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Autore: Pottatoh    26/11/2015    0 recensioni
Due regni: Nord e Sud.
Una guerra tumultuosa in corso ormai da secoli, apparentemente senza una fine.
Astrea, una ragazza di 17 anni, a causa del suo passato travagliato, si arruola nell'esercito difensore nella lotta contro i demoni, nella speranza di capire cosa è realmente.
La sua vita subisce un brusco cambiamento quando incontra lui, bellissimo da mozzare il fiato, maledetto, dannato come il demonio.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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È notte fonda. Il pianto di un bambino squarcia il silenzio che regna all'interno della stanza illuminata solo dalla luce delle candele, semibuia e apparentemente tetra. -È nata!- afferma con gioia una donna di mezza età. Possiede dei grandi occhioni verdi che trasmettono speranza, lucenti come smeraldi e pieni di vita. I suoi capelli ramati sono raccolti in una crocchia ordinata sulla sommità del capo. Dalla sua espressione euforica si può dire che sia ben felice di quello che era appena accaduto. Una donna giovane e dai lunghi capelli corvini disordinati è stesa sul letto a baldacchino, ansimante e rossa in volto per lo sforzo appena compiuto. Il suo respiro è irregolare e i suoi occhi neri come la pece sono lucidi, mentre tiene in grembo una creaturina appena nata dalle guanciotte paffute. -Non...non ce la faccio. Non posso separarmi da lei.- sussurra appena la donna con sguardo apparentemente affranto, accarezzando la testa della bambina, per poi continuare -dovrò...portarla via con me. Non può vivere qui una creatura così-! - la sua frase viene interrota da un'uomo vicino a lei. -Zitta. Non puoi farla venire con te. Non puoi scamparla cosi'facilmente. Avevo detto che dopo aver partorito saresti stata uccisa. Sei solo un lurido demone. Mi hai stufato con i tuoi inganni, Circe.- L'uomo rivolge alla donna dai capelli color notte uno sguardo di puro disgusto, mentre lei si apre in un sorriso isterico. -Credi...credi davvero che la accetteranno così, per come è realmente? Un essere senza uno scopo, senza un futuro, destinato solo al dolore e all'agonia. Marcirebbe solamente nella solitudine, come tutti quelli della sua razza!- urla la donna in un'espressione di pura follia. -Lo so. Ma meglio lei che te, sei la mia vergogna. Io mi sono macchiato del tuo peccato. E per questo pagherai, sporca incantatrice!- Ringhia adirato l'uomo, sputando parole offensive e prive di pudore contro la donna, ma senza scalfire minimamente il suo sguardo di ghiaccio, freddo e iniettato di odio. Circe si lascia sfuggire una piccola risata, facendole acquistare un tono frivolo, superiore. -Sciocco umano, che tu sia re o meno, credi davvero che la tua razza possa, in un futuro molto lontano, vincere questa sanguinosa lotta contro i demoni, esseri superiori e tentatori, astuti, ai quali interessa solo mietere vittime innocenti? Non sarete mai in grado di difendervi. Anzi, dovreste ringraziarci...siamo noi che, uniti a voi, vi permettiamo di creare questi.- interrompe il discorso voltando lo sguardo verso la piccina che ha in grembo, la quale dorme con un'espressione serena e innocente in volto. La donna continua riprendendo fiato, mentre la sua voce, da sicura e decisa, quasi arrogante, diventa tremolante e insicura-...Ibridi- abbassa lo sguardo, per poi riprendere la parola- quindi sono io che dovrei avere schifo di te, ma non posso perchè ti amo. Anche se sono dalla parte dei demoni, questo non mi impedisce di provare sentimenti per te, continuando a proteggerti. - Lo sguardo di Circe si fa più dolce, privo di quell'astio di prima nei confronti dell'uomo, sostituito da un velo d'amore e di preoccupazione, di parole mai dette, ma troppo futili, in quel momento, per essere espresse. Per l'uomo non avrebbero avuto importanza, mentre per lei avevano un significato troppo profondo per essere tralasciate, per essere rinchiuse dentro al suo cuore per l'eternita', senza che lui ne venisse a conoscenza. Lui magari pensa che lei sia malvagia, ma il suo unico scopo è sempre stato quello di proteggerlo, di proteggere il suo amore, andando addirittura contro la propria specie, nel tentativo di assicurarsi che non gli accadesse nulla di male. -...i demoni..sono esseri senza cuore...privi di emozioni, di compassione...di pieta'...