ridere immaginandosi l'amica nel suo body di danza!
-Be' anche se temo la tenuta vestimentaria di Tom non vedo l'ora, vi rendete conto? Staremo un intero mese insieme, certo io sarò impegnata dal mattino alla sera, ma nei fine settimana potremo scatenarci! Sarà come tornare ai bei vecchi tempi!
-Non proprio come quando eravamo dei ragazzini poiché non siamo più molto liberi di muoverci, ma sarà comunque bellissimo!- disse con tono pacato Bill che realisticamente sapeva che la loro vita non era poi più così semplice.
-Noi ogni tanto saremo impegnati in interviste, prove e sessioni fotografiche.
-Già dobbiamo girare il video della canzone che ti abbiamo fatto sentire!
-Be', ma staremo insieme! Dai, non smorzatemi gli entusiasmi!
-Già, sorriso e ottimismo, shopping sfrenato insieme! - disse Bill felice.
-Baci baci, ci vediamo allora il primo di settembre! Ah, Léonor e Sylvie verranno come convenuto dal mattino, hanno preso l'albergo dove ci sarà la festa! Ve le ricordate vero?
-Sì- affermò sicuro Georg- me le ricordo bene sono così simpatiche e hanno un accento così carino quando parlano tedesco!- poi si accorse che i tre compagni di band lo guardavano con sguardo indagatore, arrossì, ma cercò di dominarsi mentre Bill aggiunse:
-Non preoccuparti, come hai sentito, a quanto pare, le ragazze saranno in buone mani, c'è un certo bassista che non sa resistere alle ragazze francesi!
Il cantante ricevette una sonora sberla sulla testa per la sua sfacciataggine da parte di un imbarazzato Georg, mentre Lauren dall'altro capo rideva divertita immaginandosi il colore dell'amico.
-Tesorino ti dobbiamo lasciare- disse con mestizia Tom
-Bacioni piccoli rockettari quasi maggiorenni!
-Vedrai che sorpresa- aggiunse un super soddisfatto Bill che stava programmando la festa da mesi- e poi...
-Qualche donnina nuda che esce da una torta per Tom?
-No! La festa non avrà queste cadute di stile! Solo cose Chic!
-Urca detto da te è dura- fece la ragazza con tono dubbioso- comunque...
-Bastarda non ti fidi del mio buon gusto?
-No!
-Ri bastarda!
-Bacio scricciolo tinto!

***

Quando Lauren arrivò, la festa era già cominciata e si era nel pieno dei festeggiamenti. Il locale era stato trasformato in un casinò di lusso, tantissima gente tutta scelta e con una lista estremamente chiusa affollava i tavoli da gioco. Lauren si fece strada cercando i visi conosciuti dei suoi amici.
Gustav fu il primo ad accoglierla, era elegantissimo in un vestito nero degno di James Bond.
-Lauren sei arrivata! Preparati i due mononeuroni sono totalmente fuori! Non so chi dei due lo è di più!- poi guardandola aggiunse- ma sei bellissima! Sono senza parole!
-Anche tu sei un figo da paura! Ma le tue parole mi fanno paura portami dalle due teste di c...legno dal mono neurone in due!
-Oddio Bill è già mezzo fuori e non so più dove sia, Tom è laggiù ti porto, vieni- e la afferrò con la sua forte mano degna del miglior batterista rock.

Quando Lauren elegantissima nel suo abito lungo di tafta rosa con strascico vide Tom se ne uscì con una delle sue solite espressioni colorite:
-Porca merda, sei veramente un idiota patentato! Lo hai fatto apposta per fare incazzare l'altra metà del tuo cervello!
Tom infatti indossava solo e semplicemente degli elegantissimi boxer e un papillon al collo!
-Amore non mi trovi irresistibile?
-No, fai veramente cagare! Sei magro come uno stecco e hai meno muscoli di un budino! Ti si vedono tutte le costole e quasi, quasi me ne torno in Italia! Da un certo Alessandro.
-Fan culo a questo Alessandro e vieni qui dal festeggiato!- Tom la strinse forte e cominciò a baciarla senza dare alla ragazza possibilità neanche di respirare. Aveva tanto atteso il momento di poterla abbracciare in quel modo e per un mese sarebbe stata tutta sua, interamente sua! Lauren non ebbe modo di replicare, ma si lasciò andare con trasporto, anzi contraccambiò con impeto alle effusioni del ragazzo.
-Allora il tuo Alessandro?
-Idiota, è così semplice provocarti, ma dov'è l'altro festeggiato?
-Starà bevendo fiumi di champagne! Non sai cosa ha fatto oggi l'idiota?
-Si è fatto tatuare un teschio sulle parti intime?
-Porca miseria, ogni tanto mi fai paura? Hai più sintonia tu con lui di me. Come hai fatto? Te lo aveva detto? No, non è un teschio a è una cosa enorme!
-Devo temere?
-Sì!
-E' di cattivo gusto?
-No, però, insomma non passa inosservato! E se gli altri due tatuaggi non si vedono quasi più questo è ben visibile!
-Oddio! Camuffarsi sarà ancora più difficile quindi?
-Già addio maniche corte!
-Oddio se lo è fatto sul braccio ne deduco?
-Sì!
Bill con in mano una bottiglia di champagne vagava allegro e felice tra la folla brindando con tutti molto euforico, quando vide la sua cara amica corse da immediatamente ad abbracciarla.
-Ahhhhh, sei arrivata! Ora sì che posso festeggiare!
-Auguroni mezzo sciroccato tinto! Che bello sei, tesoro!
-Grazie e tu sei bellissima! Mi lasci senza fiato!- poi Bill stritolò la ragazza tra le sue braccia e Lauren contraccambiò l'abbraccio.
-Piccolo- esordì con dolcezza- fatti vedere quanto sei bello! Un pinguino elegantissimo! Sei raggiante, ma andiamo al sodo so già tutto!
-Ah- urlò trionfale Bill- te lo ha già detto Tom?
-Sì
Poi senza aspettare Bill si tirò su le maniche dello smoking, slacciò i gemelli e mostrò fiero il suo tatuaggio.
Lauren che odiava i tatuaggi non si trattenne:
-Fa cagare Bill! Lo sai che non mi piacciono i tatuaggi, sono veramente da truzzi, comunque se tu ne sei felice! Chi sono io per giudicare? Tutto sommato è quasi originale!
-Grazie mi hai demolito in due parole ma fa nulla, oggi sono maggiorenne e quindi!!!
-E' vero un cretino in più sulle strade e un demente che potrà finalmente bere senza nascondersi!- poi Lauren abbracciò i due ragazzi e insieme brindarono.
I tre ragazzi si sedettero intorno al tavolo della roulette e giocarono un po' ridendo e scherzando spensierati. Bill era raggiante si stava divertendo tantissimo poi venne il momento della torta.
La torta era a forma di enorme chitarra in onore di Tom e si incrociava con una a forma di microfono in onore di Bill. Diciotto candeline svettavano sulle rispettive torte, i due gemelli si avvicinarono con estrema cautela mentre le luci venivano abbassate, erano pronti per spegnerle tutti e due all'unisono. Con uno sguardo di intesa presero fiato e le spensero tutte senza problemi, nella sala in penombra tutti cominciarono a cantare tanti auguri poi baci e abbracci. Nella confusione i due ragazzi avevano perso di vista le tre persone che contavano di più nella sala.
-Bill- urlò Tom da un capo della torta- hai visto Gustav, Georg e Lauren?
-No! Credevo il fiorellino fosse con te?
-No, credevo fosse con te!
Poi le luci si abbassarono quasi del tutto e da un luogo rialzato che fino a quel momento era stato nascosto si accese un riflettore. L'occhio di bue illuminò un corpicino e accanto altre due sagome svettavano. Poi partì una musica, ai due gemelli conosciuta: Gustav alla batteria, Georg al basso suonavano il tema aiutati da una base registrata mentre Lauren cominciò la sua danza. Era raggiante e bellissima, come promesso aveva preparato una coreografia sulle note di 1000 Meere e ora la stava eseguendo, era il suo regalo per rendere la serata indimenticabile. I due ragazzi erano estasiati. Tom aveva perso l'uso della parola tanto era catturato dal quel corpo sinuoso e leggero che con impeto improvviso avrebbe voluto strappare da quel palco e fare suo. Mentre Bill con un nodo alla gola avrebbe voluto gridare tutto il suo amore per quella ragazza che come suo fratello sapeva leggergli nel profondo del cuore. Due grosse lacrime gli solcavano il viso mentre il sangue gli scorreva forte in corpo e il tatuaggio appena realizzato cominciò a fargli male come se le parole incise nella carne diventassero di fuoco e gli penetrassero nell'anima fino nel più profondo. Mentre le frasi di Lauren gli ronzavano nelle orecchie " mi allontanerei da voi per sempre, non vorrei mai essere causa di discordia." Ma come faceva a resistere, lei era così bella, non aveva mai provato nessun'emozione così forte per nessuna, Lauren ballava sulle note di una canzone che aveva composto pensando a lei e proprio quelle parole si trasformavano in movimenti, leggeri, pieni di calore e affetto, attraverso il corpo riusciva ad incarnare le sue parole.
Quando Lauren ebbe finito tutta la platea rimase in silenzio. Lauren fu raggiunta da Gustav e Georg. I tre ragazzi si guardavano un po' preoccupati per quel silenzio. Ma poi un applauso scrosciante si levò come un boato dalla sala. Non solo gli amici erano rimasti senza parole ma anche i camerieri, i croupiers tutti applaudivano. Tom e Bill salirono sul palco e si abbracciarono in un ormai collaudato "abbraccio di gruppo"
Tom poi cinse la sua ballerina per la vita, le affondò una mano nella fluente coda di cavallo e la baciò con dolcezza e determinazione. Lauren si lasciò andare, ma quando il bacio cominciò ad andare un po' oltre cercò di divincolarsi:
-No, ti prego, guarda che ci stanno guardando! Non vorrai dare spettacolo!
-Ma sei bellissima e io non resisto più.
-Ma la festa è solo appena cominciata.
Bill che fino a quel momento era rimasto in disparte si avvicinò e prendendo Lauren per la mano sussurrò:
-Sei stupenda grazie è il regalo più bello che potessi farmi. Hai espresso con il corpo quello che io volevo dire a parole. Grazie mille, sono profondamente commosso.
-Dai- aggiunse con tono bonario Georg- il taglio della torta vi aspetta.
-Ehi, ragazzi non abbiamo mica finito- aggiunse Lauren- c'è una bella tirata d'orecchie con count down finale!
Lauren, Gustav, Georg si misero al centro tenendo i lobi delle orecchie dei due gemelli uno a destra e uno a sinistra e in coro cominciarono:
-1,2,3,4,5,6,7,8,9...- al numero 18 urlarono- auguriiiii- facendo vacillare pericolosamente i due poveri festeggiati.
-Ahi, ma siete fuori! Sembro Dumbo!
-Almeno ora avrai il complesso delle orecchie per un motivo!
-Sì, ma -aggiunse Bill con il suo solito tono lamentoso- io che c'entro! Già mi fanno male le orecchie per quei cavolo d'auricolari ora dovrò rifarli perché ho un orecchio più grosso dell'altro!
-Esagerato! Il tuo lobo è solo un po' fucsia!- e Gustav fece seguire le sue parole da una pacca bonaria sulla spalla dell'amico. Mentre tutti gli invitati cominciarono a gridare:
-Torta, torta!
I due festeggiati quindi lasciarono il palco e si misero al centro della torta con una paletta da taglio in due. Bill la cingeva con la destra mentre Tom gli appoggiava la sinistra sopra lasciando la destra libera. Lauren, Gustav e Georg si erano messi a semicerchio dietro la coppia. Quando la paletta cominciò ad affondare nella panna Tom fece un cenno ai suoi amici che con forza e destrezza spinsero il viso del povero Bill in pieno nella torta.
Il poveretto si ritrovò con tutta la faccia nella crema mentre tutti ridevano e quando rialzò fu impossibile non spaccarsi in due dal ridere. Bill lanciò un urlò a pieni polmoni:
-Stronzi bastardi!- e con il volto pieno di panna cominciò a rincorrere Tom e i tre malfattori per pulirsi su di loro.Quando riuscì a braccare il fratello lo prese e cominciò una lotta fino all'ultimo spruzzo di panna mentre tutti incitavano i due lottatori.
-Dai Bill la panna e il cioccolato ti donano sui capelli!
-Sì è vero si fondono perfettamente con la tua capigliatura.
-Anzi dovresti pensarci ad aggiungere meches bianche e castane! Faresti tutte le sfumature del cioccolato: al latte, bianco, nero fondente, al caffè un vero campionario!
-Smettetela appena finisco con Tom vi riempio di botte! Mi avete rovinato il mio super smoking!
-Ma piantala!
-Torta, torta- fece Georg tentando di smorzare la lotta- andiamo banda di mentecatti, la prima fetta è per voi!
-Io non quella con la parrucca di Bill!- aggiunse ridendo Lauren
-Oh, no, che schifo i capelli di Bill nella torta non vorrei certo ritrovarmeli già ci devo convivere in quel cazzo d'autobus!- disse con orrore Gustav.
-Già il bagno di solito dopo il suo passaggio sembra una nube tossica di lacca e non si ritrova più nulla finché i vapori non si sono completamente volatilizzati.
-Esagerati- fece un sempre più indispettito ragazzo- non è vero che faccio una nube tossica, parliamo della tua cavolo di piastra perennemente attaccata per far in modo che neanche un boccolo si permetta di far capolino su quella testa bacata!
-Insomma non apriamo la parentesi bagno sull'autobus se no stiamo qui a disquisire per ore! La vogliamo mangiare la torta! Ovviamente quella con la faccia stampata di Bill è stata scartata! L'ho immortalata con il telefonino e l'ho spedita a tutti, ma questa è un'altra storia!- disse soddisfatta Lauren
-Tesoro, sempre simpatica, ridere delle disgrazie altrui! Ma prima o poi mi vendico! Fra un po' sarà il compleanno di Gustav e poi il tuo! E allora, ride bene chi ride ultimo!- terminò con tono deciso il povero Bill.

La festa continuò e un angolo del Casinò si trasformò in discoteca. Lauren era nel suo elemento e ballava come una disperata, andava molto d'accordo con Georg e spesso con Bill si lanciava in buffe coreografie su musica disco. Mentre era praticamente impossibile coinvolgere Tom che sembrava restio e rimaneva impalato mentre Lauren gli danzava intorno. Poi misero un lento:
-Dai, palo del telegrafo almeno questo lo balli! Devi solo ondeggiare un po' e poi muovere un filo i piedi!
-Sì, posso farcela!- disse pigramente Tom
I due ragazzi cominciarono a ballare dapprima con un lieve imbarazzo da parte di Tom, poi quando riuscì a rilassarsi e lasciarsi andare, ne approfittò per far correre le mani lungo tutta la schiena di Lauren che contraccambiava quelle carezze. Poi Ton indugiò sul collo della ragazza che cominciò a ricoprire di baci, Lauren si lasciava andare inebriata da quelle effusioni. Quando la musica si concluse Tom sussurrò:
-Andiamo in camera mia?
-Sì, non vedevo l'ora che me lo chiedessi.
Tom afferrò la mano della ragazza e si allontanarono. Bill dal canto suo aveva seguito il ballo lento di Tom e Lauren seduto su un divanetto con in mano un cuba libre e quando la musica era finita lo aveva bevuto tutto d'un fiato con rabbia, divorato dalla gelosia aveva seguito con lo sguardo i due ragazzi che si allontanavano, intuendo le intenzioni della coppia.
Tom ignaro della lotta interiore che divorava da tanto il fratello nei giorni precedenti la festa aveva parlato a lungo con Bill. Aveva cercato consiglio dal gemello per non rovinare la prima volta con Lauren. Voleva che tutto fosse perfetto, e tutto l'impegno che Bill aveva profuso nel organizzare tutta la serata del loro compleanno, Tom l'aveva messo nell'organizzare la sua serata privata con Lauren.
-Non vedo l'ora, sarà la prima volta! Voglio che la prima volta con lei sia stupenda, romantica, semplicemente perfetta. Voglio petali di rosa sparsi per tutto il letto. Una bottiglia di Champagne, quello che la piccola adora, Moët et Chandon rosé, fragole e cioccolato. Candele di fragranze fruttate ad illuminare tutta la stanza, insomma un paradiso.
Bill a queste parole del fratello che si conficcavano come spilli nel profondo dell'animo aveva risposto con un sorriso:
-Sai dovresti far trovarle anche dei bouquet di rose, magari di tutte le sfumature del rosa. Potresti mettere come musica di sottofondo quella di alcuni balletti che adora!
-Sì, bellissimo! Mi aiuti vero?- aveva detto felice e raggiante Tom
-Sì certamente- aveva risposto Bill con la morte nel cuore.
La suite che i due fratelli avevano prenotato per l'occasione fu preparata come voleva Tom e Bill era stato fantastico ad abbellire tutto con il suo buon gusto.

-Ma non si offenderanno gli altri se li abbiamo lasciati soli?
-Non penso proprio, c'è talmente tanta gente che due in meno non si notano!
-Sì ma se manca uno dei due festeggiati!
-C'è l'altro! E di solito basta per due!Ti sei pentita di avermi seguito forse?
-No, ma mi dispiace per le mie amiche!
-Sono in buona compagnia credo! Mi sa che un biondino dai capelli lisci si sia preso una cotta per la tua amica Leonor!
-Tu dici?
-Mi sa di sì!
-Bene starebbero bene insieme! Comunque ho visto Bill un po' fuori!
-Sì, era completamente partito, prima! Mi sa che era un po' brillo!
-Brillo è un eufemismo! Era completamente ubriaco perso!
-No, sembra, ma a volte è così di natura!
-Dici? Comunque lo conosci meglio di me, per cui mi fido! Io rimango preoccupata.
-Ecco siamo arrivati, questa è la suite.
I due ragazzi erano scesi dall'ascensore e si erano diretti verso la camera che avevano prenotato. Tom aveva chiesto poco prima nella hall che qualcuno andasse ad accendere le candele come convenuto, lo champagne e le fragole erano state consegnate.
A Lauren batteva un po' il cuore, non sapeva cosa aspettarsi, era emozionata e agitata. Da tempo aspettava quel momento e quando la porta si aprì rimase sbalordita. Mai e poi mai si sarebbe aspettata una tale atmosfera. Il grande salone della suite era nella penombra e infinite candele erano state accese sui mobili. Un penetrante odore di cera e la luce soffusa sembravano riportare i due ragazzi ad un tempo antico. La fragranza scelta dai due fratelli era quella del mughetto, la preferita di Lauren e il punto di rosa scelto per i bouquet di rose poste nei vasi erano perfettamente in sintonia con l'abito della ragazza.
-Mio Dio!- esclamò- sono senza parole sembra di stare in un altro mondo, un'altra epoca: è fantastico! Non hai fatto tutto da solo, vero?
-Lo ammetto, ma le idee ti giuro sono state tutte mie! L'altra metà del mio cervello, Bill, mi ha aiutato solo con i dettagli. Ha più l'occhio scenografico!
-Sei grande! Ti amo tanto, non me lo sarei mai aspettato, mi lasci senza parole.
-Mi credevi come?
-Ma non so, stile hip-pop, una clava in testa e via verso la Tom caverna! Invece sotto le maglie XXL batte un cuore romantico! D'altra parte la mela non cade tanto lontana dall'albero e se Bill è così dolce sensibile anche il piccolo pastore bergamasco doveva esserlo. Il lato romantico doveva pur uscire! Sono contenta che sia uscito adesso.
-Prego accomodati, -Tom la prese per mano e con delicatezza la fece sedere su un bellissimo divano. Poi si avvicinò al secchiello del ghiaccio, prese un tovagliolo bianco, se lo mise attorno al braccio, prese la bottiglia la porse alla ragazza come un navigato somelier- Mademoiselle le vorrei offrire un Moët et Chandon rosé impérial del 2000.
- La ringrazio molto, Monsieur.
-E' di suo gradimento?
-Sì, l'annata anche dovrebbe essere buona.
Tom cominciò a togliere la stagnola intorno al tappo, poi svitò la gabbia di ferro e con estrema prudenza prese il tappo senza farlo scoppiare. Stappò la bottiglia con estrema sicurezza, si era allenato e si era fatto spiegare tutta la procedura dal somelier del ristorante dell'hotel. Versò il primo nettare rosé nel bicchiere di cristallo e lo porse alla ragazza.
-Lo so che dovrei esser io ad assaggiarlo, ma l'esperta sei tu. Voilà Mademoiselle.
-A te non viene l'orticaria come a Bill, quando parli francese.
-No, ma credo di aver esaurito il mio campionario di parole.
Lauren con sicurezza prese il bicchiere e cominciò la sua osservazione del colore, le bollicine, poi aspirò il profumo che proveniva dal bicchiere e infine sorseggiò delicatamente lo champagne. Una breve pausa e poi.
- Direi che è di mio gradimento, ottima scelta!
Tom si riempì a sua volta il bicchiere e si sedette accanto a Lauren.
-Un brindisi, auguri tesoro.
-Grazie.
-Posso farti un appunto.
-Dimmi.
-Perché non ti sei vestito? Volevi proprio fare un dispetto a tuo fratello! Lui che si è dato così da fare per organizzare tutto, lui che ama fare le cose tutte perfettine, avere il massimo controllo su tutto, che si è fatto fare il vestito dal sarto con settecento prove, minuto per minuto.
-Ecco è proprio per questo! Dovevo fare il contrario di quello che voleva. Tu non sei stata con lui a sciropparti le sue infinite disquisizioni, e poi decideva sempre solo lui, io non ho avuto voce in capitolo. Pensa ha deciso anche i tovagliolini di carta, se ci hai fatto caso ci sono le nostre iniziali in oro! Mi ha rotto le palle per ore, anche sul colore dei piatti e quando davo il mio parere e come se non mi sentisse, così ho fatto tutto quello che ha voluto, vestito compreso! E poi mi sono presentato così! Divertente!
-A me non sembra, secondo me c'è rimasto profondamente male! Magari potevi essere più partecipe ai preparativi fin dall'inizio e accontentarlo fino in fondo. Così agghindato sei veramente ridicolo! Dai vatti a mettere il vestito che aveva scelto tuo fratello.
-Non ce l'ho! L'ho lasciato a casa!
-Ah, in pratica il tuo gesto è stato premeditato!
-Certamente! É simpaticamente nell'armadio, me lo metterò per il tuo compleanno. E poi credo che questo non sia il momento per vestirmi, anzi- il ragazzo fece seguire queste parole da un bacio sul collo e poi senza lasciare il tempo alla ragazza di reagire, le tolse il bicchiere di mano, lo appoggiò sul tavolino che era accanto al divano e ricoprendola di baci e carezze senza lasciarle possibilità d'appello, si sdraiò sopra di lei sul morbido divano immacolato..
I due si scambiavano coccole e carezze e dopo un po' Tom risoluto, afferrò Lauren, la sollevò e la portò in camera.
-Sei, mia, non mi scappi questa volta- e come una coppia di sposini, varcò la soglia della camera da letto con la ragazza in braccio.
-Cavoli, ma ci sono petali di rosa ovunque.
-Ti piace?
-Spero non mi venga da starnutire.
-Oddio, panico non ci avevo pensato!
-Ma, non scherzo! I petali sono innocui.
-Sciocca!
I due si adagiarono sul candido e morbido letto e ripresero le effusioni da dove le avevano lasciate.
Poi Tom slacciò il corpetto del vestito di Lauren. Sotto la ragazza portava un bellissimo bustino color carne con pizzo delicato. Il ragazzo si trovò in crisi per slacciarlo. Slacciò il fiocco centrale credendo che il corpetto si sarebbe allentato e invece.
-Orca, è un bustino complicatissimo volevi mettermi alla prova?- esclamò imbarazzato il ragazzo.
-No, stupidotto. Si slaccia da dietro. Non hai fatto pratica con le bombe sexy?
La mano del ragazzo percorse la schiena della ragazza spavaldo cercava di usare una sola mano, mentre l'altra accarezzava il volto di Lauren, ma proprio non riusciva a slacciare nulla.
-Cavolo è una lotta impari.
-Sono dei gancetti, forse se usi due mani...Sai mi sono ricordata della figura di merda galattica che avevate fatto tu e quel mentecatto di tuo fratello con vostra madre.
-Oddio, lo avevo rimosso!
-Eravate geniali quando facevate i vostri allenamenti "slaccia reggiseno"!
-Non ricordarmelo quella volta fu terribile!
-Sì perché io mi ero stufata di fare la cavia per due trogloditi mentecatti con l'abilità manuale di due molluschi!
-Mia mamma quella volta rimase di sale e il povero Bill non sapeva più dove nascondersi! Mentre tu ridevi come una cretina e io ero bordeaux e basito.
-Senti Bill con il reggiseno di tua nonna, i tuoi calzini fetidi dentro e tu che tentavi di slacciarlo in una sola mossa eravate uno spasso tale! E io che davo le indicazioni, più su, più a destra, no tira, no molla.
-Che figura di merda fra tutte e tre!
-E tua madre che aggiunse " questa sera papà è ora che vi faccia quel discorsetto"
-Sì che ridere!
-Ma tu non sai l'imbarazzo del nostro patrigno ad abbordare il discorso. Finalmente dopo strani eloqui senza senso abbiamo tagliato corto dicendo. "A scuola facciamo educazione sessuale, sappiamo già tutto!" E lui balbettando " se avete però altre domande" E poi aggiunse per tirarsi d'impiccio. " vostro padre sarà felice di parlarne con voi" Della serie la patata bollente a qualcun altro.
-Già il signor Gordon è simpaticissimo! Siete fortunati ad averlo come patrigno
-Mille volte sì!
-Come è andato il pranzo con il parentado?
-Benissimo! La mamma non ha smesso di piangere due minuti. Mio padre ha strapazzato Bill per il suo look e la nonna lo ha scorticato di botte per il tatuaggio urlandogli degli improperi di ogni sorta. Per il resto splendidamente. Ci hanno coccolato come due bambini di due anni, ma ogni tanto fa piacere farsi trattare teneramente come orsacchiotti!
Poi Tom con decisione cominciò a slacciare il bustino di Lauren, mentre la ragazza si lasciò fare e inondò il ragazzo di carezze e baci. Ogni tanto mordicchiava dolcemente il lobo dell'orecchio di Tom che però cercava di divincolarsi, non amava molto quel tipo di attenzioni mentre a Lauren piaceva tanto.

***

I due ragazzi avevano fatto l'amore poi si erano addormentati felici, verso l'alba quando ormai la luce penetrava a rischiarare la stanza furono svegliati da alcuni rumori provenienti dal salone. La prima a riprendere coscienza fu Lauren, mentre il ragazzo accanto a lei la stringeva forte e non sembrava essersi accorto minimamente. Poi la porta della loro camera si aprì e una figura penetrò nella stanza. La luce che filtrava dalle tende permise a Lauren di riconoscere subito quell'ombra davanti al suo letto.
-Che ci fai lì?- chiese con dolcezza
Un voce squillante e alticcia rispose:
-Ehi, piccola, dai vieni con me, finiamo la bottiglia di champagne che c'è di là!
-Sai Bill, non credo che tu debba bere oltre, mi sembri ubriaco perso!
-Dici? Ma no, ho appena cominciato!
Una voce dall'oltretomba si fece sentire:
-Bill vai fuori dai coglioni! Non ci rompere le palle beviti lo champagne e stai zitto.
-Grazie per i complimenti fratello sempre gentile!
-Se si ha a che fare con un fratello molesto!
-Molesto sarai tu, comunque io parlavo a Lauren.
-Smettetela di farvi i complementi Lauren strappò il lenzuolo e se lo avvolse intorno al corpo. Cercò i suoi effetti personali poi si diresse verso la sua valigia si prese una maglietta e dei pantaloni di una tuta se li infilò in bagno poi rispuntò. Bill era in salone e stava bevendo a canna la bottiglia di Champagne. Lauren con sicurezza gliela strappò:
-Idiota, non si beve così questa bottiglia e poi credo che tu ne abbia bevuto troppo di alcool. Fatti una dormita.
Bill si fece trascinare nella sua camera, Lauren lo aveva preso dalla vita mentre lui le aveva circondato le spalle con il suo braccio e silenzioso non aveva protestato. Lauren lo fece sedere sul letto, gli slacciò le scarpe, gliele tolse, il ragazzo aveva già perso la giacca chissà dove, la camicia era in parte slacciata e il papillon era sciolto e penzolava informe.
-Credo di non sentirmi molto bene- disse il ragazzo con la voce impastata.
-Ci credo puzzi come una distilleria.
Poi Bill si alzò di scatto e si diresse verso il bagno, si inginocchiò sul WC e cominciò a vomitare.
Lauren rassegnata si avvicinò al ragazzo e lo aiutò al meglio.
-Tom, muovi le chiappe e vieni qua un attimo l'altra metà del tuo cervello non sta bene!
-Lascialo vomitare ha ciò che si merita quel cretino.
-Vieni subito o "la" rivedrai con il telescopio Hubble.
Tom si era alzato a fatica e indossando mutande e maglietta XXL si avvicinò al fratello.
-Idiota, sei sempre il solito.
-Tom chiedi una bronza di caffè. Vediamo se riusciamo a tiralo su.
Tom si fece portare una caraffa di caffè forte. Ne bevve un po' anche lui poi portò una tazza al fratello che ne bevve qualche sorso, ma subito lo rigettò nel WC.
-Prendi una maglietta e un cambio.
-Che vuoi fare?
-Ficcarlo sotto la doccia, rivestirlo e metterlo a letto.
-Che mentecatto palloso!
Tom obbedì tirò fuori dalla valigia del fratello il pigiama, un paio di boxer e rientrò in bagno. Lauren ancora accucciata accanto al ragazzo gli teneva i capelli mentre vomitava fiumi di alcool e cibo. Quando ebbe terminato Tom lo sollevò gli slacciò i pantaloni glieli tolse, gli sfilò la camicia, Lauren aprì la doccia e lo infilarono sotto l'acqua quasi ghiacciata.
-Ma è gelata- urlò il ragazzo
-Così impari- proferì laconico Tom.
-Ok faccio da me- disse Bill mentre rigirava la manopola sul caldo.
Lauren uscì dal bagno:
-Stai tu lì dentro e controlla cosa combina.
Tom aspettò in piedi con fare scocciato. Dopo qualche minuto sollecitò il fratello.
-Razza di deficiente esci da quella cazzo di doccia, ti sei addormentato?
-No, ecco.
Tom porse al fratello un lungo asciugamano, mezzo barcollante Bill si asciugò e si infilò gli indumenti che gli aveva passato il fratello.
-Mi sento male- pronunciò subito dopo e si rimise con la faccia sulla tazza del wc
-Gli stai tenendo la fronte- urlò Lauren dall'altra parte della porta.
-Neanche morto, che schifo! Viene a me da rimettere!
-E' presentabile?
-Sì, è vestito più o meno
Lauren si avvicinò all'amico in difficoltà e gli tenne la fronte mentre conati di vomito scuotevano il ragazzo.
-Scusate- sussurrò
-Mi sembra di averla già vissuta questa scena e non si sa come ma vomiti sempre tu Bill.
-E'vero, scusa.
-Ultimamente si ripete un po' spesso questa situazione- disse con voce ferma che suonava come una accusa Tom- grazie per avermi rovinato il risveglio, gemello bacato!
-Dai- disse Lauren cercando di smorzare l'atmosfera che tra i due non sembrava delle migliori- ora lo mettiamo a letto, si fa una bella dormita e poi fate i conti e vi insultate con calma.
Bill però non riusciva a staccarsi dal bagno. Appena sembrava avesse finito un altro conato veniva a scuotere il suo corpo. Lauren paziente gli massaggiava la schiena e anche Tom, rassegnato, si era messo accanto al fratello e gli accarezzava la testa. Lauren gli sorrise e gli diede un bacio.
-Bravo, fai il bravo fratellino maggiore, lo sai che la testa tinta vuole le tue coccole.
-Comunque Bill mi deludi e te lo voglio dire fino in fondo. Ubriacarsi è da cretini. Bene ora che sei in ginocchio sulla tazza del cesso che hai risolto? Ti ricordi qualcosa della serata? No! E allora? Bello il tuo diciottesimo compleanno! Una festa da sballo cosa ti ricordi? Nulla o quasi. Eri già ubriaco ancor prima del taglio della torta e poi se ti devi tatuare la parola libertà vuol dire che non sei tanto libero. Te lo sei fatto per ricordati che sei libero? Mi domando se sei felice. Se bevi così tanto e, a quanto pare è un'abitudine, non sei felice. La libertà che tanto canti l'hai persa o sbaglio? Non poter più uscire o quasi perché se no ti assalgono? Non potersi più vestire come vuoi tu? Dai non raccontarmi che ti piace vestirti così sempre o pettinarti da leone? Da ragazzino eri più creativo e non ti facevi certo dire come vestirti, credi di aver influenzato la moda, perché tanti si vestono come te, ma fino a che punto sei te stesso? Ormai ti sei creato un personaggio e devi portare a termine il tuo ruolo, o mi sbaglio? Il piccoletto dai capelli in piedi che si metteva strani pantaloni arancioni e strani scaldamuscoli alle braccia a righe bianche e nere dov'è? Da due anni non ti sei fermato e il successo ti ha travolto, ma queste tue spalle sono abbastanza forti per sopportare tutto ciò? Riesci veramente a fregartene di tutte le malignità che si dicono su di te? Sulle mille cattiverie sulla tua vita privata. Tu dei quattro sei il più esposto, anche perché spesso offri il fianco. Ma se non riesci a sopportare il ruolo, lasciati aiutare. Mi sembra che tu stia cadendo in un abisso profondo e l'alcool non mi sembra la soluzione migliore e nemmeno il fumo o altre schifezze che girano! Sappi che la tua unica ancora di salvezza è qui accanto a te, il cretino rasta nato dieci minuti prima di te. E poi i tuoi amici, la tua mami, la tua noni. Noi siamo coloro sui quali appoggiarti non altro! Non entrare in un circolo autodistruttivo, non fare come tante star, non affondare! Quelle parole che scrivi non lasciare che siano solo parole su carta o note che escono dalla tua voce. Fa che siano sentite, credici! Ti prego non lasciarti andare.
Bill con la mente non propriamente lucida sentiva quelle parole penetrargli nel profondo, erano tutte vere, non c'era possibilità di appello, ma come faceva quella ragazzina a leggergli nel profondo? Poi con sguardo implorante e gli occhi lucidi sussurrò
-Le tue parole si sono conficcate come spilli nelle mie viscere, ti prego, parliamone più tardi, ora sto troppo male per poter proferire qualsiasi arringa difensiva. Sto troppo male!
Lo stomaco sottosopra e la testa pesante non gli davano ancora tregua e il suo corpo era scosso da brividi. Lauren però non diceva più nulla si limitava ad accarezzarlo e così Tom che alle parole di Lauren era rimasto altrettanto sconvolto di Bill. Lauren aveva messo a nudo la sua anima così come quella di suo fratello, l'analisi della ragazza lo aveva fatto scontrare con la realtà e penetrare forse un po' di più nell'animo di Bill. Spesso si era dimenticato di chiedere al fratellino il perché di alcuni suoi atteggiamenti e ultimamente le sigarette e l'alcool erano diventati più numerosi. Si sentiva in colpa per non aver colto il disagio di Bill.
Piano piano il sonno ebbe il sopravvento su tutti e tre. I ragazzi si addormentarono in bagno. Bill con la testa praticamente china sulla tazza, Lauren sulle sue cosce e Tom accoccolato accanto a Lauren cingeva entrambe in un abbraccio.

***

-Ragazzi siamo in piena crisi!- si sentì urlare nella suite dei gemelli verso le due del pomeriggio- dove siete?
Georg e Gustav accompagnati dalle amiche di Lauren entrarono nella stanza.
-Ma dove sono? Le stanze sono vuote.
Poi Gustav entrando nel bagno di Bill vide il trio addormentato.
-Venite, li ho trovati sono qui e guardate che quadretto.
-Porca miseria!
-Che buffi!
-Solo loro potevano addormentarsi così.
-Voglio immortalarli.
-Dai piantala, siamo in allarme rosso, il mentecatto tinto ne ha fatta una enorme!
Gustav patito di foto, aveva sfoderato il suo super cellulare e aveva fotografato i tre belli addormentati sul cesso.
Leonor poi con tatto si era avvicinata a Lauren:
-Ehi, piccola svegliati.
Lauren che era abbastanza rapida a riprendersi aprì gli occhi e si ritrovò circondata dai suoi amici mentre sul suo stomaco pesava la testa di Tom.
-Oh, mamma ci siamo addormentati!
-Già solo voi potevate fare una roba del genere, comunque sveglia quei due cretini, fra venti minuti arriva tutto il nostro staff, dobbiamo fronteggiare una emergenza di dimensioni epocali.
-Bill è andato in giro nudo per strada?
-No, ma ha fatto la cazzata del secolo!
-Ha dato fuoco al casinò?
-No, sveglia i due cretini, noi ordiniamo una colazione e tanto caffè!
Lauren atterrita si faceva mille film su quello che poteva aver combinato l'amico e se Leonor era stata dolce nel svegliarla lei non lo fu altrettanto con i due ragazzi.
-Due idioti da un mononeurone in due, svegliatevi- gli urlò con quanto fiato aveva in corpo.
-Ahi, non urlate!- supplicò Bill.
-Fiorellino va fan culo, che te urli così.
-Tom svegliati subito.
-Sì alzati Tom, dobbiamo far fronte ad un'emergenza.
Tom si ridestò sentendo la voce di Gustav e chiese:
-Cosa è successo?
-Tiratevi su di lì e soprattutto rimettiamo in condizioni Bill.
-Perché?- chiese preoccupato.
-Ha scritto una lettera su internet!
Tom prese Bill, lo sollevò di peso aiutato da Georg e lo portarono sul letto.
-Che cavolo hai fatto- urlò minaccioso Tom senza nessun tatto.
-Ah, non urlare, ho mal di testa!-supplicò Bill con la voce impastata.
-Te lo faccio venir io il mal di testa, ma a legnate! Che cazzo hai scritto?
-Io? Nulla! Non ricordo nulla, non urlarmi così nelle orecchie, ho mal di testa!
-Tom- intervenne Lauren- non è urlando che risolverai la situazione. Prendi un'aspirina nella mia borsa, facciamogli bere un caffè e poi parliamo con calma.- con tono pacato, ma veramente preoccupata si rivolse a Georg e Gustav.
-A quanto pare gira una lettera scritta da Bill sulle sue preferenze sessuali.
-Che cavolo dite?- disse Lauren- chissà quante ce ne sono di robe del genere! Ho visto anche dei video raccapriccianti se per questo!
-Sì ma questo parte dal nostro sito!
-Porca merda questo cambia le cose- disse Lauren
-Idiota- urlò Tom- sei un deficiente che cazzo hai fatto? Hai lasciato il pc aperto? Che cazzo hai scritto?
-Ma che ne so! Non ricordo nulla!- disse Bill con tono supplichevole, mentre Tom come una furia aveva lasciato la camera da letto e si diresse nel salone dove effettivamente il pc dei due ragazzi era acceso.
-Bill, idiota il pc è acceso! Che cosa cavolo hai fatto?
-Piantala di urlare- lo sgridò Lauren- non è urlando o accusandolo come stai facendo che si risolvono le cose.
-Non prender le sue difese, Lauren, è un idiota mentecatto patentato! Non si può controllare?
Bill si era alzato a fatica dal letto e con la testa che gli pesava come un macigno tentò di difendersi dalle parole rabbiose di suo fratello.
-Io non ricordo molto.
-Dopo che Lauren ed io siamo venuti qui, che cazzo hai fatto idiota!
-Non ricordo!
-E voi?- disse guardando gli altri membri del gruppo.
-Noi abbiamo ballato, abbiamo bevuto anche noi parecchio e sinceramente nella bolgia abbiamo perso Bill di vista!
-Quindi idiota solo tu puoi cercare di ricordarti cosa hai fatto!

