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Autore: Anastasia123    28/11/2015    1 recensioni
Il mio proseguimento della sesta serie. Come evolveranno le vite dei tre protagonisti della fiction? Camilla, Renzo e Gaetano continuano la loro vita da "famiglia allargata" in attesa di qualche svolta futura, tra quotidianità, vecchi e nuovi incontri e casi da risolvere.
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Ninna nanna – parte 1

Quella mattina Camilla uscì presto con la nipotina. Le piaceva approfittare dell’aria fresca per portarla al parco, prima che il sole di luglio cominciasse a scottare troppo.
Erano passate due settimane da quella sera in cui aveva visto Gaetano in macchina con un’altra donna. Si erano incrociati qualche volta sul pianerottolo di casa o in cortile ma entrambi non erano andati oltre un saluto frettoloso.
Camilla, pur controvoglia, aveva continuato ad uscire con Francesca e i suoi amici. Non che ci tenesse particolarmente, ma uscire la obbligava a non pensare a Gaetano e alla sua situazione. E poi Vladimir si stava rivelando una persona simpatica, le piaceva chiedergli consigli sulla nipotina, data la sua esperienza in campo medico.
Francesca inizialmente stentò a credere che Gaetano potesse avere un’altra, ma si era ricreduta quando l’aveva visto con i suoi occhi un pomeriggio mentre aspettava Camilla in cortile per uscire.
Era a braccetto con una bella donna dai lunghi capelli castani e stavano ridendo allegramente.

Gaetano aveva continuato ad uscire regolarmente con Sonia. Avevano stretto una sorta di patto: uscivano per parlare e distrarsi ma solo come amici. Anche se a Sonia non sarebbe dispiaciuto riallacciare un altro tipo di rapporto con l’affascinante commissario, sapeva fin troppo bene che nella sua vita non ci sarebbe mai stato spazio per lei e, anche se pensava che fosse ora e tempo che lui si togliesse dalla mente Camilla, avrebbe potuto farlo solo incontrando una nuova donna in grado di fargli perdere la testa.
Sul fronte delle indagini le cose non andavano meglio: nessuna novità rilevante sul conto di Anton Petrich se non un nuovo incontro con la sorella che aveva confermato alcune notizie già in loro possesso: i due fratelli erano cresciuti in un orfanotrofio alla periferia di Tirana ed erano riusciti ad emigrare in Italia quando avevano vent’anni circa grazie ad alcuni soldi racimolati con mille lavoretti. In Italia dopo un po’ si erano divisi: Anton aveva trovato lavoro a Milano, Jolanda si era trasferita a Torino con il compagno dal quale aveva avuto il bambino da due mesi.

C’era foschia al parco quella mattina, un’atmosfera velata che già preannunciava il caldo delle ore successive. Camilla stava spingendo la carrozzina lungo un viale alberato quando scorse su una panchina una giovane donna che singhiozzava. Nel pianto continuava a pronunciare un nome, come una cantilena.. Camilla si fermò a pochi passì e sentì chiaramente che invocava “Pietro”.
“Scusa se ti disturbo… non voglio sembrare inopportuna… ma hai bisogno d’aiuto? C’è qualcosa che posso fare?”. Solo in quel momento la donna alzò gli occhi e si accorse della sua presenza. “No.. no..” e di nuovo fu scossa da un singhiozzo. Camilla non potè fare a meno di andarsi a sedere al suo fianco e, d’impulso, le cinse le spalle con il suo abbraccio. La giovane donna si abbandonò a quell’abbraccio e liberò il suo dolore, scossa dai sussulti e dal pianto.
Dopo qualche minuto si calmò e Camilla provò a parlarle. “Come ti chiami? Hai voglia di raccontarmi cosa ti è successo?”. Dopo qualche minuto la donna sembrò trovare il coraggio. “Mi chiamo Jolanda, e..” in quel momento Camilla jr. cominciò a strillare e Camilla si alzò per prendere la nipotina. “Guarda Jolanda, ti presento la mia nipotina” Camilla si girò verso la donna che aveva ripreso a piangere. Camilla si accorse che cominciava ad avere la maglia bagnata.. “Ma tu stai perdendo.. latte? Hai anche tu un bambino?” “No, no, ora vado via, devo tornare a casa”. “Aspetta Jolanda ti prego lascia che ti aiuti”. Ma ormai la donna si era avviata lungo il viale. Camilla non se la sentì di inseguirla, anche se una parte di sé avrebbe voluto farlo.. “Povera ragazza, chissà cosa le è successo”. Posò nuovamente Camilla nella carrozzina e percorse di fretta la strada verso casa: la nipotina reclamava la sua colazione!

Alle cinque del pomeriggio Carmen era pronta per uscire. Aveva preso l’abitudine di andare al parco con Livietta ma quel giorno sarebbe uscita da sola dato che Livietta avrebbe ricevuto la visita di alcune ex compagne di scuola.
A Renzo non sembrava vero di vedere Carmen rifiorita in poco tempo. Certo non mancavano le crisi notturne, più sue che di Lorenzo, le ansie, i dubbi, ma perlomeno non l’aveva più trovata in lacrime e ogni giorno si stava facendo più bella e curata.
“Livietta hai fatto un miracolo con Carmen, davvero! Non so come ringraziarti” aveva detto un giorno a sua figlia, guardandola orgoglioso negli occhi. “Ma dai papà, non ho fatto nulla!”
Quando Carmen arrivò al parco, trovò una grande agitazione nel gruppetto di mamme che aveva conosciuto. Si avvicinò e chiese cosa fosse successo. “Hanno tentato di rapire Matteo, il figlio di Valeria” “Ma come, quando?” “Poco fa, Valeria si era allontanata un attimo per buttare dei fazzolettini nel bidone quando si è girata e ha visto un uomo che aveva già preso Matteo. Solo grazie alle sue urla l’ha posato ed è scappato. E’ stato impossibile inseguirlo per lei, e, nonostante le urla quel bastardo si è subito confuso in mezzo agli altri corridori.. era vestito come loro..”
“Ma avete chiamato la polizia? Se volete chiamo un mio amico commissario”. “Sì per piacere, noi da quando siamo arrivate abbiamo solo cercato di calmare Valeria che è sotto shock”.
Carmen non se lo fece ripetere due volte e chiamò Gaetano che poco dopo arrivò accompagnato da Torre. Non sarebbe stato proprio competenza sua, non c’erano di mezzo omicidi, ma non sapeva perché questo fatto lo inquietava più del dovuto.
Raccolse la testimonianza di Valeria e la invitò a seguirlo al commissariato per cercare di fare un identikit del presunto rapitore.

Quella sera cenarono tutti assieme, Carmen e Renzo con Camilla e Livietta. Carmen voleva mettere in guardia Livietta del pericolo e Camilla fu particolarmente scossa perché le venne subito in mente Jolanda, il terrore che aveva visto nei suoi occhi e il segno inequivocabile che si trattava di una giovane mamma che aveva partorito da poco, visto che era bastato un accenno pianto di Camilla, per perdere latte dal seno. Avrebbe voluto parlare con Gaetano, perché secondo lei gli episodi erano in qualche modo collegati, ma le faceva troppo male affrontarlo, dopo tutte quelle settimane passate ad evitarsi. Ma lo sguardo della donna continuava ad apparirgli davanti. Il giorno dopo sarebbe passata in commissariato; forse, in quell’ambiente più formale, sarebbe stato più semplice.
   
 
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