Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: fra_eater    27/11/2015    1 recensioni
a volte bisogna scegliere se continuare ad amare o rinunciare a ciò che ci fa soffrire.
sulle note di Say something, Jean è in preda ad una crisi interiore, rinunciare o no al suo amore tanto sofferto e mal celato per Mikasa ?
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jean Kirshtein, Mikasa Ackerman, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Say something, I’m giving up on you
I’ll be the one. If you want me to
Anywhere , I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you.
 
Sono uno stupido. Non c’è altro modo per descrivermi. Sono uno stupido a stare seduto qui, sul tetto, all’una di notte a fare la guardia con Connie, ma invece di vedere se qualche nemico si avvicina, guardo te che passeggi con Sasha, illuminata dalla luce della luna e dalle torce intorno all’edificio.
Lei ti parla e tu guardi in basso, ma lo so che sei attenta a quel che ti circonda. Tu sei sempre attenta a tutto come un felino, uno splendido felino pronto a balzare alla gola della preda.
Che stupido che sono. Continuo a pensare a te nonostante avessi deciso di rinunciare a te, a te che sei sempre stata così fredda, così indifferente nei miei confronti, a te che non mi hai mai dedicato una parola, un sorriso, uno sguardo, a te che sei così troppo perfetta per uno come me.
Se solo tu lo volessi io sarei l’unico per te. Starei sempre al tuo fianco, ti proteggerei e non permetterei a niente e nessuno di farti del male. Ti seguirei ovunque, ti tratterei come una regina se solo tu me lo permettesti.
Il primo ad accorgersi di questa mia passione per te è stato Marco. Lui era sempre molto più sveglio di me. Si accorse dai miei occhi che ormai la migliore cadetta dell’accademia Mikasa Ackerman aveva rapito il mio cuore.
 
And I am felling so small
It was over my head
I know nothing at all
I’m still learning to love
Just starting to crawl
Say something, I’m giving up on you
I’m sorry that I couldn’t get to you
Anywhere , I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you.
 
Dopo tre anni da quel giorno io sono ancora fissato con te.
Lui me lo disse e oggi me lo ripete anche Connie  ‘Rinuncia a lei, non ne vale la pena’.
Ma loro non sanno come mi sento. Non sanno il senso di inferiorità che mi attanaglia, la gioia che fa palpitare il mio cuore quando mi rivolgi una parola o solo uno sguardo, non sanno la rabbia che prende il controllo delle mie membra quando vedo quell’idiota di Eren che ti manca di rispetto o ti mette in pericolo.
Io mi sento così piccolo in questo momento.
Da quando mi sono accorto di questo sentimento ho capito che non ne potrò uscire facilmente, per quanto io mi sforzi, mi rendo conto che ogni giorno che passo ad ammirare la tua figura sto imparando cosa significa amare, cosa significa essere innamorato di qualcuno e soffrirne.
Sto gattonando. Gattono e inciampo come un bambino che scopre il mondo, e io voglio scoprire te, Mikasa, se tu me lo permetterai.
Ma come ogni giorno sento crescere il sentimento, ogni giorno mi rendo sempre più conto che dovrei allontanarmi da te e ciò mi dispiace, ma so che se non faccio così passerò il resto dei miei giorni agognando un tuo sorriso, una tua parola e morendo nel vederti anche solo tenere la mano a qualcuno che non sia io.
Ti prego, voltati, guardami e dì qualcosa.
Sono qui sopra, su questo tetto a sentire l’aria gelida della notte e ti guardo, bella come non mai, perché la luce della luna fa brillare i tuoi capelli corvini, il tuo volto perfetto deturpato solo da quella cicatrice che il tuo amato fratello ti ha inferto, l’uomo per cui combatti, l’uomo che ti ferisce. E tu sei la donna che ferisce me, che mi pugnali tutti i giorni con l’indifferenza e che io amo con tutte le mie membra.
Ti prego, dimmi qualcosa, non farmi rinunciare a te.
 
