- E' Kristen! - esclamò Daveigh.
Il ragazzo guardò la giornalista.
- Viene dalla parte opposta alla nostra posizione, per fortuna. - fece, ansimando.
- Dobbiamo aiutarla! - esclamò la ragazza.
- No! Se la raggiungiamo, Chloe ci troverà e... - .
Kristen urlò di nuovo.
Dong.
- La campana! - disse Daveigh, tornando indietro.
- Sei impazzita? - fece Daniel, afferrandola.
- Lasciami! - .
- Raggiungerla non l'aiuterà, ti ho detto! Probabilmente è già morta! - .
Daveigh si rassegnò, lasciando scorrere qualche lacrima di disperazione.
- E allora che cazzo facciamo? - .
- Dobbiamo muoverci. Continuiamo a rimanere nella zona settentrionale della casa; tornando indietro ora, rischieremo di finire tra le braccia di quella stronzetta. - .
La giornalista fece mente locale, poi disse:
- Quando sono venuta qui, la settimana scorsa, avevo notato un'entrata sotterranea, sul retro. Sono convinta che Chloe non l'abbia chiusa. E' sfuggita persino alla polizia quando ha sigillato questo posto. - .
- Fai strada, allora. - invitò il ghost hunter.
- Ecco...devi sapere anche che c'è un solo modo per raggiungerla. - .
- Quale? - .
- Dobbiamo passare per la scala a chiocciola. - .
Daniel deglutì.
- Sicura che non ci sia un'altra strada? - .
- Sicurissima. - .
- E scala a chiocciola sia. Tanto dobbiamo morire; che differenza fa morire ora o tra qualche minuto? - .
Daveigh trattenne a stento altre lacrime. Il rimorso e il pentimento la divoravano dentro.
- Fermiamoci...non ce la faccio più. - .
Aaron era sfinito. Lui ed Ellen avevano corso in lungo e in largo senza un obiettivo ben preciso.
- Va bene, ma facciamo in fretta. Voglio trovare Daveigh e Daniel, per la miseria! - esplose la fotoreporter.
Il ghost hunter di Davenport si appoggiò a ciò che rimaneva di una sedia.
- Allora...da quanto avete comincito questa attività da cacciatori di fantasmi? - domandò la ragazza.
- Ti sembra il momento adatto di fare un'intervista, cazzo? - sbuffò sbalordito Aaron.
- Che abbiamo da perdere, arrivati a questo punto? - .
- Abbiamo cominciato da cinque mesi. Racimolati gli strumenti, ci siamo lanciati in queste avventure paranormali. Ne abbiamo visti di fantasmi, e nessuno finora è stato dello stampo di Chloe. - .
- Che tipi di fantasmi erano? - .
- Spesso spiriti di parenti dei nostri clienti...lavoretti relativamente facili. Nessuno ci ha mai voluto avere per cena. - .
Un rumore fece sobbalzare i due, che si alzarono e ripresero a brancolare nel buio.
- Mi dispiace solo il fatto che probabilmente non saprò mai perchè Chloe ha ucciso tutta quella gente. - fece Aaron.
Lei non è umana.
Ellen sobbalzò.
- L'hai sentita? - chiese la fotografa.
- Sì. - sibilò il ragazzo.
Forse lo era. Forse non lo è mai stata.
- E' la stessa voce che mi ha detto di fuggire, nell'atrio, quando abbiamo incontrato quella dannata bimba cannibale! - riprese Ellen.
Il demonio sembra immortale, ma non lo è.
- Non è quella di Chloe. - notò Aaron.
Vuole spingervi alla pazzia, alla rassegnazione. Non dategliela vinta. C'è sempre una via d'uscita.
- Trovacela tu, allora! - sbottò il ghost hunter.
- Aspetta! Chi sei? - chiese Ellen.
Nessuno rispose.
- Fatti vedere! - .
Nulla.
- Non ci sto capendo più niente... - fece sconsolata la fotografa.
- A chi lo dici... - sbuffò Aaron.
Un'ombra si mosse davanti a loro.
- CHE CAZZO ERA? - urlò il ragazzo.
- Zitto! - ordinò Ellen.
Chloe cantò nel buio.
Now be worried, 'cause I'm
here.
I can feel your pain and
fear.
I see you also if you don't
see me.
- Ellen...scappa. - .
- Cosa? - .
- SCAPPA! - .
La ragazza andò a destra, verso la scala a chiocciola; Aaron proseguì dritto.
Chloe sghignazzò, poi cominciò il suo inseguimento.
- Che schifo! - .
Daveigh fissò inorridita il mucchio di ossa e carne spolpata ammassata ai piedi della scala a chiocchiola.
- Credo che Chloe si diverta a mangiare sul tetto. - suppose Daniel, indicando un buco nel soffitto, illuminato dalla luce lunare.
- Ma non potrebbe gettare gli scarti da qualche altra parte? Tipo nei sotterranei? Non penso li frequenti spesso. - .
- Non oso immaginarmi la composizione dei suoi pic-nic: budella umane come piatto principale, topi come prima portata, cuore umano come dolce... - .
- Il sangue come aperitivo non lo metti? - .
- Giusto, anche quello. - .
Un urlo interruppe quella piccola atmosfera conviviale creatasi tra i due.
- E' Aaron! - disse Daniel.
Il canto di Chloe risuonò limpido, nonostante fosse distante da loro.
- Muoviamoci! Non voglio fare la fine di Kristen. - esortò Daveigh.
Il giovane di Davenport scese con la ragazza, nonostante fosse visibilmente preoccupato.
Superarono una porta, chiudendola.
- Magnifico, altre scale! - annunciò il ghost hunter.
Daniel mise un piede sul primo scalino, che scricchiolò.
- Fai attenzione. Questo legno ha quasi un secolo. - avvertì.
Avanzarono piano piano, fino a giungere, meno di un minuto dopo, ai piedi di essa. Il ghost hunter accese una torcia.
Una maschera antigas, con vari indumenti lordi di sangue raffermo, erano appesi ad un chiodo.
- Che diamine ci fa qui una maschera antigas? - chiese Daveigh.
- Non ne ho la più pallida idea, Daveigh. - .
Un odore strano giunse alle narici della giornalista.
- Lo senti? - chiese.
- Sì. - .
Guardarono a destra.
Una porta era socchiusa.
I due mossero velocemente qualche passo, poi entrarono.
Ellen correva sulle scale a chiocciola. Il cuore batteva sempre più forte.
Chloe aveva iniziato ad inseguirla, ma stranamente era in vantaggio rispetto alla bambina.
- Ellie! Yu-huh! Vieni qui! - rise la bambina, che lanciava ululati a random.
Quella bastarda si sta divertendo un mondo. pensò la fotografa.
- Vai all'inferno, stronza che non sei altro! - inveì.
- Ci sono già andata, e non voglio tornarci! - urlò la cannibale.
Giunta in cima alle scale, si arrampicò fino a raggiungere la mansarda.
La stanza non aveva che una finestra, da cui era impossibile fuggire.
Cazzo, sono fottuta! pensò.
Chiuse la botola d'accesso alla stanza, e vi mise sopra qualche mobile malandato presente nella stanza.
- Dio, ti prego, dammi qualche minuto in più di vita. Fa che almeno Daviegh si sal... - .
Si interruppe, facendo cadere un comodino.
Davanti a lei, circondata da un'aura azzurrina, vi era una bambina dai capelli castano scuri. Due occhioni azzurri, un vestitino grigio chiaro, carnagione chiara, e due labbra sottilissime.
- Il demonio è vicino, Ellen Clark. Ma non sei sola. - .