Film > Il gobbo di Notre Dame
Segui la storia  |       
Autore: Stella cadente    26/11/2015    5 recensioni
Francia, 1482:
Parigi è una città che nasconde mille segreti, mille storie, mille volti e mille intrecci.
Claudie Frollo è un giudice donna che tiene alla sua carriera più di ogni altra cosa al mondo.
Olympe de Chateaupers è una giovane ragazza da poco al servizio del giudice e, sebbene sia spavalda e forte, si sente sempre sottopressione sotto lo sguardo austero di quella donna cinica ed esigente.
Nina è una semplice ragazza di quindici anni, confinata nella cattedrale a causa di un inconfessabile segreto..
L’arrivo di Eymeric, un giovane ramingo gitano, sconvolgerà le vite di queste tre donne, in un modo diverso per ognuna.
Ma alla fine, di quali altri segreti sarà testimone Parigi?
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XXVI.
Insurrezione
 
Olympe
 
 
 
Il processo a Régine Rousseau era stato spietato. Grenonat cominciava a seminare terrore sempre di più alla Corte di Giustizia; agli occhi di tutti era un folle, lo percepivo benissimo, ma nessuno diceva mai niente.
La situazione sembrava irrecuperabile. La cosa che più mi stupiva era che Re Luigi XI non si fosse ancora accorto di nulla. O forse si era accorto di cosa il Giudice stesse facendo a Parigi, ma non interveniva – il che sarebbe stato ancora più inquietante.
Le accuse che Grenonat aveva puntato contro il Giudice Rousseau erano completamente infondate, ma nessuno avrebbe avuto il diritto di contraddire; non potevamo fare altro che obbedire ai suoi ordini. Tra i giudici regnava un clima di caos e preoccupazione: chi si sentiva deluso da Frollo, chi non riusciva a raccapezzarsi di quanto era accaduto al mio processo e nei giorni seguenti, chi voleva che, nonostante tutto, l’Inquisitore spodestato tornasse in carica. Io stessa vedevo che, in confronto a Grenonat, Frollo non era paragonabile: la sua mi era sembrata follia pura quando mi aveva ordinato di seguirla nel dare la caccia ad Eymeric – quanto mi sembrava lontano, adesso, quel giorno… – e mi ero chiesta quale strana diavoleria l’avesse resa così ossessionata da quel gitano. Mi ero detta che solo una persona squilibrata avrebbe fatto una cosa del genere, ma solo adesso mi rendevo conto che Grenonat era decisamente peggio. Quale sano di mente avrebbe preso di mira non solo zingari e proletari, ma soprattutto i cittadini più altolocati di Parigi?
Frollo non avrebbe mai distrutto la Corte di Giustizia, né tantomeno avrebbe preso come bersaglio la nobiltà. Era assurdo, privo di senso.
«Olympe» mi sentii chiamare da una voce fine, che ormai conoscevo bene.
Mi voltai, cercando di mettere su una faccia inespressiva.
«Signore» dissi, come per salutare. «C’è qualcosa che dovrei fare?» chiesi poi, dal momento che su di noi era calato il silenzio.
«Oh, no» mi rassicurò lui. «Mia cara ragazza, volevo solo complimentarmi con voi per il lavoro che state facendo.»
Lo guardai bene. Era alto e affascinante; i capelli castani lo facevano sembrare più giovane, e al tempo stesso di una bellezza austera e adulta; il viso sembrava scolpito nel marmo e gli occhi erano dello stesso colore di un prato in estate. Più che un Giudice sembrava un gentiluomo; aveva un che di galante che Claudie Frollo non aveva mai avuto. Certo, bastava guardarla per capire che era una donna colta e sofisticata, ma era più quel tipo di persona che ti mette in soggezione, con quella voce perentoria e l’aria da Giudice. Bastava solo quella parola per descriverla: Giudice. A pensarci, non riuscivo ad immaginarmi Claudie Frollo se non come Inquisitore Supremo della Corte di Gisutizia.
Grenonat invece avrebbe potuto benissimo accompagnare una fanciulla ad un ballo. Mi ricordava un po’ Hugo, l’istruttore che avevo avuto da bambina: quell’uomo – ingaggiato da mio padre – aveva un’aria gentile, ma era severo… troppo.
E Grenonat era uguale, bello nell’aspetto, ma terribile nell’anima. Ancora per me era un mistero come potesse nascondersi tanta cattiveria dietro un viso simile.
«Ah…» mi limitai a dire. «Beh, vi ringrazio» balbettai.
L’uomo sorrise appena.
«Sono solo sincero, mademoiselle
Silenzio.
«Avete preparato l’esercito per stanotte?» chiese poi, con la sua voce fredda. «Dobbiamo far sì che tutto vada nel migliore dei modi.»
Annuii.
«Certo, signore. Marceremo verso mezzanotte e saremmo diretti alla Corte dei Miracoli.»
«Vedo che apprendete in fretta» si congratulò nuovamente, in maniera cortese. «Il Re sarà entusiasta. Sapete» continuò «il Ministro Frollo è sempre stato d’intralcio, per me.»
Quando mi voltò le spalle e si allontanò di qualche passo, tesi le orecchie. Involontariamente, mi stava servendo su un vassoio d’argento l’occasione per capire meglio come stavano le cose e di conseguenza di sapere meglio cosa fare per aiutare Eymeric.
Per tutto il tempo, alla Corte, avevo pensato e ripensato a quello che mi aveva detto la notte prima.
 