And I will swallow my pride
You’re the one that I love
And I’m saying goodbye
Say something, I’m giving up on you
I’ll be the one. If you want me to
Anywhere , I would’ve followed you
 
E pensare che per te ho mandato a  fanculo la mia vita arruolandomi nel corpo di ricerca quando avrei potuto fare la bella vita, lontano dai giganti, al sicuro tra le mura.
Ma come avrei potuto vivere logorato dalla sensazione che tu, da un momento all’altro, potevi essere divorata dai giganti per colpa di un idiota?
Ho mandato a quel paese la mia vita, il mio orgoglio l’ho ingoiato tante di quelle volte quando quel pazzoide suicida mi insultava solo perché tu mi stavi guardando, solo per dimostrarti che io sono più uomo di lui.
Ho provato a interessarmi ad altre ragazze ma nessuna riesco a guardarla come guardo te, nessuna muove una tempesta nel mio animo come solo tu sai fare e ogni giorno di più mi rendo conto che tu sei l’unica che amo, ma ti sto dicendo addio, devo farlo per non sentirmi morire con la tua indifferenza.
“Jean! Il capitano ti vuole!”
La voce di Armin mi fa distogliere lo sguardo da te e dalla tua passeggiata in compagnia di Sasha, annuisco, sospirando, ritorno a vedere un’ultima volta il tuo cammino ma non ci sei più, devi essere stata convocata anche tu.
E infatti sei lì, seduta al tavolo di fronte al capitano Levi, con seduti accanto Sasha e il tuo amato Eren.
Quanto lo invidio. Lo invidio profondamente per tutto il tempo che passa con te, per le attenzioni che tu gli dedichi e per lo stesso motivo lo odio, lo odio perché non capisce quanto tu sia splendida, lo odio perché ti tratta come una cosa scontata, come l’asso che avrà sempre nella manica ogni volta che si troverà nei guai, incurante di metterti in pericolo.
Abbasso lo sguardo perché so cosa devo fare.
Devo rinunciare a te. Devo farlo, non posso fare altrimenti per non essere logorato ogni giorno di più.
Ti prego, guardami e dì qualcosa, qualsiasi cosa.
Basterà anche solo una tua parola che mi faccia capire che tu tieni un po’ a me per farmi continuare ad amarti senza pentirmene.
 
Say something, I’m giving up on you
Say something, I’m giving up on you
Say something.
 
“Kirschtein!” la voce possente del capitano Levi mi fa tornare in me, costringendomi a distogliere lo sguardo da te per prestare attenzione a lui.
“Comandi!”.
Sempre tenere la testa fissa su un obbiettivo, ormai mi rendo conto che con te sarà tutto inutile.
Il capitano mi scruta con i suoi occhi piccoli e allungati, lo sguardo serio che incute timore, mi indica un punto della mappa che sta usando per indicare le nostre posizioni nella prossima spedizione.
Seguo le sue dita affusolate sulle terre disegnate su carta ingiallita, il punto che mi indica mi provoca un leggero groppo alla gola che spero nessuno abbia notato.
“Tu starai in prima linea!”.
Non posso replicare, annuisco senza proferire parola. Un ordine è un ordine e il giorno in cui mi unì alla legione esplorativa sapevo che la mia vita sarebbe stata appesa sul filo di un rasoio.
“Con te ci sarà Sasha” continua il capitano e la mia compagna non maschera il suo stupore e disaccordo, beccandosi un’occhiata tagliente che le fa più paura di un gigante.
La mia vita appesa ad un filo.
Continuo a fissare il punto indicatomi.
Sasha ha un senso di sopravvivenza maggiore del mio, lei sarà in grado di salvarsi la pelle quando ce ne sarà bisogno. E io?
Io mi lancerò all’attacco, già lo so. Tutto per salvare una donna che non mi ama, che mai mi amerà e che mai mi ha dimostrato affetto né ha mai rivolto una parola di conforto verso di me.
Il rumore improvviso di una sedia strascinata per terra, attira la mia attenzione,ma molto di più è la voce che segue a farmi rimanere di stucco.
“No, farò io coppia con Jean.”
Sollevo lo sguardo e ti vedo, Mikasa. Ti vedo e non riesco a credere ai miei occhi né alle mie orecchie per le parole che sono uscite dalla tua bocca.
I tuoi occhi sembrano sfidare quelli del capitano che non risponde, il suo sguardo non vacilla e nemmeno il tuo, ma sai che per la tua richiesta manca qualcosa e nonostante tu lo odi con tutte le tue forze sai quel che devi fare.
Pieghi velocemente il capo, inarcando la schiena nel movimento di sottomissione “La prego, signore.”
Sento un sussulto del mio cuore. Hai davvero piegato il tuo orgoglio per aiutare me, per chiedere di stare accanto a me in questa spedizione suicida?
“E va bene” il capitano segna velocemente con una penna un punto della mappa “Vorrà dire che voi farete largo nella foresta. E cercate di fare gioco di squadra, Ackerman!”.
“Sarà fatto, signore.”
Mi stai fissando, i tuoi occhi scuri sono posti su di me e io sento il mio volto andare in fiamme.
Questo momento, questo singolo momento, vale più di tutte le parole che non mi hai mai detto.
Posso tornare a sognare.
Non riuscirò mai a rinunciare a te.
 
  
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