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Autore: RoxxyNeko    26/11/2015    2 recensioni
Vi era un castello, collocato in un mondo inesistente, popolato da esseri che non dovrebbero esistere, i Nessuno.
Questi esseri erano solo dei gusci vuoti, che andavano avanti guidati dal desiderio di completare Kingdom Hearts, colui che avrebbe ridonato loro un cuore. Queste figure incappucciate di nero erano tredici.[...] Purtroppo questi tredici Nessuno non erano più in grado di continuare la loro scalata, poichè il loro lavoro non era sufficiente per raggiungere Kingdom Hearts.
Xemnas decise di mandar loro in cerca di altri senza cuore, come loro, e di portarli al castello.Mandò in ricognizione i suoi sottoposti in diversi mondi ma, solo tre di loro restarono più a lungo nei mondi assegnati, forse guidati dal richiamo di altri simili.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Organizzation XVI'
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05  The memory of passion and love

I Nessuno non hanno un cuore, ma le emozioni più forti li attraversano, come farebbero con qualsiasi altra persona. Anche senza un organo così importante, certe emozioni entrano nell’anima e nel cervello, facendo sì che tutto il corpo le senta. L’amore è un fenomeno che scombussola chiunque, anche la persona più fredda. Entra dentro di te come un uragano e ti fa scaldare il cuore ogni volta che scambi uno sguardo con la persona amata. L’amore, per alcuni, è desiderio, ma esso è ben differente. Il desiderio è più infimo, si insidia nelle persone e fa loro commettere, anche, atti meschini e ben lontani dall’essere definiti amorosi.

Xemnas sorrise soddisfatto quando sentì del successo di Linxeve durante la sua missione. Ora che tutte e tre le reclute avevano ricordato il loro passato potevano, finalmente, essere utili all'organizzazione.
"Li lascerò allenare ancora un po’, prima di affidar loro una vera missione." il Nessuno dalla pelle ambrata fece incontrare i suoi occhi con quelli felini del numero VII, prima di continuare a parlare "Il nostro obiettivo sembra più vicino, ora che abbiamo più sottoposti da spedire nei mondi.." si voltò verso la finestra, dove il cielo scuro copriva ogni possibile luce, ingoiandola col suo buio. Saïx, che fino a quel momento era rimasto ad ascoltare, si avvicinò al Superiore "Spero siano all'altezza del compito." La sua voce fredda e severa rimbombava nella stanza, mentre il numero I fece un'impercettibile smorfia divertita, Saïx era l’unico di cui poteva veramente fidarsi, ecco perché affidava a lui gli incarichi più importanti "Lo saranno, e, da ora, voglio che Xigbar, Xaldin e Demyx facciano rapporto a te, per quanto riguarda gli allenamenti." La sua voce non ammetteva repliche e, mentre l'oscurità lo avvolgeva, il numero VII si inchinò "Come vuole.."

Jekax camminava per i corridoi del grande castello senza una meta precisa, si era impuntato a voler creare una mappa di tutto l'edificio, per far sì che nessuno si perdesse. In più quello gli dava la possibilità di svagarsi un po', dato che le sole cose che faceva erano allenarsi, mangiare e riposare. Sapeva che quel periodo sarebbe passato in fretta e che avrebbe cominciato a lavorare seriamente, ma si sentiva come un topo in trappola in quella routine. Sentiva che mancava qualcosa e, per ora, quel suo piccolo progetto colmava un poco il suo sentirsi vuoto, anche se non lo soddisfava del tutto. Passando per un altro corridoio identico pensò che una mappa non avrebbe fatto male a nessuno, quel posto era davvero un labirinto. Ogni corridoio aveva delle porte con sopra il numero di ognuno dei membri dell'organizzazione, in più c'erano delle altre stanze adibite per le passioni dei vari membri. Il numero XV segnò sulla carta il numero V e proseguì con l'esplorazione, prima di essere attratto da alcuni rumori. Il rosso non riusciva a capire bene cosa fossero, ma sembravano quasi i sussurri di due persone e, questo, non faceva che attirarlo ancora di più. Si avvicinò silenziosamente verso la camera da cui sentiva quei rumori, e notò che, fortunatamente, era socchiusa. Quei rumori, avvicinandosi, sembravano più dei gemiti e sussultò appena, rendendosene conto. Sbirciò dentro colto dalla curiosità e quel che vide lo stordì per qualche secondo: il numero VII, Axel, stava baciando in modo poco casto il biondino di cui gli sfuggiva il nome, mentre i loro corpi nudi si strusciavano l'uno contro l'altro dando vita a una danza sensuale. Quei corpi e quegli ansimi l’avevano stordito e, senza che se ne accorgesse, era ancora rapito a guardare mentre il più grande portò una mano nel basso ventre del compagno, dando vita a suoni più alti che lo riportarono alla realtà. Si scostò un po' rosso in viso e sentì come una sensazione calda al basso ventre. Quella visione non l'aveva disgustato ma, anzi, aveva risvegliato in lui una sua parte che non ricordava, quella sua parte più nascosta che, spesso, l'aveva anche messo nei guai.

