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Autore: AlexVause    28/11/2015    1 recensioni
Chissà dove vanno i sogni che sogniamo e dimentichiamo: Atlantidi sommerse e perse che non visiteremo mai più.
È stato così anche con me Lexa?
I tuoi occhi freddi come il ghiaccio mi scrutano, mi feriscono ed io lì…a chiedermi ancora perché.
Una domanda a cui, forse, non potrò conoscer risposta.
CLEXA
(Scritta alla fine della seconda serie)
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13
 
Lincoln si offrì di seguirti, per darti man forte in caso di scontro, portandosi dietro una radio trasmittente in modo che io potessi sentire cos’accadeva mentre guardavo tutto dalla torre di guardia sulle mura.
Avevo il cuore in gola nel vederti avvicinare, a Larion e ai suoi uomini, sul tuo splendido destriero bianco.
Non potevo starmene lì a guardare, non potevo.
Decisi di disobbedirti ancora una volta. Non mi sarei presentata sul campo di battaglia, almeno non subito. Dovevo prima fare una cosa di vitale importanza.
Corsi giù per le scale dirigendomi verso il tunnel. Venni intercettata da Bellamy che mi chiese spiegazioni. Gli chiesi di seguirmi. Non avevo tempo da perdere.
Nella mia tasca la radio. Dovevo sapere cosa stava accadendo ogni istante.
Arrivammo a Camp Jaha, stando attenti a non farci vedere.
Mi feci accompagnare anche da Nyko e Octavia in modo da sembrare, nel caso le spie di Larion ci notassero, che uno del popolo del Cielo accompagnasse tre terrestri al campo.
Entrammo nei resti dell’Arca e chiesi a Bellamy di mandarmi Lars, il capo delle guardie.
Servirono pochi minuti per vederlo palesarsi all’entrata della sala comune.
- Ho bisogno che più della metà di voi venga con me. Vi voglio armati.
Parlai subito delle mie intenzioni e Lars mi ascoltò con attenzione. Uscì con un cenno del capo.
Scrissi alcune indicazioni su di un foglio prima di lasciare il campo e tornare a Polis assieme agli altri tre.
Salii nuovamente sulla torre di guardia a Est, da cui potevo vedere le navi di Larion e il suo esercito sulla riva davanti ad esse.
Mi voltai. Avanzavate da ovest a passo lento mostrando forse che andavate in pace.
Gli eserciti dei 12 Clan radunati a formare un fronte unito contro il nemico.
Notai che Raven e Wick non si vedevano da qualche ora.
- Heda, l’esercito di Larion ci supera di numero. Se usano le armi sulle loro imbarcazioni, non so come ce la caveremo.
La voce di Indra mi fece sussultare.
- I due ragazzi del Popolo del Cielo hanno deciso di aiutarci da Mount Weather. È tutto pronto, ma prima voglio negoziare. Morirebbe troppa gente.
La tua voce. Presi in mano la radio che tenevo alla cinta come se potessi stringerti, in qualche modo, attraverso essa.
- Heda, o noi o loro.
- Lo so Indra, lo so bene.
- Gli arcieri sono radunati sulle colline a nord e a sud. Appena arriveremo al cospetto di Larion si paleseranno rendendosi visibili al suo esercito.
In quel momento capii perché Indra fosse il tuo secondo. Era astuta, tenace e una guerriera leale e letale. Con lei al tuo fianco sapevo che eri in buone mani.
- Bene. Spero solo che non sia così stolto da proseguire con il suo intento di conquista.
Il tuo tono rassegnato quasi a sapere che di certo quell’uomo non se ne sarebbe andato facilmente.
In quel momento Bellamy mi chiamò. Quaranta uomini armati di fucile erano dietro di lui. Gli sorrisi notando Kane raggiungerci con altri dieci guardie.
Feci cenno a loro due di salire dando poi il binocolo prima a uno poi all’altro in modo che potessero scorgere la situazione.
- Qual è il piano?
Domandò Kane.
- Non entreremo in battaglia. Se la situazione si fa critica, attenderemo il momento più opportuno per tentare il cosiddetto scacco al Re.
Li informai mostrando il cancello da cui saremo usciti e il sentiero coperto di vegetazione che ci avrebbe fornito un’ottima copertura. Ci saremmo avvicinati quanto basta per poter colpire.
- Li raggiungeremo in metà tempo. L’Heda ha dovuto riunire gli eserciti e partire da ovest al passo. Noi dobbiamo solo attraversare quella radura. Polis è a metà strada fra l’accampamento dei 12 e l’esercito di Larion.
Aggiunsi poi certa di ciò che stavo per fare.
- Siamo con te.
Acconsentì Kane. Le guardie armate di Camp Jaha lo imitarono senza batter ciglio.
In quel momento mi sentii che stavo per fare la cosa giusta.
 