Poi entrarono i manager dei ragazzi e alcuni dello staff. Lauren e le sue amiche tolsero subito il disturbo e fu indetta una riunione che durò parecchie ore. Il computer di Tom e Bill fu passato al setaccio, ma Bill non si ricordava nulla anche se effettivamente una lettera compariva nel pc ed era stata messa on line da lì.
-Non fa nulla- aggiunse il signor Baumann l'esperto di computer- abbiamo risolto, non vi è nulla di cui preoccuparsi del file non rimane traccia, lo abbiamo intercettato ed eliminato.
-Bene domani allora dirai così e dopodomani faremo una conferenza stampa dove ribadirai che la lettera non l'hai scritta tu, che voi non avete le password del sito, non avete myspace e che quindi è strano, probabilmente uno scherzo di qualcuno che era alla festa.
-Va bene-rispose un contrito Bill che appariva stanco, provato con la testa tra le mani dal dolore. Aveva voglia solo di dormire e dimenticare.
Lo staff al completo si alzò e uscì, Tom tornò ad accanirsi sul fratello con improperi e rimproveri.
-Basta- lo scongiurava Bill con un nodo in gola- basta non urlare, mi fa male la testa, voglio dormire!
-Perché idiota hai fatto una cosa del genere!
-Non l'ho fatto io!
-Ah, no, la lettera si è scritta e inviata da sola!
-No, te l'ho già detto forse sono entrato in camera per prendere qualcosa e ho lasciato la porta aperta!
-Bravo così è entrato un estraneo e magari fra un po' comparirà un video porno su me e Lauren che facciamo l'amore?
-No, non lo so!
-Sei un demente, un idiota! Questa volta sei stato un vero deficiente- Tom si avventò come una furia su Bill con una voglia di prenderlo a sberle, ma Gustav lo bloccò mentre Georg cercò di portare un po' di calma.
-Tom, calmati, ora Bill dorme un po' e con mente lucida magari si ricorderà qualcosa di più.
-E poi- aggiunse Gustav che tratteneva ancora Tom-hanno sistemato tutto.
-No sti cazzi! Due palle! Ci scasseranno i coglioni all'infinito su questa storia! Già ci ricamano, ora gli abbiamo fornito le prove.
-Idiota- urlò Bill che non riusciva più a contenersi- Lo sai perché mi sono ubriacato tanto, lo vuoi sapere?
-Sì, idiota dimmelo!
-Perché amo Lauren! Ecco perché! E quando ho visto che lasciavate la festa ho capito! Credi che sia stato facile per me aiutarti ad organizzare la tua festa privata? Ho scelto le rose che avrei voluto regalarle. Ho sparso i petali con i quali avrei voluto accarezzare ogni centimetro del suo corpo, ho scelto le candele più belle e con la fragranza che mi ricordavano di più l'odore del suo corpo. Quando sono salito e vi ho sentito in camera tua avrei voluto fermarvi, volevo essere io quello che la rendeva felice! Adesso hai capito Idiota! Non urlarmi dietro tutta la tua rabbia! Smettila di darmi del cretino, del deficiente io ho bisogno di te in questo momento!
Tom era rimasto senza parole mentre Bill in lacrime gli aveva portato le braccia al collo e lo stringeva a sé implorando un po' di conforto. Tom ancora siderato dalle parole del gemello contraccambiò quel abbraccio. Le lacrime scendevano copiose da entrambe i fratelli. Dolcemente poi Tom tentò di staccare il fratello dicendogli:
-Dai dormi un po'. Si sistemerà tutto. - Bill si lasciò condurre sul letto, si coricò sotto la trapunta morbida e accogliente anche se il pianto non accennava a diminuire. Tom seduto accanto a lui lo abbracciava, ma non trovava le parole per calmare quel dolore.
-Dai, fratellino, ti voglio bene lo sai? Dai cerca di dormire, se la testa ti faceva male prima, se continui a piangere ti scoppierà. Dormi ne riparliamo con calma.
Lauren era entrata nella stanza e assisteva alla scena tra i due fratelli. Vedendo gli occhi rossi di Tom si sentì morire e intuì che quel dolore non poteva essere causato da una stupida sciocchezza che Bill aveva fatto da ubriaco.
Si avvicinò al letto e si inginocchiò accanto a Bill accarezzandogli il viso.
Bill a quel contatto trattenne il respiro poi tra le lacrime disse:
-Gliel'ho detto!
Lauren guardò negli occhi Tom per capire cosa fare:
-Forse è meglio che io vada!
-No- si girò di scatto Bill afferrandola per la mano.- Dobbiamo parlare, non puoi andartene, mai!Non voglio!
-Cosa dici Bill- disse flebilmente Tom che non capiva, ma che aveva a sua volta preso l'altra mano libera di Lauren
-Me ne vado- disse Lauren che sentiva le lacrime bagnarle il volto- non voglio stare qui! Non voglio vedere Bill auto distruggersi! Non voglio essere la causa del suo dolore.
-Cosa intendi dire?- chiese Tom
Lauren tra le lacrime disse:
-Ti ricordi a Parigi in camera mia? Bill mi aveva detto che mi amava, ma io lo avevo scongiurato di non dirlo mai più, perché io tengo troppo a voi e non voglio che la nostra amicizia finisca, d'altra parte io, be' io non so, amo te Tom, ma è innegabile che provo qualcosa anche per Bill, quando sono lontana da voi sto male. Non sentirvi per giorni mi procura un forte dolore. Quando siamo lontani mi mancate e non chiedetemi di definire i miei sentimenti perché non posso. Dopo questa notte con te sono sicura Tom, ma se il nostro amore fa soffrire così tanto Bill, allora forse è meglio che io esca dalle vostre vite. Forse non dovevo dirti " Ti amo" e lasciare che tu entrassi in me, ora sarà più difficile vivere senza di te. Ma sarò forte, lasciatemi.
-No, mai- disse con fermezza estrema Bill- mai! Il cretino sono io, dovevo tacere, avevamo deciso che mi sarei tenuto in disparte, che per te sarei stato solo il tuo amico del cuore, il tuo spirito affine e a me sta bene così, voglio che sia così! Ve lo giuro! Dovete concedermi però dei momenti di sconforto, ma è così bello averti vicino, Lauren. Questo mese lo aspettiamo da così tanto tempo, non voglio rovinare tutto. Tom ne parla con entusiasmo da settimane e ha ragione. Vi prego dimenticate tutto, facciamo che la nostra festa sia terminata con il taglio della torta. Dimentichiamo il resto. Io ti amo, ma mi faccio da parte, questa volta la ragazza se la prende Tom- cercando di ridere tra i singhiozzi.
Tom lo guardava con le lacrime agli occhi, non riusciva a muovere un muscolo, non riusciva a dire nulla, veramente suo fratello era forte e coraggioso, sopportare tutto in silenzio, il fardello di un amore da ricacciare nelle viscere, da nascondere nel profondo per non ferirlo. Il suo sacrificio per permettergli di essere felice. Adesso rimpiangeva ogni singola sillaba di insulto che aveva proferito poco prima. Come aveva potuto desiderare di picchiarlo.
-Mentecatto tinto, fatti più in là, fammi un po' di spazio tra le coperte, facciamoci una dormitina insieme, domani dobbiamo accompagnare Lauren a teatro, sveglia presto! E tu prato in fiore coccola il cretino tinto da buona amica e non dire mai più che te ne vai!
I tre ragazzi nel loro ormai collaudato abbraccio a sandwich si addormentarono fino a sera.

***

- Tom svegliati o ti prendo a calci nei bassifondi. Non posso fare tardi.- Lauren aveva puntato la sveglia alle sei del mattino sapendo che risvegliare i due gemelli sarebbe stata un'impresa.
Poi corse in camera di Bill, lo scoprì con un gesto semplice e veloce, il ragazzo era mummificato, non si accorse di nulla, Lauren allora aprì le tende della camera e gli mise la suoneria del suo cellulare nell'orecchio con il mitico urlo finale "Schrei".
-Aiutooooooooo- urlò- che cazzo succede, ho perso l'uso dell'orecchio destro! Sei fuori? Mi verranno i capelli bianchi! Non sai che fa male svegliare uno così?
-Allora ti ho chiamato dolcemente qualche minuto fa, ti ho scoperto, ti ho puntato una luce sparata negli occhi e tu nulla, ho pensato un simpatico urlo nell'orecchio certamente avrebbe funzionato.
-Buh, sei cattiva- Bill si rannicchiò stringendo il cuscino cercando di riprendere sonno.
-Non provarci e alzati, dai non fare come tuo fratello vieni ad aiutarmi a svegliarlo.
L'indole un po' sadica di Bill ebbe il sopravvento e l'idea di fare uno scherzo a Tom lo fece ridestare.
-Che facciamo?- chiese con un ghigno malefico il ragazzo- potremmo tirargli un secchio d'acqua ghiacciata?
-No, il letto si bagnerebbe e i suoi cavolo di capelli ci metterebbero un'eternità ad asciugarsi. Che ne dici di riempirgli il pigiama di ghiaccioli? Glieli mettiamo nella schiena e nei pantaloni del pigiama.
-Diabolica mi piace la soluzione gelata.
I due amici aprirono il frigo e ne estrassero dei cubetti di ghiaccio, si riempirono una mano mentre l'altra la tenevano libera per operare meglio. Entrarono quatti nella stanza Tom dormiva profondamente, la radio-sveglia con il volume a palla non lo disturbava minimamente, giaceva inerte nel mondo dei sogni. Bill e Lauren lo scoprirono con cautela, poi Bill prese l'elastico dei pantaloni e dei boxer del fratello sulla parte davanti, per essere veramente sadico, mentre Lauren faceva lo stesso con la maglietta lungo la schiena poi ad un cenno fecero cadere i cubetti di ghiaccio. L'effetto del freddo, soprattutto sulle parti intime, diede immediatamente i suoi frutti. Tom si risvegliò urlando e dimenandosi come un matto mentre lanciava improperi.
-Disgraziati, Bill va fan culo! Il ghiaccio nei coglioni fa male ti ammazzo. Se a te non servono, a me sì! Lauren stronza, scommetto che l'idea è tua!
Tom si dimenò e fece uscire i ghiaccioli poi cominciò a rincorrere brandendo il cuscino i due ragazzi. Un lotta di cuscinate si scatenò per tutta casa fino a quando Lauren riportò tutti alla realtà.
-Due cretini dobbiamo muoverci, sono le sei e quaranta. Mentre Tom prepara la colazione io mi lavo e vesto, Bill la doccia mi raccomando: breve e coincisa!- Lauren dava gli ordini come un comandante di reggimento - non fatemi fare tardi o vi ammazzo.
Tom preparò la colazione, mise tre tovagliette su un bellissimo tavolo di vetro nella spaziosa cucina dai mobili ultra moderni laccatti lucidi grigi, rossi e neri. Tre tazze per i cereali, tre tazze per il caffè o il tè, tre piattini per il pane e marmellata, mise a scaldare l'acqua per il tè in una teiera d'acciaio opaca, accese la caffettiera rossa di tipo americano, mise il filtro e il caffè. Poi sul tavolo dispose: pane, fette biscottate, biscotti, cereali di tre tipi, vasetti di marmellata e la nutella. Quando Lauren fece capolino nella cucina esclamò:
-Porca merda che colazione, altro che albergo! Siete organizzatissimi.
-Veramente ha fatto tutto la mamma l'altro giorno, " Non potete fare una figuraccia con Lauren, la mattina deve andare a teatro e deve essere in forze". Se vuoi ti faccio le uova?
-No grazie ti ricordo che non faccio lo scaricatore di porto, quello che hai messo sul tavolo mi basta.
-Vai a lavarti, tesoro io vado a vedere a che punto è il mentecatto canterino.
Dalla camera di Bill si sentiva il ragazzo canticchiare spensierato Lauren entrò senza bussare come una furia credendo che il ragazzo fosse ancora sotto la doccia:
-Bill- urlò con quanto fiato aveva in corpo- esci da quella cazzo di doccia o ti stacco lo scaldabagno!- ma lo spettacolo che si offrì ai suoi occhi era tutt'altro e fu realmente imbarazzante. Bill infatti zompettava canticchiando felice davanti ad un armadio infinito aperto dal quale, terga al vento, stava cercando qualcosa da mettersi, in mano teneva una spazzola come fosse un microfono.
Lauren chiuse immediatamente la porta e corse in camera dove però trovò Tom appena uscito dalla doccia e non avendo con nessuno dei due abbastanza intimità corse in cucina rossa come un pomodoro. Bill aveva perso la voce e imbarazzato come non mai si era infilato il primo paio di boxer, dei pantaloni jeans neri e una maglietta a maniche lunghe nera. Si era asciugato in fretta i capelli facendoseli dritti e lisci e poco dopo era andato in cucina. Lauren non aveva ancora perso il suo colore rosso pomodoro e dopo aver sistemato la teiera su un poggia pentole come anche la brocca del caffè si era seduta in attesa:
-Scusami, Bill, non entrerò più in camera tua senza bussare.
-Scusami, tu, non mi ricordavo che in casa girava una ragazza.
I due aspettarono in silenzio e con il capo lievemente chino Tom che si palesò dopo poco anche lui abbastanza imbarazzato.
-Uh, complimenti Bill. Sobrio, pronto per un funerale?
-Spiritoso, non sapevo cosa indossare così mi sono infilato la prima cosa che ho trovato.
-Buon appetito- augurò Tom attaccando la scatola dei biscotti
Lauren prese i cereali e il latte, poi si versò del tè e cercando di superare l'imbarazzo attaccò:
-Bene voi sapete come si arriva alla scuola del teatro?
-In taxi! - Rispose Bill.
-Ma non facciamo le persone comuni? Non andiamo con i mezzi pubblici?
-Ma come sei simpatica, a parte che credo di non sapere neanche come ci si arriva alla tua scuola di ballo, sarebbe impossibile uscire a quest'ora. C'è troppa gente e ci riconoscerebbero di certo.
-Neanche se vi camuffate?
-No, impossibile.
-Se a Tom, leghiamo i capelli con una coda bassa, gli ficchiamo i dread nel risvolto di un cappotto e li calchiamo bene un capello di lana sulla testa, gli facciamo togliere il piercing dal labbro?
-Escludo che io mi metta uno dei cappotti del mentecatto. Io solo felpe!
-Amore- Lauren si era alzata e leziosa come una faina pronta a colpire aveva cinto il ragazzo per le spalle e aveva cominciato a dargli dei baci sul collo, poi sempre accompagnando i suoi gesti da brevi baci, aveva sciolto i capelli del ragazzo per rifargli la coda come voleva lei- ma dai tesorino, non vuoi accompagnare il tuo piccolo fiorellino a teatro?
Poi sparì per qualche minuto e ricomparve con bellissima giacca nera tipo blazer a tre quarti:
-Guarda come è elegante con questo cappellino con visiera nero di lana.
-Ma sembrano i vestiti che si mette Bill.
-Certo è suo! Ma puoi metterlo tu, mentre Bill può indossare questo e mettere questo cappello nascondendosi i capelli dentro, come li avesse corti.
-Perfetto, così mostro a tutti il mio tatuaggio e passo inosservato di sicuro!
-Cazzo è vero, che due coglioni stracci, ma fartelo sul culo il tatuaggio non era meglio?
-Sempre elegante anche alle sei del mattino?
-Tieniti i capelli sciolti ma non metterti occhiali cazzuti per favore. La gente normale se piove e il tempo fa cagare come oggi gli occhiali da sole non se li mette!
-Perfetto, mi tolgo anche il piercing se vuoi ma sappi che secondo me ci riconoscono subito.
I tre si prepararono e si misero alla fermata dell'autobus, per loro fortuna l'autobus portava non lontano dalla scuola di balletto e l'appartamento distava solo quattro fermate.
Nei cinque minuti di attesa che trascorsero alla pensilina non vi era molta gente, lo strano trio sembrava un normalissimo gruppo di amici che poteva andare al liceo. Lauren indossava un classico cappottino blu con i risvolti delle maniche e il colletto con una minutissima fantasia di fiorellini rosa, dei guanti di pelle rosa molto fini ed eleganti e un cappellino in perfetto stile Lauren. Un pesante borsone a tracolla con tutto il necessario per affrontare il primo giorno di lezione giaceva ai suoi piedi. Quando l'autobus arrivò Tom prese il borsone della ragazza e i tre salirono. Stava andando tutto liscio. I tre non scambiavano una parola, i due gemelli tenevano la testa china, per non farsi riconoscere, il viaggio si svolse senza intoppi e alla quarta fermata scesero sempre in silenzio.
-Bene ora che siamo qui?
-Non so, dov'è la via Caspar-Voght?
-Bella domanda!
-Non ne ho la più pallida idea.
-Mentecatti vivete qui da tre anni e non sapete dove potrebbe essere questa via?
-Scherzi? Ho sempre preso un taxi o mi hanno accompagnato.
-Già credo di esser andato in giro da solo, solo agli inizi delle carriera quando non ci conosceva nessuno e diciamo che le scuole di balletto non le ho mai frequentate.
-Vero, il nostro appartamento era sopra lo studio ed essendo ragazzini un adulto ci accompagnava ovunque. Nelle nostre scorribande soli restavamo sempre nel quartiere, se ci avventuravamo in metrò era senza meta e sinceramente alle strade non ci ho mai fatto caso. Se mi chiedi di portarti in giro per il centro o per locali, bene, per il resto nebbia.
-Chiediamo all'edicola.
I tre si avvicinarono all'edicola da dove sugli scaffali svettava una foto di Bill su un giornale scandalistico, mentre alcune riviste per teenager riportavano la foto dei due gemelli davanti all'entrata dell'albergo dove si era svolta la festa.
-Porca merda, bello essere sparato così in prima pagina.- disse con tono rattristato Bill- e con un bel titolone! " Bill Kaulitz è gay?"
-Sono venuto di merda in quella foto.- aggiunse Tom
-Raga, chiedo io, voi fatevi piccoli e trasparenti, ce la possiamo fare.
Lauren chiese la strada e fu semplicissimo trovare la scuola, dovevano solo girare l'angolo, attraversare la strada e percorrere una enorme via, avrebbero trovato la scuola sulla loro destra.
Quando giunsero davanti ad una costruzione di mattoni rossicci con finestre bianche circondata da numerosi alberi Lauren disse:
-Eccoci, questa è la scuola.
-Figa!- esclamo Bill
-Minchia, una figata totale. - poi guardandosi attorno adocchiò un paio di ragazze che ammiccavano sorridenti.
-Idiota, mentecatto, prova ancora a fare lo sguardo da pesce lesso e te "la" do quando sarai in pensione.
-Minaccia pesante alle otto del mattino- rise divertito Bill.
-Tre sciroccati, che fate?
-Gu- Si trattene Tom- che ci fate voi due?
-E voi tre come siete arrivati?
-In autobus!
-Ma siete fulminati?
-Noi siamo venuti in taxi.
-Avete rischiato la vita?
-No, l'autobus non era pieno e poi ci riconosceresti conciati così?
-Bill tu sei normale, quello che non avrei mai riconosciuto è Tom, bel cappottino- rise divertito Georg.
-Lo, so non me ne parlare, mi vergogno!
-Ti dona, sembri la copia bionda di Bill.
Ma Lauren ribatté:
-Smettetela, l'ho obbligato io a vestirsi così e a quanto pare ha funzionato! Grazie per essere venuti, ma ad averlo saputo avremmo fatto la strada tutti insieme.
-Così ci avrebbero beccati all'istante?
-Sai se ci dividiamo magari diamo meno nell'occhio. Come sei messa oggi?
-Non so come funziona lo stage devo informarmi. Ma se stiamo qui fuori non lo saprò mai.
Lo strano gruppo di ragazzi entrò, Lauren si diresse al banco delle informazioni mentre i ragazzi si misero in un angolo. Bill seguì l'amica.
-Mi scusi, sono qui per lo stage di settembre. Sono Lauren Bart e vengo dall'Opéra de Paris.
-Sì benissimo i ragazzi dello stage devono andare nell'auditorium gli insegnanti e il signor Neumeier vi attendono.
Lauren chiese timidamente:
-Del pubblico può assistere?
-Sì oggi per il primo giorno essendo l'auditorium aperto è concesso poiché vi sarà come una breve audizione. Ma devo registrare gli ospiti.
-O, mio Dio, ha detto un'audizione?
-Non si preoccupi le spiegheranno tutto in auditorium, siete ballerini? Dovete riempire il formulario per gli ospiti invece dovete lasciarmi i vostri dati.
- No, mi serve un solo formulario, solo io faccio lo stage, lui mi accompagna così come altri tre ragazzi.
-Mi servono i loro dati, nome cognome e numero di passaporto.
-Bill Kaulitz- rispose squillante il ragazzo, e gli altri tre sono...
-I Tokio Hotel- rispose ironica la segretaria- piantala e non farmi perder tempo.
-No, mi scusi è vero, le giuro gli altri sono Tom Kaulitz, Gustav Schäfer e Georg Mortiz Hagen Listing- disse Bill contrito e imbarazzato- ecco il documento.
Gli altri tre ragazzi si avvicinarono e porsero i documenti. La segretaria prese nota e aggiunse:
-Scusate ragazzi, ah- aggiunse con un sorriso- auguri di buon compleanno
-Grazie signora- disse sorridendo Bill, con il suo classico sorriso ammaliatore- è molto gentile, e mi scusi per prima.
-Ma come sono io la maleducata.

Il gruppetto si avviò verso la sala, Lauren con il batticuore aprì le porte e si ritrovarono in un anfiteatro enorme. Sulle poltrone qua e là erano seduti dei giovani, in piccoli gruppi o soli, tutti aspettavano che cominciasse la riunione. Lauren e i ragazzi si sedettero nelle ultime file, pochi minuti di attesa e comparvero gli insegnanti dello stage e il celebre coreografo John Neumeier direttore della scuola.
-Oddio, oddio John Neumeier in persona, svengo- Lauren cominciò a tirare la giacca di Tom come in preda ad un attacco isterico.
-Piantala, mi stai staccando un braccio!
-Cretino non mi capisci!
-No, sembri solo l'idiota di mio fratello quando vede Nena.
-Cretino non è vero!
-Sì Bill, sembri un idiota ogni volta che la vedi- sottolinearono Gustav e Georg acidamente.
-Siamo incompresi- aggiunse Lauren stringendosi nella braccia di Bill- tu mi capisci, lui è un genio! Idioti è come se tu Gustav suonassi con il batterista dei Metallica! O non so, facessi un concerto con le leggende della musica contemporanea, be' per me ballare davanti a John Neumeier è questo. Comunque se non mi capite, potete anche andarvene! Cattivi!
-Ma no, ti capiamo- disse con tono compiacente Tom- ma sai nelle prime tre ore dopo il mio risveglio sono, come dire, un po' orso?
-Altro che orso, scostante, ingrugnato, incazzato con il mondo, mi ricordi quando prendevamo l'autobus per andare a scuola!
I maestri fecero un discorso di benvenuto in tedesco e poi in inglese perché lo stage riuniva ballerini giovani provenienti da tutto il mondo. Poi John Neumeier fece il suo discorso e comunicò il programma della giornata:
-Oggi farete riscaldamento con la sbarra qui su questo palco, per poi esibirvi in una coreografia di classica scelta da voi dal vostro repertorio. Potete andare a cambiarvi, vi voglio pronti fra un quarto d'ora. Coloro che accompagnano possono assistere alla lezione.

-Vado! Sono pronta! Sono agitata, mi cago in mano ragazzi!
-In bocca al lupo!- dissero all'unisono i ragazzi a Lauren
-Noi diciamo " merde, merde, merde"
-Eleganti i ballerini!
-Sì, siamo fini! E comunque è un rito che facciamo sempre
-Allora...
-Merde, merde, merde- Lauren, Bill, Tom, Gustav e Georg unirono le mani e dissero le tre parole all'unisono poi si guardarono e risero.
-Mi raccomando, la prima parte della lezione sarà noiosissima, addormentatevi pure, ma non russate! Soprattutto tu Georg!
-Ma sei fuori? Io non russo semmai è l'idiota batterista che russa come un mantice!
-Bugiardo!
-Già già- disse divertito Bill- sembra un trattore!
-Ha parlato il minchione tinto, che parla anche nel sonno e a volte dice cose più sensate che da sveglio.
-Gemello fedifrago e denigratore! Come osi! Non è vero, io non parlo!
-Sì Bill, parli e si riescono a fare dei discorsi veramente sensati con te nel sonno.
-Insomma non è giusto, ve la prendete sempre con me!
-Già sei piccolo e nero, sarà per questo?
-Basta non vi parlo più! Ci manca solo...
-It's raining men hallelujah"- dissero in coro Gustav, Georg, Laure e Tom
-Lo sapevo, bastardi inside!

Lauren volò via felice a cambiarsi, ma prima diede un velocissimo bacio sulla bocca a Tom che sembrò rianimarsi per trenta secondi per poi tornare nel suo letargo. Lauren a casa si era già messa i collant e il body nero elegantissimo con un complicato intreccio dietro, si sistemò i capelli tirati perfettamente in uno chignon. Si infilò sopra una tuta di lana nera e preparò le scarpe che la sera prima aveva accuratamente cucito e rese morbide pronte per dare il meglio, come se dovesse ballare Giselle davanti al mondo.
Salì poi con gli altri e si mise a fare dello straching alla sbarra. Una ragazza bionda le si avvicinò con altre ragazze e un ragazzo:
-Spostati e tornate all'asilo questo è uno stage per ballerini.
Lauren la guardò con un sorriso ironico, ma non le diede corda.
-Da dove vieni? Guarda che il corso dei bambini è in un'altra sala.
Lauren continuava a fingere indifferenza poi quando ebbe finito di fare i suoi esercizi con calma olimpica rispose battendo la mano sulla sbarra:
-Vedremo, sarà questa a rispondere per me.

-Bene cominciamo, vi metterete in ordine alfabetico: Bart, Bayer, Brennan...- l'elenco continuò e Lauren si posizionò in prima fila a destra, era agitata ed emozionata, ma sapendo che nella platea c'erano quattro ragazzi che si erano alzati all'alba ad assisterla si sentì gasata e pronta a dare il massimo.
La lezione alla sbarra e il riscaldamento passarono velocemente per Lauren che si sentì soddisfatta per come aveva svolto gli esercizi, era in forma strabiliante e aveva ballato veramente convinta, come se dovesse dare il tutto per tutto facendo solo dei pliés.

-Bene, ora vi esibirete nelle variazione, sempre in ordine alfabetico- disse la voce del celebre John Neumeier che aveva seguito tutta la lezione dalla platea prendendo appunti- dieci minuti di pausa per prepararvi e poi cominciamo.
Lauren scese dal palco dove si era svolta la lezione e si era avvicinata ai ragazzi
-Dai presto ditemi: tamburello o ventaglio?
-Che cavolo dici?
-Decidete voi. Tamburello o ventaglio
-Tamburello visto che dici sempre che è il mio strumento! L'unico che sono in grado di suonare se smetto di fare il cantante- facendo seguire la sua risposta da un sorriso smagliante.
-Ventaglio- dissero gli altri per ripicca.
-Bastardi! I soliti tre stronzi patentati!
-Ma è così rilassante farti arrabbiare Bill, è il nostro sport preferito!
-Non ho commenti! -disse un offeso ragazzo che si imbronciò come un bimbo piccolo.
-Dai scricciolo, la democrazia vince sempre, ma cosa ne pensi, come sono andata? Non dirmi che vi siete appisolati!
-No, anche se è stato faticosissimo restare svegli, una musica taglio di vene e degli esercizi incomprensibili!
-Caro mio, gli esercizi incomprensibili pensa li facciamo da quando avevamo otto anni! Sempre più difficili, ma sempre uguali, sono la base per poi lavorare, solo così abituiamo il corpo e lo riscaldiamo al meglio.
-Non vedo l'ora di vederti!- esclamò Tom
-Merde, merde, merde- dissero insieme.
Lauren fuggì via per prepararsi, dal pesante borsone prese una gonna di pizzo nera con del tulle rosso, si appuntò una rosa rossa allo chignon, prese delle nacchere e un ventaglio. Si sistemò, poi fu chiamata sul palco. Si avvicinò al pianista disse il pezzo che voleva danzare, il pianista lo preparò.
Lauren con le nacchere in mano e il ventaglio infilato in vita fece il suo ingresso sul palco. Un silenzio carico di emozione si poteva percepire in sala.
Tom era agitatissimo e si era tirato su dritto sulla poltrona rigido come un automa. Bill, gli prese il polso e iniziò a stritolarlo per allentare la tensione. Lauren percorse il palcoscenico suonando le nacchere come se tutto intorno a lei ci fossero delle persone, salutò della gente immaginaria,
-Che cavolo sta facendo?- balbettò Tom
-Che ne so, sembra pazza?
-Sembra che veda qualcosa che noi non vediamo?
La ragazza era entrata nella sua parte, non era più la ragazzina di Parigi appena diplomata all'Opéra, era Kitri, una ragazza spagnola innamorata di Basilio.
Lauren si sfilò le nacchere e con un gesto elegante si sedette su una sedia che era servita al maestro per sedersi durante la lezione alla sbarra e che la ragazza aveva sistemato in un angolo del palco. Sorrise come se fosse in braccio a qualcuno e porse le nacchere alla persona immaginaria. Si mise sul lato destro in fodo, nella diagonale, tirò fuori il suo ventaglio dal fianco fece un cenno di capo al pianista e si preparò pronta per cominciare la sua variazione.
Le note risuonarono briose e Lauren danzò con grazia e leggerezza, era la variazione che aveva già ballato per il concorso di Spoleto e che le era valsa la prima posizione nella categoria danza classica. La ragazza ballava leziosa e il gioco con il ventaglio era perfetto, qualche piccola sbavatura nei pezzi più tecnici dimostravano ancora la sua inesperienza ma le doti di interpretazione, il sorriso e lo sguardo profondo coprivano quelle piccole mancanze.
Quando ebbe finito dal fondo si levarono degli applausi scroscianti e un tifo da stadio: Gustav fischiò e un "brava" fu urlato da una voce acuta molto riconoscibile, altre persone che assistevano applaudirono un po' meno calorosamente mentre i maestri e il celebre John Neumeier si girarono verso i ragazzi rumorosi che si sentirono osservati e quindi si sedettero sprofondando sulle loro poltrone.
-Signorina, l'inizio è stato alquanto singolare, l'aspetto dopo con un pezzo di contemporaneo- disse asciutto John Neumeier. Lauren fece l'inchino di rito rivolto alla platea poi al pianista e ancora con il fiatone per la sua prestazione, fece una faccia sorpresa, raccolse le sue cose, sistemò la sedia e lasciò il palco.
Quando fu dietro le quinte la ragazza bionda che l'aveva avvicinata poco prima disse:
-Elegante come una scaricatrice di porto così come i tuoi amici? Dove li hai raccattati da una periferia malfamata? Sono entrati mai in un teatro? Forse ti si addiceva una variazione di una contadina!
Lauren come prima si fece scivolare tutto e finse di ignorarla, il calore dei suoi amici era stata la cosa più emozionante di quella mattinata e non vedeva l'ora di abbracciare quei quattro squinternati e poi aveva un'altra gatta da pelare, doveva preparare la coreografia di contemporaneo.

-Sei bellissima- esordì un emozionato Tom
-Sei grandiosa- la stritolò un saltellante Bill
-Fantastica!- aggiunse semplicemente Gustav
-Veramente senza fiato, in due minuti hai tirato fuori una grinta sbalorditiva.- concluse Georg.
-Grazie ma un camion di merda secca si sta abbattendo su di me.
-Hai sempre delle immagini così colorite, tesoro che stonano come sempre con quello che abbiamo appena visto, comunque dicci!- disse uno sconsolato Tom che spesso non capiva la sua amica.
-Avete sentito il direttore e i maestri mi aspettano in una coreografia contemporanea e i non ho portato nulla.
-No, problem!
-Panico? Emergenze? Noi siamo abituati ad affrontare sfighe di ogni genere!
-Luci fulminate, chitarre che funzionano e poi buio!
-Corde rotte!
-Auricolari che mi scappano fuori dalle orecchie
-E conseguenti stonature da accapponare la pelle!
-Stronzo, il solito esagerato!- ribatté Bill al fratello con tono acido e contrariato- Coraggio dicci cosa dobbiamo fare!
-Allora vi chiederei di andarmi a prendere i vestiti che ho usato la sera del vostro compleanno, la base musicale di 1000 Meere, gel e lacca, quello lo chiedo a te tesorino tinto e dei nastri rosa e viola. Ah già Gughino mi servono come l'altra volta le tue bacchette, quelle più corte possibili.
-Dove troviamo il tutto?
-Entrate in camera di Tom, superate la montagna di felpe, calzini maleodoranti e boxer sparsi ovunque, se uscite indenni dal campo minato trovate un borsone, quello che mi hai aiutato a portare l'altra sera per intenderci Gu, dentro trovate la maglietta e i pantaloni, i nastri, spero. Al massimo, Bill mi presti una delle tue magliettine non troppo sgargianti, niente teschi grazie, qualcosa che ci stia bene, mi fido del tuo buon gusto.
-Qualche collarino, borchia, bracciale, cintura?
-No, assolutamente no! Ti prego, tesoro, sobrietà!
-Scherzavo! Poi prendo l'occorrente per il parrucco!
-Bravo piccolo esperto in capelli porcospino! Gustav, mi fido di te, sei il più affidabile e preciso. Concentrato sulla missione!
-E io cosa faccio?- disse un deluso Tom
-Idiota tu resti qui con me e mi fai compagnia! Mi coccoli e mi consoli se mi agito troppo e i ragazzi ritardano! Mi fai da punchiball!
-Bella prospettiva, ma invece qualche bacino?
-Ma non so, vedremo. Non sarà pericoloso?
-No per ora non ci hanno riconosciuto, va tutto bene!
-Già ma io?- si chiese un escluso Georg.
-Che discorsi tu stai qui e salvi Tom! Dai devi mostrami le riprese che hai fatto!
-Adesso sì che mi piace, sono contento che tu abbia apprezzato, non ero sicuro che volessi che ti filmassi, ma qui c'è qualcuno che mi ha scassato! Anzi una coppia di gemelli rompi palle estenuanti ognuno a proprio modo! Uno con una vocina squillante e acuta che alle sette del mattino irrita come un gatto attaccato ai marroni. Un altro che scassa all'inverosimile con frasi da innamorato "dopo non la vedo per chissà quanto tempo" "insomma devo avere qualcosa che me la ricordi" " me la voglio portare in tour sul pc per vedermela ogni tanto sgambettare come fa lei, con quelle gambe chilometriche così sexy"
-Dice così il mio tesorino rusticone?-sorrise Lauren.
-Sì è così mieloso!-aggiunse Georg
-Non lo credevo così " mi si caria un dente" per quanto è dolce!- rispose ironica la ragazza.
-Lauren tu non hai capito, questo stronzo biondo far un po' si ritroverà con qualche dente in meno se non la smette di prendermi per i fondelli!-minacciò Tom.
Bill si avvicinò a Lauren e le sussurrò:
-E' tutto vero, è così cotto che fa tenerezza!
-Vai andate, mission impossible!
-Sì, tutti per uno, uno per tutti!- disse un Gustav spumeggiante.
-Ogni tanto mi stupisce, è fuori come un cammello pure lui! Che band di squinternati che siete! Dove vi ho raccattato lo so solo io!
-In un paesino di merda sotto una pensilina di legno ammuffita?
-Già! Il posto più bello del mondo! Ripensandoci dopo anni.

Bill e Gustav partirono per la missione mentre Lauren, Tom e Georg rimasero all'interno della scuola. Si misero in un angolo lontano e nascosto dell'anfiteatro e Lauren volle rivedere i filmati che aveva fatto l'amico. La ragazza per non raffreddare i muscoli si era messa una strana tuta super tecnologica e seduta per terra faceva esercizi in continuazione, prendendo delle posizioni strane che lasciavano Tom sempre più sbalordito.
-Ma come cavolo fai? E dove cavolo le metti quelle gambe, non ti annodi?
-No tesoro, sono abituata.
-Ogni tanto mi vengono degli strani pensieri.
-Eccoli, ricacciali, testa malata! Hai visto troppi film porno.
Tom diventò rosso scarlatto e quasi non respirava.
-Ma che hai capito non in quel senso, ma sei fuori?- disse imbarazzatissimo Tom.
Georg era in pratica stravaccato sulla poltrona, non riusciva a trattenersi dal ridere! Guardava l'amico e rideva a crepapelle.
-Sarà, ma visto il tuo approccio di ieri sera o di sta mattina, non sono molto lontana dalla verità.
Tom era sempre più in difficoltà e non riusciva più a calcare il cappello più di quanto lo avesse già fatto. Poi diede un sonoro calcio negli stinchi a Georg, ormai in apnea per il troppo ridere.
-Zitti, voglio vedere quella bionda!- disse Lauren ad un tratto.
-Uhm, salvato da una bionda! Complimenti Tom!
-Piantala, Georg o ti manometto il basso la prossima volta!
-Tanto la figura la fai anche tu se suoniamo male!
-Potrei però vendicarmi in conferenza stampa o nelle prossime interviste!
-Ormai sono abituato alle tue gentilezze!
I ragazzi si zittirono di fronte alla ballerina bionda che aveva preso posto al centro del palco. La ragazza aveva scelto lo stesso pezzo di Lauren e ne aveva dato una prova altrettanto strabiliante. Tecnicamente era superiore, erano certamente quei tre anni in più d'esperienza che si facevano sentire, tuttavia Lauren era stata forse un pizzico più personale e briosa, aveva usato la sua freschezza e immediatezza dando al personaggio qualcosa di più.
-Sai quella lì mi ha insultato già due volte questa mattina!
-Le devo spaccare la faccia?- disse un risentito Tom- chi osa insultare il mio fiorellino!
-Il solito uomo delle caverne! Non preoccuparti pastore bergamasco, me la so cavare da sola! Sarà il palco il nostro punto di scontro.

Una porta si aprì e spuntarono due ragazzi.
-Eccoci, missione compiuta! L'odore fetido dei calzini di Tom ci ha rallentato nelle ricerche e il vapore tossico di lacca nel bagno di Bill hanno fatto quasi fallire il raid, ma eccoci - disse il batterista al ritorno della missione.
-Cosa hai bevuto Gustav?- chiese una Lauren divertita- cominciamo la vestizione!
Lauren cominciò con l'indossare i pantaloni e la maglietta:
-Tesoro esperto in parrucco mi aiuti con la pettinatura?
-Sì cara! Dammi istruzioni il re della lacca è qui ai tuoi piedi!
Lauren si fece una coda alta:
-Allora Bill, dividimi la coda in due parti: un terzo abbondante lo lasci sciolto, l'altro lo passiamo intorno e ne raccogliamo il finale davanti come fosse una frangia che poi armato di gel, pettine e lacca mi fai in piedi come un cantante di mia conoscenza.
-Ok operativo! Mollette, gel, lacca!- Bill entrò in modalità ER e dava istruzioni, mentre Gustav gli passava tutto l'occorrente per lavorare al meglio.
-Con il resto dei capelli, Tom e Georg dividete e fatene come tanti piccoli ciuffi tipo dreadlocks. Tanto per ricordarmi di un certo piccolo chitarrista di mia conoscenza.
-E io, disse un risentito Georg, io invece come sono rappresentato?
-Ma come guarda la maglietta!- sulla T-shirt di Lauren svettava un bellissimo basso a losanghe rosa e viola su fondo chiaro, i colori si armonizzavano perfettamente con i pantaloni che avevano ideato Laure e Bill quel lontano 22 giugno a Parigi.
- Adesso sono contento!- disse soddisfatto il biodo ragazzotto.
Lauren si sistemò le bacchette della batteria di Gustav legandole con i nastri viola e rosa che pendevano insieme agli improvvisati dread e le assicurò con le forcine in un modo ormai collaudato.
-Tesoro, mi stai uccidendo con la tua lacca!
-Insomma chi vuol bella apparire un po' deve soffrire.
-Bill qui ci stai uccidendo con i vapori della tua cazzo di lacca- tossì Tom
-Idiota almeno avvertici quando la spruzzi così tratteniamo il fiato e non rischiamo il ricovero in un polmone artificiale!
-I soliti esagerati! Comunque la cresta, Lauren è degna delle mie migliori performance.
-Non ne avevo dubbi anche se sto per soffocare! E con le mie treccine?
-Procediamo un po' a rilento siamo stati impossibilitati dalla nebbia di lacca!
-Insomma basta prendermi per il culo, adesso faccio io, incapaci! - Bill si mise al lavoro e in un batter d'occhio divise i capelli in tante piccole ciocche che con un paio di kili di gel e dosi industriali di lacca divennero dei dread improvvisati.
-Ok, per togliermi il tutto immagino che avrai dei potenti mezzi Bill, credo che la mia capigliatura potrebbe essere considerata un'arma impropria!
-No, cara, non mettertici anche tu a sfottermi se no me ne vado!
Lauren prese le guance di Bill, che fingeva di essere offeso, tra le sue mani e gli stampò un bacio sonoro sulla fronte.
-Grazie scricciolo tinto! Il tuo contributo è stato fondamentale ora mi ritiro per prepararmi al meglio.
Poi vide degli occhi nocciola che la guardavano perplessi e un po' offesi e Gustav che aveva incrociato le braccia con sguardo torvo:
-E, noi? Contorno? Perché esiste solo Bill?
-No, tesorino, volevo mettervi alla prova! Un bacio lo meritate tutti, ma non so Tom ha fatto poco niente non so se lo merita! Vedremo.
Lauren si alzò, diede un bacio sulla guancia a Gustav e Georg, poi si avvicinò a Tom e invece di baciarlo come avrebbe fatto una dolce fidanzata, gli mordicchiò il lobo dell'orecchio destro. La ragazza infatti adorava fare quel gesto affettuoso che però mandava su tutte le furie Tom.
-Merde, merde, merde!-disse fuggendo via veloce agghindata in strano modo. Come era capitato tanti anni prima quando aveva varcato il cancello della scuola con la gonna a fiori e un cappello appena uscito da una serra, Lauren sapeva che vestita in quel modo sarebbe stata fuori del comune e certo ciò non gli sarebbe valsa l'amicizia dei suoi compagni di corso, ma come quella volta, sapeva di poter contare su quattro giovanotti adoranti!
Dopo altre variazioni di classico fu la volta di quelle di contemporaneo che però non furono richieste a tutti e questo preoccupava molto Lauren. Forse era perché nel classico non era stata abbastanza brava? O forse perché non era all'altezza di quello stage? E poi, con la sua strana variazione di contemporanea si sarebbe certo fatta notare, ma era il caso di ballare quella sua strana coreografia?
A Lauren sempre l'arduo compito di cominciare, quando fu chiamata sul palco entrò come aveva fatto prima, sicura di sé, pronta per mostrare cosa sapeva fare, porse il cd con la musica al tecnico del suono:
-Traccia quattro.
Si mise al centro del palco seduta in una posa con le gambe elegantemente incrociate e tutta raccolta, la musica iniziava con i suoni del mare e le prime note calme di un pianoforte risuonarono nell'anfiteatro. Lauren danzò la sua coreografia come aveva fatto solo due giorni prima. Era bellissima e ora che aveva un grande palco per sé riuscì a riempirlo tutto con i suoi movimenti. Univa grazia, leggiadria ed eleganza dei passi della danza classica ad altri più mascolini e forti propri della danza contemporanea quasi del hip pop. Poi si sfilò le bacchette della batteria dai capelli e cominciò ad usarle come se stesse suonando una batteria immaginaria in alcuni momenti, facendole ruotare in mano come aveva visto fare da Gustav oppure usandole come fossero delle appendici delle braccia con eleganti movimenti. La coreografia terminava come era iniziata con Lauren che si inginocchiava e si sedeva con le gambe incrociate chiusa come in una conchiglia.
Il poco pubblico che vi era nell'anfiteatro le tributò un applauso caloroso, ovviamente il tifo da stadio si ripropose da parte della "curva nord", questa volta però i maestri e il signor John Neumeier non si voltarono scocciati.
-Signorina, se le chiedessi di improvvisare ora, su alcuni pezzi scelti da me?
Lauren un po' affaticata dalla sua performance fece l'inchino, raccolse le bacchette.
-Certamente!-posò le bacchette in un angolo.
-Cosa intende dire? -domandò nel panico Tom
-Che cavolo ne so- Bill stringeva forte il polso del fratello come se dovessero ballare con lei.
-Speriamo- aggiunse un livido Tom
-Guardate che il prato in fiore ha due controcoglioni cubici!- disse convinto Gustav
-Ce la metterà tutta è un mito!- aggiunse sicuro Georg.
Bill e Tom guardarono stupiti i due ragazzi, Lauren tirava fuori il meglio dell'eleganza da tutti!
La ragazza si mise al centro e un maestro chiese al tecnico del suono di mettere alcuni brani. Il primo pezzetto fu una specie di musica dodecafonica con dei rumori di strada e suoni elettronici.
-Oddio- esclamò Bill-panico!
Lauren invece lasciò il suo corpo andare a strani movimenti sincopati, fece strani salti non molto accademici e con le braccia fece starne evoluzioni. Subito dopo le fu messa un musica di tipo tribale e la ragazzina si trasformò. Seguiva il ritmo che i tamburi davano lasciando libera la fantasia, si trasformò in una leggiadra gazzella. Fu poi la volta di danza irlandese e Lauren diede il meglio, proprio qualche anno prima aveva visto lo spettacolo River dance almeno sette volte e quindi si ricordava alcuni saltelli tipici di quel balletto. Fu poi la volta di una musica lenta, con un sottofondo di pioggia leggera e ormai con il fiatone Lauren si limitò a danzare con le braccia e le mani.
-Bene basta così- disse John Neumeier
-Non vedo l'ora di averla alle mie lezioni- disse un'insegnante.
La "curva nord" si fece sentire con applausi scroscianti e urla " Brava" " sei grande" "Bis". Di nuovo Lauren fece un grosso inchino e lasciò in fretta il palco. Dietro le quinte e nei camerini molti la guardavano con invidia o odio. La ragazza bionda non la insultò, ma la guardò con aria di schifo e sufficienza.
Lauren raccolse la sua borsa e le sue cose e corse dai suoi amici.

