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Autore: Dany Art 99    27/11/2015    2 recensioni
eccomi tornata con un altra storia yeeeeee. qui mi cimento in una narrazione di una figlia di Artemide, lo so mi direte Artemide non può avere figli è una dea vergine.. ma io amo quella dea e volevo che vi fosse qualcosa che la rappresentasse, comunque tranquilli è tutto intrecciato senza intaccare l'idea di "Vergine" di Artemide (che poi amando le cacciatrici ed il loro universo, rispetto molto), comunque spero di avervi incuriosito :) e magari lasciate un consiglio.
dal testo
"Mentre camminavo con affianco i lupi mi chiesi se fossero gli stessi che avevano fissato Maggie mentre mi cullavano la prima notte in cui mi aveva trovato.
Ma dai loro occhi capii che erano loro.
I miei protettori.
Il simbolo di mia madre."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Apollo, Artemide, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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eccomi tornata con il 4 capitolo:) ringrazio tantissimi quelli che continuano a seguire questa storia e un super ringraziamento alle due che hanno recensito :) rispettivamente Dreamer_10 e sara lerman :D
in questo capitolo, vi anticipo, il nostro piccolofiglio di Apollo si farà leggermente avanti..
p.s. ACCENNI DI SOLANGELO (perchè mi piacciono :D)
Buona lettura.
[Revisionato]




Il mattino mi svegliai avvolta completamente nel mio lenzuolo, per i primi ventidue secondi mi pareva solamente un normale giorno al campo... poi i ricordi della sera precedente mi arrivarono addosso provocandomi la stessa sensazione di un secchio d'acqua gelata.
Rabbrividii stringendo il tessuto con la mano e cercai di divincolarmi dal bozzolo in cui ero ormai rinchiusa.
Mi passai una mano fra i capelli cercando di districarli e mi cambiai velocemente con i vestiti che avevo sulla sedia, un paio di jeans stretti ed una semplice maglietta del campo, mi legai i capelli in una treccia laterale come quella di mia mamma... e dopo essermi lavata la faccia, uscii ed andai verso la Casa Grande per la mia riunione mattutina con il Dio del vino e un centauro  con una maglietta dei party pony addosso.

Dopo aver spiegato in ogni minimo dettaglio il mio incontro con Artemide a Chirone, per qualche momento non volò una parola.
-Quindi... Orione... i mangiatori di loto... tutto quadra mia cara ed Artemide... non ha infranto nemmeno il suo giuramento visto che ti ha concepita prima del voto di castità- disse il centauro camminando avanti ed indietro nella stanza.
-E quindi?- chiesi io poggiandomi al muro con le braccia incrociate, ero lì da due ore e non avevo fatto colazione e senza la mia frutta mattutina con la passata di more... non ero per niente di buon umore.
Continuavo a mordermi il labbro, tra l'altro pessima abitudine se soffrite di labbra screpolate vi avviso, e a stringere il bordo della maniche della maglietta.
-Quindi... gli Dei non possono avere intenzioni belliche contro di te... e credimi è già un buon passo. Ora dobbiamo solo concentrarci sul proteggerti da Orione e dagli altri mostri... loro non hanno mai sentito l'odore di una figlia di Artemide, per loro tua madre è la cacciatrice per eccellenza... molti vorrebbero uccidere lei e le sue cacciatrici, per loro sono una grandissime seccatura... quindi nel sentire il tuo odore... ti attaccheranno senza pensarci, perchè avendo una parte da umana.. sei molto più debole di una Dea o di un immortale cacciatrice- disse Chirone guardandomi con sincera preoccupazione nello sguardo.
-Grazie tante... ma io non posso fare altro che allenarmi no? In previsione del momento in cui l'uno e gli altri mi raggiungeranno- disse lasciando cadere le braccia.
-Si- disse il centauro, -ora... credo tu possa andare a fare le tue attività giornaliere vero Dionosio?-, il Dio mi guardò noiosamente e annuì senza un vera motivazione.
-Bene insomma- dissi io e uscii dalla Casa Crande con un'espressione con cui potevo gareggiare con un figlio di Ade.
Questa espressione mi salvò dalla maggior parte dei contatti umani per tutta la giornata.
