La mattina dopo
Remus quella mattina si svegliò provando una sensazione a lui poco familiare, una serenità che non provava più da non sapeva quanto.
Aprì gli occhi senza la minima intenzione di alzarsi, desiderando ancora bearsi di quel piacevole tepore che lo avvolgeva. Fra le sua braccia, Nymphadora dormiva ancora beatamente, sdraiata su un fianco con un braccio sotto la testa a farle da cuscino.
<< Ehilà, già sveglio? >> mormorò la strega aprendo gli occhi.
<< Dora? >>
La strega si voltò per guardare in faccia l’uomo << Sempre io. >> asserì << Non è che la notte scorsa ho assunto le sembianze di Sirius e tu hai pensato . . . ? No, vero? >>
Remus scosse la testa non riuscendo a trattenere un sorriso che però scomparve al pensiero de “la notte scorsa” << L’altra notte. >> ripeté.
Tonks roteò gli occhi avendo già capito dove volesse andare a parare, aveva immaginato che Remus si sarebbe sentito in colpa << Lo so, lo so. >> lo anticipò << Ti sei pentito ma, ehi, ci siamo appena svegliati, vacci piano. >>
<< Sei tu quella che dovrebbe essersi pentita. >>
<< Va bene, va bene: sono pentita. Guardami. >> disse mettendo su un' espressione triste non troppo convincente << Sono pentita, sono tanto pentita di essere andata a letto con te. Ora ti senti meglio? >>
<< Dora. . . >> l’uomo scosse la testa cercando di non mostrarsi divertito, e chiedendosi se quella strega usasse qualche incantesimo a sua insaputa, o fosse solo grazie a un talento naturale che riusciva a metterlo di buon umore.
Lei rimase in attesa << Remus? >>
<< Vorrei baciarti. >> confessò.
<< Oh. >> Tonks sorrise << Allora dovresti. >>