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Autore: _mostriciattolo_    27/11/2015    1 recensioni
Litigavano, litigavano tanto, per qualsiasi cosa. Era un continuo susseguirsi di ‘ti amo’ seguiti da ‘vaffanculo’ e ‘basta’. Era un’alta marea continua, alta marea per finire con la calma piatta, e poi di nuovo tempesta. Erano così, sono così. [...] E quindi si scannavano, si scannano, se ne dicono di tutti i colori, fin quando uno dei due si piega e torna tutto normale. Due kamicaze, quei due. Due bombe dalla miccia corta che si accende con niente... però, quei due, secondo me sono destinati. Due che si odiano così, due che si amano così, non possono non stare insieme. Guarda quanto amore ci mettono in ogni singolo ‘vattene, basta davvero’.
Due poli opposti che si attraggono l’uno con l’altro. Uno se ne va, l’altro lo segue come un’ombra. Certi legami, contro ogni logica, sono quelli più indissolubili, quelli più difficili da spezzare. E loro, quei due, ne sono la prova vivente.
«E se qualche tempo fa mi avessero detto che l’avremo finita assieme, non ci avrei creduto»
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non sapeva cosa rispondere, continuava a leggere e rileggere quel messaggio. L’aveva sorpresa, e soprattutto l’aveva fatta sorridere. Non era tutti i giorni che un ragazzo si interessasse a lei tanto da poterle inviare un messaggio così tanto diretto.

Era una cosa nuova per lei. Lui era un ragazzo di 25 anni, lei ne aveva solamente 16. In molti sicuramente avrebbero avuto da ridire se una relazione inizierebbe fra i due. Inventeranno storie su storie, diranno cose già dette in passato per quanto riguarda lei – possibilmente ne diranno ancor di peggiori – ma Norah è sempre stata una ragazza alla quale del giudizio della gente non importava un fico secco. Aveva da tempo deciso di seguire i suoi istinti, le sue idee, i suoi ideali e i suoi sogni. Aveva deciso da molto tempo che avrebbe iniziato a pensare con la sua testa e che non si sarebbe fatta condizionare da niente e nessuno, aveva deciso che mai più nessuno le avrebbe messo i piedi in testa.

Si decise finalmente di dare una risposta a Francesco, che nel frattempo si stava mangiando le dita guardando e riguardando quella chat. Ci teneva ad uscire con quella ragazzina, gli aveva da subito dato l’aria di una ragazzina a posto e con la testa sulle spalle. Gli era sembrata una ragazzina della quale poteva fidarsi, una ragazzina ragionevole – e non gli importava un bel niente della differenza d’età, non gli importava nulla di ciò che la gente avrebbe detto se mai un giorno qualcosa tra di loro dovesse nascere.

“Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Mia cugina Gwen, è una bella ragazza?”

Aveva risposto così, cercando di sviare la conversazione. Ma tuttavia quel ragazzo era davvero testardo, e avrebbe battuto e ribattuto su ciò che voleva.

Francesco: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere anch’io”

La risposta che le aveva inviato la fece sorridere ancor di più, e anche lui stravaccato sul divano di casa sua stava sorridendo come un ragazzino alle prese con la sua primissima cotta. Sembrava un ragazzino di quindici, sedici anni e la madre lo guardava incuriosita. Non aveva idea di cosa avesse così tanto da sorridere, ma era una bella cosa per lei vedere un sorriso spontaneo dipinto su quel volto.

Era tempo che non lo vedeva sorridere così apertamente. E questo, per lei, era una vera e propria vittoria.

“E dai rispondimi, è una domanda semplicissima! Non devi mica spremere le meningi in una maniera assurda per darmi una risposta!”

Francesco: “Tu non mi hai risposto, perché devo rispondere io a te? Siamo pari!”

Norah se ne stava seduta sulla poltrona con le gambe al petto con un sorriso sulle labbra. Era una bella visione per sua madre, le piaceva vedere sua figlia felice e sorridente… avrebbe tanto voluto sapere il perché di quel sorriso enorme, ma aveva fatto finta di niente – non voleva essere invadente, era sicura che prima o poi glielo avrebbe detto Norah stessa. Era altrettanto sicura che si trattasse di un ragazzo, la sua piccola Norah s’era innamorata? Difficile dirlo anche per la mamma, in quanto era tanto tempo che sua figlia non esprimeva emozioni positive. Anzi, non esprimeva emozioni d’alcun tipo. Era apatica, e questo la faceva star male.

“Se tu rispondi me, io rispondo te”

Francesco non appena lesse quella risposta ridacchiò e scrisse velocemente una risposta generica, che non sapeva se era giusta o meno. Non voleva offendere nessuno, quindi era andato sul sicuro scrivendo un “Siete belle tutte e due… adesso tocca a te”.

Questa risposta lasciò abbastanza perplessa la nostra ragazzina che immediatamente corrucciò la fronte cercando di leggere fra le righe di quella singola frase. Non era riuscita esattamente nel suo intento, non aveva rivelato alcun tipo di sentimento nei confronti di sua cugina e questo fatto la lasciava non poco confusa.

“Sei grande”

Anche lei aveva deciso di rispondere genericamente, così come chiunque altra ragazza avrebbe risposto. Non voleva di certo passare per una ragazza come tutte le altre, di quelle con la puzzetta sotto al naso perché non lo era per niente. Ma voleva essere generica anche lei, e nessuno glielo impediva di certo. Voleva tanto vedere che cosa avrebbe risposto lui.