Cosa molto gradita.
Non avevo nessuna intenzione di parlare con nessuno.
Ma un certo figlio di Apollo non voleva lasciarmi in pace proprio per niente.
Simon provò ad attaccare bottone con me circa una quindicina di volte prima che io sbuffassi e finalmente gli risposi e gli raccontai quello che avevamo scoperto.
-Quindi... tuo padre vuole ucciderti?- chiese dopo qualche momento si silenzio, -esattamente... che bella riunione di famiglia eh?- mormorai io mordendomi leggermente il labbro inferiore per la frustrazione.
-Ti proteggerò io... - mormorò lui poggiandomi una mano sulla spalla, non lo scrollai via... in quel momento mi serviva un po' d'affetto che sia da parte di un maschio o da parte di una femmina.
-Non mi serve... la tua protezione Simon ed io... sono sempre più brava di te a combattere e con l'arco- dissi io dandogli un leggero pugno sulla spalla per sdrammatizzare tutta quella situazione.
Lui fece un leggero sorriso ma.. non ne era molto convinto.
-Lo farei comunque.. non potrei mai dare questa responsabilità a qualcun altro... nemmeno a te, mi sentirei in colpa a non avere aiutato in qualche modo... insomma io ho sempre voluto essere al suo fianco Cloi... e questo desiderio non è scomparso con gli anni... né si è affievolito. Ti proteggerò finchè potrò ed anche se non ti piacerà... mi ritroverai molto spesso fra i tuoi piedi- disse lui con un tono basso e sicuro, che non ammetteva repliche.
Mi leccai il labbro inferiore per poi mordicchiarlo di nuovo... ero a disagio con quelle parole... forse la mia natura... o mia madre... ma sentivo di essere un tipo solitario... che non voleva dipendere dagli altri.
Ma lui era il mio unico vero amico.
Non potevo fargli questo.
Quindi tirai su il volto, smisi di mordicchiarmi quel mio dannato labbro e sorriso leggermente -va bene... basta che alla fine non debba pararti le chiappe io,intesi?- dissi con un ghigno sul viso.
Lui mi diede una leggera spallata e rise -hey! Non sono così imbranato...- mormorò lui, -oh si invece- dissi io ridacchiando, -no- ripetè lui sorridendo,
-si-dissi io alzando entrambe le sopracciglia,
-no- disse lui fissandomi il viso
-si- dissi io riaprendo gli occhi e puntandoli con aria di sfida nei suoi..
alla fine sentii le sue dita avvolgermi le spalle e il suo fiato vicino al viso, -ritiralo o ti bacerò in questo momento- disse lui senza traccia di scherzo nella voce.
-Ch...e? - biascicai, dire che ero arrossita in quel momento era un eufemismo.
-Hai sentito bene, figlia di Artemide- mi disse lui stringendo la presa sulla mie spalle, ripetere il nome di mia madre, non so il motivo ma mi fece quasi male come a sottolineare, quello di sbagliato che mi teneva lontano a lui.
Non so se mi sono spiegata.
-Appunto... sono figlia di Artemide... sai quella che ripudiava gli uomini...- dissi io cercando di farlo desistere da quel tentativo, ma lui sembrava esserne molto convinto.
-E vuoi seguire il cammino di tua madre?- mi chiese lui inarcando un sopracciglio, -beh no... ma...- dissi io non riuscendo a guardarlo negli occhi.
Lui alzò le spalle e mormorò un -bene- molto veloce prima di chinarsi su di me ed appoggiare le labbra sulle mie, senza il mio permesso.
Le labbra di Simon erano terribilmente morbide e calde... quasi come la sensazione che si prova quando si torna a casa col riscaldamento dopo una brutta, pesante e fredda giornata.
E quella sensazione mi piaceva assai.
Ma ... che stavo facendo?
Nel momento stesso in cui me ne resi conto lo spinsi via dal mio viso e feci un passo indietro, poi un altro puntando il mio sguardo sgranato su di lui che si teneva il labbro.
-Cloi...- disse lui preoccupato, -zitto- sputai io fra i denti, alzai le mani verso di lui facendogli segno di star lontano e cominciai a correre verso la mia cabina, poi arrivata alla meta cambiai strada.