Ci trovavamo a pochi passi dal campo di battaglia. Il cuore mi martellava nel petto nel vederti sul tuo splendido destriero distare pochi metri da Larion, dritto in piedi arrogante e fiero.
Abbassai il volume della radio. Non dovevano scoprirci per nulla al mondo.
- Sei venuta a sfidarmi Heda?
La voce di quell’uomo così odioso era insopportabile anche via ricetrasmittente.
- No. Sono venuta a vedere se hai accettato la mia offerta.
Sorridesti.
- Mi hai offerto di tornare nelle mie terre…
Larion ti sorrise di rimando.
- …la mia risposta è ancora no.
Senza darti tempo di reagire uno dei loro arcieri colpì al fianco il tuo cavallo che si accasciò a terra. Con un abile salto riuscisti ad atterrare in piedi scagliandoti contro Larion.
Le lame delle due spade cozzarono violentemente l’una contro l’altra e, con voi, anche il vostro esercito si scontrò senza pietà.
- Heda…la vostra ferocia è inferiore soltanto alla vostra bellezza e, la vostra bellezza, pari solamente alla devozione verso il vostro popolo.
Ti disse Larion forse a lusingarti.
La tua risposta, invece, fu un attacco veloce che, purtroppo, parò anche troppo abilmente.
Impugnasti il tuo fidato pugnale riuscendo a colpirlo all’avambraccio, con cui scioccamente si parò il volto cercando di fermare il fendente.
L’uomo arretrò di qualche passo tenendosi l’arto ferito.
La donna al suo fianco, la stessa che tentò di uccidermi, ti catturò un braccio con una frusta a cui ti aggrappasti.
Una freccia ti ferì alla coscia di striscio.
Attirasti a te la guerriera tirando la frusta. La donna perse l’equilibrio e tentò di liberarsi cercando di pugnalarti al fianco. Scansasti il colpo arrotolando la corda al suo collo per poi usare il suo corpo come scudo contro la freccia che, altrimenti, ti avrebbe colpita a morte.
Indra uccise l’arciere con un pugnale da lancio dritto nel petto e Larion si lanciò nuovamente contro di te.
Dal cielo una palla infuocata si schiantò sul tuo esercito abbattendo alcuni dei Grounders alleati. Le navi da guerra erano entrate in azione.
Una pioggia di frecce calò sulle teste dell’esercito nemico abbattendone un gran numero.
Con un calcio allontanasti Larion.
- Fermati sciocco!
Urlasti furiosa.
- Finalmente ti vuoi arrendere a me?
Rise intimando “l’alt” ai suoi uomini.
- Esigo che tutto questo finisca.
Ordinasti.
- Conosci la condizione perché ciò accada.
Ribadì quell’uomo con la sua arroganza.
Sospirasti allo stremo della pazienza.
- E se ti dicessi che ho un asso nella manica, che potrebbe distruggere le tue navi con il minimo sforzo?
Il sorriso di Larion, alle tue parole, svanì dal suo volto.
- Spiegati meglio.
Intimò.
Indicasti entrambe le colline ai lati del campo di battaglia.
- Comandante! Comandante!
Un soldato nemico si avvicinò a Larion correndo.
- Il mare…il mare sta divenendo nero come la notte!
Disse poi tutto d’un fiato. Fu in quel momento che l’odioso uomo davanti a te guardò il punto che avevi indicato.
- I miei arcieri sono pronti a scoccare due frecce infuocate. Le tue navi bruceranno nel fuoco e con loro i tuoi uomini su esse.
Larion sembrò pietrificarsi alle tue parole.
Iniziò a scuotere il capo incredulo. Il suo respiro si fece veloce.
- No…no. No!
Si scagliò nuovamente contro di te. Le spade si scontrarono con una violenza tale da spingerti all’indietro per accusare il colpo.
Lo attaccasti velocemente ma, con la stessa abilità, parò ogni tuo fendente senza troppa fatica.
- C’ero così vicino, c’ero così vicino!
Urlò colpendoti più volte.
Arretrasti, parando i suoi attacchi, avvicinandoti inconsapevolmente a noi.
Entrambi gli eserciti erano fermi in assetto da guerra, pronti a battersi al primo segnale.
Lo colpisti con un colpo allo stomaco ben assestato, usando l’elsa della spada. Larion inciampò ma senza cadere.
Sembrò piegarsi in due dal dolore per poi placcarti colpendoti con la spalla allo sterno e atterrandoti.
Il tuo pugnale puntato alla sua gola mentre il suo era diretto alla tua.
- Ho fatto tutto questo per la fama. Volevo tutto, volevo te. E tu, proprio come le tue terre, siete sempre state irraggiungibili.
- Devi andartene Larion, lasciare queste terre e tornartene ad Est.
Fu la tua risposta fredda.
Nessuno dei due osava abbassare il coltello.
- Sono stata sin troppo clemente con te. Mi hai portato via tutto ma voglio comunque lasciarti andare, a patto che non ritorni più.
Larion si avvicinò con il viso al tuo. Le lame dei coltelli poggiate alle vostre gole.
- Se non potrò averti io non ti avrà nessun’altro.
Con una mossa veloce sfilò un coltellino dallo stivale pronto a colpirti ma, la canna fredda della mia pistola sul suo collo lo fermò.
Dietro me le guardie di Camp Jaha a minacciare il suo esercito.
- Vattene.
Gli ordinai con tono basso e autoritario.
Fece cadere i pugnali a terra alzando le mani in segno di resa.
- Dovevi essere morta.
Ringhiò senza voltarsi.
Ti alzasti velocemente allontanandolo da me con uno strattone.
- È finita Larion.
Sibilasti.
- No, Heda. Ci rivedremo.
Disse con fare quasi disgustato.
Con un gesto della mano ordinò la ritirata.
Lo seguimmo fino alle navi che, lentamente svanirono all’orizzonte.
Un grido di gioia si levò dalle truppe e sul mio volto nacque un sorriso…sorriso che svanì vedendo la rabbia nei tuoi occhi.
Dovevo immaginarlo.
Ti voltasti a guardarmi e in quel momento la tua espressione si ammorbidì.
Allungai la mano che stringesti forte.
- Ti ringrazio anche se hai mancato la promessa.
Mi ammonisti per poi sorridere.
- Ehi, io ci provo sempre…poi non è colpa mia se non mi riesce star fuori dai guai.
Risi divertita. Mi accarezzasti i capelli sospirando.
- Torniamo a Polis?
Accennai un sì con il capo, incamminandomi con te verso un tramonto che forse segnava la fine di quella guerra senza senso alcuno.
  
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