«Devi aiutarci, Olympe. Sai benissimo anche tu com’è la situazione. Ti prego, fa’ in modo che lei torni in carica.»
 
Non mi era sembrato più lo stesso. Mi era sembrato… diverso. Dopo essersi assicurato che stessi bene aveva spiegato, in parole povere e con tono concitato, quello che era successo alla Corte dei Miracoli, quello che aveva intenzione di fare e il piano di Frollo. Poi mi aveva dato un foglio di pergamena – su cui avevo subito riconosciuto la grafia del Giudice – che recava un messaggio su cosa avrei dovuto fare. Mi aveva supplicata di seguire le istruzioni che mi aveva dato, dicendo che ne andava del bene di tutti. Era come se tenesse al Giudice, e ciò mi spaventava.
Allora è vero. Lei è innamorata di lui, e a quanto pare lui lo è di lei.
Ero rimasta meravigliata.
Ma la cosa che mi aveva stupita ancora di più, era che la fitta di gelosia che aspettavo non era arrivata.
 
Ad un tratto il silenzio diventò pesante. Capii che Grenonat attendeva che dicessi qualcosa.
«E cioè?»
L’uomo lasciò vagare i suoi bellissimi occhi sull’ambiente circostante. In quel momento mi assalì una domanda: che ci fosse qualcosa di più che rancore dal punto di vista professionale?
«Il Re ha sempre preferito lei a me. Questo è semplicemente un dato di fatto. Eppure io avevo così tanti progetti per Parigi… ma alla fine» si voltò, e sul suo viso statuario era apparso un ghigno cattivo «mi sono riscattato, in qualche modo. Alla fine abbiamo visto tutti chi è realmente Claudie Frollo. Un’impostora.»
Pronunciò la parola “impostora” sputando un disprezzo così accentuato che fu come un grumo d’inchiostro nero che mi si appiccicava addosso e andava a scorrermi nelle vene.
«Un’impostora e un’approfittatrice» aggiunse. «Io l’avevo sempre aiutata. Sempre. All’inizio era una fanciulla ambiziosa, desiderosa di imparare, dall’intelligenza acuta. Era…umile.»
Mi venne da ridergli in faccia, ma mi trattenni; non mi sembrava il caso.
Claudie Frollo era stata umile? Una fanciulla ambiziosa?
Non ci avrei creduto nemmeno se l’avessi vista con i miei occhi. E l’aggettivo “fanciulla” non le sarebbe stato bene nemmeno se qualcuno glielo avesse cucito addosso.
«Imparò tutto da me e per un po’ collaborammo, ma, misteriosamente» la voce assunse il tono di un tagliente sarcasmo «è stata lei a spiccare subito. È sempre stata lei la più brava; da lì a poco, nelle corti si parlava solo del severo, ferrato e organizzatissimo Ministro Frollo, che avrebbe liberato la Città dagli invasori. A lei spettò di condurre i processi, a lei è stato attribuito il merito della caccia agli zingari – un progetto che io avevo in mente di attuare da anni. Ma Claudie, astuta, prese l’occasione al volo per brillare di fronte a tutta Parigi.»
Cercai di non far vedere che stavo macchinando qualcosa, ma a quelle parole il mio cervello aveva cominciato a frullare; che Frollo avesse soffiato il posto ad un altro Giudice pur di ottenere il comando e sottomettere Parigi alle sue regole era più che plausibile, ma in qualche modo quello non sembrava essere l’unico motivo per cui Grenonat ce l’aveva così con lei. C’era di più, glielo vedevo negli occhi.
