Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: violaserena    26/11/2015    1 recensioni
Seguito de “La Rivincita dei Lupi”.
Dopo due anni di pace e prosperità, dal Continente Orientale arriva una nuova minaccia.
Un uomo ha riunito un imponente esercito e intende marciare a occidente per vendicare la sua regina e conquistare i Sette Regni.
Una nuova guerra si profila all’orizzonte.
Riusciranno gli Stark e le altre famiglie a vincere e a ristabilire l’armonia? O soccomberanno di fronte a questo nuovo nemico?
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DAVOS

 

L’aria del crepuscolo era un caleidoscopio di lucciole. L’accampamento dei quattro re si dilatava per miglia, tra il fiume Ramo Spezzato e il castello Porta dell’Ariete, territorio dei Manderly e dei Flint. Era stato eretto uno sbarramento di pali acuminati e a sorvegliarlo c’erano arcieri e soldati armati di picche. Esili dita di fumo si levavano da centinaia di focolari, uomini in cotta di maglia di ferro sedevano sotto gli alberi e affilavano le spade, vessilli familiari sventolavano da aste conficcate nel terreno. In quel labirinto fatto di tende, cavalli e alberi era facile perdersi. Ma Davos sapeva come muoversi. Superò una dozzina di ampi padiglioni e almeno un centinaio di fuochi. Lucciole svolazzavano tra le tende, simili a stelle vagabonde. Mentre camminava gli arrivò l’odore di salsicce all’aglio, un odore saporito, speziato, così invitante da fargli brontolare lo stomaco vuoto. In distanza, udì le rime di una canzone oscena cantata in coro: neanche a dirsi, tra i cantori era presente Tom Settecorde. Una donna – nuda sotto un mantello nero – lo superò di corsa, ridacchiando. Quello che la inseguiva, un soldato Lannister almeno all’apparenza, era ubriaco fradicio e incespicava sulle radici degli alberi. Più oltre, lungo la sponda di un piccolo torrente, due lancieri si stavano addestrando con parate e affondi, finte e attacchi, il petto nudo lucido di sudore.
Poco lontano era stata eretta una forca. Dal nodo scorsoio penzolava un cadavere ricoperto di corvi. Al suo avvicinarsi, questi si levarono in volo gracchiando e battendo le ali nere. Del corpo non restava molto: gli uccelli avevano portato via le labbra, gli occhi e la maggior parte delle guance mettendo a nudo in un orrido sorriso denti macchiati di rosso. Per il resto ci aveva pensato Ramsay.
Proseguì spedito. Nessuno gli prestò attenzione. Era circondato da un enorme esercito forte di cinquantamila uomini, eppure sembrava che nessuno lo vedesse.
Finalmente arrivò dove doveva arrivare. Il vessillo con il cervo incoronato dei Baratheon sventolava quietamente. Entrò nella tenda. Un lungo tavolo a cavalletti di pino grezzo, coperto da una tovaglia di tessuto nero e oro, era stato sistemato nel centro. Era là che il Primo Cavaliere del Re e suo nipote stavano cenando.
«È arrivata qualche altra lettera?» gli domandò subito Stannis.
«No, quella di Aegon è stata l’ultima».
«Non so se sia un bene o un male. Ad ogni modo conferma quanto Aeron sospettava. A proposito, è ancora a colloquio con gli Stark?».
«No, è tornato nella sua tenda insieme a Victarion».
Capelli Bagnati non era morto, era semplicemente affogato per la seconda volta: questo perché, almeno secondo le credenze degli uomini di ferro, il Dio Abissale aveva bisogno di lui. Victarion l’aveva trovato – in mare – svenuto, aggrappato a un pezzo di legno. Del resto dell’equipaggio invece non c’era traccia: probabilmente erano morti tutti. Quando Aeron si era ripreso, con più devozione del solito, aveva esclamato “ciò che è morto, non muoia mai” e poi aveva raccontato prima a suo fratello poi ai re dei Sette Regni ciò che aveva scoperto. Pochi giorni dopo, era arrivata a Grande Inverno una lettera di Aegon che confermava le sue parole e avvertiva che i mercenari erano partiti da Norvos alla volta di Capo della Vedova per conquistare il Continente Occidentale.
Già pronti da un pezzo, i re avevano organizzato gli eserciti, inviato una serie di corvi messaggeri ed erano partiti alla volta del territorio dei Manderly e dei Flint per dare battaglia e fermare così i mercenari e Jorah Mormont.
Ci sarebbe stata un’altra guerra. Davos aveva sperato che non si arrivasse a tanto, ma forse le cose dovevano andare in quel modo.
Sospirò. Almeno la sua famiglia era al sicuro ad Approdo del Re: ser Barristan e Jaqen H’ghar [*] avevano già predisposto tutto per resistere a un eventuale attacco.
«Cena con noi» lo invitò Gendry.
«Accetto con piacere, sire».