-Allora, le vostre urla animalesche mi dicono che vi sono piaciuta.
-Sei mitica!
-Una vera forza!
-Quando sono cominciati quei strani suoni iniziali mi è venuto un colpo, ero in panico io per te.
-Già io sarei rimasto pietrificato.
-Anche a me si è azzerata la salivazione- confessò Lauren- ma poi ho pensato a qualcosa di bello e mi sono lasciata andare. Stavo per scoppiare! Ma credo di essermi fatta notare?
-Porca merda sicuramente sì!
-Guarda che alle altre persone non è stato chiesto di fare nulla di quello che hai fatto tu.
-Vero, guarda gli altri, stanno ballando solo il loro pezzo e basta.
-Vuoi vedere quella bionda di prima?
-No, non ne vale la pena, voglio solo stare con voi, fra un po' dovete andare via,o sbaglio.
-Sì dobbiamo preparaci per andare alla premiazione.
-Mi toccheranno delle interviste pallose sempre sullo stesso argomento: la famigerata lettera su myspace!
-La frase di rito qual è?
-Non abbiamo nessun myspace e non abbiamo tempo per andare su internet e poi con tutte le belle ragazze che mi circondano sarebbe triste non approfittarne, no?
-Orca e dopo questa frase, quanto ti crescerà il naso?
-Be' non posso dire: sono innamorato della ragazza di mio fratello, sarebbe un gran casino?- disse con un sorriso malinconico Bill.
-Già- rispose con un velo di tristezza nella voce Lauren.
-E poi sai che bomba, insomma mi passeresti la patata bollente? Simpatico fratello!- disse Tom cercando di uscire dall'imbarazzo che avevano creato le parole di Bill. - E poi Georg come farebbe a rimorchiare se non ci fossi io, libero.
-Ah, perché sei libero?- disse con tono fermo Lauren- Cos'è "la" vuoi rivedere a Capodanno?
-Orca mi tiene sempre per le palle! Ma non dovevo essere libero? e anche tu di poterti fare tanti ballerini?
-Non finché ci sono io qui! O ti trito le palle nel frullatore! Sono una fan di Sara Bobbit.
-Porca miseria, meglio filare dritto, Tom- rise divertito Georg facendo seguire la sua frase con una pacca sulla spalla al ragazzo- finalmente qualcuno che mi vendica per le cattiverie che mi dite durante le interviste!
-Prendiamo un taxi o fra un po' sentiremo le urla dello staff, senza bisogno di intermediari tecnologici.

***

-Tesorino, ci hai visto?- Tom accarezzò dolcemente la guancia di Lauren che dormiva beatamente sul divano avvolta in una coperta morbida con la tv accesa.
-Muh-mugugnò assonnata- ma, no! Credo di essermi addormentata al secondo ospite che varcava il tappeto rosso, ma ho registrato tutto! Com'è andata?
-Ovviamente abbiamo vinto il premio.
-Sì, ma chissene, come sono andate le interviste!- chiese senza mezzi termini Lauren
-Bene, convincente e sicuro con due controcoglioni cubici!
-Bravo, sciroccato tinto! Buonanotte.
Tom cercò un approccio un po' più romantico con Lauren che era ripiombata tra le braccia di Morfeo.
-Lauren, dai andiamo a letto?
-Muh, mi porti?
-Ma pesi!
-Uhé, come osi? Sei tu che sei un rammollito! Due braccia da budino molle! Uffi, mi tocca alzarmi, ma che ore sono?
-Le tre!
-Porca miseria fra tre ore o poco più mi tocca!
Tom aiutò Lauren ad alzarsi e prendendola per mano la portò verso la loro camera da letto. La ricoprì di baci e carezze, ma Lauren rispose ancora mezza addormentata:
-Ti prego, non adesso, devo dormire, domani ho la prima lezione e devo essere in forma smagliante!
-Ma?
-Uffi, tu domani puoi dormire quanto vuoi, io devo lavorare, ti ho detto no! E poi puzzi, hai fumato e bevuto e io non bacio né una distilleria né un portacenere!- Lauren fu categorica e Tom si scontrò per la prima volta con la dura realtà, le donne sono di difficile comprensione e la vita di coppia non è sempre tutta rose e fiori.
Sconsolato, andò in bagno a lavarsi i denti e mettersi il pigiama. Si coricò accanto alla ragazza che dormiva rannicchiata su un lato e la avvolse in un abbraccio.
Quando suonò la sveglia Lauren spense subito, si tirò su in piedi in un batter d'occhio, si infilò nella doccia, si lavò veloce, si preparò e andò in cucina, lì vide una sagoma informe sulla sedia, uno zombie dalla folta cresta leonina un po' floscia.
-Scricciolo che fai?
-Uhm- rispose con un filo di voce Bill- la sveglia suonava a tuono, mi è pigliata una sincope e mi sono svegliato, ti dobbiamo accompagnare, no?
-Uh, ma che carino!- Lauren lo abbracciò e gli stampò sulla guancia un sonoro bacio- devo andare a svegliare il mentecatto numero due quindi!
-Intanto preparo la colazione- disse nel coma più profondo Bill. Il ragazzo stava preparando tutto come un automa, ogni tanto si incantava davanti ad un mobile o davanti alla caffettiera, dormiva in piedi come i cavalli.
Intanto Lauren si era messa accanto a Tom e sussurrava paroline dolci per cercare di svegliarlo con delicatezza. Provò con carezze e baci finché il ragazzo cominciò a dar segni di vita.
- Tom, Bill sta preparando la colazione, ti alzi anche tu?
-Buh, sono morto- Tom aprì un occhio- sono stanco!
-Dai, cucciolo, coccolo, ciccino alzati, mi accompagni poi torni a nanna!
-Mi alzo, ma non chiamarmi mai più con quei stupidi nomignoli o mi suicido!
-Oh no, dont jump!
-Fan culo Lauren, alle sette dove cazzo la trovi la forza per scherzare?
-Dai alzati, ti apro la doccia!
-La facciamo insieme?
-Caro mio arrivi tardi sono già vestita, devo solo truccarmi e pettinarmi.
-Uffi, la mattina sei scattante come un fuso! Come fai?
-Abitudine!
La colazione si svolse in silenzio i due ragazzi erano veramente assonnati, mentre Lauren era euforica, vivace e arzilla. Quando ebbero finito si diressero in bagno per finire di lavarsi i denti, Lauren si pettinava facendosi una coda di cavallo, poi si fece una treccia e la arrotolò in un elegante chignon. Poi si truccò lievemente gli occhi solo per sottolinearne la forma. Mentre Tom ancora alquanto assonnato si stava sistemando la chioma in una coda alta.
-Tom, se ti metti quel cappello non ti rendi un po' troppo riconoscibile.
-Uhm, già che palle vado in automatico! Ma se metto quel cavolo di cappello di lana nero di ieri non va bene con la coda così?
Lauren glielo mise poi lo guardò dubbiosa.
-Ma sì, forse ti sta bene anche così.
-Direi perfetto.
I tre si ritrovarono in salotto poi scesero nell'androne e si avviarono verso la fermata dell'autobus, era una mattinata grigia e fredda e l'aria frizzante del mare non lontano li risvegliò subito.
-Fra qualche giorno c'è il compleanno di Gustav, già pensato al regalo?
-No!
-Encefalo grama piatto, nessuna idea.
-Potremmo girare un video divertente ripercorrendo in modo ironico la sua vita.
-Potrebbe essere una buona idea.
-Dai, Bill, fai lavorare il tuo cervello da creativo! Quando siete a casa, mettete giù uno storyboard magari provate a chiedere ai suoi genitori qualche foto o dei momenti divertenti della sua vita e poi noi li mettiamo in scena.
-Sarebbe divertente- rispose con la sua inconfondibile voce squillante Bill- mi metto subito al lavoro!
Tom invece silenzioso sembrava ancora nel mondo dei sogni, un automa che cammina da solo, poi Lauren rivolto a lui con dito minaccioso disse.
-E tu, sbaglio o devi studiare per la patente? Sai io appena avrò compiuto diciotto anni potrò finalmente guidare da sola! La patente ce l'ho già da due anni!
-Stronza, io invece non ho avuto ancora il tempo per studiare, ma tu, come fai ad averla?
-Noi possiamo guidare fin dai sedici anni, ma solo accompagnati dagli adulti. Possiamo fare un corso e ci rilasciano una patente dopo aver superato degli esami e una volta i diciotto compiuti, tadaaaa guidiamo senza accompagnatore! Quindi il 18 settembre vi aspetto, guiderò io fino alla mia festa.
-Oddio, credo che mi darò malato- disse ironico Bill.
-Tu provaci e tornerai ad essere una voce bianca!-disse minacciosa Lauren.
Bill sorrise, i tre ragazzi salirono sull'autobus e cominciarono a discutere sui particolari della festa di Lauren che come Bill aveva programmato nei minimi dettagli.
-Dai, tesoro, mi racconti cosa faremo?
-E chi ti dice che sarai invitato?- disse Lauren.
-Ma come, non sono l'invitato d'onore- rispose un mesto Bill.
-Sempre il solito egocentrico?
-Già oltre alla teoria Tolemaica dovrebbero coniare la Teoria Billmaica, ovvero Bill è al centro dell'universo e il resto ruota intorno a lui.
-Ah, perché non è così?
Tom e Lauren gli diedero una sberla sulla testa lasciandolo rintronato e facendo seguire il loro gesto da due improperi fini ed eleganti.
Scesero poi alla fermata e l'aria frizzante li risvegliò, quando si ritrovarono davanti al portone della bellissima scuola di danza Lauren fece per entrare ma prima diede un bacio sulla guancia ai due ragazzi:
-Allora mi raccomando, si studia per la patente e tu testa tinta scrivi un bel po' di copione per il video! Non voglio lavativi! E se io non dormo, nemmeno voi!
-Sì, ma ti voglio ricordare che noi siamo a tre ore di sonno invece tu a quanto pare ti sei addormentata sul divano…
-Secca come una pera cotta!-aggiunse Tom
-Allora, -sfoderando il dito minaccioso- pera cotta non me lo dici! Al massimo vi concedo un pisolo dopo pranzo, ma ora a casa al lavoro!
-Schiavista!
-Già, quasi peggio dei nostri manager.
-Comunque nel pomeriggio noi, mica cazzeggiamo, dobbiamo lavorare, la testa di minchia deve ancora imparare una canzone in inglese e ci metterà come minimo tre anni!
-Allora smentiamo una volta per tutte che io sia un mentecatto rincoglionito, la canzone l'ho già imparata! Ogni tanto sbaglio qualche parola.
-Una su due?
-Piantala gemello malefico! - poi cercando conforto-Ho una serpe in seno!
-Come sempre la verità fa male!- concluse Tom cingendo la testa del fratello e togliendogli il cappellino di lana cominciò a frizionarla in modo scherzoso. Bill dal canto suo gesticolava e lanciava maledizioni.
Lauren si allontanò divertita salutando con la mano. La pesante porta a vetri si chiuse dietro di sé, mentre Bill e Tom la guardavano allontanarsi. Poi si voltarono e si diressero verso la strada in cerca di un taxi. Tuttavia improvvisamente Tom si sentì tirare per la giacca si girò e vide Lauren
-Uhè, gino, hai dimenticato!- Lauren gli prese il capo con sicurezza e gli diede un lungo bacio. Tom rimase stupito, il bacio della ragazza anche se fugace fu lieve e dolce e lo lasciò per qualche secondo in estasi.
-Pesce lesso- lo riportò sulla terra Bill- il taxi.

***

Nei giorni successivi i ragazzi lavorarono al loro progetto di video divertente per il compleanno di Gustav, fu molto difficile però non farsi scoprire dal ragazzo.
Lauren faceva la madre di Gustav, Georg il padre, un bambolotto aveva fatto le veci del ragazzo da bebè, mentre Bill era stato costretto a fare Gustav, per l'occasione avevano comprato addirittura una parrucca bionda.
-Senti, piantala Bill, sei fastidioso come un riccio di mare sotto il culo! O la smetti di lamentarti o ti portiamo davanti ad una scuola e ti incateniamo al cancello!
-Ma uffi, perché mi devo conciare così!
-Insomma, l'hai scritto tu l'episodio!
-A saperlo mi sarei limitato! - Protestò vivamente.
Ma i ragazzi furono irremovibili, Bill cedette per non rischiare il linciaggio. Poi fu la fatica del montaggio, per questo si fecero spiegare bene l'uso di un programma dal loro esperto che fu lieto di aiutare i ragazzi fornendogli tutti gli accorgimenti per un lavoro perfetto. Ma tutto fu reso complicato dal solito Bill.
-Senti ma trovati un hobby, fatti una sega, non ci rompere!- urlò infastidito Tom
-Già Bill sei il solito esagerato, non possiamo fare un'opera perfetta, se sei brutto e vieni di merda in video non è colpa nostra!
-Sarò anche un rompi palle, ma voi siete odiosi, quando torna Lauren vedrete mi darà ragione!
-Vedremo, intanto vai giù a provare con Gustav le canzoni per il compleanno di Lauren o capirà che stiamo progettando qualcosa per il suo compleanno, già ieri per poco non ci scopre- tagliò corto Georg rimettendosi alacremente al pc.
-Sempre perché sei un deficiente- aggiunse laconico Tom.
Bill se ne andò imbronciato, suonò dal suo amico Gustav e si mise al lavoro per prepararsi al meglio per il compleanno di Lauren. Gustav e Bill andavano molto d'accordo, Gustav infatti era molto paziente con l'amico e sapeva sempre o quasi come prenderlo. Essendo molto silenzioso sapeva bilanciare le chiacchiere fiume del ragazzo e nello stesso tempo sapeva fare battute esilaranti e scherzi divertenti che rendevano il lavoro piacevole.

-Bill, sappi che ho perso la pazienza, guarda io non sono un drago con il francese, ma tu sei al limite della demenza! Sei, credo, senza speranza alcuna, ora ci colleghiamo con skype e Léonor, se sopravvive alla tua pronuncia, prova a correggerti, io ho tentato, ma abbandono. La lotta è impari.
-Dici?- domandò con tono ingenuo Bill.
Gustav di fronte alla faccia del suo amico che lo guardava con due occhioni nocciola languidi e innocenti si sedette e sprofondò sconfortato come fosse una gelatina sciolta.
-Ti vedo demoralizzato, faccio tanto schifo?- chiese Bill timidamente.
-Sì, Bill, sì, non ne posso più, possibile che riesco io a cantarla mentre tu no! Insomma sforzati.
-Ma, io ci provo con tutte le mie forze, ma non ci riesco- ribatté il cantante.
-Ma non puoi cantarla così, fai veramente cagare! Sembra quasi che tu non abbia mai cantato in vita tua!- lo redarguì con forza Gustav.
-Faccio così schifo? Sei sicuro? Non è che stai esagerando?- richiese con insistenza Bill.
Gustav stava arrancando voleva sbattere la testa al muro, poi si alzò risoluto:
-Vado a chiamare la metà del tuo cervello e Georg così ti diranno loro, io non ti reggo più!
-No, non puoi- lo trattenne Bill- facciamoci una banana split! Un muffin! Insomma non hai voglia di una maialata pannosa e cioccolatosa?
-Neanche un bagno nella cioccolata calda potrebbe rifarmi prendere le forze, mi hai svuotato!- disse con le braccia penzoloni e lo sguardo vacuo il povero Gustav.
-Non sei troppo duro con me? Dai, merendiamo e poi riattacco a cantare con l'aiuto di Léonor.
-Povera Léonor!- Gustav si alzò sconsolato e in cucina con il suo amico si concedette una lauta merenda.

***

-Raga!- entrò urlante Lauren- ho una notizia sensazionale!
Tom le corse incontro e la prese tra le braccia sollevandola di peso la fece girare fino a che rimase senza fiato. La posò e la baciò a lungo, intanto anche Bill li aveva raggiunti.
-Ok, scollatevi, prendete fiato, basta baciarsi davanti ai bambini!- Bill gesticolava davanti ai due ragazzi che non avevano smesso di baciarsi. Quando divenne molesto sia Tom sia Lauren senza staccarsi né parlare alzarono un elegante dito verso Bill che esclamò:
-Eleganti i due ragazzi, Dio li fa e poi li accoppia, dai qual è la notizia?- Bill cominciò a tirare la giacca di Lauren come un bimbo che fa i capricci, ma Tom non voleva mollare la ragazza, aveva proprio voglia di coccolarsela un po' quindi si staccò due secondi dalla bocca dell'amata e disse acidamente:
-Bill te ne vai fuori dai coglioni grazie?- accompagnando le parole con un chiaro gesto.
-Perché? Questa fino a prova contraria è anche casa mia.
-Sì, a metà, quindi chiuditi in camera tua e non mi rompere- Tom riprese da dove aveva lasciato la ragazza, le tolse il cappotto, lanciò il cappello in faccia a Bill e cominciò a slacciare il vestito di Lauren che fece altrettanto con la felpa del ragazzo.
-Lauren allora la tua notizia?
-Può aspettare!-disse Lauren trascinata dalle carezze di Tom.
Bill li guardò un po' ma non voleva proprio capire che era il momento di lasciarli da soli. Evidentemente, punto sul vivo dalla gelosia, cercava di rovinare il momento, ma Tom fu categorico.
-Bill, o vai in camera tua o te ne vai fuori dai coglioni, vai ad aiutare Gustav con i preparativi per la sua festa, vai in camera tua fatti una sega, insomma lasciaci in pace!
-Quanto puoi essere stronzo? Andatevene voi in camera vostra io voglio mangiare, abbiamo preparato la cena per tutti, dovevamo cenare da bravi ragazzi, ci sono le mie polpette preferite!
-Ma allora ci sei?- Tom lasciò Lauren prese il fratello per la manica della maglietta, lo trascinò verso la sua camera e lo spinse dentro con forza richiudendo la porta con fragore. Poi riprese Lauren e continuò come se niente fosse le effusioni amorose camminando verso il divano.
Bill raccolse una giacca, un cappello e sbattendo prima la porta della sua camera, poi quella dell'appartamento se ne andò.
Scese con rabbia un piano, suonò a casa di Georg, ma non ottenne risposta. Si avviò quindi verso l'appartamento di Gustav, suonò e aprì la madre:
-Buonasera signora- disse con un filo di voce Bill.
-Buonasera, come stai? Qui fervono i preparativi per festeggiare il nostro piccolino.
-Mamma se è uno dei ragazzi non farlo entrare, deve essere una sorpresa!
-Gustav ti posso parlare?- chiese timidamente Bill rimanendo sulla soglia.
Gustav fece capolino dalla porta e senza far accomodare l'amico disse:
-Che ci fai qui? Non dovevate cenare?
-Sì, ma mi hanno sbattuto fuori!
-Dai, era prevedibile vorranno stare un po' soli.
-Bastava chiederlo prima, mi sarei organizzato, invece sono stato sbattuto fuori come un cane! Mio fratello è uno stronzo!
-Bill, devi esser comprensivo, è la prima volta che può stare tanto tempo con lei e forse vuole godersi un po' la vita da fidanzatino, non pensi?
-Lo so, ma ribadisco, poteva dirmelo e io mi sarei organizzato.
-Guarda che a volte ti vengono delle voglie improvvise, dai magari non voleva essere brusco. Sai a volte le ragazze sono un po' difficili, forse Lauren non era stata tenera in questi giorni, insomma non si era concessa e quindi Tom ha colto l'occasione al balzo e... Non rimanerci male. Dai, chiudi gli occhi, vieni dentro, voglio che sia una sorpresa la festa del mio compleanno e qui fervono i preparativi.
Bill chiuse gli occhi e si fece condurre da Gustav fino in camera sua. La camera del ragazzo era perfettamente in ordine, immacolata, pulita con il letto militarmente perfetto, niente a che vedere con il "caos organizzato", come lo definiva Bill, della camera del cantante dove un servo muto oscillava pieno di vestiti e una poltrona era completamente ricolma di abiti. Quando le donne delle pulizie entravano nell'antro dei gemelli ci mettevano ore a riordinare il tutto. Lauren aveva tentato di inculcare ai due ragazzi un po' di rispetto per il lavoro altrui, ma non aveva sortito quasi nessun effetto.
-Bill, fai come se fosse camera tua, se vuoi guardati un film, sai dove sono, hai mangiato?
Anche se il ragazzo non aveva cenato mentì, il suo stomaco si era chiuso e la fame gli era passata del tutto.

-Che ore sono?- chiese Lauren a Tom che si era assopito tra le sue braccia.
-Porca miseria è l'una passata.
-Hai sentito per caso Bill rientrare?
-Oddio, no, cavoli.
Tom si alzò e ancora nudo si diresse verso la camera del fratello.
-Lauren- urlò- non c'è.
La ragazza si infilò le sue mutandine e si mise una maglietta di Tom, prese il telefono e fece partire la chiamata al cellulare di Bill.
Una musica risuonò sul divano.
-Porca merda il mentecatto ha dimenticato il cellulare!
-Siamo stati degli stronzi egoisti- disse Lauren con tono preoccupato, poi lanciò un paio di boxer a Tom che si vestì alla bene e meglio.
-Che facciamo?- entrò di corsa in camera di Bill e vide che sul comodino vi erano le chiavi dell'appartamento e il portafogli.
-Merda ha lasciato anche qui i documenti. Chissà se ha con sé il cellulare di lavoro.
Tom andò in camera sua e fece squillare il cellulare che usavano per lavoro, cercò di capire se il fratello se lo era portato con sé, ma nulla, il cellulare fu ritrovato accanto al pc di Bill.
-Siamo nella merda, l'idiota è in giro senza documenti e cellulari.
-Magari è semplicemente da Gustav o da Georg- disse Lauren con un tono che cercò di essere il più convincente possibile.
Lauren si vestì e con Tom scese alla volta degli appartamenti degli altri due componenti della band.
Suonarono da Georg, ma nessuno rispose.
-Magari è uscito con Georg!
-Speriamo!- Tom fece squillare il cellulare dell'amico, ma " il cliente da lei cercato non è al momento raggiungibile"
-Cazzo!- inveì Tom- speriamo sia da Gustav.
Lauren suonò da Gustav, Tom era veramente preoccupato e si sentiva gelare, era stato veramente odioso con suo fratello, nel giro di pochi giorni aveva talmente trattato male Bill che si sentiva morire.
Un assonnato Gustav aprì la porta e fregandosi gli occhi non lasciò neanche il tempo ai due ragazzi di parlare e disse:
-E' qui. Sta dormendo sul divano.
Tom entrò senza indugio e conoscendo bene la casa dell'amico si diresse sicuro verso il fratello.
Bill dormiva rannicchiato in posizione fetale avvolto sotto un piumone caldo e accogliente.
Tom gli scoprì il volto e accarezzò dolcemente la fronte e la guancia del fratello, avvicinandosi con il volto all'orecchio di Bill sussurrò:
-Scemunito tinto, perdonami- poi gli diede un bacio sulla guancia.
Bill aprì gli occhi, ma rimase silenzioso.
-Sono un minchione di grandezza abnorme. Sono uno stronzo di prima categoria, una testa di cazzo rasta. Devi perdonarmi, l'olio d'aloe mi ha fuso i neuroni- poi gli ridiede un bacino- non dovevo comportarmi così, sono un idiota, è la seconda volta che ti tratto male e tu non te lo meriti di certo.
Bill non si muoveva una lacrima gli solcava il viso, aveva lo stomaco chiuso e un nodo in gola. Anche Lauren si avvicinò al ragazzo e raccolse una lacrima che nasceva salata dagli occhi nocciola del ragazzo e disse:
-Due minchioni di grandezza incommensurabile! Devi perdonarci Bill. L'amore fa fare delle stronzate galattiche e ferire così il nostro scricciolo tinto, era l'ultima cosa che dovevamo fare, la sera delle polpettine in umido e banana split, poi! Sai, non abbiamo ancora cenato, ti va di farci una mangiata di mezzanotte?
Bill si tirò su e abbracciò i due ragazzi che apparivano contriti, desolati e cercavano in ogni modo di farsi perdonare.
-Vi perdono, ma vi prego cercate di comprendermi ogni tanto, non è facile per me vedervi insieme!
-Certo, fratellino, scusami! Il mio solito tatto da elefante, il mio carattere da buzzurro patentato. Mille volte scusa- disse mesto Tom.
Gustav aveva assistito alle scuse dei ragazzi e quasi in catalessi, dormendo in piedi, cercava le parole giuste per congedare gli ospiti.
-Togliamo il disturbo- disse Bill finalmente sollevato dopo le scuse del fratello.
-Scusaci Gughino- disse Lauren dando un bacino sulla fronte al ragazzo assonnato,- scusaci per l'intrusione.
-Già, la prossima volta il piccolo Bill lo portiamo a passeggio per il parco e lo abbandoniamo lì- disse Tom cercando di stemperare l'atmosfera.
Bill allora si attaccò al braccio del fratello e cominciò a fare il cucciolo molesto. E per farlo incavolare fino in fondo quando furono sulla soglia Bill leccò la guancia di Tom che urlò sul pianerottolo rincorrendo il fratello che sicuro della reazione era corso via verso il loro appartamento. Quando Bill fu davanti alla porta si accorse di non avere le chiavi per entrare e si trovò con le spalle al muro, senza via di scampo. Tom lo braccò, Lauren aprì la porta e Tom stringendo forte il fratello in un abbraccio lo sollevò e lo portò sul suo letto, lì cominciò a fargli il solletico. Bill tentava di difendersi ma non riusciva a smettere di ridere. I due poi finirono a cuscinate la lotta, mentre Lauren riscaldava la cena. Quando non ebbero più fiato i due ragazzi si sdraiarono a faccia in su guardando il soffitto, in silenzio, si stringevano la mano in modo affettuoso.
-Dai, venite, ceniamo- li chiamò premurosa Lauren.
I due fratelli si guardarono negli occhi si sorrisero e si alzarono di scatto all'unisono.
-Certo, cenare alle due di notte…-disse Lauren.
-A noi capita spesso, quando siamo in tournée. - rispose Bill
-Già abbiamo strani ritmi sonno veglia che ucciderebbero un cammello. Per cui…pancia mia fatti capanna- disse Tom attaccando le polpette.
La cena notturna si svolse in gioia e armonia e Lauren finalmente raccontò a Bill la strepitosa notizia.
-Oggi sono stata scelta per ballare un passo a tre con altri due compagni nel balletto finale che conclude lo stage. Nella serata saranno presenti anche altri ballerini famosi che arriveranno settimana prossima. Tra questi c'è anche uno dei miei idoli. Pensa potrò vederlo ballare e farò delle prove anche con lui.
-Ma chi è quel Roberto qualcosa?
-No, magari, ma c'è l'altro ballerino italiano che mi piace! Murru!
-Ah, ma chi è?
-Idiota lo hai sicuramente visto, quello del dvd che ti ho fatto vedere mille volte!
-Quello di Giselle!- esclamò Bill.
-Bravo, Bill ti adoro, ma allora tu mi ascolti e ti appassioni, tuo fratello per queste cose ha l'encefalo grama piatto- fece sconsolata Lauren.
-Guarda è solo perché me lo avrai propinato settecento volte che me lo ricordo! E quello di cui sospiri e dici " che belle mani"
-Sì!- disse trionfale Lauren- il mio mono neurone tinto ogni tanto mi stupisce, credo di aver sbagliato gemello, forse dovevo mettermi con te- poi Lauren si morse le labbra, non doveva riaprire quella ferita, ma Bill con uno sforzo sovrumano sorrise e prendendo la panna spray se ne sparò una montagna su una banana.
Tom che si era tenuto in disparte fino a quel momento prese a sua volta la panna e invece di metterla sulla sua banana la scosse e la spruzzò in faccia al fratello:
-Bill, ti fa bene la panna sul viso, ti asciuga i brufoli!
Bill per la seconda volta in pochi giorni con la faccia ricoperta di panna cominciò ad inveire e rincorrere Tom che si rifugiò nel suo bagno.
-Bastardo patentato, esci da lì.
Tom aprì guardingo la porta e accolse Bill che urlava improperi con la doccia fredda in mano.
-Stronzo, è fredda!
-Già almeno spengo i tuoi bollenti spiriti.
-Piantala, chiudi, stai allagando il bagno. - chiese supplichevole Bill.
Lauren entrò in camera prendendo l'intonazione da mammina apprensiva:
-Bambini, piantatela, prenderete freddo e poi state allagando casa!
Ma quelle parole le furono fatali. I due gemelli si scambiarono un fugace sguardo di intesa e poi si coalizzarono contro la ragazza.
-Ah, così ti saresti sbagliata, vero?- esordì Tom bloccando le braccia di Lauren- forse era meglio scegliere Bill.
Tom sollevò la ragazza e la trasportò sul letto e vi si gettò come su un materasso gonfiabile. Bill li raggiunse e tutti e tre cominciarono a lottare come tre bambini. Ancora una volta avevano sistemato tutto con un paio di risate, pizzichi, solletico e cucinate.
-Cavoli- mi viene da vomitare.
-Porca miseria anche a me.
-Attività sportiva dopo cena, fa male.
-Sarà che sono le tre di notte?
-Meno male che domani possiamo dormire!
-Già, domani è il compleanno di Gustav.
-Il video come è venuto?
-Da morire dal ridere.
-Sta sera ho parlato con la madre di Gustav e ci siamo accordati, abbiamo preparato un maxi schermo per proiettare il video.
-Il disco con l'autografo è arrivato questa mattina, mentre il piatto della batteria firmato lo avremo all'ultimo domani pomeriggio.
-Bene ora possiamo dormire che ne dite?
I tre ragazzi si misero sotto il piumone caldo, Tom al centro così poteva coccolare Lauren e cercare di confortare Bill tenendogli stretta la mano.

***

-Signora era tutto ottimo!- Lauren fece i complimenti alla mamma di Gustav che per il compleanno del figlio ci teneva ad organizzare una cena tranquilla.
-Già ha cucinato per un reggimento, ma come vede abbiamo fatto onore- si batté la pancia Tom che con i suoi pantaloni larghi aveva ancora parecchio spazio.
-Io, mi sono slacciato la cintura dopo l'antipasto, sembro un tacchino ripieno.
-Sì, bel tacchinello con la cresta nera!- lo stuzzicò Lauren
La festa di Gustav era nettamente diversa da quella dei due gemelli, di natura riservata e calma, Gustav aveva preferito festeggiare con una cena tra amici e parenti, poi avevano intenzione di andare in un locale e festeggiare tutta la notte ballando e folleggiando in un bar "in" di Amburgo.
Il padre del festeggiato si alzò dopo l'ennesimo brindisi, abbassò le luci e la madre portò la torta con 19 candeline.
Un bellissimo "Tanti auguri" fu intonato dalla cristallina voce di Bill accompagnato dagli amici più intimi. Un felicissimo batterista spense tutte d'un fiato le candeline e per fortuna non ebbe nessun incontro ravvicinato con la panna.
La torta era una super Saker fatta in casa, una delizia che lasciò tutti molto soddisfatti.
-Adesso i regali, ma per questo dobbiamo spostarci in salotto!- disse la madre di Gustav.
Il ragazzo fu sorpreso e quando entrò nel salone trasformato in cinema fu ancora più sorpreso.
-Oddio inizio a temere, qui c'è puzza di guai!- rivolgendosi agli altri componenti della band -Ne sapete qualcosa?
-Noi?- finse innocenza pura Bill da attore consumato.
-Spero non sia mia madre che vuole proiettare i miei filmini di quando ero piccolo, mi sparo!
-Sarebbe bello vederti sculettante chiappe al vento Gustav, potremmo metterlo su youtube.
-Poi ti scotenno vivo. -disse minaccioso a Tom che aveva provato ad essere impertinente.
-Benissimo prendete posto signori e signori, adulti sul divano, bambini e ragazzi per terra. Il festeggiato in centro per favore- Lauren si mise al centro come una presentatrice, poi intervenne Bill.
-Innanzi tutto dobbiamo tributare un super applauso a signori Schäfer- tutti batterono le mani- hanno organizzato una cena splendida! Noi ragazzi della band e Lauren poi vogliamo tributare loro un ulteriore super applauso per l'aiuto che ci hanno dato, per il caloroso sostegno e l'enorme contributo nel preparare il nostro speciale regalo di compleanno. A nome dei: " Tokio Hotel"- dissero in coro i ragazzi che ormai lo facevano in automatico.
-E mio- aggiunse Lauren- buona visione! Per alcune scene contenute nel filmato si raccomanda la visione ad un pubblico adulto. I cardiopatici potrebbero avere delle conseguenze, gli autori quindi raccomandano di tenere vicino le medicine pronto soccorso. Se ci sono animali domestici, vanno tenuti lontani, potrebbero avere delle reazioni inspiegabili e dei comportamenti strani, se dovesse succedere, allontanateli subito e spegnete immediatamente il televisore.
Alla presentazione di Lauren tutti risero, mentre Gustav era sempre più preoccupato, che cosa avevano combinato quei tre squinternati dei suoi amici con Lauren? E i suoi genitori complici? Era preoccupato.
Il filmato cominciò con una voce camuffata che diceva:
-La "Lauren tokio stamberg " preXenta- e uscì un simbolo della band camuffato con una grossa L che si fondeva insieme- "Gustav Life". Solo questa presentazione fece ridere la platea, mentre Gustav meditava una morte rapida.
Il filmato ripercorreva le tappe salienti della vita di Gustav riveduta e corretta dai ragazzi. Innanzitutto avevano girato un filmato in una nursery Lauren e Georg facevano i genitori di Gustav e tenevano in braccio un Cicciobello, mentre Tom faceva il medico. Bill, poi nei panni del piccolo Gustav faceva spaccare in due dal ridere. Soprattutto quando, per rimarcare il fatto che era piccolo, prendeva assurdi accenti e faceva errori grammaticali da far sbellicare. I genitori, i nonni e i parenti presenti erano felicissimi e ridevano come matti. Una delle scene più divertenti fu quando interpretarono l'inizio della carriera di Gustav. Bill con la parrucca bionda in testa per essere il più somigliante possibile all'amico, in ginocchio per sembrare piccolino con le scarpe che gli spuntavano a livello delle rotule era circondato da pentole e coperchi. Bill-Gustav si impegnava come un matto per suonare ma più che musica creava solo grande confusione. Mentre Lauren e Georg i genitori facevano finta di essere fieri del loro figlioletto.
"Garda come è dotato" diceva Lauren
" Già dobbiamo proprio iscriverlo ad una scuola di musica" rispondeva fiero Georg. Il filmato poi mostrava delle immagini vere di Gustav che suonava da piccolo.
Poi ovviamente misero in scena il loro incontro dove i ragazzi ripresero il loro ruolo. Bill era riuscito, con l'aiuto di mollette forcine e tanto gel, a pettinarsi i capelli come quando li aveva corti, aveva indossato la sua gonna scozzese e degli stivali un po' riveduti. Tom si era sciolto i dread e anche se erano più lunghi e folti sembrava quel piccolo chitarrista che suonava accompagnato solo da suo fratello. Anche far sembrare più corti i capelli di Georg era stato difficile, qualche ricciolo aveva fatto la sua comparsa, mentre Lauren aveva indossato i panni del batterista.
L'atmosfera era delle migliori e tutti, alla visione del filmato, risero di cuore, anche il festeggiato dovette asciugarsi un paio di volte le lacrime dal troppo ridere.
-Grazie ragazzi, siete fantastici, credo sia uno dei regali più belli in assoluto, adesso capisco perché eravate strani in questi giorni, soprattutto quando mi avete lasciato un intero giorno solo con Bill che mi ha scassato le p fino allo sfinimento. Per questo vi perdono.
I ragazzi si abbracciarono felici poi Bill saltellando come un grillo, come soleva fare quando era eccitato, aggiunse:
-Ma non è finita! Abbiamo ancora dei regali! I ragazzi sparirono per qualche minuto e tornarono con dietro la schiena altre sorprese.
-La prima- disse felice Bill e porse un pacco rotondo che svelava chiaramente il contenuto.
- Cos'è avete finito i soldi e mi avete regalato un piatto per la batteria?
-Più o meno.
Gustav scartò il regalo e poi urlante disse:
-O mio dio, o mio Dio, come lo avete ottenuto?
-Abbiamo mosso mare e monti e con l'aiuto di Peter siamo riusciti ad avere l'originale autografato.
-Grazie è stupendo! E' pure consumato e vissuto lo terrò sul comodino! Grazie ragazzi! Abbraccio di gruppo!- Gustav andò a stritolare i suoi amici e al settimo cielo li stringeva con le sue braccia forti- Siete dei tesori, vi voglio un mondo di bene! Il filmato era esilarante, anche se, Bill, io non parlavo così! Comunque me lo rivedrò solo per ammirare te con la parrucca bionda! Dovremmo metterlo sul nostro sito, ti prenderebbero per il culo a vita! Sei un attore nato, guarda se ti va male con il canto, hai un futuro.
-Anche io ho un pensierino- disse timidamente Lauren porgendo un regalino.
-Grazie mammina - fece ironico Gustav - più sono piccoli e più sono preziosi.
Il ragazzò tastò il regalo- Lauren guarda che i cd dei Tokio Hotel io non gli ascolto, sono dei tali rompi palle, il cantante poi ha quella voce acuta che ti penetra e ti rompe i timpani.
-Ah, ah- disse lievemente scocciato Bill.
Poi Gustav scartò il regalo e cominciò a saltellare alla Bill.
- Figo, figo, è introvabile! Come cavolo hai fatto? Oh, mamma, guarda! Papà guarda! Urca sono troppo felice! Mi tremano le mani.
Gustav stritolò Lauren fino a farla soffocare era euforico, teneva per le mani un singolo rarissimo autografato da tutti i componenti dei Metallica e una dedica speciale del batterista, l'idolo incontrastato nel cuore del ragazzo.
-Mio padre aveva tutti i dischi e quando la band è venuta a Parigi sono riuscita a parlare con loro, gli ho raccontato di te e sono stati felicissimi di farti gli autografi e la dedica.
Dovrò allargare la bacheca dei cimeli, dopo lo splendido regalo che mi hanno fatto i miei genitori anche quello dei miei amici. Sono commosso! Vi siete superati tutti.
Il ragazzo che di solito era di poche parole e che preferiva stare in disparte aveva mostrato come sempre il suo lato più dolce e affettuoso. Lontano dai riflettori era sorridente, baldanzoso, sempre pronto alla battuta e al gioco, un vero simpaticone. Tutti lo conoscevano benissimo ed era questo il ragazzone che amavano.
La serata continuò in un locale che Gustav aveva scelto e interamente prenotato per lui e i suoi amici. L'atmosfera gioiosa che aveva contraddistinto la serata dei due gemelli fu replicata, ovviamente Bill fu un sorvegliato speciale, Lauren e Tom lo fecero bere moderatamente onde evitare di passare una notte insonne a tenergli la fronte mentre vomitava.
I ragazzi si divertirono, ballarono scatenati e alle sei del mattino stanchi morti si coricarono, Gustav era stremato, ma felicissimo era stato proprio un compleanno indimenticabile.

***

-Hai guardato il copione per il video?-disse pigramente Tom a suo fratello ancora stravaccati sul divano dopo la notte del compleanno di Gustav.
-Sì, vagamente, domani mattina abbiamo la riunione giusto e poi la prova luci, vestiti eccetera nel pomeriggio.
-Esatto, ma come sempre tu hai la parte essenziale, hai studiato o come sempre arrivi impreparato?
-Ho studiato, cretino e poi non è vero che sono così testa di legno.
-No, ma di marmo sì! A proposito della tua demenza senza fine, hai studiato le canzoni per Lauren?
-Sì, le so tutte!
-Gustav è di parere contrario dice che con quella del gruppo cazzuto preferito di Lauren hai gravi problemi, non solo non sai ancora le parole, fai fatica con il francese, ma a volte prendi delle stecche allucinanti!
-Esagerato neanche fosse un'opera lirica quella che devo cantare! È che la lingua mi impiccia non poco, ma non stecco!
-Vedremo, oggi dovremmo provare, forse la sorella di Georg dovrebbe riuscire a portare via Lauren per qualche ora, così possiamo provare. Poi abbiamo appuntamento con Léonor verso le sei su Skype, così ti aiuta con la pronuncia!
-Sai fratellino, oggi non sono in gran forma, e dire che non ho bevuto molto ieri sera, eppure sono un po' frastornato, ho un lieve mal di testa.
-Tutte scuse, pigrone patentato!

I ragazzi si ritrovarono nel loro studio di prove accanto all'appartamento dei gemelli. Lauren era uscita con la sorella di Georg, erano andate ad una mostra di quadri e poi sarebbero andate al cinema a vedere un film di quelli che Tom si rifiutava di andare a vedere.
-Bill, ma che cazzo hai oggi?
-Già ne imbroccassi una!
-Ma veramente Bill guarda che hai steccato pure su Jung und nicht mehr jugendfrei.
-Lo so, ma ho mal di testa! E poi sono partito alto e mio nonno mica ci riesco a farla come la facevo due anni fa! Sono un cretino.
-Idiota noi l'abbiamo abbassata apposta!
-Certo, ma siate comprensivi, adesso prendo qualcosa per il mal di testa.
-Dobbiamo preoccuparci?
-No, tranquilli- accennò con sofferenza Bill.
-Sarà la tinta per capelli che ti ha ridotto così- disse Tom cercando di stemperare l'atmosfera.
-Credo di sì, oppure l'aver fatto le sei del mattino ieri e le quattro l'altro ieri?
-Urca Bill, stai invecchiando, dopo i diciotto cominci già a fare il nonno?
-Spiritoso! No, mi riprendo dai.
Bill prese un moment e poco dopo ritrovò un po' del suo smalto di cantante capace di infiammare le scene.
Certo la canzone preferita di Lauren del gruppo francese dei Kyo che tentava di cantare proprio non gli riusciva, i ragazzi erano quasi rassegnati.
-Ma se canti così Bill forse dovremmo cambiare la scaletta.
-No, preferisco farla come prima canzone, così via il dente via il dolore! Il resto è tutto in salita.
La sessione di prove terminò con una paziente Léonor che tentava di correggere Bill nella sua pronuncia straziante in francese.
-Ti farò dei cartelli tipo gobbo in tv, così potrai leggere le parole, almeno preso dall'emozione potrai sempre contare sul testo. Ma non stai bene?
-Sei carina te ne sei accorta, sei molto premurosa, in effetti mi sta tornando un po' di mal di testa.
-I bagordi di ieri sera?, A proposito ancora auguri Gustav, allora il film ti è piaciuto?
-Oh, ma eri al corrente?- fece con tono stupito il batterista.
-Sì, l'ho anche visto e le cose più belle credo siano le riprese di loro che si preparano, te le hanno mostrate? Le liti di Bill che viene vestito e parruccato sono geniali.
-Sì credo di aver riso e stavo per farmela nei pantaloni.
-Grazie, meglio far ridere che far piangere!-ribatté scocciato il povero ragazzo.
-Certo, testa tinta, ti adoriamo, senza te la band sarebbe un mortorio- poi facendo una pausa aggiunse- o no-fece con tono dubbioso- si lavorerebbe meglio e più rapidamente! Già dobbiamo proprio farlo il provino per sostituire il cantante -affermò divertito Gustav.
-Condivido la conclusione di Gustav- disse laconico Georg.
-Ne guadagneremmo in sonno- aggiunse Tom.
-Guardate non ho neanche voglia di incazzarmi!
-Cavoli è grave- disse Léonor dal pc- dai Bill non prendertela, sono solo gelosi perché tu sei così popolare!
-Genio incompreso- disse sorridendo il ragazzo.
-Ma va fan culo- risposero in coro i ragazzi della band dando delle pacche al ragazzo.
-Direi che smettiamo qui- chiese Bill- vado a sdraiarmi un po' a letto.

