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Autore: SiriusJames    28/11/2015    2 recensioni
Tratto dal testo:
Sirius a Grifondoro. I miei genitori si sbagliavano di grosso, qualcuno ha voluto farli uno scherzo. Lui me l’aveva promesso, saremmo stati insieme nella nostra divisa nera e verde mentre inventavamo una delle nostre per divertirci. Sicuramente accadrà,pensai. –Sirius è un serpeverde…Non sarà mai un grifondoro.-
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ricordo benissimo quelle giornate spensierate alla casata Black. Io e Sirius eravamo solo dei bambini, niente per noi era importante se non divertirsi e pensare a un modo di svignarcela nel momento in cui nostra Madre ci scopriva l’attimo in cui avevamo combinato una delle nostre. Ricordo quella volta…Mio padre mi aveva spedito in camera mia privandomi del pranzo, per avergli chiesto se io e mio fratello potevamo rimanere ancora un altro po’ a giocare nel nostro cortile di casa. Lui dapprima mi guardò con uno sguardo torvo, da inculcare paura a chiunque, poi mi gridò che in casa Black cose come il divertimento erano poco importanti e che dovevamo sforzarci di mantenere il massimo contegno, così che le altre famiglie avrebbero visto come crescevano bene i bambini di una delle case Purosangue più rinomate. Si, eravamo come dei piccoli trofei da mostrare.
Rimasi così da solo nella mia grande e sfarzosa, ma allo stesso tempo povera stanza da letto. Il mio stomaco non smetteva di brontolare, ero così affamato che mi andava bene qualsiasi cosa, anche i pomodori che tanto odiavo. Tutto pur di porre fine a quella agonia. E per cosa dovevo affrontare tutto questo? Solo per aver desiderato di giocare. Odiavo mio padre, odiavo la mia famiglia. Certo…No Sirius.
Chiusi lentamente gli occhi per cercare di dormire, pensando così di attenuare quella fame che mi stava divorando. Un colpo di un oggetto, che non seppi dapprima dire quale, mi costrinse a riaprirli. Di malavoglia mi alzai per vedere da dove esso derivava. Mi fermai davanti alla mia finestra e spalancai gli occhi, stavo per urlare, no di paura, ma di felicità. Tuttavia lui me lo impedì ponendosi un dito davanti la bocca e io subito li obbedì anche se a stento. Aprì piano la finestra e riposi gli occhi sul viso di mio fratello, era venuto per me, aveva rischiato di essere punito dal nostro elfo domestico o peggio da nostra madre. Solo per me. Cambiai il mio sguardo e questa volta cadde sul cestino che portava in mano –Pensavo stessi morendo di fame, Così ti ho portato dei buoni e squisiti dolci!-
-Non ne ho bisogno, davvero…- Ma il mio stomaco mi tradì. Sirius rise e subito entrò nella sua stanza. –Cosa fai? Se entra nostra Madre e ti scopre, sarai in punizione anche tu- Anche se le mie parole dicevano ciò, non toglievo lo sguardo da quel cibo.
-Non avevi detto che volevi continuare a giocare?- Domando prontamente mio fratello.
-Bhe, si…-
-Bhe, eccomi qui!- Sprigionò uno dei suoi sorrisi migliori.
 
Era un giorno di estate, forse uno dei più caldi. I raggi di sole penetravano nella nostra casa, ma nonostante la loro presenza, appariva sempre una dimora scura e tetra. Raggiunsi mio fratello nella sua camera e lo trovai sul davanzale della sua finestra, notai subito il suo sguardo perso nel vuoto e sentivo anche in lontananza la sua testa che frullava di pensieri. Decisi di non dire niente e mi limitai a sedermi sul suo letto e a giocherellare con delle biglie incantante, nel momento in cui le lanciavo e toccavano una pallina, quest’ultima cambiava colore. Per lunghi attimi si sentiva solo nella stanza il tintinnio delle palline e il digrignare dei denti di mio fratello. Non lo avevo mai visto così, lui era sempre il bambino felice che mi tirava su di morale.
-Regulus- D’un tratto la sua voce spezzò quello strano silenzio. Non tanto strano per la casata Black, ma non era di certo da Sirius. –Sei felice?- Questa domanda mi contorse lo stomaco, non seppi dire perché. Bhe, i nostri genitori erano molto rigidi e a volte ci proibivano di fare ciò che volevamo, ma c’era lui che mi rallegrava le giornate, solo questo, mi bastava per essere felice. Lui continuò non dandomi il tempo di risponderli –Sai…Io non lo sono.- Il mio cuore prese ad accelerare e mi sentì improvvisamente come se un grosso macigno fosse finito sulla mia testa, frastornandomi. In quel momento mi accorsi di aver smesso di giocare, così ripresi cercando di non mostrarmi tanto turbato. –Certo…Ho te, ci divertiamo insieme, no?- Aggiunse, io mi limitai a fare sì con il capo, poi notai il suo sguardo diventare più serio –Tra un mese andrò alla scuola di Hogwarts, e diventerò un Serpeverde- Quest’ultima parola la disse come se fosse un suo dovere. –Ti prometto che quando saremo io e te lì, passeremo i 7 anni migliori della nostra vita- Io lo guardai stupito, ecco dove voleva andare a parare. Improvvisamente mi sentì più sereno –Te lo prometto- Ripetette. Furono le parole più belle che potesse mai pronunciare. Io e mio fratello, insieme ad Hogwarts, senza i nostri genitori, sarebbe stato magnifico. Sprigionai un sorriso e mio fratello lo ricambiò subito.
 