Si sedette e iniziò a mangiare con gusto ciò che i servitori gli avevano messo nel piatto.
«Dobbiamo nominare un nuovo Maestro del Conio» disse Stannis mentre versava del vino in una coppa. «Hai dei suggerimenti?».
«Ser Lomas Estermont è sempre rimasto fedele alla vostra casa. È un ottimo combattente e possiede un certo acume per le questioni finanziarie. Potrebbe essere una buona scelta».
Il Primo Cavaliere annuì. «Tu che ne pensi?» domandò rivolto a suo nipote.
«Credo che possa sostituire degnamente Tycho Nestoris» sorrise re Gendry.
«Molto bene. La decisione è presa, allora. Mando subito uno dei servitori a chiamarlo. È opportuno che sia investito di tale incarico il prima possibile».
Finita la cena, Davos si accomiatò. Proprio mentre usciva dalla tenda, ser Lomas vi entrava.
Lo salutò e poi proseguì per la sua strada.
Aveva deciso di fare un giro per l’accampamento prima di andare a coricarsi.
Migliaia di fuochi riempivano l’aria di fumo livido. Lungo il bordo erboso di una piccola strada erano state allineate le macchine da guerra: mangani e trabocchi, catapulte e arieti, tutti montati su ruote più alte di un uomo a cavallo. C’erano poi le terribili macchine a forma di lupo degli Assassini Senza Volto che gli Stark avevano usato contro gli Estranei.
Davos osservò ogni singolo uomo che incontrava, in particolare i ragazzi che sventolavano daghe e pugnali. Erano molto giovani e in quanto tali non avevano ancora provato il sapore acre del sangue.
«Per molti di loro è tutto ancora come un gioco, un torneo, solo più grande degli altri. Vedono solamente la gloria, gli onori, il bottino. Ragazzi ubriachi di sogni e di canzoni, uguali a tutti gli altri ragazzi che credono di essere invincibili e immortali» affermò una voce dietro di lui. Era lady Catelyn.
«Sarà la guerra a farli diventare vecchi» le rispose. «Nello stesso modo in cui ha fatto diventare vecchi noi».
«Provo pietà per loro».
«So cosa intendi. La guerra ha distrutto tutti noi. I tuoi figli, in particolare, sono dovuti crescere in fretta. E così sarà pure per questi ragazzi. Ma, per il momento, la loro gioia di vita e le loro risate sono l’unica cosa che conta».
«Non durerà, lo sai anche tu» la voce di Catelyn era piena di tristezza. «L’inverno è arrivato e presto raggiungerà anche i loro cuori. L’inverno arriva per tutti noi. Per me è arrivato molto tempo fa, con la morte di Ned prima e di Robb poi».
«Mia signora…». Fu interrotto da un tonfo.
Si voltò e notò, a pochi passi di distanza, Tommen steso per terra con tutta l’armatura e Arya che gli puntava la spada alla gola.
Stava per raggiungerli, ma lady Stark lo fermò.
«Non sarò mai un forte guerriero! Per quanto mi impegni, non riesco a batterti. Sono un incapace!» sentì dire al figlio di Jaime.
«Il talento definisce soltanto quello che fai, non definisce quello che sei. Quando sai quello che sei, puoi fare qualsiasi cosa» vide sorridere Arya. «È questo che ci rende potenti. La cosa importante è sapere quello che si è realmente. Quando lo capirai, diventerai forte anche tu».
Non riuscì a sentire il resto del discorso a causa degli schiamazzi di un gruppo di soldati che passava di lì.
Guardò il cielo stellato e chiuse gli occhi. Rimase così per qualche tempo, poi salutò lady Catelyn e si diresse verso la sua tenda. Il sonno lo colse subito.
Un forte e noto rumore lo svegliò all’alba. Si vestì rapidamente e prese la sua spada.
Si fece largo tra gli uomini che correvano da una parte all’altra per essere pronti alla battaglia.
Raggiunse rapidamente i sovrani dei Sette Regni. I loro volti erano impassibili.
«Alla fine è giunta l’ora» affermò serio il re del Nord.
La guerra stava per iniziare.

 

[*] L'uomo mascherato che compare all'improvviso nella sala del trono nel capitolo POV di Barristan non è altri che Jaqen H'ghar.

 






Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
Allora, in questo capitolo si scopre che Aeron è vivo! In realtà vi avevo dato un indizio nel capitolo POV di Catelyn dicendo che era “affogato” (e per gli uomini di ferro non equivale al morire), ma ammetto che non era semplice da capire.
Ho voluto poi descrivere ciò che vedeva Davos dell’accampamento e le sue impressioni sui soldati, in particolare quelle sui più giovani.
La guerra, infine, sta per cominciare. Chi avrà la meglio? Che cosa faranno i mercenari? Jon, Tyrion e Areo saranno riusciti a fuggire?
Lo scoprirete presto.
Alla prossima! :)
Saluti,
Violaserena.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: violaserena