***

-Tom, Tom, svegliati, sto male- disse Bill con un filo di voce al fratello scotendolo un po'.
-Che c'è scricciolo?- Lauren aprì gli occhi e divincolandosi dall'abbraccio di Tom accese la luce e vide Bill in un mare di sudore, bianco come un cencio e barcollante.
-Non mi sento bene-riprese con un filo di voce Bill.
Lauren diede un calcio forte a Tom che ancora nel mondo dei sogni disse:
-Tesoro se vuoi fare ancora l'amore forse dovresti svegliarmi con un po' più di romanticismo.
-Idiota, tuo fratello non sta bene- lo scosse Lauren.
Tom si girò verso l'altro lato del letto e vide Bill in piedi in un bagno di sudore che lo guardava imbarazzato, ma con lo sguardo sofferente.
-Che cos'hai, fratellino- disse con dolcezza capendo che il gemello non stava bene.
-Mi fa male lo stomaco- quando ebbe terminato questa frase non si trattenne e piegandosi sul letto dei due ragazzi vomitò.
-Cazzo Bill, avverti!- inveì Tom.
Ma Bill non riusciva a smettere. Questa volta Tom ebbe un tempo di reazione più veloce e alzandosi di scatto accompagnò il fratello in bagno.
-Idiota, non potevi trattenerti due secondi in più, hai svomitazzato sulla trapunta! Sembravi quella del film l'Esorcista!
Lauren, si infilò una tuta e corse in bagno dopo aver tolto il copri trapunta prima che il vomito macchiasse il piumone.
-Tom riesci ad aiutarlo come si deve tuo fratello o come sempre ti fa schifo?- urlò Lauren che stava trafficando per pulire.
-Ecco, veramente sono qui nudo come un verme e ho freddo, se vieni ad aiutarlo tu riesci sicuramente meglio- disse allarmato il ragazzo.
-Scusa- disse flebilmente Bill- ti giuro non ho bevuto!
-Idiota, lo so- lo accarezzò dolcemente Tom- era tutto il pomeriggio che sembravi uno zombie.
Lauren si avvicinò a Bill e diede il cambio a Tom.
-Tesoro vai a prendere la coperta che c'è sul divano, prendi un pigiama pulito per Bill e metti su dell'acqua calda per riempire una boule.
-Una che?- chiese Tom
-Una borsa dell'acqua calda o come cavolo la chiami. Gliela mettiamo sullo stomaco per vedere se gli dà sollievo.
Bill era in ginocchio sulla tazza del wc in una posa che, a quanto pare, ormai gli era familiare. Lauren gli massaggiava la schiena e lo coccolava.
-Scricciolo, ma tu scotti. Cavoli mi sembra quella sera nel capanno del signor Snell.
-Già, mi sa che lo stomaco è il mio punto debole e se mi ammalo mi viene sempre da rimettere.
-Alé una simpatica gastroenterite?- fece con voce ironica Lauren.
-Credo di sì!
Lauren sistemò il tappeto del bagno sotto di loro per non prender freddo al ragazzo, poi Tom che si era infilato una tuta, cambiò il pigiama del fratello e lo avvolse al caldo della coperta. Poco dopo Bill ebbe ancora dei conati di vomito, mentre la febbre si alzava sempre più.
-Che facciamo?- chiese allarmato Tom.
-Portami il termometro vediamo quanta febbre ha. Poi vediamo che fare. Che medicine avete in casa?
-Poco niente, solo aspirine- aggiunse con sicurezza.
-Non credo vada bene, prova a telefonare per sapere dov'è una farmacia di turno; se ha la febbre alta forse la tachipirina forte dovrebbe essere una soluzione.
Tom obbedì e corse a cercare il termometro.
-Che aggeggio è?-chiese Lauren guardando l'attrezzo che Tom le aveva portato.
- E' il termometro elettronico, quello per i bimbi, sai Bill è un lattante per alcune cose, con il termometro normale non si capiva mai che febbre avesse.
-Insomma il solito!- Lauren infilò il termometro nell'orecchio dell'amico poi lesse.
-Porca miseria ladra, non è possibile ma ha trentanove e mezzo!
-Cazzo, telefono subito per la farmacia di turno-urlò Tom
-Forse è il caso di chiamare un dottore!-aggiunse Lauren.
-Sì, no, chiamiamo domani mattina, per ora proviamo con la tachipirina. Non possiamo disturbare se è solo una indigestione!
-Non credo sia un'indigestione anche se abbiamo avuto un fine settimana godereccio e vi siete strafogati di cibo-replicò perplessa la ragazza.
Tom si preparò per uscire, telefonò ad un taxi per essere più veloce.
-Allora tachipirina, boule dell'acqua calda e quella per il ghiaccio! La tachipirina fattela dare effervescente, in pastiglie e in supposte.
-No-disse flebilmente Bill- odio le supposte, la mamma lo sa!
-Ok, ma se vomiti tutto ciò che ingoi, come fa a passarti la febbre?
-No, la supposta no!-fece con tono flebile e lamentoso il malato.
-Vedremo, scricciolo- riesci ad alzarti, andiamo a letto, ci sdraiamo, Tom lo avete un secchio, un catino, una bacinella di plastica che la mettiamo accanto al malato così se deve rimettere non lo fa sul piumone?
Al caldo della trapunta Bill si assopì in un sonno disturbato dai dolori allo stomaco e alle ossa.
-Ho male-diceva debolmente- ho male dappertutto.
Lauren lo accarezzava dolcemente mentre Bill in un bagno di sudore si lamentava.
-Non ho fatto i compiti- diceva frastornato-ho dimenticato la canzone.
-Ma Bill -cercava di rassicurarlo Lauren -non preoccuparti, i compiti non li devi fare e la canzone ti verrà di sicuro.
Ma il ragazzo delirava e diceva frasi sconnesse senza senso.
Poi tirò su la testa di scatto e disse:
-Sto male!
Lauren capì e gli porse il catino, ma non fece in tempo il ragazzo ebbe un conato di vomito e si sporcò tutto. La ragazza tentò di aiutarlo al meglio facendolo mettere su un lato gli teneva la fronte per cercare di dargli sollievo.
-Stai proprio male, eh piccolino, ma vedrai fra un po' arriva Tom con le medicine.
-Ho tanto male.
Il ragazzo era veramente ridotto male e non riusciva a stare neanche seduto.
Lauren aprì l'immenso guardaroba del ragazzo e cercò un pigiama pulito. Quando lo trovò corse subito al capezzale del ragazzo che continuava a stare male.
Lauren lo cambiò, lo avvolse in una coperta e cercò di spostarlo il tempo di cambiare le lenzuola e la trapunta che aveva sporcato, l'impresa però non fu delle più semplici poiché il ragazzo era come un peso morto. Per fortuna poco dopo arrivò a dar man forte Tom.
-Meno male che sei arrivato!- urlò sollevata Lauren -non ha smesso un minuto di rimettere e la febbre è salita, dobbiamo darci da fare! Per prima cosa la supposta!
-No, no- disse con un filo di voce il ragazzo malato.
-Fan culo Bill, rassegnati! Stai vomitando come un disperato è l'unica soluzione.
-Io, non so- disse titubante Tom
-Porca vacca Tom tira fuori i controcoglioni prendi tuo fratello e cerca di renderti utile!-urlò con rabbia Lauren.
-Co come si fa?- chiese titubante Tom.
-Non startene lì impalato, lavati le mani, prendi un asciugamano piccolo e fallo!-urlò con rabbia Lauren.
Tom obbedì come un automa, andò in bagno si lavò, si preparò mentre Lauren in evidente imbarazzo si era allontanata dal letto. Tom impacciato non sapeva bene cosa fare, mentre un Bill recalcitrante non collaborava.
-Dai, -cercò di rassicurare Tom il fratello- è l'unico modo, anche la mamma lo diceva sempre quando ci veniva la febbre così alta. Poi così dormi tranquillo!
-Ma io non voglio!- diceva un recalcitrate ragazzo.
Poi Lauren con rabbia si avvicinò, spostò di peso Tom, gli strappò la supposta dalla mano e finalmente riuscì ad avere la meglio.
-Sei un idiota patentato, Tom, è tuo fratello! E guarda cosa mi tocca fare!-Lauren si era alzata e se ne era andata in cucina. Era tesissima e preoccupata. Aprì il freezer e cominciò a riempire la borsa del ghiaccio, mentre la teiera fischiava con l'acqua pronta per la borsa dell'acqua calda. Mentre Lauren compieva quei gesti gli occhi le si velarono di lacrime, poi due braccia forti la cinsero alla vita:
-Che fai? Ti devo aiutare?-chiese dolcemente Tom
Lauren si voltò e con due lacrime che le scendevano lente sulle guance sussurrò:
-No, vai di là non lasciarlo solo neanche per un momento.
-Perché piangi?
-Nulla, un momento di sconforto, sono agitata e mi sento un po' inutile, se la febbre non scende però chiamiamo un medico.
-Sì, certo, ma non crollare, ti prego io sono in panico totale.
Lauren lo baciò ardentemente e con dolcezza aggiunse:
-Vai di là. Arrivo.
Rapidamente i due ragazzi presero in mano la situazione e cercando di ricordare le loro mamme cosa facevano quando erano piccoli ed erano ammalati, rifecero i loro gesti.
Lauren mise la borsa del ghiaccio sulla fronte imperlata di sudore del povero Bill, poi per dargli sollievo adagiò la borsa dell'acqua calda sul suo stomaco.
-Non ci resta che aspettare che la medicina faccia il suo effetto.
-Perché non vai a letto, fiorellino? Domani tu lavori sto io qui con lo vomitatore tinto.
-Sì, va bene, quando sarà troppo sudato ricordati di cambiarlo. Prova poi a vedere se riesce a bere qualche sorso d'acqua, sforzarlo, magari gli fai scogliere un ghiacciolo sulle labbra lentamente. Ho preparato questo foglio dove ho scritto quello che abbiamo fatto, quante volte ha rimesso e altri particolari.
-Cavoli cos'è una cartella clinica?
-No, un'abitudine di mia madre di prendere appunti per poi riferire ogni minima cosa al dottore. L'andamento della febbre ad esempio, le medicine, l'ora in cui sono state somministrate eccetera.
-Organizzazione militare!
-Sì, almeno saprai spiegare bene al medico domattina. Se dovesse peggiorare svegliami.
-Non ho fatto i compiti, e non ho studiato il copione. Cosa faccio Tom? Non ricordo la canzone - diceva nel sonno agitato Bill.
-Non preoccuparti Bill, i compiti te li faccio copiare io, e la canzone te la canto io così ti viene in mente.
-Grazie- disse Bill rassicurato.
-Caspita è grave, sta delirando?
-No, nel sonno parla spesso.
-Davvero?
-Sì, un vero e proprio incubo! Da piccolo mi svegliava con i suoi discorsi e le sue urla sconclusionate!
-Insomma neanche il sonno si spegne la voglia di parlare!
-A quanto pare no!
Lauren si coricò stanca, erano le cinque del mattino e le restavano solo due ore di sonno per ricaricarsi.
Quando suonò la sveglia si alzò un po' più lentamente del solito, era veramente provata, ma subito si diresse verso la camera di Bill.
Lì vi trovò un vigile Tom che seduto accanto al fratello gli reggeva premurosamente la borsa del ghiaccio.
-Come va il piccolo?
-Sembrerebbe meglio, la febbre è scesa, l'ho cambiato, due volte. Quello che ha bevuto però lo ha rimesso! Una roba giallognola, quasi svenivo, che schifo!
-Mado…che uomo, una specie di budino senza spina dorsale! Per così poco!- lo sgridò Lauren
-Povero, sta male, comunque gli ho cambiato la borsa del ghiaccio e dell'acqua calda. Il ghiacciolo sciolto sulle labbra ha funzionato e un po' si è dissetato.
-Chiama il dottore sono le sette passate.
-Sì, lo faccio subito.
Lauren si preparò per uscire il più in fretta possibile, bevve una tazza di caffè per tirasi un po' su, lei che non amava particolarmente la bevanda nera.
Poi entrò in camera del malato e chiese notizie prima di uscire.
-Allora?
-Il dottore verrà al più presto- rassicurò Tom
Lauren si avvicinò al ragazzo sofferente che giaceva rannicchiato su un fianco al calduccio del piumone.
-Tesoro- sussurrò Lauren- mi raccomando, ripigliati cucciolo, al mio ritorno voglio il mio logorroico cantante rimesso!
Bill rispose con un filo di voce, ma con estrema lucidità:
-Grazie tesoro, quando torni starò senza dubbio meglio! Domani poi dobbiamo assolutamente girare il video per cui mi devo rimettere in forze.
-Non pensare a questo, dormi tranquillo- poi Lauren gli stampò un sonoro bacio sulla guancia calda per la febbre.
-Amore- disse rivolta a Tom- dopo che sarà arrivato il dottore, fatti dare il cambio da Gustav o Georg, mi sa che stai crollando dal sonno! E avere due gemelli malati non mi sembra il caso.
-Sì, dopo che sarà andato via il dottore li chiamo, così andranno a prendere le medicine.
-Tengo il cellulare in modalità silenziosa, chiama per qualsiasi cosa. Ci sentiamo in ogni caso in pausa pranzo.
-Vai tranquilla, non preoccuparti veramente, devi ballare bene o quella stronza bionda ti soffia il posto! Mi raccomando! E poi oggi non inizi le prove anche con il tuo ballerino preferito?
-Oh sì, sarò la sostituta della prima ballerina e quindi proverò le mie coreografie e imparerò anche quella della ballerina principale, pensa ballerò la stessa cosa di Darcey Bussel che emozione. Ballerò concentrata, non posso perdere questa occasione, ma tu chiamami in ogni caso!
-Sì, fiorellino, vai tranquilla.

Quando Lauren rientrò la casa era buia e silenziosa, nessun rumore proveniva dalle stanze dell'enorme appartamento. La ragazza un po' preoccupata si diresse verso la camera di Bill.
L'enorme stanza del ragazzo era in penombra e una fioca luce proveniva dalla grande finestra, un corpicino giaceva avvolto sotto il piumone bianco immacolato. La stanza era in perfetto ordine e profumava di pulito. Sul comodino vi era un'intera farmacia. Ma al capezzale del ragazzo non vi era nessuno.
-Siete tornati?- disse la debole voce di Bill quasi in un sussurro di sofferenza.
-Scricciolo, no, sono io.
Lauren si era seduta sul letto del ragazzo e scoprendogli il viso si era avvicinata a lui.
-Ma ti hanno lasciato solo?
-Sì, dovevano fare le prove per il video che dobbiamo girare domani.
-Scherzi vero?
-No!
-Cioè tu mi vuoi dire che ti hanno lasciato solo?
-Sì, ma da poco- mentì spudoratamente Bill.
-No, aspetta, non ho ben capito, ti hanno lasciato solo per andare a fare una prova? Ma lo sanno che tu stai male?
-Sì, per questo io non sono andato, ma loro staranno provando, già me lo immagino Tom con i miei vestiti per provare le luci, lui ha la mia stessa corporatura lo avranno agghindato come me.
-No aspetta, non capisco bene, tu stai male, hai la febbre, vomiti anche l'aria che respiri e ti lasciano solo?
-Ma no, è da ore che non vomito più e la febbre è bassa, ho solo trentasette. Probabilmente è stata una indigestione e comunque il video non lo si può rimandare perché si svolge su alcuni vagoni del treno per cui sono affittati per due giorni e non so bene, ma ci sono dei vincoli per cui si può girare solo oggi e domani.
-Ma io ammazzo Tom, gli avevo raccomandato di tenermi informata sulle tue condizioni e per ogni evenienza mi doveva avvertire, sarei corsa a casa. Invece no, ti ha lasciato solo! Con il rischio che ti accadesse qualcosa di grave!
-Ma no, sono andati via da poco, la signora delle pulizie è stata qui con me, ha lavato tutti i copri piumone che ho sporcato e i pigiami. Anzi forse sono da togliere dall'asciugatrice. Sono stato io a non volerti disturbare. Ti giuro lui ti voleva chiamare sono io che ho insistito.
-Be' sei uno stupido e lui ancora di più. Comunque, secondo me, tu non dovresti muoverti da questo letto.
-Ma no, veramente, un'altra supposta e poi domani mi sarò rimesso, in forma e arzillo come un grillo. Corpo gracile, ma solo in apparenza, sono una roccia in realtà.
-Sì, va be' roccia, adesso dormi!- Lauren si sdraiò accanto al ragazzo sopra il piumone caldo, si prese la coperta che giaceva piegata ai piedi del letto e si avvolse.
-Mi metto accanto a te, sono stanca morta, ma se hai bisogno un calcio e mi sveglio subito.
-Lo so, non hai il sonno pesante come quel cavernicolo di mio fratello, comunque siete due tesori, il dottore ti fa i complimenti per la tua lucidità e prontezza di intervento. È rimasto molto colpito dalla tua dettagliata tabella e dalla tua descrizione degli eventi fin nei particolari più specifici.
-Grazie, forse sono una Candy Candy mancata.
-No, il biondo non ti dona.
Al rientro i ragazzi trovarono la casa avvolta nel buio totale. Lauren dormiva accanto a Bill sprofondato in un sonno profondo dovuto alla debolezza.
-Mettiamo su la cena?
-Pizza, chiamiamo la pronta consegna?
-Ma sei idiota, Lauren ti disfa la faccia se per cena le presenti la pizza e tuo fratello, come dire non penso che riesca a mangiarla, ha tirato su anche l'anima!- disse scotendo il capo Gustav.
-Dobbiamo fare la spesa allora?-chiese preoccupato Tom
-Sì, vado io-disse Georg con voce ferma- la drogheria della signora Hermann è molto fornita e ha un po' di tutto, io però sveglierei Lauren per sapere cosa vuole.
-Sì, prima che si infuri perché le abbiamo preso qualcosa che "idiota credi che io possa mangiare questa roba? Avrà trecento calorie a boccone"- imitando la voce della ragazza quando si arrabbiava.
-Stai forse imitando la sottoscritta- urlò una indispettita ragazza che si era appena svegliata- Sono incazzata nera! Come avete potuto lasciare solo Bill. Siete sciroccati o cosa? Tom ti avevo detto di chiamarmi per ogni evenienza, avevo avvertito a scuola che per problemi di famiglia forse dovevo uscire prima e mi avevano dato il permesso. Te l' ho anche scritto! Cosa sei analfabeta? Sai leggere i messaggi?- Lauren era infuriata e continuò le sue rimostranze avvicinandosi minacciosa a Tom, aveva le lacrime agli occhi - Se gli capitava qualcosa? Se si alzava solo e si faceva male? O se rimetteva e si soffocava? Non esiste! Siete degli irresponsabili.
Lauren piangeva e singhiozzava in modo inconsulto, la tensione accumulata e la rabbia la facevano reagire così, istintivamente doveva sfogarsi e stava colpendo con i pugni Tom che non reagiva. Quando le lacrime aumentarono e anche i colpi, Tom afferrò la ragazza con decisione e la strinse forte a sé.
-Non avevamo scelta, non si poteva rimandare- cercando di placare la rabbia della ragazza.
-Non ci credo! Non ci credo! Potevi in ogni caso chiamarmi!
-Non l' ho fatto perché non ti devi preoccupare, Bill sapeva che non doveva alzarsi, la donna delle pulizie è stata qui fino alle sei e per ogni evenienza la signora del piano di sotto ha le chiavi ed era stata avvertita. Bill aveva un cerca persone per chiamarla!
-Secondo me comunque non dovevate lasciarlo solo. Non sono d'accordo e poi mi dirai che domani girerà il video anche in queste condizioni.
-Purtroppo sì, non si può rimandare.
-Non ho parole, sono incazzata nera, mi spiace, ma non vi appoggio, la salute è più importante e qui mi sembra che si passi sopra tutto! Non intendo stare qui un minuto di più, no! Vado in albergo!- Lauren cercò di divincolarsi dall'abbraccio del ragazzo, era sempre più furiosa e gridava in preda ad una crisi di nervi.
Gustav e Georg si avvicinarono a Tom che lottava per non lasciare Lauren e la trattennero abbracciandola a loro volta.
-Non preoccuparti Lauren, Bill sta meglio sai, fra poco arriva il dottore e deciderà lui, sarà lui a dare il suo benestare- fece con tono confortante Georg.
-Già non ti devi preoccupare-aggiunse Gustav accarezzandola dolcemente.
-Ma io non voglio, mi dispiace tanto è così stanco e debole, mi sembra uno spara sulla croce rossa.
I ragazzi risero amaramente per la battuta quasi involontaria di Lauren:
-Guarda che sembra un budino, ma fa solo finta!
-Già uno che si fa fare un tatuaggio sulla nuca è una roccia.
-Soprattutto per le botte che ha preso dalla mamma dopo!
-Ma se si lamenta per una supposta e si lagna come un lattante.
-Di facciata!
-Già è solo una finta, gli piace lamentarsi e fare la lagna.
-Sì è vero, si lagna come un bebè, ma poi è forte.
I ragazzi cercarono di confortare Lauren come potevano anche se quelle parole servivano forse di più per autoconvicersi che il loro amico stava bene.
-Dai dobbiamo fare la spesa-suggerì Georg- vieni con me? così sono sicuro prenderai qualcosa che faccia bene a Bill.
-Già sei una infermiera provetta, il dottore ti fa i complimenti, dice che la tua cartella era perfetta e anche tutto quello che hai fatto, persino il ghiaccio sciolto lentamente sulle labbra per evitare la disidratazione. Tutto.
Lauren era silenziosa e non sembrava convinta della sua scelta di non battersi per rimandare le riprese del video. Si infilò il cappotto e sempre remissiva uscì con il ragazzotto biondo che cercava di consolarla prendendola a braccetto e tenendola stretta, stretta. Tom intanto aveva raggiunto il fratello che dormiva profondamente, mentre Gustav era ai fornelli e apparecchiava la tavola.
La sera trascorse tranquilla anche se Lauren appariva silenziosa e un velo di tristezza velava i suoi dolci occhioni blu notte.
-Ci organizziamo per i turni accanto al bacato tinto?-disse Tom alla fine della cena.
-Vorrei stare io per prima, ho dormito un po' e ho perso il sonno, verso l'una chi chiamo?
-Vieni a chiamare me- affermò Georg.
-Sì, poi verso le quattro chiamami pure, lo faccio io il terzo turno- disse con convinzione Gustav.
-Tom allora tu farai il turno del mattino, sarà meglio visti i tuoi tempi di reazione e poi così puoi accompagnare Lauren a scuola-suggerì Georg molto premuroso.
-D'accordo, mi sembra buono come piano.
-Per le medicine-chiese Lauren cosa dice il dottore?
-Per ora ha solo prescritto degli antipiretici, poi gli ha fatto una puntura di Plasil per placargli il vomito, ha detto di farlo bere molto, ma a pochi sorsi e gli ha dato degli integratori di sali minerali.
-Perfetto allora vado di là- concluse Lauren.

-Ciao piccoletto, come va?
-Uhm, sono completamente svuotato.
-Ci credo, hai tirato su l'anima.
-Mi sembra di essere stato spiattellato da un autobus, ho le ossa indolenzite, non ti parlo poi della gola, faccio fatica a deglutire.
-Sai di là abbiamo preparato un brodino leggero per te, ti va di berne un po'?
-No, solo l'idea mi fa venire i brividi. Non voglio rischiare di vomitare.
-Ma hai ancora la nausea?
-Sì, mi era passata, ma ora mi è tornata.
-Forse bisognava farti un'altra puntura? Io le so fare! Le facevo sempre a mia nonna! È facile!
-Sai, non per mettere in dubbio le tue doti di infermiera, ma preferirei vomitare per tre ore di fila piuttosto che farti vedere le mie chiappe.
-Ah, quindi non ti ricordi nulla di questa notte?
-Oddio, no perché?
-Tuo fratello è un tale incapace che la supposta te l'ho messa io.
-Voglio seppellirmi mi presti un badile?
-No, dai, non fare così, purtroppo ti ho visto in tutte le salse! Non hai più segreti per me!
-Ribadisco, forse con una trivella, arriverei prima al di là del mondo. Che figura, come faccio ora a guardarti in faccia?- il ragazzo si era tirato su la trapunta non lasciando neanche fuori mezzo capello. Il colore del suo volto da verde si era tramutato in cremisi.
-Dai, scricciolo, non preoccuparti, facciamo finta che non sia mai successo nulla. Ora proviamo la febbre e se hai bisogno di un'altra supposta te la metterai da solo!
-No comment!
La notte fu tranquilla per tutti, Bill stava meglio anche se qualche lineetta di febbre aveva fatto la sua comparsa, ma era stata prontamente bloccata da un buon antipiretico.
Quando Lauren si svegliò alle sette si trovò abbracciata dolcemente a Tom che la teneva stretta a sé. Lauren si divincolò delicatamente per non svegliarlo, ma il ragazzo aprì un occhio.
-Ciao tesorino, mi alzo anch'io così usciamo insieme poi do il cambio a Gustav che starà dormendo in piedi.
Il ragazzo invece era arzillo e operativo come un fuso. Con molta premura e un tocco di classe aveva preparato una bellissima colazione per i due ragazzi, quando infatti Tom fece capolino in cucina trovò tutto preparato.
-Cavoli Gustav che carino, posso andarmi a lavare anch'io, grazie! E l'altra mia metà malata?
-Dorme pacifico come un angioletto, sembrerebbe stare meglio, forse era solo una intossicazione alimentare!
-Insomma un ingordo!
-Già.
Tom entrò in bagno dove Lauren si stava facendo la doccia per svegliarsi, con una voglia di coccole improvvisa Tom si introdusse nella doccia delicatamente per non ricevere un rifiuto.
Lauren non aveva molta voglia delle sue attenzioni perché non ancora del tutto convinta della decisione dei ragazzi di girare il video.
-Sai secondo me, se voi tre vi rifiutaste di girare il video, fermerebbero le riprese e troverebbero una soluzione diversa.
-Non credo, ormai le riprese le abbiamo cominciate, noi la nostra parte l'abbiamo fatta, oggi si girano le scene di Bill e poi quelle corali. Comunque il dottore ci assisterà e se non ci ha lasciato le penne quella volta che abbiamo girato Dont' Jump, al freddo e al gelo, non schiatta questa volta.
-Io sono scettica.
Tom le accarezzava dolcemente le spalle massaggiandola per farla rilassare, Lauren però sembrava alquanto tesa, portava una ridicola cuffia per non bagnarsi i capelli era a forma di pesciolino, verde con dei fiori rosa. Tom poi la prese tra le braccia stringendola forte a sé, Lauren si voltò e lo baciò, le lacrime che le uscivano copiose dagli occhi si mescolavano alle gocce d'acqua. La ragazza si lasciò andare e i due fecero all'amore.
-Cavoli, farò tardi, porca miseria, Tom, fan culo alle tue voglie improvvise!
Lauren si era vestita in un lampo mettendosi le prime cose che aveva trovato disponibili.
Anche Tom si vestì altrettanto in fretta con i vestiti che aveva usato il giorno prima per il video.
La ragazza si fiondò in cucina e trovò tutto bello pronto.
-Oddio è stato il nostro Gustav?
- Sì-rispose con fermezza Tom
-No, che carino, non abbiamo fatto onore alla sua colazione! Mi dispiace molto! Che ore sono?
-Se prendiamo il taxi arriviamo in un lampo- suggerì il ragazzo che non aveva voglia di prendere l'autobus.
-Sì, quindi possiamo mangiare qualcosina, sì dai, passami i cereali.
Lauren mangiò voracemente e fece onore alla colazione, ma lo fece ad un ritmo forsennato.
-Dai, dai, Tom, finisci dopo la colazione. Muoviti alza le chiappe.
I due ragazzi scesero e trovarono il taxi che avevano chiamato, in poco tempo furono davanti alla scuola. Lauren era per fortuna in perfetto orario, come ogni mattina Tom l'accompagnò davanti al portone e i due si salutarono come due fidanzati normali, il loro bacio, anche se breve, non passò inosservato.
-Ciao Lauren- la salutò una bellissima ragazza bionda con un sorriso ironico.
-Ciao Sasha- rispose con tono falsamente cortese Lauren
-E' uno dei ragazzi che ti accompagnavano il primo giorno?
-Perché?
-Ha un'aria conosciuta, sembra uno famoso che ha anche un gemello che canta.
-Mi sa che ti sbagli- disse con sicurezza Lauren cercando di mascherare il più possibile la verità.
-Eppure i conti tornano- affermò con sicurezza la ragazza-di solito ti accompagnano sempre in due e di solito non si veste così il ragazzo che baci sempre la mattina, oggi si è vestito come appare sempre sui giornali.
-Secondo me ti sbagli, hai preso un abbaglio. Quel ragazzo che ho baciato sta mattina l' ho rimorchiato ieri sera ad una gara di breaker - Lauren fingeva sicurezza, ma dentro di sé aveva capito che quella ragazza non avrebbe mollato così facilmente la sua preda.
Fin da subito Lauren si era fatta notare per la sua bravura e sicurezza e fin dalle prime lezioni aveva attirato su di sé molte gelosie e rancori. Tra i ballerini ammessi allo stage era la più giovane e l'esser stata scelta dopo pochi giorni per un passo a tre molto difficile direttamente dal coreografo Neumeier, non aveva certo facilitato l'inserimento della ragazza in un gruppo. Lauren era infatti stata isolata e anche due ballerini e una ballerina che avevano fatto la scuola all'Opéra e che si erano diplomati solo l'anno prima, avevano con lei solo rapporti sporadici. In quei giorni poi si era aggiunta l'aggravante che Lauren era stata scelta come sostituta per la prima ballerina. Quest'ultimo episodio l'aveva isolata completamente e quella mattina tutta la gravità dei fatti apparve chiaramente a Lauren.
Quando entrò negli spogliatoi si sentì tutti gli occhi puntati su di sé. Con un sospiro cercò di farsi forza e aprì il suo armadietto, per prendere le sue scarpette e le trovò tutte strappate o inutilizzabili. Davanti a quello spettacolo Lauren mandò giù la saliva e senza batter ciglio si voltò di scatto, chiuse l'armadietto e si avviò verso la hall della scuola, prese il cellulare nella sacca, lo accese e compose il numero:
-Tom, sei ancora in taxi?
-Sì, perché?
-Ho bisogno assoluto di te- disse con tono perentorio e con estrema lucidità la ragazza- devi trovare il negozio di danza più vicino e comprarmi delle scarpette da punta, non ti spiego il perché, metti giù, chiama il servizio informazioni e vai a comprarle, misura 12, qualsiasi tipo, rosa mi raccomando se ci sono le Repetto meglio. Hai capito? Poi lasciale in portineria alla signora carina che si ricorderà certamente di te, ti prego fai in un lampo.
-Sì, Repetto rosa misura 12, le lascio in portineria.
Lauren andò dalla signora che il primo giorno era stata così gentile con lei e le spiegò tutto.
-Ma certo mia cara, il ragazzo lo riconosco senza dubbio e poi te le porto subito, non preoccuparti.
-Grazie signora lei è un angelo, veramente gentile e premurosa.
Lauren rientrò nello spogliatoio dove degli sguardi indagatori l'aspettavano. Con sicurezza Lauren prese le scarpette che erano meno rovinate e se le infilò fingendo freddezza. Dentro di sé invece aveva un nodo in gola e avrebbe voluto piangere, entrò in sala con delle scarpette quasi inutilizzabili e cominciò a fare degli esercizi di allungamento, la lezione sarebbe iniziata solo dopo mezz'ora, i trenta minuti più lunghi della sua vita.
Quando ormai aveva perso ogni speranza, con la sala ormai affollata da tutti i partecipanti allo stage e con i maestri che stavano prendendo posto si aprì una porta. Fece capolino il volto della signora della portineria che con tono fermo disse:
-Mi scusino, ma la signorina Bart è desiderata un istante, può uscire?-chiese garbatamente ai maestri.
-Certamente- risposero non trovando nulla in contrario.
Lauren uscì, forse anche questa volta i suoi angeli l'avevano soccorsa.
-Seguimi - la invitò la signora.
In portineria ad attenderla Tom. Il ragazzo aveva in mano un sacco enorme.
-Preso dal panico ti ho comparto ogni tipo di scarpetta da punta rosa che ho trovato, per sicurezza numero 11, 12 e 13 perché la commessa mi ha detto che il numero dipende dal modello e quindi…-Tom era bianco e senza fiato, era totalmente in panico.
-Sei, buffissimo, quando sei in panico diventi pallido come un cencio, i tuo occhi si allargano a dismisura e diventi rigido come un baccalà. Ti adoro, sei un vero tesoro, grazie! Mi viene da piangere, ho un nodo alla gola ma ora ho la lezione, a casa ti racconterò meglio tutto- Lauren aprì la borsa piena di scarpette, ne scelse un paio che per forma si avvicinavano alle sue preferite, le indossò.
-Perfetto, ora devo solo cucire i lacci.
-Ti aiuto-disse subito la portinaia.
In pochi minuti Lauren fu pronta, certo le scarpette erano un po' dure e le avrebbero fatto un po' male i piedi, ma almeno era in grado di poter ballare in punta.
-Signora, lei è un tesoro, grazie mille, non ho parole per la sua gentilezza.
-Oh, per così poco, fa parte del mio ruolo.
-Oh, no signora- disse con infinita gentilezza Tom -lei è stata veramente cortese e disponibile, non so come ringraziarla.
-Ora corro, grazie mille- Lauren baciò come un lampo il suo tesoro che rimase per qualche secondo un po' interdetto e frastornato.
-E'la tua fidanzata?-chiese curiosa la portinaia.
-No, una amica d'infanzia un po' speciale, tutto qui. Abitiamo lontani, lei a Parigi ed io sempre in giro per il mondo.
-Diciamo allora una cara amica con quale divertirsi, bravo, fai bene siete così giovani e poi tu sarai impegnatissimo.
-Sì, ma la prego, non dica nulla, non dica chi sono, la prego verrebbe fuori un putiferio, siccome stiamo insieme solo per un mese e poi dobbiamo separarci per chissà quanto tempo vorremmo tenere la cosa più segreta possibile.
-Sarò una tomba, te lo prometto, ma mi aspetto un bel autografo da voi con dedica.
-Ma ci mancherebbe, certamente e anche una bellissima dedica. Ma alla fine dello stage.
-Certamente.
-Ma lei sa cos'è successo a Lauren? Perché non aveva le scarpette?
-Non so, ma a volte quando si è troppo bravi, si attirano le invidie degli altri.
-Ne sono un esperto di cattiverie gratuite che piovono sulle nostre teste senza aver fatto nulla.
Tom conversò gentilmente con la portinaia per un po', la signora gli offrì anche dei cioccolatini che Tom non rifiutò, goloso com'era, poi sentì vibrare il suo cellulare, era certamente Gustav che si domandava che fine avesse fatto l'amico.