Qualche minuto dopo la risposta da parte di Francesco arrivò, e la fece ridere moltissimo.

Alla risposta era allegata la foto di un ragazzo del loro stesso paese, un ragazzo che oltre ad esser davvero grande era persino brutto.

“Lui è grande, mica io. Abbiamo solamente 9 anni di differenza, e l’età non conta. Poi, non mi starai mica dando del vecchio eh?”

Rise davvero tanto leggendo la risposta, e guardando quella foto. Era davvero un ragazzo inguardabile, nessuna ragazza senza problemi esistenziali si sarebbe mai cimentata in una relazione degna d’esser chiamata tale con quel tipo.

Lo aveva risposto immediatamente: “Beh, lui oltre che ad essere veramente grande è anche brutto –e non poco. Assolutamente no, non ti sto dando del vecchio! :P”

Francesco: “Ah pensavo! Quel ‘sei grande’ mi stava facendo sentire vecchio, e mi stavo rattristando. E ora dimmi, usciresti con me o con lui? ;)”

A che gioco sta giocando? Si chiese Norah leggendo quel messaggio.

“A dir la verità, uscire con te. Nessuna ragazza sana di mente uscirebbe con quell’obbrobrio”

Quel messaggio fece ridere di gusto Francesco. Aveva in pratica detto che preferiva lui, e questo era già un buon inizio.

Dopo quella risposta da parte di Norah l’argomento cambiò radicalmente ed iniziarono a parlare della cotta che aveva avuto la ragazzina per un altro ragazzo –che l’aveva trattata male, e non le aveva dato il dovuto rispetto.

Francesco: “Se ti avrebbe voluto davvero non si sarebbe comportato come si è comportato. E soprattutto non ti avrebbe dato buca per due volte. Non sta mai facendo nulla, è sempre a casa sua coricato e ti dice che è stanco per uscire… fossi stato io al posto suo sarei uscito pure in ciabatte”

Quello fu un messaggio che lusingò tanto Norah, soprattutto l’ultima frase.

“Lo so, ma infatti ho chiuso. Mi sono stancata”

Francesco: “Fai bene… che poi lui non ci sa fare con le ragazze, lui chiede subito e questo a voi donne non piace. Voi dovete venire trattate bene, e venire rispettate soprattutto. Bisogna saperla corteggiare una donna. Io per esempio non vado subito al dunque, se deve succedere succede e basta… o mi sbaglio?”

“No, non ti sbagli. Hai detto bene”

Quei messaggi avevano fatto capire il tipo di persona che Francesco era a Norah. Aveva capito molte cose di lui, la prima era che a Francesco non piaceva per niente se una ragazza veniva trattata male o in modo irrispettoso da un ragazzo.

Avevano iniziato anche a scriversi cazzate, tante cazzate.

Francesco: “Mi che sei scema mii, ahahah :P”

“Non sono scemaaa!”

Francesco: “Certo, come no!”

“Tra scemi ci si intende ;) ammettilo che è anche per questo che ti sto simpatica :P”

Francesco: “Hai ragione, sei una ragazza con cui si può parlare sia di cose serie che scherzare. Sei una ragazza che capisce lo scherzo, e che ci sta al gioco… di solito siete tutte acide”

“A me non piace fare l’acida, finché mi sei simpatico sono scherzosa e buona. Se inizi a urtarmi allora divento stronza”

Francesco: “Allora spero di starti simpatico sempre”

“Tranquillo, tu sei simpatico… sei in buon posizione :P”

Passarono tutta la sera a chattare su whatsapp, e verso l’una e mezza di notte Norah si addormentò senza risponderlo più. Si era addormentata con il cellulare in mano mentre lo stava rispondendo, che scena tenera ch’era. Dovevate vederla quant’era bella! Aveva un sorriso sulle labbra mentre dormiva, erano sogni popolati solo ed esclusivamente da Francesco i suoi.

Francesco aspettò ancora un bel po’ prima di addormentarsi, stava aspettando senza dubbio la risposta di Norah –che però non arrivò.

Era felice di aver messaggiato così tanto con lei, era una ragazza a posto. Una ragazza con cui poteva scherzare, e con cui poteva essere se stesso. Non aveva paura di mostrarsi a lei per ciò che era, ed era più che sicuro che lei sapesse ciò che aveva combinato e qual era il suo passato. Era più che sicuro che Gwen gli avesse raccontato certe cose, ma era ancor più sicuro di una cosa: nel profondo sapeva che Norah, la ragazzina di sedici anni, era una bambina con la mente d’una donna ormai adulta. Sapeva che Norah non avrebbe mai avuto dei pregiudizi nei suoi confronti, sapeva che Norah non lo avrebbe mai pugnalato alle spalle come avevano già fatto in molte, in passato.

Ed era questa sua aria da menefreghista, questo suo essere testarda e coerente che lo attirava.

Era il fatto che forse aveva trovato una ragazza alla quale non interessava ciò che lui aveva fatto, una ragazza che non guardava nulla –né passato, né portafogli, che lo attirava ancor di più. Sapeva che quella ragazza era una donna dai sani principi, una ragazza che guardava dentro le persone, una ragazza che guardava l’animo delle persone.

E forse più ci parlava, più si innamorava.

Ma questo ancora lui non lo sapeva.

   
 
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