Una lettera, l’urlo di orrore di mia madre. Gli occhi inorriditi di mio padre, i suoi passi che andavano avanti e indietro nella stanza, mentre la fronte si corrucciava sempre più. Mai avevo visto i miei genitori perdere così tanto il loro controllo. Erano furiosi, ma non sapevo spiegarmi per quale motivo.
-Grifondoro! Ti rendi conti! Un Black a Grifondoro!- Mia madre sbattette subito la lettera sul tavolo e prese a respirare velocemente.
Ci misi qualche secondo per metabolizzare le sua parole, era davvero mio fratello quel Grifondoro di cui stavano parlando? No, non può essere…Mossi un passo verso quella stanza, mentre le mie gambe presero a tremare. Poi mi fermai d’un tratto per vedere la scena dei miei genitori che tentavano di ricomporsi, mia madre mise una mano sulla fronte per cercare di pensare a qualcosa, ma non seppi bene cosa. D’un tratto però si voltò a guardarmi e vidi nei suoi occhi così tanto disgusto, quel disgusto che provava solo verso poche persone. I sanguesporco e i traditori. –Tu vai SUBITO in camera tua- scandì ogni sua singola parola, potetti solo obbedire.
Chiusi la porta alla mie spalle e mi sedetti sul mio letto, appoggiai la schiena alla fredda parete della stanza, così fredda, non sapevo se era a causa dell’improvviso aumento di temperature. Afferrai le ginocchia e mi chiusi in me stesso, la testa fra le mie gambe. Premetti le ginocchia su di essa nel tentativo di bloccare i miei pensieri, i quali si stavano affollando sempre più, non lasciandomi neanche un attimo di riposo. Sirius a Grifondoro. I suoi genitori si sbagliavano di grosso, qualcuno ha voluto farli uno scherzo. Lui me l’aveva promesso, saremmo stati insieme nella nostra divisa nera e verde mentre inventavano una delle nostre per divertirci. Sicuramente accadrà, pensai. –Sirius è un serpeverde…Non sarà mai un grifondoro.- mi raggomitolai ancora di più se è possibile cercando di impedire le mie lacrime di rigare il mio volto. Per la prima volta, mi sentì completamente solo e abbandonato.
 
Quando mio fratello tornò per le feste di Natale mi impedirono di parlargli. Mi limitavo ad aspettare nella mia stanza, sapevo che all’improvviso avrebbe bussato alla mia finestra e chiesto di entrare, per poi giocare insieme e mi avrebbe spiegato che il fatto che fosse entrato a Grifondoro era un errore e che sarebbero stati comunque insieme ad Hogwarts, come avevano sempre desiderato. Ma ciò non avvenne, i miei lo tennero chiuso nella sua camera, anche durante l’estate e io potevo solo attendere. Non capivo perché i miei non volevano farmelo vedere, tanto da non permetterli né di pranzare né di cenare assieme a noi, mi chiedevo quanto mangiasse. Non si sentiva tutto solo in quella stanza? Avrei voluto trovare un modo per entrare lì dentro, ma nonostante volessi tanto bene a Sirius, la paura verso i miei genitori era superiore, potevo solo starmene zitto e continuare ad essere il loro unico figlio perfetto, sì perché ormai per loro esistevo solo io. Inoltre ero costretto o meglio obbligato a sentire le loro conversazioni su quanto i mezzosangue siano spregevoli, bugiardi e quanto diffamassero il mondo magico. Non sapevo con certezza quanto di ciò fosse vero, ma con il passare dei giorni mi convincevo sempre più che quei mezzosangue di certo non potevano essere superiori a noi razza pura di maghi.
Il primo settembre arrivò, finalmente avrei anche io frequentato Hogwarts. Finalmente potevo sfogarmi con mio fratello e tempestarlo di domande. Finalmente potevo sapere la verità. 


ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti! ^^ Spero moltissimo che vi sia piaciuto questo primo capitolo! Il mio obbiettivo è quello di farvi immedesimare in Regulus, farvi comprendere i suoi pensieri e tutto quello che li frulla e li frullerà nel suo cervello. Soprattutto quando scoprirà quanto Sirius abbia stretto con i suoi compagni grifondoro. E' la mia prima Fan fiction su Regulus, ma ci tenevo tanto a scriverla. Fatemi sapere per favore se vi è piaciuta e se sia il caso che la continui oppure no, attendo le vostre opinioni! Accetto critiche, ma non siate duri vi prego! xD 
Ps. Per chiunque voglia cimentarsi nella Sirius-Remus venga a dare un'occhiata a questo mio nuovo profilo in comune con una mia amica! Qui abbiamo da poco pubblicato una stora con tale coppia e in più pubblicheremo One shot su di essa e su altre spero alquanto interessanti! Link--> https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3697292
   
 
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