***

-Ciao raga, com'è andata la giornata?-Lauren entrò tutta baladanzosa nell'appartamento che però era silenzioso e vuoto come il giorno precedente.
-Ehi, siete tutti sul cesso? Bill vi ha attaccato la gastroenterite?
Lauren si avviò verso la camera del ragazzo e vi entrò con cautela per non svegliare il malato, ma la camera era vuota. Per un attimo rimase interdetta, si allarmò subito e mille pensieri negativi le si affollarono nella mente. Senza indugio compose il numero di cellulare di Tom. Era staccato, sempre più agitata compose tutti gli altri numeri, ma nulla erano tutti staccati. Si ricordò di avere il numero di cellulare di Bill, quello che usava sul lavoro, lo compose e finalmente era raggiungibile.
-Ciao piccola,- gli rispose una voce gentile e conosciuta.
-Tom- urlò con tutto il fiato che aveva in corpo Lauren- dove cazzo siete!- il tono era veramente furioso e allarmato.
Dall'altra parte del telefono invece una persona calma e tranquilla rispose senza esitazione.
-Non ti ricordi? Stiamo girando il video, raggiungici, è facile fatti portare dal taxi al deposito centrale delle ferrovie, quando ci sei fammi uno squillo su questo cel che ti vengo a prendere o ti mando qualcuno, adesso scappo, ti aspetto, tesoro.
Lauren non ebbe neanche il tempo per sciolinare tutta la serie di improperi che le erano venuti in mente, ma li tenne al caldo per sputarli tutti fino all'ultimo de visu.
Dopo circa mezz'ora raggiunse il deposito, era una giornata fredda, ma molto luminosa e tersa, una bellissima giornata con un bellissimo sole ancora alto nel cielo. Quel giorno Lauren aveva finito le prove molto presto poiché non aveva dovuto provare il pezzo con i ballerini professionisti di cui era sostituta. Il suo pensiero quindi era corso all'amico malato e già pregustava un pomeriggio di svacco totale tra le coperte a chiacchierare e guardare film cretini con i due gemelli. Non pensava che veramente avrebbero girato il video nelle condizioni in cui versava Bill solo il giorno prima. È vero, la notte era andata molto bene e la febbre non si era più ripresentata, forse era veramente solo una indigestione o un cibo che gli aveva fatto male. La ragazza comunque era alterata, secondo lei era un'imprudenza poi ripensando a quante volte lei aveva ballato con la febbre, con il mal di pancia o qualche dito insanguinato si calmò, compose il numero e poco dopo:
-Tesoro, mando Hans a prenderti.
-Grazie perché qui i simpatici gendarmi non mi fanno passare e hanno l'aria minacciosa.
-Arriva.
Lauren fu accolta freddamente dalla persona incaricata da Tom per prenderla e quando fu sul set venne invitata a prender posto su un camper dove trovò i ragazzi intenti ad ammazzare il tempo per poi riprendere le riprese.
-Ciao tesoro, sei arrivata, fra poco gireremo per la decima volta la scena dentro al vagone del treno.
Lauren si guardò intorno in cerca di Bill.
-Lo sciroccato tinto?
-Sta facendo il suo assolo, sarà la decima volta che glielo fanno ripetere, sul treno, sotto il treno affianco al treno, a testa in giù a testa in su, a destra a sinistra, noi qui a romperci le palle.
-Idiota, che me frega cosa gli fanno fare, mi interessa sapere come sta.
-Benino, ogni tanto lo riparruccano e ritoccano il trucco per il resto benino.
-Più o meno-disse flebilmente Gustav che non voleva polemizzare con Tom.
-Ma non preoccuparti- aggiunse cercando di sviare il discorso abilmente Georg- il tinto è forte come un leone e quando ha la sua criniera è una roccia. Tu piuttosto, che cosa è successo oggi a scuola?
-Gia fiorellino, le scarpette andavano bene?
-Sì, certo, grazie tesorino, tra le settecento paia che mi hai comparato, ne ho trovate alcune che potrò usare. No nulla cosa che capitano.
-La signora Müller mi ha detto qualcosa, ma non ho ben capito.
-Già-aggiunse Gustav un po' alterato, con il suo forte senso della giustizia avrebbe voluto difendere la sua amica da ogni male ed era pronto a prender le sue difese- dobbiamo venire a picchiare qualche ballerino che ti importuna?
-No, caro, non c'è bisogno, diciamo che sto sulle palle a qualcuno e quel qualcuno ha tentato di mettermi i bastoni tra le ruote e, aggiungerei io, molti vigliacchi non hanno fatto nulla per impedire che il male fosse compiuto.
-Ma cosa hanno fatto?
-Di solito lascio le scarpette e alcuni effetti personali nell'armadietto, gonne di tulle di varie dimensioni e forme per averle già pronte all'uso durante le prove, l'altra mattina poi avevo preparato le scarpette per tutta la settimana e le avevo lasciate a scuola. Bene questa mattina me le sono ritrovate tutte rotte e rovinate e non ne avevo più, così ho spedito Tom in missione.
-Che figli di buona donna!-inveì Tom
-Chi cavolo ha fatto una porcata del genere.
-Non so, ma ho i miei sospetti, comunque è tutto sistemato, mi porterò sempre a casa tutto e buonanotte.
-La signora Müller mi ha detto che quando non ci sono io a pranzo mangi sempre da sola o ti metti a conversare con lei in portineria, è vero?
-Sai che faccio fatica a fare amicizia, sono un po' imbranata e timida, mi è più facile essere amica degli adulti e poi come hai visto anche tu la portinaia è un mito.
-Sul fatto che sia gentilissima è vero mi ha offerto i cioccolatini e mi ha fatto tanti complimenti per il nostro lavoro, dice che se fossi suo nipote mi avrebbe già dato una mano di botte per raddrizzarmi e fatto tagliare i capelli, ma per il resto è molto simpatica e alla mano, una vera furia.
-Confermo è sempre gentilissima con me, mentre gli altri non la salutano nemmeno, a me invece piace fare amicizia con la gente che lavora in teatro perché ti raccontano sempre un mare di aneddoti e poi siccome conoscono bene l'ambiente ti danno sempre una mano. Molto spesso basta solo un saluto fatto con il cuore e un bel sorriso per ottenere qualcosa. Infatti oggi se non avessi avuto lei, non so come avrei fatto.
-Vero ti ricordi a scuola la signora Küppers, adorava Bill e se lo coccolava sempre. Ci faceva sempre mille favori quando ne combinavamo una delle nostre.
-Tipo quella dal bicchiere pieno di tempera blu che per sbaglio Bill aveva stravaccato per terra in una delle sue solite dimostrazioni di abilità e destrezza?
-Già il solito idiota aveva colorato mezzo corridoio e parte del muro.
-E noi per non farci fare l'ennesimo richiamo scritto dal preside abbiamo pulito a lucido grazie all'aiuto della signora.
-Ti ricordi bastava che Bill sbattesse un po' gli occhi da cerbiatto Bambie e sfoderasse il suo sorriso che la Küppers fondeva.
-Quante volte chiamava la mamma o la noni di nascosto per farci portare la cartelletta di arte o le scarpe da ginnastica?
-Praticamente un giorno sì e uno sì.
-Come alunni eravamo tra tutti e tre delle frane tremende.
-Di' un distratto allucinante.
-Quante volte abbiamo rincorso l'autista dell'autobus perché avevamo dimenticato qualcosa sopra?
-Ti ricordi quella volta che Bill aveva dimenticato il suo paio di guanti di pelle nuovi.
-Già aveva urlato come un aquila "si fermi"
-Non aveva mai corso così velocemente in vita sua
-Per non parlare poi della mitica toma che ne era seguita!
-Vero addio pantaloni era rotolato rovinosamente sbucciandosi perfino la fronte!
-Quanto ridere avevamo fatto?
-Già peccato non averlo ripreso sarebbe entrato negli annali.
-Chi sarebbe entrato negli annali- rispose con un filo di voce una voce conosciuta.
-Ciao scricciolo tinto, stavamo raccontando di quella volta che hai rincorso l'autobus per farti ridare i guanti di pelle nuovi.
-Già e della nuova moda che hai lanciato il giorno dopo: - aggiunse Tom soffocando a stento una risata- Con i pantaloni squarciati e mani bendate. Per non parlare del viso.
-Stronzi mi sono sfracellato sull'asfalto e procurato un sacco di graffi in faccia, non ero un bello spettacolo!- disse al ricordo di quell'episodio.
-In pratica hai lasciato un impronta del tuo viso sull'asfalto. Il solito esagerato, c'è chi lascia il calco delle mani, lui la faccia.
Gustav e Georg erano piegati in due dal ridere cercando di raffigurasi il loro amico spiattellato al suolo sulla strada mentre urlava: "si fermi i miei guanti"
Mentre Bill, pallido e un po' affaticato sorrideva teso, lasciandosi cadere sul divanetto del mezzo.
Lauren si avvicinò all'amico e si sedette accanto a lui, gli toccò la fronte, scottava.
-Se ti tolgono quei duo o trecento strati di cerone, di che colore sei? Verde?
-Ma no- disse cercando di sdrammatizzare il ragazzo- e poi abbiamo quasi finito, mancano le due ultime scene ora stanno preparando le telecamere per l'interno del treno e stanno ultimando il posizionamento per la scena quella dove ci arrampichiamo sul treno.
-La tua sventolata come è andata?- disse Georg ironicamente.
-Ben il ventilatore è riuscito a smuovere anche la mia impalcatura a prova di tornado.
-Certo non era un monsone- aggiunse ironica Lauren
Tom la guardò e scotendo la testa disse:- Ha fatto la battuta.
-Già ci stiamo sbellicando -disse Gustav abbozzando un sorriso. I tre ragazzi erano consci dello sforzo che stava compiendo i loro amico che avrebbe voluto essere a casa al calduccio in un letto a curasi e invece stava lì a lavorare, stranamente senza un lamento. Lauren aveva voglia di alzarsi e gridare a chi di dovere che era disumano far lavorare così il suo piccolo Bill, ma non disse nulla, sapeva che anche lei avrebbe danzato fino allo sfinimento piuttosto che piegarsi e rinunciare.
Bill appoggiò la testa al tavolo sulle sue braccia cercando di chiudere gli occhi e riposarsi un po' mentre terminavano il posizionamento degli strumenti. Lauren lo abbracciò, gli posò la testa sulla spalla e tenendogli la mano cercava di confortarlo.
-Vuoi qualcosa?- gli sussurrò
-No, sto bene così, devo solo concentrami e pensare a qualcosa di bello per non pensare a quanto mi fa male lo stomaco.
L'atmosfera era molto tesa e i ragazzi si erano improvvisamente ammutoliti.
-Cerchiamo di fare in fretta, concentrati e operativi appena ci chiamano così, prima finiamo, prima portiamo Bill a casa- disse un determinato Gustav.
Intanto Bill si era assopito mentre Lauren gli massaggiava la pancia e gli teneva una pezza fresca sulla nuca cercando di non spettinarlo o non rovinare il trucco.
Dopo circa mezz'ora furono chiamati sul set.
-Bill, coraggio svegliati gli sussurrò dolcemente Lauren
-Uhm- grugnì dall'oltretomba il ragazzo- arrivo.
Tirò su la testa che gli pesava come un macigno si alzò ma il suo scatto rapido lo disorientò e gli procurò un capogiro che lo costrinse a risedersi altrettanto rapidamente.
-Tutto bene-chiese allarmato Tom
-Sì mi sono alzato troppo in fretta ho sbattuto il ginocchio sul tavolo- Bill mentì al fratello, in realtà si era dovuto risedere perché tutto in torno a lui sembrava che fluttuasse.
Lauren capì e cercò di aiutare il suo amico.
-Cominciate a scendere- disse con tono materno, poi aiutò Bill a rialzarsi -come va?- gli sussurrò
-Mi gira la testa, mi sembra di essere su una giostra e ho la nausea.
-Hai mangiato oggi?
-No, solo qualche fetta biscottata e un po' di tè.
-Hai preso il plasil?
-Sì, qualche ora fa, credo che il suo effetto sia finito.
-Te lo sei portato?
-Non so, prova a guardare nella sacca nera là sul divanetto, intanto io vado se no urlano come aquile, già ho fatto la mia dose di casini oggi.
-Cioè?
-Sono arrivato con un'ora e un quarto di ritardo perché ho dato l'indirizzo sbagliato, dovevo girare alcune scene in riva al mare, credevo io, e invece erano tutti qui ad aspettarmi. Ho lievemente frainteso, cose che capitano. Mi hanno tirato una miriadi di insulti e improperi, mi hanno fatto una lavata di capo che non finisce più e per questo che ora sto zitto anche se sto malissimo. Ti prego aiutami.
-Ma perché gli altri ti hanno lasciato solo?
-Perché non ci siamo preparati tutti insieme io dovevo fare la prova costumi che non ho fatto ieri.
-Va, be' ora vai cerco di trovare qualcosa.
Bill scese a fatica le scalette del mezzo e fu richiamato dalla voce perentoria del regista:
-Muoviti, o perdiamo la luce, così è perfetta, rigiriamo la scena di quando cammini tra i vagoni.
Bill si sedette sulla poltroncina con il suo nome e una truccatrice gli ritoccò il volto imperlato di sudore. Gli occhi erano lucidi e vitrei di chi ha la febbre. Poco dopo il ragazzo si mise in posizione e per fortuna la scena si risolse in pochi minuti.
-Ora posizioniamoci sul vagone dove ci sono gli altri- comandò il regista.
I tecnici e alcuni cameraman lasciarono le loro postazione per raggiungere l'altro set che era stato predisposto.
Bill lentamente e a fatica raggiunse i compagni che ai loro strumenti lo stavano aspettando. Senza scambiarsi una parola si misero in posizione mentre attorno a loro lavoravano i tecnici.
La voce del registra si fece sentire chiara e perentoria.
-Allora ora suonate e cantate come ad un concerto. Bill più al centro, va bene. Trucco per favore, c'è una strana luce sulla fronte.
Una signora solerte cominciò a tamponare la fronte con una spugnetta e del trucco, cercando di accontentare il regista. Dopo qualche minuto fu tutto pronto.
-Giriamo.
I ragazzi cominciarono a suonare e cantare, quando erano a metà canzone:
-Basta, insomma non si può lavorare così- urlò il regista-quella giacca fa schifo, sbatte il viso e non va bene, sembra un morto vivente.
-Forse perché lo è- sussurrò Tom scocciato, sperava infatti di finirla il più in fretta possibile perché vedeva il fratello sofferente.
-Andate a prendere qualcosa di più scuro.
Poco dopo comparve una costumista con una giacca diversa. Bill si tolse la sua, la maglietta sotto era vistosamente madida di sudore, un brivido freddo gli percorse la schiena. Si infilò la giacca.
-Prova ad allacciarla fino a metà, ordinò il regista, bene ricominciamo si gira.
I ragazzi si misero ai loro posti e ricominmciarono a suonare il pezzo.
-Stop- ordinò poco dopo il regista.
-No, mi fa schifo, prova ad allacciare la giacca quasi fino al collo, lascia solo un po' la giacca aperta. Slaccia anche i polsini. Perfetto, solleva le braccia, muovi le braccia intorno al microfono - il regista guardò l'effetto in camera e disse- bene ricominciamo, un po' più convinti ragazzi siete mosci.
I ragazzi fecero del loro meglio e finalmente portarono a termine la canzone senza interruzioni.
-Ora proviamo ad invertire, tu con il cappellino, spostati sulla destra invece tu con i capelli lunghi a sinistra. Il batterista più convinto, sei un po' una mummia.
-Fan culo- disse Tom senza farsi sentire- da due giorni lavoriamo qui, potrebbe chiamarci con i nostri nomi, sembra che gli facciamo schifo.
-Mummia a tua sorella-borbottò Gustav che odiava girare i video e quel regista gli stava veramente sulle palle.
I ragazzi si scambiarono posizione poi Bill prima di ricominciare chiese.
-Ho caldo, potrei avere un po' d'acqua?
-Acqua alla star- urlò con tono tra l'ironico e lo scocciato il regista- muovetevi urlò ai suoi assistenti che come tante formiche corsero a procurasi una bottiglia d'acqua che si materializzò in pochi istanti.
Bill bevve l'intera bottiglietta come fosse stato ore ed ore sotto il sol leone, si sentiva la gola riarsa, la testa gli doleva come se fosse compressa in una di quelle macchine da tortura medioevali, una morsa gli comprimeva le tempie che pulsavano forte. Era veramente al limite ma si sforzava di essere il più professionale possibile.
-Abbiamo finito? La bibita è di suo gradimento? Non possiamo stare qui tutto il giorno- disse scocciato il regista.
Tom stava per partire con una serie di insulti, gli prudevano le mani, ma si trattenne stringendo forte la sua chitarra che in quel momento avrebbe voluto spaccare in testa a quel tizio.
-Mettiti più avanti con l'asta del microfono, per favore più convinzione in quello che fate, grazie. Si gira.
Gustav cercò di essere meno impassibile possibile e si immaginava la testa del regista e di quei cameraman che li guardavano con disprezzo come ragazzetti arrivati e viziati al posto dei piatti, del drum.
Georg cercò di mascherare tutto il suo nervosismo facendo fluttuare la sua chioma castano bionda. Tom era talmente alterato che se fosse stato un concerto certamente quella sarebbe stata la performance peggiore della sua vita.
Mentre Bill cercava di comportarsi il meglio possibile per poi poter girare l'ultima scena e andare finalmente a casa. La voce gli usciva fioca e rauca, praticamente irriconoscibile, per evitare di non cadere a causa della testa che gli girava come se fosse veramente su un treno in movimento si appendeva al microfono.
-Ben mi piace la tua aria sofferente, meno male che non era un concerto mi sembravate totalmente fuori tempo.
A quelle parole Tom stava per urlare tutte il suo bagaglio di parolacce, ma Georg che intuì in un lampo le intenzioni dell'amico cercò di stemperare il tutto dicendo.
-E' vero, meno male che non è un concerto, d'altra parte senza casse ci è difficile sentirci e poi Gustav ci sta rompendo i timpani con le sue rullate.
-Ho cercato di essere meno mummia- ribatté abbozzando un sorriso falsamente modesto.
Bill con il suo solito aplomb, sorrise cercando di mostrare la sue migliori intenzioni per collaborare al meglio.
-Ora andate a rifarvi il trucco, asciugate le ascelle pezzate del bassista per favore e proverei un cappellino diverso per il rasta.
-Porca merda, hanno un nome!-si sentì la voce di una ragazza dal fondo del vagone. Tutti si girarono da dove proveniva quella voce che aveva urlato a pieni polmoni quell'insulto- il rasta si chiama Tom, il capellone Georg e la mummia Gustav, ci vuole molto?
Il regista aveva lasciato la sua posizione e si era avvicinato minaccioso alla ragazzina che lo aveva insultato, ma senza batter ciglio la guardò con disprezzo e disse:
-Non sono qui per familiarizzare con i ragazzi, ma per lavorare- poi spinse via in malo modo Lauren che si ritrovò per terra- mandate via questa qui, che ci fa un estraneo sul set?
-Scusi- disse rivolto al regista con tono desolato il signor Hans, l'uomo che Lauren aveva conosciuto poco prima, poi rivolto alla ragazza, senza neanche porgerle la mano per farla rialzare aggiunse con tono insolente- esci da qui ragazzetta e tornatene sul camper o ti faccio allontanare.
-Non ci provate neanche- urlò incavolato Tom che era corso a rialzare l'amica- Mi sono rotto i coglioni chi crede di essere quello lì? Provate solo a sfiorare ancora la mia ragazza e me ne vado.
Bill a sua volta si era avvicinato all'amica preoccupato per la scena che si era appena consumata sotto i suoi occhi e per la piega che stavano prendendo le riprese, con Tom fuori dalle grazie divine e furente come non mai.
-Tom dai, fallo per me, mi fa male lo stomaco e la testa, prima finiamo e prima poniamo fine a questa tortura per tutti. Inutile incavolarsi, ti prego sto veramente male, sono stanco ne ho piene le palle anche io, ma calmiamoci. Tesorino- disse poi con dolcezza rivolto a Lauren che lo guardava smarrita in lacrime, mentre Tom la stringeva forte a sè- vai sul camper, aspettaci lì ti prego, se guardi come vengono girate le scene, perdi la sorpresa di vedere il video della tua canzone preferita - infine aggiunse- hai trovato il plasil nella borsa?
-Sì, scricciolo- disse flebilmente tra le lacrime la ragazza mentre gli porgeva una scatola bianca e verde dalla quale Bill estrasse il blister con le piccole pillole bianche-ecco, ti ho portato anche un po' di acqua e zucchero per tirarti su.
-Lo sapevo sei il mio angelo, l'infermiera più premurosa e solerte- il ragazzo prese il bicchiere che gli porgeva l'amica e ingoiò la pillola poi scesero dal treno, Lauren salì sul camper che fungeva da base di appoggio e base ristoro, mentre Bill raggiunse la sua postazione per il trucco e a Tom fu invitato dalla costumista a provare un altro cappellino.
-No fa schifo rimettetegli l'altro, andava bene così. Siamo pronti per rigirare la scena?- chiese con tono perentorio ai suo assistenti.
-Sì. È tutto pronto, anche per la scena finale la telecamera sulla giraffa è pronta.
I tecnici salirono sul treno seguiti dai cameraman, i ragazzi si diressero verso il fondo del vagone per salire dalla parte opposta. Tom era scuro in volto, si era calcato il cappellino sugli occhi per evitare di incrociare lo sguardo di qualsiasi persona, aveva voglia di menar le mani, era nervoso per quello che avevano detto e fatto a Lauren. Il suo piccolo fiorellino dopo tutto aveva solo espresso una cosa che anche lui stava per dire, ma come sempre quella ragazzina dal corpicino fragile e ossuto aveva una forza interiore che si scatenava come una furia. Quando poi venivano toccate le persone a lei care, non si riusciva più a trattenerla e la rabbia esplodeva, improvvisamente, non importa chi aveva di fronte, come un fuoco che divampa e brucia tutto rapidamente sul suo passaggio e poi si placava così come era nato.
Gustav e Georg silenziosi e apparentemente calmi presero posto al loro volta. Bill era ancora seduto sulla poltrona il sudore gli aveva scomposto i capelli e sulla nuca la capigliatura era floscia, sistemarlo al meglio richiedeva più tempo rispetto ai suoi colleghi. Quando fu pronto si alzò dalla sedia e con passo spedito si diresse verso il fondo del treno, quando stava per mettere il piede sul predellino esitò perché improvvisamente perse l'equilibrio poi sentì un bruciore alla gola, i muscoli dello stomaco contrarsi e ritorcersi, corse verso un angolo appartato per non mostrare la sua debolezza e vomitò appoggiato ad un vagone del treno. Stava così male che non riusciva a smettere e le ginocchia cominciarono ad abbandonarlo. Intanto sentì qualcuno chiamarlo.
-Insomma- urlava il regista- quanto ci mettete per ritruccarlo e ripettinarlo a dovere, siete dei professionisti o ho a che fare con una massa di dilettanti.
Intanto Hans cercò subito Bill, non vedendolo più alla postazione trucco, si diresse verso il treno e lo trovò dietro al vagone inginocchiato. Il ragazzo si teneva lo stomaco con una mano mentre l'altra appoggiata alla parete del treno gli serviva per reggersi, il suo corpo era scosso dai conati di vomito.
-Bill, tutto bene?- chiese ingenuamente Hans.
-Datemi due minuti, credo di sentirmi meglio, ora- disse debolmente il ragazzo che nonostante il trucco era pallido.
-L'ho travato- urlò il signor Hans- due minuti non si sente bene, ma arriva.
Un assistente del regista che era sopraggiunto subito dopo tornò a riferire al regista:
-Il ragazzo non si sente bene, ma fra due minuti arriva.
Un cameraman che aveva posato la pesante camera che teneva sulla spalla disse al collega ridendo ironicamente:
-Che cos'ha, le sue cose?
A quelle parole Tom si tolse la chitarra e corse come una furia verso il tizio che aveva insultato Bill.
-Pezzo di merda prova a ripeterlo se hai il coraggio- quando gli fu di fronte il cameraman senza batter ciglio disse:
-Ehi ragazzetto, mi sono rotto le palle di voi mocciosi che fate le rockstar, noi è da sta mattina che lavoriamo, voi che fate?
-Mio fratello è da ieri che sta male, eppure non ha detto nulla, è qui che lavora, mi sembra.
-Oh, sì la star si è presentata con un'ora di ritardo è così che lavora?
-Basta ragazzetto tornatene al tuo posto e anche tu- disse con tono perentorio il regista mentre una criniera leonina faceva capolino dal fondo del treno.
-Ci sono, eccomi- disse con tono contrito Bill- scusate per l'attesa - le sue parole le aveva accompagnate da un sorriso gentile. Poi notò che Tom aveva lasciato la sua postazione e aveva abbandonato la sua chitarra per terra in malo modo- sta succedendo qualcosa?-chiese ingenuamente.
-Nulla, uno scambio di vedute- disse con tono scocciato il regista-mettiamoci al lavoro, muoviamoci.
Tom riprese la sua postazione e testa china fece finta di suonare il pezzo, nella sua testa uscivano solo improperi e insulti, una rabbia sempre più incontenibile si esternava in accodi furiosamente suonati.
Finalmente dopo altre tre prove il regista ritenne la scena conclusa.
-Bene ora giriamo la fine che ieri non abbiamo potuto fare perché mancava il cantante.
-Ehi fratello come va?- Tom si strinse attorno a Bill e così Gustav e Georg.
-Sì, meglio ho vomitato ancora, ma ho ripreso un'altra pillola, sperando di resistere, che scena si deve provare ora, non ricordo.
Bill era completamente nel pallone, oramai si muoveva per inerzia.
-La scena in cui ci arrampichiamo sul tetto del treno per fuggire alle acque- gli ricordò Gustav con tono gentile mentre lo stringeva forte a sé.
-Sei pronto per mostrarci le tue doti ginniche?- disse cercando di stemperare l'atmosfera Georg, sapendo invece, in cuor suo che quella scena sarebbe stata un vero inferno, il ragazzo non si reggeva in piedi come avrebbe potuto salire su un tetto del treno?
-Cerca di ricordati come finivamo sempre quando scavalcavamo il muro di cinta per raggiungere la casa di Lauren
-Sì, ti ricordi?- sollecitò Gustav
-Ecco, non farci finire pel di leone tutti quanti grazie!- disse scherzando Tom che tentava di ritrovare la lucidità per poter sostenere il fratello che ora ne aveva estremo bisogno. - Già non vorrei ritrovarmi con la faccia incerottata il giorno del compleanno del mio fiorellino.
-Anche io, mi è bastato l'incontro ravvicinato con l'asfalto di Loitshe e qui poi ci sono i sassi, sai che botta?- sorrise Bill al ricordo.
-Allora coraggio- dissero in coro avviandosi verso il vagone dove tutto era pronto per la scena.
Un assistente del regista spiegava ai ragazzi come fare per salire, il giorno prima Gustav, Georg e Tom avevano già provato e le loro scene erano già state girate Bill solo ora provava la salita.
-Orca- disse quando si trovò alle prese con la scaletta e il portellone del treno, non ce la farò mai- poi disse preoccupato a Tom- Le conoscono le mie doti? Mi hanno visto come sono vestito? Secondo te con questi cazzo di jeans e questi simpatici stivali ai miei piedi io dovrei arrampicarmi alla spiderman? Per non parlare poi della simpatica nausea che mi rivolta lo stomaco- Bill cercava di risultare simpatico e il più rincuorante possibile ma poi conscio delle sue possibilità si rivolse ad Hans.
-Scusa Hans, ma secondo te è fattibile? Mi avete visto?- disse in tono supplichevole il ragazzo.
-Bill non preoccuparti cerca di fare del tuo meglio, sotto mettiamo un tappeto della palestra e poi chiederò se qualcuno può darti una mano, viste le tue condizioni.
-Ah ecco meno male, fatti raccontare i mille aneddoti che girano ancora a scuola sulle mie doti fisiche, ero la disperazione di tutti i prof di educazione fisica, non riuscivo neanche a fare il quadro svedese senza sfracellarmi al suolo. Sono una frana.
La scena della scalata di Bill si risolse facilmente per fortuna, non si sa bene con quale sforzo sovrumano e dove trovò le risorse, ma il ragazzo ci riuscì rapidamente e senza troppa fatica. Le cose invece si complicarono quando dovettero girare la scena sul tetto del treno.
Il primo ciak non soddisfò il regista che cominciò ad urlare:
-Sembrate un gruppo di ragazzine ad una gita scolastica! Un po' di energia, siete in pericolo di vita, drammaticità per favore.
I quattro ragazzi si guardarono negli occhi pronti per sbottare una serie di insulti, ormai ne avevano le tasche piene delle frasi acide che da due giorni il regista rovesciava su di loro. Ma Bill cercò di frenare gli animi:
-Raga, vi prego facciamo del nostro meglio ne ho le palle stracce, per usare un'espressione colorita di Lauren, diamogli quel cazzo che vuole a quello e leviamo le tende, sto malissimo.
I ragazzi si misero in posizione e la scena fu girata.
Bill non riusciva più a reggersi in piedi e il regista gli urlò
-Ma il testo della canzone lo sai? Stai cantando a vanvera?
Bill cercò di capire cosa stesse intendendo quell'uomo che da ore gli ordinava di fare questo e quello.
-No, ma che cavolo dice?-chiese a Tom che gli stava accanto.
-Bill, guarda che hai sbagliato stavi cantando la prima strofa, ma se vuoi cantare tutta la canzone fa pure, stiamo qui sul tetto fino a domani! - gli sorrise dolcemente Tom cercando di essere più comprensivo del regista.
-Mi scusi, mi sono confuso-fece desolato il ragazzo
-Vedi tu, quando vuoi, la canzone per fortuna è vostra.
-Fan culo, mi prudono le mani, ho voglia di spaccargli la faccia-disse sottovoce Gustav che sempre calmo e paziente era veramente allo stremo. Poi Bill accusò un altro malore. Questa volta a sostenerlo c'erano i ragazzi.
-Ehi fratellino ce la fai?
-Sì, basta, non ne posso più, mi gira la testa e mi viene da rimettere, ma finiamola qui!- con uno sforzo disumano si tirò su in piedi
-Allora ci siete? Pronti si gira.
I ragazzi finalmente furono convincenti, certo Bill era piegato in due dal dolore e i ragazzi lo reggevano come meglio potevano veramente e questo rese la scena molto più realistica, cosa che soddisfece il regista che decretò la fine delle riprese con sollievo di tutti.
Bill venne calato dal treno a fatica si reggeva sulle gambe, Tom lo sosteneva da una parte mentre Gustav dall'altra. Quando salirono sul camper trovarono Lauren ad attenderli, appena vide la testolina di Bill fare capolino dalla porta intuì e aprì immediatamente la porta del bagno del mezzo.
Bill corse verso il lavandino e cominciò a rimetter, mentre Lauren gli teneva la fronte e cominciava a dare ordini.
-Tom aiutami a sfilargli questa cavolo di giacca, datemi una maglietta asciutta e pulita, prendi nel mia borsa una fascia così non si sporca la criniera. Datemi un asciugamano e bagniamo quello piccolino che usavo prima.
I ragazzi come formichine si diedero da fare veloci e solerti. Tom aiutò a spogliare e rivestire il fratello, Gustav recuperò la fascia che gli passarono sulla testa per tenere fermi i capelli.
- Il rosa fucsia ti sbatte Bill- disse ironicamente per cercare di tirare su il morale all'amico. Bill si guardò allo specchio e sorrise.
Quando al ragazzo finalmente passarono i conati di vomito Lauren e Tom lo fecero sedere sul divanetto. Il ragazzo vi appoggiò la testa cercando di trovare finalmente ristoro nel riposo.
Poco dopo una voce li chiamò:
-E' arrivata la vostra macchina.
-Finalmente si va a casa.
I ragazzi si alzarono veloci ed aiutarono il povero Bill che a fatica si reggeva sulle gambe. Il tragitto fino al taxi gli sembrò lungo e impervio e anche il viaggio nel traffico della città fu molto lungo. Lauren era riuscita a farsi dare del ghiaccio secco e lo passava sulla fronte del ragazzo che scottava. Una coperta lo avvolgeva tenendolo al caldo. Il respiro era affannoso e il corpo era percorso da brividi e tremori. Ogni tanto cominciava a cantare la canzone come se fosse ancora sul set.
-Ehi, fratellino guarda che abbiamo finito le riprese.
-Dai, cerca di riposarti- sussurrava con dolcezza Lauren, cercando di coccolarlo.
-Mi devo cambiare?-chiedeva flebilmente Bill.
-No, le riprese sono finite, dai dormi.
-Ma, mi sembra di stare sul treno.
-No, siamo in macchina- lo rassicurò Lauren- abbiamo già chiamato il dottore ci aspetterà a casa.
-C'è la mamma?
-No, ricordi? E' in crociera.
-La mamma non c'è?- richiese confuso.
-Le abbiamo regalato la crociera, non ricordi, per i nostri diciotto, le abbiamo fatto un regalo, per ringraziarla di averci sopportato e per sopportarci ancora.
-Non ricordavo più.
-Se vuoi faccio venire la mia- suggerì Gustav- lei ci tiene tanto a coccolarci.
-No, non preoccuparti- disse rassicurante Tom- Bill è solo un po' confuso.
Il viaggio fu lunghissimo, attraversarono la città durante le ore di punta e se Lauren ci aveva impiegato pochissimo alle sei di sera i ragazzi ci misero due ore.

-Mi raccomando ragazzi, se dovesse peggiorare, chiamate la guardia medica io purtroppo devo partire questa sera per un convegno, sarò di ritorno domani sera e verrò subito.
-Va bene dottore- annuì con fermezza Tom
-Allora, l'infermiera Köhler verrà fra un'ora a togliere la flebo. La puntura dovrebbe placargli la sensazione di nausea. La supposta dovrebbe fare il suo effetto fra poco. Le cose che avete fatto fino ad ora vanno bene. Se sente le labbra riarse e vi chiede da bere, dategli del ghiaccio come avete sempre fatto. Se i dolori allo stomaco dovessero aumentare.
-Chiamiamo la guardia medica -disse Lauren con voce sicura e ferma.
-Perfetto, comunque ho visto che tu le punture le sai fare perfettamente, sei decisa e ferma.
-Loro non si fidano, ma ora ne hanno le prove.
-Comunque adesso dovrebbe calmarsi e dormire. Domani sera passo di sicuro.
-Grazie dottore, ci vediamo domani sera allora, sappia però che io sono un po' arrabbiata con lei - disse senza mezzi termini Lauren minacciando il dottore con il suo proverbiale dito da maestra in cattedra- non doveva permettere che girassero il video, potevano farlo benissimo un altro giorno e rimandare tutto, lei doveva imporsi.
-Io ho vivamente protestato infatti, ho parlato con alcuni dello staff, forse sarei dovuto essere più fermo e categorico. Ma sembrava solo una indigestione.
-Ecco invece lo sciroccato stava veramente male e il gemello cretino con i suoi compari dovevano essere categorici e fermarsi, rifiutarsi di girare il video o fare solo le loro scene.
Il dottore si stupì della fermezza della ragazzina e cercò di spiegarle i meccanismi che vi erano dietro e cercò di portarla alla ragione, ma Lauren non demordeva, restava impuntata sulle sue convinzioni, il suo caro Bill stava male e non lo si doveva toccare.

-Fidanzata tosta, Tom, complimenti!- disse il dottore uscendo.
-Già, ma come fa sapere che è la mia ragazza?
-Me lo ha detto tuo fratello.
-Lingua lunga come sempre, comunque sì è tosta.
-Vi fa filare dritti- rise divertito
-Un bel peperino!- concluse Tom
I turni furono organizzati i ragazzi decisero che Lauren doveva solo ed esclusivamente riposarsi, l'avrebbero chiamata solo in caso di necessità.

-Che cosa sta succedendo?- disse flebilmente una voce che proveniva da sotto la trapunta.
-Nulla, dormi.
-Gustav che fai?- Bill fece capolino da sotto le coperte e vide l'amico in piena emergenza con carta igienica sparsa ovunque.
Il ragazzo senza rispondere prese il rotolo che giaceva srotolato per terra se lo avvolse intorno alla testa, alle braccia e al corpo poi si girò verso il ragazzo malato che lo guardava perplesso:
-Sono il batterista Mummia- disse imitando una mummia che esce dal sarcofago. Bill scoppiò a ridere e quasi si strozzò.
-Sono stato svegliato dal mio sonno millenario per girare un cazzuto video con dei dementi- continuando a fare lo stupido
-Che fuori!- esclamò- che stavi facendo con tutta quella carta?
-Ho rovesciato il bicchiere con il tuo integratore, dovevo svegliarti e dartelo e invece il tappeto si sta integrando di sali minerali. Preso dal panico per non far restare la macchia ho perso della carta igienica ma mi si è srotolato tutto il rotolo, così eccomi. E poi almeno ti ho fatto ridere un po'. Il riso è la miglior medicina.
-Siete tutti dei tesori, comunque sto troppo male. Mi è tornata la nausea, mi si contorce lo stomaco.
-Adesso ti preparo un altro bicchiere, il dottore ci ha detto anche se hai la nausea noi dobbiamo sforzarti o ti disidrati, i bambini si disidratano facilmente.
-Ma io non sono un bambino!- ribatté con un sorriso.
-A volte lo sembri!
-Ma uffi, mi avranno fatto cinque punture in due giorni, ho il sedere tipo cuscino puntaspilli. Mi fa male!
-Ecco perché dico che i bambini si disidratano facilmente, bevi e taci.
Bill si sforzò, ma dopo due sorsi, piantò la bevanda che Gustav con energia cercava di fargli bere.

-Lauren svegliati, sono in panico- disse Tom ad un certo punto della notte.
-Che succede?
-Ti prego vieni.
Lauren si fiondò fuori dal letto e corse in camera di Bill che si lamentava di forti dolori allo stomaco.
-Gli fa male lo stomaco e non so cosa fare. Ha la febbre alta, gli ho cambiato il pigiama perché era bagnato di sudore, aveva preso la tachipirina da mezz'ora circa, Gustav gli ha fatto bere qualche sorso di integratore ma mi ha detto che dopo un po' l'ha rimesso.
-Chiamiamo la guardia medica, dai telefona, io metto su dell'acqua calda per la borsa-poi rivolta al malato- piccolino, che cosa ti senti?
-Ho veramente male allo stomaco, mi brucia e mi si contorce.
Lauren lesse gli appunti che aveva scritto Gustav sul loro ormai proverbiale taccuino-dai, non preoccuparti telefoniamo alla guardia medica.
-Pronto- disse Tom al cellulare- la guardia medica? Sì ecco mio fratello è due giorni che vomita e ha la febbre alta, il nostro medico ci ha detto di telefonare se le cose peggioravano. Mio fratello si lamenta di dolori allo stomaco, ha la febbre sui trentanove e tre e tutto ciò che gli diamo lo vomita poco dopo- vi fu una breve pausa- Cosa? E perché non esce? No, guardi non è una indigestione e le cose che il medico ci ha detto di fare le abbiamo fatte, ma lui peggiora.
Lauren si indispettì e prese il telefono dalle mani del ragazzo e con calma ma con tono deciso disse:
-Mi scusi, mi potrebbe dare le sue generalità, Dott. Gebhardt, bene, ora le spiego io, o lei viene immediatamente o io la denuncio per omissione di soccorso, perché sa, se chiamo l'ambulanza e ricoverano il mio amico e poi gli succede qualcosa credo che potrà appendere la sua bella laurea in cantina e cominciare una nuova carriera di operatore ecologico. Ah ecco, l'indirizzo è Marienstra?e 3, citofoni al numero 43.
-Hai due palle cubiche!- disse ammirato Tom
Ma Lauren dopo questo sfogo, si sedette sul letto e due lacrime le uscivano silenziose, Tom la prese tra le braccia cercando di confortarla:
-Guarda, che Bill sta bene, ora viene il dottore e gli dà qualcosa, è solo per precauzione che chiamiamo la guardia medica.
Intanto Bill si lamentava mentre Lauren si era sdraiata accanto a lui e Tom dall'altra parte cercavano di tranquillizzarlo e alleviare un po' il dolore.
-Mi fa tanto male- diceva con un filo di voce-ho male allo stomaco.
-Dai cucciolo, non preoccuparti ora arriva il medico, ti farà l'ennesima puntura e poi domani sarai il solito scassa palle logorroico che ci romperà con le sue chiacchiere fiume.
-Sì- aggiunse Tom pallido e teso- fra qualche giorno è il compleanno di Lauren e dobbiamo ancora comprare i regali.
-Come non me lo avete già comprato? Ma perché aspettate sempre l'ultimo momento per fare acquisti?- disse cercando di fare il tono da mamma che sgrida i suoi figli.
-Già, mammina, siamo senza speranza ma siamo carini per questo- il povero ragazzo malato abbozzò un sorriso tra il dolore.
-Se fossimo precisi e perfettini saremmo noiosi, invece viviamo sulla lama di un rasoio, la vita è imprevedibile e a noi piace così.
Lauren diede un bacino sulla guancia ad entrambe i gemelli poi cercando di portare più sollievo possibile cominciò ad accarezzare la fronte e i capelli di Bill che chiuse gli occhi mentre Tom accennava una melodia tranquilla la ninna nanna che cantava sempre la loro mamma e pian piano il malato si assopì.
I tre ragazzi furono risvegliati dal suono del citofono.
-Finalmente- disse Tom alzandosi di scatto e andando ad aprire disse - ultimo piano.
Dopo qualche minuto di attesa sull'uscio Tom vide finalmente il dottore arrivare.
-Venga si accomodi, da questa parte.
Il dottore rimase perplesso, la casa era enorme e arredata con lusso e modernità, le luci non erano accese e Tom fece attraversare il salone che era avvolto nella penombra.
-Ecco, mio fratello non sta bene.
Lauren si era alzata e si era preparata per spiegare tutto al medico e prima ancora di pronunciare qualsiasi parola porse il taccuino degli appunti:
-Ecco dottore qui c'è scritto tutto quello che è stato fatto in questi giorni. Riassumendo: il primo giorno sembrava solo una indigestione, il pomeriggio lamentava forte mal di testa, poi la notte febbre alta anche quaranta e vomito. Poi dopo un giorno senza febbre o quasi e senza vomito ieri pomeriggio è ricominciata la nausea e ha rimesso almeno quattro volte. Il dottore gli ha fatto verso le otto una flebo, abbiamo curato la febbre con la tachipirina e la nausea con punture di plasil. Ma ora il paziente si lamenta, ha forti crampi allo stomaco, in particolare gli brucia e sembra che gli contorca tutto nella pancia. Come vede dagli appunti verso le quattro ha bevuto qualche sorso di un integratore che ci ha dato il medico ma poco dopo lo ha rimesso. Noi gli abbiamo passato un po' di ghiaccio sulle labbra, non sembrerebbe disidratato, lo abbiamo cambiato perché aveva sudato molto dopo che alle tre e quaranta cinque aveva messo la supposta di tachipirina.
-E' lei la signorina che voleva denunciarmi?
-Sì, mi scusi, ma ero agitata, nel panico e…
-Non si preoccupi, ora visito il ragazzo se volete lasciarmi solo con lui. Il quaderno è il medico che lo ha compilato?
-No, è una mia abitudine, comunque sul comodino trova schierate tutte le medicine che abbiamo e che ha preso, nel caso servisse, sappiamo già la farmacia di turno e io so fare le iniezioni, comunque abbiamo anche il numero di una infermiera professionista che di solito viene verso le dieci quando io non ci sono.
-Ma lei studia medicina o sta studiando per diventare un'infermiera?
-No, faccio la ballerina, ma sa, fin da piccola ho avuto problemi di salute e poi ho curato mia nonna, per questo sono così organizzata.
-Bene, se con la danza non dovesse funzionare credo abbia un futuro nella medicina- poi con infinita calma e dolcezza scoprì il ragazzo che si lamentava rassicurandolo- ora vediamo questo giovanotto.

Lauren e Tom si allontanarono lasciando il dottore lavorare, rimasero però a disposizione. La visita fu accurata e il dottore fu veramente gentile e disponibile, poi rassicurò i ragazzi spiegando quello che aveva constatato.
-Bene, ho fatto una iniezione di un antibiotico.
-Uh, sarà stato contento il culetto di Bill.
-Già sembrava recalcitrante e ci è voluto un po' per convincerlo che era la sola soluzione. Ha cercato di corrompermi.
-Tipico!-disse abbozzando un sorriso Tom
-Le ha detto che in realtà non gli faceva molto male lo stomaco, che gli stava passando tutto o le ha chiesto di fargli le punture sul braccio, perché esistono le punture sul braccio, ma a lui non le fanno mai- aggiunse Lauren sorridendo
-Vedo che lo conoscete bene- rispose il dottore- gli ho spiegato che esistono punture che si possono fare nel braccio o nella pancia, ma non era questo il suo caso.
-Certo, sempre fortunato, mio fratello- concluse Tom- comunque deve sapere che è una lagna per tutto, non si preoccupi.
-Ha ragione di lamentarsi però questa volta, purtroppo il liquido di queste iniezioni brucia non poco, quindi lo dovete sopportare.
-Cavoli questo complicherà la nostra vita e non poco.
-Ma le deve fare solo per cinque giorni e solo una volta al giorno.
-Perfetto, una seccatura al giorno e siamo a meno quattro, giusto?
-Sì- rispose divertito il medico- Ora vado, ho scritto sul quadernetto tutto, per il vostro dottore.
-Grazie mille.
-Avete fatto bene a chiamare e scusate, ma a volte chiama gente che non ha nulla, magari ha bevuto o mangiato troppo e allora preferiamo dare consultazioni telefoniche, prima di uscire. Ora mi serve solo la tessera sanitaria per prendere il numero, rilasciare la fattura e scrivere la ricetta per l'antibiotico.
-Porca miseria ladra straccia- esclamò Lauren.
-Già siamo nella cacca fino al collo.
Il dottore li guardò perplesso e divertito.
-Mi scusi per il linguaggio, lei dirà una ragazzina così carina, frasi da scaricatore di porto, ma lei non sa il caos organizzato come lo chiama lui.- indicando Bill che si era assopito.
-E' vero ho un fratello totalmente disorganizzato e mentalmente disturbato, non troveremo mai la sua tessera.
-Quante ore ha?- chiese Lauren cercando di abbozzare un sorriso-adesso ci adoperiamo per farla saltar fuori.

Lauren e Tom adottarono la tecnica della dolcezza, con Bill di solito era la strada migliore, poi dopo alcuni tentativi falliti cominciarono una serie di insulti.
-Ma è mai possibile?
-Cavoli quando siamo in tour ok pensano tutto gli altri, ma ora, è la tua roba sono i tuoi documenti.
-Hai guardato accanto al computer sulla scrivania?-disse Bill
-Dove sotto la montagna di fogli stampati, quaderni e appunti?
-Sì nel cassetto in mezzo?
-No, non c'è nulla!
-Ma come dovrebbe essere?
-Che cosa!- Urlarono all'unisono i due ragazzi.
-Ci stai facendo cercare una cosa e non sai che cos'è, come è fatta, che faccia ha?
-Sì.
-Idiota!
-Deficiente, è blu e dorata e non è il bancomat! È come una carta di credito ma ci sono i tuoi dati sanitari. La portiamo sempre con noi quando siamo all'estero se ci succede qualcosa. Dovresti averla nei documenti che usiamo nei nostri viaggi.
-Io ce l'ho nel portafogli- aggiunse Lauren cercando di far accendere un barlume di speranza e cercando di dare qualche idea al cantante.
-Ah, forse tra le cose che porto con me ai concerti?
-Devo cercare nella tua cazzutissima sacca borchiata?
-Avevo quella nell'ultimo concerto?- chiese Bill con voce sorpresa.
-Ma che cazzo ne so- esplose con rabbia Tom- di solito sì ti porti quella roba improponibile.
-Allora sì, magari è lì.
-Dove quell'obbrobrio?
-Nell'armadio presumo- disse flebilmente Bill
-Cazzone tinto hai un armadio sconfinato di metri cubi di stracci da cazzone una collocazione approssimativa?
-Secondo me deve essere nell'anta dove ci sono gli scomparti quadrati.
-Ovvero?- chiese interdetto Tom
-Ultima anta in fondo a destra, lì ci sono i cassetti con la biancheria intima e gli accessori.
Tom aprì e in effetti il caos che regnava nella stanza non rispecchiava l'ordine perfetto e militaresco che vigeva nell'armadio. Il ragazzo si stupì. Dopo qualche minuto che frugava nella borsa esclamò con tono acido e scocciato.
-Mentecatto, idiota, nella tua cazzutissima borsa da fighetto non c'è!
-Ma forse non è quella che avevo all'ultimo concerto.
-Adesso ti ammazzo!- Tom lanciò la borsa nell'armadio con fare scocciato chiuse a calci l'anta dell'armadio del fratello poi andò di là dal dottore che era con Lauren e che rideva divertito per i complimenti che si scambiavano i due fratelli. Lauren per intrattenerlo stava raccontando qualche aneddoto di quando erano ragazzini, mentre osservavano il salone dei ragazzi pieno di premi.
-Mi scusi, fra poco lo ritroviamo, deve avere pazienza, ha diciotto anni ma i neuroni fusi dalla tinta per capelli. Ha sempre qualcuno che pensa per lui e da solo non ce la può fare. Ora telefono a Hans.
-Ma sei sciroccato sono le cinque- disse Lauren- ci provo io.
Tom cedette volentieri le armi alla ragazza mentre il dottore sorrideva:
-Quando mia figlia saprà dove sono stato, le verrà un colpo.
-Sono desolato dottore, la prego si accomodi, le offro qualcosa?
-No, non preoccuparti se non trovate la tessera potete telefonarmi e farmi avere i dati.

-Bill, dai piccolino, uno sforzo, dammi qualche indizio- disse leziosa Lauren.
-Forse è in un borsellino in qualche giacca-disse Bill
Lauren fremeva, non era la risposta che voleva.
-Tu, Bill sai quante simpatiche piccole giacche hai?- disse un po' meno calma.
-Sì, tante, ma deve essere in una delle ultime che ho usato in tournée.
-Ovvero?
-Non ricordo-rispose candidamente il cantante.
-Bill fan culo, un indizio, non si può essere così idioti, con i documenti poi!
-Non arrabbiarti anche tu- chiese supplichevole il cantante- sono un po' confuso, non sono molto in forma.
-Lo so- disse con calma Lauren- ma che cazzo Bill, sono documenti! È mai possibile che tu sia così imbranato e demandi ad altri cose che dovrebbero essere di tua competenza, sei grande ormai!- il tono che la ragazza aveva raggiunto sfiorava le frequenze che solo i cani possono udire.
-Ah- disse finalmente Bill- forse è nel portafogli nero di pelle con la fibbia argentata.
-Quale dei venti che ti ritrovi?
-No, l'unico di Prada, nel comodino.
-Tu scherzi Bill?- disse Lauren sconsolata?
-No, nel comodino di sinistra dove vi è il portafogli con le carte di credito.
Lauren ormai sull'orlo di una crisi nervosa, aprì il comodino e tra i venti portafogli tutti più o meno neri con borchie, fibbie e marche famose trovò il "Santo Graal" dentro vi trovò la tessera e altri documenti importanti.
La ragazza sconsolata porse la tessera al dottore dicendo:
-Ha capito con che razza di dementi ho a che fare? Quello che scrivono i giornali su di loro è vero sono degli idioti. Il cantante poi è veramente senza speranza.
Il dottore rise divertito, prese la tessera, segnò tutto sul rapporto e si congedò con la promessa di biglietti speciali per sua figlia al prossimo concerto.
Poco dopo fece capolino un riposato Georg, pronto per il suo turno, quando vide i volti di Lauren e Tom azzardò una battuta.
-Bella cera ragazzi!
-Georg tu vuoi compiere vent'un anni? Vero?- affermò Lauren scocciata- fatti raccontare dal mentecatto rasta cosa ha fatto l'altra dolce metà del suo cervello, ho talmente i nervi a fior di pelle che vorrei lanciare Bill giù dalla finestra.
-Si mette male? non vorrei essere nei panni Bill quando Lauren dovrà fargli la puntura sta sera- disse Georg.

