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Autore: Wazzighez    28/11/2015    1 recensioni
Rivedere quegli occhi così belli e quel sorriso tanto amato era il suo sogno più broibito, nascosto fra le pieghe di quella vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Claudia camminava a testa bassa nel traffico mattutino di quella città. Era l'inizio di una comunissima giornata di gennaio, il freddo pungente faceva rabbrividire la donna, che teneva il mento infossato nel  bavero del cappotto, le mani in tasca. Il vento le scompigliava i capelli e alzava turbinii di foglie secche agli angoli delle strade, e smuoveva violentemente i rami morti degli alberi sul viale.
Claudia non udiva altro che il sibilo di quel vento, e poi lo stridio delle ruote sull'asfalto vicino a lei, e l'eco dei clacson in lontananza, e il vocio che si innalzava dai quartiere della città che si risvegliava.
Aveva freddo. Le sarebbe bastato allungare il passo e in pochi minuti si sarebbe potuta rifugiare nel caldo soffocante di un corridoio ospedaliero. Ma era stanca e si trascinava ancora addosso i postumi di una lunga notte insonne, e dunque i suoi piedi inciampavano su se stessi rallentando la sua andatura.
Si trovò a dover attraversare la strada e si fermò, aspettando che quel semaforo rosso diventasse verde. Alzò il capo, sollevando gli occhi sui passanti intorno a lei e sul cielo grigio.
A un tratto, il suo sguardo incrociò quello di un uomo davanti a lei, a pochi metri dal suo corpo, al di là della strada, dall'altra parte delle strisce. Senza accorgersi del verde che era scattato si vide passare davanti quegli occhi ghiacciati dal vento e ne rimase intrappolata, in quelle due pupille scure vide riflessa una vita, un qualcosa di antico, di familiare. L'uomo le passò davanti, facendola rabbrividire per lo spostamento d'aria, e poi, così, d'un tratto, posò inavvetitamente gli occhi a sua volta su di lei. Claudia lo vide bloccarsi sul marciapiede, vide quel corpo adulto e maturo inchiodarsi a pochi centimetri dalla strada, quegli occhi bellissimi che ora non facevano altro che fissare la sua faccia. Aveva una barbetta chiara che gli occupava il mento, le labbra sottili, i capelli biondo scuro piuttosto corti, era alto, era più alto di lei, e da sotto il cappotto nero si intravedeva una cravatta chiara, chiara come quegli occhi che non riusciva a lasciare, che la stavano scrutando, come faceva lei. Portava un paio di pantaloni lunghi che addosso gli stavano strani, e delle belle scarpe, e poi quel cappotto, era, era.. era bellissimo. Lui era bellissimo. Lui era sempre stato bellissimo.
Claudia deglutì, cercando di rimettere in moto gli ingranaggi del suo cervello. I suoi neuroni sembravano essersi congelati, bloccati, arrugginiti, sembrava che tutto il resto del mondo si fosse fermato. Non udiva più il suono incessante del traffico, la testa non le faceva più male, il vento non le sferzava più la faccia. C'era solo il suo corpo esile e immobile, quel metro di distanza e oltre quell'uomo, quell'uomo che credeva di aver dimenticato. Ma era lì, era lì e Claudia stava incosciamente lottando fra l'incredulità, lo stupore e la convinzione che non fosse lui, e l'improvvisa voglia che l'aveva afferrata di bruciare quei centimetri e saltargli addosso, così, magari perdendo le sue scarpe col tacco, magari scompigliandosi i capelli, magari gettandolo a terra per poi scoprire di essersi sbagliata.. di nuovo.
Il tempo, poi, si frantumò. L'essere davanti a lei allungò un passo, un altro, un altro, un battito, un altro battito, freddo, caldo, e poi se lo ritrovò lì, nessuna distanza, nessuna barriera, solo quel cappotto e quel volto.. quel volto.. e poi lui. Lui che l'abbracciò. E mentre le sue braccia automaticamente si mossero e lo avvinghiarono, e si avvinghiarono a quel corpo maturo che la sovrastava, e mentre si rendeva conto di arrivargli ancora al livello cuore, in quell'istante indefinibile il mondo riprese. Si riaccese tutto. Ci furono di nuovo le macchine, i clacson, la gente che litigava e parlava a telefono, il freddo e il vento.
Ma a Claudia non importava. Claudia stava abbracciando Giulio. Dopo, quanti anni? Forse venti. Dopo, quanti sogni? Forse pari al numero delle sue notti. Dopo, quante lacrime? Forse più nessuna.
E niente avrebbe potuto renderla più felice di risentire, dopo tutto, quell'odore, quel sentore, quell'amore.

  
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