«Scommetto che è stata lei a liberare quella lurida zingarella, l’altra notte» aggiunse. «Oramai ha perso completamente il lume della ragione. Bisogna essere affetti da gravi turbe per unirsi a quei… cani
Silenzio. Deglutii piano, cercando di non fare troppo rumore. Si riferiva ad Antea; ero stata io a liberarla. Adesso non ero più la ragazza fidata del Giudice Grenonat, ed era fondamentale che nessuno lo sapesse – men che meno quell’uomo.
«Ma che importa» minimizzò alla fine. «Tanto stanotte perquisiremo la Corte dei Miracoli. Frollo non sospetta niente, e noi la coglieremo alla sprovvista. Non avrà scampo, e con lei nemmeno tutti i suoi amici zingari» concluse. «Ancora non riesco a credere che abbia scelto di stare con una simile plebaglia. Lei, poi!» esclamò, con una risata nervosa.
Silenzio. Sentivo i nervi tendersi sotto la mia pelle; quando ero con Grenonat ero sempre nervosa, ma adesso ero diventata rigida come un tronco.
«Voi che ne pensate, Olympe?»
Era questo il problema di Grenonat: era decisamente più diplomatico e meno autoritario rispetto a Frollo, ma inspiegabilmente riusciva a manipolare tutti con una maestria che aveva dell’incredibile.
Un’insidia ambulante.
«Beh» tentennai. «Penso che ciò che è avvenuto al processo sia stato indubbiamente un certo shock per tutti. Per Parigi, tanto per cominciare.»
«Proprio quello che penso anche io. Ma diciamocelo: da un po’ di tempo a questa parte, Frollo non svolgeva più il suo lavoro come un tempo.»
Interessante…
L’ultima cosa che volevo era farmi gli affari del Giudice Frollo, ma il racconto di Grenonat aveva preso una piega che mi incuriosiva parecchio.
«Cosa intendete dire?»
Silenzio.
«Se mi è concesso saperlo.»
Il Giudice fece un sorriso accomodante.
«Certamente, Olympe. Vedete… Frollo si distraeva, durante i processi. Alle volte sembrava proprio che avesse la testa da tutt’altra parte. Per questo mi è entrata la pulce nell’orecchio, mi capite?»
«Certo, signore» assentii.
«Sembrava sempre stanca; si presentava in Tribunale con certe occhiaie scure… Diceva che non riusciva a prendere sonno» continuò Grenonat, assumendo un tono a metà tra il perplesso e il sospettoso.
Wow, Ministro, l’abbiamo presa pesante la cotta.
Provai invano ad immaginarmi Frollo con la testa tra le nuvole nel bel mezzo di un processo all’Inquisizione. Mi scervellai, ma mi resi conto che, anche se le ero stata molto vicina, non sapevo niente di lei. Eppure di qualcosa mi ero accorta… come avevo fatto a non capire?
«Così mi misi a seguirla e cominciai a fare più attenzione a quello che faceva. Non mi tornava che si fosse così impuntata su quello zingaro, Eymeric. Certo, considerando la sua avversione verso quel popolo di accattoni era probabile una simile reazione, ma stava sfiorando l’ossessione, la follia… E non era da lei. Ah, ma io avevo già visto che qualcosa non andava. Già da quando era tornata dalla Festa dei Folli.»
«Voi avevate un rapporto molto stretto con lei?»
Avevo ormai capito che Grenonat voleva solo sfogarsi; sapeva, del resto, che non aveva nulla da perdere, dal momento che ora c’era lui al posto di Frollo. Quindi avevo pensato di porgli una domanda astuta, che mi avrebbe fornito un quadro più chiaro della situazione.