***

-Tom, che cosa stai mangiando?- urlò Lauren, la sua voce si era sentita distintamente per tutto l'appartamento.
Tom era placidamente svaccato sul divano con un enorme pacchetto di chips sulle gambe e la mano unta salata stava portando alla bocca una manciata di succulente, unte patatine, quando una furia con un bellissimo grembiulino da donnina di casa si avvicinò minacciosa.
-Patatine- bofonchiò con la bocca piena il ragazzo, non calcolando bene la portata delle sue parole.
Lauren si avvicinò al ragazzo gli strappò il pacchetto dalle mani, glielo rovesciò sulla chioma fluente e gli sbriciolò tutto il contenuto schiacciando bene le patatine sulla testa.
-Va fan culo Tom, sono rientrata dopo sei ore di prove e da brava ragazza mi sono adoperata per preparare una cenetta simpatica per noi e un brodino per il mentecatto malato, tu non hai mosso un dito, di là abbiamo fatto tutto Gustav ed io e tu sei qui e ti rovini l'appetito? Ho a che fare con un cretino allora. Sono stufa! Non hai rispetto per il lavoro degli altri, invece di esser tu a farmi trovare da mangiare ed occuparti di tuo fratello, sei qui servito e riverito!
Lauren finì il suo discorso dandogli una cuscinata sulla faccia e come una furia si rifugiò in camera di Tom sbattendo la porta.

-Che cosa sarà successo?- fece capolino la testa di Bill da sotto la trapunta rivolto con fare interrogativo e preoccupato a Georg che era seduto su una poltrona al suo capezzale.
-Non so, ma le urla di Lauren erano veramente feroci.
Poi si udì la porta riaprirsi, Georg si alzò e vide che dalla porta della camera di Tom venivano espulsi come stracci dei vestiti di Tom e poi si vide volare un paio di scarpe dei cappellini e una felpa, seguita da un pigiama, dei boxer e uno spazzolino da denti.
-Credo ci sia in corso una lite tra innamorati- sussurrò riportando ciò che aveva visto a Bill che non poteva ancora lasciare il suo letto.
Poi una voce urlò:
-E io sono sfinita, devo pure fare l'infermiera per quel lamentoso che continua dire che il suo culo è un puntaspilli. E io che gli faccio il brodino di verdure, quello di carne leggero, quello di pollo e gli faccio i biscottini senza burro, con solo un rosso e voi glieli mangiate tutti. Va fan culo, io devo ballare fra tre giorni è il mio compleanno e mi sto esaurendo a forza di fare la notte sveglia anche per colpa tua. Egoista!- Su queste ultime parole Lauren aveva lanciato le ciabatte del ragazzo direttamente dall'altra parte del salone colpendo la porta della cucina con fragore.
Tom solo dopo la seconda sfuriata della ragazza si era deciso ad alzarsi dal divano, fino al quel momento era rimasto interdetto. Senza parole aveva raccolto i suoi effetti personali e come un marito che è stato sfrattato dal talamo nuziale, si era diretto in camera di Bill.
Il malato si era tirato su e si era seduto alquanto preoccupato vedendo lo stato in cui versava Tom chiese timidamente:
-Che cosa hai fatto?
-Stavo mangiando delle patatine.
-Porca miseria, è forse in quel periodo del mese?- disse timidamente Georg che trovava la reazione della ragazza un po' eccessiva.
-No idiota- fece capolino l'altro cuoco della serata- non capite? È da due ore che spadelliamo come disperati e lui si rovina l'appetito con le patatine? Sinceramente ha ragione il prato in fiore. Ci siamo fatti un culo a capanna, lei poi ha lavorato tutto il giorno.
-Idiota- disse flebilmente Bill rivolto a Tom.
-Guarda che ce l'ha anche con te che ti lamenti quando devi fare le punture, prendere le medicine e non bevi i brodini che ti prepara.
-Lo so, ho sentito-disse desolato il ragazzo.
-Ora sarà un casino togliermi le briciole di patatine dai dreads- affermò con la voce tremante Tom.
-Dai ti aiuto io- disse Georg che si pentiva di aver giudicato la sfuriata della ragazza inopportuna e spropositata- vai però prima a chieder scusa a Lauren.
-Vero, vai con il capo scomparso di cenere o di patatine, nel tuo caso- fece con un sorriso Gustav- mi raccomando striscia e chiedi scusa, la piccola ha ragione e tu- facendo partire il dito minaccioso che ormai aveva imparato ad usare come Lauren -prendi le medicine così fra mezz'ora bevi tutto il brodo e poi quando è l'ora della puntura taci e mostri le chiappe senza fiatare, che ci sia Lauren o l'infermiera non ti lamenti, va bene?
-Ti dona quel grembiulino- disse Bill cercando di sviare il discorso.
-Non provarci, bello- disse Gustav facendo vibrare nell'aria il dito - non prendermi per il culo o adotto le torture medioevali e il brodo te lo rovescio sulle parti intime.
-Orca mi sa che è Gustav ad avere le sue cose- disse ridendo Georg.
A questo punto il batterista rispose con un elegante dito medio e se ne tornò tra i fornelli.

-Lauren scusa- disse Tom rivolto ad una porta chiusa- hai perfettamente ragione, hai a che fare con due gemelli totalmente cretini, due esseri inutili, egoisti, egocentrici. - poi tentò di girare la maniglia ma la porta era chiusa a chiave- Perdonami fiorellino. Ti prego, vieni, ho apparecchiato, Bill ha preso la medicina, la cena è pronta, lo sguattero Gustav aspetta solo gli ordini del suo Chef. Non vorrai che i vostri sforzi si vanifichino. Scusa, sono stato uno stupido, non dovevo mangiare le patatine, ma sai ogni tanto mi piace strafogarmi di schifezze, scusa, non ho tenuto conto dei tuoi sentimenti. Hai ragione, mi sono dimenticato che tu lavori, invece io sono in vacanza o quasi. Ti prego, scusa, scusa, posso entrare- questa volta la porta si aprì e in una camera immersa nel buio totale un corpicino si distingueva sulla trapunta bianca. Tom si avvicinò a quel corpo che era ancora scosso dai singhiozzi. Il ragazzo si sdraiò avvinghiando a sé la ragazza. Cominciò a sussurrarle parole di scuse, facendo seguire le sue parole da carezze dolci, il ragazzo spostò i capelli dal collo della ragazza e cominciò a darle dolci baci.
-Scusami fiorellino, ti giuro, sono un cretino, mi dimentico che tu stai lavorando e le prove diventano sempre più faticose. Perdonami, cercherò di fare più attenzione.
-Lo so- disse tra le lacrime Lauren- ho avuto quella reazione perché sono stanca.
-Amore perdonami, hai ragione, dovresti essere servita e riverita e invece…
-A me fa piacere cucinare, Gustav poi mi ha fatto sbellicare dal ridere, fa le imitazioni mentre cucina, fa le scene del cuoco giapponese ed è uno spasso. Non mi è pesato più di tanto, ma quando ti ho visto ruminare…
-Hai ragione, fiorellino, dai andiamo di là, prima che il cuoco giapponese non bruci tutto.
Lauren si alzò e i due ragazzi ormai rappacificati fecero capolino in cucina dove Gustav stava ultimando la cena aiutato da Georg.
-Tutto a posto- chiese con gentilezza Georg.
-Sì, scusate- disse Lauren.
-Ma sei fuori?- disse perentorio Gustav- se io fossi in te non gliela darei per una settimana almeno.
-Ehi, tu- fece minaccioso Tom- non dare brutte idee al mio fiorellino, abbiamo fatto pace, sappi. Anzi…
-Guarda che Gustav ha ragione, mi sa che la rivedrai in cartolina.
-Va be'- disse sconsolato Tom prendendo posto a tavola- ne riparliamo in privato.

***

-Ciao tesorini ci vediamo oggi alle cinque allora?- Lauren era pimpante come sempre alle otto del mattino e stava salutando i suoi angeli custodi davanti alla scuola.
-Sì fiorellino- rispose teneramente Tom che non voleva lasciarle la mano.
-Finalmente il gran giorno!- esclamò felice Bill che si era appena rimesso e che usciva dalla sua clausura quella mattina per la prima volta.
Lauren buttò le braccia al collo dell'amico e gli stampò un bel bacio sulla fronte augurandogli:
-Buono shopping cazzone tinto, fatti bello mi raccomando per il mio compleanno e compra un bel regalo!
- Chi ti dice che non lo abbia già comprato?- disse con tono di sfida Bill.
-Ma sei stato tu a dirmi che non avevi ancora fatto il regalo e che dovevi guarire in fretta e prima di martedì.
-Depistaggio?
-Bastardo fedifrago, che ti venisse la sciolta.
-No ti prego! Mi è bastato vomitare per cinque giorni di fila, ho perso cinque chili e non ho più nulla da mettermi, io che mi ero fatto confezionare un bellissimo abito su misura! Mi tocca oggi trovare qualcos'altro.
-E sarà dura- disse uno sconsolato Tom per il quale si profilava all'orizzonte una lunga mattinata fatta di prove di almeno settecento paia di pantaloni e duecento prove di giacche che si andavano ad aggiungere ad un armadio sconfinato- Non potresti metterti il completo che avevi al nostro compleanno?
-No, me lo avete già visto e poi ti giuro i pantaloni li perdo.
-Porca miseria, sei dimagrito tanto?
-Sì.
-Potresti metterti quelle orribili bretelle borchiate che hai tentato di mettere alla premiazione del Bambie e che per fortuna Hans ti ha convinto a togliere, non bastava la camicia di raso bianca che scintillava di luce propria e gli orribili pantaloni gessati.
-Ma se mi stavano da Dio!- esclamò risentito Bill che in fatto di buon gusto credeva di possederne tanto- ero bellissimo e raffinato.
Tom lo guardava con una smorfia di schifo sulla bocca mentre Lauren guardava perplessa i due fratelli e si domandava se sarebbero sopravvissuti fino al suo compleanno o si sarebbero scannati prima.
-Gemelli sciroccati io vi lascio, mi raccomando al centro commerciale non date troppo nell'occhio.
-No, dovremmo riuscire a salvarci, le ragazzine sono a scuola, si spera, le donnine alle otto del mattino non vanno a fare shopping, dovrebbe esser tutto calcolato- disse con entusiasmo Bill che pregustava un po' di libertà.
-Già speriamo di finire prima delle dodici! Se la Diva non ci metterà l'eternità per trovare un solo e cazzutissimo paio di pantaloni!
Lauren baciò dolcemente come tutte le mattine Tom che quella mattina sembrava più recalcitrante ad abbandonarla del solito. La trattenne infatti di più ed ebbe diritto ad un piccolo rimprovero.
-Sai, se ci vedono è una scoglionata di proporzioni epocali- disse Lauren
-Wuah, una new entry in fatto di termini eleganti, Lauren- disse divertito Bill- comunque hai reso l'idea, sarebbe una rottura di marroni, ti ricordi il casino che era venuto fuori con quella ragazza?
Tom sbiancò al solo ricordo e ciò gli bastò per allontanarsi dalla sua amica.

***

- Entriamo un minuto in profumeria?- suggerì Bill.
-Che cavolo devi fare? Sei molesto e fastidioso come una zecca, non dovevi solo focalizzare la tua attenzione sui pantaloni?
-Ho bisogno del deodorante e poi volevo regalare a Lauren le palline per fare il bagno spumeggiante e gasato.
-Cioè? Che diavolerie volevi regalarle dove le trovi queste stronzate?
-Ma si una roba fortissima, le ho provate in quel albergo di Zurigo, ti ricordi?
-Delle palline del bagno?
-Sì, se le metti fanno le bolle!
-Non è che Bill avevi mangiato qualche fungo allucinogeno o sniffato?
-Idiota! Io mi diverto un sacco con le stronzate che trovo negli alberghi, tu no?
-No, io dormo.
-Che fratello inutile! Dai entriamo- Bill entrò sicuro nella profumeria, si diresse rapido verso il settore uomo e prese quello che gli occorreva, oltre al deodorante prese altre duecento cose inutili. Tom lo guardava scotendo la testa, proprio non ce la poteva fare suo fratello.
-Stai perdendo di vista l'obiettivo, cretino!- lo esortò il ragazzo.
-Già ecco, il settore donna, bagnoschiuma alla rosa canina, uhm buono potremmo fare un cesto regalo al tuo fiorellino.
-Uhm, dici che non se la prende? Tipo puzzi, lavati?
-Ma no, sali da bagno, bagno schiuma, palline frizzanti, candele, fai viaggiare la mente fratello- lo esortò Bill.
Tom si mise a pensare e in effetti la prospettiva di un bagno profumato con annesse candele lo sviarono verso pensieri ben oltre.
-Ok- fece Bill scotendo una mano davanti agli occhi del fratello- il solito che pensa a cose sconce!
-Ma sei sciroccato, che pensi, mi stavo figurando un bagno romantico.
-Non ci credo.
-Sei tu il pervertito, guarda che io pensavo al profumo migliore per Lauren.
-Sì, mio nonno!
-Posso aiutarvi?- chiese una commessa che sia era avvicinata ai due ragazzi.
-Sì!- disse sicuro Bill
-No!- replicò Tom
I due ragazzi erano sempre d'accordo su tutto.
-Vorremo fare un regalo ad una amica, lei può fare una bella confezione regalo, raffinata ed elegante tipo, non so una scatola con dei fiori sul rosa, dentro dei petali profumati e i prodotti che vogliamo?
-Sì magari ci aggiunga anche un massaggiatore privato nella scatola e siamo a posto- disse ironico Tom le cui pretese di Bill gli sembravano assurde.
-Abbiamo delle belle confezioni regalo che si possono riempire come vuole, certo petali di rosa non li abbiamo ma della bella paglia colorata.
-Benissimo allora se mi fa vedere la confezione decidiamo il contenuto.
Tom basito seguì il fratello e la commessa, si sentiva un pesce fuor d'acqua, per quelle smancerie proprio non ci sapeva fare e lasciò il fratello fare tutto.
-Bene la scatola è perfetta, vero, fratellino?
-Sì.
-Bene, allora ci mettiamo su questo bel letto di paglia rosa, un bagnoschiuma al mughetto, che ne dici?
-Sì, è il suo profumo preferito.
-Poi ci mettiamo i sali da bagno, questi petali che galleggiano e profumano, le candele. Secondo te preferisce la crema corpo o l'olio?
Tom sgranò gli occhi come se gli avesse chiesto di eseguire un'operazione matematica complicata.
-Ok, tagliamo corto preferiresti, nella tua mente bacata, spalmarle la crema corpo o l'olio?
Tom cominciò a meditare.
-Ok encefalo grama piatto, l'ho perso, lei cosa ci consiglia- fece Bill alla commessa.
-Forse la crema è più indicata, se non è una ragazza che si mette l'olio magari finisce per non usarlo.
-Allora- sollecitò Bill.
-Allora che?
-Mentecatto dopo venti giorni con lei, hai mai visto che si spalma degli oli?
Tom sgranò gli occhi, poi pensandoci bene rispose sicuro.
-Usa la crema!
Bill e la commessa lo guardarono poco convinti, ma si fidarono. Il pacco fu preparato.
-Potremmo fare un regalo anche all'infermiera che mi ha sopportato- suggerì Bill.
-Fai tu- rispose laconico Tom.
-Signorina mi scusi, vorrei fare un cestino con tre prodotti anche per una signora di mezza età.
-Le signore amano questa fragranza al muschio bianco, o questa al tè verde- la signora porse dei campioni da annusare.
-Uhm, questo mi sembra buono- poi rivolto al fratello- che ne dici?
Tom fece spallucce, di queste cose se ne stra fregava e l'idea solo di dover fare dei regali lo snervava. Bill invece era sempre spumeggiante e attento alle piccole cose, ai dettagli, sapeva sempre come fare felici gli altri anche con poco.
-Bene, muschio bianco, mi sembra più forte e deciso come profumo, come la signora Köhler! Mi fa il conto?
-Certamente.
-Mi dica, se volessi spedire il cestino, voi avete un servizio?
-Sì, te lo mandano con un piccione!- disse ironico Tom.
-Sì certo, abbiamo un corriere che fa le consegne.
-Ah- esclamò Bill con un sorriso ironico e con un tono beffardo.
-Il servizio si paga extra ovviamente e viene a costare un po' di più rispetto a quello che viene se lei lo fa direttamente con la DHL.
-Non si preoccupi, abbiamo fretta e poi lei mi sembra così solerte e precisa, mi piace, scimunito non stare lì impalato, fatti dare dalla signora Köhler il suo indirizzo, mi raccomando con tatto e non farti sgamare come un pollo.
-Le incombenze più gravose a me?
-Dai, sai che io sono imbranato al telefono.
-Solita scusa.
-Mammalucco muoviti, la mattinata è ancora lunga.
-Posso pagare con la carta di credito?
-Certamente.
-Anche la spedizione?
-No quella dovrebbe pagarla in contanti.
Bill consegnò la carta di credito e stava per porgere il documento di identità quando la commessa disse:
-Non si preoccupi l'avevo riconosciuta.
Bill si calcò il cappello sugli occhi e sorrise imbarazzato.
-E' per una nostra amica che compie gli anni.
-Non si preoccupi, non deve giustificarsi.
-Grazie, lei è veramente gentile e la confezione che ha fatto veramente bella. Senta avrei un favore, siccome dobbiamo fare altre spese, le dispiace se lasciamo qui i sacchetti?
-Sì certamente.
-Ecco- disse Tom- l'indirizzo della signora Köhler è il seguente San Stefanstra?e 22.
-Perfetto, abbiamo fatto tutto, ora seconda parte della missione.
I due ragazzi uscirono dalla profumeria e mentre si stavano avviando verso un negozio da uomo a Bill cadde l'occhio su una vetrina di intimo da donna.
-Perché non le fai un regalino romantico?- disse Bill.
-Uhm- mugugnò Tom che si sentiva sempre più in difficoltà- non so?
-Ma non mi hai detto che il giorno del nostro compleanno indossava un completino talmente sexy che quasi ci rimani secco?
Tom deglutì a fatica.
-Ma che poi sembrava una trappola per uomini perché non riuscivi a slacciarlo?
-Sì- balbettò imbarazzato Tom.
-Semplice, gioca d'astuzia, regalagliene uno tu, alla portata della tua destrezza e manualità!- fece Bill con un sorriso ironico di quello che sfotte.
-Verrà anche il tuo momento e ti auguro di fare una figura peggiore della mia! Già mi vedo un reggicalze che ti si incastra in qualche tuo pantalone cazzuto fatto di borchie e pelle.
-Che fratello simpatico come una zecca attaccata ai marroni.
-Puro affetto fraterno il mio.
-Dai entriamo!-tagliò corto Bill.
-No ti prego!
-Dai idiota!- Bill lo trascinò dentro con forza.
Mentre percorrevano il corridoio osservando senza osare toccare nulla una commessa si avvicinò
-Avete bisogno? Posso aiutarvi?
-No, grazie -rispose imbarazzatissimo Tom che era passato dal suo colorino pallido ad un cremisi, questo lo inibì ulteriormente e si avviò deciso verso l'uscita.
La commessa si allontanò senza essere troppo insistente. I due ragazzi si erano separati, poi Bill prese tra le mani un completino se lo mise davanti ed esultò:
-Questo è perfetto non trovi?
Fece girandosi verso la vetrina dove Tom stava osservando pensieroso e imbarazzato.
-Guarda, viola, con dei fiorellini rosa, graziosi ricamati, non starebbe bene a Lauren?- e sempre tenendoselo davanti al petto ondeggiava.
-Sì, è molto bello- disse con un filo di voce Tom.
-Dai, che taglia porta?
-Ma che cavolo di domande mi fai? Olio o crema, che taglia porta? Ma che cavolo ne so, non guardo la taglia di reggiseno, io glielo tolgo e basta!
-Cavernicolo! Il solito- disse sconsolato il ragazzo
- Mi sembra di stare sotto esame!- disse preoccupato Tom.

La commessa si fece avanti e interrogò i due ragazzi che si imbarazzarono a morte quando la signorina pose loro alcune domande.
- Allora che taglia porta?
-Forse una seconda scarsa, mi sembra che me lo abbia detto una volta, sì.
-Ferretto, coppa imbottita o liscio?
-Aiuto- supplicò Tom.
Bill si fece coraggio e cominciò una sua logorroica elucubrazione mentale:
-Allora la nostra amica non è molto prosperosa ed è permalosa. Se le facciamo quello con l'imbottitura è come spiattellarle in faccia " sei piatta".
Se le facciamo quello semplice sottolineiamo la sua mancanza, lei che pensa? forse il ferretto solleva, senza appiattire e farà una bella forma con quel poco che ha?
La commessa guardò i due ragazzi divertita e suggerì:
-Il ferretto forse è la cosa migliore, ma non penso che la vostra amica si offenderebbe se optaste per quello imbottito. Lo porterebbe meglio forse e le farebbe una bella forma sotto i vestiti.
-No, lei non conosce la nostra amica- sussurrò Tom la cui salivazione era zero- Già potrei venire linciato sulla pubblica piazza.
-Bene allora ferretto. Per le mutandine? Slip, brasiliana o perizoma?
I due ragazzi diventarono rossi come non mai, Tom iniziò a sudare freddo, Bill balbettava.
-Co co come, come sono?- cercò di proferire Tom.
La commessa ormai piegata in due dal ridere mostrò ai due ragazzi le tre opzioni.
Tom non sapeva più che pesci pigliare, avrebbe preferito affrontare mille concerti e duecentomila ragazzine adoranti tra la folla che rispondere a questa domanda.
Bill era imbarazzato, non sapeva nemmeno lui che dire. Poi dopo qualche esitazione Tom, per tagliar corto quella tortura ne indicò un paio, si girò e disse al fratello:
-Ti ammazzo, se mi porti ancora in un posto del genere!
A questo Bill non replicò era rosso anche lui fino alle orecchie.
-Paghi tu- disse solo.
-Certo, idiota!
Per evitare qualsiasi imbarazzo pagò in contanti e chiese una confezione regalo, che fu fatta con cura e velocemente.
Quando furono fuori Tom cominciò una serie di insulti nei confronti del fratello che non sapeva come difendersi, poi cercando di sviare il discorso Bill trascinò il fratello verso un altro negozio:
-Guarda, questo vestitino è delizioso! Starebbe bene con il completo che le hai comparto.
-No, ti prego basta negozi imbarazzanti.
-Ma sei scemo è di vestiti che imbarazzo vuoi che ci sia.
-Con te non si sa mai!- esclamò scocciato.
Bill però non si demoralizzò ed entrò deciso.
-Vorrei quel vestitino in vetrina, una trentasei.
-Bene- rispose la commessa- desidera altro?
-Non so, do un'occhiata se non le dispiace.
-Faccia pure.
Bill si esaltò e in men che non si dica riuscì a svaligiare il negozio. Al vestito coordinò un bellissimo maglioncino corto che si incrociava davanti d'angora rosa. Trovò una elegante cintura di pelle, una borsetta, dei guanti e un cappellino bellissimi.
-Mancano solo le scarpe- disse esaltato- e un cappottino.
Tom ormai si teneva a malapena in piedi in un angolo. Ne aveva le scatole piene e ancora doveva venire il meglio o il peggio per lui, Bill doveva ancora comprare il suo di vestito. Erano le undici e i negozi cominciavano a riempirsi così come i corridoi del grande magazzino.
-Andiamo -sollecitò Tom- si sta affollando.
-Sì arrivo, ma questo lo paghiamo a metà.
-Sì fai come vuoi basta che usciamo! Paga tu, poi ti do i soldi.
-Va bene.
I due ragazzi uscirono carichi come muli.
-Dove cavolo li metteremo tutti questi pacchi?- disse preoccupato Tom
-Faremo la valigia dei regali.
-Mentecatto guarda che non imbarchiamo valigie, Lauren si è raccomandata, solo bagaglio a mano.
-Sì non preoccuparti, in qualche modo faremo- fece Bill baldanzoso e ottimista- e ora il sottoscritto deve farsi bello.
-Cosa impossibile- bofonchiò Tom
-Fan culo- rispose Bill scocciato.
Il primo negozio da uomo che visitarono non andava bene, troppo elegante e da vecchio. Un altro troppo semplice e non raffinato. Al decimo negozio, proprio all'ultimo piano del centro commerciale Bill trovò il suo ideale. Vi entrò sicuro e cominciò ad afferrare pantaloni e cinture. Poi entrò in un camerino mentre Tom come un palo teneva tutti i pacchi dei regali di Lauren
-Che ne pensi fratello? Non sono troppo stretti?
Tom lo guardava sgranando gli occhi.
-Che cazzo ne so, basta che ti sbrighi.
-No, dai rispondimi, mi fanno il culone?
-Ma sei sciroccato? Se non ne hai di sedere?
-Ma no dai guarda, no, non mi piacciono.
-Oh mio Dio, voglio morire, datemi una badile nei coglioni, mi farebbe meno male.
-Ecco, che ne pensi?- Bill uscì indossando un paio di pantaloni molto simili ai precedenti.
-Sei favoloso- disse Tom pur di farlo contento.
-Dai, la verità, il bianco non mi sbatte un po'?
-Sì, sembri un grissino e ti fanno due gambette da gioppino cretino.
-Bei complimenti, grazie.
Dopo qualche minuto ricomparve con un ennesimo paio di pantaloni neri che a Tom sembravano identici ai primi che aveva provato il fratello.
-Questi? Come me li vedi?
Tom sbottò :
-Bill, fan culo sei pesante come un macigno, prendi questi cazzo di pantaloni e leviamoci dalle palle ne ho pieni i coglioni.
-Uhm, che bel linguaggio.
Un commesso si avvicinò e chiese.
-Posso aiutarvi?
Bill sconsolato preferì chiedere aiuto al commesso che lo consigliò al meglio. Anche qui il ragazzo svaligiò il negozio.
Quando uscirono i due ragazzi sembravano due muli, avevano pacchi su pacchi.
-Adesso andiamo a prendere i due regali veri.
-Sì, chiama un taxi il centro comincia ad essere affollato.
Tom e Bill camminavano con il capo chino per non farsi riconoscere anche se si sentivano osservati, poi ad un certo punto una chiamata al cellulare li allarmò.
-Raga che cavolo state facendo?- disse allarmato Georg?
-Perché? - chiese stupito Tom
-Cattive notizie!
-Venite al più presto.
-Oddio che palle che cavolo è successo.
-Bill, come sempre.
-Oddio, dimmi- chiese allarmato Tom- il cretino è qui con me e non ha fatto nulla, lo giuro.
-Non posso, ve lo spiegherò quando sarete qui.
-Bill, hai fatto casini?
-Io?-disse con aria innocente e interdetta il ragazzo- ma se sono stato malato fino a ieri e oggi sono qui con te.
-Appunto? Georg dice che ne hai combinata una delle tue.
-Non è che è il solito falso allarme?
-Speriamo. Comunque ora andiamo in gioielleria e poi a casa.

***

-Porca merda Bill, ti ammazzo- urlò con quanti fiato aveva nei polmoni Lauren - possibile staremo via un giorno e mezzo neanche e questa è la tua valigia? Lo chiami bagaglio a mano?
-Ma è la valigia basic per me.
-Cioè una sansonite in cui ci starebbe una cadavere tu la chiami il basic?
Lauren furente aprì le duecento ante dell'armadio di Bill e cercò una borsa da viaggio di dimensioni umane. La aprì con rabbia e cominciò:
-Due paia di mutande.
-No aspetta- cercò di replicare il ragazzo.
-Va be' te ne concedo tre se proprio te la fai addosso.
-Cretina!-replicò Bill.
Lauren prese tre boxer neri uguali e con rabbia li mise sul letto.
-Aspetta, questi non vanno bene, l'elastico non si intona con i pantaloni.
-Cosa? L'elastico non si intona? Ma io ti prendo a schiaffi.
-Benvenuta nel magico mondo del fashion Bill- disse divertito Georg che sedeva sul letto dell'amico e guardava divertito la furia di Lauren preparare la valigia al ragazzo- pensa noi che lo sopportiamo per mesi su quel cazzo di autobus e ci sciroppiamo le sue paranoie sull'elastico dei calzini che forse non è abbastanza in tono con l'elastico dei boxer che probabilmente hanno una sfumatura di nero che non si intona con i suoi capelli.
-Allora basta prendermi per il culo- ribatté Bill.
-Fan culo, Bill taci! Georg ha ragione che cazzo hanno questi tre boxer che non vanno bene?
Bill che vedeva la vena della fronte di Lauren pulsare si limitò ad aiutare l'amica. Senza proferire verbo andò a prendere una valigia più piccola e silenziosamente, ma speditamente la preparò.
-Va bene Lauren?- chiese timidamente- il pigiama, tre paia di mutande, tre paia di calzini, uno sportivo per domani che ci porti non si sa bene dove, uno elegante di filo di scozia di seta per la sera e uno di ricambio per il viaggio di ritorno. Un paio di pantaloni per domani sempre per la gita, vanno bene questi qui nuovi?
La ragazza annuì, si era seduta accanto a Georg e non parlava.
-La maglietta nera semplice con la giacca di pelle rossa e nera per domani, che ne dici?
-No,- urlò a pieni polmoni- roba sportiva! non di tipo Bill dei Tokio Hotel!
-Uffi, non so cosa prendere- questa frase decretò la sua morte.
-Idiota patentato hai un armadio pieno di roba e mi dici che cosa metto? Ti scotenno! Cazzo Bill, prendi quella camicia bianca, il cardigan carino ed elegante che vedo lì appeso e infila il tutto nella tua cazzo di valigia, poi porta le chiappe fuori di qui, il taxi arriverà tra poco! Prendi i documenti! Qui non hai il tuo staff che pensa anche a quello che respiri.
Lauren entrò in camera di Tom e vide anche lui alle prese con la valigia e anche su di lui si abbatté la furia Lauren.
- Ma voi Kaulitz siete idioti o cosa?
- Staremo via meno di quarant'otto ore e ti porti quattro cappellini che tanto non potrai mettere almeno che tu non voglia passare sul mio cadavere. Idiota patentato numero due, domani andiamo a fare una gita e non vorrai sbandierare al mondo intero salve sono Tom Kaulitz!
- Ma allora cosa metto?- quelle parole che sembravano così innocenti provocarono una reazione spropositata Lauren uscì sbattendo la porta e urlando improperi. Poco dopo Gustav entrò ad aiutare Tom che bianco come un cencio cercava di porre rimedio.
- Ecco eviterei felpe troppo vistose o smaccatamente XXL, per un giorno riesci a trovare una paio di pantaloni un po' meno rap e una felpa umana?
-Sì, ecco, che ne pensi?
-Perfetto, prendi solo quel cappello e per la tenuta durante la sorpresa hai già tutto nella valigia di là giusto?
-Sì.
-Allora eccoci, il padre di Lauren mi ha telefonato prima, gli strumenti sono arrivati sani e salvi, se ne stanno occupando i nostri tecnici. Di là ci sono già Steven e Franz con l'attrezzatura. Per le foto e il video apparsi su You Tube direi che a Lauren non diciamo nulla fino al rientro.
-Sì certo, speriamo che non venga fuori.
-No, speriamo! Georg ha sentito Leonor e Sylvie e loro sono informate, dovrebbero aiutarci nel coprire tutto.
-Ragazzi siamo pronti?- disse con tono pacato una Lauren che aveva trovato un po' di calma.
-Sì- dalle stanze uscirono i due gemelli accompagnati da Gustav e Georg.
-La prima sorpresa è già qui Lauren- disse baldanzoso Bill- Franz e Steven sono i nostri cameraman, coloro che di solito ci riprendono in tour. Abbiamo pensato che sarebbe carino che ci riprendessero in questi due giorni, per ricordarti di ogni momento della tua festa?
-Molto bello come pensiero, ma sarebbe come andare in giro con una freccia luminescente Tokio Hotel, no?
-Ci riprendono solo quando non c'è folla, in luoghi appartati e chiusi, tuo padre sa già tutto e ha prenotato un albergo per loro.
-Bene allora partenza.
-Aspetta- disse felice Bill rivolto alla telecamera- eccoci pronti per la partenza, stiamo andando a Parigi per festeggiare la nostra cara e unica amica, la più sciroccata dell'universo.
-E come potete vedere siamo carichi come muli come sempre nei nostri spostamenti- aggiunse divertito Georg.
-I gemelli Kaulitz i più logorroici gemelli dell'universo hanno le valigie che pesano duecento kili e come sempre pagheranno la sovratassa di duecentomila euro- fece Gustav che non amava mostrasi alle telecamere per lavoro, ma che per divertimento con gli amici invece dava il meglio di sé.
-Sì, chiameremo la nostra missione: Happy Birthday Lauren.
-Direi che da buona francese difenderò la mia lingua e intitolerei le riprese " Joyeux Annivarsaire Lauren".
-Ecco ho già il mal di pancia-fece Bill con una smorfia.
I ragazzi uscirono baldanzosi e felici, avevano prenotato un taxi van per riuscire a caricare tutti.

***

-Allora signorina- disse a bassa voce Gustav- la prego ci regga il gioco- poi chiamando l'amico- Bill, c'è un piccolo problema con i biglietti.
-Che cosa?- fece preoccupato il cantante.
-Già- disse Lauren fingendosi rammaricata -Non sarai con noi, purtroppo la prima classe è al completo e il tuo biglietto per sbaglio è stato fatto di classe economica.
-Già ti hanno messo in coda- affermò Gustav
-Accanto al cesso- disse con gentilezza Lauren.
-Almeno fratello se ti verrà da vomitare non avrai problemi- fece con un sorriso sadico Tom.
-Va fan culo Tom, non sono più malato!- ribatté nervoso Bill, poi rivolto all'amica- ma i biglietti non sono stati fatti tutti insieme?
-Sì, Bill, ma il tuo per sbaglio è stato fatto per una seconda classe e stranamente sta sera la classe business è al completo.
-I manager tornano tutti con questo aereo- disse Gustav che stava entrando perfettamente nella parte rivolto alla hostess- non è vero?
-Sì- affermò la hostess che si stava divertendo alle spalle del ragazzo ignaro.
-No- disse Bill con fermezza- ci deve essere un errore, guardi bene signorina! Guardi bene, io non posso affrontare il volo da solo! Se l'aereo precipita io voglio essere vicino al mio fratellino!
-Io no- disse fermamente Tom- dopo confondono i miei resti con i tuoi.
-Su questo non c'è pericolo- aggiunse divertito Georg- tra i resti di Bill rimarrebbero intatti i capelli, le unghie con la French manicure e il giubbotto in pelle ignifugo.
-Allora piantatela, non indosso nessun giubbotto in pelle e non ho la french manicure.
-Già non ha avuto il tempo di farla sul cesso a vomitare- aggiunse sbellicandosi dal ridere Lauren.
-Siete una band di stronzi patentati!-poi rivolto alla hostess- la prego signorina, non può convincere qualche manager a cedermi il suo posto? Io non voglio stare da solo. La prego posso offrire dei biglietti omaggio per i nostri concerti, posso offrire qualsiasi cosa.
-Tranne prestazioni sessuali- fece il solito inopportuno Tom- quelle non sa cosa siano.
Bill ormai rosso come un gambero e totalmente in panico diede una sberla al fratello.
-Non dia retta a questo idiota che purtroppo ha condiviso con me il ventre materno ed è un errore della natura, non ci sono possibilità? La prego.
La hostess molto simpatica e cordiale continuava a reggere lo scherzo con seria professionalità.
-No, sa, con le nuove norme di sicurezza non si possono fare cambiamenti il posto ormai è stato assegnato e non c'è possibilità alcuna di cambiamenti.
Bill se ne andò sconsolato, il suo smalto brillante e la sua proverbiale energia positiva si erano smorzate.
-Dai, piccolo- fece una Lauren sadica- non preoccuparti, dopo il decollo potrai venire a trovarci e mentre noi sorseggeremo champagne e pasteggeremo con caviale, tu avrai diritto ad un panino gommoso con il prosciutto fucsia che cammina da solo e il succo d'arance che si illumina nel bicchiere in caso di contrattempi con le luci.
-Ridete, ridete, la ruota del Karma girerà e prima o poi sarò io più fortunato.

Bill ritrovò un po' del suo buon umore quando, a braccetto con Lauren percorse, i corridoi del duty free mentre Tom, Gustav e Georg sulle poltrone d'attesa mangiavano schifezze di ogni genere.
-Guarda che bello quell'orologio, ha il quadrante nero antracite come piace a me.
-Bill, ti proibisco di comprare qualsiasi cosa, sei malato di shoppinghite acuta.
-No, era solo una constatazione, per me è troppo grosso.
- Già e poi con le volute del tuo tatuaggio non starebbe bene.
Bill si guardò il polso e disse:
-E' vero, hai ragione.
Lauren lo guardò interdetta, la sua voleva essere solo una battuta e invece Bill era serio, il suo amico era proprio buffo e di difficile comprensione nelle sue paranoie vestimentarie.

Quando fu l'ora dell'imbarco Bill improvvisamente perse la voce e trascinando tristemente la sua valigia rigida di ferro si mise in fila. Prima furono chiamate le famiglie con bambini e i passeggeri di prima classe. Bill disse mesto:
-Ci vediamo dopo.
I ragazzi sadicamente risposero salutandolo con la manina dall'altra parte del vetro:
-Sì, a dopo Bill, divertiti- fecero in coro Gustav e Georg.
-Già, divertiti, forse potrai chiedere alla hostess un libricino con le figure da colorare- aggiunse Tom con un sorriso smagliante.
Bill senza mezzi termini rispose al fratello con un elegante dito medio. Per fortuna a quell'ora c'era veramente poca gente e i ragazzi erano rilassati.
All'imbarco fu accolto dalla hostess che aveva fatto lo scherzo insieme ai ragazzi e prendendo la carta di imbarco del ragazzo la fece passare nella macchina elettronica e con un sorriso smagliante e professionale augurò:
-Faccia, buon viaggio, signore.
Bill mesto in volto, imbronciato come un bimbo di due anni rispose mesto:
-Grazie, arrivederci.
Quando fece capolino sull'aereo semi deserto Bill salutò le hostess che lo accoglievano poi passò dai suoi amici che lo accolsero con dei volti sadicamente divertiti e dovette subire le prese per i fondelli di tutti:
-Ciao Bill, buon viaggio- esordì sorridendo Lauren
-Buona cenetta- fece Georg
-Attento al decollo- aggiunse Gustav con un volto disteso e un tono di finta preoccupazione- I sacchetti per vomitare sono collocati davanti a te.
-Già la cintura la puoi allacciare da solo, ci sono le figurine esplicative se non sai leggere.
Bill finse indifferenza e percorse tutto l'aereo cercando il suo posto, trascinava mestamente la sua valigia con la carta d'imbarco in mano, ma non capiva quale fosse il suo sedile. Quando giunse in fondo all'aereo, praticamente deserto, visto che era lunedì sera ed erano le nove, chiese aiuto ad una hostess.
-Signore, è la prima volta che viaggia?- chiese stupita la signorina.
-No, perché?- Bill era preoccupato.
-La prima classe è in testa all'aereo.
-Ma questo non è un biglietto di seconda classe?- chiese Bill.
-No, guardi, prima classe, fila C posto A2.
-Grazie- rispose un seccato Bill prendendo dalle mani della hostess il biglietto poi percorse tutto il corridoio con passo spedito facendo parecchio baccano, sembrava una furia, i ragazzi sentirono i passi dell'amico ancor prima di vederlo arrivare, poi la tendina che divide le due parti dell'aereo si sollevò e una serie di improperi fu sciolinata senza fiato:
-Allora siete una massa di stronzi senza eguali, avete addirittura coinvolto il personale di terra per farmi questo scherzo che reputo di cattivo gusto viste le mie condizioni di salute.
I ragazzi si guardarono basiti, mentre la scena ovviamente era stata puntualmente registrata dal super efficiente cameraman.
Lauren azzardò:
-Quali condizioni di salute?
-Ma come sono convalescente dopo una malattia che mi ha debilitato parecchio!
Un coro di "ma va fan culo" si levò da tutti i membri della band che lo intonarono come la curva nord di uno stadio. Nessuno poi mosse un dito quando Bill tentò di caricare la sua valigia nel portellone superiore.
-Così impari a prendere un mammut per stare via meno di 48 ore.
-Uffi, sono affaticato e incavolato per questo non ci riesco.
Bill vacillava sotto il peso della sua valigia, ma i ragazzi non ci pensavano minimante ad aiutarlo anzi gli davano indicazioni.
-Più a sinistra, Bill- disse Tom
-Già ce la puoi fare, no, no, a sinistra.
-Bill sai qual è la destra e la sinistra?- fece Georg ormai piegato in due dal ridere.
-Oh, mi si è rotta un'unghia urlerà fra poco- aggiunse un ormai scatenato Gustav.
Bill riuscì a sistemare la sua valigia sempre più scuro in volto prese posto, si allacciò la cintura poi imbronciato con le mani conserte guardò fisso davanti a sé.
Tutti ammutoliti lo guardavano sentendosi un po' in colpa per aver infierito così sul loro amico. Tom poi era seduto dalla parte del finestrino e quindi lontano dal fratello e capì che Bill si sentiva isolato.
-Scusa fiorellino, ti va di fare cambio, mi metto io esterno- sussurrò all'orecchio di Lauren- nel momento del decollo sono un po' fifone e voglio stare vicino al cazzone tinto.
-Sì, certo, siete troppo buffi, litigate come cane e gatto ma se per due secondi state lontani sentite la mancanza uno dell'altro.
-Sì, ma sono io veramente il fifone durante il decollo, me la faccio nei pantaloni e mi piace stare vicino a Bill anche se stringerò forte la tua mano questa volta.
-Veramente hai paura del decollo?
-Sì, una paura matta, solo il decollo però.
-Uh, che buffo, non lo sapevo, il duro dalle magliette XXL che fa tanto il gradasso ha paura del decollo. Tesoro ti adoro!- Lauren lo baciò con affetto mentre l'aereo si apprestava a mettersi in posizione sulla pista.
-Bill, sei incazzato?- chiese premuroso Tom pochi istanti prima del decollo.
-No, sto pensando.
Un mano dal sedile dietro si appoggiò sulla spalla destra del ragazzo mentre una testolina fece capolino:
-E' stata mia l'idea- disse dolcemente Gustav- scusaci.
Dal centro del sedile spuntò un'altra mano che si appoggiò sull'altra spalla:
-Sì, piccolo tinto Kaulitz, perdonaci, ogni tanto ci dobbiamo rifare per le cattiverie che ci dite durante le interviste.
- Lo so, prima o poi ripensando a questo scherzo riderò anche io, per ora sono ancora incavolato.

Il resto del viaggio si svolse felicemente e Bill ritrovò tutto il suo smalto di grillo parlante, l'aereo era semi deserto e per fortuna nessuno disturbò i ragazzi che si sentivano ad una gita scolastica di piacere e quindi stavano dando il meglio. Poi una hostess li richiamò all'ordine, stavano per atterrare.

