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Autore: FrenzIsInfected    27/11/2015    3 recensioni
Daveigh Carroll è una giovane giornalista di Spokane(WA), ed Ellen Clark una sua collega fotoreporter. Insieme, indagano sulle vicende che dagli anni '80 sconvolgono la tranquilla città di Farmington(WA). Sembra che in una villa abbandonata
fuori paese immersa tra gli alberi, Villa Floyd, siano scomparsi giovani di tutte le età. Le due chiamano come rinforzo
Kristen Rollins(giornalista e horror blogger), Daniel Reed e Aaron Turner(appassionati di paranormale) e Nathan Wilson, nerd amico di Daveigh. Cosa cela quella villa a Farmington?
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Le celle di reclusione Un urlo giunse alle orecchie di Daveigh e Daniel.
- E' Kristen! - esclamò Daveigh.
Il ragazzo guardò la giornalista.
- Viene dalla parte opposta alla nostra posizione, per fortuna. - fece, ansimando.
- Dobbiamo aiutarla! - esclamò la ragazza.
- No! Se la raggiungiamo, Chloe ci troverà e... - .
Kristen urlò di nuovo.
Dong.
- La campana! - disse Daveigh, tornando indietro.
- Sei impazzita? - fece Daniel, afferrandola.
- Lasciami! - .
- Raggiungerla non l'aiuterà, ti ho detto! Probabilmente è già morta! - .
Daveigh si rassegnò, lasciando scorrere qualche lacrima di disperazione.
- E allora che cazzo facciamo? - .
- Dobbiamo muoverci. Continuiamo a rimanere nella zona settentrionale della casa; tornando indietro ora, rischieremo di finire tra le braccia di quella stronzetta. - .
La giornalista fece mente locale, poi disse:
- Quando sono venuta qui, la settimana scorsa, avevo notato un'entrata sotterranea, sul retro. Sono convinta che Chloe non l'abbia chiusa. E' sfuggita persino alla polizia quando ha sigillato questo posto. - .
- Fai strada, allora. - invitò il ghost hunter.
- Ecco...devi sapere anche che c'è un solo modo per raggiungerla. - .
- Quale? - .
- Dobbiamo passare per la scala a chiocciola. - .
Daniel deglutì.
- Sicura che non ci sia un'altra strada? - .
- Sicurissima. - .
- E scala a chiocciola sia. Tanto dobbiamo morire; che differenza fa morire ora o tra qualche minuto? - .
Daveigh trattenne a stento altre lacrime. Il rimorso e il pentimento la divoravano dentro.


- Fermiamoci...non ce la faccio più. - .
Aaron era sfinito. Lui ed Ellen avevano corso in lungo e in largo senza un obiettivo ben preciso.
- Va bene, ma facciamo in fretta. Voglio trovare Daveigh e Daniel, per la miseria! - esplose la fotoreporter.
Il ghost hunter di Davenport si appoggiò a ciò che rimaneva di una sedia.
- Allora...da quanto avete comincito questa attività da cacciatori di fantasmi? - domandò la ragazza.
- Ti sembra il momento adatto di fare un'intervista, cazzo? - sbuffò sbalordito Aaron.
- Che abbiamo da perdere, arrivati a questo punto? - .
- Abbiamo cominciato da cinque mesi. Racimolati gli strumenti, ci siamo lanciati in queste avventure paranormali. Ne abbiamo visti di fantasmi, e nessuno finora è stato dello stampo di Chloe. - .
- Che tipi di fantasmi erano? - .
- Spesso spiriti di parenti dei nostri clienti...lavoretti relativamente facili. Nessuno ci ha mai voluto avere per cena. - .
Un rumore fece sobbalzare i due, che si alzarono e ripresero a brancolare nel buio.
- Mi dispiace solo il fatto che probabilmente non saprò mai perchè Chloe ha ucciso tutta quella gente. - fece Aaron.
Lei non è umana.
Ellen sobbalzò.
- L'hai sentita? - chiese la fotografa.
- Sì. - sibilò il ragazzo.
Forse lo era. Forse non lo è mai stata.
- E' la stessa voce che mi ha detto di fuggire, nell'atrio, quando abbiamo incontrato quella dannata bimba cannibale! - riprese Ellen.
Il demonio sembra immortale, ma non lo è.
- Non è quella di Chloe. - notò Aaron.
Vuole spingervi alla pazzia, alla rassegnazione. Non dategliela vinta. C'è sempre una via d'uscita.
- Trovacela tu, allora! - sbottò il ghost hunter.
- Aspetta! Chi sei? - chiese Ellen.
Nessuno rispose.
- Fatti vedere! - .
Nulla.
- Non ci sto capendo più niente... - fece sconsolata la fotografa.
- A chi lo dici... - sbuffò Aaron.
Un'ombra si mosse davanti a loro.
- CHE CAZZO ERA? - urlò il ragazzo.
- Zitto! - ordinò Ellen.
Chloe cantò nel buio.