Ed infatti, lo ottenni.
«Direi di sì. Ero quello che meglio la conosceva, alla Corte.»
Si percepiva un lieve imbarazzo nella sua voce. Sembrava che stesse per dire qualcosa che sarebbe dovuto rimanere nascosto.
«Le chiesi anche la mano, tra l’altro.»
Oh. Interessante. Molto interessante.
«Ma fu solo per scopi politici, niente di più. Non era amore, il mio. Claudie invece…»
Mi trattenni dall’incitarlo a proseguire.
«Forse era innamorata di me. Ma fu per breve tempo, e comunque non bastò perché mi desse il consenso. Volevo spingerla a collaborare con me alla Corte, ma lei…» rise, di una risata di scherno. «Lei ha sempre preferito fare di testa sua. E da lì, tra noi è cambiato tutto.»
Quindi ha architettato tutto questo solo per il potere?
Rabbrividii per la freddezza calcolatrice di cui era capace quell’uomo.
«Cosa è successo dopo?»
«Dopo?» Grenonat aveva un ghigno sarcastico sul volto. «Beh, dopo lei ha cominciato a sorpassarmi, in tutto. Da Giudice Semplice è diventata Inquisitore Maggiore, e da Inquisitore Maggiore Inquisitore Supremo. Io non ho fatto altro che cercare di far vedere a tutti quanto fosse ingannevole quella donna, in diversi modi. Nessuno mi credette mai.»
Io non ho fatto altro che cercare di far vedere a tutti quanto fosse ingannevole quella donna, in diversi modi.
Che accidenti ha fatto quest’uomo? Ha truccato i verbali?
Capii che, più che chiedermi cosa fosse successo, avrei dovuto chiedermi che cosa non fosse successo, lì alla Corte. Sembrava che le vicende di cui stavo venendo a conoscenza fossero uscite direttamente da uno spettacolo di teatro.
«Sta di fatto» riprese. «Che quello zingaro le ha dato di volta al cervello. Quando la seguivo la vedevo inquieta. Non mangiava. Evidentemente non pensava ad altro. E quando sono venuto a sapere che, proprio nel periodo in cui sembrava più a pezzi, aveva catturato quel poveraccio e l’aveva rinchiuso nei suoi appartamenti, mi sembrò che tutto fosse fin troppo chiaro. Avevo la prova schiacciante, incontrovertibile, capite, Olympe? Era la mia occasione. Così mi misi a stare di guardia durante la notte, e quella notte vidi… Vidi che quei due erano vicinissimi, l’uno dall’altra, e sentii chiaramente che Claudie diceva “Hai detto di amarmi. E dunque, perché lo hai detto, se ciò non corrisponde a verità?”»
Oh mio Dio.
Un brivido mi percorse la spina dorsale.
«E successivamente… Beh, il resto lo sapete» si limitò a dire poi, concludendo il discorso.
A quel punto non ero neanche sicura di quello che avevo appena sentito.
Le sue frasi continuavano a rimbombarmi nel cervello.
Io non ho fatto altro che cercare di far vedere a tutti quanto fosse ingannevole quella donna, in diversi modi.
Era la mia occasione.
Fu solo per scopi politici, niente di più. Non era amore, il mio.
«Suppongo che voi dobbiate andare, comunque.» Il Giudice si voltò a guardare l’orologio. «Avrete bisogno di riposo per la missione di stanotte. Non possiamo fallire.»
Capii che mi aveva congedata.
«Certo, signore. Allora ci ritroveremo tra qualche ora.»
«Arrivederci, Olympe.»
Mi avviai verso la porta del suo studio in legno massiccio e la aprii.
Quando me la richiusi alle spalle, sapevo già perfettamente cosa fare.
 