***

-Buon compleanno tesorino mio- disse il signor Bart
-Ma papi a quest'ora non ero ancora nata.
-Già, sono le sette.
I ragazzi assonnati erano seduti come quattro piccoli zombie intorno ad un bellissimo tavolo apparecchiato con classe ed eleganza nella sala da pranzo, tutti i mobili erano di antiquariato e facevano parte della famiglia da generazioni. Le posate erano d'argento e i piatti di porcellana di Sèvre, il padre di Lauren aveva voluto una colazione speciale per la sua piccola. E i cameraman erano già all'opera per filmare tutto in modo quasi ossessivo.

-Quando arriverà la mamma?
A quelle parole Bill e Tom si rianimarono e si guardarono intorno un po' spaventati, non avevano tenuto conto che alla festa ci sarebbe stata anche la madre di Lauren e non ne conservavano un ricordo molto gradevole. In particolare il piccolo Bill era stato insultato pesantemente più di una volta.
Lauren osservando le facce dei gemelli intuì e cercò di rassicurali.
-Mia madre sarà alla festa, ma sa già che ci sarete anche voi. Tom, non preoccuparti, sa che stiamo insieme, per cui preparati. Bill questa volta credo ti lascerà in pace o sarà meno acida, dovrà scatenarsi con il piccolo rasta.
-Aiuto, mi si è bloccato lo stomaco- disse Bill che non era per nulla confortato dalle parole dell'amica.
-Credo che mi verrà un attacco improvviso di sciolta- disse bianco Tom- sono più teso di quando devo entrare in scena, tua madre mi terrorizza.
-Aiuto- aggiunse Gustav che cominciava a rianimarsi- quando si agita parla a sproposito, Lauren rischi che si metta a raccontare a tua madre di come fate l'amore!
- Ma sei deficiente- urlò Tom con un acuto che si avvicinava all'urlo di Schrei del fratello.
-Gustav, non davanti a mio padre!- sorrise Lauren- Il mio papi crede che al massimo Tom ed io pomiciamo.
-Perché non è così?- fece ingenuamente il signor Bart.
Un Tom cremisi cercò di essere il più convincente possibile e disse:
-Certo signor Bart, ci baciamo e basta, nient'altro, non dia retta a questa massa di trogloditi, io e Lauren ci facciamo solo le coccole. Siamo due modelli di integrità morale.
Gustav, Georg e Bill cominciarono a ridere senza ritegno e neanche con una serie di croissant freschi riuscirono a smettere di sfottere Tom.
-Posso?- chiese Bill allungando la mano verso la nutella.
-No- dissero in coro tutti, il ragazzo rimase con la mano a mezz'aria, poi la ritirò e si imbronciò.
-Sei ancora convalescente!- fece Lauren con tono da mamma amorevole.
-Ma- cercò di ribattere il ragazzo.
-No- ridissero in coro tutti.
-Ci siamo rotti di fare i turni al tuo capezzale- affermò con decisione Georg.
-Già, basta ci hai scassato. Basta doverti tenere la fronte mentre vomiti, sembri la bambina dell'esorcista!
-Sei capace di non centrare il catino anche se è largo come una vasca da bagno!-fece furente Gustav
-Vero, un idiota, glielo metti davanti e lui vomita di lato! Ti avrei ammazzato
-Sentite, quello di mancare il catino è stato un errore, solo una volta è successo. E poi è perché stavo così male, che non riuscivo a stare seduto, così mi sono girato e ho vomitato meglio.
-Fan culo Bill, - urlò indispettito suo fratello- hai vomitato meglio sulle mie scarpe, il lenzuolo, il cuscino e il copri materasso! Mi è toccato cambiarmi, cambiarti e rifare tutto il letto.
-Per non parlare poi delle volte che hai sputato, tipo lama, gli integratori di sali minerali.
-Voglio vedere te- disse scocciato Bill- fanno schifo e avevo la gola che mi bruciava, l'esofago incartapecorito, lo stomaco che mi si contorceva e voi mi obbligavate a bere quelle schifezze che dopo qualche minuto vomitavo puntualmente.
-Ragazzi- tagliò corto divertito il padre di Lauren- stiamo facendo colazione, Bill puoi prendere solo un angolino di pane e nutella.
Bill abbassò lo sguardo come un bimbo che è stato sgridato e mostrò il bocconcino di fetta biscottata con un velo di crema al cioccolato:
-Così?
-Ecco, bravo- concluse il signor Bart con un sorriso amorevole.
La colazione si svolse in gioia ed armonia, sulla tavola tutte le leccornie preferite di Lauren, la ragazza era stata viziata e il padre aveva trovato tutta la sua frutta preferita: anguria, fichi e uva americana.
-La prima sorpresa della giornata- esultò Bill con in mano la custodia di un cd.
-Guarda se è un cd dei Tokio Hotel, mi fanno cagare- disse Lauren ridendo
-Ah, ah, simpatica proprio come un clistere nel culo- disse scocciato Bill.
-Ma ragazzo che termini sono questi- disse il signor Bart.
Bill sbiancò e cercando di riprendersi cominciò a balbettare delle scuse incomprensibili.
-O…oddio, no no non non volevo, la sua bambina è così simpatica, così dolce, così educata.
-Sì Giovanni della Casa si è ispirato a lei per scrivere il modello di donna perfetta- disse divertito il padre di Lauren che sapeva delle doti di sua figlia per inventare modi di dire scurrili.
Bill riprese fiato, poi con aria interrogativa e un po' imbronciato disse:
-Mi scusi ma mi sta prendendo anche lei in giro?- fece rivolto al padre di Lauren.
-Sì, sei così carino quando sei imbarazzato- concluse il signor Bart.
-Sono ad un tavolo di sadici- Bill incrociò le braccia e con il capo chino si versò del tè.
- Dai, tesorino tinto dammi il cd.
-Ecco, è il video che abbiamo girato.
-Uh, ci sei anche tu che vomiti sul tetto del treno?- disse divertito Tom.
-No, quel pezzo non l' hanno messo.
-Peccato, avremmo sicuramente vinto qualche premio al European music award.- fece Gustav divertito.
-Nomination per il miglior cantante vomitante- aggiunse Georg
-Bill Kaulitz.
-Vince Bill Kaulitz senza dubbio la sua interpretazione è memorabile- disse Lauren
-Siete una massa di stronzi di dimensioni gigantesche, ridere per le disgrazie altrui! Comunque se non volete vedere il video non me ne frega niente, me lo vedrò più tardi da solo.
-Ma quando te lo hanno dato?- chiese Tom
-Ieri prima di partire- rispose Bill sempre con aria scocciata.
-Dopo la riunione?- chiese un preoccupato Gustav
-Sì, prima della presentazione che faremo giovedì pomeriggio a Mtv.
Lauren prese il cd dalle mani dell'amico e lo inserì nel lettore:
-Vediamo di che morte dovete morire, come sarai venuto Bill?
-Benissimo come sempre, avevi qualche dubbio.
-Sì molti- fece sottovoce Gustav.
-Ti ho sentito razza di deficiente, io vengo sempre bene in video, non come qualcuno- e si rivolse proprio a Gustav.
-Anche io vengo benissimo- affermò soddisfatto il batterista.

Tutti i ragazzi si sedettero su un divano antico, di raso panna con fiordalisi dorati, lo fecero con cautela e delicatamente con un certo timore reverenziale, tutto in casa di Lauren era di antiquariato e bisognava fare attenzione.
Il video durava pochi minuti e i ragazzi lo guardarono senza commenti, attenti come scolari, quando terminò cominciarono.
-Bill sei veramente uno spasso, direi che è il tuo video memorabile.
-Sì, una prova magistrale.
-Veramente ridicolo, sofferente e convinto da paura.
-La scena migliore secondo me è il primo piano di Georg con i fiori.
-Già il regista avrà voluto camuffare il tuo brutto muso mettendo il fiore in risalto.
-Bill, va cagare!- fece Georg con tono risentito- parla lui e i suoi primi piani da "figo so bello so fotomodello"!
-Quando canti nel vagone sei totalmente idiota.
-Che cazzo ci facciamo su un treno in corsa se la canzone perla d'amore e di attraversare gli oceani?
-Comodo come mezzo il treno?
-Già il miglior mezzo per attraversare il mare.
-Perché- aggiunse Lauren- Monsoon sull'elicottero? E Bill che lancia cartacce dalla limousine in mezzo al deserto ha senso?
-No, ma questo li batte tutti, credo- disse Gustav
-Già, Tom che apre il portellone del carro merci poi…
-Sexy come un brufolo in piena fronte- fece Lauren divertita.
-Oh bella, guarda che ti rivolgi al tuo fidanzato.
-Comunque vengono esaltate le doti ginniche di Bill, sai papà - fece la ragazza rivolta al padre- i poveri tecnici hanno dovuto fare un lavoro immane per nascondere con photoshop la gru che lo tirava su.
-Puntualizziamo- disse Bill veramente in collera- avevo la febbre alta, avevo già vomitato due volte e con quei cazzo di pantaloni che mi schiacciavano i coglioni non so come ho fatto a resistere e riuscire solo ad alzare la gamba di un centimetro. Per non parlare di quei cavolo di stivali, un altro po' ci rimetto le penne.
-Vi ricordate il video di " Spring nicht"?- chiese Tom
-Porca miseria ladra, faceva un freddo porco- fece tremando dal ricordo Georg
-Già, ogni trenta secondi dovevano metterci un cappotto riscaldante per scongelarci- aggiunse Gustav
-Non so come abbiamo fatto a sopravvivere!- si chiese Tom
-Come sempre a me è toccata la scena più fredda del secolo, su quel cazzo di palazzo,mi sembrava di assiderare. Non riuscivo neanche a parlare tremavo e battevo i denti- disse Bill
-Mi ricordo, non riuscivi neanche a dire una frase intera- spiegò Tom.
-Si ma l'apice l'hai toccato con la scala- ricordò Gustav.
-Vero, anche lì se avessero montato la scena avremmo vinto premi su premi come miglior performance in un video- fece ridendo Tom
-Allora mi rifiuto di diventare lo zimbello di tutti sempre e solo io, se sono sfigato non è colpa mia. Io l'ho detto a Ralph, il cappotto è un po' lungo!
-Già le ultime parole famose.
-Non dirmi che ti sei inchiodato- disse Lauren conoscendo il suo piccolo Bill
-Esatto, non mi sono inchiodato, di più, mi sono sfracellato.
-Abbiamo temuto di dover indire veramente il concorso "diventa anche tu il nuovo cantante dei Tokio Hotel"- fece Tom ridendo a crepapelle.
-Stronzi- fece laconico Bill -Signor Bart, intervenga in mio favore, la prego, lei non sa che cosa è successo, loro ridono alle mie spalle ma io mi sono veramente fatto male.
-Scena quarta giriamo- cominciò Gustav - Bill con il suo cappotto fluente comincia la prima rampa di scale.
-Perfetto ce la fa, senza intoppi, sta correndo per salvare Bill due la vendetta che vuole farla finita- continuò Georg.
-Sì, Bill due è stufo di suonare in una band di gente che è di gran lunga superiore a lui, si sente un fallito, non all'altezza- incalzò Tom- Bill corre, il suo cappotto nero di pelle alla Butman svolazza fluente. Dopo le prime due rampe di scale si ferma preoccupato.
-Oddio, non ho più fiato, sto per morire, sono in apnea- incalzò Gustav imitando l'amico senza fiato.
-Certo conosciamo tutti le doti atletiche di Bill, capacità polmonare di un nonnino ottuagenario- rincara Georg. Ormai il padre di Lauren era piegato in due dal ridere, aveva le lacrime e si teneva la pancia.
-Ed ecco sta per arrivare, - continua la telecronaca Tom- ma nessuno ha calcolato le simpatiche scarpe chiodate da tamarro che indossa.
-Certo quelle che lo fanno sembrare un figo da paura e invece…
-Lo tradiscono all'ultimo, Bill "il figo col cappotto" inciampa e si sfracella pel di leone sul pianerottolo del penultimo piano.
Tutti scoppiarono a ridere al ricordo mentre Bill scocciato si imbronciò:
-Insomma mi sono procurato una forte emorragia al naso- disse il ragazzo- potevo rompermelo e rimanere sfigurato.
-Sì, in effetti sembrava rotto al momento perché non smetteva di sanguinare.
-Per non parlare delle mani che erano sbucciate mentre il ginocchio era gonfio come una zampogna.
-Abbiamo dovuto interrompere le riprese due coglioni stracci- fece scortesemente Tom.
-Mi hanno ricoverato e tu dici che palle hanno interrotto le riprese?
-Addirittura, Bill questo non lo sapevo.
-Già mi hanno fatto una tac e una radiografia per controllare che il naso e il ginocchio non fossero rotti.
-Ed è lì che hanno fatto una strabiliante scoperta- fece ridendo Gustav.
-Vero, proprio quel giorno hanno capito…-lasciò in sospeso Georg.
-Che- fece Tom presentando con le mani Gustav che partì con la sua imitazione:
-" Non c'è nessuno?" gridava il neurone superstite nel cervello di Bill- concluse Gustav imitando la pubblicità.
Tutti risero mentre Bill si alzò e togliendo il dvd dal lettore lo mise nella custodia poi fece una richiesta:
-Insomma basta ridere delle mie disgrazie, perché non parlate dei vostri errori quando giriamo i video!
-Forse perché tu sei il nostro buffone di corte e siccome noi nei video siamo sempre e solo di contorno non ci succedono mai cose così spassose.
Il padre di Lauren si era alzato e aveva abbracciato Bill:
-Povero piccolo, la vita è dura e gli eroi sono sempre dei lupi solitari, le masse non possono comprendere i geni.
Dal caldo abbraccio la testolina di Bill fece capolino e con lo sguardo da cerbiatto disse:
-Perché anche lei mi prende in giro?- con tono rattristato.
Il padre di Lauren gli stampò un bacio sulla fronte aggiungendo:
-Tu es mignon comme tout !
-No, la prego non mi parli in francese o piango.
-Piccolo, sei adorabile- lo strinse forte- un vero cucciolo indifeso, i tuoi amici sono solo invidiosi, tu sì che sei bello, il più amato dalle ragazzine.
-E' vero- disse soddisfatto Bill.
-Ragazzi è ora di andare o farete tardi per la gita, troverete traffico, mi raccomando Lauren oggi dovete arrivare da Madame Du Bellay al massimo alle cinque. Troverete tutti i vostri vestiti, trucchi e accessori vari. La parrucchiera e la truccatrice saranno lì per le cinque e mezzo.
-Bello, mi aiuteranno per la criniera leonina.
-Oddio, l'impalcatura di Bill prenderà almeno due ore- disse preoccupato Tom.
-Ah, perché invece lisciare i capelli di Georg sarà cosa veloce, vero?- fece Bill con tono scocciato
-Raga, voglio ricordarvi che è la mia festa- ricordò Lauren- sono io la protagonista, è il mio compleanno, vi ricordate gemelli cretini? Voi avete già festeggiato i diciotto.
-Scusaci fiorellino- fece in tono contrito Tom.
-Ma ho pensato a tutto, fragolina- disse il signor Bart- c'è tempo per sistemare anche il re leone.
-Grazie signor Bart, lei sì che mi capisce!- sorrise soddisfatto il ragazzo.

***

-C'è da fidarsi?- chiese Georg a Tom.
-Io prima di partire ho fatto testamento- fece Gustav.
-Gu, mi stai sulle palle, ti preferivo quando eri tranquillo e ti limitavi a prender per il culo Bill.
-Sì, dai facciamo il gioco della giornata " spara anche tu cattiverie su Bill Kaulitz" e vinci dei biglietti omaggio per il concerto dei Metallica- rincarò Gustav che si sentiva in vena.
Tutti salirono in macchina e Lauren prese le chiavi e si sedette al posto di guida.
-Siamo sicuri che ha la patente?- fece Tom
-Ok, con questa frase ti sei giocato la possibilità di rivederla entro sera. Forse quando sarai in pensione potrai accarezzare l'idea di fare l'amore con me.
-Cavoli, meglio non mettere in dubbio le sue doti di autista o sono cazzi- fece Georg mettendo una mano sulla spalla di Tom.
-Già il primo che rompe lo abbandono alla prima stazione di servizio- poi rivolta a Bill disse- e qui si parla francese e non si amano molto i tedeschi.
Bill deglutì poi ammaliatore disse:
-Ma io mi fido del piccolo prato in fiore, deve essere una brava, un'ottima guidatrice se dopo due anni non le hanno ritirato la patente, comunque pinza la musica!- urlò il ragazzo.
-No, ti prego, la vostra compilation mi fa cagare- sospirò contrito Tom
-Sì, voi due in fatto di musica avete dei gusti da dementi- aggiunse Georg.
-Insomma è il compleanno della piccola e decide lei.
Lauren mise su il cd del Re sole e dopo due minuti Bill azzardò:
-Possiamo spegnere, ho mal di pancia.
Lauren accostò, inchiodò, scese dalla macchina, aprì lo sportello, prese Bill dal maglioncino e lo trascinò fuori dalla macchina.
-Fan culo Bill te lo avevo detto, ti lascio alla prima stazione di servizio. Ecco.
-Ma no, scusa, scusa- fece contrito- scherzavo, poi la prese tra le braccia e le stampò un bacio sulla fronte.
-Corruzione dell'autista?
-Sì, ti prego, scherzavo, bello il cd, una figata totale!
-Ecco, meglio, oggi sarò tiranna è il mio compleanno e dovrete essere gentili e accontentarmi.
-Ma non vi è la democrazia in Francia?- sussurrò Georg.
-Zi padrone- fece Gustav.
-Porca miseria, meglio non contrariarla oggi- si disse preoccupato Tom.
-Qual è il programma della giornata?
-Bene ora facciamo una sosta a casa di Léonor e Sylvie, loro ci seguono con la loro macchina e andiamo a Fontainebleau, visitiamo il castello con la guida, verso le dodici ci incamminiamo per la foresta e facciamo il pic-nic. Verso le quattro ci dirigiamo verso il luogo della festa che sarà una super sorpresa.
-Il castello è uno di quelli del tuo Luigi?
-Certo è stupendo vedrete, di Luigi non ha molto, ma io vi racconterò la storia che Alexandre Dumas Père ambienta in quel castello.
-Storia piccante?- chiese con un sorriso malizioso Tom.
-Sei sempre il solito, se non ci sono scene porno per te non è interessante, la storia però ha delle tinte romantiche anche, per fortuna- poi Lauren urlò- uhé nonno, se non sai guidare stattene a casa.
I ragazzi la guardarono divertiti e nel tragitto cittadino per arrivare a casa delle sue amiche Lauren ne sciolinò un paio che lasciarono basiti i ragazzi.
-Lauren tu guidi bene, ma cavoli ne hai sparate alcune…-Georg lasciò la fase in sospeso perché Lauren si esibì in un'altra sua frase concitata:
-Ehi idiota, cos'è le frecce le usano solo gli indiani?
-Questa fa pendant con quella di prima "cos'è le frecce sono un optional della macchina"- fece Tom imitando la ragazza.
-Che fa eco a " ehi uomo, la mattina un buon caffè prima di metterti in macchina, no?"-aggiunse Gustav che rideva divertito.
-Ma non dimentichiamo "pirla svegliati vuoi passare il fine settimana al semaforo?"- aggiunse Bill.
-Ok, band di uomini inutili o vi va bene così o vi lascio al primo liceo femminile e lì sono cazzi.
I ragazzi non contrariarono più la ragazza e finalmente arrivarono a casa delle ragazze che erano già sul portone ad aspettare il gruppo.
-Che ne dite se ci dividessimo?- suggerì Lauren- Gustav e Georg potrebbero salire con Leonor e Sylvie, Bill lo mettiamo nel portapacchi e Tom e io andiamo nei boschi a pomiciare.
-Mi piace questa soluzione- fece Tom soddisfatto.
-Come dire a me no- fece Bill- e poi oggi mi sono stufato di essere il bersaglio di tutti!
-Ve, be' i gemelli cretini, "compri uno prendi due" me li tengo in macchina io- disse Lauren guardando Bill negli occhi e sorridendogli comprensiva.
Dopo circa un'oretta che erano in macchine separate Tom telefonò a Gustav.
-Gu, aiutami, ti prego fermate le ragazze, voglio salire sulla vostra macchina, non ne posso più.
-Che cosa è successo?
-Mi hanno scassato i coglioni questi due! Non me li ricordavo così spacca palle quando sono insieme.
-Ma dai, non starai esagerando? Avranno parlato di vestiti, gossip piccanti e cretinate affini?
-No, peggio, molto peggio, si è aperta la voragine del: "dai cantiamo"- fece contrito il ragazzo.
-Be', dai avranno cantato qualche canzone delle loro- fece con tono comprensivo Gustav.
-No siamo al limite del paranormale- fece con un filo di voce Tom.
-Perché?- chiese preoccupato l'amico.
-Hanno cantato qualsiasi canzone di qualsiasi cartone animato della Disney e ho avuto il bis di "in fondo al mare" con i versi e i gesti. Adesso hanno cominciato "baciala", ma io mi rifiuto, non ne posso più.
-Tom ti sei beccato la ragazza? L'appendice Bill ce l'hai attaccata dalla nascita, mi spiace, te tocca.
-Aiutatemi- fece Tom implorante.
-No Tom, " Spring nicht"- concluse sadicamente Gustav.
-Va fan culo Gustav- Tom riattaccò e disse- vi prego ragazzi basta, non ne posso più, fra quanto si arriva?
-Dai amore, non fare così, sembri un bimbo piccolo, ci siamo quasi.
-Vi prego, basta cantare canzoni idiote, non ne posso più, raccontaci qualcosa di intelligente, alza il livello del viaggio ti prego- supplicò il ragazzo
-Bene- fece Bill- allora racconto io qualche storiella edificante.
-Bill ho chiesto qualcosa di intelligente- fece Tom, sapendo di irritare il fratello.
Il viaggio proseguì con i due gemelli che si insultarono senza fine senza mettersi d'accordo. Lauren rideva divertita, era uno spasso vedere i due ragazzi tirar fuori insulti e recriminazioni che risalivano a quando non erano ancora nati:
-Sì, mi hai ciulato il cibo quando eravamo nella pancia di mamma- per quello sono magrolino e patito-cominciò Bill.
-Parli tu che mi hai strozzato con il cordone ombelicale- proseguì Tom
-E, tu allora, mi ero messo prima io in posizione per uscire mentre tu all'ultimo mi hai spiattellato in un angolo della pancia di mamma e così sono uscito tutto blu.- fece con tono indispettito Bill.
-Guarda Bill, il blu ti dona!- concluse Tom
-Ah, ah- rispose ironico, mentre con tono acido il ragazzo ribatté -comunque hai rischiato di essere figlio unico.
-Uhm, dovevo essere più energico allora e mollarti meglio un calcione in pancia prima di uscire.
A quelle parole Bill si zittì, incrociando le braccia indispettito voltò il viso verso il finestrino e cominciò a guardar il panorama con fare malinconico.
Tom guardò il volto del fratello dallo specchietto e lo vide rattristato, spesso nelle liti andavano lontano, ma forse quella volta si era spinto oltre. Come sempre però non sapeva come rimediare e dopo pochi minuti di silenzio imbarazzato esordì:
-Certo, da figlio unico avrei avuto tutte le coccole per me, molti più giochi e vestitini unici. Invece mi toccava dividere la bicicletta rossa con un demente che si inchiodava ogni tre per due e sfondava sempre le rotelline. Ma sai che due palle! Mi sarei annoiato a morte, invece così ho sempre qualcuno che mi fa compagnia.
-Già- aggiunse Lauren- poi guarda gli aspetti positivi di avere un gemello logorroico e rompi palle puoi sempre dare la colpa a lui.
-Con la maestra funzionava sempre- ma vedendo che Bill rimaneva silenzioso e con lo sguardo lucido-ti ricordi quante volte creavamo confusione: "no, sono io Bill" "no si sbaglia, io sono Bill". Ci divertivamo come matti, ti ricordi?
-Sì- accennò Bill sempre con lo sguardo perso verso il paesaggio che ormai si faceva sempre più verdeggiante.
-Fratellino ti ricordi quella volta che volevo venderti?- fece Tom
-Ma che stronzo- fece Lauren rivolto a Tom.
-Uno stronzo di grandezza incommensurabile come puoi ben vedere- disse Bill con un filo di voce.
-Sì, aveva appena distrutto il mio dinosauro preferito il mio "Tommisauro" così gli ho detto "Bill, vieni facciamo un giro".Mentre la nonna non guardava ho preso Bill per mano e l'ho portato in strada con un cartello incomprensibile scritto e appeso al collo e fermavo i passanti.
-Sì fatti raccontare il resto, il mio sedere se lo ricorda ancora, grazie Tom.
-Chiedevo alla gente: Me lo compra il mio fratellino? Mi ha rotto il mio dinosauro e voglio i soldi per ricomprarlo.
-E la gente rideva divertita.
-Sì faccio lo sconto, costa poco, dicevo, serve poco per mantenerlo.
-Ma poi come è finita?
-Che ovviamente non l' ha comprato nessuno, che palle- concluse Tom indicandolo.
-Be' avrebbero fatto un bell'affare!- sorrise Lauren al suo amico.
-Sì, valgo molto ora- fece Bill che sorrideva malinconico.
-Comunque la nonna è scesa paonazza e ce le ha suonate di santa ragione perché eravamo sgattaiolati fuori casa e andavamo in giro in città da soli.
-Eravate ancora in città? Chissà quante ne avete fatte da piccoli- chiese Lauren.
-Ogni tre per due eravamo in castigo- affermò Bill.
-Già credo di aver passato mezza infanzia in castigo- concluse Tom.

***

-Andiamo sulle barchette- propose Lauren divertita.
-Sì- gridarono entusiasti tutti tranne Tom che l'idea di dover faticare rendeva di cattivo umore.
-Io vi guardo- fece pigro il ragazzo.
-Neanche per sogno- fece Lauren con il suo dito minaccioso- tu sali con me e remi.
-Che palle-fece da bimbo capriccioso.
-Uhm, credo che neanche a Natale "la" rivedrai.
-Mi tieni sempre per le palle?
-Già e in senso letterale!- fece divertito Gustav.
-Come ci dividiamo?- chiese Bill preoccupato.
-Gustav e Sylvie; Georg e Léonor, Tom ed io
-E, io?- fece Bill rattristato.
-I Kaulitz in quanto a prestanza fisica fanno per uno e con i vostri braccini smilzi è già tanto se riusciti a sollevare un remo.
Gustav e Georg annuirono ridendo.
-Ma perché oggi sono la ruota di scorta?- fece Bill.
-Sarà perché di solito vige la teoria "Bill-centrica" e oggi no?- rispose ironicamente Georg.
-Uffi, cattivi.- fece imbronciato il cantante.
Ma Lauren gli buttò le braccia al collo poi sistemandogli alcuni ciuffi di capelli sulle spalle fece:
-Sopportaci così piccolino, oggi ce l' hanno su tutti con te perché sei piccolo e nero. Ma ti vogliamo tutti bene, dai saliamo sulle barchette.
I ragazzi si divisero sulle barche e poco dopo la imbarcazione di Lauren, Tom e Bill si trovò in difficoltà, continuavano a girare in tondo.
-Idiota, mi stai bagnando, non devi sbattere il remo- urlava Tom.
-Ma faccio fatica a sollevarlo- rispose con tono lamentoso Bill.
-Insomma Bill non è l'asta del microfono- aggiunse Tom sempre più seccato
-Coraggio su un po' di forza- facevano divertiti gli altri, mentre dal molo i cameraman discreti stavano riprendendo tutto. Quel martedì mattino il castello non accoglieva molti turisti e i ragazzi non si preoccupavano molto di dare nell'occhio, cercavano solo di essere un gruppo di giovani in gita.
-Guarda che ridere- fece Gustav e Georg- continuano a girare in tondo.
-Certo Tom dà troppa forza mentre Bill è una mozzarella.
-Basta ragazzi sto per vomitare, allora vi do il tempo, remate insieme così forse riusciremo ad avanzare di un centimetro invece di girare su noi stessi
-Come sempre è colpa dell'idiota tinto- fece laconico Tom.
-Parla lui, il Rossi della situazione-rispose acidamente Bill.
-Basta allora uno remo in acqua, due spingo, tre tiro fuori.
-Va bene- fecero i due gemelli seri e impegnati.
-Ce la faranno i nostri eroi?-chiese ironica Léonor.
-Simpatica, la tua amica- concluse Tom.
-Bill sai contare fino a tre?- chiese Georg.
Bill non rispose ma fece l'ormai collaudato dito.
Dopo qualche remata ancora incerta finalmente i gemelli presero il ritmo e la loro barca cominciò ad avanzare. Lauren ne fu felice e soddisfatta incitava i suoi due cavalieri.
-Gara- propose Gustav.
-Sì- fecero in coro tutti tranne i gemelli.
-Allora cerchiamo di allinearci- fece Georg soddisfatto
-Faremo notte- concluse Leonor.
-Miii, simpatica la tua amica, si sta prendendo un po' troppe confidenze o sbaglio?- fece un risentito Tom.
-Ha ragione- fece sottovoce a Georg.
La gara ebbe inizio e stranamente la barca dei gemelli Kaulitz prese la testa della corsa, la voglia di primeggiare a tutti i costi li rendeva performanti. Poi però sulla distanza i muscoli di Georg e la tenacia di Gustav, abituato a picchiar duro su una batteria, fecero sì che la barca dei gemelli fu superata, a nulla valsero il tifo sfrenato di Lauren, persero di molte remate, Gustav primeggiò su tutti.
-Ahi, sto sanguinando-fece lamentoso Bill.
-Fan culo idiota rammollito- disse Tom che non ci stava per niente a perdere.
-Ma mi sono fatto male- ribadì il ragazzo.
-Cos'è ti si è staccata una pellicina del dito?- fece ridendo di gusto Georg.
-No, stronzo-esclamò Bill succhiandosi il dito che sanguinava.
-Gli si è staccata la french manicure- fece divertito Gustav.
-Stronzi patentati, no, mi sono fatto male con l'anello.
-Certo l'anello tamarro con il drago non è adatto per remare!- concluse acido Tom.
-Dai smettetela, sta per morire dissanguato, forse dovranno amputarglielo- disse Lauren prendendo la mano del ragazzo e accertandosi che non era nulla di grave.
-Lauren anche se è il tuo compleanno- fece una piccola pausa- fan culo.

I ragazzi lasciarono il castello per dirigersi verso i boschi della foresta di Fontainebleau per fare il pic-nic.
-Ma prima dobbiamo tirare la monetina nella fontana!- ricordò Sylvie.
-E' vero- fece Lauren cercando qualche spicciolo nelle tasche della sua giacca- Sapete dobbiamo buttare la monetina così torneremo di certo a visitare il castello.
-Che bello, ecco io l'ho trovata- esclamò Bill che adorava queste piccole superstizioni.
-Vieni Tom se lo facciamo tutti e tre insieme di certo torneremo qui insieme.
Lauren, Tom e Bill tenendosi per mano tirarono le monetine insieme poi le guardarono sul fondo brillare come tre piccole stelle come una promessa di restare sempre uniti come quel giorno.

La compagnia era allegra e Lauren raccontava le storie del suo re preferito tenendosi stretta, stretta a Tom che se la coccolava con affetto.
-Uffi, ho male ai piedi- fece Bill dopo un po'.
-Già io ho fame- aggiunse Tom
-Minchia che palle, dove li abbiamo raccattati i gemelli Kaulitz?-fece Gustav
-Non so, sono due palle ai piedi-fece sconsolata Lauren, lasciando il braccio di Tom.
-Non ne posso più - concluse sconsolato Georg- e ci aspettano settimane di autobus con loro.
-Al solo pensiero mi viene la flebite- disse scrollando la testa Gustav.
-Bill sei una vera piattola, ti avevo detto di metterti le scarpe comode, ma tu, no! lui deve essere fashion anche in una cazzo di foresta! Adesso ti tieni il male ai piedi e taci- concluse seccamente Lauren.
-Uffi, oggi mi trattate male, voglio la mamma! Vi prego- si appellò Bill- almeno voi due- fece rivolto a Leonor e Sylvie- difendetemi, anche mio fratello mi tratta male oggi.
-Sai Bill, noi non ti conosciamo molto bene, ma sei una vera lagna- concluse sorridendo Leonor.
-No, scommetto che ti hanno pagato per dire così, ma sono solo e abbandonato da tutti. Il ragazzo tacque, ma poco dopo Tom che cercava di farsi perdonare per quello che aveva detto in macchina lo prese per mano e gli disse:
-Dai, scimunito tinto oggi ci tocca, è il compleanno del nostro fiorellino e quindi sopportiamo- fece trascinandolo.
-Be' fece un risentita Lauren- vi state annoiando? Fece scrutando il volto di Tom che per non rischiare di andare in bianco per sempre rispose tremante -No, no, mi sto divertendo un mondo, adoro fare lunghe passeggiate tra i boschi e vogare con mio fratello è sempre stato uno dei miei sogni proibiti- poi per non farla replicare la strinse a sé e la baciò affettuosamente.
-Non sviare il discorso, ti stai rompendo le palle.
-No, amore- fece prima di ribaciarla con ancor più enfasi- ma certo ora anche io faccio il gemello lagna.
I due ragazzi si misero uno da una parte e l'altro dall'altra presero la mano di Lauren e cominciarono a fare i bamibini piccoli:
-Mamma Lauren, mi fa male la pancia, ho fame- fece con voce bambinesca Tom.
-Mami- fece a sua volta Bill-ho male ai piedi, fra quanto si arriva?
E Lauren con la pazienza di una mamma trascinava i due ragazzi:
-Dai piccoli ci siamo quasi.
-Ma, sono stanco- disse Tom tirando la ragazza per la giacca.
-Sì, anche io e ho male tanto ai piedi- aggiunse Bill facendo un tono lamentoso e impuntandosi.
-Dai, Bill non fare i capricci.
-Ma io?- rispondeva Bill- sono piccolo e mi fanno male i piedini.
Per porre termine alla scena Georg diede un calcio ben assestato a Bill e uno a Tom
-Basta, siete dei gemelli molesti, come vi hanno potuto sopportare i vostri genitori!
-Strano che non vi abbiano abbandonato nella Foresta Nera senza briciole o sassolini- concluse Gustav.
-Ok siamo quasi arrivati- rassicurò Sylvie che si stava divertendo parecchio nel vedere i ragazzi così affiatati e vedendo quanto Tom e Bill fossero divertenti.

-Noi abbiamo portato i cestini del cibo-affermò categorico Gustav- quindi mangiamo, Tom e Bill che si sono lamentati, niente cibo: chi vota a favore?
Leonor, Sylvie, Lauren, Gustav e Georg alzarono la mano.
-Mozione votata a maggioranza, i Kaulitz digiuno!
-Che gruppo di simpaticoni, sgancia il cestino e finiamola qui.
-Sai se fossimo a Sparta i gemelli Kaulitz li avrebbero buttati giù dal burrone! Non pensi Lauren?- fece Sylvie che cominciava ad ambientarsi perfettamente al clima spensierato del gruppo di amici.
-Secondo me sì- rispose Lauren- al primo lamento, via un bel volo!
-Siete gentili, finalmente qualcuno che ci capisce- fece soddisfatto Gustav che stava sottraendo il cestino dalle mani di Bill.
-Ma guarda Tom osserva il paesaggio- fece Georg per distrarre il ragazzo.
-Sì, Bill guarda giù da quel masso e poi dimmi cosa c'è in fondo al burrone.
-Ah, ah spiritoso.
Poi Leonor alzandosi gridò:
-No, Bill, "don't jump!"
-Che simpatica Leonor, mi piaci sempre di più, cara, mi sa che ora di sera ti avrò affogato in qualche laghetto- fece indispettito Bill cercando di rubare un panino.
La lotta per sottrarre il cibo ai due ragazzi si protrasse a lungo e rese il pic-nic un vero spasso.

-Che ne dite di fare una passeggiata- propose Leonor ai ragazzi
- Sì volentieri- risposero Georg e Gustav.
-Mi sembra che tu Georg sia sportivo e ti piace arrampicarti, qui ci sono un sacco di posti bellissimi dove imparare ad arrampicarsi.
-Ma dai, allora la prossima volta che vengo a Parigi e ho tempo libero vengo volentieri, magari mi ci accompagni, sai il mio francese lascia a desiderare.
-Mentre per te Gustav ci sono dei bei sentieri per la mountain-bike.
-Perfetto noi andiamo- fecero i ragazzi
-Bill alza le chiappe e schiodati da qui- fece categorico Tom.
-Tanto Lauren non te la dà, lo ha detto prima- replicò secco Bill.
-Tu schiodati comunque rimbecillito- fece Gustav prendendo l'amico per il cappotto.
-Ma io ho male ai piedi- fece lamentoso il cantante.
Tom si tolse le scarpe e gliele lanciò:
- Tieni mentecatto e levati dai coglioni.
-Io i tuoi taleggini non li metto.
-Non hai capito- fece adirato Tom- o li metti o ti ficco i tuoi cazzuti stivali borchiati, lì dove non batte mai il sole.
-Come sei scurrile.- concluse offeso Bill slacciandosi uno stivale
-Parla Il Galateo di Della Casa.- tagliò corto il fratello
-Bill la tinta per capelli ti fa un effetto pericoloso sul cervello, non capisci che noi volevamo lasciare i due piccioncini soli?- concluse seccato Georg.
-Lo avevo capito ma io mi sento il terzo incomodo tra voi- fece Bill indicando le coppiette che si erano formate.
-Guarda molesto sei e non importa, vieni- Gustav lo prese a braccetto- domani ti accompagno al Duty free e ti compro tutto quello che vuoi, ti faccio provare anche il massaggio rilassante che fanno al gate di attesa.
-Sì, bello figata! Ma sarà aperto alle sei?- fece sorridente Bill.
-Sì- fece sicuro Gustav ben sapendo di stare mentendo spudoratamente.
-E mi fai suonare la batteria la prossima volta- azzardò il ragazzo.
-Questo mai, la mia batteria non si tocca o le bacchette te le ficco dove fa molto male.
-Scurrile!- tagliò corto Bill che si era infilato le scarpe di Tom e si era diretto con gli amici verso l'interno della foresta.

-Oggi non staremo maltrattando il piccolo scricciolo tinto?-si rivolse Lauren al ragazzo.
-Ma, no, oggi è più fastidioso del solito- concluse Tom- Il video comunque è venuto bene.
-Sì adoro l'ultima scena fa molto Myazaki.
-Fa molto che?
-Uffi, ma sei di una ignoranza abissale, il regista di animazione giapponese che ha vinto l'oscar, proprio con "la città incantata" in cui c'è un treno che va nell'acqua.
-Ma dai?
-Insomma la tua band si chiama Tokio Hotel, ma di Giappone non ne sai nulla.
-Poco.
-Appunto, uomo inutile!
-Ma Dragon ball e Naruto mi piacciono.
-Va be' baciami che è meglio, la tinta per Bill e l'olio per i tuoi dread vi hanno completamente fuso anche l'ultimo neurone.
I due ragazzi si coccolarono a lungo, avevano bisogno di stare soli un po' e quella atmosfera romantica rese tutto indimenticabile. Lauren poi raccontò al suo amico che nel libro di Dumas la protagonista Louise de la Vallière aveva vissuto una scena molto simile.
-E' quella della dichiarazione d'amore che il re ha ascoltato di nascosto?
-Sì, dai e lo hanno fatto qui?
-Si sono dati il loro primo bacio qui, ma è tutta finzione- poi con tono malinconico- però è bello pensare che possa essere successo veramente.
-Se a te piace pensarlo? Sei proprio singolare, come ti adoro, è incredibile! Ogni volta che penso a quando dovremo lasciarci mi si chiude lo stomaco e mi si fa un nodo alla gola.
-No, amore non dirlo, l'idea di separaci è terribile, ma mancano ancora tanti giorni- fece con una grossa lacrima la ragazza- e poi oggi è il mio compleanno e quindi ricacciamo i nostri pensieri negativi.
I due ragazzi si abbracciarono stretti, stretti e pian piano si addormentarono.

-Guarda, che carini- fece Leonor guardando i due ragazzi assopiti uno tra le braccia dell'altro.
-Già proprio un bella coppietta- concluse Georg.
-Avranno fatto cip ciop?- si interrogò Bill.
-Bill quanto puoi essere idiota da uno a cento?- lo guardò interrogativo Georg
-Mille- affermò con sicurezza Gustav
-Che cavolo dici?
-Uffi, oggi mi trattate come un ritardato, mi sono rotto- il ragazzo se ne andò prendendo il sentiero che avevano percorso la mattina.

-Ragazzi, svegliatevi è tardi?- fece gentilmente Sylvie scotendo Lauren
La ragazza aprì gli occhi e vide quattro testine che li guardavano ironici.
-Insomma toglietevi subito dalla mente pensieri impuri! E quel sorrisino ebete. Siamo una coppia romantica.
-Sarà, poi chiederemo a Tom.
-Ma il piccolo cretino tinto? Lo avete abbandonato? Buttato giù dalla rupe Tarpea?
-No, ma ci è mancato poco per almeno due volte.
-L'istinto è stato forte.
-Dov'è?
-Si è incamminando solo sul sentiero di oggi.
-Porca merda, no! Fermatelo c'è una strada più corta per arrivare al parcheggio.
-Ok corro a recuperalo- fece Gustav- se non vi troviamo?
-Prendete il sentiero blu.
-Ve bene.

-Tom, tesoro alza le chiappe- fece Lauren con poca finezza.
-Uhm, tesoro vieni, ho voglia di coccole- fece con la mente offuscata dal sonno.
-Idiota, siamo nella foresta e ci stanno guardando tutti.
-Ups- fece Tom tirandosi su.
-Non alterarti, ma Bill si è tenuto le tue scarpe.
-Mado, ma che gemello sciroccato, dov'è ora?
-No comment ha preso il sentiero sbagliato e ora Gustav lo sta inseguendo?
-La prossima volta prendiamo quel collare bianco tamarro che mette ogni tanto ai concerti e ci leghiamo una catena. Non si può avere una fratello così cretino.
-No, dai non fare così, oggi lo abbiamo strapazzato a sufficienza, a quanto pare si è incupito e ammutolito da più di un'ora.
-Allora è grave.
-Temo.
-Dove sono i suoi orribili anfibi borchiati?
Tom si infilò le scarpe del fratello:
-Cavolo come cazzo fa a portare questo orrore!- esclamò- mi fanno male solo per averli infilati.
-Dai tesoro, fatti forza e quando ci raggiunge coccolalo un po', secondo me ci è rimasto male per la stupida lite che avete fatto in macchina.
-Lo credo anch'io, però ammetterai che è testone e orgoglioso.
-Testone sì, ma pensa a come si deve sentire, sta perdendo il suo fratellino che per diciotto anni gli è stato accanto. Ammetterai che ora sei meno tenero con lui.
-Vero, ma stiamo crescendo è normale che quando si ha una ragazza la palla al piede gemella perda terreno.
- Se poi ci aggiungi amore non corrisposto?
-Va be' quando lo recuperiamo lo strapazzo di coccole, ok? Comunque questi cazzo di stivali sono una tortura cinese, come fa a portarli lo sa solo lui.
I ragazzi si incamminarono verso le macchine e attesero Bill e Gustav solo pochi minuti.
-Dai, forza- si sentiva Gustav gridare- muoviti, un due, passo, passo.
-Ma fra quanto si arriva?- facevo la voce lamentosa di Bill.
-Dai, dopo la prossima curva dovremmo esserci- incalzava scocciato Gustav
-Me lo hai detto già venti svolte fa, sei sicuro che sia il sentiero giusto?- rincarava Bill
-Sì idiota- urlò Tom che aveva sentito il fratello.
-Siete voi?- Bill e Gustav finalmente uscirono dal sentiero.
-Finalmente, potevate dirmelo- fece offeso Bill- di non prendere quel sentiero.
-Ma noi che ne sapevamo- si difesero Leonor, Sylvie e Georg- Lauren ha organizzato tutto.
-Ciao piccolino, vieni qui- fece Lauren con in mano dei biscotti con la crema al cioccolato i preferiti di Bill
- Oggi ti abbiamo trascurato, sai abbiamo tentato di perderti nella foresta, ma tu ci ritrovi sempre- aggiunse con un sorriso Tom prendendolo a braccetto- Fratellino- continuò con voce melliflua- mi ridai le mie scarpine, i tuoi cazzo di stivali non li sopporto più, come cazzo fai a portare queste scarpe da tortura medioevale?
-Esagerato- fece Bill addentando un biscotto con aria golosa- certo per camminare nella foresta ho capito non sono l'ideale, ma sono comodi in città.