Jake guardava il mare con occhi pieni di curiosità, mentre la nave salpava nuovamente dal porto verso una nuova avventura. Un uomo dai capelli scuri gli si avvicinò posandogli una mano sulla spalla “Ci abbiamo messo più del previsto qui, dovevamo salpare ieri, ma le scorte che avevamo non erano sufficienti..” gli sorrise “Ora possiamo ripartire verso il nostro obiettivo.” Il ragazzino annuì, mentre si girava per guardare gli uomini che lavoravano “Papà, siamo sicuri che la mappa non sia una fregatura?” e l’uomo ridacchiò “La mia fonte è sempre affidabile. Ora, scusami, vado a prendere il mio posto al timone.”
Il rosso annuì di nuovo, ricambiando il sorriso del padre, per poi osservare un ragazzo che lavorava come mozzo da parecchi anni. Era da un po’ che Jake aveva messo gli occhi su di lui, in tutti quei giorni gli aveva mandato diverse occhiate provocatrici, per non parlare, poi, di alcune frasi colme di doppi sensi. Anche lui ricambiava quegli sguardi, ma probabilmente non si sarebbe mai fatto avanti per via del padre: se l’avesse scoperto l’avrebbe dato in pasto agli squali, oppure l’avrebbe sgozzato e gettato in mare.
Jake sbuffò, pensando di dover dare una svolta a quel giochetto che, a dirla tutta, lo stava stancando. Gli lanciò un’ultima occhiata provocatoria, più intensa delle altre, prima di dirigersi verso la cabina dove c’era la sua stanza. Il mozzo, che capì immediatamente cosa significasse, lasciò quello che stava facendo per andare nella sua stessa direzione.
“Oh, finalmente ti sei deciso..” sorrise sensuale il rosso, appena la porta si chiuse dietro al suo ospite “Lo sai che questo potrebbe costarmi la vita, vero?” chiese, senza dargli la soddisfazione di cadere nel suo giochetto “Se ti interessasse, però, non saresti qui..” rispose senza esitazione, mentre lasciava il muro a cui era poggiato per avvicinarsi e baciare quel ragazzo, che tanto l’aveva fatto attendere. Si baciarono a lungo, in modo poco casto, mentre continuavano a carezzarsi in modo sempre più audace. Jake si staccò poco dopo, cercando di prendere più aria possibile prima di tornare a toccare il corpo del suo compagno, che fremeva ogni volta. Scese sempre più in basso fino a carezzare il cavallo dei pantaloni “Sembra che tu abbia bisogno di aiuto..” ghignò, prima di scendere con una scia immaginaria di morsi e leccate, fino all’inguine del mozzo che fremeva per l’attesa.
 

Il suo Qualcuno sembrava, davanti a tutti, un ragazzino dolce e innocente, ma sotto era un diavolo provocatore. Ricordava tutte le sue avventure a Port Royal e, ora, sapeva anche cosa gli mancava. Sentiva che quel vuoto che provava, forse, poteva essere colmato con i suoi piaceri proibiti.. forse, ora che ne era consapevole, avrebbe trovato una soluzione. Sorrise tra sé, ricordando di ringraziare quei due per averlo illuminato, per avergli ricordato che quel pezzo mancante che lo faceva sentire insoddisfatto era proprio il sesso, mentre se ne tornava a completare la mappa.