 
****
 
 
Sigillai la busta e la infilai nella tasca della toga, assicurandomi che non si vedesse. Fuori il tramonto illuminava di rosso il cielo e inondava di luce la stanza.
Sospirai, perdendomi per un attimo ad osservare quello spettacolo. Dipendeva tutto da me, adesso.
Uscii e raggiunsi gli appartamenti delle guardie.
Avevo un compito da eseguire; era essenziale che tutto andasse nel migliore dei modi.
 
 
«Buonasera» dissi ad una guardia, asciutta. «Sto cercando il Capitano.»
«È nella sua stanza, Giudice de Chateaupers.» L’uomo era palesemente a disagio. Ricordavo bene il suo viso, la sua risata mentre mi chiamava strega, sgualdrina, squallida donna.
Adesso hai paura, eh? Stupido energumeno.
Mi morsi la lingua per non dirlo davvero.
«Bene, vi ringrazio.»
E lo sorpassai, senza aspettare risposta.
 
 
«Capitano» chiamai, attraverso la porta. «Sono il Giudice de Chateaupers. Sono qui per proporvi un accordo.»
Quasi subito sentii una voce, soffocata dal legno della porta.
«Che genere di accordo?»
Mi spazientii.
«Se mi fate entrare, ve lo dico» ribattei, un po’ stizzita. «Riguarda la missione di stanotte. Ordini di Grenonat» aggiunsi, per spingere maggiormente il Capitano ad ascoltarmi – infatti, la porta si aprì e la faccia seria di Montespan apparve.
«Vi dispiacerebbe? Vi rubo soltanto un minuto» dissi, con l’aria più innocente del mondo.
«Prego» fece lui, facendomi cenno di entrare.
Sorrisi.
Il piano stava per essere messo in atto.
 
 
 
 
«Ditemi» disse Montespan, accogliendomi nella stanza.
Una volta che la porta si fu richiusa, mi posizionai davanti a lui, di modo che potesse guardarmi bene negli occhi.
«Voglio che voi vi schieriate con me a favore di Claudie Frollo e che raduniate un esercito per questo scopo. Siete in grado di farlo?»
L’uomo mi guardò attonito.
«Che cosa andate dicendo?»
Non mi scoraggiai: mi ero aspettata una reazione simile.
«Avete capito benissimo.»
Silenzio.
«Avete visto in che condizioni si trova Parigi? Vogliamo fingere che la colpa non sia di quell’uomo? Cercate di capirmi: sto approfittando del fatto che ora sono quella ad egli più vicina per cambiare le cose. So cosa sta tramando, e fidatevi: non è bello» aggiunsi.
Montespan mi guardò per un attimo, con le sopracciglia aggrottate.
Poi si schiarì la voce e disse:
«Noi dobbiamo schierarci contro Frollo, non con lei; è un’adulatrice, come ha detto Grenonat. E questa cosa dello zingaro…»
Ma mi ha ascoltata o ha fatto finta?
«Voi non potete andare contro all’Inquisitore Supremo, Ministro de Chateaupers» protestò, risoluto.
Hai deciso di tenermi testa, eh?
Bene.
«Senti, manigoldo che non sei altro» sbottai, in tono improvvisamente brusco. «Raduna un esercito clandestino a favore di Claudie Frollo per me, o vado a dire a Grenonat che ti sei rifiutato di fare la spedizione e ti faccio rinchiudere nelle celle del Palazzo per il resto dei tuoi giorni. Credo che lui sarebbe molto contento di occuparsi di un altro traditore, sai?»
L’uomo deglutì; il suo viso aveva cambiato completamente espressione.
«Perciò fai in modo di soddisfare la mia richiesta, o temo proprio che ti pentirai di non avermi dato retta.»
Lui annuì febbrilmente.
«Questo è quanto» conclusi, avviandomi verso la porta. «Ah, e» dissi ancora. «Se stai pensando di farlo, non credo ti convenga andare a dire direttamente all’Inquisitore che ti ho ricattato, dal momento che è scontato che crederà maggiormente alla mia versione dei fatti.»
Montespan incrociò le braccia sul petto.
«Come volete» si rassegnò. «C’è altro?»
È stato più facile di quel che pensavo.
«Oh, sì» saltai su io. Tirai fuori la lettera e gliela porsi.
«È un messaggio segreto. Deve essere recapitato all’arcidiacono di Notre-Dame. All’arcidiacono, mi avete capita?»
Sapevo che tra Nina e l’arcidiacono vi era uno stretto contatto: l’uomo avrebbe compreso subito.
«Certo.»
«Contattate il messaggero, e fate in modo che quella missiva arrivi a Notre-Dame. Stanotte io condurrò le pattuglie che ho preparato personalmente. Voi vi uniformerete all’inizio, poi vi separerete dalla spedizione prima che cominci la marcia – e quindi prima che arrivi Grenonat – e raggiungerete per altre vie la Corte dei Miracoli. C’è qualcosa che non vi è chiaro?»
Montespan scosse la testa.
«No, Ministro. È tutto chiaro.»
«Bene. Vi ringrazio» dissi, prima di andarmene.
Ero in subbuglio. Brividi di tensione mi formicolavano in tutto il corpo. Sapevo che stavo andando incontro ad una missione pericolosa, ma Nina aveva ragione: non potevo continuare così. E non era da me eseguire gli ordini di qualcuno se questi si rivelavano ingiusti.
Imboccai le scale per gli appartamenti superiori, soddisfatta di quello che avevo appena organizzato.
E da stasera comincia la festa, pensai ironicamente.

