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Autore: AndromedaStonem    28/11/2015    0 recensioni
Gli diedi i tre dollari e misi via le spillette, pensando di fare un piccolo regalino a River. -Sembri triste- Il ragazzo interruppe il silenzio, lo guardai con fare strano.
-Come scusa?-
-Dico, mi sembri triste...Magari mi sbaglio- il ragazzo si risedette sulla sedia e riprese in mano il fumetto ma non ricominciò a sfogliarlo.- Cosa ti fa pensare che io sia triste? E poi...Perchè dovrei dire a te il possibile motivo?-
-Perchè sarei disposto ad ascoltarti-
-Saresti...?-
-Che importanza ha?-
-Grazie ma ne faccio a meno...-
-Quando vorrai torna, io sono sempre qui.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-Capitolo 2

Le lancette dell'orologio ticchettavano i secondi, ero seduta infondo alla classe, a prendere appunti della lezione, ma sinceramente non sono stata molto attenta durante la spiegazione, è che oggi ero troppo stanca per tutto.
Dopo essere uscita dalla classe mi avvolsi attorno la mia giacca bella calda e sistemai la sciarpa e mi diressi  verso il bar del college. Ordinai da bere un thè caldo al limone.
Diedi un piccolo sorso dalla tazza e mandai giù il thè, che mi scaldò tutto quanto.
Di solito entravo in quel bar per riflettere, nell'ultimo periodo avevo troppo poco tempo per tutto, soprattutto per pensare, e questo non andava affatto bene, perché sarei arrivata ad un punto cruciale in cui sarei esplosa. Avevo tanta di quella rabbia dentro che dovevo buttare fuori in qualche modo, ma non sapevo come. Finito il thè, mi alzai e andai a pagare, per poi uscire dal bar e scontrarmi con il freddo del vento.
Percorsi la strada per ritornare a casa, la stessa che feci il giorno prima, il giorno prima ancora e così via. Ogni giorno passai davanti a quel negozio di musica, ricordandomi le parole del ragazzo, ma non ci rientrai mai. Forse perché non avevo coraggio di ripresentarmi lì, davanti a lui, dopo aver rifiutato il suo invito a sfogarmi un po'.
Rimasi ferma sul marciapiede indecisa sul da farsi, alla fine decisi di andarci. Cercai di trovare una scusa plausibile da dare a me stessa riferente a ciò che stavo per fare, ma la  verità è che non posso mentirmi da sola, io ero lì perché volevo sfogarmi con quel ragazzo, volevo raccontare tutto a qualcuno che per me non è nessuno così da non dovermi giustificare in qualche stupido modo per un errore commesso o altro. Presi quindi coraggio, toccai il gelido pomello della porta e la spinsi, riprovocando quell'assordante cigolio.
Appena entrai fui avvolta dal calore del negozio che colorò di un leggero rossore le mie guance. Mi guardai intorno alla ricerca di Lui, ritrovandolo sempre seduto sulla sua sedia girevole intento a leggere, sta volta non un fumetto, ma bensì un libro. Mi piegai leggermente per cercar di leggere il titolo, ma Lui mi notò, chiuse il libro e lo poggiò sul bancone. Accennò un piccolo sorriso, per poi rivolgermi la parola. -Sei tornata..-
Si, ero tornata da lui, perché lui forse sarebbe riuscito ad ascoltarmi senza nessuna interruzione, quindi risposi. -Si, non ce la faccio più a tenere dentro questo peso.-
-Dimmi tutto senza fermarti. Se devi, solo per prendere fiato.-
-Comincio con il dire che ho perso l'unica possibilità di credere che voi maschi ragioniate con il cervello. Ho conosciuto questo ragazzo, si chiama Zack, mi sono presa una sbandata per lui. Fa da modello per i ragazzi del corso di figurativo, copia dal vero, ed io sono una tra quelle. Lui è molto più grande di me, ha sui 27 anni, ma qui tutto normale.
iniziammo a frequentarci, la nostra era attrazione fisica, non sapevamo molto l'uno dell'altra, e a me andava bene così. Una sera andai da lui, non era la prima volta che passavo la notte da lui, ma quella fu diversa, puoi già immaginarti del perché. Fu una sensazione bellissima,  anche perché a me iniziava a piacere tanto Zack. Mi disse di provare lo stesso, quindi iniziammo a baciarci e venne quel che avvenne. Lo facemmo sul divano, wow molto romantico. La mattina fu la parte peggio perché: '' Andromeda...ma tu hai 19 anni?'' Beh si ho 19 anni, e per colpa di questa cosa il ragazzo in questione ha deciso di scortarmi al college e non farsi più risentire per colpa della mia età, quindi vaffanculo tutto quanto.