Now be worried, 'cause I'm here.

I can feel your pain and fear.

I see you also if you don't see me.

Now come and play with me.

- Ellen...scappa. - .
- Cosa? - .
- SCAPPA! - .
La ragazza andò a destra, verso la scala a chiocciola; Aaron proseguì dritto.
Chloe sghignazzò, poi cominciò il suo inseguimento.

- Che schifo! - .
Daveigh fissò inorridita il mucchio di ossa e carne spolpata ammassata ai piedi della scala a chiocchiola.
- Credo che Chloe si diverta a mangiare sul tetto. - suppose Daniel, indicando un buco nel soffitto, illuminato dalla luce lunare.
- Ma non potrebbe gettare gli scarti da qualche altra parte? Tipo nei sotterranei? Non penso li frequenti spesso. - .
- Non oso immaginarmi la composizione dei suoi pic-nic: budella umane come piatto principale, topi come prima portata, cuore umano come dolce... - .
- Il sangue come aperitivo non lo metti? - .
- Giusto, anche quello. - .
Un urlo interruppe quella piccola atmosfera conviviale creatasi tra i due.
- E' Aaron! - disse Daniel.
Il canto di Chloe risuonò limpido, nonostante fosse distante da loro.
- Muoviamoci! Non voglio fare la fine di Kristen. - esortò Daveigh.
Il giovane di Davenport scese con la ragazza, nonostante fosse visibilmente preoccupato.
Superarono una porta, chiudendola.
- Magnifico, altre scale! - annunciò il ghost hunter.
Daniel mise un piede sul primo scalino, che scricchiolò.
- Fai attenzione. Questo legno ha quasi un secolo. - avvertì.
Avanzarono piano piano, fino a giungere, meno di un minuto dopo, ai piedi di essa. Il ghost hunter accese una torcia.
Una maschera antigas, con vari indumenti lordi di sangue raffermo, erano appesi ad un chiodo.
- Che diamine ci fa qui una maschera antigas? - chiese Daveigh.
- Non ne ho la più pallida idea, Daveigh. - .
Un odore strano giunse alle narici della giornalista.
- Lo senti? - chiese.
- Sì. - .
Guardarono a destra.
Una porta era socchiusa.
I due mossero velocemente qualche passo, poi entrarono.

Ellen correva sulle scale a chiocciola. Il cuore batteva sempre più forte.
Chloe aveva iniziato ad inseguirla, ma stranamente era in vantaggio rispetto alla bambina.
- Ellie! Yu-huh! Vieni qui! - rise la bambina, che lanciava ululati a random.
Quella bastarda si sta divertendo un mondo. pensò la fotografa.
- Vai all'inferno, stronza che non sei altro! - inveì.
- Ci sono già andata, e non voglio tornarci! - urlò la cannibale.
Giunta in cima alle scale, si arrampicò fino a raggiungere la mansarda.
La stanza non aveva che una finestra, da cui era impossibile fuggire.
Cazzo, sono fottuta! pensò.
Chiuse la botola d'accesso alla stanza, e vi mise sopra qualche mobile malandato presente nella stanza.
- Dio, ti prego, dammi qualche minuto in più di vita. Fa che almeno Daviegh si sal... - .
Si interruppe, facendo cadere un comodino.
Davanti a lei, circondata da un'aura azzurrina, vi era una bambina dai capelli castano scuri. Due occhioni azzurri, un vestitino grigio chiaro, carnagione chiara, e due labbra sottilissime.
- Il demonio è vicino, Ellen Clark. Ma non sei sola. - .

  
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