Il mio istinto mi diceva che quello era troppo scontato come posto in cui piangere.
Andai al laghetto delle canoe, mi sedetti sulla spiaggia e raccolsi le gambe al petto, poggiando la fronte sulle ginocchia e cominciai a piangere.
Non so quanto rimasi lì in quel posto, in quella stessa posizione a piangere ma in fondo non mi importava... preferivo stare li da sola... che guardare di nuovo negli occhi Simon ... o qualsiasi altra persona.
Non... ne avevo la forza...
Cosa gli avrei detto se mi avesse chiesto ... qualsiasi cosa?
Rimpiansi di non averlo spinto subito... ancora prima che le sfiorasse quelle mie dannate labbra.
Era tutta colpa sua...
non doveva farlo...
Io... non riuscivo a pensare... la freddezza della mia mente mi aveva abbandonata...ma perchè?
Perchè non riguardava la caccia?
Perchè avere un dono e non poterlo usare con i ragazzi?
In questo momento, francamente la mia situazione con Simon mi sembrava molto più arcaica e complicata di un eventuale scontro con mio padre.
Per gli Dei. Perchè doveva essere tutto così complicato nella mia vita!
Smisi di singhiozzare. Mi facevano male gli occhi e le gambe a stare in quella posizione.
Me le asciugai con il dorso della mano, tanto non ero una figlia di Afrodite. Non mi si sbiadiva il trucco.
Sentii dei passi dietro di me e mi girai di scatto.
Will Solace il capocabina dei figli di Apollo mi guardava con un leggero sorriso preoccupato e gli occhi azzurri socchiusi.
Aveva un'espressione dolce, quasi paterna.
Mi si sedette di fianco senza che io gli dicessi niente e si guardò attorno sospirando.
-Che è successo?- mi chiese, e io mi limitai a stringermi le gambe al petto ed a appoggiare la fronte sulle ginocchia; -va bene va bene... sono abituato a gente che non parla facilmente dei propri problemi. Sto insieme al loro ambasciatore...- mormorò lui e sorrise.
Io lo guardai, -centra Simon?- chiese fissandomi negli occhi e io sentii le mie guance infiammarsi.
Dei. Perchè il mio corpo doveva essere così esplicito???
-oh. Capisco- disse lui guardandomi, -che ha fatto?- aggiunse dopo guardandomi mentre io mi mordevo il labbro quasi a volerlo spezzare.
-ti ha baciata. Ho capito. E tu non sai se andarli dietro o tirargli un pugno. E quindi te ne stai qui non sapendo che fare...- disse semplicemente guardando verso il laghetto con le braccia incrociate.
-Tu.. come... fai..?- biascicai in cerca di una risposta soddisfacente, avevo tutto scritto in fronte con un pennarello viola acceso?
-Te l'ho detto. Ho come fidanzato un ragazzo che non si espone molto... ho imparato a capire cosa gli frulla nel cervello con un singolo sguardo...- mormorò lui con un leggero sorriso.
-Oh...- riuscii solo a dire, -quindi... cosa mi consigli?- aggiunsi dopo guardandolo mentre tentavo di asciugarmi le guance, -segui il tuo cuore. Non la tua discendenza... né la tua testa.. cosa dovrei dire io . Un figlio di Apollo che sta insieme ad un figlio di Ade... l'ombra e il sole, morte e guarigione ma comunque ci amiamo... tutto qui. Questo conta, nemmeno se me lo dicesse mio padre rinuncerei mai a Nico- disse lui con gli occhi leggermente socchiusi.
-Sei...carino mentre lo dici...- dissi io alzando un angolo delle labbra, sarebbe stato carino vedere qualcuno con quella stessa identica espressione in viso mentre parlava di me.
-Ora basta capire se anche tu sei innamorata di lui... perchè se c'è anche una piccola scintilla, non puoi sopprimere un fuoco che potrebbe scaldarti per tutta la vita- disse Will poggiandomi una mano sulla spalla.
-Ora... vado, ho un appuntamento col figlio di Ade, si è possessivo- disse ridacchiando girandosi ed indicando un cespuglio, -ed un pessimo spione!- alzò la voce ridendo.