E se non bastasse vedo la sua faccia da cazzo si e no quasi tutte le mattine, quindi vita crudele, perché tutto a me?- Diventai tutta rossa in viso, mi succedeva spesso nelle situazioni di imbarazzo, incazzatura e timidezza.
Tutti, perfino mia madre, mi dicevano che era una cosa carina. Il ragazzo continuava a fissarmi, molto attento a studiare la mia figura, minuta e scheletrica. –Si, ho finito se te lo stai chiedendo-
-Beh, tutto si può rimediare con della cioccolata no?-
-E’ un modo per farmi ingrassare?- dico Io. Il ragazzo accenna un piccolo sorriso per poi riprendere a guardarmi con quegli occhi dolci. –No, è un modo per offrirti un po’ di cioccolata.-
Mi porse la tavoletta di cioccolato e ne staccai un pezzo, lo morsi e lo feci sciogliere in bocca.
-Tu non hai nulla da dirmi per sfogarti un po’..?- Il ragazzo scosse la testa, non era uno di molte parole.
-Tornerai ancora? Qui in negozio intendo.. Mi piace parlare con te.- Ammise lui.
-Si, alla fine non sei poi così male- Dissi io finendo il mio pezzetto di cioccolato.
Tra noi due ci fu silenzio, nessuno dei due aveva qualcosa da dire, odiavo questi momenti.
-Quindi studi?-
-Si, all’università di Towson… Ma sei tatuato ovunque?-
-certo, ma non sul p.. Hai capito.-
-Beh, anche io ne vorrei tanto uno.. Ma non ho mai avuto una vera intenzione di farlo sai? Non per la paura, è solo che devo trovare qualcosa di perfetto, qualcosa che.. Non lo so-
-Beh ‘’ Qualcosa che non lo so’’ è arrivato il momento di buttarsi. Che gusto c’è se no?-
Ci pensai su per qualche secondo, in effetti aveva ragione, io sapevo cosa tatuarmi.
-Facciamolo.- Dissi convinta.
-Ti prendo un appuntamento dal mio amico Matt, fidati, è bravo nel suo lavoro e.. Beh io ne sono la prova. Sta sera lo chiamo, domani quando passi ti dico.- Disse lui molto deciso, intento nel mettere a posto dei vecchi vinili impolverati.
-Sta volta la cioccolata la porterò io però, okay?- Sorrisi, mi piaceva stare con lui, mi metteva tranquillità. Mi piaceva tanto il modo suo di porsi nei miei confronti. Guardai l’ orologio, e lui se ne accorse.
-Devi già andare?-
-Tu vuoi che io resti?- Lo dissi senza pensarci, e questo provocò un leggero imbarazzo tra di noi, perché devo sempre parlare senza pensare?
-La domanda l’ho fatta prima io-
-Sono le 18.. E..-
-E hai di meglio da fare.. Non importa-
- ti va una pizza?- E anche sta volta lo dissi senza pensarci, anche se la pizza mi andava davvero.
-Offro io.- Disse, con fare gentile.
Rimasi sull’uscio ad aspettarlo mentre lui spegneva le luci e si metteva la giacca. Osservai per bene la sua figura, molto alto e magro. La cosa più sbarazzina erano i capelli, che ricadevano sulla fronte in modo disordinato, ma a lui stava bene qualsiasi cosa.
Chiuse il negozio ed entrammo in macchina. Lo convinsi ad entrare in una pizzeria che si trovava a 5 minuti dal parco, lì facevano delle pizze buonissime. Ci sedemmo ad un tavolo vicino ad un divanetto di color rosso e aspettammo il cameriere che venisse a prendere le ordinazioni.
Era tanto strana come cosa, ero a cena con un ragazzo di cui non sapevo nemmeno il nome.
-Come ti chiami? Me lo dirai prima o poi vero?..- Dissi io.
-Prima o poi.-
-Eddai okay fare il misterioso, ma ..-
-Shh, che divertimento ci sarebbe se no?-

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Ok, salve a tuttiii
Questo è il secondo capitolo, come storia mi piace molto, spero pure a voi, quindi se vi va lasciatemi tante recensioni carine, al prossimo capitolo!!
                                                                                      Andromeda xx
   
 
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