- Continua a parlare la donna, guardando il vuoto mentre calde lacrime iniziano a riglarle il volto. Oramai era inutile reprimere tutto. Doveva lasciarsi andare. Almeno ora, almeno ora che poteva. -ma tu...tu sei riuscito a mettere a nudo i miei sentimenti...tutto quello che provavo... sei riuscito a far uscire quella parte di me nascosta...quella parte avvolta dalle tenebre, che ormai mi divoravano. Io mi sono innamorata di te...di quella parte dolce che si nasconde sotto la tua freddezza, sotto la tua rigidità e il tuo vigore..Marcus- L'uomo scoppia a ridere all'improvviso, dopo aver udito quelle parole -Circe, sei una brava tentatrice, devo riconoscerlo. Ma nulla ha più effetto su di me. Questo dovresti saperlo, mi conosci più di chiunque altro. Non ho dolcezza, non credere che solo perchè io non ti abbia uccisa subito, allora, significa che mi importi di te. Ti sbagli. Mi sei totalmente inutile ora. Posso eliminarti quando voglio, e implorare pietà non servirebbe...- si avvicina ghignando malignamente alla donna stesa sul letto, mentre inizia a carezzarle i lunghi e morbidi capelli corvini, compiendo un gesto di ironica dolcezza, che fa rabbrividire la demone. Circe si scansa subito da quel contatto, stringendo, ancora più forte, in grembo la piccola, in un disperato tentativo di protezione. -Ti prego..non portarmela via- sussurra con voce flebile, sfiorando con un dito affusolato la morbida e candida pelle del viso della bambina, mentre nei suoi occhi si può leggere con chiarezza l'angoscia che la opprime..sono degli specchi trasparenti. Marcus ride sonoramente, per poi ritornare serio, parlando con voce meccanica e fredda -Nessuno dei miei adorati sudditi deve venire a scoprire della mia storia clandestina con te. Ho una regina, che tra poco partorira'mio figlio, puro come la luce. Non ho bisogno di una demone che mi implori di rimanere con lei e di uno sporco ibrido che mi incateni al tuo volere, donna. Io non riconosco questo bambino come mio figlio.- Lancia uno sguardo di ripudio verso la piccolina, mentre la donna si lascia andare ad un pianto disperato, di rassegnazione. -Voi umani...siete esseri disgustosi...immondi...non dovreste essere stati creati da Dio...siete capaci solamente di creare scompiglio e di alterare l'equilibrio delle cose. E poi...siete così stupidi. Vi lasciate sempre raggirare. È facile ingannarvi, siete creature così avare, avide di potere, egoiste. Siete peggio di noi demoni. Siete gli esseri più infimi che siano mai stati originati, nessuno è capace di eguagliare la vostra ostilità e caparbietà.- Le sue parole vengono interrotte da un rumore sordo a contatto con la sua pelle. Marcus, adirato, le aveva tirato uno schiaffo un pieno viso. -Non permetterti di rivolgerti al re in questa maniera, stolta!- Le ringhia contro, aspettandosi una sua reazione. Circe, invece, tiene lo sguardo basso, bagnato di lacrime, senza riuscire a muovere un muscolo, tenendosi la guancia colpita e rossa con una mano, tremando senza riuscire a ribattere contro Marcus. Tenta invano di alzarsi dal letto per raggiungere l'uomo, ma le sue gambe non reggono sotto il peso del suo corpo, facendola cadere, provocando un tonfo. Dalla sua bocca esce un rumoroso lamento, mentre resta a terra, troppo debole per alzarsi. Il suo corpo trema e, a quella visione l'uomo ghigna sadico -Cos'è che ti affligge? La paura di morire o di perdere la tua bambina?