Una lancia si conficcò nel terreno, mentre un'altra si trovava ancora nella mano della sua proprietaria, che si sedette accanto alla prima. Linxeve osservò l'uomo davanti a lei, mentre richiamava le sue armi "Sei stata molto brava oggi.. ho rischiato di farmi davvero male!" Disse Xaldin con tono allegro, sedendosi anche lui vicino alla ragazza "Direi che per oggi può bastare." La guardò, sperando di intravedere anche la più piccola emozione nel suo volto. Il numero XVI, però, sembrava perso nei suoi pensieri e annuì appena. Il numero III sospirò sconsolato, senza dire nulla; erano giorni che Linxeve non si degnava di dargli almeno un sorriso, o una parola. Era cambiata dai  loro primi allenamenti, si vedeva chiaramente che era successo qualcosa durante la sua missione, ma, per quanto volesse, il numero III continuava a tenere alto un muro tra di loro.
Eppure, anche se diceva di non esserne interessato, quel silenzio e quello sguardo spento della ragazza gli provocavano come una chiusura allo stomaco. Si maledì mentalmente, dannazione, lui era il Feroce Lanciere, non un adolescente alla prima cotta! Se fosse stato da solo si sarebbe preso a schiaffi, ma, date le circostanze, si costrette a restare fermo a osservare il cielo notturno.
Il numero XVI fece sparire le sue armi “Allora, a domani..” disse guardando il suo maestro, che annuì abbozzando un sorriso. Ricambiò appena, per poi girarsi di scatto e allontanarsi verso il castello. Xaldin la osservò, quasi rimanendo incantato: quel piccolo sorriso l’aveva colto alla sprovvista, così quella sensazione di benessere che l’aveva assalito mentre i loro sguardi si incrociavano. “Andiamo Xaldin, non puoi essere così patetico.” Disse la sua voce interiore che, per qualche assurdo motivo, sembrava proprio quella del suo fastidioso amico Xigbar. Maledetto guercio, probabilmente gli avrebbe detto proprio così e, probabilmente, lo era davvero. Eppure era piuttosto cresciuto per illudersi di avere qualche speranza, solo perché gli aveva sorriso.
 

Mentre camminava verso la sua camera Linxeve si sentì infinitamente stupida “Oh, avanti. Cos’era quel sorriso che sono riuscita a trattenere a stento?” pensò “Anche se mi fossi presa una cotta è ovvio che non ha il minimo interesse per me.” Certo che, quando si trattava di situazioni difficili, a lei andava sempre di lusso. Non le bastavano i ricordi spiacevoli della sua famiglia a tormentarla, doveva crearsi paranoie inutili verso qualcuno che, decisamente, non la calcolava per nulla. Si diede di nuovo della stupida quando, ripensando a poco prima, le era sembrato di notare nello sguardo di Xaldin un velato interesse. Scacciò subito il pensiero, tanto sapeva di non essere ricambiata e, come sempre, si stava illudendo. Sconsolata entrò nella biblioteca, decisa a leggere qualcosa che le facesse dimenticare sia il suo passato che quello stupido lanciere.

 

 

 

 

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

Ciao a tutti!
Questa volta sono stata più rapida, yay! Sto cercando di ritagliarmi del tempo per scrivere e postare con regolarità; se riesco cercherò di farlo settimanalmente ^^
Voglio ringraziare la mia socia Liberty89 per i consigli sulla parte yaoi, dato che non sono particolarmente brava in questo campo. Spero sia uscita una scena quanto meno decente, altrimenti mi rifarò nei prossimi capitoli ( if you know what I mean ).
Saluti, RoxxyNeko.

 

 

 

 

RECENSIONI:

DARKOS
: Spero ti possano piacere anche gli altri capitoli, quando li leggerai ^^
Bhe, io creo OC da quando, praticamente, mi conosco.. ormai ho una certa abilità con loro xD
Grazie mille dei complimenti e sono felice ti piaccia!

   
 
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