 

Sto amando tantissimo Olympe. Ho tifato per lei dall’inizio alla fine di questo capitolo – e penso si veda, lol -, un capitolo in cui la nostra protagonista, pur sempre mantenendo la sua irresistibile ironia, dimostra grandissima forza e coraggio da vendere, oltre ad un talento da stratega non indifferente. Come vi ho spesso detto è un personaggio importantissimo nella storia, anche se all’inizio può non sembrarlo – e in questo ho ricalcato molto il Febo del film, lo ammetto. Mi piace il fatto che, nonostante la carica più “seria” che sta ricoprendo, sia rimasta la ragazza irriverente dell’inizio della storia, ecco.
E poi… Grenonat? Pensavate, eh, che avesse chiesto la mano a Claudie per amore? Ed invece no. Come vedete, anche se le apparenze potevano suggerirlo, ha poco a che fare con il Claude Frollo del film, che diventa folle per amore di Esmeralda.  In Virgile Grenonat invece non c’è amore, non c’è passione, non c’è niente di tutto questo. C’è solo sete di potere e basta, tutto qui. È subdolo, calcolatore e insensibile. Niente di più. 
Sapete, ho sempre pensato che se solo Frollo fosse stato corrisposto da Esmeralda, forse la sua prospettiva sarebbe cambiata – lentamente, ma sarebbe cambiata. Anche se non sembra – anche se fino a prova contraria è l’antagonista del film – , è un personaggio ricco di emozioni, represse, sì, ma pur sempre emozioni. Di Grenonat invece ho voluto risaltare proprio questo: la sua freddezza radicale. Il modo in cui aggira chiunque senza tenerne di conto. Il suo essere privo di emozioni. Per lui ciò che conta è screditare Frollo e prendere il potere; solo questo è il suo interesse.
Adesso, come mio solito, vi ho lasciati sulle spine: cosa ne pensate del piano architettato da Olympe?
Un’ultima cosa, prima di lasciarvi: vi avviso che da qui in avanti  molti capitoli saranno un po’ lunghi, quindi potrei ritardare un po’ negli aggiornamenti – qualche giorno, comunque, niente di che.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Alla prossima,
Stella cadente

PS Avete fatto caso a come ho chiamato l'istruttore di Olympe? Chissà come mai... ;)

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Il gobbo di Notre Dame / Vai alla pagina dell'autore: Stella cadente