-SOLACE! CHIUDI IL BECCO!- disse una voce più alta mentre un ragazzo dai capelli neri un po' lunghi sui lati con una gradazione di rosso sulle guance molto superiore al mio, spuntava dal nulla.
Teneva le mani chiuse ai pungi mentre usciva dal cespuglio ed era completamente vestito di nero.
-Pff stavi tardando raggiodisole- disse senza guardare né me né Will che lo guardava con un sorriso amorevole in volto, -questa mia amica... aveva bisogno di un consiglio di amore... sai un mio fratello si è invaghito di lei...ma lei è la figlia di mia zia- disse Will poggiandogli una mano sulla spalla.
Nico mi guardò. I suoi occhi per quanto giovani sembravano profondi come due pozzi neri.
Strinse la mascella -fai quello che vuoi. Non avere rimpianti ... con le persone che ami. Ora Solace vogliamo andare?Ho fame- disse il figlio di Ade afferrando la maglia del più grande e tirandolo.
Will sorrise e mi fece un ceno di saluto, -va bene va bene, Ragazzombroso, però dammi un bacio- disse lui, Nico sbuffò e si alzò sulle punte per dargli un lieve bacio completamente rosso in volto.
A quel punto mi sentii di troppo e me la svignai.
Però le parole di Nico... avevano un tono sofferto... non mi ci volle molto a capire che aveva provato quel genere di dolore e rimorso sulla sua pelle.
Non volevo avere quel dolore.
Strinsi le mani a pugno e cominciai a camminare a testa china verso la mia cabina.
Mi distesi sul mio letto e feci un respiro profondo.
Dal cielo che vedevo dalla finestra, sembrava mancare una mezz'oretta all'ora di cena.
Mezz'ora a quando avrei dovuto vedere Simon.
Chiusi gli occhi e cercai di ripensare a quello che mi aveva detto Will e Nico.
Insomma... loro erano una coppia che sembrava funzionare... un buon esempio..
Ma Will e Nico non erano me e Simon... eravamo molto diversi come coppia.
Io... avevo quella scintilla per Simon ?
Lo volevo vicino..?
Volevo combattere contro quella sensazione... ma sapevo dentro di me che lo volevo vicino a me.
Lu.i.. era sempre stato quello che avevo accanto... gli anni distanti... per quanto non lo dicessi in giro... lo avevo pensato e non poco.
Ma questo non voleva dire che ero innamorata di lui.
Non... significava questo... vero?
Feci un altro respiro profondo... non sapevo cosa fare... non sapevo come comportarmi..
Mi sedetti, gettai le gambe oltre il bordo del letto e mi sciolsi i capelli per qualche momento accarezzandoli, Maggie me lo faceva quando ero in tensione e sembrava funzionare.
Me li rilegai in una coda laterale e strinsi gli occhi.
Non ero una codarda. Non dovevo farlo nemmeno in quel momento... nemmeno in una situazioni in cui non sapevo come muovermi.
Ero molto più a mio agio con gli animali ed un arco in mano che fra le braccia di un ragazzo... nemmeno se quel ragazzo era Simon.
Avrei fatto come facevo sempre quando arrivavo in un nuovo territorio di caccia.
Raccoglievo informazioni, sensazioni e mi ponevo dei punti di riferimento come il luogo dove potevo trovare facilmente acqua, cibo, materiali ed un riparo.
Uscii dalla stanza e cominciai a camminare a passo spedito verso il padiglione della mensa.
Mentre mettevo un piede davanti all'altro mi venne in mente le parole di mia madre, dopo che le avevo chiesto se dovevo unirmi alle cacciatrici: “Non voglio privarti di quello che potresti avere... quando sarai pronta lo capirai tranquilla”
Sorrisi leggermente.
Forse lo stavo capendo.




muhahaha. lo so interrompere la storia qui :) sono malvagia.. on vi resta che attendere il capitolo 5 muahahaha (i'm evil).
COMUNQUE QUESTO CAPITOLO LO VOLEVO DEDICARE AD UNA CERTA GIULIA (LeoValdez00) O MEGLIO la mia ragazzaombrosa (ti voglio bene<3)
detto questo,
un bacione, Dany

   
 
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