***

-Lauren sei un sogno- disse il papà vedendo entrare la ragazza dal cancello del castello a braccetto di Tom.
-Grazie papinou, questa festa è un vero sogno, credo che neanche una principessa possa essere più felice di me, questo è il mio castello preferito da sempre. E poi hai visto che bel pinguino ho al mio braccio?- fece sorridendo soddisfatta a Tom.
-Strabigliante, elegantissimo Tom, complimenti.
-Siamo riusciti a togliergli la bandana, è stata dura ma Bill è stato veramente convincente.
-Oh, eccolo.
-Ma che carino anche tu Bill, sempre originale.
-Simpatico signor Bart, diplomatico come sempre, dica fino in fondo cosa pensa dell'ennesima giacca improponibile che ha partorito la mente bacata di mio fratello con la sarta.
-No, è molto originale, vuole essere una versione accorciata di un Tite.
-Vedi, Tom, il signor Bart ha buon gusto e mi appoggia, ha capito fino in fondo la mia idea, grazie- questo castello e quello famoso dello "scambio dei due gemelli"- chiese Bill osservando lo scenario mozzafiato del castello tutto illuminato da una fila immensa di candele.
-Sì, Bill proprio qui Dumas ambienta la scena dello scambio dei due fratelli gemelli.
-E' il castello del film con Di Caprio.
-Esatto, ma allora anche Tom ogni tanto mi ascolta.
-Bene sono felice- fece Bill- allora signor Bart, lei mi appoggia vero? Se mi scambio con mio fratello e mia prendo la sua Lauren?
-Vedremo nel corso della serata- fece sorridendo il signor Bart che sapeva della strana situazione che si era venuta a creare tra i tre ragazzi.
-Allora due mentecatti gemelli, sta sera vi voglio al mio fianco, su scricciolo prendimi di qua e vieni che visitiamo il castello.
I tre ragazzi in attesa che gli ospiti arrivassero tutti visitarono il castello accompagnati da un bellissimo cicerone che conosceva perfettamente tutte le sale del castello e alternava le spiegazioni storiche con quelle di fantasia create dalla mente di Dumas.
-Oh, ecco la stanza della metamorfosi- fece Bill soddisfatto- scambio!
-Non ci sperare tesorino, la ragazza è mia e non la mollo.
-Uffa, perché al gemello buono va sempre male?- fece rattristato Bill.
-Dai piccolino, la tua Louise ti starà aspettando da qualche parte, vedrai un giorno la incontrerai anche tu.
-Già una santa donna- fece con aria di compatimento Tom- una ragazza il cui guardaroba occuperà mezza anta dell'armadio a settecento ante; un compartimento nel bagno dei quattro a disposizione, che avrà due paia di scarpe e non userà né lacca né gel.
-Praticamente una come me- fece ridendo Lauren- visto caro Tom che in questo mese mi hai lasciato mezza anta tra le tue cazzutissime felpe e t-shirt; un cassetto in cui ogni tanto trovo dei tuoi boxer idioti color piscio di cane. Per fortuna il bagno è enorme e ho potuto mettere tutto comodamente, quindi, fai poco lo spiritoso o proprio qui nella stanza della metamorfosi potrei cambiare idea.
Lauren sorridendo strinse a sé il braccio di Tom che si chinò per ricevere un bacio, semplice, affettuoso e rapido per non creare imbarazzo.
-Insomma- fece Bill con un lieve sorriso dal quale traspariva molta malinconia- lo chiamate bacio questo? Vado a recuperare Georg o si sarà imboscato con Leonor?
-Sarebbe simpatico no?- fece sorridendo Lauren.
-Il bassista innamorato?- fece scettico Tom- sarebbe una catastrofe, già ne combina di ogni normalmente tanto è distratto, se poi si innamora è finita.
-Già è capace di inciampare durante i concerti così, senza avere la testa tra le nuvole, se poi si innamorasse, una catastrofe di dimensioni colossali.
-Uffi, siete acidi, invece sarebbe bello- tagliò corto Lauren.
-Comunque Bill dimenticavo, ho una cuginetta di otto anni che appena ti vedrà ti farà una dichiarazione d'amore e chiederà la tua mano.
-Davvero?-fece divertito Bill.
-Sì, ha già deciso la chiesa, il luogo del ricevimento e il vestito. Il bouquet per ora è indecisa, comunque mi ha detto che dipende da quando tu finisci il tour. Se in estate bellissimi girasoli e rose bianche, se in inverno gigli e rose bianche.
-Caspita ha le idee chiare.
-Sì e ti vuole con i pantaloni che porti nel video di Spring nicht, la giacca del video Monsoon, non so più che guanti, ma un paio dei tuoi improponibili soliti, al collo la collana con il teschio e l'anello con il drago che indossavi pomeriggio, credo.
-Ha deciso anche le mutande?- fece ironico Tom.
-Credo di sì o forse quelle gliele lascerà scegliere- disse divertita Lauren
-Mi è simpatica, che carina- concluse Bill.
-Aspetta ho lasciato il meglio alla fine- aggiunse Lauren con tono sadico
-Oddio? La torta a forma di teschio?
-No, la piccola parla solo francese.
-Ahi, no, quindi mi si appiccicherà e mi parlerà francese?
-Sì.
-Lo sa che sono allergico?
-Ha detto che solo con la forza dell'amore lo potrai imparare.
-Bene- fece ironico Tom- non sa con che testa rovinata dalla tinta ha a che fare la povera piccola.
-Va be' -fece un rassegnato il ragazzo, vi lascio. Non fate cose sconce!

Bill lasciò soli i due ragazzi che continuarono la visita indisturbati, Lauren sentiva il suo cuore batter forte, per lei era una serata indimenticabile e certamente sarebbe stata ancora ricca di sorprese.
Quando i due ragazzi sempre a braccetto come due sposini si ritrovarono fuori sul terrazzo che dava sull'immenso giardino illuminato da mille fiaccole tutti gli amici e i parenti salutarono la festeggiata con un applauso e piovvero auguri da tutte le parti. La famiglia francese e quella tedesca erano riunite dopo parecchio tempo, gli amici di vecchia data erano tutti presenti e anche i genitori di Gustav e Georg si erano riuniti alla festa e questo rese felice Lauren.
-Sono commossa- fece la ragazza stringendosi a Tom da una parte e al suo papà dall'altra. Vedo qui tutti i miei parenti, la mia mamma, i genitori dei miei amici e i parenti che vengono da lontano grazie!- poi la ragazza dovette fermarsi perché le lacrime di gioia le rigavano il volto.
Lauren lasciò il caldo braccio di Tom e andò ad abbracciare la mamma.
-Mamma, grazie per essere venuta, hai visto che bello si è avverato il mio sogno. Solo grazie a te che mi hai raccontato mille volte la storia di Raul il Visconte di Bragellone che ora ci ritroviamo qui. Non sei contenta?
-Sì, ma tuo padre ha esagerato.
-Vero, mi ha sempre viziato- poi affondò il suo volto tra le braccia della mamma- grazie mille, mi sei mancata, mi verrai a vedere vero ad Amburgo?
-Spero di riuscire a liberarmi.
-No, sei obbligata, ballo tanto e un assolo voglio dedicarlo a te e solo a te. Mamma, sai sono brava, lo dicono tutti.
-Lo so, ma ho letto anche altre cose.
-Cosa intendi?- fece preoccupata la ragazza.
-Nulla, goditi la festa, ma sappi che quei due non mi piaccio e ora men che meno.
-No, ti prego mamma, fai la carina, Bill è tesissimo e preoccupato. Tom invece è terrorizzato, soprattutto per la sua posizione.
-State insieme?
-Sì.
-Ma è una cosa seria?
-Non so, per me è seria e lo è anche per lui, ne sono sicura. Certo far funzionare le cose a distanza sarà dura, ma se ci sono riusciti i nonni che sono stati nove anni senza vedersi e poi si sono ritrovati più innamorati di prima, non vedo perché Tom ed io non ci possiamo riuscire.
-A me non piace, ma tra i due hai scelto il meno peggio.
-No, mamma Bill è adorabile e non infierire perché anche lui è innamorato di me e sta soffrendo tanto per questo.
-Sei sicura che non propenda per l'altra sponda?
-No, non ti permetto di dire così, non lo conosci neanche. Comunque se non vuoi vederlo lo saluti solo rapidamente e poi stai lontana da lui.
-Certo è quello che farò comunque non farmi vergognare di te, davanti a tutti.
-Ma scherzi?
-Niente effusioni amorose davanti ai parenti- fece con tono minaccioso la signora Bart.
-Si vede mamma che non mi conosci e non conosci Tom che è un timidone tremendo- tagliò corto Lauren lasciando a poco a poco l'abbraccio della madre.
-Tom, vieni, -fece invitando il ragazzo a raggiungerla con cenno della mano.
-Buona sera signora, il viaggio è stato buono?- fece al limite dell'imbarazzo e con un filo di voce.
-Certo, siamo arrivati con calma domenica- fece freddamente la signora Bart.
-Ah, sono contento, noi partiamo domani- fece quasi balbettando, la fronte del ragazzo era imperlata di sudore e le ascelle sotto la giacca erano pezzate.
-Mamma noi andiamo a salutare gli altri.
I due ragazzi fecero il giro dei parenti tedeschi che chi più chi meno fu cortese con Tom.
Infine i ragazzi raggiunsero gli amici, Bill era tallonato e marcato a vista dalla cuginetta di Lauren, Aurélie che si era già dichiarata al ragazzo e ora lo teneva per mano e non lo mollava più.
-Alors ma petite, tu as fait ta déclaration?
-Oui, mais je crois qu'il n'a rien compris. Je crois que j'aurais du mal à lui apprendre le français, mais avec beaucoup d'amour j'y parviendrais.
-Bravo, va-lui prendre quelque chose à boire !
-Du coca ?
-Non, pas de coca, le cocktail orange.
-Bill- fece la ragazzina guardando negli occhi il ragazzo- je te laisse quelques minutes, ne t'inquiète pas je vais être rapide.
Bill non capì molto, ma le sorrise comprensivo.
-La tua cuginetta è un amore, sembra un confettino, ma dove è andata?
-Le ho detto di andarti a prendere qualcosa da bere.
-Ma che carina, allora quando torna la devo ringraziare.
-Sì dille "Oui je veux t'épouser"- fece ironica Leonor.
-Dai che cattiva- fece Georg che le teneva teneramente la mano- vedo che hai capito il gioco e sei perfettamente entrata nella parte " Spara anche tu su Bill "
-Già "Kill Bill"- concluse sempre più scatenata l'amica di Lauren che stringendo forte la mano del ragazzo si stava lasciando andare felice di poter vivere una serata romantica accanto ad una ragazzo così carino e delicato.
-Ho concluso- fece Bill sempre più triste- qui ci manca tua mamma che mi affonda un pugnale nel costato e poi la mia serata termina qui.
-Buona sera- fece da dietro le spalle di Bill la signora Bart al gruppo di amici di Lauren.
-Bu bu buona se sera- balbettò Bill bianco in volto girandosi sorpreso verso la direzione da cui proveniva il saluto e si ritrovò proprio davanti alla madre di Lauren.
-Fa fa fatto buon viaggio?
-Ma voi Kaulitz siete preoccupati per i viaggi?
-Era per cortesia, perché glielo ha già chiesto Tom?
-Sì- fece glaciale la signora scrutandolo da cima a fondo.
-Ah, scusi, sono desolato, mi scuso, sono mortificato- fece sempre più sudato Bill.
-Hai litigato con il sarto?- fece acidamente la signora.
A quelle parole tutti sorrisero divertiti, tranne ovviamente il povero Bill.
-No, volevo essere un po'originale.
-In fatto di cattivo gusto, se per questo, sei sempre molto originale.
-Grazie- fece mortificato Bill con un filo di voce.
-Mamma- Lauren aveva cinto il ragazzo per la vita e lo aveva abbracciato forte sorridendogli- non dire così, è bellissimo e originalissimo e, poi povero, è stato poco bene proprio prima di partire ed è dimagrito in una settimana di cinque kili. Per cui i pantaloni li ha cambiati all'ultimo e non sono proprio perfetti come dovevano essere.
-Sarà, ma sta veramente male- tagliò corto la madre di Lauren- vi saluto ragazzi.
-Arrivederci- fecero in coro tutti i ragazzi e Bill poté tornare a respirare.
-Credo di aver perso altri tre kili in pochi secondi.
-Questa sera comunque, Bill mi spiace ma Tom è di gran lunga più bello di te- fece Gustav.
-Già finalmente non sembra alto un metro e un cazzo e non sembra uno scimmione che ciondola camminando- fece elegantemente Lauren.
-Tesoro, sei sempre dolce ed affettuosa grazie per i tuoi complimenti- concluse Tom tirandosela a sé per poterla scrollare un po'.
-Andiamo a mangiare il buffet freddo è pronto-fece ammaliatrice Lauren che sapeva sviare il discorso e fare contento il suo tesoro- ti farò mangiare il pâté de fois gras con il nettare degli dei il mitico Sauternes, ho chiesto una bottiglia tutta per me di Château d'Yquem del 95.
-Traduzione per dei poveri mortali?- fecero i ragazzi.
-Ah, un disastro- fecero le ragazze francesi guardando i quattro ragazzi della band.
-Abbiamo parecchio da fare per educare il palato dei giovani tedeschi.
-Sarà dura affinare il loro palato abituato a Mac.
-No, sanno mangiare anche altro, ma le nostre raffinatezze e finezze culinarie sarà dura fargliele piacere.
-Attenzione con Gustav, credo che abbia mille inesplorate allergie e per evitare che si debba ricoverare, meglio fargli mangiare solo cose che conosce.
-Grazie tesoro, a me il pâté non piace, ma il nettare degli dei non so ma mi attira.
-Anche a me- fece Bill con il sorriso ritrovato.
-Sì, ma Bill ricordati, moderazione, o ti aizzo contro mia madre- a quelle parole il ragazzo tremò.
-No, ti prego, non voglio farò il bravo lo prometto- fece Bill atterrito e facendo la voce del bambino piccolo che viene minacciato. A quella imitazione tutti risero divertiti, mentre una piccola ragazzina tornava con il bicchiere di succo d'arancia, uno per lei e uno per il suo "fidanzato"
-Voilà, mon petit.
-Merci- fece Bill con il suo bagaglio di francese che si limitava a quattro parole.
Lauren prese per mano la cuginetta e tutti insieme si avvicinarono ai tavoli dove troneggiavano prelibatezze per tutti i palati. Al centro dei tavoli rotondi per otto persone erano stati apparecchiati, la cena era a buffet ed informale, così l'aveva voluta Lauren che odiava i tediosi party serviti al tavolo.
I ragazzi fecero un unico tavolo e si divertirono spensierati poi le ragazze presero per mano Lauren e dissero:
-Noi ragazze andiamo a incipriarci il naso- fecero Leonor e Sylvie.
Era il segnale convenuto perché partisse la seconda fase della festa, quella che Lauren non aveva programmato e che doveva essere una sorpresa. Il padre fece un cenno ai ragazzi e gli accompagnò dove avevano allestito il palco.
-Allora ragazzi gli strumenti dovrebbero essere a posto- fece il padre di Lauren emozionato- Bill i cartelli per la canzone d'apertura sono qui e Leonor te li terrà.
-Grazie mille fece Bill sollevato.
-Ecco i tecnici, sono stati molto gentili.
-Certo il signor Helmut è un mito- fece Tom sicuro che i signori avessero fatto come sempre un ottimo lavoro.
-Dietro il palco Bill c'è la tua giacca da concerto, Tom anche i tuoi vestiti sono là se vuoi cambiarti, non prendete freddo mi raccomando. Noi distrarremo la festeggiata il più possibile, poi sarò io a portarla fino qui.
-Grazie signor Bart sarà tutto perfetto.

-Allora Leonor - esordì Lauren che si aggiustava i suoi capelli raccolti in una elaborata pettinatura semiraccolta che le lasciava il decolté scoperto e il collo lungo da ballerina risaltava.- come sta andando con Georg?
-Perché?
-Uh- fece incalzante e ironica Sylvie- stai facendo gli occhini dolci tutto il giorno.
-Alla festa dei gemelli sciroccati è andata molto bene e spero di replicare.
-Ah, la signorina è sicura di sé- fece con sguardo ironico Lauren
-Parli tu che vivi notti bollenti con il tuo chitarrista.
-Notti bollenti, ci diamo da fare è vero, ma non le definirei bollenti, non è mica facile la convivenza. Poi povero Tom è più le volte che gli do picche perché sono stanca o ce ne succedono di ogni, tipo Bill con il febbrone alto e vomitante per cinque giorni.
-Però ammetterai che è bello.
-Sì è molto bello e ogni volta si scoprono sensazioni diverse e ci si affiata sempre più.
-La prima volta mi è piaciuta molto in effetti- fece Leonor- ma la seconda è stata infinitamente migliore è vero. Spero ce ne saranno altre.
-Magari la terza- fece sorridendo Sylvie.
-sto bene così?- chiese Leonor agitata mentre si rinfrescava il trucco.
-Sì, bello quel mascara.
-Me lo presti- fece Sylvie.
Le ragazze passarono quindici minuti al bagno e quando tornarono trovarono gli ospiti che passeggiavano tutti verso il bacino.
-Dove sono andati i ragazzi?
-Credo che Tom avesse adocchiato le golf cart.
-Oddio, non dirmi che staranno facendo una gara, tipo asilo Mariuccia?
-Temo.
-Se mia madre li becca li fulmina.
-Dai andiamo a cercarli.
Le ragazze distrassero Lauren fino al momento giusto, poi quando il padre si avvicinò alla sua bambina compresero il segnale che tutto era pronto.
-Fragolina, allora?- fece il papà prendendo a braccetto la sua piccola- ci lasciate un po' soli ragazze- fece il padre di Lauren rivolto alle amiche della figlia facendo loro un occhiolino d'intesa.
-Certo, noi ti cerchiamo i tuoi amici Lauren.
-Papinou, lo ribadisco hai qui di fronte la figlia più felice del mondo, una bimba che non sa più come dirtelo, grazie, grazie mille. Lo sai che fin da piccola aspettavo questo giorno, sono pienamente felice ho tutte le persone care al mio fianco e poi, appena ritrovo il mio fidanzato che se lo becco sui golf cart lo ammazzo, sarò ancora più felice. Spero che nessuno mi abbia fatto dei regali perché potrei piangere ad ogni pacchetto. La presenza di tutti mi ha commosso, hai visto anche i genitori di Gustav e Georg sono venuti, mentre la signora Simone e il signor Gordon mi hanno telefonato sta notte per farmi gli auguri. Dei tesori, sono al colmo della gioia. Non pensavo ci fossero così tante persone che mi amano tanto. Ma per finire sto vivendo il mese più bello della mia vita, sai paino, vorrei non finisse mai. Innanzi tutto stare con i ragazzi è stupendo, mi sembra di vivere in un sogno. Stare con Tom poi è fantastico, non so sai papino come faremo a stare lontani. Sarà una sofferenza come quando siamo stati separati per due anni.
-Oh, guarda Lauren- fece il padre accompagnando la ragazza fin sotto il palco-ecco dov'erano i tuoi amici.
Di colpo delle luci illuminarono un palco e quattro ragazzi comparvero su un palco. Le prime note echeggiarono, un accordo di chitarra acustica partì lento, Lauren alzò lo sguardo e vide i suoi amici finalmente nel loro elemento. Tom aveva ripreso i suoi vestiti XXL e Bill indossava una giacca di pelle nera sfolgorante, le note che risuonarono però non erano quelle di una canzone dei Tokio Hotel.
Lauren la riconobbe subito e urlò saltellando divertita:
-Oddio, oddio, non ce la farà mai-fece euforica Lauren, poi si avvicinò a Sylvie e Leonor e vide che le amiche tenevano dei cartelli in mano come dei gobbi e quando la batteria entrò nel pezzo si preparò a ridere.
-Si je m'inspire de vous, des nuits- esordì teso Bill che leggeva agitato- aubes de mes dérives lucides- continuò poi più si lasciava prendere dalla musica più inventava il testo e più parlava un francese farfugliante.
Lauren saltellava divertita come una bambina piccola e gridava le parole aiutando l'amico, piangeva e rideva insieme. Poi il pezzo terminò e riprendendo fiato Bill fece nella sua lingua:
-Scusate vi prego, desolé, -aggiunse- sono una frana terribile con il francese, mi scuso quindi infinitamente e ora un'altra canzone non nostra, che ci pone altre mille difficoltà ma che tenteremo di fare al meglio per il nostro fiorellino. Ecco "in the End" urlò Bill che sapeva come catturare l'attenzione della folla.
La seconda canzone fu faticosa per tutti anche perché ci volevano due voci e Tom fu impegnatissimo a suonare e fare la seconda voce mentre Bill con l'inglese se la cavava molto meglio e quindi si muoveva come faceva nei concerti. Gustav era esaltatissimo e picchiava felice con le sue bacchette, anche perché il fatto di suonare davanti ai suoi gli dava una carica infinita.
-Bene anche la seconda canzone preferita della festeggiata si è concluse e per accontentarla fino in fondo ecco a voi "Whith or whith out" dei grandi U2.
Lauren urlò gioiosa, ballava e saltellava felice con le sue amiche, mentre alcuni parenti meno larghi di vedute si erano allontanati perché la musica per loro risultava troppo rumorosa.
Bill finalmente ritrovò la sua verve e come un animale da palco si esaltava come un matto, l'idea poi di cantare soprattutto per le persone che lo amavano gli dava una carica, avrebbe voluto che sua mamma e il suo patrigno fossero lì con loro, ma si accontentò di vedere il padre di Lauren applaudire come un matto e abbracciare la figlia felice come un ragazzino. La cuginetta di Lauren poi era fuori di sé dalla gioia e gridava come una disperata.
-Finalmente eccomi molto più a mio agio con il nostro repertorio, anche se mannaggia la canzone preferita di Lauren è quella di quando ero più piccolo e quindi è stato faticoso doverla riadattare alla mia nuova voce. Ma per il nostro tesorino ecco "Jung und nicht mehr jugendfrei".
Lauren esaltata non sapeva più cosa fare, prese il suo papà lo abbracciò e con lui improvvisò una danza sfrenata sulle note gioiose di quella canzone.
Poi fu la volta del repertorio dei normali concerti, la cuginetta fu messa da Lauren sul palco e Bill con infinita dolcezza si mise accanto a lei e insieme cantarono Schrei e Durch den Monsun.
Poi Lauren salì sul palco e a sua volta cantò Ich bin da e Ubers ende der Welt e quando Bill gli dedicò 1000 meere e Hilf mir fliegen, la ragazza le cantò tra le lacrime.
I ragazzi si divertirono un mondo e Aurélie continuava a fare richieste che i ragazzi soddisfavano come potevano e se fosse stato per Lauren e lei il concerto non sarebbe mai terminato. Su Monsoon la madre di Gustav e Georg raggiunsero i figli sul palco mentre Bill faceva ballare Aurélie che cantava felice la canzone.
Dopo più di due ore i ragazzi erano stremati e Lauren fu richiamata dalla madre.
-Credo che basti così, la parentesi baccano, il povero Fouquet si starà ribaltando nella tomba, e poi devi spegnere le candeline tesoro, prima di mezzanotte o sarà passato il 18.
-Simpatica come sempre tua madre?- fece Tom con un filo di voce.
-No, voi non capite, questo è stato il momento più bello della mia vita, avete cantato le mie canzoni preferite e tu Bill che canti i Kyo, un momento indimenticabile adesso ho capito le parole di Gustav quando ha detto mi avete lasciato solo tutto il pomeriggio con Bill che canta.
-Adesso capisci la mia disperazione?- fece un sudatissimo Gustav.
Lauren si avvicinò al batterista e gli stampò un bacio sulla bocca con infinito affetto.
-Ti sei immolato per una giusta causa! Grazie tesoro i tuoi sforzi sono stati premiati, delle strofe non si capiva molto ma il ritornello era quasi azzeccato, nonostante il gobbo.
-Uffi, sono stato così penoso?- si interrogò Bill
-Penoso no, avevo le lacrime agli occhi dal ridere e i miei parenti infatti si sono chiesti " che bravo il ragazzo sa anche il russo"
-Il russo?- fece Bill al limite della disperazione.
-Sì, quindi che voto gli diamo ragazze?
-Per il francese cinque, la pronuncia c'era quasi e non è molto fuori, ma alcune parti erano incomprensibili.
-Ragazzi vi prego la ricantiamo, dai ti aiutiamo noi Bill.
-Va bene, ma siete cattive.
-Papi due secondi, ci tieni il gobbo e indichi al leone canterino le parole. Noi lo supportiamo.
-Va bene, ma tua mamma ci ammazza.
-Papinou, è la mia festa e mi avete così viziato che un capriccio in più cosa vuoi che faccia.
-Vai Gu dacci il via!- Fece Lauren abbracciando Bill alla vita, Leonor e Sylvie come angeli custodi ai lati.
-Tom Georg voi ci siete.
-Zi padrona- fece Tom un po' stanco di suonare a comando.
-Tom , ti giochi la serata speciale e la possibilità di vedere che completino intimo sexy ho indossato per il dopo festa.
-Perfetto eccomi, potrei suonare per ore e ore- fece il ragazzo ringalluzzito.
-Papi tu non farci caso, stavo scherzando: indosso le mutande bianche ascellari e la panciera di ghisa.
I ragazzi risero e il padre di Lauren anche.
-Un, due tre -fece Gustav battendo sulle bacchette.
Georg e Tom cominciarono, i cantanti erano pronti, le prime note risuonarono e la prima frase fu suonata con precisione e convinzione, quando subentrò la batteria i cantanti si prepararono, Lauren, Leonor e Sylvie però aspettavano l'attacco di Bill che taceva. Da dietro e da destra partirono delle urla:
-Va fan culo Bill
-Idiota cosa dobbiamo fare mezza canzone?
-Che cazzo aspetti per attaccare? Abbiamo suonato l'inciso già due volte.
-Ma io aspettavo le ragazze.
-Idiota il cantante professionista sei tu, noi siamo qui per supportare il tuo francese.
-Ah, scusate non avevo capito!-fece contrito Bill
-Il solito idiota- conclusero disarmati i ragazzi della band.
-Ok- fece scocciato Gustav- uno due tre.
-Bill ti devo dare un calcio per farti iniziare?-fece Georg.
-No me lo ricordo e al cinque.
-Noooo, mentecatto!- urlò indispettito Gustav- è al quattro.
-Ok, lo abbiamo capito noi- fece Lauren.
I ragazzi ripartirono per l'ennesima volta risuonò l'uno, due, tre di Gustav.
Questa volta i cantanti partirono bene, la frase fu difficile per Bill che faceva fatica a dire "moindre" e molte altre parole, ma quando cominciò la fine della canzone, molto più semplice, Bill si esaltò e cominciò, nel suo stile a far ondeggiare l'asta. Poi staccò il microfono dall'asta e quando ci fu l'assolo di chitarra si rivolse al fratello che concentrato sul suo strumento non lo degnava di uno sguardo.
-C'est par amour pour toi, c'est par amour pour elle, c'est par amour pour moi, celui qui donne les ailes…- a Bill quelle parole sembravano come liberatorie, poteva gridare il suo amore per Lauren e il suo affetto per il fratello e il fatto che lui si fosse messo da parte per loro.
Lauren si fermò a guardarlo, non si era resa conto che forse quella canzone raccontava perfettamente la loro storia d'amore, a lei, quella canzone piaceva per il ritmo, la musicalità ma non si era mai soffermata sul senso profondo di quelle parole. Quando Bill diede l'accento " c'est par amour pour elle, c'est par amour pour toi" guardando dritto nei suoi occhi blu la ragazza capì il profondo dolore che provava l'amico e si accorse che due lacrime le bagnavano il viso. Fino a quel momento aveva solo pianto di gioia per le stupende sensazioni che stava provando, il pic-nic, la corsa in barca, la visita del castello a lume di candela, il concerto dei suoi angeli che si erano cimentati con tutte le sue canzoni preferite di altri gruppi musicali oltre alle loro. Quelle invece erano lacrime di malinconia, di tristezza e il suo primo impulso fu quello di abbracciare forte il suo caro amico soffocando i suoi singhiozzi tra le sue braccia. Bill cercò di confortarla e ben presto gli fu chiaro il motivo di quel pianto disperato.
-Sai Bill credo che questo concerto sia il più bel regalo che potessi farmi, qualsiasi cosa tu mi abbia regalato non varrà mai quanto quest'ultima canzone. Ti voglio un mondo di bene, mi dispiace.
Poi quando si calmò si rifugiò tra le braccia di Tom che era rimasto interdetto per la reazione della sua ragazza.
-Fiorellino, piangi perché Bill è stato così penoso che ha per la seconda volta ucciso la tua canzone preferita?
-No, pastore bergamasco, piango perché ho degli amici stupendi, ti amo lo sai, hai suonato benissimo sei sudato come un cammello e puzzi come un caprone, ma in questo momento ti adoro.
Tom la baciò a lungo e con trasporto, come se fossero soli al mondo. Lauren che di solito era cos' riservata si lasciò andare. I due ragazzi si scordarono per un attimo che erano su un palco e che il padre della ragazza li guardava con aria non del tutto felice.
-Ma respirano?- si chiese ironico Bill.
-Non so ma se Lauren non si ferma fra due secondi lo spoglia- fece preoccupato Gustav.
Un voce tuonante, imperiosa e spaventosa però riportò i due ragazzi alla realtà, sembrava quasi quella della Rosencranz, la professoressa di tedesco:
-Lauren Bart, piantala subito di dare spettacolo.
A quelle urla i due ragazzi rimasero gelati, si allontanarono subito l'uno dall'altro. Tom al limite dell'imbarazzo si sistemò la maglietta, raccolse la felpa, la bandana, il cappello che Lauren gli aveva tolto e si avviò dietro al palco.
Mentre con un filo di voce la ragazza gli diceva:
-Forse è meglio se ti cambi, vorrei fare le foto con te vestito da pinguino.
-Se riesco ad arrivare intero fino al terrazzo e tua madre non mi scotenna o tuo padre non mi strappa gli attributi.
-Ma, no non preoccuparti manda avanti Bill.
-Grazie- fece il ragazzo che stava aiutando la ragazza ad allacciare il vestito che il fratello aveva in parte slacciato.

Quando Lauren arrivò guidando un golf cart accompagnata dalle sue amiche e dietro su un'altra macchinina c'erano i ragazzi della band tutti applaudirono.
Il signor Bart fece scendere la sua bambina e la accompagnò dietro al tavolo dove una stupenda torta di panna con rose rosa aspettava la festeggiata. Dall'interno del salone un quintetto di archi e fiati cominciò a suonare un bellissimo tanti auguri che Bill con la sua voce chiara intonò perfettamente anche se lo sguardo della signora Bart era minaccioso e sicuramente avrebbe preferito sentire solo la splendida musica.

-Sono veramente commossa, avrò rifatto il trucco almeno dieci volte questa sera, meno male che qualcuno mi ha dato un mascara waterproof a prova di monsone. Continuo a commuovermi per tutto l'affetto che sento intorno a me. La vostra presenza mi rende felicissima. Voglio ringraziare i miei zii che sono venuti dal sud della Francia, i miei zii, la nonna e la mamma che sono venuti dalla Germania, i signori Schäfer e i Mortiz. Credo che questa serata rimarrà nel mio cuore per sempre, spero un giorno di poter contraccambiare tutto il vostro amore. Ovviamente il mio grazie più grande va al mio papi che ha reso tutto indimenticabile non vi è nulla che cambierei di queste ore del mio compleanno. Per ultimi i miei angeli e le mie migliori amiche. Grazie.

Lauren con quanto fiato aveva nei polmoni spense le candeline tra un coro di applausi. La festeggiata tagliò la torta, la prima fetta la prese lei come di rito e poi le altre fette cominciò a tagliarle per gli ospiti. Con il suo piatto si avvicinò al papà e gli diede un bacio affettuoso, poi si avvicinò alla mamma e le disse:
-Mamma, grazie, sono felicissima lo sai, soprattutto perché posso vedervi tutti e due insieme.
-Lo so, la tua gioia mi rende molto felice, anche se
-No, mamma non dirlo, hai ragione, ti chiedo scusa è colpa mia sono stata io a baciarlo in quel modo.
-Che non ricapiti però davanti a tutti.
-No, promesso.

Lauren raggiunse i suoi amici.
-Bill niente torta in faccia questa volta?
-No, grazie ho già dato.
-Davvero- fece innocentemente Gustav- non ricordo, poi con giocosa malignità disse- Bill dimmi che ore sono?
Bill prese il piattino con la destra abbassò lo sguardo verso il polso sinistro e con agilità felina Gustav diede un colpo dal basso verso l'alto al piatto e glielo schiacciò sul volto.
Bill basito e con una seconda maschera di panna e cioccolato reagì da vero signore.
-Va bene questa è la degna conclusione di una giornata cominciata bene.
Tutti risero mentre Aurélie cominciò a sciolinare una serie di improperi rivolti al batterista che culminarono con un sonoro calcio negli stinchi a un Gustav che perse il sorriso.
-Oh, la tua cuginetta è fuori- disse Gustav rivolto a Lauren- le mie gambe mi servono per suonare.
-Che fairplay e autocontrollo tesoro- fece Lauren mentre puliva il volto di Bill che per fortuna aveva quasi finito la torta e che quindi era solo in parte pannoso- ha fatto bene, povero scricciolo, anche se la panna asciuga i brufoli, non dovevi fargli l'ennesimo dispetto, o meglio dovevi farlo con la fetta di torta integra!
-Ah, ecco, mi sembrava che fossi troppo gentile, comunque chi di panna ferisce, di panna perisce e prima o poi la mia vendetta sarà tremenda, ricordatevi la ruota del Karma gira per tutti.
-Siamo terrorizzati- fecero gli altri componenti della band che ridevano alle lacrime.
-Questa immagine- fece Georg- la metto come salva schermo del pc, è geniale.
Tutti guardarono la foto e risero felici. Poi il padre di Lauren richiamò la figlia e disse:
-Fragolina, non apri i regali?
-Sì- fecero tutti
-Regali, regali
-Arrivo!- Lauren si mise intorno al tavolo ricolmo di doni, aprì prima quelli dei parenti, poi attaccò quelli dei genitori di Gustav
-Signori Schäfer, questo libro fotografico su Sylvie Guilem è fantastico, grazie- poi continuò con il regalo dei genitori di Georg che la lasciarono altrettanto contenta, loro avevano trovato un bellissimo libro sul Balletto di Amburgo che univa la passione della ragazza per la danza e la storia.
Poi fu la volta dei regali delle amiche, Lauren lesse il bigliettino disegnato ad arte da Leonor e pianse e rise nello stesso tempo, quando poi aprì il regalo gioì e corse a stritolarle in un abbraccio.
-Un video telefono di ultima generazione così potrai vedere il tu Tom e il tuo scricciolo tinto quando sarete lontani. Non mi hanno assicurato che la criniera leonina di Bill potesse rientrare nello schermo, ma potrai vederne in parte.
Tutti risero mentre Lauren abbracciava le sue amiche.Poi fu la volta del regalo di Gustav.
-Oh, mio Dio, oh mio Dio, le scarpette firmate di Sylvie, oddio- Lauren buttò le braccia al collo del ragazzo e gli stampò il secondo sonoro bacio della serata- sono stupende.
Rosso e imbarazzato poté solo pronunciare:
-Per il mio compleanno mi hai fatto un regalo del mio mito e io non potevo essere da meno.
Lauren tremante per l'emozione attaccò il regalo di Georg.
-Oddio svengo, grazie bel biondone, ma cosa posso dire? E' stupendo anche il tuo! Come hai fatto ad averlo?
-Ho chiesto ad un amico che vive negli States di spedirmelo, ha lavorato per il teatro………. e mi ha fatto avere questa foto.
-Ma è Barishnikov nel "le jeune homme et la mort" ed è autografato! Grazie, grazie lo metterò in camera sopra alla testiera del mio letto.
-E ora i nostri regali- fece Bill felice- ognuno ha un perché e una storia.
- Allora Lauren riuscirai ad aprirli a Natale se Bill comincia a raccontare la genesi del regalo.
-Ma la tua amica Leonor oggi a colazione ha mangiato pane e acidità?
-No, fece la ragazza dandogli un bacio sulla guancia e poi aggiungendo euforica- oddio oddio ho baciato Bill dei Tokio Hotel
Il ragazzo la guardò con odio e disse:
-Visto che di libertà te ne sei prese tante me ne prendo una anch'io: ma va cagare!- fece spintonandola affettuosamente.
-Uffi, il primo è il super pacco e l'ho scelto io, sono cose futili e materialistiche.
-Oddio se è una giacca in pelle rosa stile Fashion Bill mi sparo- fece Lauren ridendo.
-Non commento la tua acidità perché ho capito oggi va così.
Lauren aprì e un bellissimo vestitino rosa di tulle e voile era accompagnato da uno squisito maglioncino d'angora e una cintura di vernice rosa adorabile ed elegante, un paio di guanti e un cappello si abbinavano perfettamente.
-Bellissimo tesorino, si vede la tua eleganza e si vede quanto conosci i miei gusti.
-Ma non è finito!- esclamò
-Caspita, spunta qui il giubbotto tamarro?
-No- fece scocciato il ragazzo- questa scatolina è per te- e dalla tasca dell'elegante giacca nera Bill estrasse un pacchetto stupendo che culminava con una rosa.
Lauren lo prese tra le mani e tremante per l'emozione lo aprì. Era chiaramente un gioiello e quando lo vide cominciò a piangere.
-Ti piace?- chiese Bill mentre lo prendeva, le sollevava il braccio e glielo allacciava- E' un bracciale a cui ogni anno potrai aggiungere dei nuovi ciondoli. Questa è la tua passione, la scarpetta di danza, questo è il simbolo dei Tokio Hotel così ti staremo sempre vicino, questo è un gattino, il tuo Cocò, poi ci sono io rappresentato dalla nota, Tom dalla chitarra, Gustav dalla batteria, Georg dal basso. Infine c'è Leonor con il pennello e Sylvie con la macchina fotografica.
Tutti rimasero stupiti e commossi per il bellissimo regalo e per il pensiero che Bill aveva trovato per tutti. Leonor e Sylvie avevano gli occhi lucidi ed erano rimaste colpite da come il ragazzo, attraverso l'amicizia con Lauren, aveva colto l'essenza di ognuna di loro. La due ragazze gli buttarono le braccia al collo e lo baciarono con affetto prima che Lauren lo stritolasse in un abbraccio infinito pieno di lacrime e di singhiozzi.
-Dai non fare così- fece Bill con il magone- non volevo farti versare così tante lacrime, non era nelle mie intenzioni, così però piango anch'io. Ti prego.
Bill riuscì a staccare la ragazza che aveva tutto il trucco sciolto.
-Neanche il mio mascara questa volta ha tenuto.
-Oddio tesoro, ti ho sporcato tutto il completo- fece Lauren riprendendosi.
-Non preoccuparti e ora veniamo ai regali di Tom- fece il ragazzo cedendo il ruolo di consolatore al fratello.
Tom molto più timido ed impacciato cominciò:
-Be' il primo regalo è più un'idea di Bill anche se l'utilizzo sarà tuo e mio.
Lauren prese la scatola con la fantasia di rose e il fiocco e intuì qualcosa.
-Sì, insomma- fece imbarazzato il ragazzo- sono per te ma…va be' apri.
Lauren preoccupata aprì il regalo e vi trovò i prodotti per il bagno e il corpo.
-Cioè -sempre più rosso e senza possibilità di calcarsi il capellino sul volto perché sprovvisto- ci sono delle candele e delle palline profumate per il bagno che fanno le bollicine e rendono il bagno frizzante, una diavoleria che ha scovato l'altra metà del mio cervello ovviamente.
-Certo solo lui può trovare queste cose- fece Georg.
-Sì, ma prova a figurarti una scena romantica, candele, petali, bollicine- fece sottovoce al ragazzo Leonor. Il bassista ci pensò su e arrossì quando si accorse che la ragazza lo osservava.
-E il secondo regalo?- fece Lauren- è sempre più piccolo il pacchettino.
-Be' questo lo aprirei senza troppo farti vedere da tuo padre e da tua madre.
-Oddio ho già capito- fece Lauren arrossendo.
-Sì ecco, è per evitare altri incidenti con bustini "trappole per uomini"!- fece ormai senza quasi voce Tom.
Lauren aprì il regalo e arrossendo a sua volta lo richiuse rapida.
- Bella la fantasie e il colore- commentò rapida.
-Il vero regalo, però preferirei dartelo in privato se non ti dispiace.
-Oh, che tesoro, sono agitata, va bene facciamo una passeggiata.
I due ragazzi si allontanarono nella notte, lungo il viale che portava al grande bacino centrale. Superarono silenziosi tutti i giardini e quando furono oltre le fontane e il bacino centrale, rischiarati solo dalla luna, circondati dalle stelle e protetti dagli alberi si fermarono.
Si sedettero nel grande prato sulla collina dal quale potevano vedere l'intero castello illuminato dalle candele, i loro amici e parenti erano come dei puntini neri che si confondevano lontani.
-Ecco, questo è il mio regalo- Come poco prima aveva fatto Bill, anche Tom prese dalla tasca del suo smoking una scatolina e gliela porse.
A Lauren batteva forte il cuore e non osava aprire quella scatolina, aveva già le lacrime agli occhi e quando fece dolcemente leva sul coperchio questo si aprì lasciando intravedere un bellissimo diamante. La ragazza piangeva ormai, mentre Tom tremante prese il contenuto.
-Lo so che non ami gli anelli e quando balli non porti nulla perché è pericoloso, quindi ho pensato che un ciondolo sarebbe stato più appropriato. Questo è un piccolo peltro di madreperla perché è lo strumento con il quale lavoro e questo è il simbolo del mio amore per te. È discreto, lo porterai al collo vicino al tuo cuore, così il nostro amore sarà solo mio e tuo.
Lauren piangeva dalla gioia, non riusciva a trovare le parole per ringraziare il ragazzo, si sentiva la testa leggera. Poté solo stringere nella mano il bellissimo ciondolo e sussurrare:
-Ti amo.
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