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Autore: AliWeasley    27/11/2015    1 recensioni
Quante persone incontriamo ogni giorno che ci camminano di fianco, che ci superano e magari ci insultano anche, perché gli stiamo intralciando la strada. Altre invece ci colpiscono per un dettaglio, per un semplice “grazie” sussurrato o per un sorriso gentile.
“Scusa, questo posto è libero?”
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vagone si sta lentamente riempiendo e i posti a sedere diminuiscono. Sposto il mio zaino bordeaux dal sedile accanto alle mie ginocchia per lasciare spazio ad un signore anziano che, reggendosi al suo bastone, si siede con fatica. Alza gli occhi grigi verso di me e mi sorride: è il sorriso più bello che abbia mai visto perche mi ricorda il modo in cui mio nonno mi guardava ammirato quando gli raccontavo dei miei successi scolastici.
Ricambio il suo sguardo mentre il treno lascia lentamente la stazione e poi inizio a snodare le cuffiette, faccio partire la musica e volgo lo sguardo verso il finestrino.

Paint yourself a picture
what you wished you looked like
Immediatamente la testa si affolla di pensieri ed emozioni legati alla canzone le cui parole risuonano nella mia mente: stanchezza per la giornata appena trascorsa, rabbia per l’esame che non ho passato e delusione verso me stessa e l’impegno che avrei potuto metterci per strappare anche un misero diciotto.

When they start to judge you
show them you true colours
La melodia mi accompagna durante il viaggio e copre il brusio dei pendolari che viaggiano nel  mio stesso vagone: c’è chi parla al telefono, c’è chi legge, c’è chi studia e c’è chi semplicemente si guarda attorno, forse cercando di cogliere l’essenza delle persone che ha accanto.
La suoneria mi avvisa che ho appena ricevuto un messaggio vocale, che apro dopo aver messo in pausa la canzone.
Sto tornando, ci vediamo a casa tua
 
Sorrido perché è passato davvero troppo dall’ultima volta che ho sentito quella voce.
 
Ignorance is blindness
 
Il treno sbuffa lentamente e con un fischio prolungato si ferma. Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi sono accorta che ci stavamo avvicinando alla mia fermata; mi alzo di scatto, zaino in spalla e scendo un secondo prima che si chiudano le porte. Dalla banchina alzo lo sguardo verso il finestrino da cui guardavo il paesaggio fino ad un momento prima e vedo il signore anziano che mi sorride per l’ultima volta.
Quante persone incontriamo ogni giorno che ci camminano di fianco, che ci superano e magari ci insultano anche, perché gli stiamo intralciando la strada. Altre invece ci colpiscono per un dettaglio, per un semplice “grazie” sussurrato o per un sorriso gentile.
 
“Scusa, questo posto è libero?”
La nostra amicizia è iniziata così, un giorno di settembre di tre anni fa. Quel giorno lei indossava una felpa rossa da cui si intravedeva una maglietta etnica,  jeans scoloriti e strappati sulle ginocchia e un paio di vans nere di tela. Ciò che più mi aveva colpito erano stati gli occhi, un misto tra il verde scuro dei boschi e il marrone caldo del cioccolato.
 

Come into focus
step out the shadows
Inciampo in una bottiglietta d’acqua ormai vuota che qualcuno ha gettato per terra mentre mi affretto a tornare a casa. La strada non è lunga però quando uno ha fretta sembra che le lancette degli orologi rallentino, come per dispetto.
“Penso di averlo studiato in filosofia, penso, ma ovviamente non ricordo né il nome della teoria né quello del filosofo.”
 
La canzone che stavo ascoltando in treno continua a risuonare nella mia testa e la canticchio mentre cammino, nonostante qualcuno mi guardi come se fossi matta.
È stata lei a farmela conoscere. Un giorno, durante la pausa pranzo tra una lezione e l’altra, mi diede una cuffietta e me la fece ascoltare: il testo era talmente profondo che quasi mi scesero le lacrime per la commozione.
Da quel  momento sento un legame fortissimo tra di noi, anche grazie a quelle parole.
 
Let them find the real you
buried deep within
Sono quasi arrivata a casa e man mano che mi avvicino il passo si fa più rapido e il respiro più corto fino a che quasi si blocca quando lei mi salta addosso, abbracciandomi stretta come recuperare il tempo perduto.
Quando ci stacchiamo la guardo e sono fiera di ciò che vedo: la ragazzina insicura che mi aveva lasciato per partire con il progetto Erasmus è ormai diventata una donna forte e bellissima.
 
There’s no need to be ashamed
 
È passato quasi un anno da quando è partita e sembra una vita: ora che finalmente è tornata mi rendo conto di quanto mi siano mancato il nostro rapporto d’amicizia.
Perché è questo che conta davvero nella vita: stare accanto alle persone che amiamo e che ci amano anche se sono lontane. Aiutarle e farsi aiutare, litigare, piangere insieme e poi trasformare tutto in una sana risata.
Sono contenta che Beatrice sia tornata perché è da qui che riprende il filo della nostra amicizia, mai spezzato ma che per mesi ha vagato con lei attorno alle strade di Londra.
Mentre lacrime di gioia bagnano le nostre guance è il mio turno di abbracciarla e dirle: “Ti voglio bene, amica mia.”

They don’t see the angel
living in your heart
 
 

Buonasera a tutti!
Volevo ringraziare chi è arrivato fino in fondo e spiegare che ciò che ho scritto non è una vera “storia” ma un pensiero che viene dal cuore, scritto di getto con una bellissima canzone in sottofondo (https://www.youtube.com/watch?v=MYzT36DA0Rk).
Spero di non avervi tediato troppo, però era importante che spiegassi la motivazione per cui ho scritto e condivido con voi questa chiamiamola “riflessione”.
Un bacio grande a tutti e un abbraccio speciale ad un’amica speciale che capirà.
AliWeasley
  
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