- La demone risponde a questo colpo basso con un filo di voce rimasta in corpo -Sappi solo...che la tua specie non la farà franca. Potrai uccidere me...ma centinaia di uomini moriranno per mano dei demoni, superiori all'uomo. La vostra sfrontatezza sarà punita a dovere, stanne sicuro, Marcus. Nostra figlia sarà l'intermediario tra i demoni e gli umani. Sarà uno dei combattenti più forti al vostro fianco..ma non al tuo. Caro, tutto ritorna indietro. Tutti i peccati commessi dall'umanità si ritorceranno contro il tuo popolo. Uccidimi se vuoi. Ma una parte di me continuerà a vivere in lei e tu, tu sarai ossessionato dal mio ricordo. Non riuscirai più a riposare la notte e a combattere durante il giorno. Il tuo sonno sarà perseguitato da incubi e da me. Ricordati queste parole.- Circe tossisce violentemente, mentre un rivolo di sangue le sporca il labbro carnoso. L'uomo non smette di osservare la donna, cercando di scrutarle l'anima, di entrare al suo interno cercando di scoprire i suoi oscuri pensieri, le sue intenzioni, quello che aveva in mente di compiere. Però, decide di non dare troppo peso alle sue parole. -Hai finito? Puoi esprimere un ultimo desiderio prima di soccombere al destino- L'uomo la guarda con un barlume di divertimento negli occhi. L'incantatrice dai lunghi capelli corvini sposta la sua attenzione verso sua figlia, poi si rivolge al re con uno sguardo severo e autorevole -Si. Chiamala Astrea, in onore della tua vendetta che tra poco compirai verso di me. Prenditi cura di lei, non lasciare che venga consumata dall'odio, non fare che finisca come noi. Deve vivere una vita serena il piu'possibile, almeno prima dell'età adolescenziale. La sua infanzia deve essere pura e gioiosa come quella di ogni bambino, lontana dalle tenebre. I suoi sogni saranno luminosi..io vegliero'su di lei...- Per tutto il discorso non smette di guardare negli occhi gelidi del sovrano, senza alcun timore della sua reazione. -Bene...guardie! portatela via, nei sotterranei. Lì sarà giustiziata domani mattina all'alba, nel nome e per l'onore del re dell'impero Nord!- Urla con la sua imponente voce, mentre un gruppo di milizie alzano di peso la donna, portandola nelle segrete e obbedendo agli ordini del sovrano. Circe alza il volto, volgendo un'ultimo sguardo dolce alla sua Astrea, nel tentativo di donarle serenità, per poi attraversare la porta, e scomparire nel buio dei corridoi. Marcus scompiglia lievemente i suoi capelli dorati, guardando spaesato la figlioletta e sbuffando sonoramente. -Geltrude- Pronunciato il nome, la donna di prima, dai capelli ramati e dagli occhi verdi compare al suo cospetto, inchinandosi lievemente. -Ditemi sire- La sua voce è insicura e preoccupata, in attesa della sentenza che verrà espressa. -Tu ti occuperai di Astrea. La porterai via con te. Vivrete in una casetta in campagna, nel regno Sud, a confine con il regno Nord. La crescerai e sarai la sua nutrice. Non deve venire a scoprire delle sue origini prima dell'adolescenza. Io ti fornirò il denaro necessario per mantenerla. È tutto chiaro?- -Si, signore- -Bene.- Marcus si apre in un lieve sorriso, porgendo la bimba alla balia, per poi uscire dalla stanza con un passo felpato ed elegante, ma colmo di angoscia ed apprensione. -*spazio autrice*- Uhuh buonasera gente. Ok ok lo so che l'inizio della storia magari è un pochino noioso(?) Ma questa è solo una parte introduttiva alla storia vera e propria, quindi preparatevi. Questa è la prima storia che scrivo, quindi sarei felice di ricevere i vostri commenti e magari anche critiche costruttive :D (non offese però) Vorrei sapere se vi intriga come storia oppure no(?) Insomma, dei commenti mi farebbero felice :D E con questo chiudo, alla prossima♡ By:Pottatoh
   
 
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